Home Blog Page 111

Mortasatrice portatile fai da te | Tutti i passaggi illustrati

In un filmato su internet si scopre che una mortasatrice portatile fai da te si può autocostruire; questo è sufficiente per fare un progetto e procurarsi il materiale necessario. La particolarità è che è quasi interamente fatta di multistrato di betulla

Curiosando su internet alla ricerca di alcune informazioni, il nostro esperto lettore Marco Pierandrei si è imbattuto in un video in inglese in cui un fai da te d’oltreoceano illustra con dovizia di particolari l’autocostruzione di una strana mortasatrice portatile, funzionante con una fresatrice.

La mortasatrice fai da te ha fatto colpo sul nostro lettore perché era proprio quello che da tempo cercava senza successo sui cataloghi delle varie aziende, ovvero una mortasatrice portatile di dimensioni molto contenute, in modo da poterla trasportare in qualunque posto, oltre al fatto che, una piccola stazionaria di questo genere, può trovare facilmente posto dove lo spazio manca sempre. Guardando e riguardando il filmato, Marco è riuscito a identificare tutti gli elementi necessari per fare i disegni, ragionare sugli aspetti più spinosi e fare un calcolo del materiale necessario.

La costruzione, a parte la ferramenta utilizzata, è interamente di legno multistrato di betulla spesso 15 mm; dove si richiedono spessori maggiori, si uniscono due pezzi abbinandoli col dorso e incollandoli. Le giunzioni sono realizzate con biscotti, spine e, dove necessario, viti da legno di misura 4×20 mm e 4×30 mm. La cavatrice di mortase fai da te si compone sostanzialmente di 4 parti:

  • il piano dove appoggia il pezzo da lavorare,
  • il piano inclinato,
  • l’insieme con i due pianetti di spostamento
  • la struttura di supporto.

Il piano dove appoggia il pezzo si muove, ma solo per regolare l’altezza di lavoro della punta; spostandolo avanti o indietro, scivola su un piano inclinato e quindi si alza o si abbassa rispetto alla punta che, invece, non si muove verticalmente.

Quest’ultima, al contrario delle mortasatrici delle combinate, dove le punte non traslano, si muove lateralmente e avanti/indietro perché ad azionarla è una fresatrice portatile vincolata a due pianetti che scorrono su guide per cassetti. La cavatrice di mortase portatile così architettata è efficace e precisa, occupa pochissimo spazio e, per lavorare, può essere immobilizzata su qualsiasi banco.

La mortasatrice portatile fai da te ha tutto ciò che serve

mortasatrice portatile di legno

  1. Il premi-pezzo è incernierato con un blocchetto di multistrato fatto con due pezzi affiancati; da questo parte verticalmente un tondino di legno che si innesta nel braccio orizzontale, costituito nuovamente da doppio multistrato da 15 mm; all’estremità, infine, si incerniera una barra filettata grazie all’inserimento nel legno di una boccola con filetto interno a passo metrico.
  2. Come in ogni mortasatrice portatile di questo genere, deve esserci una nutrita serie di asole di regolazione, che in questo caso, però, sono realizzate usando il multistrato. La scelta della misura da 15 mm è frutto di un calcolo volto a ottenere la dovuta rigidità, necessaria per garantire robustezza e precisione non solo per quel che riguarda i piani, ma anche per i piccoli pezzi tecnici.
  3. Sul pannello frontale, che fronteggia la fresatrice, si realizza un’asola che in pratica rappresenta l’escursione possibile del pianetto fresante, quindi le dimensioni laterali massime, che la punta può scavare (la profondità massima, invece, dipende dalla lunghezza della fresa).
  4. Nella parte posteriore della guida, in corrispondenza dell’asola, vi è uno scasso maggiore che ne riprende la forma; questo è eseguito per poter fare spazio al mandrino della fresatrice e poter avanzare al massimo con il pianetto, guadagnando un buon centimetro di escursione in profondità della fresa. Si nota anche la rotaia su cui scorre lateralmente il pianetto, che in realtà è una guida di metallo per cassetti; la scelta è dovuta alla necessità di libero scorrimento. Sopra, il sistema di bloccaggio della fresatrice, con fascette autoserranti, che si affida a due supporti fatti con più pezzi di multistrato affiancati.

cavatrice di mortase portatile

Cosa serve per costruire una mortasatrice portatile fai da te:

  • Multistrato di betulla spessore 15 mm;
  • profilato d’alluminio 20×10 mm;
  • Molle a trazione lunghezza 100 mm;
  • 2 pomelli di serraggio a vite passante;
  • 1 pomello di legno;
  • 2 viti con quadro sottotesta 5×50 mm;
  • 2 viti con quadro sottotesta 6×60 mm;
  • 3 dadi a galletto di cui 1 maschio;
  • 3 boccole doppio filetto da 6 mm;
  • 1 pomello (per sistema bloccaggio pezzo);
  • viti per legno 4×30 mm e 4×20 mm;
  • spina d’acciaio da 2 mm

