Il pavimento autolivellante è un’intelligente soluzione per garage e locali di servizio
Una volta rimossa la vecchia pavimentazione si può procedere con la colata del cemento autolivellante.
La rimozione del vecchio pavimento
Togliere i pavimenti flessibili, come la moquette, il PVC o i quadrotti di sughero conglomerato, di solito è un lavoro abbastanza facile, da eseguire con una leva apricasse o un piede di porco che si insinua sotto i quadrotti e li stacca interi o permette di strapparli con le mani (usare i guanti).
Per bene che si sia lavorato è praticamente impossibile che non siano rimasti attaccati alla caldana residui (pezzetti di sughero, avanzi di colla ecc.) che bisogna eliminare con un paziente lavoro di spatola, aiutata, per i resti di colla, dall’uso di una termopistola che li ammorbidisce e ne facilita l’asportazione.
Il lavoro di pulitura si completa con una “lamatrice” da pavimenti, con nastro di grana molto grossa (40 o 60). L’uso della macchina richiede buoni muscoli (la lamatrice ha un motore potente e tende a scappare via) ed impone l’uso di maschera antipolvere e cuffia antirumore. Ci sono anche lamatrici con manico lungo che permette di lavorare in piedi.
Pavimento autolivellante: la colata del cemento
L’autolivellante, comunemente chiamato “livellina”, viene venduto in sacchi da 25 kg.
Vuotiamo il sacco in un secchio di grandi dimensioni con dentro circa 8 litri d’acqua pulita e mescoliamo accuratamente a bassa velocità (500 rpm) fino ad ottenere un impasto fluido ed omogeneo. Dopo averlo lasciato a riposo per 5 minuti, versiamonesul pavimento una certa quantità
da stendere, rasandola a zero per ottenere lo strato di aggrappamento per il resto del materiale che possiamo versare già dopo pochi minuti in una striscia sulla mezzeria maggiore del locale.
Se il prodotto ha la giusta fluidità si allarga a coprire il fondo con uno strato perfettamente orizzontale, più o meno spesso secondo la quantità usata, calpestabile dopo due o tre ore. La resa del prodotto è di 1,5 kg per ogni millimetro di spessore su un metro quadrato.
Un aspiratore bagno si installa facilmente ed elimina il ristagno d’aria da ambienti chiusi e umidi come bagni e cucine
Una buona circolazione d’aria effettuata con un aspiratore bagno è essenziale in tutti gli ambienti e spesso aprire le finestre non basta (per non parlare dei bagni senza finestre), soprattutto dove si è in presenza di forte umidità.
In questi casi può essere utile installare un aspiratore bagno silenzioso a ventola, che espelle all’esterno l’aria viziata (aerazione forzata). I modelli di aspiratori per bagni oggi in commercio sono versatili e pratici, anche da installare, a muro, soffitto o finestra.
Questi estrattori d’aria sono disponibili in diverse versioni, con diametri del foro d’aspirazione da 90 a 150 mm, con valvola di non ritorno per evitare rientri d’aria, raffinati anche nel design, specie le versioni ultrapiatte con circolazione d’aria laterale.
Questi ventilatori silenziosi possono essere a comando manuale, con apertura ritardata delle alette, o con timer: in questo caso l’apparecchio si avvia automaticamente all’accensione della luce e funziona per un tempo prefissato.
Aspiratori per bagno in set
Ecco tutto quello che occorre per l’installazione degli aspiratori bagno: all’aeratore bagno, (qui il modello M120 della Vortice) adatto per piccoli-medi ambienti, con apertura di 119 mm, si abbina la griglia di espulsione dell’aria sul lato opposto del muro. Abbiamo poi la cassetta di derivazione, il filo elettrico, la canalina, l’interruttore e i morsetti.
Come si installa un aspiratore vortice
Sequenza di installazione
Si vedono i vari pezzi come vengono montati: forati i due muri esterno e interno in corrispondenza, qualora il muro sia particolarmente spesso o con intercapedine, si inserisce un tubo per convogliare l’aria. All’esterno si completa con la griglia, mentre sul lato interno si fissa la ventola aspirazione e su questo il suo coperchio a incastro.
Come realizzare il foro nel muro
Tracciamo il cerchio nel diametro necessario per eseguire l’apertura per la griglia esterna e foriamo nel punto centrale. Eseguiamo poi una serie di fori con il trapano, quindi asportiamo la porzione di parete con punta e mazzuolo.Inseriamo nel foro il tubo di collegamento e sigilliamo la fessura tutto intorno con un prodotto adatto, per esempio con schiuma poliuretanica, asportandone l’eccesso con un raschietto. Quindi rifiniamo con stucco per esterni.
