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FERVI riconferma la Certificazione ESG migliorando il punteggio complessivo

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Grazie al percorso interno di attenzione alla sostenibilità aziendale, FERVI incrementa il proprio punteggio raggiungendo il 64,48% e confermando il livello AA- della Certificazione ESG (Environmental, Social and Governance) del 2022

Lavorando su 11 degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) delle Nazioni Unite, FERVI conferma il suo rating ESG, aumentando il punteggio che sale da 62,07% del 2022 al 64,48% del 2023. Il nuovo rating si conferma AA- come l’anno precedente e il miglioramento nel punteggio è collegato soprattutto alle voci salute e benessere aziendale (76,29%), quality education (63,45%) e pace e giustizia (62,83%). 

Tutto questo è stato possibile grazie all’ottimizzazione di una serie di procedure interne e a investimenti specifici portati avanti dall’azienda emiliana, punto di riferimento del mercato MRO (Maintanance, Repair and Operations) e delle attrezzature per officina, per il fai-da-te e per i professionisti della manutenzione. L’obiettivo rimane quello di agire in modo concreto su diversi aspetti della vita aziendale e sull’impatto delle varie attività, sia in termini di sostenibilità ambientale, sia di welfare aziendale e governance.  

La certificazione ESG, insieme al già ricco palmarès di certificazioni di FERVI come la ISO 45001 relativa ai Sistemi di Gestione per la Salute e Sicurezza sul lavoro, la ISO 14001 relativa al Sistema di Gestione Ambientale e la ISO 9001 sul Sistema di Gestione della Qualità dei prodotti (con tutte le varie fasi di verifica e di controllo prima dell’immissione sul mercato), diventa quindi un importante indicatore di sostenibilità per le imprese moderne, trainando tutta la filiera in un percorso di responsabilità, orientato a far emergere l’affidabilità e l’eccellenza delle aziende più sensibili. 

Continuiamo con orgoglio e soddisfazione il nostro percorso di crescita e miglioramento per raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’ONU. Confermare il nostro rating AA- a distanza di un anno è già un risultato, ma incrementare ulteriormente il nostro punteggio ci fa capire che stiamo andando nella direzione giusta. Siamo determinati a continuare in questa direzione, anno dopo anno, garantendo un miglioramento per le risorse aziendali, la sostenibilità ambientale ed il sostegno alla comunità” ha commentato Guido Greco, CEO di FERVI Group.

FAR DA SÉ: 50 anni di manualità sempre attenta all’innovazione

Tratto da “Far da sé n.535 – Febbraio/Marzo 2024″

Autore: Nicla de Carolis

Far da sé entra nel suo 50° anno di vita e, guardando con occhio distaccato a questo suo percorso, non possiamo far altro che sottolineare, nonostante l’importante evoluzione tecnologica in tutti i settori, che un certo tipo di manualità è al momento necessaria più che mai. Certo i robot stanno già sostituendo il lavoro manuale ripetitivo e che non richiede particolari competenze, ben venga, chi non sogna di avere un robottino che sparecchi la tavola o ci impili le scatole in un armadio? Parlo della manualità per realizzare un impianto elettrico o idraulico, ma anche di quella per realizzare oggetti unici; in tanti settori c’è una riscoperta di queste produzioni di nicchia non paragonabili alle industriali. E poi c’è la manualità che consente di fare delle riparazioni: se vogliamo andare verso un mondo più sostenibile, dobbiamo prendere atto che bisogna buttare meno e realizzare oggetti fatti per durare. Quindi, non per esagerare con le autocelebrazioni, ma possiamo senz’altro continuare a sostenere a pieno titolo la validità di questa capacità dei sapiens, una manualità intelligente, creativa, flessibile e utile di cui voi, nostri lettori, siete un esempio che non finisce mai di stupire.
Apriamo questo numero con uno speciale dedicato al fantastico mondo della domotica, importante passo avanti volto a migliorare la qualità della vita nelle case, con automazioni e tecnologie che consentono di gestire da remoto tutti gli apparecchi tramite l’impianto elettrico e la connesione Wi-Fi. Tanta strada è stata fatta dagli anni ‘50 quando negli Stati Uniti veniva realizzato il primo dispositivo di controllo multiplo di tutte le informazioni degli impianti sul loro funzionamento in tempo reale che prevedeva già l’uso di un display a cristalli liquidi.
Oltre a un’introduzione per chiarire tutte le modalità e possibilità della domotica di oggi, da pagina 16 ci sono i passo passo per installare dispositivi intelligenti dove la capacità di far da sé, nonché la dimestichezza con cacciaviti e tester, si rivelano assai utili.

