Lira presenta SPAZIO BAGNO NT nella nuova colorazione nera
Il sifone salvaspazio ispezionabile, infatti, da oggi è disponibile nella versione nero perlato: una configurazione che trasforma il sifone in un vero e proprio elemento d’arredo, senza rinunciare alla funzionalità.
Grazie alle sue ridotte dimensioni (70 mm di larghezza e 40 mm di spessore) aderisce incredibilmente alla parete di fondo occupando pochissimo spazio, consentendo così di sfruttare al massimo le potenzialità del mobile sotto il lavabo, soprattutto in presenza di cassetti.
SPAZIO BAGNO NT è ispezionabile: un’apertura nella parte anteriore consente, svitando il tappo di chiusura, di rimuovere i residui accumulati nello scarico del sifone.
Per sfruttare al massimo le potenzialità del mobile che contiene il lavabo, si può abbinare il sifone alla PILETTA BASKET BAGNO BASSA, che con un ingombro di soli 60 mm agevola lo scorrimento dei cassetti nei mobili da bagno.
La zona sottolavabo diventa cosìpiù ampia e può essere utilizzata come vano in cui riporre in modo ordinato detersivi e asciugamani.
La PILETTA BASKET BAGNO BASSA è dotata di tappo di chiusura “No Problem”: un dispositivo manuale che permette la chiusura con una semplice pressione digitale e l’apertura mediante il sollevamento del tappo dalla particolare conformazione, evitando così fastidiosi problemi di inceppamento nelle operazioni di apertura e chiusura. Il tappo può essere facilmente rimosso per favorire le operazioni di pulizia.
SPAZIO BAGNO NT e la PILETTA BASKET BAGNO BASSA sono disponibili sia confezionati singolarmente sia in un unico pratico kit.
Il kit è facile da installare: tutti i componenti sono forniti di una lunghezza compatibile con qualsiasi applicazione, dal lavabo più grande a quello più piccolo. Essendo realizzati in polipropilene, è possibile tagliarli agevolmente con un tradizionale seghetto.
Questo separè in legno si assembla rapidamente con listelli uniti a mezzo legno e sta in piedi grazie a semplicissime basi quadrangolari
Prima di parlare di separè in legno iniziamo con dire che A prima vista gli shoji non sono molto appariscenti: l’arredo giapponese, infatti, non è per niente ostentato e ha, invece, i suoi punti di forza nella meticolosa cura del particolare, nella finezza e delicatezza dell’insieme, nella funzionalità del tutto.
Ma forse qualcuno si sta chiedendo cosa siano, questi shoji, perchè in effetti dalle nostre parti non è poi così comune vederli. Non ci vuole molto a spiegarlo: sono separè in legno realizzati a quadrettature di 320 mm di lato e chiusi con una speciale carta, detta non a caso giapponese, che vengono impiegati un po’ ovunque nell’arredo domestico nipponico, come porte scorrevoli, antine per armadi, divisori, paraventi, coprifinestre, per lo più montati su binari di legno che fungono da guide di scorrimento.
Tuttavia, la descrizione dice poco, e anche una fotografia non fa realmente capire l’anima di questi delicatissimi separè in legno: per poterli apprezzare davvero bisogna entrare in una casa allestita alla giapponese, passare per quelle porte, intrattenersi in un salottino con un divisorio shoji proprio mentre dall’altra parte sta calando la sera.
Toccando con mano un separè in legno ci si sente proiettati in un mondo molto delicato, accogliente e al tempo stesso particolarmente funzionale. Assistendo al tramonto del sole dietro la carta giapponese, se ne apprezzano i finissimi disegni, che in altre condizioni di luce passano del tutto inosservati.
Listelli Mado
I Giapponesi fanno presto ad assemblare i separè in legno, perché trovano in commercio gli appositi listelli Mado: dei prelavorati con sezione 15×20 mm e incastri a mezzo legno a intervalli utili di 280 mm, disponibili in lunghezze da 320 a 2420 mm adatte per elementi da 1 a 8 file di riquadri. Anche i Tedeschi, che sono più avanti di noi nell’ambito del fai da te, possono acquistare listelli proprio del tipo in uso in Giappone.
Noi Italiani, invece, dobbiamo lavorarci gli incastri oppure scegliere i prelavorati che maggiormente si avvicinano ai Mado: possiamo così adattare la delicata struttura giapponese al nostro temperamento e costruire degli shoji meno fragili, con listelli di sezione più robusta.
La carta giapponese
Tenace e delicata al tempo stesso, la carta giapponese ha una consistenza e una trasparenza intermedia tra quelle della carta da lucido e quelle dei normalissimi fogli bianchi per scrivere ma, a differenza di questi prodotti, non si presenta come superficie uniforme e, pur avendo uno spessore perfettamente omogeneo, mostra (specie in trasparenza) disegni molto fini e delicati. Ricavata dalla paglia di riso, la carta giapponese è reperibile anche in Italia presso i negozi dei belle arti o di articoli per il restauro meglio riforniti sotto forma di grossi fogli oppure in rotoli.
Da soli, i separè in legno non possono assolutamente star in piedi, a meno che vari elementi quadrettati non vengano articolati tra loro e posizionati ad angolo. Ma il separè in legno qui proposto è pensato per poter fungere sia da colonnina luminosa sia da divisorio perfettamente rettilineo, quindi necessita di una base che possa sorreggerlo.
Per poter essere chiuso a colonna, il separè in legno deve essere formato da quattro elementi verticali (o anche da un numero diverso, a patto di modificare le basi), ma la sua altezza può variare in funzione dei gusti di ciascuno, nei limiti dei multipli della quadrettatura.
La carta di riso
Fu introdotta in Giappone intorno al ‘600 e successivamente ricavata dal gampi, una pianta selvatica le cui fibre possiedono una naturale viscosità. Disponibile in fogli, rotoli, tovaglioli, in vari colori e finiture, si trova nei negozi di belle arti e nei grandi centri di bricolage.