Applicazione della griglia
All’aspiratore bagno potente si abbina una griglia in plastica ad alette sul lato esterno, dello stesso tipo utilizzato come presa d’aria. Per montarla applichiamo una striscia di silicone sigillante sull’anello centrale……e la incastriamo nel foro corrispondente del tubo fissato nel muro. Le griglie sono quadrate o rotonde con imbocco per il tubo fornito separatamente, in qualche caso con filtri o rete antinsetti.
Regolare il trimmer e i contatti elettrici
Agendo sul trimmer del temporizzatore come in foto si può regolare il tempo di funzionamento da 3 a 20 minuti. Nei modelli elettronici, inoltre, un circuito collegato con un sensore attiva la ventola in presenza di una persona nel raggio d’azione.Per fissare la ventola bagno a muro lo appoggiamo prima nell’apertura, segnando a matita la posizione dei quattro fori per i tasselli. Infiliamo il filo elettrico nell’apertura superiore, spelliamo le estremità ed eseguiamo i collegamenti mediante morsetti, come indicato nelle istruzioni.
Aspiratore bagno prezzi
I prezzi di un estrattore d’aria possono variare dai 20 ai 150 euro, in funzione della potenza, della marca e del modello.
Costruzione in resina plastica resistente all'invecchiamento riconducibile all'esposizione al sole (“uv resistant”)
Diametro nominale 100 mm
Motore termicamente protetto con albero su supporti a bronzine autolubrificanti, abbinato ad una girante elicoidale in materiale termoplastico con pale a profilo alare; portata massima 90 m3/h
Un tronco vuoto ci offre la possibilità di realizzare una capanna presepe fai da te per creare un’atmosfera suggestiva
Questa capanna presepe fai da te è realizzata utilizzando un tronco di legno le cui fibre interne si sono deteriorate e hanno lasciato spazio ad una cavità naturale. Recandosi in una segheria non è difficile reperire pezzi di legno con queste caratteristiche (se abbiamo la fortuna di vivere vicino ai boschi possiamo andarla a cercare direttamente noi).
La capanna presepe fai da te è un classico della tradizione natalizia dei presepi fai da te e rappresenta anche una valida soluzione decorativa.
Cosa serve per realizzare capanne presepi fai da te
Facendo tagliare con la sega a nastro un pezzo di legno cavo, lungo almeno 20-25 cm, abbiamo a disposizione un’apertura che possiamo ulteriormente allargare con un coltello o una roncola.
Puliamo per bene l’interno per eliminare ogni residuo.
L’esterno del tronco può essere trattato con vernice satinata o lucida all’acqua, ma solo se è perfettamente asciutto. In alternativa possiamo utilizzare vernice trasparente poliuretanica.
Lungo il bordo anteriore dell’apertura applichiamo un abbondante strato di colla vinilica.
Sullo strato di colla spargiamo piccoli sassolini. Ideale è la graniglia di marmo.
Le statuine che compongono il presepe possono essere saldamente applicate all’interno con una goccia di termocolla.
Sempre con questo adesivo fissiamo altri elementi della scenografia come piccoli arbusti, piante, ecc. Sul fondo incolliamo alcuni tronchetti oppure un pannellino di legno che possiamo anche pitturare nel colore desiderato. Il piccolo presepe può anche essere fornito di illuminazione con le classiche lampadine a goccia.
Doppia temperatura: La pistola incollatrice a caldo Dremel 930 ha una doppia temperatura (105-165 gradi Celsius) che è ideale per una varietà di lavori di incollaggio dettagliati su ceramica, legno, plastica, vetro e altro
Controllo del gocciolamento: Questa pistola per colla a caldo ha un ugello di precisione con controllo del gocciolamento per evitare che la colla goccioli o fuoriesca
Comfort: Dotato di un supporto e di una base estensibile e di un'impugnatura a T ergonomica per un maggiore comfort e precisione mentre si lavora su progetti creativi e di bricolage
Stick di colla: adatto all'uso con stick di colla da 7 mm
Controllo goccia per non fare gocciolare la colla sul progetto
Modalità avvitatura automatica, motore brushless, grande autonomia della batteria, percussione
Compatto, ergonomico, ma molto performante. Queste alcune delle caratteristiche del nuovo trapano a percussione 18 V Brushless di Ryobi. Ma la peculiarità di questo trapano, che lo contraddistingue sul mercato, è l’assenza della regolazione di coppia: basta impostare la modalità avvitatura automatica per far sì che le viti siano sempre in battuta, indipendentemente dal materiale in cui avviene l’avvitatura e dalla tipologia di vite utilizzata.
