Utilizzando il traforo elettrico realizziamo un simpatico portachiavi fai da te a forma di gatto, da fissare a parete, per custodire le nostre chiavi in ordine e in bella vista
Il portachiavi fai da te a forma di gatto è realizzato con una tavoletta di legno di abete, spessa circa 20 mm. Il lavoro è molto semplice e consiste nel tracciare su un cartoncino la sagoma del portachiavi fai da te che vogliamo realizzare, in modo da realizzare una dima di tracciatura per riportare i riferimenti di taglio sulla tavoletta.
Utilizzando il traforo elettrico seguiamo la traccia realizzata e rifiniamo con una attenta carteggiatura. Per la finitura possiamo utilizzare un mordente nella tonalità preferita oppure smaltare il legno con un colore vivace.
Come fare un portachiavi fai da te
Riferimento quadrettato
Tempo richiesto: 4 ore
Riportare i contorni sulla tavola di legno
Realizziamo una dima di cartoncino rigido, in modo da poterne riportare agevolmente i contorni su una tavoletta di legno. Utilizziamo un pennarello o, in alternativa, una matita grassa.
Tagliamo la tavoletta
Utilizzando il traforo elettrico iniziamo a tagliare la tavoletta di legno seguendo la traccia effettuata precedentemente con la dima di cartoncino.
Asportare le porzioni di legno interne
Asportiamo le porzioni di legno interne alla figura effettuando un foro con il trapano per il passaggio della lama del traforo. Con il trapano pratichiamo anche una serie di piccoli fori nella base, per l’inserimento dei gancetti ad L che sostengono le chiavi.
Levigare il portachiavi
Levighiamo il portachiavi fai da te utilizzando la levigatrice orbitale, per asportare eventuali asperità e sbavature.
Finitura del portachiavi
Trattiamo il portachiavi da muro fai da te con un prodotto protettivo per legno ad effetto cera. Avvitiamo i gancetti ad L negli appositi fori e fissiamo sul retro due attaccaglie triangolari per la sospensione a parete.
Il Traforo elettrico
Il traforo da banco ha un motore elettrico che aziona la lama in un rapido moto alternativo. Nei modelli più evoluti tale moto è regolabile tramite una manopola per adattare il taglio a spessori diversi e alle durezze variabili del legno da lavorare. In foto il traforo oscillante Einhell con dispositivo di soffiaggio polveri integrato, regolazione elettronica delle oscillazioni, adattatore per lame.
Anche per questa stagione l’azienda americana WD-40 accompagnerà il Team Pramac Racing
Milano, 14 febbraio 2020 – Continua e si rinforza la storica partnership tecnica con WD-40, l’azienda americana rinomata in tutto il mondo per i suoi lubrificanti multifunzione di alta qualità, che anche per questa stagione accompagneranno il Team Pramac Racing e l’intero staff dei meccanici, per assicurare le migliori prestazioni delle moto di Jack Miller e Pecco Bagnaia.
WD-40 è la multinazionale americana leader mondiale nel settore dei lubrificanti multifunzione. La storia di questo straordinario prodotto è davvero particolare: tutto ebbe inizio nel 1953 quando la NASA commissionò alla Rocket Chemical di realizzare un lubrificante in grado di risolvere i problemi di corrosione, garantendo quindi una protezione efficace ai contatti elettrici dei razzi spaziali.
Dopo numerosi tentativi, la quarantesima formulazione risultò essere la vincente ed è per questo motivo che il lubrificante multifunzione più utilizzato al mondo prese il nome di “WD-40“. Nel corso degli anni WD-40 ha poi trovato numerose applicazioni a livello industriale, sportivo e domestico rafforzando un successo altamente meritato.
Christophe Cloez, Director Southern Europe WD-40:
“Sono
molto contento di poter continuare a collaborare con Pramac Racing, uno dei più
autorevoli brand nel mondo del motociclismo. Ci accomuna la passione per
l’eccellenza, l’innovazione, le elevate prestazioni e soprattutto un lavoro
serio e professionale per continuare ad essere tra i migliori nel mercato di
riferimento.”
Francesco
Guidotti, Team Manager Pramac Racing:
“Siamo estremamente soddisfatti
dei prodotti che WD-40 ci mette a disposizione ormai da anni, una
collaborazione con un partner prezioso per la pulizia e la manutenzione delle
nostre moto chiamate ad una efficienza di altissimo livello”.
Cambiare il binario porta scorrevole non è difficile, in poche mosse è possibile sostituire la vecchia guida di scorrimento per un’apertura e chiusura più dolce e silenziosa
Anche le porte a scomparsa sentono lo scorrere del tempo. Come tutti gli oggetti infatti anche il binario porta scorrevole è soggetto a usura e il movimento della porta con il tempo potrebbe non essere più fluido come una volta. Basti pensare a quante volte si apre e si richiude una porta nell’arco di una giornata e moltiplicare questo movimento per esempio per 10, 20 oppure 30 anni.
Il tempo fa si che la porta a scorrimento fatichi a passare sul binario, incontrando attriti e provocando fastidiosi rumori. In questi casi la sostituzione della guida diventa necessaria, ma per farlo è indispensabile la presenza di un binario estraibile, progettato appositamente per tale scopo.
