Home Blog Page 114

Migliaia di presenze per la fabbrica “smart” di Scm

Dal 31 gennaio al 2 febbraio, alla sede centrale Scm di Rimini, oltre 2500 visitatori provenienti da tutto il mondo. L’evento ha mostrato la fabbrica intelligente del futuro per l’industria del legno, integrata da robot industriali e collaborativi

Oltre 2500 visitatori da ogni parte d’Europa, ma anche da Asia, America e Medio Oriente, hanno affollato dal 31 gennaio al 2 febbraio il Technology Center di Scm nella sede centrale di Rimini, per l’Open House “Smart&Human Factory”. Un’affluenza da record che conferma il colosso italiano un leader a livello internazionale nel settore delle tecnologie per la seconda lavorazione del legno e l’industria del mobile.

Dopo gli ottimi risultati conseguiti nel 2018 con un aumento di fatturato che ha portato l’intero Gruppo a superare i 700 milioni di euro, Scm ha aperto il 2019 sotto il segno dell’innovazione con un evento interamente dedicato alle nuove frontiere della fabbrica digitale ed intelligente. Una fabbrica all’avanguardia, dove le tecnologie Scm di ultima generazione sono integrate da robot industriali antropomorfi, addetti alle attività più pesanti, robot collaborativi, che lavorano al fianco degli operatori in totale sicurezza e senza barriere, e collegate tra loro da veicoli a guida autonoma con sistemi di navigazione intelligente. Il risultato è un progresso anche sul fronte lavorativo, che oltre a consentire alla fabbrica di rispondere in modo sempre più veloce ed efficiente alle richieste più diverse in attivo dal mercato, sgrava l’operatore da attività ripetitive per consentirgli di dedicarsi a mansioni a più alto valore aggiunto.

All’interno del Technology Center di Scm, allestito per l’occasione con oltre cinquanta soluzioni esposte e in lavorazione, il pubblico ha potuto entrare nel vivo della “Smart&Human Factory” che in tre giornate ha lavorato quasi un migliaio di pannelli per produrre in tempi record quattro differenti tipologie di mobili.
Centinaia di professionisti hanno voluto approfondire le ultime novità studiate e sviluppate da Scm, compresi i servizi post vendita offerti su piattaforme interamente digitali: dal sistema IoT Maestro Connect che raccoglie e analizza i dati provenienti dalle macchine per una manutenzione sempre più intelligente e predittiva, agli occhiali di Maestro Smartech che grazie alla tecnologia a realtà aumentata consentono al cliente di avere sempre, in ogni angolo del globo, un esperto Scm al suo fianco.
Molti – oltre un centinaio – anche i docenti e studenti delle scuole di formazione professionale del comparto legno e degli istituti tecnici arrivati a Rimini da diverse regioni del Nord Italia per scoprire i segreti della fabbrica smart “a misura d’uomo. Solo per citare alcuni dei gruppi in visita, quelli del nuovo Polo formativo della Fondazione ITS Rosario Messina – Federlegno Arredo di Lentate sul Seveso, dell’Istituto San Carlo di Torino, fino all’Istituto Tecnico per geometri Garibaldi – Da Vinci di Cesena.

“L’Open House – spiega il Direttore Divisione SCM Luigi De Vito – è stato un importantissimo momento di incontro diretto con i nostri clienti, per far loro vivere in prima persona le principali innovazioni della fabbrica del futuro. In queste giornate sono state mostrate le nuove frontiere dell’automazione, senza però dimenticare il fattore umano, come indica il titolo ‘Smart&Human Factory’: la forza di Scm di essere non solo un fornitore, ma un partner pronto a sostenere i propri clienti nel loro business e ad accompagnarli in modo concreto nell’era dell’industria 4.0 senza mai lasciarli soli”.
L’evento è stato preceduto da due giornate di condivisione su tutti i punti di forza della gamma con l’intera rete vendita internazionale di Scm, tra la sede di Rimini e quella di Campus, la nuova Scuola di Scm, a Villa Verucchio, inaugurata lunedì 28 gennaio per una crescita professionale adeguata alle più moderne tecnologie del settore.

Il processo nel dettaglio: celle di ultima generazione collegate da navette a guida autonoma per il trasporto dei pannelli

Durante le tre giornate è stato mostrato un esempio di sistema automatizzato per la produzione del mobile in tutte le fasi del processo: dalla progettazione del mobile alla generazione dei programmi macchina e dalla lavorazione del pannello all’assemblaggio del cabinet.

La forza del processo made in Scm è quella di ottimizzare il più possibile le operazioni di taglio, bordatura e foratura dei pannelli, come se si producesse in serie, e ricomporre le commesse alla fine del processo, spostandone in questa fase la personalizzazione. Ciò consente al produttore di mobili di risolvere le criticità della mass customization, potendo rispondere in modo tempestivo a tutti gli ordini, personalizzarli secondo le richieste grazie al supporto del software e ridurre al contempo anche scarti, resti e riattrezzaggi delle macchine per il cambio commessa.
Nella “Smart&Human Factory” le celle Scm di ultima generazione possono essere composte a piacimento per soddisfare le diverse lavorazioni del pannello, con il vantaggio di poter contare su un partner che da oltre 65 anni mette a disposizione dei propri clienti soluzioni completamente integrate, su misura e chiavi in mano.

La nuova gamma Nesting e le altre novità Scm

Nella dimostrazione andata in scena durante l’Open House, una grande attenzione è stata rivolta alla nuova gamma nesting morbidelli x200 e x400, presentata in anteprima in questa occasione e studiata per applicare anche a questa tipologia di lavorazione le migliori prestazioni della tecnologia “All-in-one” dei centri di lavoro per il pannello a 5 assi. Ciò è in linea con le esigenze di un mercato sempre più orientato alla produzione lotto 1. Dal piano di lavoro alle teste a forare, dallo spazio occupato, sempre meno invasivo e sempre più funzionale ed intelligente, agli innovativi magazzini: ogni dettaglio in queste macchine, dal rinnovato design, è stato progettato con grande attenzione e cura, con l’obiettivo di rendere accessibili tutte le prestazioni necessarie, in ottica di efficienza, qualità ed evoluzione del business

Per la bordatura la protagonista indiscussa è stata stefanicell, la nuova generazione di celle per lavorazione “lotto 1”, con soluzioni ad alto contenuto tecnologico, anche a basso investimento, ed il nuovo sistema a ponte “pickback” per il ritorno automatico dei pannelli, che permette la gestione semplice e “just in time” della produzione. 

Nell’isola di foratura/inserimento i pannelli non sono stati solo forati nel nuovo centro a CN morbidelli ux200d, ma anche lavorati con il nuovo esclusivo sistema con doppio spinatore ad asse variabile, regolabile in base alla distanza tra i fori.

Ultimato il processo di lavorazione nelle macchine operatrici, i pannelli sono stati quindi convogliati su un transfer a rulli verso un robot antropomorfo KUKA che ha ricomposto i kit pronti per il montaggio di ogni singola commessa grazie alle indicazioni del software di supervisione, controllo e acquisizione dati Maestro Watch.

Nell’isola di montaggio gli operatori sono stati coadiuvati da tre cobots Universal Robots nelle operazioni di montaggio delle basette e di applicazione della colla sui pannelli.

Il processo si è concluso con il passaggio del cabinet pre-assemblato nello strettoio action p, per un montaggio preciso e un’efficiente squadratura del mobile, e con il suo trasferimento, sempre tramite navetta AMR, verso l’area di immagazzinamento.
I visitatori hanno potuto vedere all’opera il nuovo modello di “Smart&Human Factory” anche nell’isola dedicata al trattamento delle superfici dove, parallelamente alla produzione dei diversi tipi di mobile nelle altre isole del Technology Center, si sono lavorate le antine con l’ausilio di una dmc system, progettata per soddisfare le aziende di medie e grandi dimensioni che chiedono il massimo della qualità nelle operazioni di levigatura e finitura. All’uscita dalla levigatrice, un altro cobot Universal Robots ha perfezionato ulteriormente la finitura.