I principali dettagli costruttivi

costruzione mortasatrice

disegno cavatrice di mortase

cavatrice di mortase fai da te

  1.  Prima di tagliare i pannelli laterali a, per dar loro la forma prevista, si provvede alla realizzazione della sede per la guida di scorrimento facendo uno scasso rettilineo con la fresatrice. In questo caso la mortasatrice portatile va montata su un banchetto per fresare; regolata la profondità di lavoro e la distanza dalla guida laterale, si passano entrambi i pannelli da trattare.
  2. Dopo la fresatura i due rettangoli di multistrato devono essere sagomati sul lato lungo, tagliandone via un pezzo. Dato che la linea di taglio non è rettilinea, nel punto in cui cambia direzione va praticato un foro di diametro superiore alla larghezza della lama della sega a nastro, che si usa per eseguire l’operazione.
  3. Si inizia il taglio da un lato della tracciatura, portando avanti il pezzo lentamente e con la massima precisione; si segue la linea tracciata sino al foro dove, approfittando dello spazio di manovra che questo consente, si fa ruotare il pezzo e si prosegue nella nuova direzione, portando a compimento il taglio.
  4. Sulla guida di scorrimento di metallo, con sezione a U, va fatta una lunga asola dove alla fine scorrerà il perno di una manopola di fissaggio; la stessa asola va riportata sul legno e realizzata con la fresatrice montata sul banchetto, ma questa volta marcando bene il punto di inizio e di fine della passata, da ripetere con la medesima estensione sul pannello a controlaterale. Al termine si fissa la guida metallica nella corretta posizione con due viti a testa svasata.
  5. I due pannelli a appena approntati, sono speculari per quel che riguarda
    la posizione dello scasso per la guida metallica di scorrimento; si uniscono al pannello frontale b mediante due viti da legno per parte. Questa struttura rappresenta la guida d’appoggio frontale contro cui il pezzo da mortasare dovrà essere bloccato. Il montaggio di questi pezzi è provvisorio ma utile per determinare l’esatta posizione in altezza dell’asola orizzontale che si deve fare proprio sul pezzo b; è per determinare la sua altezza che bisogna praticamente allestire tutta la macchina, in particolar modo realizzare i sostegni della fresatrice e il pianetto di scorrimento laterale, incluse le necessarie guide di scorrimento, che in questo caso fanno ulteriore spessore.
  6. Per procedere con la costruzione si stabilisce l’esatta posizione dell’insieme c sul piano sottostante sul quale si immobilizza lateralmente, fissando al piano stesso due listelli longitudinali, in posizione d’appoggio ai fianchi interni di c.
  7. Per garantire alla fresatrice il movimento longitudinale e laterale, si applicano due coppie di guide di scorrimento, una coppia per ogni direzione: le prime due si mettono sul pannello che fa da base per tutta la macchina, dove appoggia anche l’insieme c.
  8. Su queste si applica il piano e che può scorrere avanti e indietro senza toccare lateralmente i montanti a. L’altra coppia di guide, quelle per il movimento laterale, si fissa sul piano e e consente il libero movimento al pianetto f, messo sopra.
  9. I due supporti i, sagomati per reggere la fresatrice, sono fissati da sotto al pianetto f che, come si nota è più stretto lateralmente, rispetto allo spazio di cui dispone: quello è lo spazio di manovra che gli è consentito proprio per traslare sulle guide sottostanti.
  10. Le manopole si eseguono usando pezzi di scarto del legno multistrato utilizzato. Partendo dal disegno su carta della manopola, si marcano sul legno le corrispondenze dei fori da fare: uno al centro e 8 sulla circonferenza esterna. Fatti i fori passanti, con un seghetto da traforo si uniscono tutti quelli situati sulla circonferenza, poi si arrotondano un po’ gli spigoli vivi.
  11. Nel foro al centro si avvita un bussolotto con filettatura interna a passo metrico in cui si inseriscono una vite e una rondella distanziale di legno, fatta tagliandola con sega a tazza.
  12. Le manopole servono per le regolazioni della mortasatrice; per esempio, la quota di fresatura (lavoro) si stabilisce facendo scorrere avanti o indietro il pezzo g, che scivolando su h, alza o abbassa il piano di lavoro d su cui il pezzo appoggia.

Guarda il video della mortasatrice fai da te all’opera

Puntatrice elettrica fai da te per lamiere | Progetto illustrato passo-passo

La puntatrice elettrica fai da te è una macchina semplice ma funzionale, realizzata con pezzi di recupero di varia provenienza; molti elementi, come i bracci saldanti, sono del tutto autocostruiti

Il nostro lettore Leonardo Telesca ha costruito una puntatrice elettrica fai da te recuperando il trasformatore da una vecchia saldatrice; recupero non facilissimo, visto lo stato del componente: un supporto rotto, con pericolo di cortocircuiti, e i terminali dei connettori molto deteriorati.

Sistemati questi aspetti, si verifica l’integrità degli avvolgimenti e il funzionamento del termostato che interrompe il circuito, in caso di surriscaldamento. Dalla vecchia saldatrice si recupera anche il commutatore di potenza, mentre un vecchio ventilatore viene applicato come sistema di raffreddamento da azionare all’accensione.

Per la struttura si usano tubolare di ferro e tondi di varie sezioni, il tutto unito con saldatura a elettrodi. La parte attiva è costituita da due bracci che attuano la puntatura delle lamiere: quello inferiore (negativo) è fisso, mentre quello superiore (positivo) scende a comando di un pedale.

Nel momento in cui i due puntali si toccano, un microinterruttore, in posizione strategica, dà corrente agli elettrodi. Come carter di chiusura della puntatrice elettrica fai da te si usano lamiere forate e alcuni pannelli (fondo, retro e sportello) presi da un forno a microonde.

Guarda il video

Come funziona una puntatrice

La puntatrice elettrica è una macchina per unire lamiere di ferro che non lavora con il principio dell’arco voltaico, bensì con quello della resistenza elettrica che provoca un forte riscaldamento nel punto in cui i due elettrodi sviluppano la loro azione (pressione e passaggio di corrente elettrica).

Nonostante la diversità fra i due sistemi, per il funzionamento della puntatrice va bene anche un trasformatore elettrico come quello presente nella saldatrice a elettrodi.

Questa tecnica è applicabile solo ad acciaio di basso spessore, quindi lamiera, per cui è più ampiamente diffusa nel campo automobilistico e degli elettrodomestici. Il funzionamento è condizionato da fattori fra cui la ridotta superficie in cui si deve sviluppare il calore, la quantità di corrente elettrica che deve attraversare questa superficie e la pressione che gli elettrodi esercitano sul punto di lavoro, per tenere a contatto i lembi.

Gli elettrodi della puntatrice sono di rame, quindi si possono ricavare prendendo comuni ugelli da saldatrice a filo continuo. Da una parte hanno il filetto M6 per il fissaggio, mentre l’altra estremità, per adattarla al diverso utilizzo, va modificata rendendola leggermente più appuntita, usando un tornio per metalli.