La prima azienda a pensare a una soluzione del problema della manutenzione e dell’usura delle guide per porte scorrevoli è stata ECLISSE, già nel lontano 1989, quando inventò e brevettò il binario per porta scorrevoleestraibile. In questo modo, anche a distanza di anni, questo componente può esser facilmente rimosso e sostituito insieme ai carrellini.
Infatti, anche se la porta scorrevole è stata installata decenni prima, le sue performance potranno essere le stesse del primo giorno, senza dover effettuare interventi invasivi sulla parete dove è stato collocato il controtelaio.
Installazione facile e veloce
Presso i rivenditori autorizzati ECLISSE è possibile acquistare il kit di sostituzione dei binari per porte scorrevoli. Il set è composto da: un binario di scorrimento, due carrellini di scorrimento e dall’accessorio ECLISSE BIAS, il dispositivo che permette alla porta scorrevole di rallentare dolcemente in fase di chiusura.
È possibile effettuare l’operazione di sostituzione del binario per porta scorrevole anche in totale autonomia e senza opere murarie. Sono sufficienti un po’ di manualità e passione per il fai da te, o in alternativa si può chiedere l’aiuto ad un falegname.
Come sostituire il binario porte scorrevoli
Rimozione del binario
Dopo aver indossato dei guanti da lavoro, rimuovere stipiti e coprifili della porta facendo attenzione e procedendo con cautela per evitare di rompere i componenti. In questa fase può essere utile aiutarsi con un cutter o una spatola.
Una volta rimosse tutte le finiture esterne, si possono allentare i bulloni che fissano le staffe del pannello porta con una chiave inglese.
Si effettua la completa rimozione del pannello porta.
Con un avvitatore rimuovere infine la vite posta sul binario.
Estrarre quindi la guida di scorrimento.
Inserimento del nuovo binario
Inserire i carrelli di scorrimento insieme all’accessorio ECLISSE BIAS nel nuovo binario. Il binario porta scorrevole si inserisce con un sistema a baionetta per cui sarà necessario spingerlo prima verso l’alto e poi farlo scorrevole nel lato verso il controtelaio.
Fissare le viti, riposizionare tutti gli elementi di finitura precedentemente rimossi e fissarli definitivamente con del silicone.
Prodotto per legno, ferro, PVC, alluminio; applicabile direttamente sul supporto e resistente a urti, macchie, intemperie e raggi UV
Lo Smalto Speciale Multi-Materiale di V33 è ideale per rinnovare e decorare (senza l’utilizzo di un fondo) supporti esterni in ferro, alluminio, PVC e legno deteriorati.
RESA: +/- 1 m² finito in due mani – ESSICCAZIONETRA 2 MANI: 15 minuti – ESSICCAZIONE COMPLETA: 2 ore – PULIZIA: Solvente
Caratteristiche
• Super resistente a urti, macchie, intemperie e raggi UV • Facile e pratico: senza utilizzo di un fondo, direttamente sul supporto • Anticorrosivo: applicabile direttamente sulla ruggine • Elastico e traspirante: direttamente sul legno verniciato o impregnato • Massima tenuta e aderenza anche su PVC e alluminio • Disponibile anche nel formato spray per decorare le piccole superfici e gli angoli più nascosti.
Un gesto controllato
Dotato di ugello tecnico:
• A GETTO PIATTO stile pistola a spruzzo per un’applicazione facile e regolare.
• A GETTO REGOLABILE, perfetto per adattarsi a tutti i tipi di supporto.
Preparazione
La superficie da verniciare deve essere pulita, asciutta, sgrassata e priva di residui di vecchia pittura scrostata.
• Supporti in legno grezzi o nuovi: carteggiare leggermente e spolverare. Su legni esotici, sgrassare con acetone.
• Ferro: se si tratta di metalli nuovi, sgrassare con acetone. Mentre su metalli arrugginiti, eliminare la maggior parte della ruggine con una paglietta abrasiva e spolverare.
• PVC – Alluminio – Zinco – Metalli galvanizzati – Rame: carteggiare leggermente con carta vetro grana 150 e lavare con un detergente a base di soda (alcalino) e sciacquare. Per i metalli non ferrosi è sufficiente il lavaggio con acetone.
• Supporti in legno e ferro già verniciati in buono stato: carteggiare leggermente con carta vetro a grana fine (120) e spolverare.
• Supporti in legno e ferro già verniciati in cattivo stato: grattare le parti non aderenti, carteggiare e spolverare.
Applicazione
• Condizioni d’applicazione tra i 12° e i 25°C, senza pioggia, umidità e vento. Applicare all’aperto o in un luogo ben ventilato.
• Levare l’anello di sicurezza situato sopra l’ugello, poi agitare bene la bomboletta.
• Tenere la bomboletta dritta a 20-25 cm dalla superficie da verniciare.
• Spruzzare lo smalto realizzando dei movimenti ampi e regolari in passaggi incrociati a distanza uguale dal supporto. Ripassare molto bene sugli angoli e i bordi.
• Evitare il sovraccarico di smalto per un risultato senza colature. In caso di colature, lasciare seccare, carteggiare e applicare un’altra mano.
• Dopo 15 minuti, applicare una seconda mano di smalto nella stessa maniera.
• Pulire la bomboletta a testa in basso premendo sull’ugello per qualche secondo.
Consigli V33
• Per ottenere una performance e una resistenza ottimale del prodotto, suggeriamo di attendere 15 giorni di essiccazione.