Le basi
I singoli telai del separè in legno sono molto leggeri e, per essere sorretti in posizione verticale, non hanno bisogno di molto: fondamentalmente di una base che allarghi il loro spessore e sia quel tanto pesante da non lasciare abbattere la struttura alla minima spinta accidentale. Per ottenere una colonna quadrangolare, prepariamo dei semplici quadrati, sui quali gli elementi vengono fissati in diagonale.
Di conseguenza, se acquistiamo o lavoriamo listelli con intervalli utili tra un incastro e l’altro diversi da 280 mm, dobbiamo anche calcolare misure differenti per la base, tenendo conto che la diagonale deve essere abbondante rispetto alla larghezza degli elementi del paravento, a causa dello spazio occupato dall’articolazione. Per ottenere basi assolutamente precise possiamo lavorare empiricamente, preparando prima il paravento e misurando poi la base che presenta in posizione chiusa. Come già accennato, la forma quadrangolare non è, in realtà, obbligatoria.
Esempi pratici
Per ottenere una colonna a sei oppure otto lati, possiamo costruire per ciascun elemento basi esagonali o ottagonali (in questi casi, in posizione chiusa la colonna luminosa avrà un foro esagonale oppure ottagonale al centro della base); per ottenere una struttura a tre o cinque lati, invece, convengono basi romboidali, con angoli adeguati ai triangoli che restano all’interno quando la base è chiusa (72 e 108° per il pentagono, 120 e 60° per il triangolo). Gli elementi del separè in legno si fissano alla base con chiodini o viti attraverso la traversa più bassa, eventualmente rinforzando la tenuta con un listello aggiuntivo sul retro.
DIFFICOLTA’ Medio-bassa; i telai leggeri si incastrano con facilità. Particolare cura alla loro perpendicolarità TEMPO Una giornata di lavoro, più per curare la precisione che per il lavoro in sé COSTO Circa 75 per pannello ATTREZZATURA Seghetto alternativo, martello, cutter, pennello, strettoi
Cosa serve per costruire un separè in legno fai da te:
Legno MDF spesso 19 mm: 8 quadrati da accoppiare 234×234 mm;
gruppini 12 e 40 mm;
colla vinilica e attaccatutto;
9 cerniere con relative viti di fissaggio;
16 piedini antiattrito da inchiodare;
fondo e smalto di finitura
Basi e telai del separè in legno
le solide basi quadrangolari si ottengono accoppiando tra loro con semplice colla vinilica due quadrati di MDF e arrotondandone poi i bordi e gli spigoli.
per facilitare gli spostamenti, sotto le basi si applicano, in corrispondenza di ogni angolo, dei piedini antiattrito, che si presentano come chiodi a testa particolarmente large e liscia.
la struttura del paravento si realizza assemblando montanti e traverse a mezzo legno con colla e gruppini.
la carta giapponese, ben tesa si fissa sul retro con adesivo universale o con piccole graffe, e si rifila con un cutter
Chiuso su se stesso il separè di legno diventa una colonna luminosa, semplicemente inserendo al suo interno una piantana alta e stretta con tante lampadine. Così illuminata, la stanza riverbera di una delicata luce soffusa, che fa risaltare i finissimi disegni con cui è ingentilita la carta giapponese, che in condizioni di luminosità diffusa quasi non si vedono.
L’originalità e la fantasia dei progetti che riceviamo in redazione è senza dubbio stupefacente e ci arricchisce mese dopo mese di informazioni curiose. Su questo numero da pagina 34 troviamo un marchingegno per fare le “nevole” di Ortona, nessuno di noi sapeva cosa fossero: una specialità della città abruzzese, cialde fatte con mosto d’uva, farina, olio e aromi che hanno origine addirittura nel XIII secolo. L’infaticabile nostro lettore/redattore Sergio Mosca ha restaurato questi ferri che servono per pressare e far cuocere sulla fiamma la pasta imprimendole decori e simboli grafici con particolari significati. E poi ci torna in mente l’abilità di Giuseppe Trentin che ha costruito una zampogna, lo strumento musicale diffuso tra i pastori, partendo da una camera d’aria di un camion, anziché dalla pelle di pecora, più altri pezzi di recupero. E Hans Rademaker, che si è costruito una libreria a forma di cassa da morto, niente di triste, semmai qualcosa di scaramantico per sdrammatizzare “l’evento finale”. Sempre per rimanere su un argomento democratico e inevitabile come la morte, passerei a parlare della cacca per suggerirvi, io questa volta, la costruzione di un oggetto di sicura utilità e forse una novità per molti di voi. Gli Americani hanno scoperto che la miglior posizione per fare la cacca è con le ginocchia che salgono un pelo sopra l’altezza dei fianchi, nella posizione ginnica detta “squat”, il colon si distende perfettamente e le feci trovano un percorso senza ostacoli, dall’intestino al water. Avevo già letto questa informazione, basata su diversi studi medici, sul best seller (si vede che l’argomento è di interesse per molte persone) “L’intestino felice” di Giulia Enders: la provata teoria è che il modo migliore per espletare questa funzione tanto importante è copiare gli animali. Per soddisfare l’esigenza di assumere la posizione giusta da seduti, negli Stati Uniti si è molto diffuso lo Squatty Potty (traduzione letterale: vasino/posizione squat), un semplice sgabellino in plastica bianca, alto 18 centimetri che si può comprare on line, intorno ai 30 euro, su cui appoggiare i piedi mentre si è impegnati nell’atto dell’evacuazione e che ha una curvatura che permette di incastrarlo perfettamente alla base del water. Molto incisivo lo spot pubblicitario che ha spopolato in America per promuovere la vendita dell’oggetto, visibile al seguente link: www.youtube.com/watch?v=igoPME9Ik8M E qui arriviamo alla parte che riguarda la nostra materia: su internet oltre allo sgabellino in plastica ce n’è uno in legno, molto più bello, che costa ben 99 euro. Per un far da sé è una bazzeccola realizzarlo con qualche avanzo di lavorazione: apprezzato in famiglia, si distinguerà nel vostro bagno per originalità ed estetica.