Componenti e assemblaggio della punzonatrice elettrica

progetto punzionatrice elettrica

Il telaio è un tutt’uno con le lunghe gambe che fanno da sostegno a pavimento della puntatrice, i cui componenti elettrici sono pochissimi: il trasformatore, il suo commutatore di potenza, un interruttore da pannello, un microinterruttore e una ventola di raffreddamento. Il resto è costituito da parti meccaniche per i bracci di puntatura e la loro movimentazione, più i vari carter che rivestono la parte alta della macchina.
Al vecchio trasformatore è stato riparato un supporto rotto rinforzandolo con piastrine metalliche, mentre i conduttori sono stati leggermente accorciati per rifare i contatti su metallo buono.
Del trasformatore è stato tenuto e ricollegato adeguatamente il termostato che inibisce il funzionamento in caso di surriscaldamento.
Gli ugelli in rame utilizzati come terminali di puntatura vanno adeguati alla nuova funzione che devono svolgere: basta una veloce passata al tornio, per rendere l’estremità un po’ più appuntita.
I due bracci sono molto robusti e collegati saldamente al telaio, ma sono anche perfettamente isolati mediante boccole di teflon, non sensibili al calore che si propaga.
Sul traformatore incombe una generosa ventola di raffreddamento che si attiva con interruttore.
Ogni parte metallica è collegata a terra per la massima sicurezza.
I bracci vanno montati e regolati in modo che, premendo il pedale, i terminali di puntatura vadano a contatto in perfetto allineamento.

Dettagli costruttivi

Il pedale è formato da un pezzo di tubo da 1/2” arrotondato con la piegatubi, poi saldato al centro a un altro pezzo; questo secondo è unito a 90° con un tondo Ø 12 mm che fa da fulcro di rotazione, innestato alle estremità nei due manicotti da 1/2” fissati con grani.
Posteriormente il leveraggio del pedale è incernierato con il rimando verticale; sotto, una molla garantisce il ritorno in posizione di riposo.
Il cavo di alimentazione è dimensionato a dovere, dato l’assorbimento della macchina. Dal pannello posteriore, ricavato dal forno a microonde, esce attraversando un fermacavi.
Il quadro comandi mostra solo l’interruttore della ventola di raffreddamento e il commutatore a 3 posizioni.

Sognare un giardino formale alla francese e amare il nostro “scapigliato” di oggi

Tratto da “In Giardino n.65 – Marzo-Aprile 2019″

Autore: Nicla de Carolis

“La Loire traverse, dans son cours, une vallée, qui pour sa fertilité est appelée le jardin de France” questo il mio ricordo dell’introduzione che il professore di francese, con pronuncia e intonazione perfette, ci fece alle medie per parlare della Loira e di tutte le meraviglie che si trovano sul suo corso: un giardino così grande che si sviluppa addirittura lungo tutto un fiume. La cosa mi colpì e imparai che, a differenza dal resto della Francia, la valle della Loira è caratterizzata da un clima temperato, estati secche con temperature miti e ventilate e autunni mai troppo freddi, che consente la coltivazione di una grande varietà di fiori e piante. Per lo stesso motivo, probabilmente, i sovrani di Francia, seguiti dalla nobiltà di corte, scelsero la valle per le loro dimore estive e vi costruirono, tra il X e il XVII secolo, ben 300 castelli. Ci mettono in soggezione la bellezza e l’austerità dei giardini di questa zona (vedi articolo a pag. 6, Chateau du Rivau) progettati intorno ai castelli secondo le regole del giardino formale alla francese, per distinguerlo da quello inglese, di tipo paesaggistico e che deriva dal giardino rinascimentale di matrice italiana. I più belli sono stati realizzati nel ‘500 e riflettono il razionalismo umanistico dell’epoca che afferma il dominio dell’uomo sul mondo dei sensi. L’uomo del Rinascimento vede la natura come qualcosa da piegare al proprio volere e da usare alla stregua di un qualsiasi altro materiale utilizzato per costruire. Così il giardino si deve adeguare alle regole che disciplinano l’architettura: simmetria, prospettiva. A farla da padrone in questi giardini è l’arte topiaria in base alla quale le siepi devono essere potate in forme geometriche, di animali, di oggetti e anche di persone. Altro esempio dei giardini di questo periodo è il labirinto, semplice ma sempre d’effetto, dove tutte le vie hanno un’uscita. I fiori sono confinati in un luogo separato dal resto, il giardino segreto. E poi vigne, giardini acquatici e l’orto-giardino d’ispirazione medievale, dove i colori degli ortaggi, il blu del porro, il rosso della barbabietola, il verde giada delle foglie di carote, si alternano ai fiori in un’enorme scacchiera variopinta e profumata. Certo ben pochi di noi potrebbero aspirare ad avere un giardino alla francese o anche all’italiana, così formali, realizzabili su progettazioni di professionisti, in spazi enormi e bisognosi di cure assidue per mantenere la loro “forma”, appunto. Spesso i nostri giardini nascono senza un “disegno”, semplicemente iniziando a trapiantare una rosa vicino a casa perché quando fiorirà ne potremo godere il profumo e la bellezza oppure mettendo a dimora una siepe che nasconda qualcosa di antiestetico o una pianta da frutto che tanto ci piace. Insomma, qualcosa di molto lontano da qualsiasi formalismo, qualcosa che comunque ci impegna, un giardino spesso disordinato ma che amiamo.

Come coprire le piastrelle senza toglierle | La guida completa passo-passo

I locali con pareti piastrellate non impongono più interventi di demolizione del rivestimento per essere rinnovati. Basta coprire le piastrelle utilizzando uno stucco speciale

Perché nasce l’esigenza di coprire le piastrelle della cucina, del bagno o di qualsiasi altra superficie piastrellata? Semplice: perché magari le piastrelle ci hanno stufato oppure perché nasce un’esigenza specifica di rinnovare l’ambiente rendendolo più moderno.

In diversi articoli abbiamo già mostrato come si possa cambiare volto a bagno e cucina senza affrontare importanti lavori di muratura per rimuovere le piastrelle, semplicemente ricolorandole con smalti speciali come SottoSopra oppure Facile&Veloce, capaci di aderire tenacemente anche alle superfici lucide.

