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Tassello chimico | Cos’è e come si utilizza (video), applicazione

Il tassello chimico, quando peso e trazione applicati all’attacco sono troppo elevati e un comune tassello non è più sufficiente…

Quando si sente parlare di tassello chimico non bisogna spaventarsi… ma ammettere che esistono casi in cui il lavoro del tassello è particolarmente gravoso… Di solito questo si verifica quando sono molto elevati il peso o la trazione che vengono applicati all’attacco, o quando il supporto non garantisce una consistenza sufficiente a sopportare il carico.

Un buon fai da te deve saper riconoscere queste circostanze e agire di conseguenza utilizzando il tassello chimico. Quando il gioco si fa… “pesante” è necessario che il nostro punto di attacco diventi tutt’uno con il muro, assumendone pertanto analoghe caratteristiche di robustezza e rigidità. Così si comportano i tasselli chimici, il cui funzionamento è basato sull’utilizzo di resine sintetiche.

Il principio di funzionamento dell’ancoraggio chimico

L’ancorante fluido, solitamente contenuto in cartucce per pistola a estrusione, viene inserito nel buco effettuato nel muro mediante un beccuccio. Subito dopo si inserisce nello stesso foro l’accessorio di fissaggio che può essere un bullone, una barra filettata semplice con rondella e dado, oppure che termina con anello, gancio tondo o ad angolo retto, di varie dimensioni. Solidificando, l’ancorante fa presa verso la muratura e blocca fortemente il ferro che avvolge.  

Nel caso di mattoni forati si rende necessario limitare la dispersione dell’ancorante inserendo nel buco un tassello a calza o a rete delle precise dimensioni del foro. Il prodotto chimico e l’inserimento dell’asta provocano l’espansione della calza che gonfiando blocca definitivamente in quella posizione tutto l’insieme.

In presenza di bulloni e dadi, questi vanno stretti solo a indurimento concluso dell’ancorante.   Uno dei prodotti più conosciuti è certamente il tassello chimico Fischer (guarda l’elenco completo dei prodotti)

Dal foro alla fialetta del tassello chimico

applicazione tassello chimico
  1. Segnato il punto in cui mettere l’ancorante chimico possiamo provvedere alla foratura. Disponendo di guida di profondità possiamo calibrare la profondità del foro e procedere più liberamente.
  2. La pulizia del foro dalla polvere di cemento è molto importante soprattutto con i tasselli chimici. Utilizziamo uno scovolino facendolo ruotare mentre si estrae.
  3. Avendolo a disposizione, risulta comodo e efficace l’utilizzo di un compressore ad aria. Imbocchiamo la pistola nel foro e ripariamoci gli occhi.
  4. Inserita la fiala nel foro, la rottura avviene con l’inserimento del bullone o della barra che facciamo ruotare piano. Liquido e catalizzatore in granuli si mescolano e induriscono.

Dentro al muro

tassello chimico
  1. Il tassello chimico ha una certa versatilità: lo si può applicare anche in presenza di mattoni forati usando una calza di contenimento della sostanza chimica, ma consente anche il libero utilizzo di barre filettate, bulloni e tondino di ferro. L’importante per il grip è che quest’ultimo presti una superficie di contatto sufficientemente ruvida.
  2. Anche nel fissaggio al muro delle mappe degli scuri o delle persiane è indicato l’utilizzo del tassello chimico, in presenza di una parete sia in mattoni pieni, sia forati.

Esempio di utilizzo del tassello chimico

Montaggio di una ringhiera con tassello chimico

Presentiamo la ringhiera in posizione e riportiamo i fori di fissaggio a terra mantenendo le piastre al centro del cordolo in cemento. Utilizziamo un pennarello o, in alternativa, una matita grassa.

In corrispondenza delle tracce pratichiamo i fori utilizzando il trapano impostato sulla funzione battente e munito di asta di profondità. Utilizziamo dapprima una punta ø 6 mm e poi una ø 8 mm.

Per una buona presa dell’ancorante dobbiamo ripulire i fori eliminando la polvere con l’aspiratore. In questo modo avremo la certezza di un fissaggio sicuro e duraturo da parte del tassello chimico.

iniettare fissante chimico

Si inietta il prodotto nei fori effettuati e si inseriscono le barre filettate da 6 mm, ruotandole per impastarle di ancorante. Abbiamo poco tempo per un eventuale riposizionamento.

