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Tavolo da lavoro fai da te su ruote | Realizzazione illustrata

Una vecchia barra di tubo idrico diventa un telaio portante per un tavolo da lavoro fai da te provvisto di ruote pivotanti, piano d’appoggio e ripiano in massello

Durante i lavori di ristrutturazione o ammodernamento della propria abitazione, capita inevitabilmente di dover smontare parti di impianti che devono essere modificati o semplicemente sostituiti a causa della loro vetustà e gli elementi di risulta in materiale ferroso vanno poi destinati a discarica. Ecco un’idea originale per recuperare tubi idrici (Ø 27,3 mm) e realizzare un tavolo da lavoro fai da te.

Si tratta di un banchetto da lavoro su ruote con due ripiani in legno massello (autocostruiti): il primo per piazzare e utilizzare gli attrezzi da lavoro alla giusta altezza e il secondo intermedio per poggiare le materie prime o gli spezzoni d’avanzo in maniera visibile e a portata di mano.

Come prima operazione, in previsione di realizzare tutte le giunzioni con raccordi idrici, si realizza un disegno su carta ben dettagliato che riporta la lista dei tubi e le posizioni di ogni singolo raccordo in ghisa, dimensionando la struttura sulla grandezza del piano di lavoro, ma soprattutto sulla lunghezza del tubo disponibile.

La scrostatura della pittura presente sul tubo e la smerigliatura per riportare a nudo la vecchia zincatura, oltre che eseguire le filettature sulle estremità di tutti gli elementi, sono i lavori più gravosi per realizzare il telaio.

L’assemblaggio finale invece diventa poi semplice in quanto gli elementi vengono avvitati tra loro con gli appositi raccordi e non servono né viti né saldature, ma solo un paio di chiavi a pappagallo. Il telaio del tavolo da lavoro fai da te si compone di quattro montanti che comprendono ciascuno i pezzi di base per le ruote, due tee per le traverse dei lati corti e un tee per i longheroni sui lati lunghi.

Tubi, raccordi, manicotti

Il disegno riporta l’esploso del carrello con il piano di lavoro e tutte le misure dei singoli pezzi di tubo adottati per il banchetto (non vincolanti nel caso si voglia realizzare qualcosa di simile per altri utilizzi), oltre a una lista dei raccordi in ghisa malleabile necessari quali tee, nippli, tappi femmina, ruote pivotanti e kit manicotti destro/sinistro con relativi nippli specifici per giuntare elementi contrapposti in sostituzione degli ingombranti bocchettoni o flange.

Filettare i tubi e unirli con i tee

In base al disegno, si tagliano tutti i pezzi di tubo.
La precisione di taglio viene aumentata fissando la troncatrice per ferro su un piano di lavoro attrezzato con battuta di fermo.
Si realizzano le filettature su ogni estremità dei pezzi.
Le filettature si realizzano con l’apposita filiera a cricco munita di bussola Ø 3/4”.
Si assemblano i quattro montanti con i tee per i traversi rivolti tra loro e i tee dei due longheroni perpendicolari ai primi; è consigliabile usare pasta sigillante per tenere i pezzi ben serrati in posizione ad evitare possibili gioghi dei raccordi.
Sui tee di due montanti si avvitano dapprima i tubi lunghi, mentre per gli altri due contrapposti occorre girare i pezzi interi già assemblati (operazione che richiede pratica).
Si procede con lo stesso metodo per avvitare dapprima i tubi dei traversi sui rispettivi tee da un lato del telaio e i nippli sui tee opposti, quindi si uniscono i pezzi con i manicotti dx/sx. Infine si avvitano i tappi portaruote sulle basi del tavolo da lavoro fai da te.

Unione con raccordi dx/sx

Il raccordo dx/sx consente di assemblare pezzi di tubo contrapposti senza l’uso di bocchettoni o flange; il serraggio si esegue mediante speciale manicotto che congiunge in contemporanea sia il filetto dx del tubo sia quello sx del nipplo; l’operazione risulta facilitata se si avvita dapprima per mezzo giro il manicotto da un solo lato.

Per il montaggio delle ruote, occorre forare centralmente i tappi femmina con punta di diametro uguale al perno delle ruote e inserire dal lato interno i dadi di bloccaggio

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I ripiani uniti con pastiglie a lamello

Per la costruzione dei ripiani in legno massello lamellare, si possono recuperare le assi necessarie da un vecchio bancale da cui, una volta disassemblati, vanno asportati chiodi e graffette per poterli piallare a filo e spessore e ottenere almeno una faccia di spessore regolare di circa 35 mm (l’altro lato non è vincolante).
I listelli così ottenuti vengono cosparsi di colla a gruppi di tre elementi in controvena dal lato di pari spessore.
I listelli vengono messi in morsa con molteplici strettoi fino a completa essiccazione della colla.
Sulle tavole così realizzate, si praticano quattro fresature equidistanti sempre sul lato da 35 mm per il successivo assemblaggio con pastiglie a lamello.
Si esegue un assemblaggio in bianco prima di cospargere di colla le pastiglie e i bordi delle tavole da unire per comporre il piano di lavoro e il ripiano intermedio.
Si assemblano così tutte le tavole che formano i ripiani, mettendole in pressa tra loro con lunghi strettoi, bloccando ulteriormente le estremità delle tavole tra due listelli di scarto con morsetti ben serrati per evitare possibili incurvature.
A colla asciutta si tracciano le linee di rifilatura delle teste dei listelli con sega circolare che, in mancanza di un lato regolare, va guidata su una tavola di battuta, bloccata  sul pannello alla larghezza tra la suola e la lama.
Considerato l’utilizzo finale dei ripiani, i pannelli ultimati vengono semplicemente spianati e rifiniti con qualche passata di levigatrice a nastro senza usare ulteriori finiture a vernice.

Fissaggio dei ripiani con bulloni

Sul ripiano inferiore, di dimensioni uguali al telaio misurato esternamente, vanno tracciati i due lati dei quadratini da scantonare (circa 30×30 mm) sui suoi angoli.
Sul piano superiore di maggiore dimensione, viene dapprima poggiato in posizione capovolta il telaio ben centrato, per tracciare i fori ciechi di innesto in corrispondenza dei tee, che vanno poi realizzati con una punta Forstner Ø 40 mm azionata da trapano su supporto a colonna mobile.
La profondità dei fori (circa 15 mm) è calcolata in modo che il pannello in legno poggi sui tubi orizzontali e non sui raccordi; gli eventuali punti di contatto sugli spessori dei raccordi vanno scolpiti a misura.
Per il fissaggio dei ripiani si praticano due fori per ogni lato corto sui tubi orizzontali equidistanti dai montanti.
Il bloccaggio delle tavole si realizza con bulloni a testa tonda con quadro sotto testa, stretti con rondelle e dadi autobloccanti. Il banchetto finito risulta snello e robusto per affrontare anche compiti gravosi.
tavolo da lavoro fai da te
Il tavolo da lavoro fai da te ultimato

Asse da stiro fai da te | Come realizzarla

Questo asse da stiro ha gambe inclinate verso l’esterno che lo rendono stabile e permettono di stirare anche stando seduti; stiramaniche e stiragonne completano la dotazione

Tra i vari modelli di asse da stiro in commercio, non ne esiste uno concepito per operare stando seduti: per dare stabilità in apertura sotto l’asse c’è sempre qualche elemento di disturbo che lo impedisce (traversi, ripiani, ecc). D’altra parte, per poterlo fare senza alzarsi continuamente, occorre avere un appoggio abbastanza capiente per i capi da stirare da un lato e per quelli già stirati dall’altro. Se non si dispone di uno spazio dedicato in pianta stabile alla stiratura è un po’ complicato, per non parlare di quando si devono stirare le lenzuola.