Ma accanto a questi “miracoli“ della domotica, frutto dell’intelligenza umana declinata per la ricerca tecnologica, sono anche altre le realizzazioni che meravigliano per la capacità di recuperare e ridare vita a oggetti grazie alla fantasia, all’abilità manuale e tecnica. In questo numero i progetti presentati ne sono un ricco esempio: dalla lampada fatta con listelli avanzati di parquet, alla carriola portafiori con ruote ricavate da una bobina di legno per cavo, alla piastra per barbecue ottenuta con un disco di aratro. Se scorriamo solo alcuni dei numeri di questi 50 anni, i vostri progetti che hanno dell’incredibile sono una quantità enorme e inesauribile: avanti così, quindi, continuate a lasciarci a bocca aperta

Sognare case e cose belle per realizzarle al meglio

Tratto da “Come ristrutturare la casa n.1 – Gennaio/Febbraio 2024″

Autore: Nicla de Carolis

Gli articoli pubblicati in questo numero fanno proprio sognare: chi non vorrebbe passare le vacanze in uno chalet circondato dalla neve e da una pineta? Solo guardandone le foto da pagina 30 si immagina l’avvolgente profumo di larice, lo scricchiolio delle tavole e il caldo accogliente di questo materiale unico, solo lui genera tutte queste sensazioni. Gli arredi creati su misura sono in perfetta armonia con le pareti/spioventi del tetto a tutta altezza, dalla scelta dei tessuti di divani, tappeti, testiere del letto per arrivare al rivestimento in legno anche della vasca e alla tavolona grezza utilizzata come piano di appoggio del lavabo. A completare la raffinata progettazione dell’illuminazione, dettata dal nome della località Monti della Luna, troviamo la grande “sfera/luna” di Davide Groppi che diventa una lanterna notturna al centro della vetrata che guarda sulla vallata.

Ma eccita la fantasia anche il progetto di una casa del sud Italia, queste abitazioni hanno spesso in comune, rispetto a quelle del nord più austere nelle tinte e minimaliste negli arredi, la ricchezza
di colori, gli abbinamenti originali e audaci: da pagina 86 ecco dei runner in gobelin, tipo arazzo, che si sposano con tappeti moderni, opere astratte e pareti in vetro dicroico, quello che cambia colore. Una miscela di riferimenti e di gusti che creano una perfetta, piacevole armonia, una proposta carica di spunti da copiare per rendere i vostri interni davvero unici.

Se il desiderio è quello di avere una fiamma in casa che riporti ai mondi delle fiabe, da pagina 46 lo speciale su stufe e caminetti è un’ottima vetrina su quanto di più innovativo offre il mercato.
In anteprima assoluta presentiamo la canna fumaria sensorizzata che, grazie a un’ APP dedicata, consente un monitoraggio in fatto di consumi e prestazioni del proprio impianto a biomassa; permette inoltre al tecnico di tenere sotto controllo, semplicemente dal suo computer in tempo reale, il suo buon funzionamento intervenendo quando è il momento della manutenzione, un’evoluzione davvero importante per un settore ancora non così legato al digitale.

In queste pagine sono tanti i progetti e le cose belle da cui trarre ispirazione e da desiderare, cominciare a sognare il meglio è sicuramente l’inizio giusto per poterlo realizzare!