In questa isola, che comprende anche il corner Superfici con tutte le ultime novità dedicate al finishing e alla verniciatura, il pubblico dell’Open House ha potuto scoprire anche l’esclusivo progetto integrato per il trattamento delle superfici sviluppato da Scm con l’obiettivo di porsi come primo e unico partner in Italia in grado di fornire prodotti e servizi a 360 gradi e soluzioni di finitura esclusive e ricercate, per soddisfare così tutte le esigenze di processo e di tipologia di prodotto finale.

Si inserisce in questo progetto anche il nuovo Surface Tech Lab dedicato alla levigatura e pressatura di Villa Mare (Villa Verucchio) che integra e completa il Technology Center dedicato alla verniciatura di Superfici a Villasanta (Monza). Tra le novità di prodotto più rilevanti che il pubblico dell’Open House di SCM ha potuto scoprire in anteprima nel nuovo Technology Center di Villa Mare, anche la nuova pressa a membrana sergiani 3d form, capace di effetti tridimensionali unici.

Fioriere in legno fai da te veloci da realizzare

La realizzazione di fioriere in legno, che danno giusto risalto alle grandi piante in vaso e richiedono poco tempo nella costruzione

Se abbiamo bisogno di fioriere in legno robuste e di grande capacità, in cui alloggiare grandi vasi un po’ imbruttiti dal tempo, perché non realizzare un modello squadrato il cui montaggio richiede poco tempo e non presenta particolari difficoltà? Costruito solo con tavolette ben “intestate” (cioè perfettamente squadrate alle estremità, operazione che ci conviene far realizzare all’atto dell’acquisto) può avere forma quadrata o rettangolare.

Le tavolette orizzontali si fissano all’interno dei montanti d’angolo con chiodi zincati che non temono l’umidità; i montanti si ottengono incollando coppie di tavolette da 450 mm per la lunghezza.

Tra una tavoletta orizzontale e l’altra lasciamo una luce di 5 mm. In questo modo realizziamo due fianchi che poi colleghiamo con le rimanenti due serie di tavolette. Infine non resta che inchiodare gli elementi di fondo. Stendiamo su tutto il legno tre generose mani di impregnante protettivo al fine di ripararlo dagli agenti atmosferici e garantire al portafiori fai da te lunga durata!

Il rivestimento dell’interno della fioriera fai da te

Il vaso-fioriera non è ancora finito: dobbiamo ancora rivestire l’interno con un foglio di robusta plastica o nylon (con chiodini a testa larga, tipo borchia) che evita il contatto diretto del vaso con il legno. Non dimentichiamo di eliminare, periodicamente, l’acqua che cola dai vasi in legno e si raccoglie sul fondo del rivestimento in plastica.

Cosa serve (lettere di riferimento al disegno) per costruire fioriere in legno

materiale per costruire una fioriera in legno

Cosa serve per costruire una fioriera in legno fai da te

Per costruire una fioriera in legno per esterno servono:

  • 8 listelli (A) 450x50x25 mm
  • 16 listelli (B) 350x50x25 mm
  • 18 listelli (C) 300x50x25 mm
  • 3 listelli (D) 300x91x21 mm
  • Chiodi zincati da 50 mm
  • Colla vinilica
  • Telo di plastica robusta o nylon
  • Impregnante protettivo per legno
disegno fioriera

Come costruire fioriere legno

Tempo richiesto: 3 ore

  1. Assemblare i quattro angolari

    La costruzione delle fioriere di legno inizia dall’assemblaggio dei quattro angolari formati dai due listelli lunghi 450 mm uniti a L con chiodi e colla. Sull’ala stretta degli angolari si inchiodano le assicelle che formano le pareti.Come costruire fioriere legno

  2. Mettere in squadra ogni coppa di angolari

    Ogni coppia di angolari va messa in squadra applicando la prima e l’ultima assicella delle pareti. Controllando che la lunghezza delle diagonali sia identica abbiamo la sicurezza di aver realizzato un fianco assolutamente regolare.Come costruire fioriere legno

  3. Completiamo il fianco

    Possiamo completare il fianco inserendo tutti gli altri elementi. Questi, per evitare un eccessivo ristagno dell’umidità, vanno distanziati di 5 mm l’uno dall’altro.Come costruire fioriere legno

  4. Collegare i due fianchi terminati

    Due fianchi terminati si collegano sempre con le assi da 300 mm, sistemate a seguire quelle già fissate; contro l’elemento inferiore delle due nuove pareti si fissano con la colla le due assicelle destinate a reggere le tre assi del fondo. Dopo aver inchiodato anche queste si può procedere alla protezione del legno con impregnante e rivestire l’interno con telo di plastica.Come costruire fioriere legno

Scopri di più sul mondo del giardinaggio.

Fioriere in legno prezzi

I prezzi delle fioriere in legno possono variare dai 20 agli oltre 100 euro, in base alla dimensione e alla tipologia di legno.

Consigli per l’acquisto di una fioriera in legno

Blinky 9613620 Fioriere, Legno, Smontate, 40x80x40 cm
  • Cipro rettangolari
  • Centimetri: 80x40
  • Pino impregnato in autoclave
  • Prodotto di ottima qualità
Papillon FIORIERA in Legno impregnato in Autoclave MOD. Cipro 40x80x40H cm.
  • - Legno di cedro.
  • - Dimensioni: 40 x 80 x 31 (alt) cm
  • - Ideale per lavori di giardinaggio, posizionamento di vasi, ecc.
  • - Articolo anche conosciuto come fioriera, fioriera esterno, fioriera esterno, vasi per piante, vaso decorativo,
Offerta
vidaXL Letto Rialzato da Giardino Rettangolare Vaso Fioriera Cassetta Piante Giardinaggio Portafiori Aperto Fioriera Balcone Terrazzi Legno Pino
  • Questa aiuola rialzata da giardino in legno offre ampio spazio per piante, verdure, erbe e fiori
  • Grazie al suo semplice design rettangolare, sarà un'elegante aggiunta per qualsiasi balcone, terrazza o patio
  • Realizzata in legno di pino impregnato verde, questa fioriera in legno è molto robusta, durevole e resistente alla putrefazione
  • Due gambe in legno nella parte inferiore aumentano la stabilità
  • Il montaggio è davvero facile
Manifattura Quattro F MQF065 Portavaso, Bianco
  • Brand - Manifattura Quattro F
  • Prodotto di qualità
  • Pratico ed utile

Poltrona fai da te con seduta in salice

0

Realizzata interamente in legno e vimini naturale, questa poltrona fai da te dal design moderno e funzionale può arredare qualsiasi spazio interno o all’aperto.

Il legno rimane da sempre uno dei materiali cardine per la costruzione di sedie e poltrone che, a seconda delle nostre esigenze, utilizziamo quotidianamente per scopi diversi che spaziano dallo studio all’intrattenimento, dallo svago alla terapia, dal riposo al relax.

La poltrona in legno e vimini si presta molto bene per un sano relax, vista la sua struttura bassa e larga nella quale il sedile, lo schienale e i braccioli risultano inclinati proprio in posizione di relax. L’imbottitura realizzata con rametti di vimini (i rami giovani, decorticati, flessibili di talune specie di salici, che si usano per lavori d’intreccio, fabbricazione di canestri ecc) assicura la giusta flessione sotto il peso corporeo e la traspirabilità in ogni stagione.

poltrona fai da te disegno

Per la sua realizzazione di questa poltrona fai da te occorrono pochi attrezzi alla portata di tutti coloro che amano cimentarsi nelle lavorazioni del legno.
I telai laterali realizzati in listelli di legno duro 40×30 mm hanno forma di contenitore parallelo distanziati di 60 mm per trattenere i rametti di vimini e tutte le giunzioni sui diversi angoli sono realizzate con sistema a doppia spinatura cieca. Gli attrezzi indispensabili per la sua realizzazione si limitano a una troncatrice con lama universale adatta per tagli inclinati, un trapano avvitatore (meglio se si dispone anche di un trapano a colonna), una falsa squadra, una riga e un set di tracciatori per spine Ø 8 mm.