Questa volta si va oltre : sempre senza rimuoverle, si ricoprono le piastrelle, colmando le relative fughe e realizzando un rivestimento continuo che alla fine risulta ugualmente impermeabile e lavabile. Tutto questo è permesso da un particolare stucco che fa parte della linea Facile&Veloce di Gapi Paints, che ha le stesse prerogative di aderenza e aggrappaggio alle superfici difficili dello smalto e della vernice trasparente che rientrano in gamma.

Con pochissimi millimetri di spessore si rinnova completamente una superficie anche dove ci sono elementi rotti, discontinuità e disallineamenti; poi si applica lo smalto del colore desiderato e, infine, la finitura trasparente completa la copertura delle vecchie piastrelle.

Tre prodotti imparare come coprire le piastrelle senza toglierle: uno smalto colorabile, una vernice trasparente e uno stucco, tutti abbinabili tra loro per ottenere effetti, resistenza o finiture extra. Si applicano su tutti i mobili in laminato e finto legno quali scrivanie e complementi; su pavimenti in cemento; su strutture in acciaio, grondaie, lamiere zincate, canali in rame; su tutto quello che è in pvc, canali strutture e mobili.

I tre prodotti sono ad acqua, inodori, adatti per uso in interni e in esterni, caratterizzati da alta adesività alle superfici. Smalto e vernice sono disponibili in confezioni da 0,625 litri e 2,5 litri, mentre lo stucco è da 1 kg e 5 kg.

La preparazione della superficie

La situazione come si presenta in partenza: le piastrelle sono vecchiotte e non più in linea con i gusti moderni.
Con un raschietto si puliscono a fondo le fughe, dove inevitabilmente si accumulano sporco e grassi.
Ancora un rapido passaggio lungo le fughe con carta vetrata piegata in due, per rimuovere ciò che resta sui bordi.
Resta da rimuovere completamente l’untuosità residue sulle superfici delle piastrelle; si agisce con un panno pulito imbevuto di alcool etilico.
Ultima fase della predisposizione della superficie è quella della mascheratura, con cui si va a limitare con la massima precisione la zona in cui lo stucco va applicato.

Coprire le piastrelle applicando stucco speciale

Per evitare che a lavoro finito restino tracce delle fughe, queste vanno riempite di stucco e lasciato essiccare.
La stesura dello stucco sulla superficie per coprire le piastrelle si fa con manara americana a bordi lisci; bastano 2-3 mm di spessore.
Le righe che restano a fine rasatura si rimuovono con carta abrasiva a grana grossa e poi media.

Applicazione della smalto colorato e poi la finitura

I pigmenti in microgranuli sono disponibili in tagli da 1 a 32 grammi e permettono di ottenere le tonalità riferibili a una nutrita cartella colori. La precisione della grammatura in ogni boccetta permette di riprodurre la medesima tinta anche in tempi successivi.

Il pigmento si versa nella latta dello smalto, ma per utilizzi “creativi” può essere mescolato anche allo stucco.
Si mescola sino al totale dissolvimento dei granuli di pigmento.
Lo smalto si stende con rullo, ideali sono quelli con spugna in moltoprene. Si impregna il rullino e si sgronda per ottenere la massima uniformità di stesura.
L’applicazione va fatta incrociando le passate verticalmente e orizzontalmente.
Per arrivare bene negli angoli è meglio utilizzare un rullino stretto con bordi squadrati.
Una buona mascheratura preventiva permette di passare con libertà anche nei punti più difficili, per esempio per aggirare i rubinetti e altri elementi che non vanno colorati. Lo smalto ha una capacità di coprenza molto elevata, difficilmente è necessario stendere una seconda mano di prodotto.
Anche la vernice trasparente è un prodotto all’acqua; basta una rimescolata per uniformare il contenuto del barattolo ed è pronta all’uso.
Come lo smalto, la vernice va stesa a rullo. L’aspetto bianco lattiginoso caratterizza il prodotto nella fase liquida;
non appena asciuga diviene completamente trasparente.
L’aspetto lattiginoso aiuta nella stesura perché permette di vedere bene le zone in cui la finitura è già stata stesa e di rilevare quelle in cui c’è accumulo di prodotto.
In pochi minuti la vernice diviene trasparente, ma la caratteristica di finitura prescelta, fra lucida, satinata o soft touch, si può osservare solo a completa essiccazione avvenuta.

Termoconvettore a gas | Installazione e impianto

Con un termoconvettore a gas possiamo integrare l’impianto di riscaldamento esistente senza interventi drastici

L’installazione di un termoconvettore a gas può risultare davvero utile, ma prima di procedere all’acquisto è opportuno valutare diversi fattori.

Quando non si può regolare la temperatura in ogni singolo ambiente si è costretti a mantenere un valore medio: questo è vero soprattutto all’inizio e alla fine dell’inverno quando, senza scaldare l’intera abitazione, può bastare la classica “fiammata” in alcuni locali e solo in determinati orari

Per queste particolari esigenze si può ricorrere a una fonte di riscaldamento aggiuntiva e localizzata fornita dai termoconvettori a gas metano, un “aiutino” da utilizzare in determinati momenti della giornata.

Le possibilità di ottenere un buon risultato senza interventi gravosi sono molte, a seconda che si disponga o meno di una canna fumaria, che si debba installare la fonte di calore addossata a un muro perimetrale o a una tramezza, oppure a pavimento.

Ottimizzazione dei consumi

Si può scegliere tra riscaldatori ad aria o ad acqua, che richiedono combustibile o a funzionamento esclusivamente elettrico; la gestione elettronica permette di ottimizzare i consumi con l’impostazione della temperatura e delle fasce orarie di funzionamento.

Tutto questo può avvenire senza affrontare interventi di ristrutturazione, con un investimento modesto e potendo usufruire della fonte di calore aggiuntiva nell’arco di mezza giornata o poco più.

Quanto ai consumi, le case produttrici prestano sempre maggior attenzione a questo aspetto; ne sono un esempio i sistemi ad accumulo che si comportano come veri e propri “serbatoi” in grado di rilasciare il calore gradualmente e per un tempo abbastanza lungo senza assorbire energia in continuo.