Grazie al motore Brushless di ultima generazione, viene massimizzata l’autonomia della batteria (fino al 40% in più rispetto alle macchine con motore a carboncino) e la performance della macchina. 2 velocità, mandrino 13 mm, led, 40 Nm di coppia sono le ulteriori specifiche del nuovo trapano a percussione che, con altre 70 macchine tra elettroutensili e macchine giardino 18 V, fa parte del sistema ONE+, che permette di sviluppare la dotazione di macchine senza dover sopportare il costo di batteria e caricabatteria ad ogni acquisto.
Basta acquistare il primo kit comprensivo di macchina, batteria e caricabatterie per entrare a far parte del mondo ONE+; poi si può acquistare la macchina da sola. Si può scegliere tra una vasta gamma di oltre 70 macchine per la casa e il giardino. Per maggiori informazioni visita il sito ryobitools.it.
Per lavorare correttamente il cartongesso è opportuno conoscere tutti gli attrezzi specifici per questo utilizzo
Il montaggio delle lastre di cartongesso non è difficile e non richiede una particolare abilità tecnica. Tutte le operazioni di montaggio delle pareti a secco sono state standardizzate con la massima razionalità, per cui gli attrezzi per cartongesso sono ridotti all’essenziale, ma sono tutti indispensabili per lavorare bene e senza perdite di tempo.
In pratica si tratta di due famiglie ben distinte:
gli attrezzi per cartongesso necessari per lavorare l’intelaiatura e sagomare in modo opportuno le lastre di cartongesso. A questo primo gruppo appartengono anche alcuni elettroutensili
gli attrezzi che servono per la rifinitura, la stuccatura e la lisciatura.
Quali attrezzi per cartongesso occorre acquistare?
Cutter
Segaccio
Cesoie
Seghetto alternativo
Trapano con punta a tazza
Spatole di varia larghezza,
Spatole per spigoli
Manara, tampone per carta abrasiva
Tagliare e sagomare il cartongesso
Per tagliare una lastra è sufficiente utilizzare un cutter robusto, con cui incidere profondamente una faccia. Si impiega anche la riga di metallo con impugnatura. È utile sapere che i bordi delle lastre, dopo il taglio, risultano spesso lievemente irregolari. Per poterli lavorare con successivi accostamenti o sovrapposizioni di altre lastre, è necessario spianarli e regolarizzarli. Per farlo al meglio possiamo utilizzare una lima-raspa con suola dotata di numerosi taglienti fatti come piccole pialle, che, passata più volte sui bordi, li regolarizza alla perfezione. Segue una lisciatura con carta vetrata di grana media.
Per praticare aperture di vario tipo utilizziamo la sega a tazza per legno che si aziona con il trapano elettrico. Sagomiamo l’apertura con un segaccio a lama stretta.
Realizzare angoli e spigoli
Per gli angoli esiste una spatola specifica da guidare tenendo la lama leggermente inclinata rispetto alla parete in modo da non portare via tutto lo stucco.
Anche per la finitura precisa degli spigoli c’è una speciale spatola, da utilizzare dopo aver ricoperto il profilo paraspigoli forato con uno strato uniforme di stucco.
Rifinire e lisciare
La spatola a lama larga ci permette di stendere rapidamente, e su una buona superficie, lo stucco che copre il nastro di rete collocato sulle giunzioni.
Lo stucco indurito si liscia rapidamente con carta vetrata montata su un tampone piatto con suola morbida che segue meglio eventuali irregolarità della stuccatura.
La scure per l’intelaiatura di legno
Spesso le strutture di sostegno delle lastre di cartongesso sono realizzate con listelli di legno, la cui flessibilità si rivela preziosa per pareti a curvatura medio ampia. Con questa piccola scure multiuso si possono estrarre chiodi con l’incavo sulla lama, tagliare sia tavole di legno che i bordi irregolari delle lastre; sul lato opposto della penna è presente una testa adatta sia a piantare chiodi sia a fare piccole demolizioni.