La struttura dell’asse da stiro realizzato è in travetti di abete, mentre il piano di stiratura vero e proprio è in multistrato marino, più resistente alle deformazioni possibili per effetto del vapore e del calore, poi imbottito e ricoperto con un telo riflettente nei confronti del calore.

Le gambe sono divaricate e contengono un sistema telescopico regolabile che permette di scegliere se stirare stando in piedi o seduti.

Si stira in piedi e da seduti

Alla massima estensione dei bracci telescopici il piano si trova a un metro da terra ed è ideale per la stiratura stando in piedi.
asse da stiro in legno
Riducendo l’estensione dei bracci il piano si abbassa fino alla posizione più consona per stirare stando seduti.

Costruzione del corpo principale

Il telaio che supporta l’asse si assembla con colla e tasselli  a incastro autocostruiti; robusti strettoi tengono tutto in posizione.
Sotto, nei listelli lunghi, si realizzano le sedi profonde metà spessore per l’incastro del telaio del piano aggiuntivo posteriore tramite due distanziali, incorporati nello stesso, a cui sono uniti a 45° con tasselli di legno e colla.
La struttura a sostegno dell’asse da stiro.
Nell’asse bisogna realizzare una serie di fori passanti che favoriscano la dissipazione del calore; affinché risultino allineati e a interassi regolari ci si avvale di un pezzo di masonite utilizzato come maschera.
Prima dell’assemblaggio, con la fresatrice si stondano tutti i profili interni ed esterni.
asse da stiro pieghevole
Tra l’asse e il copriasse (in cotone, con trattamento metallizzato che mantiene il calore riducendo i tempi di stiratura) viene disteso un materassino di poliestere spesso 20 mm che rende più confortevole la stiratura.
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Le gambe e gli accessori aggiunti

Le gambe sono composte da due “U” che racchiudono il tubo quadro e un listello di legno duro che stabilizza l’unione.
Le gambe si ripiegano all’interno tramite due coppie di cerniere.
Sotto il telaio dell’asse si aprono le sedi cilindriche per l’elemento fisso, nel traverso di unione della gamba all’asse quelle per la parte mobile e, sulla faccia opposta, lo scasso per fissare l’estensione. Manca ancora, tra le due cerniere, il tacco sagomato che batte sotto l’asse e limita l’apertura, da fare alla fine.
Per bloccare e sbloccare le estensioni si fissano sulle gambe due piastre con manopole a vite. Occorre perciò forare le gambe e inserire al loro interno le boccole filettate in cui si impegnano le viti.
assi da stiro
Un braccio a L fissato nella parte posteriore supporta lo stiramaniche a bordo.
Il braccio può traslare grazie a un perno di rotazione realizzato con piastre, boccole, due spesse rondelle (una tra i due elementi) e un bullone.
Tra il telaio e il supporto per lo stiramaniche viene bloccato un ulteriore ripiano per l’appoggio della caldaia, a un’altezza più consona rispetto al ripiano previsto inizialmente che rimane comunque parte della struttura.

Stiramaniche e stiragonne portatili

Il piano di stiratura  è realizzato con lo stesso criterio dell’asse e dell’altro stiramaniche, rispetto al quale è più corto; il piede d’appoggio è ricavato da una tavola di faggio, sagomata e fresata. I due pezzi sono collegati da un tondino Ø 40 mm, anch’esso di faggio.
Le gonne si possono stirare anche sull’asse, ma un accessorio dedicato su cui calzarle e farle ruotare è molto meglio per evitare pieghe indesiderate; essendo più largo rispetto allo stiramaniche, il piano di stiratura dev’essere supportato da due tondini.

Caricabatterie per auto T-charge 12 evo di Telwin | Recensione completa

Il caricabatterie per auto T-charge 12 evo è dotato di ricarica a 8 fasi, specifica per tanti tipi di batterie di moto e auto; inoltre permette di fare test sull’efficienza della batteria e dell’alternatore

Il caricabatterie per auto e moto cavalca l’onda dell’elettronica e subisce un continuo processo di miglioramento complessivo. Non è un caso che il Telwin T-charge 12 evo, di cui parliamo in queste pagine, porti  questo appellativo a rimarcare l’evoluzione nella gestione elettronica della corrente. Si tratta di un carica-batterie, mantenitore di carica e tester elettronico multifunzione con tecnologia Pulse Tronic e dispone di un ampio display LCD.

La corrente erogata può essere impostata per moto o auto; in realtà si intende per batterie che richiedono una bassa erogazione (1A), per esempio moto, ciclomotori, generatori, rasaerba e turbine per la neve con avviamento elettrico, oppure un’erogazione più elevata (4A), per esempio auto, camper, furgoni, imbarcazioni, trattori ecc.

Per ogni veicolo (moto/auto), si può impostare la modalità di carica per vari tipi di batterie (GEL, AGM, AGM+, EFB) comprese quelle al litio (Li), oltre alla possibilità di selezionare un programma di carica e mantenimento delle batterie in condizioni di basse temperature. Ogni tecnologia di batterie ha un programma dedicato di carica e mantenimento in Pulse Tronic.

caricatori batterie auto

Il T-charge evo mette a disposizione, oltre alla carica, le funzioni Test, Recovery e Supply: il Test contempla l’indicazione del voltaggio della batteria (check iniziale), ma si può fare anche il controllo dell’efficienza dell’alternatore e della capacità di avviamento della batteria.

Recovery è un programma di recupero di una batteria solfatata, mentre la funzione Supply trasforma T-charge 12 evo in una fonte di alimentazione continua del veicolo, ideale durante i cambi batteria.

Funzionale e completo per auto e moto

caricabatterie auto
Oltre a quello di alimentazione, dal caricabatterie esce il cavo di carica, sufficientemente lungo, terminato con uno spinotto volante. Questo offre la possibilità di applicare al cavo i terminali a pinza, per collegare una qualsiasi batteria, oppure i terminali a occhiello.
I terminali a occhiello sono utili per una moto o uno scooter; si collegano in modo stabile agli attacchi della batteria e si fa rimanere la presa volante in posizione comoda. Così la messa in carica è operazione di un attimo: tolto il coperchietto, si innesta lo spinotto.
caricabatterie auto
La giunzione volante maschio/ femmina è dotata di due sistemi di sicurezza: uno è un o-ring che impedisce all’umidità di raggiungere i contatti (può capitare di dover fare la ricarica anche all’aperto), l’altro è per la salvaguardia della polarità, che non può essere invertita a questo livello.
carica batteria auto
Il caricabatterie ha un display chiaro ed esauriente; a lato, un unico pulsante permette di scegliere la tensione della batteria, il tipo, la funzione cui si vuole accedere e, nell’ambito di questa, i vari parametri successivi.

A prescindere dalle scelte, il caricabatterie rileva l’eventuale inversione delle polarità ed entra in protezione.