Schema impianto del termoconvettore a gas

impianto termoconvettore

Come realizzare il foro per lo sfiato del termoconvettore a gas e relativa canalizzazione

carotaggio muro

installare termoconvettore

dima di montaggio

  1. Effettuata la tracciatura, si esegue il foro Ø 50 mm con una lunga fresa a tazza montata sul trapano che diventa una vera e propria carotatrice.
  2. Se si lavora in coppia (uno fora e, contemporaneamente, l’altro aspira) si evita di disperdere la polvere. La “carota” di laterizio, estratta dalla tazza a fine lavoro, dimostra la regolarità e la pulizia del foro.
  3. Il tubo coassiale va tagliato alla lunghezza necessaria; quello di diametro maggiore dispone di una battuta che appoggia alla parete interna.
  4. All’esterno si chiude il foro con una griglietta di misura che non ostacola il passaggio dell’aria, ma ferma quello di insetti e altri animali.
  5. Per l’alimentazione si intercetta un tubo del gas proveniente dal locale di servizio al piano interrato, dove è situata la caldaia, forando il pavimento
  6. Si inserisce un raccordo a T sul tubo per diramare la mandata.
  7. Si completa il collegamento gas con l’inserzione di un rubinetto e si effettua l’allacciamento elettrico nella più vicina presa di corrente.
  8. Si posiziona a parete la dima che riporta le distanze da rispettare, le tracce per i tasselli di fissaggio del supporto e l’esatta posizione per il foro del condotto coassiale.

Termoconvettori a gas Robur

termoconvettore robur

Insieme al termoconvettore a gas vengono forniti la dima di montaggio, la staffa per il fissaggio a parete, il condotto coassiale lungo 50 cm da adattare allo spessore del muro, il terminale esterno di lega d’alluminio con guarnizione, la guarnizione da inserire tra apparecchio e parete, il kit di trasformazione per GPL, la spina elettrica tripolare.

Esistono 4 modelli di termoconvettori Robur con potenze comprese tra 2,92 e 4,71 kW, il rendimento è del 90%. Nel servizio abbiamo seguito l’installazione del modello più potente, per locali medio-grandi. Dall’esterno si nota soltanto il terminale antivento del tubo coassiale, con un diametro esterno di 105 mm e una sporgenza max di 30 mm. Robur (www.robur.it)

Sicar Eco 42T Stufa, 4200 W, Lamiera, Grigio
  • Regolazione potenza su tre livelli
  • Verniciatura epossidica antigraffio
  • Doppia sicurezza stop-gas con analizzatore di atmosfera: - interviene spegnendo automaticamente la stufa se la percentuale di anidride carbonica raggiunge l'1,5% - interrompe automaticamente l'erogazione del gas in caso di spegnimento accidentale
  • Attacco a parete oppure a terra su piedini
  • Ventola tangenziale azionabile da interruttore luminosoo
Offerta
TOYOSET LC-3010, Stufa a Combustibile Elettronica Portatile, Eccellenza Giapponese, Riscalda fino a 48 metri quadrati, Nessuna installazione necessaria, Potenza 3000 W
  • TOYOSET Originale, made in Japan, garanzia 2 anni, Superfice riscaldabile m² 19 – 48,Consumo combustibile Ltr/hr 0.083 - 0.313, Classe di efficienza Energetica "A"
  • Nessuna installazione, nessuna canna fumaria, portatile, Ventilata, consumo medio elettrico durante il funzionamento solo 13 watt, Garanzia 2 anni estendibile con combustibile Toyotomi
  • Termostato elettronico per mantenere la temperatura desiderata,Timer programmazione accensione e spegnimento settimanale con temperatura impostata, funzione Montagna per uso in quota
  • Autopulizia automatica, Autodiagnostica, sistema anti – odore, sicurezza anti-urto e anti-surriscaldamento
  • Funziona con tutti i combustibili per stufe, il produttore raccomanda combustibili a marchio Toyotomi - TOYOTOMI PLUS, TOYOTOMI PRIME e TOYOTOMI CLEAR, che permettono l'estensione della garanzia

Spinatura del legno | Come si esegue e quali guide utilizzare

Estremamente semplice e molto utilizzato nel fai da te per unire stabilmente ed in modo totalmente invisibile diverse parti di legno durante le nostre costruzioni bricolage: la spinatura del legno

Conviene diventare esperti in questa semplice tecnica che ci evita di dover realizzare incastri e dà ottimi risultati sia sul legno massello, sia su multistrato, MDF e truciolare. La spinatura del legno è un sistema estremamente semplice e largamente utilizzato nel fai da te e nei mobili industriali per collegare due parti di legno senza dover ricorrere agli incastri. Si tratta di utilizzare particolari cilindretti di legno duro, denominati “spine” che si inseriscono in fori praticati sui componenti da collegare e perfettamente coincidenti.

L’unica fase del lavoro che necessita di una certa cura e precisione è appunto quella di far combaciare alla perfezione i fori nei due pezzi. Per ovviare a questa difficoltà si utilizzano particolari accessori (le guide per spinatura) che permettono di ottenere precisi accoppiamenti sui pezzi da unire.

I fori si praticano con una punta da legno azionata dal trapano. Poiché devono essere perfettamente ortogonali alla superficie dei pezzi, è bene utilizzare una stabile guida di foratura oppure un supporto a colonna.

Inoltre, i fori devono avere una determinata profondità e non attraversare il pezzo (a meno di voler eseguire una spinatura passante) per cui la punta, durante la foratura, deve arrestarsi alla profondità voluta. Ciò si ottiene con appositi accessori di arresto che limitano la corsa del trapano. L’unione si ottiene cospargendo le spine con colla vinilica e inserendole nei fori dei due pezzi che vanno quindi accostati e messi in morsa.

Cosa serve per effettuare una spinatura

Per realizzare una giunzione per spinatura serve una punta da legno (1) con vettino di centratura, fornita di boccola di arresto profondità. Le spine (2) sono tondini di legno con superficie rigata, disponibili in vari diametri e lunghezze. Nei centri fai da te si trovano anche in barre da un metro, da tagliare alla lunghezza voluta.