• Le proprietà anticorrosive si ottengono applicando minimo due mani uniformi di smalto.
• Si suggerisce di utilizzare la tinta incolore per rinnovare i legni già impregnati e tinti o per diluire le altre tinte.
• Conservare il prodotto in un luogo fresco e asciutto, lontano da fonti di calore.
Precauzioni d’uso
Contiene dell’acetato di ethilene con mescole di isomeri di exilene.
H222: aersol altamente infiammabile.
H229: contenitore pressurizzato. Può scoppiare se riscaldato.
H315: provoca irritazione cutanea.
H319: provoca grave irritazione oculare.
H336: può provocare sonnolenze e vertigini.
H373: può provare danni agli organi in caso di esposizione prolungata o ripetuta.
H412: nocivo per gli organismi acquatici con effetti di lunga durata.
P101: in caso di consultazione di un medico, tenere a disposizione il contenitore o l’etichetta del prodotto.
P102: tenere fuori dalla portata dei bambini.
P210: tenere lontano da fonti di calore, superfici riscaldate, scintille, fiamme e altre fondi di innesco. Vietato fumare.
P211: non vaporizzare su una fiamma libera o altra fonte di accensione.
P251: non perforare né bruciare, neppure dopo l’uso.
P260: non respirare la polvere/i, fumi, gas, nebbia, vapori, aerosol.
P271: utilizzare soltanto all’aperto o in un luogo ben ventilato.
P302+P352: in caso di contatto con la pelle lavare abbondantemente con acqua e sapone.
P410+P412: proteggere dai raggi solari. Non esporre a temperature superiori a 50°C.
P501: smaltire il contenitore in un centro di raccolta dei rifiuti (contattare le autorità locali).
Il pantografo per legno è uno strumento importante per effettuare decori che con la fresatrice a mano libera risulta impossibile da eseguire senza sbagliare
Costruire un pantografo per fresatrice ha lo scopo di rendere fattibili lavorazioni sul legno altrimenti non possibili a mano libera. Il pantografo è uno strumento conosciuto sin dal XVII secolo e, partendo da un disegno o da una sagoma, permette di riprodurre disegni in scala diversa, solitamente ad ingrandire.
Si compone di quattro aste unite con cerniere a formare un parallelogramma; ai cardini del parallelogramma ci sono: un punto fisso, che rimane vincolato al piano di lavoro, e due punte mobili, di cui una secca (o stilo) che segue il contorno del disegno originale, l’altra, scrivente, che traccia la riproduzione ingrandita o ridotta.
Prima di capire come si utilizza il pantografo per fresatrice consigliamo la lettura della nostra dettagliatissima guida per capire come si fresa il legno
Come si costruisce un pantografo per legno
Costruire un pantografo per fresatrice implica la realizzazione di tre aste incernierate, mentre sul quarto lato è applicata una piastra universale su cui si fissa l’elettroutensile. Dato il peso della macchina che deve essere trascinata muovendo lo stilo, peso notevolmente più elevato rispetto a quello di una matita, si possono fare solo riduzioni del 60, 50 e 40%, semplicemente spostando la piastra in una delle tre posizioni disponibili sui bracci ai quali è fissata.
Il Pantografo 3D è prodotto dalla Milescraft e si trova in vendita al prezzo di euro 69,90.
Come costruire un pantografo per fresatrice
Nella confezione il pantografo è completamente smontato, tuttavia, l’assemblaggio è molto semplice ed inoltre non è necessario rismontarlo dopo l’uso, a parte la rimozione della fresatrice.
Le aste si uniscono con snodi di materiale plastico che permettono il movimento solo in senso orizzontale.
Nel terminale libero trovano alloggiamento stilo, puntatore e manopole guida.
Posizionare e sistemare al meglio tutti gli snodi.
Il quarto lato del pantografo è costituito dalla piastra porta-fresatrice studiata per alloggiare qualsiasi modello verticale che abbia il piatto base fino a 156 mm di larghezza, misurato sul lato più stretto.
oPrima di bloccare la fresatrice sul pantografo conviene regolare accuratamente la profondità di fresatura. Allo scopo è molto comodo e preciso il calibro a ferro di cavallo che misura in modo esatto la sporgenza della fresa sulla scala graduata centrale.
La piastra porta-fresatrice è studiata per alloggiare qualsiasi modello verticale che abbia il piatto base fino a 156 mm di larghezza, misurato sul lato più stretto. Due galletti stringono le piastrine che agganciano il bordo della suola della macchina.
Montata la fresatrice, bisogna predisporre l’area di lavoro: come base è ideale un’ampia superficie di legno dove avvitare due listelli, entrambi a squadra col lato esterno del piano. I due devono essere distanti quanto la dimensione del pannello da fresare più 60 mm per i cunei.
Subito dietro il listello posteriore si immobilizza l’unico piedino fisso del pantografo con tre viti; si posiziona il pannello da fresare, bloccandolo con i due cunei di plastica, e il pantografo con fresatrice montata. Prima di iniziare, vanno regolate le altezze dei piedini in modo che la suola della fresatrice resti perfettamente appoggiata al pannello da fresare.
Si posiziona la fresa nel punto da cui si vuole iniziare; di conseguenza va collocato il foglio con il disegno o la prima lettera da riprodurre nella posizione in cui ricade lo stilo del pantografo. Il foglio di carta va allineato col pannello di legno usando una squadra.