Ora la famiglia NanoBlade è più completa, integrata dal modello AdvancedCut 18
La gamma NanoBlade di Bosch si espande e passa da 3 a 4 modelli per coprire tutte le esigenze di taglio: le macchine alimentate a batteria diventano 2 come sono quelle alimentate da rete elettrica 220 V.
Per chi non conoscesse ancora il sistema NanoBlade, spieghiamo che si tratta di un’innovativa tecnologia di taglio, simile concettualmente a quella di una sega a catena: l’elemento attivo o tagliente, infatti, scorre in modo continuo guidato da una barra rigida, esattamente come nelle motoseghe, ma il tutto è miniaturizzato e azionato da un motore elettrico analogo a quello di un qualsiasi elettroutensile da laboratorio.
L’allargamento della gamma NanoBlade cordless, prima rappresentata dal solo EasyCut 12, vede entrare a catalogo il nuovo modello AdvancedCut 18, sempre molto compatto e leggero, ma dotato di maggiori potenzialità: l’alimentazione con batteria al litio passa a 18 V – 2,5 Ah e, cosa importante, rientra anch’esso nella famiglia Power for ALL, potendo così condividere le batterie con una vasta gamma di elettroutensili. Altra particolarità è l’innovativo motore brushless (senza spazzole), molto performante e parco nel consumo di energia.
Il modello di punta alimentato a filo resta invece l’AdvancedCut 50, analogo come potenza e capacità di taglio all’EasyCut 50, cui aggiunge però la possibilità di effettuare tagli obliqui, la preselezione della velocità di scorrimento della lama e una maggiore dotazione che include 2 limitatori per ridurre la profondità di taglio.
Ma andiamo a scoprire quali sono le peculiarità del sistema di taglio NanoBlade. La prima cosa che si rileva è la somiglianza degli elettroutensili a filo con un comune seghetto alternativo; in questo caso, però, si ha una barra fissa, con estensione sino a un massimo di 65 mm, attorno alla quale scorre la microcatena. L’insieme tagliente e barra risulta molto sottile, cosa che permette tagli precisi, mentre l’estensione consente di tagliare legno, derivati e materiali plastici di spessori decisamente importanti.
L’attacco SDS semplifica il cambio della lama: basta aprire lo sportello, sganciare/agganciare la barra e richiuderlo; la lama si tende da sola nella maniera corretta.
Rispetto alla sega a catena, la tecnologia NanoBlade rende superflua l’oliatura e l’affilatura della lama, eliminando quindi ogni necessità di manutenzione. La rotondità del tagliente in punta, permette tagli dal pieno semplici e sicuri in un’unica operazione, senza bisogno di preforare; questa operazione risulta molto complicata se affrontata con un seghetto alternativo.
L’avvio facilmente gestibile con il pulsante e la preselezione della velocità massima offrono un inizio taglio dolce e una modalità appropriata in base al materiale in lavorazione. La visuale resta ottimale sulla linea di taglio, grazie al sistema CutControl.
Barra ed elemento attivo di taglio sono un insieme non divisibile; la sostituzione è semplice e molto rapida.
Il particolare sistema di funzionamento garantisce l’assenza di vibrazioni nelle lavorazioni. Per il taglio dal pieno (per esempio: attacco nel mezzo di una tavola) è sufficiente appoggiare la parte posteriore della piastra, poi affondare la punta della lama nel pezzo in lavorazione.
Taglio a spingere e a tirare
Due modelli a “spingere”
I due modelli a 220 V si usano “a spingere”, perché il tagliente corre verso la piastra sul lato anteriore della barra.
Due modelli a “tirare”
Nei due modelli a batteria il tagliente va verso la piastra sul lato posteriore, quindi, si guidano “a tirare”.
Tagli vicino alla parete
Il posizionamento laterale della barra permette di effettuare tagli anche vicino alla parete.
Taglio dei rami
La rotazione del tagliente, nei modelli a batteria, facilita anche le operazioni di potatura e taglio rami di diametro sino a 65 mm.
Microsega NanoBlade Advanced Cut 50 Bosch l’utensile dalle possibilità illimitate
Ampia gamma di applicazioni esecuzione di tagli dal centro senza necessità di perforare, tagli obliqui fino a 45° e scanalature in due diverse profondità di taglio
Utilizzo semplice, grazie alle microlame NanoBlade che non necessitano manutenzione e non comportano vibrazioni, basate sul principio della sega a catena
Prodotto di ottima qualità
Innovative protezioni plastiche
In dotazione con tutti i modelli c’è una cuffia da applicare alla barra per proteggere e rendere inoffensivo il tagliente quando si ripone l’utensile.
Nei modelli EasyCut e AdvancedCut 50 sono inclusi anche altri aggiuntivi specifici: una è la protezione antischegge che si applica alla piastra d’appoggio e va a chiudere lo spazio attorno alla barra.
La seconda è un convogliatore da applicare rimuovendo la protezione antischegge; il suo ruolo è quello di favorire la raccolta dei trucioli e si utilizza soprattutto quando l’elettroutensile viene collegato a un aspiratore con il tubo flessibile.
Con l’AdvancedCut 50 sono inclusi anche i 2 limitatori di profondità, di misure diverse e utilizzabili anche insieme, che permettono il taglio ad altezza calibrata, per esempio per fare scanalature.