Per praticare i fori necessari alla spinatura si utilizza il trapano. I fori devono essere perfettamente perpendicolari alla superficie, per cui è necessario utilizzare un supporto a colonna oppure una guida per foratura (3).

Servono i marcatori a cappellotto che presentano una punta centrale: inseriti nei fori praticati su un pezzo permettono di segnare, accostandovi l’altro pezzo, i punti da forare.
Infine la spina viene cosparsa di colla vinilica prima di effettuare l’accoppiamento.

 

Come si esegue una Spinatura

Si effettuano i fori, nel diametro delle spine da utilizzare, con la punta dotata di arresto di profondità.
In ogni foro si inserisce un marcatore a cappellotto (i marcatori sono disponibili in vari diametri come le spine).
Si portano a contatto i due pezzi da unire in modo che i marcatori lascino sul secondo pezzo il segno su cui forare.

Si fora il secondo pezzo e si inseriscono le spine nei fori del primo pezzo per controllare la corrispondenza.
Si cospargono le spine di colla vinilica e si procede all’assemblaggio inserendo le spine nei fori preparati prima.
L’elemento assemblato può essere tenuto in morsa da uno strettoio per 24 ore fino a presa avvenuta.

Le guide per spinatura legno

La spinatura consiste nell’inserimento di un tondino di legno robusto (la spina) in due fori perfettamente corrispondenti presenti su entrambi i pezzi da unire. La foratura precisa, quindi, è di fondamentale importanza per l’ottima riuscita del lavoro.

La si ottiene utilizzando guide di foratura di vario tipo che hanno la caratteristica di guidare la punta del trapano per mezzo di una o più boccole, perfettamente in verticale rispetto alla superficie del legno. Ma la loro caratteristica principale è quella di offrire alla foratura esattamente il punto corrispondente a quello in cui c’è il foro nell’altro pezzo. Questo risultato si ottiene con mezzi diversi.

È utile sapere che la maggior parte delle guide presenti in commercio dispone di boccole metalliche guida-punta, del diametro di 6-8-10 mm, per l’esecuzione di fori adatti a spine di pari diametro. In molti casi la guida è accessoriata con le tre punte necessarie e i relativi morsetti da inserire sulle punte che fungono da arresto di profondità.

Guida rapida standard

Si tratta di un attrezzo che presenta una serie di boccole di vario diametro che guidano la punta elicoidale durante la foratura, grazie a quattro perni che permettono di centrare perfettamente una delle boccole sulla costa della tavola. Le feritoie frontali sono studiate per innestarsi su di una spina già inserita e ottenere un perfetto allineamento della corrispondente boccola per forare il secondo pezzo.

Guida per spine in serie

Con questa spinatrice per legno si riescono a spinare in serie tavole e pannelli (MDF, multistrato) con una lunghezza massima di 600 mm. Una serie di arresti regolabili da registrare in base allo spessore e al posizionamento delle due parti da unire permette la massima precisione. I fori sono numerati per identificare la posizione scelta e ripetere le forature sul secondo pezzo senza errori.

Guida per foratura contemporanea

Con questa dima per spinatura l’esecuzione dei fori si effettua con grande rapidità in quanto i due pezzi da unire vengono lavorati in contemporanea. Si tratta di una guida con una serie di boccole, affiancata da un morsetto. I due pezzi vengono messi in posizione, uno di costa e uno di piatto, e vengono forati in sequenza spostando man mano la guida mentre il morsetto laterale li mantiene fermi.

Guida fatta in casa

Per la spinatura legno fai da te di pezzi di limitata lunghezza possiamo autocostruire una guida di foratura, semplice ma affidabile. Utilizziamo un pezzo di legno dello stesso spessore di quello da forare per unire con la spinatura. Due pannellini sottili, applicati sui fianchi, permettono di fermare la guida durante la foratura delle coste. Poi, inserendo i cappellotti marcatori entro i fori, si segnano i punti da forare sul secondo pezzo e si procede con la foratura di quest’ultimo.

Offerta
wolfcraft Guida per spinatura – Calibro di spinatura per giunzioni in legno I 4640000 I Strumento ausiliario per la spinatura, per eseguire giunzioni perfette ad angolo, a T e piane di tavole/legno
  • Per eseguire giunzioni perfette ad angolo, a T e piane con spine da 6, 8, 10 mm Ø
  • Per tavole con uno spessore tra 12 e 30 mm, regolabile senza utensili
  • Boccole di guida e perni di battuta integrati per posizionare correttamente i fori
Offerta
wolfcraft Spina di centraggio - Punta di marcatura per spina I 2912000 I L'ausilio intelligente per eseguire fori esatti per le spine
  • Set con 4 spine di centraggio per la marcatura esatta di fori contrapposti
  • Disponibili con vari diametri per spine di dimensioni diverse
  • Spina di centraggio molata e appuntita per la marcatura precisa del punto di foratura
wolfcraft Supporto per foratura mobile accumobil I 4685000 I Pratico supporto di foratura per eseguire fori a 90° in modo semplice
  • Posizionamento sicuro su superfici lisce grazie ai gommini
  • Comodo posizionamento su bordi o materiali circolari fino a max Ø 25 mm grazie alle scanalature a V integrate
  • Bussole di foratura in metallo per punte Ø 4, 5, 6, 8, 10 mm
Offerta
Silverline 868549 Dima per foratura, 6, 8 e 10 mm
  • Lavorato da blocco di alluminio solido
  • Produce giunti a vite costantemente accurati
  • Crea fori a un angolo di 15°
  • Include un paio di guide 6, 8 e 10 mm
  • Usa i tappi con foro tascabile per creare un giunto invisibile
Offerta
MORSETTO SPINATURA mm.6/8/10 650.00 PG [PG ]
  • Morsetto per spinatura completo
  • Composizione: 20 tasselli in legno da Ø 6 - 8 - 10 mm e 3 spaziatori
  • Dimensioni del collo 20,3 x 10,7 x 6,1 cm
  • Peso articolo 136 g

Come costruire un mulino a vento | Tutti i passaggi

Realizzato in gran parte con legno di scarto risultante da altri lavori, è la libera riproduzione della nota e storica costruzione che sfrutta l’energia eolica per la macinazione dei cereali: ecco come costruire un mulino a vento

Pare che i primi mulini a vento con asse orizzontale realizzati in Europa risalgano all’epoca medievale, nella Francia di allora, ma notizie di mulini ad asse verticale se ne hanno già intorno al 2000 a. C. in Babilonia. Lo sfruttamento dell’energia eolica non solo per la navigazione, ma anche per utilizzi sulla terraferma, si perde nella notte dei tempi.