Nel caso si stia componendo una scritta e quindi si debbano cambiare i fogli, per poterli posizionare nello stesso posto, vanno marcati gli angoli a matita, poi si inserisce il foglio dentro una busta di plastica trasparente e si fissa con puntine.
Come utilizzare il pantografo per fresatrice
Completata la fresatura della prima lettera.
Posiziona lo stilo sul pallino di uscita della sagoma, che si trova sulla stessa linea di base del pallino di entrata, ma sul lato opposto. Si marca a matita la posizione della fresa sul legno, in modo da poterla riposizionare esattamente in quel punto, dopo aver spostato il pannello di legno.
Rimuovendo il foglio della prima lettera dalla busta di nylon, si inserisce quello della seconda lettera, controllando che gli angoli ricadano esattamente fra i quattro segni.
Si punta lo stilo del pantografo sul pallino di entrata della nuova lettera, si sblocca il pannello di legno rimuovendo i cunei e si sposta il pannello sino ad avere la corrispondenza della punta della fresa con i segni tracciati precedentemente.
La decorazione è ultimata.
Costruire un pantografo per fresatrice di medie o piccole dimensioni
Questo pantografo lavora su tre assi, in modo da poter copiare anche i rilevi e le concavità dell’originale; funziona mediante un puntale, il tastatore, che viene condotto manualmente a percorrere tutta la superficie dell’oggetto da copiare.
L’originale può essere bloccato in una posizione determinata sul piano di lavoro, ma in questo caso è stata contemplata anche la possibilità di fissarlo tra contropunte e poterlo ruotare.
Il tastatore, mediante bracci e leve, replica a debita distanza i movimenti che gli vengono impressi; su questo punto distale deve essere fissato saldamente un utensile che sia in grado di lavorare la materia. Nel caso in questione, volendo replicare oggetti usando il legno, è necessario che l’utensile sia una fresatrice di medie o piccole dimensioni o, per gli oggetti più piccoli e per il modellismo, un minitrapano.
Considerando la mole dei pantografi per legno è necessario che il pantografo sia ben dimensionato e soprattutto abbastanza robusto, in modo da non flettere nel movimentare il loro peso quasi raddoppiato per la necessità di applicare un contrappeso che permetta di muovere il tastatore senza alcuna fatica.
Senza questo l’intero peso della fresatrice graverebbe sul polso dell’utilizzatore, rendendo praticamente impossibile seguire liberamente la forma dell’oggetto originale.
Realizzazione in ferro
Per costruire un pantografo si può optare per una realizzazione interamente in ferro, come in questo caso. Il basamento e i montanti laterali sono fatti con parti di lamiera piegata, imbullonate fra loro, mentre il braccio di rimando è costituito da longheroni di piatto d’acciaio che si uniscono tramite un tubo cilindrico che si muove sulle barre di scorrimento.
Le barre di scorrimento sono distribuite nelle due direzioni (longitudinale e laterale), mentre nella terza offre il movimento l’incernieramento a braccio oscillante del rimando.
La punta del tastatore deve avere dimensioni analoghe alla fresa; inoltre deve permettere la regolazione per adeguare la quota di intervento della fresa sul pezzo.
Se il pezzo grezzo ha lo stesso spessore dell’originale, il tastatore e la punta della fresa nel pantografo copiatore vanno regolati alla stessa altezza sul piano di lavoro, altrimenti servono spessori e una messa a punto del tastatore.
Lavorazioni al tornio e filettature
Si monta un blocchetto di acciaio sul mandrino a griffe del tornio per metalli e si esegue un primo foro nella posizione prevista.
Montato sul tornio l’apposito utensile, si allarga il foro portandolo al diametro necessario.
Sullo stesso pezzo, ma in altra posizione, si effettuano due fori con il trapano a colonna.
Dovendo servire per il fissaggio del blocchetto, questi ultimi due fori vanno filettati.
Le barre di scorrimento devono essere perfettamente cilindriche, lisce e, soprattutto, rispondere esattamente al diametro necessario per supportare le bussole con sfere, quindi si devono rettificare, usando ancora il tornio.
I blocchetti necessari sono quattro e devono essere identici. La bussola con sfere deve entrare e posizionarsi senza alcun gioco.
Lamiere sagomate e verniciate
Per costruire un pantografo si realizzano le lamiere necessarie seguendo il disegno del progetto e tagliando i pezzi, piegandoli e praticando su questi i fori necessari, con o senza svasatura, a seconda dei casi.
Due piatti longitudinali vanno forati per il passaggio dei tubi cilindrici che si devono incernierare tramite le bussole a sfere con le barre di scorrimento. Piatti e tubi vanno poi uniti con saldatura ad arco. Fondamentale è il mantenimento del parallelismo fra i piatti e dello squadro dei due rispetto al tubo.
Dopo una doverosa prova di montaggio in bianco, le lamiere vanno rifinite con un paio di mani di smalto dato a spruzzo.
Montaggio di cornice e barre
Per costruire un pantografo la prima parte da montare è la cornice del basamento, formata da quattro pezzi più un rinforzo trasversale al centro. Esternamente alla base si avvitano quattro staffe a L, molto robuste, atte a supportare le barre di scorrimento longitudinali.