Nanoblade: le 4 versioni
EasyCut 12 è alimentato da una batteria al litio da 12 V 2,5 Ah, taglia il legno sino a 65 mm di spessore e pesa 0,9 kg. Costa euro 149,95 la versione Set, euro 99,95 il solo corpo macchina.
AdvancedCut 18 è alimentato da una batteria al litio da 18 V 2,5 Ah e pesa 1,1 kg. Costa euro 219,95 nella versione Set, euro 159,95 il solo corpo macchina.
EasyCut 50 esegue tagli in profondità fino a 50 mm nel legno, fino a 30 mm nei materiali plastici; ha una potenza nominale di 500 W. Costa euro 99,95.
AdvancedCut 50 offre in più la possibilità di taglio obliquo 0-45°, la preselezione della velocità massima della lama e 2 limitatori di taglio. Costa euro 149,95.
Guida passo-passo per crimpare un cavo ethernet senza preoccupazioni
In questo articolo si affrontano i passaggi corretti per crimpare un cavo ethernet (a volte scritto erroneamente cavo eternet o più comunemente chiamato cavo rete)seguendo i giusti passaggi. Quando si dispone di più computer, è molto utile connetterli insieme tramite una rete locale per trasferire file e condividere risorse come Internet, stampanti, dischi esterni ecc. e in tal caso crimpare rj45 sarà piuttosto lungo
Una rete locale può essere distribuita via cavo ethernet tramite una serie di conduttori che raggiungono ogni dispositivo. Questi sono costituiti da un fascio di conduttori singoli, isolati con guaine di diverso colore che terminano in uno speciale connettore che si inserisce nel PC o nella periferica da gestire. Per collegare questi connettori si usa la pinza crimpatrice, che li fissa stabilmente creando un efficiente contatto elettrico per la trasmissione dei segnali.
5-Pack 1,5m 5-Colore Combo. Cavo patch Cat6 Ethernet per le reti cablate di casa e ufficio
Connettori RJ45 assicurano una connettività universale;elevata larghezza di banda fino a 550 MHz garantisce il trasferimento dati ad alta velocità
Prestazioni Cat6 ad un prezzo Cat5e ma con maggiore larghezza di banda;A prova di futuro la rete per 10-Gigabit Ethernet (compatibile con qualsiasi Fastethernet esistente e Gigabit Ethernet);Soddisfa o supera Categoria 6 prestazioni nel rispetto della TIA / EIA standard di 568-C.2
High Performance Cat6, 24 AWG, RJ45 Ethernet Patch Cable fornisce la connettività universale per componenti di rete LAN quali PC, server, stampanti, router, switch box, lettori multimediali di rete, NAS, telefoni VoIP, dispositivi PoE, e altro ancora
Trasmette i dati a velocità fino a 1000 Mbps (o 1 Gigabit al secondo)
Per realizzare collegamenti rj45 incidiamo molto delicatamente la guaina del cavo di rete, in modo da asportarne una porzione di circa 3 cm e portare in evidenza i fili interni. Facciamo attenzione a non danneggiarli.
Rimossa la guaina, si hanno quattro coppie di fili avvolti su se stessi a due a due e di colore diverso. Svolgiamo le coppie di fili in modo da avere otto fili separati, eventualmente spuntiamo i terminali.
Tenendo i fili stretti tra due dita li appiattiamo in modo che stiano ben affiancati tra di loro. Poi li tagliamo in modo da averli tutti della stessa lunghezza. Il taglio deve essere netto e senza sfilacciature.
Inseriamo i fili nel connettore (rispettando la configurazione riportata successivamente) tenendoli sempre allineati. Il connettore deve avere la linguetta in basso. La guaina isolante deve toccare il bordo.
Inseriamo il connettore nella pinza crimpatrice e, stringendo la pinza con due mani, crimpiamo il connettore in modo da fermare i fili. La pinza non dovrebbe aprirsi se non si è giunti fino in fondo.
Cablaggio cavi di rete
schema cavo di rete – rj45 schema
Così è la giusta configurazione per il cablaggio del connettore lan di entrambi i connettori di un cavo di rete. Tenendo il connettore nella posizione indicata e con i fili che entrano dal basso, l’aletta si trova dietro.
Qui è raffigurata la giusta configurazione per i connettori di un cavo incrociato.
Il cavo incrociato (crossover) si usa quando si devono connettere, direttamente tra loro due computer senza usare hub o switch.
Biscotti segnaposto, composizioni originali rifinite con appositi strumenti per il “craft”
Realizzare biscotti segnaposto è un’idea originale per abbellire la mise en place della tavola in occasione di feste, compleanni e matrimoni. Questi dolcetti segnaposto sono semplici da realizzare: bastano un po’ di canestrelli e alcuni elementi decorativi per renderli più graziosi.
A seguire tutti i dettagli per realizzare questi dolci segnaposto.
Strumenti specifici per il “craft”
Il particolare taglierino per sagome permette di ritagliare da un supporto di carta o cartoncino forme di varia sagomatura. Si usa con una vasta gamma di maschere di taglio (che permettono di tagliare in modo facile e preciso) oppure a mano libera.
Le perforatrici a pinza aggiungono un tocco delicato alle creazioni. Con questo strumento si possono perforare carta, cartone, pelle e anche sottili fogli metallici.
Una vaschetta incorporata raccoglie la forma fustellata che può essere riutilizzata come decorazione. Ad ogni colore delle impugnature corrisponde una specifica decorazione per una facile identificazione dei motivi.
Le forbici “Paper Edgers” permettono di realizzare tagli creativi su carta, feltro, gommapiuma, pelle fine e molto altro. Le lame sono sagomate in modo da incidere la carta con differenti motivi decorativi (a seconda del modello) e hanno una forma allungata che permette tagli ampi e precisi.
Dimensioni (circa): lunghezza 45 m, larghezza 10 mm.