Boogardi, Frangivista in vimini, recinzione protettiva in 18 misure, recinto per giardino, balconi e terrazze
  • Il nostro tappetino in vimini è la soluzione pratica per proteggere dal vento, dal sole o dalla privacy da sguardi indiscreti in giardino, sul balcone e sulla terrazza.
  • La protezione per la privacy del balcone, robusta e resistente alle intemperie, viene fissata senza fastidiose forature e può essere utilizzata in modo ottimale come tappetino per la privacy naturale o ombra.
  • Questa recinzione naturale fatta di ramoscelli di salice in fasci ha un'utile sporgenza di filo su entrambi i lati e può essere allungata o regolata individualmente a piacere.
  • I tappetini in vimini sono il sostituto ecologico delle recinzioni per la privacy realizzate in PVC, HDPE, WPC, PES o altre materie plastiche che richiedono petrolio o gas naturale per la produzione.
  • Le stuoie naturali sono tessute ogni 10 cm con filo zincato di spessore 0,5-0,8 mm e sono disponibili in molte misure: altezza 80, 90, 100, 120, 140, 150 e 160 cm lunghezza 3 o 5 m
Floraworld 011426 Privacy Classic, Marrone, 300 x 20 x 90 cm
  • Montaggio semplice.
  • Pratico e decorativo frangivista
  • Molto stabile.
Listelli di legno, tondini di faggio, tavole da usare come strettoi e arelle di vimini sono i pochi materiali necessari; come attrezzi servono una falsa squadra, una avvitatore e una troncatrice. Si tagliano dapprima tutti i listelli necessari con le dimensioni riportate sulle linee marcate del disegno quotato in quantità doppia per i pezzi che compongono le fiancate, oltre ai quattro pezzi necessari per accoppiare i due fianchi della seduta.
Su una base in MDF, si raffigura in grandezza naturale la sagoma di tutti gli elementi che compongono un fianco della poltrona con le misure rilevate dal disegno quotato che riporta anche la numerazione degli accoppiamenti necessari.
Con l’ausilio della falsa squadra, si rilevano gli angoli di taglio che andranno poi riportati e tracciati sulle estremità dei listelli tagliati e numerati in precedenza.
Impostata la troncatrice per ogni angolazione di taglio, si eseguono le rifilature sui listelli in coppia per entrambi i telai prima di modificare la posizione per gli angoli con diversa inclinazione.
Da un tondo in faggio per spine Ø 8 mm si ricavano le spine necessarie (due per ogni giunzione) che hanno lunghezza di 50 mm al fine di ottenere un’ampia superficie di presa fino alla mezzeria dei listelli. Ovviamente si possono usare anche quelle già pronte con superficie zigrinata e teste smussate.
Con punta da 8 mm provvista di ghiera di battuta, si realizzano dapprima i fori ciechi sulle estremità di ciascun listello preventivamente numerato. Si tracciano sui listelli corrispondenti le sedi per le spinature usando gli utilissimi marcatori per spine e si forano nello stesso modo anche questi. Siamo così pronti per realizzare giunzioni solide e precise.
Tracciamo su un pezzo di legno anche di scarto un rettangolo e la sua diagonale che parta a qualche centimetro dal vertice.
Con la minisega circolare Bosch (ma anche con un seghetto alternativo) tagliamo lungo le linee tracciate: la guida con gli incavi a V ci consente di mirare con precisione la linea da seguire.
Due cunei triangolari con punta smussata e qualche tavola rettangolare: sono pronti i pezzi per stringere in una salda morsa gli elementi strutturali della poltrona.
Si assemblano tutti gli elementi con spine e colla vinilica posizionandoli in corrispondenza del disegno riportato in precedenza sulla tavola. Le tavole rettangolari, avvitate sul piano di legno, fanno da appoggio ai listelli in posizione ortogonale; per quelli inclinati si fissa il riscontro parallelamente alla figura con viti o chiodi. Si mettono in pressa con doppi cunei contrapposti sui lati lunghi: battendo su uno di essi con il martello si comprime il listello strutturale nella sua giunzione. Quando gli incollaggi dei due telai laterali sono asciutti, si assemblano tra di loro con i quattro listelli distanziatori lunghi 500 mm (due per lo schienale, uno per la seduta e uno per la base di appoggio). A telaio ultimato si può lasciare il tutto al naturale oppure si vernicia con una mano di impregnante e una di finitura nella tonalità desiderata.
Aperto il fascio di arelle lo si ripiega su se stesso fino a ottenere lo spessore da riempire. Si fissa un listello al bordo del tavolo e vi si appoggia contro il fascio di arelle; con un martello di gomma si allineano tutti rametti di vimini.
Se l’altezza delle arelle è di 1500 mm, come in questo caso, basta individuare la metà per avere la larghezza della seduta e dello schienale.
Si taglia lungo la traccia con il seghetto.
Con un paio di tronchesini si rimuovono tutti i fili di ferro che tengono in posizione i rametti.
poltrona fai da te con fasci di vimini
Si inseriscono i fasci nello spazio tra i due telai stipandoli per bene.
La poltrona fai da te è pronta!
vidaXL Poltrona in Tessuto Grigio Braccioli Poltroncina Sedia da Pranzo Cucina
  • Questa poltrona retrò costituirà un'ottima aggiunta decorativa al vostro spazio abitativo
  • Ha una robusta struttura in legno ed è rivestito in tessuto morbido e confortevole, imbottito con schiuma spessa per un maggiore comfort
  • Grazie alla struttura in legno di alta qualità, questa poltrona è abbastanza stabile e durevole
  • Con il suo sobrio design retrò, la sedia si adatterà a qualsiasi arredamento di soggiorno/sala da pranzo
  • Questa sedia diventerà il tuo posto preferito per chiacchierare, leggere, guardare la TV o semplicemente per rilassarsi.
EGLEMTEK Kusofa - Poltrona Patchwork Memory Foam con Braccioli. Imbottita con Schienale Alto E Piedi in Legno, Design per Ufficio, Studio, Salotto, Soggiorno, 76 x 68 x 98 cm (Multicolore)
  • La poltrona patchwork combina stile, eleganza e comfort per dare personalità alla tua casa o al tuo ufficio
  • Le dimensioni della poltrona sono pari a 76 x 68 x 98 cm (P x L x H)
  • Gambe realizzate in legno di faggio, seduta in memory foam e rivestita in tessuto Patchwork
  • La poltrona patchwork combina stile, eleganza e comfort per dare personalità alla tua casa o al tuo ufficio
  • Non è prevista la consegna al piano
DORAFAIR Poltroncina Relax in legno Massiccio Poltrona Salotto con Portaoggetti Letto Borsa Design Imbottita,per cucina sala da pranzo ufficio camera cameretta, Grigio
  • 🎈 Dimensione totale: 63,5 x 70 x 70,5 cm (L x P x A), larghezza della seduta: 52,7 cm, profondità del sedile: 47 cm
  • 🎈 L'imbottitura di spugna ad alta densità e la struttura ergonomica, ti assicurano un massimo comfort sulla poltrona
  • 🎈 La seduta in lino è riempito con spugna ad alta densità che assicurano un comfort per l' uso
  • 🎈 Telaio in legno di alta qualità, molto stabile e resistente.Viene fornito con una Borse per la conservazione casuale per riporre e organizzare facilmente diverse dimensioni.
  • 🎈 Il bracciolo è un specialy design per questa sedia.Questa sedia è idea per dormire, lounge, riposo, intrattenimento, relax, ecc.
SONGMICS Sedia a Dondolo con Braccioli in Legno di Betulla, Poltrona a Dondolo con Poggiapiedi Regolabile in 5 Posizioni, Max Portata 150 kg, Soggiorno Cameretta, Grigio Scuro LYY10G
  • [Stabile] Questa sedia a dondolo è realizzata in legno di betulla di qualità e ha una struttura realizzata in metallo sicuro e stabile, con una capacità di carico di 150 kg
  • [Poggiapiedi regolabile] Questa sedia a dondolo ha un poggiapiedi regolabile in 5 diverse posizioni. Che tu voglia sdraiarti un po’ o leggere, troverai la postura che preferisci
  • [Un’oasi di comfort] La seduta e il poggiatesta sono imbottiti di spugna ad alta resilienza, morbida e confortevole, per poterti rilassare e godere a pieno dei tuoi momenti di relax
  • [Rivestimento lavabile] L'intero rivestimento di questa sedia, compreso quello del poggiatesta, è rimovibile e lavabile; il poggiatesta è fissato alla sedia con chiusura a strappo per un facile fissaggio e rimozione
  • [Istruzioni chiare e protezione per pavimento] Le istruzioni chiare ti aiutano a montare questa sedia a dondolo; il feltro antiscivolo sulla parte inferiore protegge bene il pavimento

Cuccia per cani fai da te con ruote | Costruiscila e spostala dove vuoi!