Telwin T-charge 12 evo costa euro 69,00.

 

Unire con le spine

Le spine uniscono le parti di legno in modo robusto, semplice ed economico

Sin dai tempi più remoti le spine sono state utilizzate per rendere più salde e robuste le giunzioni ed il montaggio di parti di legno; ancora oggi la classica forma a cilindretto è la più diffusa ed utilizzata. La principale funzione della spina è quella di formare una sorta di incastro dove altrimenti ci sarebbero soltanto superfici lisce a contatto. Aumentandone il numero, aumenta proporzionalmente la solidità della giunzione, quindi il loro diametro ed il loro numero va scelto in relazione all’estensione delle parti da unire, al loro spessore ed alla forza di torsione cui può essere sottoposto il manufatto montato.

Un altro impiego delle spine è quello di applicarle per bloccare più saldamente incastri a tenone e mortasa o a mezzo legno. Le spine vengono inserite in sedi praticate forando il legno. Tutte le sedi di un pezzo devono combaciare con quelle praticate nel pezzo controlaterale: per non sbagliare in questa operazione, si usano dei marcatori o delle guide che permettono, una volta forato un lato, di centrare perfettamente il foro corrispondente sull’altro. Il completamento dell’assemblaggio con colla e strettoi conferisce alla giunzione il massimo della solidità e della compattezza.

SPINE CIECHE E PASSANTI

spine-1

Le spine sono definite cieche quando sono inserite per metà nello spessore del legno da una parte e per metà dall’altra, senza che le estremità affiorino all’esterno e pertanto non se ne rilevi la presenza a montaggio concluso. Sono passanti quando almeno un’estremità affiora dalla superficie del legno; ciò che sporge viene segato via e levigato sino ad ottenere il piano perfetto anche a vista.

Gazebo in legno con basamento decorato | Guida alla realizzazione

Un solido gazebo in legno che dona eleganza a una porzione inutilizzata del giardino e permette di stare al fresco nelle giornate estive

Una struttura di questo tipo deve disporre di un solido ancoraggio a terra, perciò bisogna prima realizzare un basamento e decidere le dimensioni in pianta del gazebo per predisporre gli ancoraggi dei montanti. Per la cassaforma si utilizzano tavole e listelli recuperati da bancali, mentre tutto il materiale necessario alla costruzione dev’essere acquistato dopo aver redatto un progetto di massima.

Per realizzare questo progetto occorrono 4 travi di abete lamellare da 80×120 mm, lunghe 6 metri da cui ricavare montanti e travi di copertura; il materiale per il basamento (misto, cemento, rete, colla e riempifughe); 6 grondaie lunghe 1600 mm, le 5 griglie in plastica bianca 2×1 metri e le 40 perline da 200x10x2000 mm.

Terminata la costruzione, per montare le griglie tra i montanti, si fissano a essi, in ogni settore, 4 angolari zincati da 20×20 mm (2 in alto e 2 in basso); a questi, tramite viti M5x15 mm, si fissano due angolari orizzontali da 15x15x1120 mm ai quali si blocca la griglia con fascette autostringenti.

Per le zanzariere (6 teli da 150×2400 mm), si fissano spezzoni di canalina in plastica 30×15 mm sulle tavole superiori del gazebo; separate le due parti di canalina, tramite puntine da disegno si fissa il telo all’interno, si incastra il coperchio e si taglia l’eccedenza del tessuto nella parte alta, mentre in basso, una volta disteso, viene arrotolato e fissato con fascette autostringenti all’angolare delle griglie.

Si fanno passare i cavi elettrici, si predispone una scatola elettrica stagna con interruttore e presa e si monta il lume interno.

Particolari estetici e funzionali

gazebo
Le griglie perimetrali in plastica sono montate su angolari zincati e fissate ai montanti.
L’area antistante il gazebo è pavimentata e delimitata da due ringhierine in listelli.
Oltre che da griglie, i cinque lati chiusi del gazebo sono protetti da teli antizanzare tenuti tesi da canaline in plastica.

Basamento decorato con piastrelle

Il terreno va ripulito dalle erbacce e spianato; si pianta al centro un tondino di ferro Ø 5 mm e si prepara la cassaforma per la gettata. La pianta esagonale è definita da tavolette 20x60x1200 mm.
Le tavole, livellate, vanno stabilizzate con picchetti; ai vertici si inseriscono i tondini per le staffe dei montanti, poi si prepara un letto di inerti, ghiaia e sabbia. Si stende la rete elettrosaldata e la si assicura ai tondini con lamine di ferro, quindi si effettua la gettata (1 parte di cemento e 4 di misto, più acqua quanto basta).
Durante la stagionatura, se fa caldo,  il calcestruzzo va bagnato ogni giorno. Quando è asciutto si eliminano la cassaforma e le sbavature perimetrali lasciate dalla gettata; poi, con l’aiuto di un listello collegato al perno centrale, si tracciano le linee guida per disegnare una stella a 6 punte inscritta nell’esagono.
base decorata
Il perimetro si rifinisce con piastrelle antiscivolo, tagliate a 100 mm di larghezza e bisellate in corrispondenza dei vertici. Con avanzi di un’altra pavimentazione bicolore si riveste la restante superficie, utilizzando elementi bianchi per il colore di fondo e rossi per la stella e una cornice interna decorativa.
basamento decorato
La porzione di gettata che raccorda il piano esagonale con il marciapiede si riveste con un mosaico ottenuto da frammenti delle stesse piastrelle utilizzate per il perimetro.
L’impasto riempifughe si stende con la cazzuola, compattandolo bene nelle fughe, poi si passa un frattazzo in gomma per eliminare la maggior parte di prodotto dalla superficie. Prima dell’asciugatura occorre una pulizia più approfondita con una spugna sciacquata spesso in acqua pulita.

La ferramenta per i montanti e per le travi

Ciascuna delle sei staffe, alla base dei montanti, è costituita da una piastra 900×200 mm e due angolari con nervatura di rinforzo 100x100x60 mm (uno intero e uno al quale occorre tagliare a misura dei montanti un’ala); dopo aver saldato i tre pezzi si pratica il foro per il passaggio della barra con una punta Ø 8,5 mm, a 60 mm dal bordo rivolto all’esterno.

Con la smerigliatrice si rifiniscono le saldature, poi si vernicia in bianco con bomboletta spray.

Sempre partendo da una piastra 90×200 mm, piegata con la necessaria angolazione, si collegano due delle travi della copertura dal lato inferiore.

Dopo aver sagomato le estremità superiori delle altre quattro travi di conseguenza, si smonta la piastra e le si saldano quattro piastrine 80×50 mm, previo taglio angolato di uno dei lati corti affinché possano essere allineate al centro delle travi. Il fissaggio richiede l’impiego di 24 viti Ø 6×40 mm, 4 per ogni trave.