La spatola triangolare Paderno è lo strumento ideale per chef, pasticceri, pizzaioli e appassionati di cucina che desiderano un utensile versatile in grado di soddisfare tutte le esigenze in cucina
Ideale per pulire il piano di lavoro dopo aver impastato, per raschiare la pietra refrattaria, per porzionare gli impasti e girare i cibi durante la cottura in padella, sulla piastra o sulla griglia
Il manico ergonomico in polipropilene rende questo raschietto uno strumento solido e sicuro, mentre la lama in acciaio inox, rigida e robusta, si presta anche a tagliare pizza e pasta fresca
Grazie alla robusta struttura e agli eccellenti materiali con cui è realizzata, questa spatola può essere lavata facilmente in lavastoviglie e può essere riposta senza il minimo ingombro
Articolo consegnato: 1 x Spatola triangolare Paderno, robusta lama in acciaio inox, manico ergonomico in polipropilene / Dimensioni lama: 12 cm (lungh.) x 12 cm (largh.) / Lunghezza spatola: 26 cm
La sfera, solido tridimensionale senza spigoli né angoli, è il simbolo della regolarità assoluta “il luogo dei punti dello spazio che hanno tutti ugual distanza da un punto fisso, detto centro”. La sfera di legno, di metallo, di marmo, di cristallo è qualcosa che inevitabilmente attira l’occhio e con la sua levigatezza è un invito a farsi toccare; si è quasi increduli che tanta perfezione possa essere frutto dell’opera della manualità umana o di macchine create dall’uomo per realizzarla. Ipnotizza guardare la lavorazione del pezzo di legno squadrato che grazie all’abilità del tornitore si trasforma in quel solido liscio. O il lavoro del mastro vetraio che con le forme di legno modella il vetro rovente fino a ottenere una magnifica sfera trasparente che, per chi ci crede, serve ai chiaroveggenti, indovini, medium per guardare il futuro, interrogare un oracolo, osservare da lontano. Ma aldilà di queste considerazioni che spaziano dall’estetica, all’arte, al mondo dell’ignoto, la sfera ha un utilizzo pratico molto importante, quello di far scorrere meccanismi di ogni genere e di uso comune che diamo per scontati ma di cui molti non conoscono l’esistenza. Basti pensare alle ruote dei mezzi di locomozione che girano senza sforzo e senza attrito grazie alle sfere dei cuscinetti; prima della loro invenzione le ruote giravano intorno a un asse che ne sosteneva il peso e l’attrito ma il foro centrale si consumava rapidamente. Già Leonardo da Vinci (1452-1519), durante i suoi studi riguardanti l’attrito, intuì la possibilità di creare una sorta di primitivo cuscinetto, ma bisogna arriva alla fine del 1700 per avere il primo brevetto del cuscinetto a sfera e aspettare fino al 1900 per averne una produzione industriale. La fabbricazione parte da una vergella, un filo di acciaio duro al carbonio o al cromo, che viene tagliata a pezzetti; questi pezzetti vengono poi pressati e arrotondati per arrivare a una prima forma sferica, rifiniti, passati in forno per indurirsi con il calore e assemblati tra i due anelli di diverso diametro, detti ralle, dentro le quali scorrono. Il dossier di questo numero è dedicato alla conoscenza, all’utilizzo e alla vera “magia” che compiono i cuscinetti a sfera, riducendo l’attrito tra due oggetti in movimento rotatorio o lineare, preservando la sede di rotazione, riducendo il pericolo d’intrusione di polvere e detriti nelle aree di lavoro delle sfere, insomma facendo in modo che la rotazione di macchine, oggetti, arredi ecc fili liscia come l’olio.
La panchina rugginosa, dal piacevole aspetto retrò mostra i segni del tempo e, senza un approfondito restauro, il degrado avrebbe presto il sopravvento sui materiali che la compongono: dobbiamo intervenire e smontarla completamente per assicurarle una lunga durata
Come si presentava prima la panchina, rovinata e rugginosa
Chissà quante persone in passato hanno preso il fresco su questa panchina rugginosa, si sono confidate, hanno stretto accordi, magari nel giardino di qualche nobile… Forse porta con sé un pezzo di storia, non merita certo di finire in discarica.
Le doghe non hanno quasi più finitura, il legno si presenta ingrigito ed esposto alle intemperie: bisogna separarle ad una ad una dai fianchi di ghisa per poter rinnovare il legno e proteggerlo con una finitura adeguata.