Materiale: tessuto di poliestere di alta qualità che non si strappa o piega facilmente né si sfilaccia. Ottima consistenza morbida e liscia, nastro adatto per confezioni regalo, scrapbooking, decorazioni e molti altri lavori di bricolage.
Nastro in organza color arcobaleno: rosso, arancione, giallo, verde, ciano, blu e viola, i vari colori offrono una decorazione meravigliosa.
Ampia applicazione: nastro di organza colorato adatto a decorazioni, matrimoni, fiocchi per capelli, artigianato, eccetera.
Quantità: la confezione include 1 rotolo di nastro velato di organza che vi offrirà divertimento e piacere nei progetti fai da te.
Biscotti segnaposto – Realizzazione illustrata
Occorrente: cartoncino rigido; taglierino per sagome; maschere per taglio decorativo; forbici; forbici Paper Edgers; perforatrice a pinza; canestrelli; nastro colorato.
Adagiare sul cartoncino la maschera per taglio decorativo.
Seguendo i contorni della forma prescelta, ritagliarla utilizzando l’apposito taglierino.
Decorare un’estremità della porzione di cartoncino rigido ottenuta utilizzando le forbici apposite per un taglio creativo e personalizzato.
Con la perforatrice a pinza realizzare un’apertura (in questo caso una farfallina) all’estremità del cartoncino ritagliato, per il passaggio del nastro colorato.
Passare più volte il nastro colorato attorno al canestrello, sfruttando il suo foro centrale.
Un separè fai da te realizzato con materiali semplici che conferisce alla casa un aspetto allegro e colorato
Gli ambienti più grandi della casa possono essere intelligentemente suddivisi in aree di differente impiego con la creazione di separè fai da te leggeri che, pur creando spazi differenziati, mantengono inalterata l’ariosità e la piacevolezza propria dei locali di maggiore dimensione. Le separazioni, infatti, non devono arrivare al soffitto per conservare il senso originario di spazio.
In genere non servono materiali o mezzi particolari: anzi, un intelligente riuso di materiali “poveri” è la base delle realizzazioni più intelligenti e di maggiore effetto.
Questo divisorio elastico e flessuoso, con rami colorati che oscillano al passaggio delle persone, è costituito da una base formata da due listelli affiancati che bloccano, al loro interno, una serie di rami colorati (questi si acquistano in fasci già pronti). I rami sono fissati in posizione con robuste graffe, mentre la stabilità dell’insieme è assicurata da un piede trapezoidale fissato ad un’estremità dei due listelli paralleli.
Presa immediata – L' adesivo da muro ha una notevole forza adesiva immediata, grazie all'effetto ventosa, ed è ideale per sostituire viti, chiodi e tasselli al muro.
Multiuso – L'adesivo per battiscopa è perfetto come colla per legno, per il fissaggio a muro di pannelli, oppure per calcestruzzo, piastrelle e pannelli in polistirolo.
Extra-forte – Con la formula a base acqua, l' adesivo resistente è fino al 70% più forte. Una delle due superfici deve essere porosa, ma è adatto anche a superfici umide.
Uso interno – L' adesivo veloce per interni è facile da usare e inodore, basta spremere il blister. È inoltre molto resistente e può reggere fino a 60 kg/cm2.
Confezione – Pattex Millechiodi Forte & Rapido adesivo per superficie porosa extra-forte e rapido, con nuova formulazione a base acqua, senza solventi, bianco, 1x 100g blister, Cod. articolo 1947976
XILOVAL CERA è un impregnante cerato con finitura satinata per il trattamento del legno per esterno che garantisce un'ottima protezione dal degrado causato dagli agenti atmosferici, dalla muffa, dai funghi e dai parassiti
XILOVAL CERA contiene resine e filtri speciali che proteggono il legno dai raggi ultravioletti e dalle intemperie. Con questo trattamento non si rende quindi necessaria l’applicazione di una vernice di finitura, l’aspetto estetico risulterà “ad effetto naturale”.
XILOVAL CERA non sfoglia e protegge il legno anche in ambienti particolari quali mare ed alta montagna
Indicato per il trattamento di porte, finestre, persiane, perline, travi, balconi, sottotetti, steccati, fioriere e per tutti gli oggetti, costruzioni e/o strutture di legno
Resa media teorica-indicativa: da 12 a 14 mq con 1 lt.
Separè fai da te – Realizzazione illustrata
I rami colorati vanno fissati con la graffatrice al listello di base, accostandoli strettamente uno all’altro.
Fissati in questo modo i rami possono vibrare e incurvarsi alle punte senza nessun rischio di allentamento.
Si prosegue nel fissaggio mantenendo le basi su una linea di riferimento, fino a completare il listello.
Il bloccaggio definitivo dell’insieme si effettua applicando il secondo listello sulla fila di rami graffettati.
Si prepara il piede tagliando un trapezio di legno con la sega a pettine e la cassetta per tagli angolati.
Il piede va collegato di testa ai due listelli di base inserendo due lunghe viti autofilettanti.
Per rinforzare e stabilizzare i rami graffettati e bloccati dai due listelli di base, si applica un ricco cordone di adesivo per legno dalla parte inferiore del sostegno.
L’ultima finitura consiste nello stendere un paio di mani di vernice trasparente sui due listelli di base e sul piede che li stabilizza.
La taglierina elettrica ad acqua di Montolit taglia materiali ceramici e lapidei sino a 35 mm di spessore, in totale assenza di polvere
Dimensioni e peso contenuti, a tutto vantaggio della trasportabilità e della facile collocazione su qualsiasi superficie piana, sono due caratteristiche non certo secondarie della taglierina elettrica per piastrelle F2 di Montolit.