Grazie a questa fantastica guida è possibile costruire una cuccia per cani fai da te dotata di pratiche rotelle, per essere spostata a nostro piacimento

Una cuccia per cani fai da te di dimensioni commisurate a quelle dell’animale è importante per il nostro amico peloso: l’interno dev’essere abbastanza ampio da permettergli di ruotare su se stesso senza difficoltà e di sdraiarsi, così come di mantenere la posizione eretta nella parte centrale.

In un ambiente troppo ampio il cane potrebbe sentirsi meno protetto e a disagio; inoltre, se la cuccia per cani è posta all’esterno, quando le temperature scendono è più difficile mantenere il comfort all’interno. Anche l’apertura per il passaggio va dimensionata sulla taglia del cane, soprattutto per quanto riguarda l’altezza.

Cuccia fai da te con rotelle

La cuccia per cani fai da te proposta in questo articolo  ha il pavimento stratificato con l’inserimento di un pannello isolante, in più è rialzata da terra e mantenuta separata dalla superficie di appoggio grazie a due grandi ruote, con l’ulteriore vantaggio di poterla spostare con facilità.

Anche se la cuccia per cani viene collocata sul prato non è esposta all’umidità e al momento di tagliare l’erba non è neanche necessario sollevarla, basta spingerla poco più in là dopo aver fatto rientrare i supporti posteriori che la stabilizzano.

Cosa serve per costruire una cuccia per cani in legno

disegno cuccia cani
  • Perline di abete da 19 mm: 10 sponde laterali da 950×116 mm; 2 liste laterali da 760×50 mm; 2 liste laterali da 760×100 mm; 8 liste da 700×116 mm (fronte e retro); 4 capriate tetto da 500×56 mm; 2 montanti scala da 450×50 mm; 5 gradini da 264×84 mm
  • Listelli di abete 45×28 mm: 2 elementi cornice ingresso da 355 mm; 2 elementi cornice ingresso da 315 mm
  • Listelli di pino 30×20 mm: 4 elementi verticali da 500 mm; 2 elementi orizzontali da 410 mm; 4 elementi inferiori da 145 mm
  • Inoltre: 2 pannelli di multistrato da 18x760x410 mm; un pannello di polistirolo da 20x760x410 mm; un pannello di compensato da 4x590x1230 mm; 2 supporti di legno duro da 40x40x400 mm; 2 viti M8x70 mm a testa tonda con relativi dadi zigrinati; 2 ruote gommate Ø 200 mm; un tubo per assale Ø 20×500 mm; 2 rondelle; 2 borchie per ruote; colla vinilica; viti varie; prodotti di finitura.

I quattro pannelli perimetrali

Dalle perline si tagliano i pezzi alla lunghezza necessaria per le successive lavorazioni; alcuni di essi vanno portati a misura anche in senso longitudinale, con l’accortezza di valutare, di volta in volta, se va tenuta “buona” la parte con il dente d’incastro o quella con la scanalatura.
Nelle due porzioni di perline che vanno alla base dei fianchi si aprono i prefori, svasati, per il collegamento al pavimento della cuccia.
I listelli verticali per il fissaggio delle perline vanno avvitati dall’interno (lato da 20 mm rivolto verso le perline). Si marcano i prefori badando che non ricadano nelle zone d’incastro tra le perline.
Nei listelli superiori dei fianchi, il bordo rivolto in alto deve assecondare l’inclinazione della copertura e va smussato.
Sullo stesso bordo si segnano le scanalature per l’incastro delle capriate.
Aperte le scanalature si ricompone il pannello e si avvitano i listelli verticali; la distanza di questi dal bordo inferiore dev’essere pari allo spessore del pannello di base.
Il lato rivolto verso il frontale va sagomato come mostra la foto; per tracciare la curvatura si può utilizzare il coperchio di un barattolo.
Con un compasso autocostruito si traccia il profilo curvo sul lato superiore del pannello frontale e di quello posteriore, poi si procede al taglio.
Nel pannello frontale si traccia il perimetro dell’apertura, si aprono 4 fori all’interno degli angoli per entrare con la lama del seghetto e si ritaglia il riquadro.

Assemblaggio e strutture accessorie

I due fianchi possono essere collegati al pannello di fondo, avvitato dall’esterno a filo inferiore.
Ai due listelli orizzontali che completano il telaio per i pannelli frontale e posteriore bisogna sagomare le estremità in modo da collegarli a incastro ai listelli verticali. Anche in questo caso a contatto con le perline va la faccia da 20 mm, perciò si tratta di asportare un pezzetto da 20x20x30 mm come mostra la foto.
Dopo aver spalmato un po’ di colla vinilica sull’incastro si portano a contatto i pezzi e si consolida la giunzione con una vite per parte.
Al secondo pannello di multistrato e a quello in polistirolo vanno tagliati gli spigoli per poterli incastrare tra i listelli e completare il sandwich del pavimento.
I listelli da 45×28 mm si tagliano a misura e con le estremità a 45° per incorniciare l’apertura frontale; sulle facce rivolte all’esterno, al lato maggiore si stonda leggermente lo spigolo, mentre su quello inferiore si realizza uno smusso più accentuato. Si incollano i pezzi e si serra la cornice con una cinghia di tensionamento, badando che gli spigoli siano protetti da spessori.
Quando la colla ha fatto presa, sul retro della cornice si realizza la battuta perimetrale: si può usare la fresatrice munita di fresa a scanalare oppure la sega da banco, previa opportuna regolazione dell’altezza della lama. (Leggi la nostra guida su come fresare il legno).
Nella parte inferiore, ai lati, il pannello frontale va ristretto e raccordato, con un profilo curvo, alla base dei fianchi.
L’avvitatura dei due pannelli frontale e posteriore avviene dall’esterno: le viti penetrano nello spessore del pannello di multistrato superiore, come evidenzia la linea tracciata per il loro inserimento.
La cornice può essere incollata lungo il perimetro dell’apertura e bloccata con morsetti fino all’asciugatura.
Nei due listelli da 145 mm vanno aperte due serie di fori passanti: sul lato da 20 mm in quelli per il fissaggio alle perline che chiudono la parte inferiore dei fianchi, sul lato da 30 mm imquelli per il montaggio ai pannelli frontale e posteriore. Entrambe le avvitature vanno eseguite dall’interno.
I listelli vanno avvitati a filo esterno delle perline, anche in questo caso evitando di intercettare gli incastri.
Esattamente al centro della lunghezza e a 30-35 mm dal bordo inferiore si realizza il foro per l’asse delle ruote con una punta Forstner da 20 mm. Affinché i due fori siano in asse si può usare il primo pezzo come maschera per il secondo, oppure si possono allineare i pezzi, serrarli tra morsetti e forarli simultaneamente.
Il montaggio si effettua con la struttura capovolta.
Su una faccia di entrambi i listelli di legno duro 40×40 mm, al centro della larghezza, si disegna un rettangolo largo 8 mm e lungo circa 100-120 mm, a 50 mm da un’estremità: si aprono due fori interni all’inizio e alla fine del rettangolo e si ritaglia un’asola con l’alternativo.
Vicino all’estremità posteriore dei fianchi della cuccia per cani, ad altezza opportuna, si apre un foro per l’inserimento della vite M8 che attraversa la perlina e il listello e viene serrato tramite un dado zigrinato (o a farfalla). Le asole permettono di regolare l’escursione dei listelli, in modo da adattarli in altezza per compensare le irregolarità del terreno e garantire sempre un appoggio sicuro e piano; possono essere completamente ritirati in alto per lo spostamento della cuccia.