Predisposti tutti i fissaggi (curiamo la verticalità degli spezzoni di barra filettata), si calza la ringhiera inserendo delicatamente la piattina forata alla base dei montanti sulle barre filettate.

A indurimento avvenuto possiamo procedere al fissaggio definitivo inserendo le rondelle sulle barre filettate e avvitando i dadi. Serriamo a fondo con una chiave a forchetta, senza “tirare” troppo.

Tasselli per forati

ancorante chimico

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Lavorare la vetroresina senza commettere errori | Trucchi e prezzi

Per imparare a lavorare la vetroresina occorre essere ben informati, ecco tutto ciò che bisogna sapere

La costruzione di componenti e oggetti vari in vetroresina (a volte scritta anche staccata vetro resina) per uso modellistico o di particolari di carrozzerie si è imposta già da parecchi anni, grazie alla particolare versatilità di questo materiale e alle ridotte difficoltà di lavorazione che esso comporta.

La realizzazione di un manufatto di questo materiale prevede, solitamente, la sovrapposizione di uno o più strati di tessuto (feltro o filato di vetro) che vengono successivamente impregnati con una particolare resina di tipo poliestere.

Dopo l’indurimento di quest’ultima l’insieme assume consistenza notevole, pur mantenendo ottime doti di elasticità, impermeabilità, resistenza alle vibrazioni e peso ridotto.

Per la riparazione vetroresina si usa la vetroresina stessa!

Cosa serve per lavorare la vetroresina

vetroresina liquida

Per la lavorazione vetroresine lavoriamo in un ambiente ben arieggiato e utilizziamo una buona mascherina che trattenga le esalazioni della resina poliestere.

Materiali per lavorare in sicurezza

  • Tessuto di fibra di vetro
  • Vetroresina liquida
  • Modello del pezzo che si vuole realizzare
  • Resina poliestere
  • Pennelli, forbici
  • Guanti di gomma
  • Solvente nitro
  • Carta vetrata
  • Levigatrice rotorbitale
  • Fogli vetroresina

Se ti manca qualcosa di questo elenco, ecco alcuni consigli per gli acquisti

Guanti di gomma Gr. 8 (M) Industriale Guanti olio resistente agli acidi, Guanti in lattice
  • Guanto con gomma naturale e velouri fuoco. Il guanto ha una buona resistenza alla temperatura e garantisce un' ottima protezione contro molti acidi e basi.
  • Importante: non utilizzare quando si lavora a petrolio, Benzina, paraffina e sostanze, quali essenza incluso.
  • Cotone wollinnen rivestito, maneggevole e robusto, alimentare, certificato di liquidi e sostanze chimiche protezione contro numerosi oli, grassi, alcali e acidi
  • Adatto per: industria alimentare, pulizia, frigoriferi e lubrificanti, verniciatura/utili per lavorare, Macchina manutenzione
  • Dimensione: 8 – 8,5 (M)

Lavorazione vetroresina passo dopo passo

lavorazione vetroresina

Hai bisogno una levigatrice rotorbitale per lavorare la vetroresina? Ecco alcuni consigli per l’acquisto