Costruire e montare la struttura

Tagliate le due travi “centrali” di copertura 80x120x1550 mm, si taglia a 20° l’estremità superiore in modo da poterle unire di testa a spiovente, attraversandole da sopra con una vite Ø 6×160 mm (preforando e svasando la sede per la testa).
All’estremità opposta si effettua un taglio a 45° con la troncatrice, in modo però che rimanga un tratto di 40 mm in squadra. Bisogna fare attenzione a realizzare il taglio sul lato giusto!
Alle due travi unite di testa bisogna collegare altre due travi da un lato e due dall’altro, in modo che tra di esse venga rispettato l’angolo di 60° oltre che l’inclinazione della copertura. La complessità suggerisce di procedere per asportazioni successive per sagomare la prima (aiutati anche dalla smerigliatrice angolare) e utilizzarla come riferimento per le altre tre.
Una volta raggiunta la simmetria, le travi vanno smontate per effettuare le stuccature, poi si leviga e si applicano due mani di impregnante bianco; una terza mano verrà stesa dopo il montaggio sul posto.
I montanti sono di pari sezione, ma hanno una lunghezza iniziale di 2009 mm. L’estremità superiore va tagliata a 20° per assecondare l’inclinazione delle travi, mentre alla base bisogna realizzare gli incavi per annegarvi le nervature delle staffe.
Calzate provvisoriamente le staffe, si marca su ciascun montante il foro per la barra che deve inserirsi in esso e il relativo dado da incassare, da farsi con punta Ø 8 mm e mecchia Ø 20 mm.
Ai vertici del basamento occorre predisporre blocchetti di cemento affinché anche la parte di piastra sporgente all’esterno disponga di un appoggio. Si monta ogni piastra con dado da 8 mm e rondella, poi si fissano i  due montanti contrapposti, con 4+4 viti Ø 6×40 mm.
Sui primi due montanti si poggiano le due travi centrali preassemblate, allineate alla sommità dei montanti tramite due tavolette e un morsetto, mentre si inseriscono da sopra, dopo aver preforato il legno, le viti Ø 6×160 mm che li uniscono. Si procede così anche per gli altri quattro.

Rivestimento copertura e grondaie

Da perline di abete sezione 300×25 mm si tagliano sei tavole lunghe 1120 mm; si bisellano i lati corti a 25° verso l’interno e con un taglio longitudinale alla combinata si elimina il maschio.
Sui lati corti si fissano piastrine da 100×15 mm (con viti Ø 3×20 mm) lasciando sporgente un foro per l’avvitatura tra i montanti, appena sotto al collegamento con le travi, allo scopo di irrobustire la struttura. Prima del montaggio, anche questi elementi vanno stuccati, levigati e protetti.
Prima di tagliare a misura le perline di copertura, si stende la finitura su una faccia, quella che sarà rivolta verso l’interno del gazebo.
Tracciata la mezzeria lungo ogni trave, si riveste ogni “spicchio” con le perline tagliate via via a misura e fissate alle travi con quattro viti Ø 3×20 mm ciascuna.
Il primo trapezio di guaina bituminosa si taglia per approssimazioni successive; ottenute le dimensioni corrette, serve come dima per gli altri cinque pezzi.
Il rotolo di guaina da 10 metri è alto 1000 mm: per ricoprire la sommità bisogna tagliare un pezzo quadrato e sagomarlo in modo opportuno.
Il fissaggio si effettua con saldatore a gas e chiodi Ø 4×13 mm a testa larga.
La copertura si completa con sei pezzi di canale di gronda di sezione ridotta. In centro a due spezzoni si aprono due fori per inserire i bocchettoni di scarico Ø 60 mm,   fissandoli con rivetti a strappo; all’estremità dei bocchettoni si montano due semicurve e due bocchettoni sagomati a “bocca di luccio”, ottenuti da tubi in plastica di diametro adeguato, poi verniciati nel colore del canale.
Per nascondere le piastrine che uniscono le travi al vertice si taglia da un pezzo di compensato da 5 mm la sagoma di una stella a sei punte; dopo averla levigata e colorata la si fissa con sei viti cromate a testa bombata inserite nelle travi. Al centro viene inserito un gancio a cui appendere un punto luce, prolungando l’alimentazione elettrica da un pozzetto vicino.

Ringhierine all’ingresso del gazebo

I due montanti esterni 80x60x700 mm vanno sagomati alla base per accogliere i rinforzi interni delle piastre angolari.
Ai rinforzi interni delle piastre angolari 85x85x65 mm, viene accorciata un’ala a 60 mm (pari alla misura di un lato del montante).
Si montano provvisoriamente le staffe a pavimento con un tassello Ø 6 mm con vite, si fissano i montanti e con la falsa squadra si rileva l’angolo per bisellare le estremità dei listelli orizzontali, non essendo i montanti paralleli a quelli del gazebo.
Con la fresatrice munita di fresa a profilo convesso a cuscinetto si smussano gli spigoli dei montanti e dei listelli.
I listelli da 25×40 mm hanno lunghezze diverse: 1210 mm quelli a sinistra, con bisellature più accentuate, e 650 mm quelli a destra. Per facilità di montaggio, alle estremità dei listelli si fissano, con colla e viti Ø 3×20 mm, due listelli da 5x30x420 mm in modo che sporgano in alto e in basso.
Anche queste parti vanno trattate prima del montaggio.
Si verniciano le staffe e si rimonta il tutto, avvitando i listelli verticali ai montanti. Al centro della ringhiera di sinistra, più lunga, si montano un piede e due spezzoni verticali tra i listelli, recuperati dal materiale avanzato. Questi rinforzi non sono fissati direttamente alla ringhiera: vengono racchiusi tra due listelli di legno da 5x40x600 mm avvitati a essi e ai listelli orizzontali.
Il piede si fissa a pavimento con due angolari 40×40 mm (a formare una U).

La tenda per il sole

Una tenda in tessuto sintetico protegge dal sole l’ingresso, che resta sguarnito di vegetazione.

Troncatrice radiale Einhell TC-SM 2534 Dual | Recensione completa

Una troncatrice radiale ricca di accortezze che rendono preciso, semplice e sicuro il taglio nelle costruzioni con il legno, i suoi derivati e anche i materiali plastici

La troncatrice radiale per legno è una sega circolare che permette di ottenere la precisione di taglio della troncatrice e nel contempo di lavorare tavole di una larghezza che le normali troncatrici non possono tagliare.

Questo avviene grazie al doppio movimento della testa, che può essere abbassata verticalmente sul pezzo ma, contemporaneamente o in successione, può scorrere avanti e indietro, su un sistema guidato di precisione.

Esattamente in questo modo funziona la troncatrice radiale Einhell TC-SM 2534 Dual, una macchina ideale per il taglio di legno, pannelli stratificati e plastica. Ben piantata, sul suo basamento in robusta pressofusione, è caratterizzata da prestazioni elevate e grande versatilità operativa. Il supporto della testa può ruotare sul basamento: dalla posizione centrale (taglio a 90°) può andare indifferentemente verso destra o verso sinistra di 45°. Inoltre la testa di taglio può essere inclinata a sinistra e a destra, anche in questo caso di un’entità pari a ±45°.

einhell troncatrice

La potenza di 2350 W e la lama di diametro 250 mm con 48 denti, unitamente alle soluzioni di alloggiamento del motore e al sistema radiale, consentono alla troncatrice di tagliare tavole larghe sino a 340 mm e spesse sino a 75 mm.

Il dispositivo laser integrato, con alimentazione elettrica, indica la linea di taglio, consentendo di posizionare il pezzo in modo rapido e preciso.

Il piano girevole è fornito di regolazione angolare di precisione che può essere manovrata e bloccata in diverse posizioni con una sola mano.