Il montaggio delle ruote senza attriti

Le grandi ruote gonfiabili, rispetto a quelle “piene”, rendono più facile la movimentazione anche su fondi irregolari; i due collari, inseriti sull’asse prima delle ruote, fanno da distanziali, per evitare che la ruota strisci contro il legno, e si bloccano sull’asse con una vite.
L’asse si inserisce attraverso i fori praticati in precedenza, si verifica la misura e, di conseguenza, si taglia la porzione eccedente, sbavando poi con cura il bordo.
Le due borchie a pressione vanno inserite solo quando si è certi che le ruote siano montate correttamente sull’asse, perché una volta battute in sede non è più possibile estrarle.

Le capriate

Si inserisce una delle tavolette da cui ricavare le capriate nelle scanalature e si rilevano, alle estremità, i punti di tangenza con le pareti. Per tracciare la circonferenza si può utilizzare una striscia di compensato sottile premuta contro 3 chiodini, due piantati nei punti di tangenza e uno al centro della larghezza a 56 mm dalla base dell’arco. La prima capriata tagliata fa da dima per le successive.
Prima di inserire le capriate nelle loro sedi, si stende un poco di colla sulle parti a contatto.
Il tetto della cuccia per cani in compensato si incolla sulle capriate; si può stabilizzare il tutto con 3 viti per ogni capriata, una al vertice e due ai lati della falda.

La scaletta

L’estremità superiore della scaletta va bisellata con un angolo di 40°; quella inferiore a 50°, che è anche l’inclinazione da mantenere per le scanalature di incastro dei gradini, in modo che abbiano una leggera pendenza verso l’esterno. In base alle quote riportate sul disegno si tracciano le scanalature su uno dei montanti, si pratica una serie di tagli paralleli al loro interno, profondi circa 1 mm meno del necessario, e si completa l’asportazione con uno scalpello.
Regolarizzate le sedi con raspa e carta vetrata, si capovolgono i montanti e sulla linea mediana di ogni scanalatura si aprono due fori passanti e si svasa l’imbocco per incassare le viti. Questo primo montante fa da dima per il secondo che deve essere speculare!
Si centrano i gradini tra i montanti e si inseriscono le viti.
La cuccia va posta su una base piana, si spessora la parte anteriore (che non ha piedini) e si centra la scala davanti all’ingresso; si tracciano i contorni dei montanti e, sulla mezzeria di essi, si aprono i fori passanti per avvitare la scaletta dall’interno della cuccia.

Le finiture

Se il nome del cane è piuttosto corto (com’è sempre consigliato dagli esperti) lo si può riportare sulla cuccia per cani con lettere ritagliate da compensato e colorate in contrasto con la tonalità di fondo. Per il bene del nostro cane, per colorare la cuccia utilizziamo una vernice all’acqua il cui odore non sia forte e persistente come hanno gli smalti a base solvente, meglio se ecologica, priva di plastificanti e indicata per la colorazione dei giocattoli.

Riconquistare la manualità ripartendo dalla scrittura

Tratto da “Far da sé n.491 – Febbraio 2019″

Autore: Nicla de Carolis

Il polpo è un animale molto intelligente, ha grandi capacità di apprendimento e se gli si presenta una preda chiusa in un barattolo trasparente, riesce ad aprirlo; è astuto nell’uccidere le sue prede e tutto questo è collegato al fatto che ha otto tentacoli che muove in libertà e in ogni tentacolo comanda una doppia fila di ventose.
Noi abbiamo solo due mani ma, avendo il pollice opponibile, le dita articolate e la mobilità del polso, possiamo fare tante cose. Ancora una volta ci troviamo a ribadire l’importanza della manualità, artefice del successo evolutivo dell’uomo che dipende dal dialogo stabilito tra mani e cervello. In milioni di anni di evoluzione, le mani hanno affinato i loro movimenti stimolando lo sviluppo del cervello e il cervello a sua volta ha richiesto alle mani compiti sempre più raffinati.
La capacità di gente che ha manualità di sapersi destreggiare di fronte a situazioni impreviste è, come ben sappiamo, stupefacente. L’inventiva nel cercare soluzioni, grazie a una profonda conoscenza della pratica e a una duttilità di pensiero per risolvere problemi nuovi, è più semplice per chi è abituato a confrontarsi con la materia, a tagliare, assemblare, avvitare. Senza nulla togliere a tutte le altre competenze squisitamente intellettuali che l’uomo ha portato avanti nei secoli, man mano che si liberava dalle urgenze primarie, oggi più che mai sembrerebbe giusto ridare valore al binomio mente/mano.
E nella manualità rientra anche la scrittura di cui la regressione è registrata da tempo; i bambini imparano prima a scrivere in stampatello e quando scrivono in corsivo lo fanno lasciando le lettere staccate per poi unirle con trattini,  perdendo così il senso del corsivo che è permettere una scrittura fluida, con la punta della penna che non si stacca quasi mai dal foglio, facendo quindi l’esatto contrario.
“È ormai dimostrato da numerosi studi che la scrittura a mano sviluppa la capacità mnemonica, organizza le informazioni nel cervello in aree specializzate, stimola il pensiero astratto e la diversità”. Così scrive su “7”, il settimanale del Corriere della Sera, Nicola Gardini, docente a Oxford.
Quando si scrive a mano, si crea una connessione tra corpo e mente, quasi come quando si corre, si nuota, si fa l’amore e, aggiungerei, quando si costruisce qualcosa in laboratorio.

Scalpelli e sgorbie a mano | Gli utensili per scolpire il legno

Scalpelli e sgorbie, una gamma vastissima di utensili per i lavori del legno, di intaglio, scultura e tornitura

Lo scalpello ha origini antiche: già nell’età del bronzo e del ferro si usavano utensili con taglienti stretti per eseguire mortase. E sempre dall’antichità esisteva una vasta gamma di scalpelli e sgorbie per il lavoro su tornio. Poi la gamma si è raffinata e ampliata in età moderna, via via che l’artigianato e l’ebanisteria richiedevano nuovi utensili.
Gli scalpelli moderni hanno una parte tagliente di varia forma e dimensione che termina in un restringimento detto collo per infilarsi nel manico, protetto o no da una ghiera metallica. I manici sono tondeggianti e lisci, di solito in legno di bosso o plastica infrangibile, anche se in qualche caso particolare possono essere in faggio o in frassino. L’estremità ha forma di cupola per una presa migliore, in qualche caso può essere rinforzata da un anello metallico o avere una sporgenza su cui battere con il mazzuolo.

Lo scalpello comune, robusto e di forma rettangolare, è usato fin dall’antichità per eseguire incastri, insieme al mazzuolo.

La manutenzione è importantissima; in particolare l’affilatura del tagliente è fondamentale: scalpelli poco affilati non producono un taglio netto e richiedono più sforzo, risultando anche pericolosi per chi li adopera. Occorre poi appenderli verticalmente su rastrelliera per evitare che si smussino o si scheggino a contatto con altri utensili e oliarli leggermente se non si usano di frequente, per evitare che arrugginiscano.

Sulla sinistra vediamo vari tipi di scalpellini e coltelli più piccoli, usati nei lavori di intaglio, scultura e modellismo: lo spessore e le forme della lama, dritta, curva, obliqua, a cucchiaio, si adattano a rimuovere piccole schegge di materiale esattamente nel modo voluto. Il tipo obliquo si usa per rientranze, dove lo scalpello diritto non entra. A destra in alto scalpellini con profili obliqui triangolari e sfaccettati, per eseguire scanalature di forma particolare. Sotto, vari tipi di sgorbie da intaglio dalle curvature anche molto accentuate, e scalpelli a lama più spessa, più larga e corta, triangolare. Gli scalpelli più spessi si chiamano anche “bedani” e si usano per lavori più pesanti con il mazzuolo. Sotto ancora, un’altra gamma di scalpelli classici con vari profili e tipi di manico in legno o in acciaio.

Gli scalpelli

Indispensabile quello comune, con lama rettangolare e piatta; una selezione con larghezze del tagliente da 4, 8, 12 e 18 mm è sufficiente per gli usi più frequenti del fai da te. Quello con lama a bordi smussati lungo i lati più lunghi è meno rigido e si usa per lavori più leggeri, anche senza mazzuolo. Lo scalpello a scarpa, comune o smussato, ha lama di 176 mm e si usa per solchi lunghi.