Einhell TC-RS 38 E LEVIGATRICE ROTO ORBITALE (tensione 220 V, potenza 380 W, oscillazioni al min. 12000-26000, ampiezza oscillazioni 2 mm, platorello 125 mm, velcro, incl. 1 fogli carta abrasiva)
  • Cambio disco facile e veloce grazie al velcro
  • Aspirazione integrata con sacco di raccolta
  • Regolazione elettronica dei giri
  • Oscillazioni: 12000 - 26000 min
Sale
BLACK+DECKER Levigatrice Roto-Orbitale. KA191EK-QS
  • Controllo della velocità variabile
  • Aree di impugnatura gommate
  • Sistema di aspirazione della polvere integrato
  • 3 fogli di carta abrasiva 40, 120 e 240G
  • Adeguata per levigare superfici piane e prepararle alla pittura o verniciatura
  1. Come si lavora la vetroresina? Adattiamo una pezza di sufficiente ampiezza di tessuto o “matt” (così viene chiamato il feltro di filato vetroso) sulla superficie campione (in questo caso lo scafo di una barca per modellismo).
  2. Utilizzando un paio di forbici sagomiamo i fogli di vetroresina asportando le eccedenze sulle superfici curve,  che rivestiremo con un paziente lavoro di applicazione di ritagli di tessuto di vetro.
  3. La resina poliestere, prima di essere applicata sulla superficie del tessuto, dev’essere miscelata in proporzioni appropriate con liquido catalizzatore, che accelera il processo di indurimento.
  4. Dopo l’indurimento della resina poliestere, specialmente su forme campione particolari e complesse, dobbiamo lavorare manualmente con la carta vetrata per pareggiare eventuali imperfezioni.
  5. Lavate le superfici con solvente alla nitro per rimuovere la patina appiccicosa, procediamo a una accurata carteggiatura con levigatrice rotorbitale, intervallata da una o più rasate di stucco.

Riparazioni

riparazioni vetroresina

Questo materiale è particolarmente indicato per riparare manufatti come, per esempio, serbatoi per liquidi e imbarcazioni (1). Viene spesso utilizzata anche sul metallo per ricostruire parti degradate dalla ruggine, specialmente per la carrozzeria dell’auto (2). Quando il danno è di piccola entità si usa spesso stucco al poliestere miscelato con fibre di vetro sfuse: il composto, che ha circa la consistenza del grasso lubrificante, va additivato con l’apposito indurente, mescolato con la spatola e steso sulla superficie (3,4).

Prezzi

I prezzi al commercio dei kit in vetroresina possono variare da 10 euro fino agli oltre 80 euro.

Olio per parquet | Come effettuare una finitura perfetta

Un trattamento protettivo che fa della naturalezza il suo vanto, grazie alla capacità di mettere in evidenza la fibratura e le più belle tonalità del legno

Fra le varie finiture che si possono applicare al legno, quella a olio è una delle più antiche; grazie alle proprietà dell’olio, oltre al miglioramento estetico del manufatto la cui venatura viene messa in grande rilievo, si ottiene anche un importante effetto protettivo contro l’umidità, garantito dalla caratteristica di non solubilità dell’olio nell’acqua. Nell’arco del tempo, lo specifico prodotto ha subito un’evoluzione notevole, ma ancora oggi, chi decide per la finitura a olio del legno, si prefigge di ottenere un’ottima protezione del manufatto, con l’imprescindibile risultato di una totale naturalezza sia sotto il profilo estetico sia sotto quello tattile.

L’olio per parquet Linea Blu Sayerlack, che risponde alla sigla commerciale KP3500, è un prodotto fra i più moderni ed efficaci; la formulazione garantisce un livello protettivo molto elevato, come elevata è anche la durata del trattamento.

È specificamente studiato per il trattamento di parquet in legno, ma è adatto anche all’utilizzo per la finitura di mobili in legno; applicabile su legno grezzo o su supporti precedentemente trattati all’acqua o a solvente, previa carteggiatura della superficie verniciata. l Si presta al riutilizzo per la manutenzione periodica del pavimento o dei manufatti cui è stato precedentemente applicato.

Come preparare il parquet se è già verniciato

L’olio per parquet può essere applicato anche su legno già trattato con altre finiture; per consentire che svolga la sua azione, penetrando i pori del legno, è necessario sempre carteggiare la superficie. A seconda del tipo di legno e della necessità di rimuovere eventuali segni di usura o danni sulla sua superficie, va usata carta vetrata con maggiore o minore potere abrasivo. Essendo il KP3500 un olio a effetto naturale, trasparente, è necessario rimuovere tutte le tracce del precedente trattamento, in modo da ottenere il massimo risalto della venatura del legno e la tonalità naturale dell’essenza.

Lineabluvernici

Guarda il video dell’applicazione

Come applicare l’olio per parquet Sayerlack KP 3500

1.  L’apertura del barattolo si effettua afferrando le due alette del tappo e tirando verso l’alto per estrarre il bocchettone ripiegato verso l’interno.