Il raccordo in cui è inserito il filtro a sacchetto è compatibile con i tubi degli aspiratori.

sega radiale
Nella confezione la macchina viaggia praticamente montata; solo alcuni aggiuntivi mobili vanno applicati alla prima messa in esercizio. La troncatrice einhell TC-SM 2534 Dual costa euro 219,95.

Taglio obliquo e inclinato

La barra guida, che si sviluppa in basso verso l’operatore, è solidale con il supporto della testa; è una specie di timone che fornisce un’ottima leva per la regolazione del taglio obliquo. Questo non è un dato trascurabile, visto che,  rispetto al basamento che deve stare fermo, si deve far ruotare tutta la parte centrale costituita da testa, barre di scorrimento radiale, supporto della testa e piano d’appoggio del pezzo.
La manopola per il bloccaggio della posizione ha una leva a scatto che interviene su posizioni d’arresto fisse (-45°, -31,6°, -22,5° -15°, 0°, 15°, 22,5°, 31,6° 45°).
troncatrice per legno einhell
La possibilità di inclinare la testa a 45° anche a destra si deve allo specifico posizionamento del motore, il cui asse non è perpendicolare alla lama, ma orientato a 45° verso l’alto.
Nel punto di snodo, la scala graduata guida nell’impostazione dell’inclinazione desiderata; il sistema ha una manopola di blocco.

Troncatrice radiale Einhell TC-SM 2534 Dual | Una macchina tutta da scoprire

  1. Grande versatilità

    La grande versatilità e la notevole capacità di taglio di questa troncatrice radiale sono dati anche dalla scelta progettuale di posizionare il motore in direzione inclinata rispetto all’asse di rotazione della lama. Si recupera in questo modo uno spazio estremamente importante, che permette la stessa inclinazione della testa a sinistra e a destra e non interferisce con i pezzi in lavorazione.

  2. Impossibile l’attivazione involontaria

    Molte le attenzioni rivolte alla sicurezza dell’operatore, ma sempre con riguardo anche alla comodità operativa. Per attivare il motore e abbassare la lama si deve premere un pulsante e spostare una leva: questi due elementi sono posizionati bene, tanto da rendere agevole l’azionamento con una sola mano, tuttavia resta impossibile l’attivazione involontaria del processo di taglio.

  3. Possibilità di essere bloccata in posizione abbassata o sollevata

    Per il trasporto e la messa a riposo, la testa ha la possibilità di essere bloccata in posizione totalmente abbassata sulla guida di taglio o, al contrario, completamente sollevata. Il perno di blocco è situato sulla destra dello snodo di rotazione verticale.

  4. Predisposizione della macchina alle regolazioni di taglio obliquo

    La posizione completamente sollevata serve per predisporre la macchina alle regolazioni di taglio obliquo o inclinato e per il posizionamento del pezzo in lavorazione.

  5. Possibilità di porre limiti di movimento alla movimentazione verticale della testa

    Sempre in riferimento alla movimentazione verticale della testa, ovviamente ci sono scontri di finecorsa in alto e in basso che pongono un limite di movimento. Per l’escursione verso il basso c’è un comodo registro che permette di portare verso l’alto lo scontro, di un valore a piacere. Serve per effettuare tagli di profondità calibrata sulla superficie del legno, senza arrivare alla troncatura.

  6. Controllare la distanza tra il piano e la lama

    Dopo aver ruotato in senso orario la manopola di regolazione del finecorsa, si prova ad abbassare la testa per verificare l’entità di intervento, misurando la distanza del dente più in basso della lama dal piano d’appoggio del pezzo. Non c’è una scala millimetrata che indichi la regolazione effettuata, ma non è una mancanza: in tutti i casi in cui necessiti questo tipo di lavorazione è opportuno effettuare preventivamente alcune prove di taglio con pezzi di scarto, per essere sicuri di ottenere il risultato voluto.

Einhell 4300825 Troncatrice Radiale, 2350 W, Lama Ø 250
  • Troncatrice radiale TC-SM 2534 Dual (2350 W, Lama Ø 250)
  • Potenza nominale: 2.350 W S6 25% - 2.100 W S1
  • Numero di giri: 4.000/min
  • Lama: Ø 250 x Ø 30 mm/48 Z
  • Larghezza taglio max: 340 mm
Einhell TC-SM 2131 Troncatrice Radiale, Rosso, 1800 W
  • Funzione di trascinamento integrata per pezzi di grandi dimensioni
  • Giradischi con regolazione precisa dell'angolo per tagli angolari
  • La testa della sega si inclina a sinistra e a destra per il taglio obliquo
  • Include laser (alimentato dalla rete) per una guida precisa durante il taglio
  • Lama di precisione di alta qualità con punta in metallo duro

Guida di trazione per taglio radiale

Lo scorrimento della testa è la caratteristica delle seghe radiali; in questo caso il movimento è garantito da due barre guida che scorrono all’interno di un supporto. Il tutto avviene in modo eccellente, perché non ci sono laschi o giochi, ma il movimento risulta morbido e fluido, dando una grande sensazione di sicurezza e precisione. Lo scorrimento può essere bloccato in qualsiasi posizione agendo su una piccola manopola laterale.

Cambio lama comodo e rapido

Un pulsante situato sul carter della trasmissione del motore permette di bloccare la lama impedendole di girare.
Si blocca la testa della troncatrice in posizione completamente alzata e, tenendo premuto il pulsante di blocco, si svita il bullone a brugola in posizione centrale, sull’altro lato della lama.
Si rimuove il bullone e la rondella di diametro piccolo; la lama va sempre maneggiata con i guanti, per evitare di ferirsi.
Tolta anche la rondella grande, la lama esce dalla sua sede e si estrae frontalmente.

Un laser proietta il suo raggio sulla linea di taglio

Sulla destra dell’impugnatura di comando della troncatrice si trova l’interruttore che accende il raggio laser. Questo è proiettato sotto la testa e coincide con il percorso che descrive la lama, abbassata e spinta in avanti.

Eventuali disallineamenti si regolano facilmente, per ottenere sempre la necessaria coincidenza fra puntatore laser e passaggio della lama.

In questa fase si deve tener conto di quale sia il lato “buono” del pezzo che si sta troncando e lasciare che la lama, unitamente al raggio laser, lambisca appena la linea di taglio tracciata sul pezzo durante le misurazioni.

troncatrice laser

Libreria originale con tubi idraulici | Guida alla realizzazione

Una libreria originale semplice da costruire, realizzata con materiale povero e di facile reperibilità; da sola arreda con originalità un’intera parete e fa spazio a una grande quantità di libri e riviste

Questa libreria originale fai da te riempie in modo moderno e piacevole una parete vuota avvalendosi di pochi spezzoni di tubo idraulico da un pollice, filettati alle due estremità e di qualche manciata di raccordi a T, diritti e a gomito per fare i collegamenti e ottenere una struttura solida e di buona portata.

La costruzione, semplice e intuitiva, si completa con due lampadine che puntano una verso la volta ad arco in mattoni grezzi e una verso il basso e i libri.

I libri piccoli e le riviste appoggiano su due tavolette di legno impregnato, fissate sui tubi della prima e seconda mensola; quelli più grandi e rigidi sono semplicemente appoggiati sulla terza e quarta mensola e in battuta al muro.

La finitura con pittura nera ferromicacea dà alla libreria una nota di solidità e modernità.