Le sgorbie

La sgorbia da taglio è simile allo scalpello comune, ma ha lama curva, con larghezza comunemente da 6 a 25 mm. Quella con smussatura da taglio molata sulla parte esterna si usa per scanalature concave, quella con smussatura interna esegue tagli diritti a sezione curva, come la rifinitura della spalla di un tenone. La sgorbia concava ha lama lunga, manico curvo da intaglio, e lascia molto gioco alla mano che la manovra, per tagliare forme di tutti i tipi.

La particolare sgorbia ad anello si usa per scavare, ad esempio, un cucchiaio di legno.

Tornio e intaglio

In tornitura si usano sgorbie con tagliente arrotondato o quadrato, scalpelli dritti, obliqui, arrotondati, a punta di lancia o sfaccettati.
Per i lavori di intaglio troviamo sgorbie curve per intagliare incavi ampi, a cucchiaio con curvatura nella parte anteriore per piccoli incavi profondi, e scalpelli di forme simili per rifinire il lavoro delle sgorbie.

Scavando con piccole sgorbie si realizzano sculture, ma si eseguono anche lavori di lisciatura su superfici sbozzate con la raspa.

Finitura a cera e finitura a olio

La finitura a cera e la finitura a olio sono i metodi di finitura basilari che occorre conoscere per effettuare un restauro di qualità

finitura mobiliQuando si parla di finitura a cera occorre specificare che esistono in commercio numerosissimi tipi di cere ma, se ne abbiamo la possibilità, procuriamoci della cera vergine d’api da un apicoltore: è tutta un’altra cosa. La cera vergine (o cera d’api per legno) deve essere opportunamente preparata per poter ottenere la miscela (detta anche “encaustico”) da applicare sui mobili. Si prepara sciogliendo a bagnomaria 1 hg di cera.

La finitura a cera si effettua sul legno pulito (mordenzato o no) stendendo dapprima due mani con un pennello, distanziate un’ora una dall’altra, poi, con una spazzola a setole molto morbide, si tira la seconda mano di cera per mobili fin quando la superficie è lucida. Quindi si rifinisce lucidando a lungo il mobile con un panno e con movimenti ampi e regolari della mano.

È consigliabile lavorare al caldo. La cera consente di ottenere una ricca e protettiva patina sulle superfici dei mobili di vario antiquariato. La cera non viene assorbita dalla superficie e non nutre quindi il legno, ma assicura una certa protezione alla superficie, un aspetto gradevole e una finitura lucente, più facile da spolverare di quella opaca.

Finitura a olio

Per quanto riguarda la finitura ad olio gli oli da usare nel restauro sono essenzialmente due:

  • olio di lino cotto 
  • olio paglierino

Il primo è utile per formare una mano di fondo perché dona una tonalità calda al legno e quando è asciutto vi si può applicare una finitura a cera o gommalacca. Il secondo può essere efficacemente usato per ravvivare e “nutrire” il legno. Per una finitura d’effetto esistono infine le vernici trasparenti: i restauratori non le vedono di buon occhio, ma per riparazioni su mobili non troppo impegnativi sono l’ideale.

Sul mercato ve ne sono di tipi diversissimi (al poliuretano, all’acqua, trasparenti, mordenzate, satinate, lucide, ecc) e si stendono facilmente col pennello in più mani praticando tra una passata e l’altra una leggera smerigliatura con paglietta di ferro.

Cosa serve per effettuare la finitura a cera e la finitura a olio:

  • C’era d’api per legno (vergine) o pronta
  • Olio di lino cotto
  • Olio paglierino
  • Tampone, pennelli
  • Spazzole
  • Panni morbidi

Offerta
Novecento Y918 Cera d'Api, Neutro, 500 ml
  • Design creativo
  • Progettati per rendere il prodotto durevole nel tempo
  • Prodotti di ottima qualità
  • Materiali ad ottime prestazioni
  • Prodotti ed accessori progettati per soddisfare tutte le esigenze
Cera Novecento 8211 Olio di Lino Puro Cotto, Neutro, 1 litro
  • Prodotto della tradizione da sempre utilizzato per l' impregnazione e la protezione del legno grezzo
  • Sia in interni sia in esterni; ottimo come impregnante. è il più vecchio protettivo per legno
  • Aspetto caldo; finitura resistente e duratura
Brava OP1 Olio, Giallo Paglierino, 1000 ml
  • Olio giallo paglierino
  • Per legno, ardesia e cotto
  • Nutre lucida e protegge
  • Mobili e pavimenti
  • All'interno ed all'esterno
Cera Novecento SPAZ Spazzola per Mobili
  • Per lucidare in modo uniforme i mobili incerati
  • Ottima anche per ravvivarne semplicemente la brillantezza
  • Ideale per stendere la cera e raggiungere i punti più difficili come gli intarsi e i fregi del legno
  • Prodotto di ottima qualita

Come effettuare la finitura a cera

finitura a cera

  1. Come usare la cera d’api per legno? La cera per mobili antichi, incolore o mordenzata,  può essere stesa a pennello o con una spazzola a setole morbide. Bisogna poi “tirarla” a lungo fin quando appare ben lucida e non risulta più appiccicosa.
  2. La cera d’api per mobili si lucida con uno straccio pulito e morbido. Un mobile rifinito a cera rimane più delicato di uno lucidato a gommalacca e va periodicamente trattato con altra cera incolore per non scurirlo.
  3. La cera vergine preparata a bagnomaria si presenta piuttosto liquida e va stesa, ancora tiepida, con un pennello. Passiamo poi la spazzola e il panno come indicato per la cera pronta.

Come effettuare la finitura a olio

finitura ad olio

Finitura a olio con olio paglierino: lo usiamo dopo la sverniciatura per ravvivare e “nutrire” il legno perché spesso  il legno si mostra sfibrato. Ne versiamo un poco sulla superficie e lo stendiamo col tampone.

stendere mordente legno

Finitura con Olio di lino cotto: una mano di questo olio dona una tonalità calda al legno e, quando è asciutto, vi si può applicare gommalacca o cera. Lo stendiamo a pennello. Può essere colorato con le terre e gli ossidi.

tamponare legno

Con il tampone: un tampone realizzato con un panno senza peli, riempito di lana o cotone, serve per asportare accuratamente l’olio che non viene assorbito per non lasciare aloni più scuri.

La sandracca

sandracca
La sandracca è una resina vegetale disponibile in pezzetti solidi color ambra e solubili in alcool. La si usa soprattutto sciolta insieme alla gommalacca in modo da ottenere una copertura maggiormente brillante e dura.

La Colofonia

spazzolatura legno
La colofonia, detta anche “pece greca” è un derivato della distillazione dell’essenza di trementina. Solida, si scioglie in alcool o nella trementina. Serve per preparare vernici di bassa qualità che si lucidano anche a spazzola.

Offerta
Novecento Y918 Cera d'Api, Neutro, 500 ml
  • Design creativo
  • Progettati per rendere il prodotto durevole nel tempo
  • Prodotti di ottima qualità
  • Materiali ad ottime prestazioni
  • Prodotti ed accessori progettati per soddisfare tutte le esigenze
UULKI | Olio naturale per tagliere vegano per tagliere di legno e bambù, blocco da macellaio, piano di lavoro | Senza olio minerale e olio per legno per uso alimentare cura impermeabile (250 ml)
  • RITIRO - Fornisce un nutrimento profondo e la saturazione del legno: Uulki Cutting Board Oil satura profondamente i pori del legno, previene il restringimento e prolunga la vita del legno.
  • SUPERFICI IN LEGNO - Alternativa ecologica e sicura per gli alimenti all'olio minerale: senza olio minerale, derivati del petrolio e solventi - Uulki Wood Oil è totalmente atossico
  • 100% NATURALE & VEGAN - Miscela di olio di cocco di alta qualità e altri oli naturali: 100% di origine vegetale - Contiene 250 ml
  • VERSATILITÀ - Per taglieri, utensili da cucina, insalatiere, mattarelli, ecc. di legno o bambù, anche per piani di lavoro e tavoli da cucina.
  • FACILE DA USARE - Questo olio per legno non irrancidisce - Odore gradevole grazie agli oli essenziali - Prodotto in Europa.
TuttoDanza Inception PRO Infinite 1Kg Colofonia - Pece Greca - Resina Naturale - Adatto per Violino - Saponi - Adesivi - Vegetale
  • La pece è una resina naturale che oggi come ieri viene utilizzata tradizionalmente dai calzolai per impeciare e impermeabilizzare lo spago tale da renderlo più resistente e aumentarne la durata nelle cuciture a mano delle calzature.