Tavola&Co | Sempre maggiore varietà fra le pellicole adesive

Il catalogo Tavola&Co si arricchisce continuamente; nella gamma di pellicole adesive si aggiungono nuove tinte unite e nuovi motivi decorativi in linea con gli sviluppi dei canoni stilistici

In tutto ciò che concerne lo stile, valgono come fattori primari i canoni stilistici classici e quelli dettati dalle nuove tendenze; la regola vale anche per l’ambito della casa e tutto ciò che attiene al suo abbellimento e la decorazione. Le pellicole adesive sono uno strumento evoluto di quella che un tempo era la carta per rivestimento che si applicava, per esempio, all’interno dei cassetti e dei mobili, fissandola con puntine o spennellando adesivo.

Con le pellicole adesive della gamma Tavola&Co di Sodifer si può contare sugli stessi disegni e le tinte classici (foto sopra), veri punti di riferimento, mai tramontati; in più ci sono le colorazioni e texture moderne che si arricchiscono con continuità di nuove referenze di stile.

Questa pellicola si fa apprezzare per innumerevoli motivi. Per esempio, per la robustezza e la durata nel tempo; per la griglia con lato di 10 mm stampigliata sul retro che agevola la misurazione e il taglio; ma possiamo anche mettere in evidenza che la pellicola vanta un giusto compromesso fra elasticità e rigidezza, grazie al quale si rivestono senza difficoltà sia le superfici curve, sia quelle ampie e del tutto piane; inoltre, i motivi grafici sono tagliati lateralmente in modo che si possano fare giunte senza alterazioni della texture.

Misurata la larghezza del tavolo, si riporta sul retro della pellicola
Prima dell’applicazione è necessario detergere la superficie
Si stacca un breve tratto di carta protettiva all’estremità della pellicola
L’inizio della stesura richiede la massima precisione
Procedendo nella stesura della pellicola è necessario usare una spatola di plastica per eliminare via via le bolle che si formano

Alcuni esempi di applicazione

Il rivestimento di oggetti, come il caso di questo vassoio, può avere scopo decorativo oppure di rinnovamento dell’oggetto, ma lo scopo può anche essere quello del ripristino di una superficie rovinata (scolorita, graffiata o macchiata in modo indelebile).

Molte pellicole della gamma Tavola&Co hanno decorazioni, ma il supporto è dotato di una certa trasparenza; queste si prestano all’applicazione sui vetri, con lo scopo di impedire la vista, lasciando passare la luce che proviene da fuori.

Ampia scelta fra i motivi che consentono di vivacizzare gli ambienti, troppo spesso resi monotoni dalla predominanza dei bianchi. Basta applicare un foglio di pellicola sulla campitura centrale della porta e l’aspetto della stanza cambia immediatamente.

Nell’ampia disponibilità del catalogo Tavola&Co si trova sempre la giusta corrispondenza alle proprie esigenze; notevole il numero di motivi grafici, da quelli classici ai più moderni e attuali, senza contare le numerose tinte unite, capaci di valorizzare anche il più banale complemento d’arredo.