Di seguito la guida su come costruire una libreria fai da te con tubi idraulici.

Tubo Acciaio Filettato 200mm Acciaio Inossidabile SS304 BSP Maschio × Maschio Filettato Raccordo Tubo 1/4"1/2" 3/4"1"(DN8*200mm=1/4)
  • Giunto Filettato- Nipplo per unire due tubi o estendere la lunghezza del tubo
  • Azione Comune- Fili maschi conici a tubo nazionale (NPT) su entrambe le estremità per il collegamento di tubi filettati e raccordi femmina
  • Tenuta Forte- Filo NPT per la creazione di guarnizioni più strette rispetto a filetti diritti
  • Tubo di Giunzione in Acciaio- Realizzato in acciaio per una maggiore resistenza alla ruggine rispetto al ferro
  • Specifiche di Qualità- Conforme alle specifiche ASTM A53 e ASME B 1.20.1 per la della qualità
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  • Dotato di quattro ripiani
  • Dimensioni prodotto: 145 x 29 x 145 cm
  • Ottimo per archiviazione decorativi, CD, libri o altri articoli

Occorrente

  • mensola bassa: 1 tubo da 1000 mm, 1 da 300 mm, 1 da 100 mm e 2 distanziali da 200 mm;
  • seconda mensola: 1 tubo da 500 mm, 1 da 300 mm;
  • terza mensola: 1 tubo da 1000 mm, 1 da 500 mm;
  • quarta mensola: 1 tubo da 300 mm;
  • bracci ascendenti: 4 tubi da 300 mm, 1 da 200 mm, 1 da 50 mm;
  • lampadina sporgente: 1 tubo da 100 mm;
  • supporti di fissaggio al muro: 3 tubi da 100 mm

Filettature, saldature e tasselli

libreria fai da te
Per realizzare le librerie a muro di norma si traccia un progetto di massima. In seguito si acquistano in ferramenta, oppure si recuperano nel contenitore degli avanzi, i tubi e i raccordi necessari.
I tubi idraulici da un pollice sono filettati da entrambe le estremità.
Per fissare i tubi al muro vengono recuperati alcuni coperchietti bombati di ferro (scarti di una punzonatrice) forati al centro per il passaggio del cavo elettrico.
Il tubo distanziatore (tra muro e libreria) viene saldato al centro del coperchietto su cui vengono praticati tre fori equidistanti che ne consentono il fissaggio con viti e tasselli alla parete.
Man mano che si compone la struttura metallica della libreria, seguendo lo schizzo iniziale, si fa passare il cavo elettrico che, partendo dal punto luce esistente a parete, porta corrente alle due lampadine previste. Facendolo passare preventivamente si evita la difficoltà di superare gli angoli a 90°.
Tutti gli elementi premontati vengono pitturati con uno smalto nero ferromicaceo facendo attenzione a non sporcare le filettatture ancora scoperte.
libreria fai da te
Tre tasselli a espansione bloccano a muro i coperchietti e l’intera struttura.
libreria tubi idraulici
Si cablano i portalampada, si fissano con silicone sulle due estremità aperte, si pitturano anch’essi di nero e si avvita la lampadina.

Trapano avvitatore a batteria | Recensione AdvancedImpact 18 di Bosch

Un trapano avvitatore a batteria 18v con percussione, realizzato per dare una risposta valida a ogni esigenza operativa dell’utilizzatore

Se avete sempre sognato di possedere un trapano avvitatore a batteria al litio con funzione di foratura con percussione, con motore brushless parco nel consumo di energia; una macchina compatta e modificabile per avvitare anche negli spazi impossibili, con aggiuntivo portabit eccentrico, con bit di avvitatura che trattenga la vite da inserire impedendole di cadere, che fornisca a priori una chiara indicazione del senso di rotazione impostato, senza dimenticare la batteria a ricarica rapida, sappiate che Bosch ha pensato a voi.

Tutto questo è possibile averlo col nuovissimo trapano battente – avvitatore al litio AdvancedImpact 18, pensato per offrire una risposta a qualsiasi richiesta operativa dell’utilizzatore.

Ma quanto detto non è tutto. Fra le peculiarità della macchina va aggiunto il motore potente e il mandrino autoserrante che porta punte con codolo sino a 13 mm; la presenza di elettronica con Syneon Chip, l’HMI (Human Machine Interface) come selezione della funzione operativa, l’SCM (Single Cell Monitoring) per il miglior controllo dell’erogazione e dell’efficienza della batteria, le due velocità di rotazione, l’appartenenza delle batterie alla gamma del sistema Power 4 All ecc.

Sempre per andare incontro alle esigenze dell’utilizzatore, sono previste diverse versioni e dotazioni del trapano che è disponibile con o senza percussione e in versione corpo macchina oppure in abbinamento con diversi accessori per averlo completo.

Tutte le opzioni possibili

Con il sistema di innesto rapido ci vuole un attimo ad applicare l’accessorio più indicato per il lavoro da svolgere.

L’adattatore portaviti magnetico ha un ingombro minimo, ma si rivela estremamente utile perché trattiene la vite da inserire lasciando libera una mano per il posizionamento dell’oggetto da fissare.

Il mandrino di tipo autoserrante porta codoli sino a 13 mm di diametro e trasmette tutto l’impatto della percussione, quando inserita.

La testa ad angolo permette di avvitare negli spazi più angusti.

La testa eccentrica consente di applicare viti molto vicino all’angolo.

Il trapano è disponibile anche nella versione AdvancedDrill senza la funzione di percussione.

Bosch Home and Garden Bosch AdvancedImpact 18 (HMI), 06039B5103, Trapano Battente-Avvitatore brushless, 0-400 / 0-1500 min., mandrino, eccentrica e Testa angolare, 2 batterie, 18 V
  • la linea advanced bosch – solo il meglio per i tuoi progetti più ambiziosi
  • Particolarmente user-friendly grazie alle modalità di selezione intuitive ed alla funzione di cambio velocità automatico
  • Ottimamente pratico grazie al suo design compatto ed al peso contenuto, reso possibile grazie al motore brushless di dimensioni inferiori rispetto ai modelli precedenti
  • Estremamente versatile: lavori di avvitamento, foratura nel legno e nel metallo e foratura con percussione nella muratura e nell'arenaria
  • Sistema Power for all da 18 V: una batteria 18 V e un caricatore compatibili con tutti i prodotti della linea Bosch Home Garden da 18 Volt
Bosch Trapano a Batteria AdvancedDrill 18 (2 Batterie, Sistema da 18 Volt, in Valigetta)
  • la linea Advanced Bosch – solo il meglio per i tuoi progetti più ambiziosi
  • Durevole: trapano avvitatore piccolo e potente con un design leggero grazie al compatto e robusto motore brushless
  • Facile da usare: agevole passaggio da avvitamento/svitamento a foratura o foratura a percussione, spostando l'apposita ghiera dall'uno all'altro simbolo
  • Agevole cambio del senso di rotazione: con un semplice, singolo scatto del selettore, il LED indicherà la direzione di foratura
  • Sistema Power for all da 18 V: una batteria 18 V e un caricatore compatibili con tutti i prodotti della linea Bosch Home Garden da 18 Volt
Bosch 06039A3402 Trapano Advancedimpact 18 Quick Snap, Verde
  • Corpo Macchina, No batteria No caricabatteria
  • In dotazione 3 accessori: mandrino autoserrante, testa ad angolo, testa eccentrica
  • N° giri 1a velocità 400/min, n° giri 2a velocità 1.350/min
  • 20 posizioni di regolazione della copia per avvitare + 1 per la foratura + 1 per la foratura battente
  • Coppia di serraggio 19 Nm in materiale elastico e 38 Nm in materiale duro

Morsetti da falegname | Panoramica completa e utilizzi

I morsetti da falegname sono da sempre immancabili aiutanti in tutte le attività del laboratorio; negli anni hanno subito un continuo sviluppo per essere più performanti e funzionali

In quasi tutti i lavori che capita di eseguire al far da sé, ma anche al più evoluto professionista, la necessità di immobilizzare l’oggetto su cui si sta operando è di primaria importanza. Questo compito, talvolta semplice, altre volte persino arduo, vede protagonista i morsetti da falegname, i più grandi amici dell’uomo in laboratorio.