La macchina funziona con un disco diamantato di diametro 180 mm, che lavora a umido e permette il taglio senza produzione di polvere di piastrelle e materiali lapidei spessi sino a 35 mm. Il motore elettrico assorbe una potenza di 450 W e ha un regime a vuoto di 2800 giri/min; il basamento è in ABS antiurto, mentre il pianetto di taglio è in acciaio inox.
Lavorando ad acqua, il disco diamantato di alta qualità subisce un consumo minimo di diamante e affronta senza difficoltà il taglio anche di materiali particolarmente duri.
Grazie al pianetto inclinabile sino a 45°, alla guida parallela e alla guida angolare può eseguire tagli diritti e obliqui da 0° a ±45° e jolly (inclinati da 0° a 45°). Prezzo consigliato euro 241,00.
Due le guide in dotazione: quella parallela si aggancia al pianetto e usufruisce della scala millimetrata stampata sull’acciaio; quella angolare scorre sulla precedente.
Esempio di taglio obliquo con l’ausilio della guida angolare.
Esempio di taglio eseguito inclinando il pianetto per realizzare un pezzo jolly.
Semplice e rapido l’accesso alla lama per la sostituzione.
Analisi delle caratteristiche peculiari di un impianto domotico
La domotica è la disciplina che fornisce soluzioni tecnologiche per aiutare a vivere meglio nella casa o nell’ambiente di lavoro. Il riscaldamento che si accende prima del rientro, le luci che si spengono in tutta la casa o l’ufficio contemporaneamente all’inserimento dell’antifurto, la temperatura che si abbassa di qualche grado per evitare inutili sprechi, sono solo alcuni esempi di ciò che può offrire un impianto domotico.
I fronti su cui lavora sono molteplici: dal risparmio energetico, soprattutto per abitazioni ed edifici dove i consumi energetici incidono in maniera considerevole, all’abitabilità della casa, ad operazioni manuali quotidiane automatizzate, al controllo totale in remoto della propria abitazione.
Per una casa più agevole
L’obiettivo della domotica non è solo quello di agevolare la persona, ma è anche quello di farlo a costi relativamente contenuti, affinché tutti possano beneficiarne.
Questo fattore risulta determinante: i dispositivi che semplificano la vita e fanno anche risparmiare sulle bollette non devono comportare un costo esorbitante, altrimenti sarebbero poco attrattivi, riservati alle persone amanti della tecnologia e con disponibilità economiche superiori alla media.
Impianto domotico – Sintesi concettuale
Un videoterminale consente la gestione dell’impianto domotico e dei dispositivi installati nell’abitazione. Tramite software è possibile impostare nuove funzioni e numerosi altri servizi che possono essere gestiti e controllati direttamente dall’unità centrale oppure in remoto, avvalendosi del cellulare o di un computer.
Le principali funzioni
Attivare e regolare l’intensità dei dispositivi d’illuminazione. Si possono accendere e spegnere luci a zone, impostarne l’accensione al passaggio e creare scenari luminosi.
Controllo di tapparelle/persiane. Chiusura ed apertura possono avvenire singolarmente o in modo simultaneo ad orari prestabiliti, tramite sensori per pioggia e vento.
Ventilazione. In caso di fumi, aria viziata, condizioni impostate di umidità e temperatura, la ventilazione controllata dall’impianto domotico può garantire automaticamente un corretto ricambio d’aria.
Elettrodomestici. È possibile programmarne la disattivazione secondo una sequenza prestabilita in caso di assorbimento eccessivo, per evitare situazioni di black-out.
Temperatura. In ogni zona dell’abitazione è possibile mantenere determinate condizioni, suddivise per fasce orarie, combinando anche la chiusura delle tende o degli scuri.
Sicurezza. Zone interne ed esterne dell’abitazione sono monitorate da telecamere di sorveglianza collegate a sistemi anti-intrusione e rilevatori di movimento, pronti ad intervenire tramite dissuasione.
Irrigazione. Può essere interfacciata con una stazione meteo per sospendere le innaffiature programmate in caso di precipitazioni anche se ci si trova in viaggio.
Musica. Attraverso scenari può essere associata al risveglio o all’apertura della porta d’ingresso, ascoltata solo in alcune stanze, con scelta dei brani in base all’intensità luminosa.
Protezione. I rivelatori di fughe di gas, di allagamento, di presenza di fumo, incendio ed altri sensori sono collegati al sistema di allarme ed in caso di anomalie intervengono.
Impianto domotico via cavo
I componenti dell’impianto domotico (differenti da quelli dell’impianto elettrico) sono collegati fisicamente per mezzo di un cavo, denominato “bus”, attraverso il quale avviene un continuo scambio di dati. Praticamente succede lo stesso in un normale impianto elettrico (si preme l’interruttore, si spegne la luce), con la differenza che qui il sistema viene “messo al corrente” del fatto appena avvenuto.
Le informazioni scambiate possono essere di stato (temperatura, movimento) o generate da un comando (accensione luci, movimento tapparelle) che ogni singolo componente “attiva” o “legge”. Tutti i dispositivi devono essere configurati secondo diverse procedure e l’intero impianto può essere gestito da un’apparecchiatura di controllo, costituita da un PC da incasso o da appoggio.
In questi impianti una singola linea non può superare una determinata lunghezza (comunque intorno ai 1000 metri) e può supportare un numero massimo di dispositivi; è comunque possibile affiancare più linee, ciascuna collegata ad un proprio alimentatore.
Impianto domotico senza fili
Il vantaggio della tecnologia wireless è che non occorre intervenire sulla muratura per far passare cavi, con riduzione dei disagi, dei tempi e dei costi nelle opere murarie, tuttavia ci sono maggiori oneri per l’acquisto delle apparecchiature.
Altro beneficio del wireless: in caso di trasloco l’impianto si smonta e si rimonta senza interventi particolari. Per contro, con gli impianti domotici via cavo si ha la certezza del dialogo tra le apparecchiature, mentre negli impianti senza fili non si può escludere totalmente la possibilità di disturbi delle onde radio.