2. Svitato il tappo rosso, si trova la bocchetta di erogazione chiusa da una membrana che garantisce la freschezza del prodotto e la sua originalità. Il sigillo si rimuove a strappo, tirando verso l’alto l’apposito anello.

3.  Il prodotto si può stendere sulla superficie del legno usando un pennello o un tampone di stoffa; l’olio va distribuito uniformemente, senza eccedere nella quantità, anzi…

4.  … subito dopo la stesura, bisogna passare uno straccio pulito per rimuovere ogni eccesso.

5. Per un buon risultato è necessario dare una seconda mano a distanza di almeno 6-8 ore, previa carteggiatura della superficie con carta abrasiva a grana 320.

 

Cassetta postale Sacar | In lamiera leggera e semplice da installare

La vecchia cassetta postale, ormai logora, si sostituisce facilmente in dieci minuti con questo modello

Ideale per gli ambienti esterni, questa cassetta postale con applicazione a parete, può essere montata su tutti i tipi di muro. L’operazione di fissaggio è molto rapida e necessita solo di 4 tasselli da 6 mm e 4 viti. È acquistabile in diversi colori: rosso, grigio, grigio metallizzato, nero e marrone. Le cassette postali Sacar sono pratiche e sicure; disponibili anche in modelli differenti, per tutte le esigenze. Sacar

Se la cassetta della posta è vecchia e rovinata va sostituita, magari con un modello pratico e semplice da montare.

Caratteristiche

La cassetta postale Sacar è realizzata in lamiera leggera. È dotata di copertura mobile che protegge la posta dagli agenti atmosferici. L’anta può essere chiusa con l’apposita chiave (fornita in doppia copia).

Sede per etichetta

Personalizziamo la nuova cassetta postale inserendo l’etichetta con nome, cognome e indirizzo.

Si rimuovono i gommini che dall’interno dell’antina bloccano la plastica protettiva esterna.
Si toglie la protezione, si inserisce l’etichetta e si blocca il tutto reinserendo i gommini posteriori.

Montaggio cassetta postale

Il montaggio inizia presentando la cassetta sulla parete scelta e verificando che sia dritta con l’aiuto di una livella a bolla. Con una matita si segnano sul muro i quttro punti corrispondenti ai fori che si trovano sul pannello posteriore della cassetta.
In corrispondenza dei segni sul muro si praticano i fori con un trapano, in un primo momento con punta da 4 mm, poi si procede allargandoli e rifinendoli con una punta da 6 mm.
Si prosegue rimuovendo polvere e sporco dai fori e vi si inseriscono i tasselli da 6 mm.
cassetta postale
Riposizionando la cassetta postale in corrispondenza dei fori si procede inserendo e serrando­­­ le quattro viti, dopodiché il montaggio è ultimato.

Un buon anno all’insegna del blu oltremare

Tratto da “Rifare Casa n.67 – Gennaio/Febbraio 2020″

Autore: Nicla de Carolis

PANTONE è un istituto statunitense che si occupa della catalogazione dei colori noto a molti perché, in tanti campi professionali, per avere un riscontro certo di una tonalità, si fa riferimento a questa gamma. In modo ricorrente, dal 2000 in poi, Pantone identifica una tinta come “Color of the Year” e quest’anno la scelta è ricaduta sul classic blue.

“Viviamo in un’epoca che richiede fiducia e speranza. Pantone 19-4052 Classic Blue, una stabile tonalità di blu sulla quale possiamo sempre fare affidamento, trasmette proprio questa sensazione di costanza e fiducia. Dotato di profonda risonanza, esso costituisce una solida base a cui ancorarsi. Blu sconfinato che rievoca il vasto cielo serale, ci incoraggia a guardare al di là dell’ovvio per pensare più in profondità e fuori dagli schemi, ampliare i nostri orizzonti e favorire il flusso della comunicazione”, ha affermato Leatrice Eiseman, direttore esecutivo del Pantone Color Institute.