Casa d’epoca o ricostruita

Tratto da “Rifare Casa n.91 – Gennaio/Febbraio 2024″

Autore: Nicla de Carolis

… e per casa d’epoca intendiamo una casa costruita entro il 1940: avere un appartamento in questi edifici è un privilegio di circa il 17% degli italiani, la parte del leone la fanno le costruzioni venute su come funghi dopo gli anni ‘60, con tutte le loro pecche in termini di scarsa qualità dei materiali, della progettazione e dell’estetica. Se si è proprietari di un appartamento d’epoca, le strade per ristrutturare sono due: la prima è procedere senza tener conto dello stile della costruzione, la seconda è essere rispettosi di tutto quanto si trova e fare un restauro conservativo, io sono per quest’ultima via.
È una vera goduria entrare in un’abitazione come villa Necchi Campiglio, in pieno centro a Milano, oggi museo di proprietà del FAI,
e apprezzarne le ricercatezze, rimaste intatte, realizzate da abili artigiani e progettate nei minimi dettagli dal grande Portaluppi, eclettico maestro dell’architettura razionalista, ultimo stile degno di nota, a mio avviso. Da pagina 62 potrete vedere i bagni della villa ancora originali, con vasca, doccia, lavabo doppio, wc e bidet separati, armadietti con ante grigliate per appendere gli accappatoi e lasciar circolare l’aria. Troverete quindi una selezione di prodotti e tante dritte per poter ricreare un bagno in perfetta armonia con la vostra casa d’epoca, grazie alle ottime produzioni dell’industria: marmi, piastrelline per boiserie, carte da parati, specchi e sanitari realizzati seguendo l’estetica del primo novecento. Ma nel panorama dell’offerta di materiali che tante volte abbiamo trattato, nulla manca neanche per gli altri interventi conservativi, dai pavimenti in legno antico recuperato, a quelli di cementine, oggi ancora prodotte, ai terrazzi alla veneziana realizzati anche a basso spessore. L’isolamento delle pareti perimetrali, nei casi in cui il cappotto esterno non sia possibile per vincoli estetici, trova un’ottima soluzione nelle lastre accoppiate che, rubando solo poco spazio, migliorano notevolmente il comfort abitativo (da pagina 42 nell’ampio dossier sull’involucro).
Se invece non c’è niente da ”conservare”, ma addirittura non vale la pena neanche riqualificare, ecco che la prefabbricazione può rivelarsi la soluzione giusta: da pagina 26 una villa costruita negli anni ‘70 è stata demolita e ricostruita interamente con il pareti prefabbricate X-lam, pannelli lamellari in legno massiccio realizzati sovrapponendo e incollando diverse tavole una sull’altra in modo che l’orientamento delle fibre sia perpendicolare da una tavola all’altra. Legno fuori e legno dentro con un risultato estetico e di prestazioni che rendono X-lam un sistema costruttivo imbattibile.

Il 2024 si presenta un anno ricco di novità che ci entusiasmano e danno la carica alla nostra voglia di scoprire e condividere!

Costruire una cuccia per cani termoisolata con polistirolo

Vediamo insieme come costruire una cuccia per cani, il confortevole riparo che il nostro amico a quattro zampe si aspetta da noi.

I  nostri amici a quattro zampe hanno bisogno di una dimora adeguata alle loro dimensioni: vediamo come costruire una cuccia per cani adatta ad animali che alla spalla misurano sui 45-50 cm. È comunque possibile variarne le misure, tenendo presente che i cani non amano cucce troppo ampie (a parte il bracco italiano!)

La cuccia è formata da elementi preassemblati con viti e chiodi e successivamente uniti insieme: Il pavimento è collegato alle pareti laterali e le due facciate sono unite alle falde del tetto. Scrocchetti per mobili (di robustezza adeguata alle forze dell’ospite) le tengono unite, ma permettono di separarle agevolmente per procedere alle periodiche pulizie. Tutta la costruzione, di tipo “tamburato”, è formata da telai di listelli chiusi internamente da fogli di compensato.

Nello spessore dei telai va inserito un materiale isolante di tipo rigido, polistirolo espanso ad alta densità o poliuretano espanso. Il rivestimento esterno dei telai è, per il tetto ed il pavimento, dello stesso compensato; per le quattro pareti laterali, di perline.

Costruire una cuccia per cani termoisolata – Le pareti isolate

polistirolo isolante

I due lati corti del telaio del fondo e la traversa interna si inchiodano a squadra fra i due lati lunghi.

chiusura pannelloFissato il primo foglio di compensato si inseriscono i pannelli isolanti di polistirolo che vengono tenuti in posizione dal secondo foglio.

 

cuccia fai da te

Le due pareti laterali si realizzano alla stessa maniera, avvitando contro il telaio di listelli i rispettivi fogli di compensato. Il listello di base delle pareti si incolla ed avvita ai lati lunghi del pavimento.