Come costruire un mulino a vento

Affascinati da questa singolare costruzione, abbiamo voluto realizzarne un modellino con quello che abbiamo avuto a disposizione, senza dare troppa importanza alle misure in scala e senza affrontare complessità costruttive. Per esempio, la perfetta unione dei pannelli che formano il perimetro esagonale avrebbe richiesto la bisellatura a 60° dei lati verticali, ma le fessure risultanti dal collegamento sono state nascoste in fase di finitura con strisce di legno.

Le pareti del mulino vero e proprio sono costituite da tavolette di compensato che misurano all’origine 140×350 mm.
Mantenendo fissa la dimensione della base, bisogna adeguare la sommità alla composizione decrescente della struttura esagonale, sagomando le tavolette a trapezio isoscele.

Invece, abbiamo arricchito il nostro mulino a vento con altri particolari, quali le cornici applicate attorno alle finestre e alla porta, la ringhiera perimetrale realizzata con bastoncini di legno forati per farvi passare le cordicine intrecciate, una scaletta a 5 pioli e la sagomatura delle pale.

Mulino fai da te

1. A filo interno dell’esagono inscritto nella base superiore si forma una cornice di listelli di supporto per le pareti. Per il fissaggio bastano una spennellata di colla vinilica e una coppia di chiodini.

2. In due dei sei pannelli si realizzano le aperture per le finestre, in un terzo quella ad arco per la porta.

3. Sottili coppie di listelli a croce impreziosiscono la specchiatura delle finestre.

4. Sulla base inferiore si effettua un lavoro analogo al precedente: le pareti sono diritte e sono costituite da tavolette di compensato 140×100 mm.

5-6. Dopo aver collegato la struttura inferiore e quella superiore si passa alla costruzione del tetto spiovente formato da 6 tavolette, 2 rettangolari contrapposte e 4 a triangolo isoscele.

7. Al centro di una delle tavolette rettangolari del tetto, si pratica un foro e si inserisce un bullone, facendolo sporgere molto all’esterno e rivestendone lo stelo con strisce di legno. Le pale (qui sono provvisorie, allo scopo di verificare la funzionalità del meccanismo), sono inserite tra due dischi di legno.

Portafoto fai da te | Come ottenerlo dal cuoio

Ecco tutte le istruzioni passo-passo per realizzare un portafoto fai da te

Per realizzare un portafoto fai da te occorre determinare le dimensioni del bordo cui si costruisce la sagoma in cartone. Utilizziamo un cartone in buono stato, perché serve poi come fondo. Si ritaglia il cuoio mantenendo intatta la parte centrale da utilizzare per il reggicornice.

Il procedimento

Per realizzare una bella cornice fai da te, il cartone viene rivestito di cuoio, incollandolo con adesivo a contatto. Lungo il bordo interno della cornice va fatta una cucitura a spirale a scopo estetico.Il fondo della cornice, in cuoio, ha dimensioni eguali a quelle della parte frontale. Sul pezzo ritagliato va praticata un’incisione per l’inserimento della foto.

Lo strato di vetro o di plexiglas deve essere più stretto di 1 cm per lato, rispetto alle due parti in cuoio, per consentire la cucitura fra parte frontale e fondo. La stessa riduzione di dimensioni va fatta sulla cornice in cartone dopo averla utilizzata per i tagli. I due strati di cuoio vanno sovrapposti, forati, cuciti e incollati. Si incolla la linguetta reggicornice sul fondo, dopo averla piegata nel punto idoneo a reggere il portafoto fai da te nell’inclinazione preferita.

Portafoto fai da te: i passaggi

Il taglio del cuoio va fatto con un cutter affilato e utilizzando una riga metallica di riferimento. Dalla parte interna della cornice viene ricavato il materiale necessario a foderare la linguetta reggicornice.

I fori per le cuciture, Ø 1 mm, vanno fatti con una lesina. Il metodo più pratico per ottenere un risultato preciso è quello di usare una riga millimetrata come riferimento per rendere i fori equidistanti (5-8 mm).

La cornice fai da te viene incollata al vetro o al plexiglas con un leggero strato di adesivo a contatto; questo, a sua volta viene incollato alla cornice di cartone e infine anche questa al fondo in cuoio.

Dopo aver incollato fra loro le varie parti, il bordo esterno della cornice viene cucito al fondo utilizzando lo stesso punto a spirale del bordo interno; più i punti sono larghi più è rustico l’aspetto.

Ottenere dei portafoto originali non è mai stato così facile!