I blocchetti con le bussole a sfere si fissano alla base dei montanti laterali del pantografo; ognuno richiede due viti a testa esagonale applicate dal lato esterno.
Le barre di scorrimento laterali si inseriscono nelle bussole dei bracci montanti, sui due lati del pantografo.
Altre bussole a sfere vanno messe all’imboccatura del tubo cilindrico del braccio oscillante e bloccate in posizione mediante seeger.
Si inserisce la barra di scorrimento nelle bussole del braccio oscillante e la si fissa all’apice dei bracci montanti laterali. Allo scopo le due estremità della barra sono ridotte di sezione con il tornio e filettate.
Costruire un pantografo – Contrappeso, fermi e contropunte
In un pentolino autocostruito (per avere spessore sufficiente) si fa fondere il piombo. Va fatto un po’ per volta.
Per fare il contrappeso si rovescia il piombo in un tubolare quadro, dopo aver saldato in un angolo un tubo filettato dentro a passo metrico.
Per i due fermi di finecorsa del bilanciere si fanno due anelli di alluminio a sezione quadra forati in linea tangenziale.
Il foro si filetta a passo metrico e poi si taglia l’anello nella mezzeria del segmento forato.
In ognuna delle due ruote dentate si fanno sedi per inserire tre puntali che insieme a quello centrale permettono la presa del pezzo sul lato di trascinamento, mentre sull’altro la contropunta è semplice.
In opera, le ruote dentate sono collegate da una catena con tenditore; una delle due ha, in corrispondenza esterna, una manopola per ruotare a mano, con perfetta sincronia, l’originale e il pezzo di legno grezzo, entrambi tenuti fra punta e contropunta.
In questo articolo vediamo nel dettaglio come è fatta una porta blindata
Il primo passo che si compie nel tentativo di difendere la casa dai malintenzionati è sicuramente l’adozione di una porta blindata provvista di una o più serrature di sicurezza.
Descritta brevemente, questa porta ha finiture interne ed esterne in stile e colore intonate all’abitazione, inclusi pomoli, spioncini e maschere delle serrature; all’interno, una struttura in acciaio rinforzata e due robuste piastre anch’esse in acciaio tra le quali è posto uno strato di materiale isolante di varia resistenza al fuoco.
Una complessa serratura agisce su rostri che penetrano nella muratura, sopra e di lato, e nel pavimento; anche il telaio, murato con l’aiuto di robuste zanche, è in acciaio di qualità.
TUTTE LE PARTI
lamiera esterna in acciaio zincato
lamiera interna in acciaio zincato
rinforzi interni in acciaio zincato
coibentazione interna termoacustica
rostri fissi
chiavistelli mobili
serratura
piastre di supporto serratura
telaio in lamiera d’acciaio
controtelaio in acciaio
zanche per l’ancoraggio al muro
cerniere registrabili su più assi
bocchetta di registrazione dello scrocco
spioncino grandangolare
limitatore di apertura
guarnizione perimetrale
lama paraspiffero automatica
maniglieria in diverse soluzioni
rivestimento interno
rivestimento esterno
Una struttura affidabile è composta da profilati metallici saldati insieme, che permettono di ottenere spessori di 5-6 mm. Questo se la porta è prodotta artigianalmente, mentre nella produzione industriale spesso si utilizza scatolato stampato per accelerare le produzioni, irrobustendo la struttura con speciali nervature che compensano lo spessore inferiore.
In questo modo si tende anche a ridurre il peso dell’intera porta, la cui serratura, essendo in definitiva la lamiera esterna spessa non più di 2 mm, va protetta con un rinforzo in manganese che rende difficoltosa la trapanazione. Va detto che una serratura di scarsa qualità rende inutile l’adozione di una pesante e robusta porta blindata.
Il livello tecnologico delle serrature condiziona sensibilmente l’inviolabilità della porta. Ne esistono con più cilindretti, a doppia chiave e con scrocco. I costruttori montano serrature la cui meccanica si integra nelle caratteristiche strutturali della porta.
TIPI DI CHIAVI
La classica chiave a doppia mappa si è evoluta nel tempo con accorgimenti anticopia sempre più efficaci, ma rappresenta il livello di protezione più vulnerabile dai ladri esperti. Lasciata nella toppa, a porta chiusa, diventa un aiuto al ladro munito di apposito sondino di aggancio.
Chiave con incavi laterali e incisioni a labirinto che ne rendono praticamente impossibile la duplicazione con le attrezzature seppur sofisticate dei falsari. Al top della gamma esistono accoppiamenti di piastrine magnetiche alle incisioni con combinazioni infinite ed irripetibili.
Su richiesta viene fornita una serratura con chiave padronale e di servizio che agisce su una chiusura accessoria. Quest’ultima si può affidare a persone estranee al nucleo famigliare senza esporsi al pericolo potenziale di duplicazione di quella vera e propria.
L’elettronica applicata alla porta blindata è un modo nuovo per comandare la serratura: è sufficiente che l’utente abbia l’apposita piccola chiave-trasponder che trasmette, per semplice contatto o con un impulso, un codice di apertura personalizzabile con migliaia di combinazioni.
La scelta quasi senza limiti dei rivestimenti e degli accessori integra la porta blindata in qualsiasi ambiente trasformandola in complemento d’arredo.