Questo colore sembra qualcosa di davvero giusto per riequilibrare la nostra vita, oggi così densa di incertezze e di profondi cambiamenti. Affidarsi ai colori e al bello, a volte, può far bene. Basti pensare allo stupore e alla sensazione di pace che si ha quando, a naso in su, si guarda il cielo degli affreschi di Giotto della Cappella degli Scrovegni a Padova e quello della Cappella Sistina di Michelangelo in Vaticano che spiccano per la profondità e il realismo del blu oltremare allora ottenuto con lapislazzuli. Questo materia, il cui curioso nome deriva dal latino lapis, pietra, e lazulum, blu o celeste, è una delle pietre preziose considerate tali sin dalle più antiche civiltà dell’Egitto e della Mesopotamia, quando era consuetudine acquistarla commerciando con gli abitanti della regione corrispondente all’odierno Afghanistan.

Già dal Medioevo, i pittori la utilizzarono per dipinti e affreschi macinandola e ottenendo un colore molto brillante, chiamato “oltremare” e definito nei trattati di pittura quattrocenteschi il più perfetto dei colori. Il suo costo era paragonabile a quello dell’oro ed Enrico Scrovegni, ricco banchiere che, all’inizio del XIV secolo, con l’obiettivo di “acquistare” indulgenze, come allora si usava, per affrancarsi dal peccato del padre Reginaldo, piazzato all’inferno da Dante nella Divina Commedia come malvagio usuraio, non lesinò denaro perché questo blu oltremare fosse usato in abbondanza nella decorazione della cappella da lui commissionata. Questa sua “generosità” ci fa godere ancor oggi di qualcosa di veramente unico che si è conservato nei secoli.

Il blu nell’arte ritorna in maniera importante, dopo una grave penuria di giacimenti di lapislazzuli, grazie al chimico francese Tassaert che nel 1814 scopre la formazione spontanea di un pigmento blu sintetico; nell’arte contemporanea, memorabile è l’opera di Yves Klein che nel 1956 crea il celebre International Klein Blue (IKB), mescolando il pigmento artificiale a una resina industriale ed è fiero di aver trovato corrispondenza del “suo” blu nel cielo degli affreschi di Giotto.

Affascinati dalla sua magia abbiamo scelto di dedicare al ben augurante classic blue la copertina di questo numero, un’ambientazione di grande effetto… anche se in tono decisamente minore rispetto alle decorazioni blu oltremare dei grandi maestri.

Guida di foratura per trapano | Giunzioni alla traditora

Questa guida di foratura per trapano consente di realizzare incastri e giunzioni alla traditora

Per collegare stabilmente i manufatti di legno esistono diverse tecniche, a seconda della robustezza richiesta alla giunzione, all’estetica e al tipo di essenza. Questo originale e intelligente dispositivo per il fai da te ci consente di farlo; si tratta di una guida di foratura per trapano, disponibile in valigetta e completa di tutto l’occorrente, per avvitature oblique e cieche.

Incastri o giunzioni a lamello sono laboriosi e richiedono tempo e precisione, mentre l’incollaggio, la chiodatura e l’inserimento di viti non sono sempre soddisfacenti: una valida alternativa per molti lavori di bricolage può essere quella di ricorrere all’inserimento di viti “alla traditora“, ovvero in diagonale, attraverso lo spessore degli elementi da congiungere.

Guida di foratura Wolfcraft

Senza dover fare troppi calcoli di inclinazione del foro e lunghezza delle viti, con la guida di foratura per trapano Wolfcraft non si commettono errori e si effettuano rapidamente collegamenti invisibili: sono sufficienti un paio di morsetti ed un trapano, il resto è tutto in una pratica valigetta.

guida di foratura per trapano

In base allo spessore del legno, si regola la guida spostandola con la freccia in corrispondenza della misura rilevata o di quella immediatamente inferiore, fino a farla scattare.

Rovesciando la guida, si inserisce la speciale punta in dotazione nella bussola di destra, fino a quando il livello di foratura di diametro maggiore si trova all’altezza della linea che indica lo spessore minimo (12/19).
Si inserisce sul codolo della punta l’anello di blocco della profondità e lo si fissa a filo della guida.

Posizionando la guida sul pezzo da lavorare e bloccandola con un morsetto, si può forare alla giusta profondità con l’angolazione ottimale, senza alcun problema: a seconda dello spessore del legno, si ha già una dotazione di viti di varia lunghezza a disposizione.