La ghisa, rispetto al ferro, può dirsi quasi immune dall’aggressione della ruggine (a tale proposito leggi la nostra guida approfondita per capire come togliere la ruggine): è una lega di ferro e carbonio e il suo contenuto di ossidi di ferro è molto ridotto, perciò la formazione della ruggine si manifesta in modo molto blando, anche perché lo stesso carbonio svolge una funzione antiruggine.
Tuttavia dobbiamo riportare a nudo il supporto a causa dell’invecchiamento della vernice e delle sfogliature; applicare un prodotto protettivo prima della finitura è una precauzione aggiuntiva: di solito i manufatti di ghisa vengono semplicemente verniciati per la loro resistenza all’ossidazione.
Via la ruggine, legno e metallo come nuovi
Per asportare le scaglie più evidenti di finitura possiamo utilizzare un pezzo di vetro (indossando i guanti) o un lamierino sottile; tenuto inclinato, in piano e tirato verso noi stessi, con la doga bloccata sul banco, raschia via la pittura.
Valutiamo eventuali stuccature da eseguire, rifiniamo tutte le facce con una buona levigatura, prima a grana media e poi a grana fine.
Alcune doghe possono presentarsi imbarcate, spezzate o scheggiate in modo evidente: è preferibile sostituirle con listelli nuovi di ugual misura e copiarvi i fori passanti per le viti.
I nodi del legno possono rappresentare un indebolimento delle doghe e causare rotture: per non sostituire interamente il listello possiamo rinforzarlo avvitando e incollando un profilo di legno duro nella faccia inferiore.
Ecco nel dettaglio come viene facilitata la smaltatura utilizzando i chiodi come punto di appoggio.
I fianchi di ghisa, molto sagomati, possono essere ripuliti dalle sfogliature e dalle tracce di ruggine con una spazzola di ferro azionata con la smerigliatrice angolare o, in alternativa, con il trapano.
Soffiamo via la polvere rugginosa aiutandoci con un pennello, poi applichiamo su tutto il manufatto uno strato di primer anticorrosivo. Questo prodotto svolge una duplice funzione: rende il supporto inattaccabile per lungo tempo e favorisce l’aggrappaggio della successiva finitura.
Completiamo il lavoro con vernice spray, evitando di insistere in un unico punto per non causare colature e compiendo movimenti ampi e continui.
Vincere l’ossidazione
Su oggetti di dimensioni contenute e in presenza di tracce di ruggine superficiali possiamo agire con una spazzola di ferro manuale prima di applicare il protettivo.
Su una ringhiera rugginosa, un’inferriata rugginosa o simili è meglio utilizzare spazzole montate su elettroutensili per sveltire il lavoro e ottenere una pulizia profonda: queste spazzole esistono di forme e dimensioni diverse, per arrivare anche negli spazi ristretti, e con setole più o meno aggressive, per sgrossatura e rifinitura.
La composizione di alcuni prodotti vernicianti permette di effettuare con una sola applicazione la protezione del supporto e la finitura estetica: basta spazzolare le parti che sfogliano senza rimuovere la ruggine in profondità e stendere due mani di vernice.
Su superfici rugginose, aggredite in profondità dalla ruggine è meglio stendere un convertitore di ruggine: penetra in profondità e in breve tempo, forma una patina scura, segno che il processo di ossidazione è stato bloccato, e il supporto è pronto per la verniciatura.
Alcuni prodotti in gel, oltre ad avere una consistenza che scongiura possibili colature, contengono un composto chimico che neutralizza la ruggine assorbendone l’ossigeno.
è possibile effettuare una zincatura a freddo su superfici contenute, tramite prodotti spray che impediscono l’ossidazione del supporto.
Che cos’è la ruggine
Il ferro e l’acciaio (non inox), se esposti all’aria umida, reagiscono sia con l’ossigeno dell’aria sia con l’acqua, formando un ossido che conserva le caratteristiche del metallo ma è friabile, poroso e fragile. Per evitare la formazione della ruggine i produttori di manufatti metallici utilizzano leghe di ferro che resistono alla corrosione; oppure trattano il ferro con materiali che reagiscono agli agenti corrosivi; infine applicano rivestimenti impermeabili che impediscono all’aria e all’acqua di raggiungere il metallo.
Nella mia camera da letto c’è un pavimento in legno costruito da artigiano nel 1986 in rovere di Slavonia e vedo qualche fessurazione ed alcuni listelli che si muovono. Questa primavera vorrei sistemarlo. Che procedimento devo seguire per un ottimo lavoro e quali materiali devo usare? Grazie per il vostro aiuto.