In effetti più che amici i morsetti (o strettoi) sono coadiuvanti insostituibili: stringono quanto e come gli si dice di fare, restano costanti nella presa e non si stancano mai. Il problema è che, come si può facilmente immaginare, considerando la forma, le dimensioni e il numero degli oggetti da mettere in lavorazione, la quantità e i tipi di morsetti che possono servire aumentano, senza contare il ventaglio delle attività in cui questi strumenti sono immancabili (costruzione, riparazione, recupero, restauro, decorazione, montaggio ecc).

È per questi motivi che di strettoi ne esistono diverse specie e nell’ambito di queste numerose sono le forme, le modalità di lavoro, le dimensioni e i materiali di cui sono fatti. Seguendo la tendenza alla specializzazione in ambito del lavoro e degli strumenti per svolgerlo, anche lo strettoio da generico (pur sempre utile in tantissime occasioni) ha subìto un’evoluzione per adattarsi meglio alle situazioni particolari; non è soltanto per la necessità di fare prima, come accade nei laboratori professionali, sempre più spesso è per fare meglio e con maggiore sicurezza del risultato.

Ad agevolare l’evoluzione nelle specialità dei morsetti ha partecipato anche la tecnologia, visto lo sviluppo di materie plastiche talmente robuste da poter prendere il posto dei metalli e consentire la costruzione di strettoi che prima sarebbero risultati troppo pesanti, ingombranti e meno facilmente manovrabili.

Facciamo l’esempio di quelli a nastro, che si utilizzano in tutti i casi in cui si debba abbracciare un insieme di pezzi di dimensioni generose, magari con una forma critica, perché non è quadrata o rettangolare: un tempo si usavano cinghie di canapa messe in tensione attorcigliandole con un bastone.

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Oggi le cinghie sono fatte con un intreccio di nylon e alle estremità libere ad aggancio rapido, mentre il sistema di trazione è costituito da un avvolgitore e un tensionatore a vite che lavora dentro una scatola di contenimento, il tutto di plastica. Il risultato operativo è identico, se si è capaci di tensionare la cinghia di canapa con il bastone e fare in modo che questo non si sganci inavvertitamente dalla sua posizione di tenuta; una pratica che si faceva nel periodo di apprendistato, quando il garzone della bottega aveva occasione di carpire i segreti del mestiere affiancando il falegname esperto.

Ampliando gli orizzonti rispetto alla mera costruzione col legno, si apre un mondo di tipologie di strettoi: da un lato ci sono quelli che oltre a premere tengono i pezzi in una data posizione, di solito ortogonali fra loro; in altri casi sono adatti a unire pezzi con forme sfuggenti, più spesso arrotondate o con superfici di presa inclinate; altri ancora fanno fronte alla necessità di unire due o più pezzi, ma premendo anche in una terza direzione, di solito ortogonale alla forza primaria.

Vedremo anche morsetti da falegname che funzionano come quelli convenzionali ma, grazie a nuovi sistemi meccanici, possono essere azionati più facilmente, spesso con una sola mano. Frequente è la presenza sui nuovi modelli di pulsanti di sgancio e movimentazione rapida di una delle due ganasce, mentre altri più esclusivi hanno ganasce di ampie dimensioni che lavorano in perfetto parallelismo anche facendo forza.

Dedicati alle situazioni speciali

Si potrebbe dire che c’è una risposta a qualsiasi esigenza in fatto di accessori di contenimento e sostegno. Fra queste non poteva mancare una soluzione che permettesse di vincolare due pezzi e, nel contempo, di bloccarli a una superficie, come per esempio il tavolo su cui si lavora.

Ecco un esempio di quanto espresso , con l’aggiunta della particolarità non trascurabile di saper unire i pezzi tenendoli a squadra fra loro, ovvero a 90°.

Occorre costringere a una posizione precisa una trave per provvedere al suo fissaggio definitivo? Data la sua lunghezza non sarebbe possibile abbracciarla interamente, pertanto si applica questo particolare morsetto che ha l’estremità distale fatta per essere piantata sul fianco della trave. Per il resto lavora come un comune strettoio a barra.

Ci sono morsetti da falegname che hanno un solo compito, ma per svolgerlo sviluppano l’azione in due direzioni ortogonali. Servono per tenere in posizione il bordino di finitura di un piano che ha angoli arrotondati. Il bordino deve aderire bene alla superficie di contatto ed esservi premuto contro sino a totale essiccazione della colla. Gli strettoi in oggetto premono sulle due facce del piano per tenere se stessi in posizione, mentre con la manopola a vite spingono lateralmente.

Morsetti da falegname a nastro

L’applicazione del morsetto a nastro è richiesta in presenza di bordi sfuggenti con dimensioni complessive ampie.

Uno dei più frequenti utilizzi degli strettoi a nastro avviene nella costruzione e nella riparazione delle sedie, in cui la sezione delle gambe spesso è rotonda oppure quadrata, ma con gli elementi fissati di sbieco; questo provoca una presa scarsa e insicura ai tipici morsetti a barra scorrevole.

Altro caso frequente è quello delle cornici, solitamente formate da segmenti tagliati a 45° alle estremità. In questo caso, anche se i comuni sergenti avrebbero presa facile per via della forma squadrata, non risultano funzionali perché i pezzi da unire tendono a scivolare l’uno sull’altro. Gli strettoi a nastro, in questo caso con l’aggiunta di elementi angolari di tenuta, risolvono egregiamente il compito di premere fra loro i 4 segmenti impedendo contemporaneamente i possibili disallineamenti.

Tuttofare morsetto a pinza

I morsetti per legno a pinza più comuni sono quelli che lavorano con l’ausilio di una molla che costringe alla chiusura le due ganasce. Dimensioni e forme possono essere le più disparate per far fronte alla necessità contingente. Talvolta l’abbinamento dei due pezzi da tenere insieme supera la capacità di apertura del morsetto a pinza, altre volte l’apertura dei puntali è più che sufficiente, ma il punto in cui va applicata la pressione non è vicino al bordo e risulta irraggiungibile.

Invece di acquistare tanti morsetti a pinza di misure diverse, si possono prendere quelli che hanno una ganascia fissa e una che può scorrere su una guida assumendo la posizione più utile per ottenere la necessaria ampiezza di presa.

Facendo appello al medesimo sistema, lo strettoio presenta una doppia ganascia regolabile che permette di estendere ulteriormente la distanza fra i punti di forza.