Qui il modello Theta di Gardesa con stipite nero, rivestimento interno rovere naturale e rivestimento esterno Binario rovere naturale.
La cassa di questo orologio in legno fai da te è realizzata al tornio con piccoli ritagli di legni esotici e pregiati, perfetti per un “wood watch” distintivo
Esistono, anche in Italia, importatori di legname esotico usato per piallacci, listelli, modanature ed altri semilavorati; la lavorazione crea ovviamente degli scarti, pezzettini di mogano, iroko, abura, ebano, sapodilla e via dicendo che ben assortiti farebbero la gioia degli appassionati della tornitura. Pezzi di legno pregiati, ideali per realizzare un orologio in legno fai da te.
Oggi sono molto di moda i cosiddetti “wood watch“, orologi di legno, prevalentemente da polso. Ma per avere un oggetto veramente distintivo possiamo realizzarlo con le nostre mani; e perché no, magari, anziché da polso, possiamo pensare a un orologio da taschino.
Quando si compra un orologio, che non sia un capolavoro di meccanica di precisione, si acquistano un movimento ed una cassa con braccialetto, cinturino, catenella, ecc. Il movimento è l’orologio vero e proprio (e rappresenta una piccola frazione del prezzo totale) e si presenta come una pedina della dama. Costruiti in Estremo Oriente, sono poi montati nelle casse dai vari fabbricanti.
Vediamo come fare la cassa di orologio di legno utilizzando il tornio.
Fare la cassa
Deve essere di diametro adeguato a quello del movimento: l’occhio ed il gusto ci indicheranno per ogni orologio fai da te e per ogni legno la misura opportuna.
Per prima cosa dobbiamo costruire al tornio una coppaia costituita da un pezzo da fissare alla vite del platorello del tornio. Questo serve sia come supporto per le fasi preliminari di tornitura, sia per reggere un disco, sempre di legno duro, che su una faccia ha un foro di misura identica a quelle dello stelo del primo pezzo e sull’altra ha un foro di diametro identico a quello della cassa da realizzare.
Scelti il movimento e il legno in cui incastonarlo o stabilito il diametro esterno della cassa dell’orologio in legno fai da te, prendiamo una tavoletta di dimensioni opportune e la fissiamo sullo stelo del supporto. Con uno scalpello a lama sbieca le diamo prima il diametro esatto della cassa e poi, cambiato ferro, apriamo la sede per il movimento che vi deve entrare di stretta misura.
Staccata la cassa dal perno su questo calziamo la coppaia e vi incastriamo la cassa per poterla levigare su entrambe le facce e lucidarla a cera.
Tornire orologio in legno fai da te
La tornitura di testa presenta al ferro il materiale con un ciclico variare della direzione delle fibre; per fare un bel lavoro occorrono ferri affilatissimi e mano delicata che “senta” il legno.
Per staccare la cassa tornita dal perno del supporto si opera delicatamente con una lama sottile. Decentrando, con l’aiuto di una dima, la cassa sul perno si può disassare la sede del movimento.
Il supporto tornito viene fissato al platorello del tornio per esservi scavata la sede del meccanismo. Per poter praticare con esattezza il foro per l’attaccaglia (a cui agganciare la catenella o una spilla), la cassa dell’orologio di legno si incastra fra due tavolette sbieche fissate su un supporto ben allineato alla punta del trapano.
Installando una piastra di rinforzo in acciaio zincato al garage è possibile proteggersi dai malintenzionati
L’abitudine nell’immaginare i dispositivi di sicurezza come qualcosa di utile solo per proteggere la casa, l’auto e la moto, spesso fa dimenticare che ci sono numerosi altri “elementi” che meriterebbero maggiore attenzione in termini di protezione. Un esempio su tutti è rappresentato dai garage con porta basculante, in legno o lamiera zincata, che contengono al loro interno oggetti costosi (pensiamo proprio alle automobili, moto ma anche biciclette, utensili da giardinaggio, e macchinari vari).
Senza doversi lanciare nell’installazione di sistemi elettronici sofisticati, o ampliare il parco delle videocamere di sorveglianza, un sistema decisamente efficace (e a basso costo) per proteggere i garage, è rappresentato dalla piastra di rinforzo in acciaio zincato proposta da Sacar.
Piastra liscia
Questi dispositivi antieffrazione sono progettati per dissuadere eventuali malintenzionati ad aprire il nostro garage: operazione che generalmente avviene in brevissimo tempo tramite la realizzazione di un’apertura con il flessibile nei pressi della maniglia per poter azionare la levetta interna che sblocca la chiusura.
Statisticamente è provato che un garage provvisto di piastra di protezione è meno “preso di mira” dai ladri, perché il tempo necessario per l’apertura aumenta. Non solo, ma le piastre di rinforzo servono anche per mascherare inestetiche aperture senza dover sostituire il portone (dovute, ad esempio, al passaggio da una serratura con singola asta a una con due aste, oppure a scassi precedenti.) Sacar due
Piastra grecata
Guarda il video di installazione
Installazione
Per l’installazione servono una piastra di protezione del cilindro e una piastra di rinforzo realizzata in acciaio zincato, disponibile con forma piatta, ideale per garage in legno, o grecata, per garage in lamiera zincata con profili pressopiegati. Viti, rondelle e bulloni sono compresi nelle confezioni.
La prima operazione da compiere consiste nello smontaggio della maniglia del garage, che generalmente è fissata alla maschera di protezione del nottolino tramite una vite.