Tavolo estraibile a scomparsa per la cucina

Un piccolo tavolo estraibile a scomparsa adatto ad uno spazio limitato che si estrae dal suo alloggiamento solo quando è necessario: è alloggiato in un mobile unico che corre lungo le pareti.

Questo tavolo estraibile a scomparsa si estrae e si ripone con facilità grazie alle due ruotine fisse di cui è dotato il paio di gambe rivolte verso l’interno; le altre due gambe, prive di ruote, vengono sollevate da terra durante la manovra: in questo modo, usando due sole ruote, evitiamo di dovere frenare il tavolo durante il suo utilizzo.
Le ruotine sono praticamente incassate nella sezione delle gambe e le due coppie di gambe hanno lunghezze lievemente diverse, per mantenere il piano orizzontale.
Una volta estratto dal suo alloggiamento, per il suo stile il tavolino a scomparsa si presta a vivere di vita propria in qualunque ambiente.

tavolo estraibile a scomparsa
Quando non è utilizzato il tavolo estraibile a scomprsa si sistema tra due elementi della cucina, in un vano aperto anteriormente; è utile poi collegare i due top preesistenti con un piano di lavoro aggiuntivo, sotto cui si ricava un vano ripostiglio.

Si amplia a ribalta

Per compensare la scarsità di superficie disponibile è indispensabile corredare il tavolo estraibile a scomparsa di due prolunghe a ribalta, incernierate su due lati opposti e sorrette, quando aperte, da due coppie di reggi prolunghe che si articolano sulle traverse frontale e posteriore.
Prese le debite misure dello spazio a disposizione, il tavolino si assembla giuntando ciascuna testa delle gambe con due più due spine ai relativi fianchi o traverse e con altre due spine al piano.
Se il tavolino viene sistemato tra due elementi componibilli separati, per creare un collegamento ottenendo un ulteriore scomparto basta costruire una sorta di cassetto aperto anteriormente da fissare ai fianchi adiacenti.
Il piano di lavoro aggiuntivo, che unisce i due elementi componibili, si trova al medesimo livello dei due piani adiacenti e lascia sotto di sé un cassetto a giorno utilizzabile.

Cosa occorre per costruire il tavolo a ribalta

Occorrono alcuni utensili:

  • sega circolare;
  • trapano;
  • guida per spinare;
  • levigatrice.

I materiali necessari per uno spazio di 600×600 mm:

  • lamellare da 28 mm (1 piano 500×580 mm; 2 prolunghe 300×580 mm; 1 piano fisso 600×600 mm; 1 piano di lavoro 600×600 mm);
  • lamellare da 18 mm (4 reggiprolunghe 100×200 mm; 2 fianchi tavolo 100×310 mm; 2 traverse frontale e posteriore 100×420 mm);
  • 4 gambe tornite alte 642 mm;
  • 24 spine 8×35 mm;
  • cerniere a libro (4 da30x25 mm e 4 da 40×50 mm);
  • 2 ruote fisse;
  • viti, colla vinilica e materiale di finitura.

Cerniere a libro per il ribaltabile

Le cerniere che articolano le prolunghe vengono avvitate da sotto in modo da restare nascoste alla vista anche quando le due ribaltine sono in verticale. Per ridurne al minimo lo spessore di ingombro è meglio incassarle.
I reggiprolunghe necessitano anch’esse di due cerniere ciascuno, in modo da reggere il peso di una persona che si appoggia sulla prolunga senza subire sollecitazioni errate. Le teste delle viti devono essere a filo con l’ala delle cerniere: per questo posizioniamo la fresatura dei fori delle cerniere nel senso corretto.
L’ala delle cerniere si avvita alla traversa dopo che è stata correttamente fissata al reggiprolunga; questo deve essere in grado di ruotare senza strisciare contro il bordo del tavolo: per questo, mentre avvitiamo l’ala della cerniera, conviene aggiungere uno spessore da 2 mm (un cartoncino) tra il reggiprolunga e la faccia inferiore del piano del tavolo.

Il bello dello “storico” e l’utile del “moderno”

Tratto da “Rifare Casa n.61 – Gennaio/Febbraio 2019″

Autore: Nicla de Carolis

Com’è noto l’Italia ha un patrimonio storico unico al mondo per numero di civiltà sviluppatesi nel tempo con importanti differenze a livello religioso, politico e culturale, di cui fa parte una gran quantità di edifici storici dove la ricerca dell’estetica si è espressa ai massimi livelli. Citiamo la recente definizione di LEED GBC Historic Building Italia (un ente no profit per la diffusione di una cultura dell’edilizia sostenibile) che per edificio storico intende “un manufatto edilizio che costituisce testimonianza materiale avente fonte di civiltà”, ovvero una soluzione riconducibile a una fase storica precedente che, per convenzione, viene considerata antecedente al 1945. Circa il 30 % degli edifici italiani è costituito da edifici storici e basta girare con un po’ di rilassatezza, grazie ai tempi dilatati dei recenti giorni di festa, per apprezzare il centro di una delle nostre meravigliose città e gli incredibili dettagli costruttivi dei tanti palazzi d’epoca che vi si trovano; lo stupore non finisce mai pensando al buongusto di chi ha progettato e all’abilità manuale di chi ha realizzato tanta bellezza. Nulla è lasciato al caso: i marcapiani, queste incorniciature definite da una serie di modanature sporgenti che riprendono le forme dell’architettura dell’edificio; i meravigliosi balconi che poggiano su mensole decorate con pietra, con cariatidi, con fini stucchi; le balaustre con colonnine eleganti; i rivestimenti in marmo e i bugnati che accentuano i chiaroscuri; i fregi sugli architravi delle aperture; i portali ad arco; gli zoccoli dei basamenti in pietra finemente modanati. Questa cura nei dettagli e nella capacità artigianale si ritrova anche nell’architettura più asciutta dello stile razionalista del periodo fascista: un esempio tra tanti è il Palazzo della Civiltà Italiana, detto anche Colosseo quadrato, che domina il quartiere Eur di Roma (nato in previsione dell’Expo di Roma del 1942 che non si svolse a causa della guerra), un edificio a pianta quadrata, realizzato in cemento armato e interamente “avvolto” di travertino che, con i suoi 54 archi per facciata, lascia a bocca aperta anche i più indifferenti. Dal secondo dopoguerra ai giorni nostri la ricerca estetica ha lasciato spazio ad altre urgenze, non sempre condivisibili, l’utile e il bello sembrano a volte categorie inconciliabili e la nostra società non esprime esigenze di bellezza, soprattutto parlando di edilizia. Però, se da un lato ci piace e ci commuove la ricerca e la realizzazione di estetica pura che ci ha lasciato chi è venuto prima di noi, dall’altro, oggi, apprezziamo le moderne produzioni nel campo dei materiali da costruzione, frutto di studi per migliorare la vivibilità degli edifici. Parliamo di isolamento termico e acustico, di qualità dell’aria, di protezione dall’umidità, di impermeabilizzazione, di riqualificazione antisismica. Sicuramente tutti i prodotti presentati nel dossier di questo numero sui “sistemi di costruzione a secco” rientrano tra le innovazioni di maggior interesse anche per chi voglia riqualificare edifici storici; dietro quel che comunemente viene indicato come “cartongesso” scoprirete un sistema con una gamma di referenze studiate per ristrutturazioni poco invasive e davvero a regola d’arte.

Come pulire l’ottone e lucidarlo a specchio | Guida dettagliata passo-passo

Impariamo come pulire l’ottone nel dettaglio per lucidare a specchio i nostri complementi d’arredo realizzati con questa lega

Sapere esattamente come pulire l’ottone è importante perché questa lega nel tempo tende ad imbrunire e risulta meno bella esteticamente rispetto a quando era bella lucida.