Nella sua richiesta di aiuto, non precisa di che pavimento si tratti: in altre parole non sappiamo se il rivestimento in rovere è incollato al sottofondo o è inchiodato su un’ossatura di megatelli. Nel primo caso, infatti, basta togliere gli elementi malfermi e reincollarli in posizione con colla specifica per parquet; nel secondo basta…qualche chiodo, da annegare a filo piano con un punteruolo. Per le fessurazioni (ed anche per l’impronta delle teste dei chiodi) si può usare uno stucco a solvente se la zona da colmare è di modesta entità mentre le crepe più consistenti possono ricevere un sottile ritaglio della stessa essenza, poi pareggiato con carta vetrata. È più che mai opportuno anche un ritocco di vernice.
È l’incubo di ogni proprietario: quella macchia che dal terreno sale sulla parete e continua ad allargarsi. Può formarsi sulle pareti di vecchie proprietà come sui muri più giovani e provocare danni sia estetici che strutturali
In termini tecnici si parla di “umidità di risalita” e a fronte di molte soluzioni presenti sul mercato, solo poche sono in grado di risolvere definitivamente il problema. Gli interventi più efficaci sono effettuati da imprese edili specializzate, ma c’è un prodotto che mette a disposizione la stessa tecnologia anche agli hobbysti più esperti.
Peter Cox, azienda specializzata da 60 anni nel risanamento delle murature, mette infatti a disposizione la propria tecnologia brevettata Barriera Peter Cox® in un prodotto pronto all’uso e applicabile direttamente alla parte danneggiata. Parliamo di Kit Cox, l’innovativo sistema fai da te che rende accessibile a tutti una tecnologia risolutiva finora affidata alle squadre di tecnici.
Come risolvere il problema con la barriera Peter Cox
La tecnologia brevettata Barriera Peter Cox risolve il problema dell’umidità di risalita alla radice.
I fattori scatenanti sono la presenza di acqua nel sottosuolo e la capillarità del materiale che costituisce il muro. Se l’acqua contiene molti sali disciolti, all’evaporazione si potrà notare sulla superficie un alone bianco o addirittura rigonfiamenti e spaccature dell’intonaco.
La soluzione immediata a questo problema è la creazione di una barriera continua alla base del muro che, invertendo l’angolo di bagnabilità dei capillari interni, interrompe la risalita dell’umidità. I formulati all’acqua che costituiscono la barriera sono immessi nel muro a lenta diffusione con specifici diffusori, in modo da penetrare in profondità tutta la sezione interessata e generare un trattamento idrofobico stabile nel tempo.
Kit Cox: semplice, veloce, in sole tre mosse
Il Sistema Barriera Peter Cox è stato trasformato in un pratico kit pronto all’uso, un’innovazione nel settore che disponibile a tutti questa tecnologia professionale, efficace e risolutiva.
Anche in questo caso lo specifico sistema a lenta diffusione (Slow Diffusion System) garantisce un’omogenea e completa espansione del liquido siliconico nel muro, anche in presenza di discontinuità.
Il Sistema è facilmente applicabile in poche mosse:
Esecuzione dei fori nel muro, a una distanza non superiore di 15 cm per creare una barriera continua.
Applicazione dei diffusori nel foro e blocco dei connettori a T.
Immissione della soluzione liquida attraverso le sacche in dotazione.
L’unico importante accorgimento da osservare è di rimuovere e ripristinare l’intonaco. Questo perché una muratura soggetta per anni a continui fenomeni di risalita capillare ha accumulato sali che, se non asportati, continueranno a riproporre il problema. Un consiglio importante direttamente dagli esperti del risanamento delle murature.
Il prodotto è disponibile in tre formulazioni diverse in funzione della tipologia di intervento.
All’interno di ogni Kit Cox si trova:
una facile guida
il formulato da miscelare con acqua
contenitori graduati con clamp
tubi diffusori in neoprene
tappi di chiusura dei diffusori
connettori a T per il collegamento
Eventuali aggiunte possono essere fatte singolarmente, valutando caso per caso con il produttore.
Economico e pratico, questo kit fai da te assicura un risultato perfettamente in linea con un intervento professionale, con la sicurezza di un sistema studiato e applicato per anni dallo specialista negli interventi di risanamento delle murature, Peter Cox.