A parte gli utilizzi d’effetto, ma poco rappresentativi, i morsetti a pinza con ganasce lunghe sono insostituibili quando la pressione della molla deve esprimersi in una posizione più interna rispetto al bordo dei pezzi in lavorazione. Come tutti gli strettoi a pinza, anche questi risultano vincenti per rapidità e immediatezza di utilizzo; per contro non è possibile regolare la pressione esercitata.

Strettoi ideati per tutte le esigenze

Gli strettoi ad alte prestazioni, per esempio, sono quelli studiati per i fabbri; oltre a essere molto robusti, sono fatti interamente d’acciaio e resistono agli schizzi del bagno di saldatura, nonché al calore che si propaga attraverso il metallo.

Al contrario, i morsetti a leva sono fatti per essere leggeri e delicati nell’azione, in modo da non danneggiare i pezzi che si stanno lavorando. La loro caratteristica è anche quella di essere molto rapidi da applicare e manovrabili con una sola mano.

Il morsetto a ingranaggi è una grande innovazione nel settore e rappresenta una vera svolta perché apporta diversi vantaggi per l’utilizzatore. Il principio di funzionamento è analogo a quello di un classico morsetto a vite, ma in questo caso non c’è alcuna manopola situata sull’asse della vite. Nel nuovo strettoio la manopola di azionamento ruota attorno alla barra guida e aziona una cascata di ingranaggi posta all’interno del braccio di lavoro; l’ultimo ingranaggio aziona la vite della ganascia.

Fra i vantaggi di questa soluzione vi è il fatto che sul lato delle ganasce non vi è la manopola di azionamento; ne consegue una notevole riduzione dell’ingombro della parte attiva dello strettoio, con possibilità di essere inserito in spazi inaccessibili a quelli di tipo convenzionale.

Il secondo vantaggio per importanza è il fatto di avere finalmente le mani dell’operatore in posizione di sicurezza: si può fare forza nello stringere la manopola senza rischiare di strisciare le nocche sulle superfici che restano quasi sempre vicine alle ganasce.

strettoio falegname
Altro strettoio molto utile è quello con ganasce piane e ad ampia superficie di presa; oltre alla grande versatilità, questi strettoi garantiscono il mantenimento del parallelismo fra i pezzi.

Quello con le ganasce inclinabili torna utile quando sono da mettere in pressione elementi di forma irregolare e in presenza di angoli.

Tutti i prodotti di questo articolo su morsetti da falegname e strettoi sono a marchio Bessey.

Calce idraulica | Composizione esatta e utilizzo

La calce è un materiale biologico, in quanto è in grado di favorire il mantenimento di un ambiente sano all’interno delle abitazioni, purificando l’aria e regolando l’umidità

Le malte di calce sono composte da un legante (calce) e un aggregante (sabbia) cui si aggiunge acqua fino a ottenere un impasto plastico, chiamato calce idraulica. Nell’edilizia avanzata la malta di calce “universale” non esiste, ci sono tipi specifici per murature, intonaci, rivestimenti e per applicazioni speciali. Tuttavia, per piccoli lavori, non occorrono peculiarità particolari, anche se i prodotti pronti contengono spesso cemento Portland che conferisce al supporto una maggiore resistenza, ma ne limita la traspirabilità.

 Calce idraulica… occorre sapere che:

  • La finitura ideale per un intonaco a calce idraulica è con pitture anch’esse a base di calce che completano le superfici e assicurano l’assoluta traspirabilità del muro. Si possono anche colorare gli impasti in fase di miscelazione tramite pigmenti naturali da aggiungere alla base, ma sono disponibili pitture a calce già pronte nelle più disparate tonalità. (A tale proposito leggi la nostra dettagliata guida su come intonacare una parete)
  • Le qualità della malta idraulica (calce romana) si apprezzano particolarmente nei bagni e nelle cucine, locali soggetti a vapore che necessitano di buona traspirabilità e di capacità inibitoria contro le muffe. Nelle camere da letto assorbe la notevole quantità di CO2 prodotta attraverso la respirazione durante il riposo notturno.

Calce idraulica composizione

composizione calce

Le proporzioni (in volume) di calce e sabbia e acqua sono rispettivamente 1-3-1

Quando si usa la betoniera l’acqua va introdotta per prima, ma, siccome una quantità eccessiva può comportare la riduzione delle proprietà meccaniche dell’impasto, conviene introdurne soltanto 2/3 della dose necessaria e aggiungerne l’ultima parte solo dopo aver introdotto la calce prima e la sabbia gradualmente poi.

Come preparare la calce idraulica

preparazione calce

  1. Per impastare la malta nella vasca della carriola dobbiamo rovesciarvi la quantità di sabbia necessaria, formare un cratere centrale e introdurvi la calce idraulica, per poi mescolare bene a secco.
  2. Iniziamo a rovesciare nella mescola poco più di metà dell’acqua effettivamente necessaria e amalgamiamo il tutto con il badile, da sotto a sopra. In più riprese aggiungiamo la restante acqua.
  3.  Quando abbiamo ottenuto una miscela uniforme, per verificare che non sia rimasta “magra”, cioè con una quantità bassa di calce, è sufficiente passare la pala sulla superficie cercando di lisciarla. Se è visibile la sabbia, dobbiamo aggiungere altra calce.
  4.  La malta di calce idraulica è ideale per realizzare intonaci, erigere un muro di mattoni rustici e civili, o rappezzi su murature danneggiate. Può essere utilizzata anche come legante per mattoni in interni. Risulta facile da lavorare, ma non particolarmente resistente.

Aspetto tecnico

Rivestendo la muratura con prodotti a base di calce applicati in strati successivi si possono ottenere risultati che hanno una valenza anche per la riqualificazione energetica degli edifici, in particolare quando si realizzano termointonaci con caratteristiche isolanti.

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ARTIMESTIERI - Pannelli di Sughero da 1 a 10 cm di spessore - isolamento termico,acustico tetti cappotti e pavimenti - 3cm - conf. da 5 mq
  • COSA COMPRI? Pannello in sughero biondo italiano, la confezione da 3cm di spessore contiene 10 pannelli cm 100x50 per 5mq di superficie
  • A COSA SERVE? Puoi fare l'isolamento termico e acustico di: tetto e sottotetto, pareti e pavimenti. Con il pannello di sughero puoi realizzare il cappotto termico in esterno oppure in interno. Se ami la musica, usa il sughero per migliorare l'acustica degli ambienti di vita e relax.
  • COME SI USA? Nel tetto sovrapponi due o più strati di pannelli preferibilmente senza interporre listelli in legno. Nelle pareti puoi inserire all'interno delle intercapedini, oppure applicare e rifinire direttamente con adesivo e intonaco di calce.Nei sottotetti puoi sovrapporre due o più strati. Nei sottofondi puoi mettere il sughero e poi finire il pavimento nei modi consueti, oppure con sistemi a secco.
  • CHE PRODOTTI ACCESSORI SERVONO? Nei tetti metti il sughero tra la Guaina sottoisolamento barriera al vapore e la Guaina antigoccia traspirante. Nei cappotti applica il sughero con Bioart-adesivo/rasante di calce idraulica naturale. Con il pannello di sughero associa sempre prodotti naturali Artimestieri
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