Impianto misto
Può essere presa in considerazione, ed in molti casi è consigliata, la possibilità di un impianto domotico che utilizzi sia la tecnologia a fili, sia quella wireless. Si può quindi realizzare un impianto via cavo meno dettagliato senza preoccuparsi troppo di eventuali variazioni future, in quanto sarà possibile integrarlo con un sistema ad onde radio. Questo già avviene nei casi in cui si dispone di comandi singoli per le tapparelle, centralizzabili con apparecchi radio, o per installare dimmer che permettano di variare l’intensità delle luci con comandi remoti.
Un banco bar fai da te con tanto di kit per la spillatura della birra
Di linea essenziale, questo banco bar fai da te si presenta come una vetrinetta a tre corpi ed è studiato per trasformarsi, nel giro di pochi secondi, in una penisola attorno alla quale accogliere parenti ed amici per un brindisi o per un aperitivo a base di noccioline e salatini.
Mentre la parte fissa viene descritta in ogni suo particolare, per quella mobile, centrale, ci limitiamo a descriverne la struttura, lasciando ai lettori di stabilire come attrezzarla (ripiani, divisioni verticali, cassetti per sfruttarla in modo pratico).
La parte fissa è costituita da due vetrinette larghe e profonde poco più di 35 centimetri (le misure esposte nell’elenco dei materiali sono solo indicative e dipendono dall’eventuale spazio disponibile sulla parete), collegate a tergo da un robusto schienale e superiormente da un ripiano che regge un pannello a ribalta.
Lo schienale è avvitato dentro una battuta aperta nello spessore delle pareti esterne delle vetrine; il ripiano, chiuso fra le loro pareti interne, si fissa con quattro giunzioni ad angolo. Il pannello a ribalta è articolato su quello fisso con cerniere a biscotto.
Dentro le vetrine sono montati faretti alogeni a bassa tensione i cui trasformatori trovano posto sotto il ripiano di base. Tenendo conto di quanto detto in precedenza, questa parte è un semplice cassone montato su rotelle e munito di uno sportello anteriore. Le due pareti sono collegate in basso da due ripiani di truciolare bilaminato e in alto da due traverse.
Il mobile è tutto giocato sul contrasto fra il bianco delle pareti ed il color legno del tetto, degli zoccolini e dei listelli, rifilature delle tavole di lamellare utilizzate per gli altri pezzi, che coprono i bordi a vista. Il mobile, oltre alla precisione dei tagli a squadra, richiede alcuni tagli bisellati, la smussatura delle bordature e mezza dozzina di tagli curvi.
Per completare l’angolo bar, è possibile installare un kit per la spillatura all’interno di un frigorifero, modificato adeguatamente. Si tratta di praticare il foro sul top del frigorifero per installare l’erogatore e a questo proposito occorre verificare che non corrano serpentine nella parte superiore ad impedire la foratura.
Il resto del lavoro non è complicato, in quanto si trovano senza difficoltà gli accessori per realizzare un impianto di spillatura. Si tratta di scegliere marca e tipo di birra e, in base all’attacco sul fusto utilizzato dalla casa produttice, scegliere di conseguenza lo spillatore appropriato.
Il frigorifero va rivestito con gli stessi pannelli utilizzati per gli altri mobili, garantendo l’aerazione nella parte superiore come illustrato nel precedente servizio. Sul top va prevista una vaschetta per la raccolta della schiuma eventualmente fuoriuscita durante la spillatura; questa deve essere rimovibile per la pulizia e avere un coperchio traforato come base d’appoggio.
Il materiale ideale allo scopo è l’acciaio inox, ma anche l’alluminio può andar bene, l’importante è che non ci possano essere fenomeni di ossidazione. La saldatura di questi materiali è piuttosto difficoltosa, pertanto per sigillare le giunzioni si può utilizzare uno stucco metallico; occorre poi uno spessore di 0,8-1 mm per evitare che il coperchio ceda sotto il peso dei boccali o, quantomeno, realizzare un paio di nervature di rinforzo nella parte centrale.
L’erogatore può essere scelto tra i vari modelli disponibili a giraffa, a colonnina o a cobra e l’anidride carbonica utilizzata dev’essere per uso alimentare.
Di seguito la guida illustrata su come costruire un bancone bar fai da te.
Per le vetrine (misure in mm): Truciolare bilaminato da 19: 2 pareti interne 1085×382; 2 esterne 965×400; 2 tetti e 2 basi 361×363; 1 retro 1434×1085. Lamellare da 18: 2 zoccolini frontali 390×120; 2 laterali 370×120; 2 tetti 500×550; 2 bordature anteriori 500×14; 2 laterali 45×400. Listello sezione 30×30: 2 attacchi zoccolino da 370; 2 da 350. Mezzo cristallo o vetro armato da 6: 2 antine 922×354; 6 ripiani 360×350. 4 cerniere per antine di vetro; 2 pomelli; 4 giunzioni a squadra; 4 faretti alogeni ad incasso con trasformatori; interruttori e cavi
Per la parte centrale (misure in mm): Truciolare bilaminato da 19: 2 pareti 1055×582; tetto e base 605×582; 1 porta 1015×636. Lamellare da 18: 1 frontalino anteriore 643 x38; 1 posteriore alto 643×100; 1 basso 605×195; 1 ripiano superiore 647×670. Lamellare da 27: 1 piano mobile 647×670. 2 rotelle fisse; 2 rotelle piroettanti (attacchi a piastra); 2 cerniere a biscotto; 2 cerniere a libro; 2 impugnature per il piano mobile; 1 pomello per la porta. Bordo legno termoadesivo largo 22; tasselli piatti; colla vinilica; colla per vetro; viti (a numero e misura); bordature sezione 18×19 ricavate dagli scarti di taglio delle tavole di lamellare
Eventuali, secondo l’uso della parte mobile (misure in mm): 1 fondo di masonite laccata 1035x 656; 2 o più ripiani lamellare o multistrato 18x605x582 con reggipiano; 3 griglie di aerazione di circa 80×500
I listelli che coprono i bordi a vista delle pareti sono semplicemente incollati e tenuti in sede con nastri adesivi o strettoi di lunghezza opportuna.