Siccome l’inclinazione del foro rende difficoltoso il serraggio delle viti con un cacciavite tradizionale, ecco che tra gli accessori è inclusa un’asta prolungata, una sorta di lungo bit con testa a croce, che può essere montata su qualsiasi avvitatore: le spine di faggio con estremità obliqua chiudono il foro, nascondendo le viti e ripristinando la superficie. Wolfcraft

La guida nel dettaglio

Sul fianco della guida è presente una scala graduata che consente di rilevare lo spessore del legno da lavorare, senza bisogno di altri strumenti di misura: il dente anteriore va posizionato a battuta sul profilo della tavola.
Sul fianco opposto della guida di foratura per trapano sono ricavate le tacche che indicano la regolazione da impostare in base allo spessore del legno: premendo il pulsante si fa scorrere la guida facendo coincidere la freccia in corrispondenza della misura rilevata.
guida di foratura per trapano
La speciale punta in dotazione, inserita nella bussola di foratura di destra, permette di impostare la profondità del foro da eseguire.

Collegamenti ad angolo

Al pezzo da lavorare, ben ancorato al banco, si blocca con un morsetto la guida di foratura per trapano e si procede con la speciale punta dotata di blocco di profondità.
La lunga asta cacciavite con terminale a croce consente l’inserimento delle viti senza le difficoltà che si incontrano con i normali cacciaviti nei fori obliqui.
La dotazione comprende anche alcuni tappi sagomati in modo da poter essere incassati a filo piano nelle scanalature praticate per inserire le viti.
Nelle giunzioni ad angolo retto è opportuno, per motivi di stabilità, eseguire almeno due fori, uno ad 1/3 e uno a 2/3 della linea d’unione.
Levigando accuratamente la zona interessata alla giunzione, dopo aver inserito i tappi, l’unica traccia che rimane è la variazione di venatura del legno.

Combinata autocostruita fai da te | Video

Una combinata autocostruita permette quattro lavorazioni su una sola macchina

Per realizzare questa Combinata autocostruita si parte da due carrelli a due ruote, utilizzati per un trasloco. Smontandone uno dotato di una robusta cerniera per il ribaltamento del fondo, si ottiene il piano di lavoro, spesso 2 mm e con nervature sui quattro lati. Lo si monta sul telaio di tubi zincati e tubolare quadro, cerniera compresa.

Il ribaltamento, che serve per il montaggio e lo smontaggio degli elettroutensili, è facilitato da pistoncini idraulici. Si trova la collocazione dei vari utensili sul piano, tutti montabili e smontabili in pochi minuti. La sega rientra sotto il piano, incernierata da un lato e fermata da manopola sull’altro.

La guida delle frese è realizzata sovrapponendo due tubi quadri da 40 mm, e scorre per 30 mm. Altre due guide di tubo quadro da 15 mm si muovono a piacimento per assi e listelli in lavorazione. Due aste millimetrate forniscono una misura veloce.

Per l’aspirazione dei trucioli si utilizza l’aria compressa di un compressore, sfruttando il principio del flussometro. Una valvola regola il flusso. Gli elettroutensili sono collegati a un quadro elettrico con interruttori, spie e due microinterruttori di sicurezza. Una corda su carrucole, sui quattro lati del supporto, consente di fermare tutti gli apparecchi con semplice pressione o tiraggio. Il secondo interruttore è applicato alla copertura superiore di sicurezza di policarbonato.

Il carrello è munito anche di una lampada costruita con un tubo flessibile per lavandini come stelo, fissato sulla cassetta elettrica, e una lamiera sagomata come portalampada.
Lo scorrimento di assi e listelli è assicurato da rulli pressori che girano su cuscinetti per avere il minor attrito possibile. Nel carrello trovano posto anche due comodi ripiani porta-attrezzi.

Nella scatola si realizza il circuito, completo di messa a terra, che collega le prese con gli interruttori e le spie di funzionamento. Si interpone anche un interruttore interno per dispositivi di sicurezza, da 250 V e 10 A. Due microinterruttori di sicurezza si trovano sul piano e sul coperchio.