Cosa è l’ottone?

Prima di imparare come pulire l’ottone è bene capire di che materiale si tratta: l’ottone è una lega di zinco, rame e a volte di altri metalli; viene usato fin dagli albori della civiltà e, al giorno d’oggi, ha un campo di applicazioni vastissimo:

  • elettricità (apparecchiature elettriche, interruttori, contatti, portalampada),
  • autotrasporti (radiatori, impianti elettrici),
  • settore marino (accessori, complementi tecnici e d’arredo, scambiatori, piastre),
  • munizioni (bossoli),
  • idrosanitaria (rubinetti, valvole, radiatori, tubazioni),
  • industria meccanica (bulloni, viti, ingranaggi, minuterie metalliche, cerniere, serramenti, elementi di mobili, maniglie),
  • monetazione e simili (monete, targhe, medaglie, decorazioni),
  • strumenti musicali (gli ottoni).

Il motivo di tanto apprezzamento dell’ottone sta nelle sue qualità di robustezza, bellezza, malleabilità, resistenza alla corrosione e alle temperature estreme. Tuttavia, anche questa lega con il passare del tempo e con l’esposizione alle intemperie, va incontro a ossidazione. In effetti, con l’aggiunta di altri metalli si modificano le caratteristiche della lega rendendola ora più robusta di quanto non sia già, ora meno soggetta all’ossidazione, ora più facilmente lavorabile ecc.

La fusione, oltre a essere necessaria per la realizzazione della lega, è anche il metodo più utilizzato per la realizzazione di oggetti e complementi in ottone. La lega fonde a 930 °C circa che è un valore elevato, ma meno di altri metalli di uso comune.

Consigliamo, inoltre, la lettura della guida su come pulire l’acciaio inox

Pulire ottone e lucidarlo a fondo: tutti i passaggi

pulire ottone

1 – La prima lavorazione necessaria per pulire ottone e leghe simili è eseguita a mano, un pezzo per volta. Con carta vetrata finissima puliamo i pezzi più sporchi, che magari presentano delle asperità. Al termine della levigatura la superficie del pezzo si presenta liscia, ma ancora opaca; il colore, in compenso, nonostante la mancata lucentezza, si mostrerà già in linea con quello definitivo.

come pulire l'ottone

2 – Per rimuovere le piccole righe e portare a specchio le superfici, non c’è nulla di meglio della mola da banco con montato il feltro; quest’ultimo agisce in abbinamento alla pietra pomice che viene spalmata sul rullo in rotazione.

come lucidare l'ottone

3 –  Il lavoro grosso di lucidatura si fa con la prima passata che richiede più tempo per ottenere un manufatto dalla superficie uniforme.

In Italia ci sono ancora tante officine artigiane come la F.O.A.N., che perpetua le antiche tradizioni di Sori (GE) della produzione di oggetti in ottone con fusione a terra. Principalmente sono complementi in stile marinaro, ma la ditta esegue anche fusioni personalizzate su disegno del committente, nonché restauri e lucidatura di oggetti, purché in ottone.

Offerta
wolfcraft Set per lucidatura professionale da 6 pezzi I 2179000
  • Contenuto: un disco di tela per lucidare, diametro 8cinque mm
  • due paste per lucidare
  • 1 alberino di fissaggio
  • Rispetta le regole di produzione
Lux Metal Disco Lucidante per Trapano Sisal Pura Dischi Lucidatura Ultra Hard 100 mm Lucidare A Specchio Acciaio Inox Metalli Sgrossatura Alluminio Ruota Mola Elimina Graffi Ottone Rame Bronzo Ferro
  • DISCO LUCIDATURA "Z" ULTRA HARD SISAL PURO DIAMETRO 100 MM, Il disco lucidante per pre - lucidatura è Assemblato con una particolare composizione interna a spicchi di sisal con una legatura a spirale per incrementarne la durata e la forte abrasione. Dischi in Sisal per pre - lucidare a specchio, Ottimo da usare su superfici sabbiate, graffiate/carteggiate, molto ossidate, ossidazione, ruggine e annerimento di metalli come, acciaio inox, alluminio, ferro, ottone, rame, bronzo, leghe, oro.
  • DIMENSIONI: Diametro 100 mm / spessore 18 mm / foro 10 mm. Usato con pasta abrasiva lucidante il disco per lucidare è ottimo come lucidante alluminio, disco per lucidare acciaio, lucida acciaio inox, lucidatura marmo, lucidatura metalli, pulire argento, e come rimuovi graffi vetro con ossido di cerio. Tipo tamponi lucidatura e spazzole lucidatrice i dischi per lucidare metalli si possono usare su utensili come lucidatura con trapano, lucidatrice da banco, mola da banco, smerigliatrice angolare.
  • MATERIALI DI ALTA QUALITÀ: I dischi lucidanti si differenziano in base al tipo di materiale da lucidare. Lux Metal dispone di una gamma di dischi di vari tessuti come disco in feltro per lucidatura, disco per lucidatura in lana, dischi lucidanti in feltro di lana, dischi lucidanti in lana, disco cotone lucidatura, disco sisal cotone che sono suddivisi per utensile usato come dischi per smerigliatrice, disco lucidante per trapano, disco mola lucidante, o chiamati tampone lucidatura trapano.
  • COME USARE IL DISCO LUCIDANTE? Montare il disco lucidatura Lux Metal sul vostro utensile (Nelle prime fasi di utilizzo i dischi presenteranno uno sfilacciamento naturale) applicare la pasta lucidante sul disco mentre gira finché non si sarà impregnato, Poi passare la ruota lucidatura sul particolare da lucidare. Per una perfetta applicazione della pasta abrasiva consigliamo la velocità di rotazione del disco lucidatura a 2000/3000 giri/min.
  • FAI DA TE PROFESSIONALE: Lux Metal è leader nella vendita in Italia ed Europa di paste abrasive lucidanti, dischi di lucidatura, kit lucidatura metalli, kit pasta lucidante metalli, kit dischi lucidatura per ottenere risultati impeccabili. Tutti i prodotti Lux Metal sono realizzati in Italia e rappresentano il Made in Italy. Lux Metal si impegna a garantire fiducia, professionalità e qualità con eccellenza italiana nel settore della lucidatura.
Offerta
Ruota di Lucidatura,10 Pezzi 1 Pollice Feltro Lana Ruota Lucidatura Spazzola per Lucidare con Manico Trapano Rettificatrice Rotazione Strumento Usato per Legno Intaglio Giada Avorio Metallo
  • ✔ Materiale di qualità: le ruote lucidanti in feltro sono realizzate in feltro di lana, buona proprietà e lavorazione, robuste e durevoli.
  • ✔ Morbido e sicuro: più strati di tessuto cuciti insieme al centro, morbido e delicato, senza graffi durante la lucidatura e non danneggia la superficie del mobile o la vernice dell'auto. Morbido e non graffia la superficie degli oggetti.
  • ✔ Adatto per la maggior parte dei metalli: l'accessorio per lucidare è ideale per lucidare la maggior parte dei metalli (ad esempio: acciaio, alluminio, lega di zinco, ottone, rame) e superfici in plastica, pulire la polvere e mantenere la pulizia, lascia una finitura lucida sui metalli.
  • ✔ Ampia applicazione: ampiamente si applica al mulino a foro cilindro, tubi, rettifica, muffa, attrezzature mediche, attrezzature di bellezza, gioielli in oro e argento, acciaio inossidabile, attrezzature di vetro, parti di macchine e altri processi di raffinazione speciali.
  • ✔ di qualità: cambio entro 12 mesi di del prodotto. Se avete qualunque problema entro 12 mesi, non esitate a contattarci.
MPyramid I più gioielli per puliti bronzo panno di pulizia ottone Lavaggio prodotto 2 pezzi lucidatura rame pulizia prodotti argento
  • Ottone Rame Panni di pulizia
  • Per la pulizia di lucidatura + + Protect
  • Evitare di ricominciare di nuovo
  • Molto efficace
  • Riceverai 2 pezzi