I bordi dei ripiani interni, dei tetti e delle basi, invece, si rivestono con nastro termoadesivo bianco. Per garantire una perfetta adesione, il truciolare va accuratamente levigato con carta 120 montata su un listello che garantisca la planarità e la squadratura.
Per il montaggio dei ripiani di mezzo cristallo occorre aprire nelle facce interne delle pareti contrapposte le file di fori per i reggipiano. In mancanza dello specifico attrezzo con interasse di 32 mm si possono usare o una striscia di masonite forata (per pannello portattrezzi o simili) o una larga cerniera a nastro.
I listelli di bordatura delle pareti vengono smussati, sui lati interni, con una fresa a 45° o a mezzo toro, sia per estetica sia per facilitare il movimento delle ante di vetro.
Una delle due pareti esterne anteriormente bordata dal listello smussato. Il lato opposto è aperto dalla battuta in cui incastrare il fondo. Sulla parete, già aperta dalle scanalature per i tasselli piatti, è poggiato uno dei due tetti da incastrare ed incollare.
Il ripiano centrale che unisce le due vetrinette vi si fissa con attacchi a squadra di tipo smontabile disponibili in molti modelli (qui un tipo ad incasso con foro da 35 mm).
Montati, con i tasselli piatti e la colla, il tetto e la base fra le pareti si mette il mobile in pressa fino alla completa presa della colla.
Nell’angolo inferiore ed anteriore delle pareti interne va aperto uno scarico di 56×120 mm per l’alloggiamento dello zoccolino.
Gli zoccolini che chiudono frontalmente ed esternamente la base delle vetrine si fissano con listelli (o piastrine metalliche o altro) sotto le loro basi. Lo zoccolino rientra frontalmente di 28 e lateralmente di 18 mm. Chiaramente visibili la battuta di incastro del retro e le file di fori per i reggi-piano.
Sulle due vetrinette abbiamo un piano col bordo anteriore sagomato con una curva; questa porta la larghezza da 550 mm sul lato interno a 405 mm su quello esterno e si pareggia col ripiano a ribalta incernierato a quello di unione.
Sotto il piano si incollano due cornici di identica sagoma e di identico spessore, larghe 45 mm (curva quella frontale, diritta quella laterale) che, a mobile chiuso, si allineano col piano fisso di unione.
Il piano a ribalta si articola a quello fisso con una coppia di cerniere a biscotto, chiamate anche “da macchina per cucire” incassate a filo piano per non creare spessore a ribalta chiusa. Queste cerniere hanno un minimo impatto visivo.
Sotto il ripiano inferiore della parte mobile si avvitano quattro rotelle con attacco a piastra, piroettanti quelle anteriori (curare che girando non tocchino l’interno delle pareti), fisse quelle posteriori. Occorrono viti Ø 3,5×16 mm.
L’illuminazione interna mette in risalto la cristalleria o le ceramiche presenti dentro le vetrine.
L’illuminazione è costituita da due faretti alogeni a bassa tensione con il relativo cablaggio ed il trasformatore.
I faretti si incassano nel tetto in fori aperti con una sega a tazza (meglio se montata su un trapano a colonna o con una guida a tuffo). Dai fori parte una scanalatura per il passaggio dei cavi che poi vengono fissati a tergo dello schienale. Il trasformatore viene montato sotto la base di una delle due vetrine.
L’armadietto scorrevole può essere usato sia come cantinetta, usando portabottiglie, sia come alloggiamento per ospitare un frigorifero che tenga in fresco lattine e bottiglie per gli ospiti, o un fusto di birra da collegare alla spillatrice.
Banco bar fai da te
Attrezzare il frigo
Occorrente
Per attrezzare il banco bar fai da te con una spillatrice e birra sempre fresca servono:
fusto di birra in acciaio;
bombola per CO2 di tipo alimentare e relativo riduttore di pressione;
rubinetto per spillatura con innesti in base al tipo di fusto scelto;
tubo;
fascette;
raccordi;
dispenser completo di colonna, raccordi e tubo;
frigorifero di piccole dimensioni, sottobase, senza comparto congelatore;
Il frigorifero da utilizzare è del tipo sottobase, magari predisposto per l’incasso, da completare con il rivestimento esterno nello stesso stile utilizzato per gli altri componenti del mobile tuttofare. Per evitare complicazioni conviene sceglierne uno senza comparto congelatore.
Il dispenser va inserito nel foro praticato sul top interponendo una rondella e una guarnizione o-ring a corredo; in dotazione anche un’ampia rondella che, pressata da un dado filettato inserito da sotto, provvede ad un saldo bloccaggio dell’erogatore.
Tra i sistemi di aggancio più pratici per lo spillatore ci sono quello a scivolo (nella foto), a triangolo o a baionetta. Ad esso vanno collegati la bombola di anidride carbonica ed il dispenser. Quanto ai raccordi, devono essere idonei all’erogazione di bevande, tipo quelli John Guest ad innesto rapido.
Il taglio con la roditrice lascia i bordi privi di deformazioni su lamiere spesse fino ad 1 mm.
Bloccata lungo la linea di piegatura, si batte la lamiera interponendo un pezzo di scarto.
Con stucco metallico bicomponente si uniscono e sigillano i lembi nei quattro angoli.
Il coperchio di lamiera forata va tagliato e piegato in modo che si inserisca dentro alla base.