Presentiamo la piastra di rinforzo in prossimità della serratura, avvalendoci delle aperture come riferimento. Segniamo con una matita la posizione dei fori in cui inseriremo le quattro viti a testa bombata di sostegno ø 6 mm.
Con un trapano avvitatore, dotato di punta per legno, realizziamo i quattro fori precedentemente segnati.
Predisponiamo le quattro viti prigioniere nelle sedi filettate sulla piastra di protezione del cilindro e serriamole con una chiave a brugola.
Avvitiamo alla porta del garage la piastra di protezione tramite le viti a testa bombata in dotazione, serrandole dall’interno con rondelle e dadi.
Mettiamo in posizione anche la piastra di protezione del cilindro e serriamola dall’interno utilizzando una chiave inglese.
Riavvitiamo la maniglia in posizione (ovviamente senza la vecchia maschera di protezione). Il leggero spessoramento in prossimità del nottolino di apertura non ostacola l’inserimento della chiave.
Analizziamo le caratteristiche di 6 prodotti detergenti Fila in cerca di sporco… anche quello impossibile
Tutti diversi questi prodotti detergenti, con formulazioni specifiche e valori di pH dall’acido all’alcalino estremo. Rispondono a tutte le possibili esigenze di rimozione incrostazioni, residui, macchie, cere, siliconi, colle ecc nei casi che vanno dalla pulizia dopo cantiere a quella ordinaria. Sempre col massimo riguardo verso le superfici.
Nella vasta gamma del catalogo FILA spiccano diversi prodotti dedicati espressamente alla rimozione di tutto quello che può deturpare la bellezza delle nuove superfici appena messe in opera, ma anche di quelle macchiate nel tempo da depositi, cadute accidentali di liquidi, colle, siliconi, ruggine e quant’altro.
Per ogni situazione c’è il prodotto giusto, capace di intervenire energicamente senza danneggiare la superficie. In riferimento alle caratteristiche dei vari supporti e del tipo di residuo da rimuovere, si sceglie se utilizzare prodotti detergenti acidi (si può scendere sino a un valore di pH pari a 0,8), prodotti detergenti neutri (pH 7) oppure alcalini, con valori di pH sino a 12,7.
A eccezione del rimuovi-silicone, che si usa soltanto puro, tutti gli altri possono essere diluiti in varia misura per ottenere effetti rapidi e risolutivi, bilanciando l’azione sul tipo di sporco, con un occhio alle caratteristiche del supporto (abbiamo visto in un altro articolo come impermeabilizzare terrazze con prodotti Fila) , per evitare qualsiasi danneggiamento.
Prodotti detergenti disincrostanti acidi
Questi prodotti detergenti sono acidi tamponati che non sviluppano fumi nocivi per l’operatore e per l’ambiente. Rimuovono le incrostazioni del dopo posa e lo sporco tenace da cantiere. Agiscono contro le efflorescenze saline dal cotto e contro il calcare su pavimenti, rivestimenti (docce), sanitari. Adatti alla pulizia a fondo di pavimentazioni in esterni. L’azione è disincrostante e detergente perché contengono tensioattivi.
Deterdeck per il lavaggio dopoposa
Deterdeck è un detergente disincrostante acido con pH 1,6 (diluizione 10%). Pulisce senza aggredire le superfici di cui non altera l’aspetto e la colorazione. Rispetta le fughe e non rovina profili ed elementi in alluminio e in acciaio. Ottimo per cotto, klinker, grès porcellanato, ceramica smaltata, pietre resistenti agli acidi.
Si usa diluito 1:5 o 1:10 a seconda dello sporco da rimuovere; nella proporzione 1:3 si usa per la rimozione di fughe additivate. Si applica sulla superficie preventivamente bagnata. Si mescola con acqua nella proporzione scelta. Si distribuisce sulla pavimentazione da trattare e si attendono 2-3 minuti che il prodotto agisca. Si strofina con straccio o spazzola a seconda della resistenza dello sporco e delle incrostazioni. Al termine si raccoglie il liquido rimasto con uno straccio o con aspira-liquidi e si risciacqua abbondantemente con acqua pulita.
FILAPHZERO acido forte
Fila PhZero è un prodotto viscoso che si presta all’utilizzo su parete. Ha pH di 0,8 (diluito al 10%). Si usa su cotto, klinker e grès porcellanato in diluizione 1:5 o 1:10 a seconda del tipo di sporco.
Fila Cr10 È Un Pulitore per Residui Epossidici Adatto all'Ultilizzo Professionale
Fila Cr10 È Un Detergente Liquido ad Alta Viscosità Che Riesce a Rimuovere Aloni, Macchi e Residui di Stucco Epossidico
Fila Cr10 È Un Detergente Liquido ad Alta Viscosità Che Riesce a Rimuovere Aloni, Macchi e Residui di Stucco Epossidico
Rimuove Anche Residui Consistenti e Stagionati Se Usato senza Diluizione
Semplice da Applicare ed Emana Una Gradevole Profumazione alla Mandorla
Pulitori per residui e macchie difficili
Questi due prodotti sono entrambi caratterizzati da un pH molto elevato (12,7), ma hanno un utilizzo differente: FILACR10 è studiato per la rimozione di macchie, residui e aloni di stucco epossidico, anche consistenti e stagionati. FILAPS87 è invece un potente smacchiatore, sgrassante e detergente, adatto anche alla rimozione della cera. Non va usato su legno, vasche in metacrilato e linoleum.