Gli elementi principali della combinata per legno fai da te

Combinata autocostruita

Gli elementi principali per costruire il supporto, piastra di lavoro e telaio, sono ricavati dallo smontaggio di due carrelli, cui si aggiungono manopole per fissare i vari attrezzi, tubi, piattina, componenti elettrici.

Il telaio portante della Combinata autocostruita è una struttura di tubi zincati e tubolare quadro, su cui si inseriscono i vari elementi, dalla piastra incernierata e forata per gli attrezzi, ai ripiani di servizio, ai rulli, alle guide scorrevoli.

Sicurezza e pulizia sono garantite: la combinata ha un coperchio di protezione trasparente, un sistema efficiente di aspirazione dei trucioli, un quadro di comando elettrico compatto e ben due interruttori di sicurezza.

Una serie di rulli, montati su cuscinetti per limitare l’attrito, consente lo scorrimento di tavole e listelli in lavorazione. Le manopole regolano le distanze.
Un sistema di perni, pressori e manopole consente  di sistemare e bloccare gli utensili nelle varie posizioni d’uso e in sicurezza. In particolare, la sega rientra sotto il piano per non intralciare lo scorrimento delle tavole.

Le posizioni dei vari utensili, cui corrispondono le fessure nella piastra, sono studiate in modo da avere la massima comodità di lavorazione e il minimo intralcio. I trucioli aspirati finiscono direttamente in un contenitore di plastica, pronti per essere smaltiti secondo le regole del ciclo dei rifiuti.

Box doccia prezzi | Guida alla scelta con esempi

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Vediamo come orientarci al meglio per scegliere un box doccia in linea con le nostre esigenze

I prezzi dei box doccia sono molto diversificati uno dall’altro….Occorre sottolineare che la maggior parte degli Italiani sembra non avere dubbi e, dovendo scegliere tra la vasca e la doccia, vota a favore di quest’ultima. Al di là del maggior ingombro costituito dalla vasca, se si considera un bagno unico relativamente spazioso, c’è il fatto che la doccia è più pratica, sia come pulizia che come utilizzo.

Tuttavia, nelle nostre case è cresciuta la necessità di disporre, quando possibile, di due bagni: se entrambi i coniugi lavorano ed i bambini vanno a scuola, il locale serve contemporaneamente a più persone che si preparano ad uscire, un bagno in più evita turni e risvegli anticipati.  E allora in uno dei due la vasca ci vuole.

Tali considerazioni hanno portato, negli ultimi 20 anni, ad una consideravole attenzione da parte dei consumatori alla possibilità di installare box doccia, magari anche in kit, e alla conseguente proliferazione sul mercato di prodotti più o meno costosi.

Come orientarsi nella scelta

Non è facile orientarsi nella scelta del giusto prodotto, dal momento che i box doccia prezzi variano dai 60 euro per un modello base con pareti di plastica o vetro sintetico, agli oltre 5.000 per i modelli più esclusivi.

In funzione delle nostre disponibilità economiche, la prima valutazione da fare è lo spazio a disposizione in bagno, nonché la forma del box doccia. Ne esistono essenzialmente di 3 tipologie: box doccia quadrati, box doccia rettangolari e box doccia semicircolari. In funzione del tipo di piatto doccia scelto, opteremo per una di queste tre tipologie.

Le domande da porsi prima di comprare un box doccia

Sempre in considerazione della disponibilità economica, quando scegliamo un box doccia dobbiamo porci le seguenti domande:

  1. Il box doccia lo devo installare nel bagno principale o in quello secondario?
    Se dobbiamo installare il box doccia nel bagno secondario, possiamo optare per un modello base dai 60-90 euro.
     
  2. Con quale frequenza prevedo di fare la doccia e quante persone ne faranno uso?
    I single o una coppia potrebbero optare per un box doccia di medio costo, circa sui 100-200 euro, mentre per una famiglia con bambini forse è meglio optare per un prodotto qualitativamente migliore, circa sui 300-400, spazioso, resistente e che duri nel tempo.