AMEITECH Cornici in Acrilico, Set di lastre bifacciali Trasparenti da 10 x 15 cm, Cornice Magnetica da Tavolo Senza Cornice
  • ✔RICORDATE LA VOSTRA VITA MERAVIGLIOSA: Registri e blocca tutto il tuo momento meraviglioso e memorabile su questo telaio acrilico per sempre. Visualizzare la preziosa memoria in casa, ufficio o ovunque tu desideri. Inoltre è il regalo ideale per i tuoi genitori e amici e amanti per il Ringraziamento, il Natale e il nuovo anno.
  • ✔LETTORE DOPPIO TRASPARENTE: Il telaio in acrilico con il lato magnetico, trasparente e trasparente, può essere utilizzato come telaio singolo o doppio. Questo telaio può contenere due immagini retro-back. Le immagini possono essere visualizzate sia verticalmente che orizzontalmente. Grande per la visualizzazione di foto per la bambina, foto di famiglia, cartoline, biglietterie, carte di negoziazione, valuta, premi ecc.
  • ✔PUNTE-MADE, STURDY e THICKER: Abbiamo progettato il telaio per essere solid e stabile sia in orientamento verticale che orizzontale. E abbiamo usato quattro piccoli e forti magneti per tenere saldamente i blocchi acrilici super-chiari insieme.
  • ✔EASY TO USE: Far scivolare i blocchi per cambiare la tua immagine. Facile da pulire e da aggiornare facilmente con nuove foto.
  • ✔CONFEZIONAMENTO PROTETTIVO: Tutto il telaio acrilico è stato avvolto con sacchetto PE e schiuma che garantiscono la consegna sicura senza graffi e senza alcun altro danno, indipendentemente dal modo in cui il gestore gestisce il pacco.
Lumaland Portafoto da Parete con Tasche Vari Formati 50 Tasche
  • Lumaland - Un modo facile e comodo per esporre le vostre foto
  • Le foto possono essere facilmente inseriti e sostituite - Date libero sfogo alle vostre im-maginazione e creatività nel personalizzare le vostre pareti!
  • Decorate la vostra casa con fantastiche immagini - foto ricordo, foto delle vacanze, cartoline, istantanee o stick notes
  • Le vostre foto sono protette dalle tasche plastificate
  • Le cornici sono utilizzabili per le foto in formato verticale o orizzontale - Compatibili coi formati fotografici standard 9x13cm e 10x15cm. Scegli tra 5 diversi formati: 7, 15, 20,28 o 50 tasche

Recinzione metallica | Installazione di rete e cancelletto

Realizzare una recinzione metallica di veloce installazione per delimitare la proprietà

Chi abita fuori città sa bene quanto sia utile delimitare la proprietà con una recinzione metallica che non sia soffocante, ma che impedisca ai cani di scappare e ad altri animali di entrare (chi abita in zone in cui vi sono cinghiali, daini, volpi, lo sa bene). 

Si tratta di un sistema rapido e poco costoso che consiste nell’utilizzare recinzioni modulari con rete metallica a pannelli rigidi, che si applicano a paletti (dello stesso materiale) fissati al terreno.

Il montaggio risulta particolarmente rapido, l’unica fase in cui è necessaria una particolare cura e attenzione è il fissaggio dei paletti al terreno che deve essere molto accurata e precisa sia come allineamento che come perpendicolarità.

Il collegamento dei pannelli si effettua con particolari staffe che permettono anche una certa regolazione ed adattamento allo spazio tra paletto e paletto. Lungo lo sviluppo della recinzione si possono inserire cancelletti di varia larghezza (anche in legno).

Montaggio recinzioni metalliche – Guida illustrata

rete
Le recinzioni a pannelli metallici sono complete di pali di sostegno e di tutta la raccorderia per il rapido montaggio.
buco
Dopo aver steso una lenza, si marcano sul terreno i punti da forare per collocare i paletti. È utile impiegare una trivella elicoidale che si può trovare a noleggio presso i centri di bricolage.
fissaggio paletti
I paletti si fissano nel terreno inserendo nel foro un impasto ricco di cemento e affondando in esso il paletto.
allineamento
Prima che il cemento sia indurito si monta il pannello e si verifica il suo allineamento e la perpendicolarità.
recinzione metallica
La rete per recinzione si blocca definitivamente quando il cemento è indurito, stringendo i bulloni che serrano le apposite staffe.
recinzione metallica
Il cancelletto si monta inserendo i suoi perni di rotazione nei cardini dei paletti (specifici per questa applicazione).
cancelletto recinzione metallica
La serratura del cancelletto si impegna nell’elemento di chiusura posizionato sul paletto.
recinzione metallica
Il cancelletto si apre e si chiude agevolmente. Se ne possono inserire diversi lungo la recinzione.

Timbri fai da te | Guida alla realizzazione

Timbri fai da te, oggetti ideali per personalizzare libri, documenti e molto altro

Creare timbri fai da te è una fantastica idea per personalizzare i propri oggetti con il proprio nome, le proprie iniziali o frasi che ci rappresentano. Ma non esistono solo timbri con lettere; ci si può infatti sbizzarrire e dare libero sfogo alla fantasia con disegni o simboli.

Tradizionalmente siamo soliti conoscere questi oggetti realizzati principalmente in gomma, ma anche in legno, metallo e plastica. Esistono tuttavia altri materiali per creare timbri originali, come per esempio le… patate!

In questo articolo spiegheremo come realizzare un timbro fai da te.

Personalizzare timbri e tamponi

Questi oggetti decorati allegramente sono dedicati a chi ama i libri: rievocano l’antico sigillo “Ex Libris”, usato per apporre le proprie iniziali all’interno dei volumi.

Presso un laboratorio di grafica si fanno preparare i timbri con la scritta “Ex Libris” e le iniziali del nome della persona.

timbri
Sull’impugnatura si attacca una striscia di nastro biadesivo.
timbri
Attorno al manico si avvolgono cordoncini colorati, tenendo le spire ben strette l’una all’altra.
timbri
Si personalizza anche la scatola del tampone incollando sul coperchio, sempre col nastro biadesivo, un cartoncino con sopra stampato il motivo del timbro.
timbri
Sulla carta appena incollata si stende un abbondante strato di vernice lucida che protegge da eventuali urti e graffi ed allo stesso tempo rende lucido e vetrificato il coperchio.

Con patate

Una grande varietà di timbri possono essere ricavati dalle patate! Questo sistema è ottimo se si vuole riprodurre lo stesso disegno per eseguire composizioni geometriche e sostituisce benissimo il timbro in gomma, non sempre disponibile e la cui realizzazione è certamente più difficoltosa. Ecco come fare un timbro con una patata:

timbro-patata
Tagliare a metà una patata e incidere al centro il disegno voluto. La parte esterna va scavata via, dopodiché lo stampo è fatto. La morbidezza del tubero rende facilissimo l’intaglio e il costo basso consente di fare un’infinità di prove.
Intingere il timbro nell’inchiostro o nel colore a tempera e procedere con timbrature e decorazioni.

Di legno

timbri fatti a mano possono essere realizzati anche attraverso un intaglio di legno tenero. In questo caso si realizza il corpo del timbro, dopodiché si disegna la sagoma desiderata sulla superficie di timbro e infine si incide delicatamente il legno con utensili dedicati.