FilaCR10 usato puro o diluito
A seconda del tipo del residuo si usa puro oppure diluito 1:1. Molto viscoso, rispetta il materiale su cui viene distribuito. è ideale per materiali non assorbenti come grès porcellanato, ceramiche smaltate e mosaici in vetro.
Usato puro, si versa direttamente il prodotto sulla parte da trattare. Si stende con un pennello distribuendolo uniformemente. Si lascia agire il prodotto per 30 minuti circa. Si strofina la parte con una spugna abrasiva oppure con una spatola, passando sui residui più resistenti. Si risciacqua la superficie con acqua e si deterge con un panno o una spugna.
FILAPS87 detergente sgrassante smacchiatore
Diluito, pulisce (1:20) e sgrassa (1:10) pavimenti molto sporchi; in un rapporto di acqua 1:5 agisce come decerante. Si può applicare su grès porcellanato, ceramica, pietra naturale, cotto e cemento. Usato puro, rimuove le macchie impossibili sul grès porcellanato. Eccellente per il lavaggio di base di pietre non resistenti agli acidi e del cemento.
Come si usa FILAPS87
Dopo l’eventuale diluizione, il prodotto va steso sulla pavimentazione in modo uniforme e lo si lascia agire 4-5 minuti per l’azione detergente e sgrassante, 10 minuti per l’azione decerante. Usato puro, nel caso di macchie difficili, si versa direttamente sulla macchia e lo si lascia sino a completa essiccazione. In tutti i casi, al termine bisogna risciacquare bene con acqua.
Prodotti energici ma delicati con le superfici
FILAZERO SIL riesce a sciogliere silicone, colle e adesivi, anche stagionati. FILACLEANER è specializzato nella pulizia, ha pH neutro (pH 7), elevata concentrazione, capace di agire sui più svariati livelli di sporco, gestendo semplicemente la sua diluizione. Entrambi sono formulati in modo da non essere aggressivi nei confronti del supporto; quindi, possono essere utilizzati sulla maggior parte delle superfici.
Filazero sil: via colle siliconi ed etichette
Rimuove residui di silicone e schiuma poliuretanica, colla, nastro adesivo, vecchie etichette, residui di cera, resina e macchie grasse superficiali. Ha consistenza viscosa: distribuito sul residuo da rimuovere, massimizza l’efficacia del prodotto, evitando gli sprechi. Può essere usato anche su marmi, pietre, fughe e altri materiali assorbenti. Nella confezione è inclusa una spatola con un profilo liscio e uno dentellato. Si utilizza puro; è pronto all’uso. Si distribuisce con un pennellino sino a coprire completamente i residui da rimuovere. Si lascia agire 20 minuti, quindi si interviene con la spatola; al termine si deterge con panno o carta assorbente.
Filacleaner: detergente concentrato neutro
FilaCleaner è il prodotto elettivo per il lavaggio dopo posa dei pavimenti in pietra naturale con finitura lucida e sensibili ai detergenti forti, serve per pulire delicatamente tutti i pavimenti e i rivestimenti, in quanto rispetta anche le superfici più delicate e quelle trattate a cera. è indicato per l’uso su grès porcellanato, ceramica smaltata, cotto, klinker, cemento, legno, pietra e agglomerati lucidi, laminati plastici, linoleum, gomma e PVC. Ideale per i laminati.
LE DILUIZIONI: da 1:30 a 1:200 Per la manutenzione ordinaria di tutti i tipi di superfici si diluisce nella proporzione di 1:200 (25 ml in 5 litri d’acqua). In questo caso non occorre risciacquare. Per la pulizia di sporco resistente si diuisce 1:50, mantre per il lavaggio dopo posa la diluizione corretta è 1:30. In questi casi, dopo la pulizia si deve risciacquare.
Belli, pratici, resistenti, antiscivolo e facili da pulire: questi tappetini in textilene sono ideali per la cucina
L’innovazione va a braccetto con la resistenza, la sicurezza e il design: stiamo parlando dei tappetini intextilene per cucina (e non solo) di Sodifer. Il materiale con cui sono realizzati è di origine sintetica ed è composto da un intreccio di fibre in poliestere ricoperte da una guaina di PVC che lo rendono molto resistente e ideale per un complemento d’arredo soggetto a un continuo calpestio.
In comodi rotoli
I tappetini in textilene si contraddistinguono per la praticità di utilizzo e per la resistenza a strappi e usura. Oltre a essere prodotti duraturi, permettono di arredare con eleganza gli ambienti domestici grazie alle molteplici fantasie a disposizione. Sodifer
Antiscivolo e lavabili
La sicurezza viene prima di tutto, soprattutto in ambienti come cucina e bagno, dove i pavimenti rischiano di essere davvero scivolosi. Con i tappetini Sodifer si abbattono i rischi grazie alla superficie inferiore antiscivolo dalla forte aderenza.
Inoltre questi tappetini sono facili da pulire, servono solo: un detergente liquido non abrasivo con PH neutro, un panno di spugna e acqua fredda (o a temperatura ambiente). È sufficiente passare sulla superficie il panno di spugna umido con il detergente e risciacquare.