Panoramica box doccia prezzi

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F.lli Della Fiore

Fin dal 1958, anno della sua costituzione, la filosofia aziendale di F.lli Della Fiore è quella­­ di offrire:

  • i migliori articoli reperibili sul mercato
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Gli ampi showroom  di Genesio e Vigevano consentono di vedere e “toccare con mano” gran parte dei prodotti.

Sono presenti, con stand dedicati, le marche più prestigiose e con il miglior rapporto qualità/prezzo.

Attualmente l’azienda utilizza 3.000 m2 per esposizioni e showroom e 20.000 m2 per logistica e magazzino, con oltre 70.000 articoli codificati, regolarmente gestiti e sempre disponibili in un adeguato approvvigionamento.

Come sbiancare il legno con gel impregnante Linea Blu Sayerlack HG 4031 – VIDEO

Per sbiancare il legno possiamo utilizzare un impregnante sbiancante che mette in risalto le trame della fibratura dell’essenza

Sbiancare il legno è una pratica piuttosto diffusa, il bianco fa sempre tendenza e non solo in casa; lo si rileva dal numero di mobili da giardino e da terrazza, ma anche gazebo, pergole e staccionate, che sempre più spesso sono trattati con impregnante bianco che, oltre a proteggere, valorizza i manufatti donando loro evidenza e luminosità. In interni, i mobili rustici dove prevalgono le tonalità dei legni lasciati al naturale, con il bianco non perdono nulla in fatto di stile, ma risultano nobilitati e impreziositi, guadagnando in facilità di inserimento in qualsiasi ambiente.

Il Gel Impregnante all’acqua Linea Blu Sayerlack HG 4031 sbiancante per legno è indicato proprio in questi particolari frangenti, in cui il trattamento viene assorbito dal legno, con l’effetto di sbiancare la superficie lasciando nel contempo intravedere la venatura. Restano le tipiche proprietà degli impregnanti, adatti notoriamente alla protezione del legno, inclusa l’azione anti raggi UV. Linea Blu Sayerlack

Guarda il video per imparare a sbiancare il legno

Effetto tipico del legno sbiancato

legno sbiancato

Come applicare l’impregnante bianco per legno Sayerlack

Come sbiancare il legno

1 Linea Blu Sayerlack HG 4031 bianco, oltre a essere all’acqua, è formulato in gel e ha un’ottimo indice di copertura.

2 Il coperchio a vite permette un’agevole chiusura una volta finito il lavoro; non sono richiesti utensili.

Linea Blu Sayerlack HG 4031 bianco

3 Prima di ogni utilizzo è importante rimescolare bene il prodotto.

4 Il prodotto è formulato in gel: questo evita spruzzi e colature mentre lo si stende.

sbiancamento del legno

5-6  Come sbiancare il legno? Il legno da trattare deve essere pulito e va rimossa ogni traccia di unto, cera o resina. La levigatura con carta abrasiva a grana 150 predispone le superfici a un assorbimento ideale del prodotto.

Come Sbiancare il legno grezzopiallare il legno

I legni non piallati richiedono una rapida passata con levigatrice e carta abrasiva 120-150; in questo modo si migliora la stesura del prodotto che risulta molto più rapida e semplice. Il Gel Impregnante HG 4031 ha un tempo di essiccazione di 4 ore al tatto; dopo 8 ore può essere sovraverniciato con un’eventuale seconda mano. Tra una mano e l’altra è consigliabile effettuare una passata con carta abrasiva a grana 280; si ottiene così un risultato eccellente e la superficie risulta liscia. Essendo a base acqua, può essere dato senza particolari precauzioni anche in locali chiusi e poco aerati.

Come sbiancare il legno di un mobile

mobile decapato

Sui mobili dà ottimi risultati l’abbinamento tono su tono, quando ci sono imbottiture o cuscini, come nel caso di divani e poltrone, ma anche le boiserie, i tavolati e le travature del tetto sono  enormemente valorizzati dalle tonalità bianche. L’intensità della copertura e il punto di bianco finale si possono ottenere in base al numero di mani applicate, procedendo tranquillamente per gradi, sino a quando il risultato non risponde esattamente a quanto ricercato. Il prodotto è sovraverniciabile con le finiture pigmentate all’acqua della serie HL20xx, oppure con la finitura trasparente cerosa HI2311.