Tetto, fronte e retro

Come costruire una cuccia per cani

 1 – Le travi del tetto, due per falda, si fissano agli spioventi della facciata con piastrine ad L. Il compensato sotto la piastrina permette di spostare le travi oltre le pareti, così da incastrare le due parti della cuccia.
2, 3 – Il completamento della casetta conviene sia fatto con fronte e retro già collegati dalle travi.
4 – Si mettono al loro posto i pannelli isolanti del tetto e delle pareti e si bloccano in sede con le perline sulle pareti verticali e con due fogli di compensato sulle falde del tetto. La perfetta squadratura tanto dell’unione del tetto con fronte e retro quanto dell’insieme pavimento-pareti è essenziale per la buona riuscita della realizzazione.

Impermeabilizzazione finale

tetto cuccia

La cuccia del cane sta normalmente all’aperto, esposta alle intemperie, per cui se vogliamo che duri a lungo e che l’animale non patisca eccessivamente né il caldo né il freddo e, soprattutto, non debba vivere in un ambiente umido, dobbiamo usare alcuni accorgimenti. Le pareti interne si impermeabilizzano strofinandole con paraffina o stearina.

1 – La perlinatura va prima protetta con un impregnante e poi smaltata con vernici da esterno o trattata con un impregnante protettivo.
2,3 Sul tetto si fissano con la termopistola tre teli di guaina bitumata, due a misura della falda ed il terzo più stretto che va ripiegato sul colmo.

Come costruire una cuccia per cani – Copertura del tetto

tegola canadese
Al posto della guaina bitumata possiamo utilizzare le tegole canadesi (1000×340 mm) costituite da un feltro bitumato e isolante e coperte con graniglie minerali. Alcune strisce autocollanti permettono di unirle stabilmente per sovrapposizione.Sono disponibili in diverse forme e colori e garantiscono alta resistenza agli agenti atmosferici. La perfetta applicazione si ottiene su un supporto continuo e liscio costituito da pannelli multistrato oppure da un tavolato di legno.

Einhell TE-BJ 18 Li | Fresatrice orizzontale per giunzioni a lamello

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Il sistema di giunzione a lamelli fornisce due vantaggi: rapidità e precisione. Per metterlo in pratica, però, serve una fresatrice orizzontale con diverse possibilità di regolazione, meglio se a batteria

Il numero degli elettroutensili che utilizzano le batterie al litio 18 V Power XChange è in continuo aumento e ora il catalogo Einhell annovera anche una validissima fresatrice orizzontale per l’esecuzione delle giunzioni del legno con i lamelli. La validità di una macchina non si misura solo in robustezza, ma anche nella qualità (precisione e solidità) delle regolazioni che consentono di affrontare i casi più disparati. Inoltre, trattandosi di un dispositivo per fare giunzioni, è fondamentale anche l’assenza di giochi delle parti in movimento e le tolleranze minime, che permettono bassissime occasioni di errore.

Tutto questo è appannaggio della fresatrice orizzontale TE-BJ 18 Li, una macchina dalle dimensioni contenute, che si impugna in modo naturale e saldo; provandola si ha una netta sensazione di robustezza dei materiali: gli stantuffi di scorrimento sono ben dimensionati; la piastra d’appoggio, la guida ad angolo e la battuta regolabile sono in metallo spesso. La guida ad angolo può essere inclinata da 0° a 90°; nella posizione 0°, 45° e 90° ha uno scatto che permette la rapida impostazione dei valori più frequentemente usati. Ovviamente è possibile bloccare la regolazione su qualsiasi altro valore intermedio. Lo spessore di lavoro si imposta con la battuta regolabile, sino a un valore massimo di 40 mm, quindi con possibilità di giuntare centralmente spessori sino a 80 mm.

Il motore porta rapidamente e senza contraccolpi l’utensile a regime (6500 giri/min); la fresa ha Ø 100 mm, spessore 4 mm e foro centrale da 22 mm. L’escursione degli stantuffi consente una profondità massima di fresatura di 20 mm. Al posto del sacchetto antipolvere si può usare un comune aspiratore (l’innesto ha diametro standard). La sostituzione della fresa è agevolata dal pulsante di blocco della rotazione dell’asse secondario. La fresatrice orizzontale TE-BJ 18 Li-Solo costa euro 116,95.

Regolazione della profondità di fresatura

Eventuali regolazioni di precisione della profondità si possono fare allentando il controdado di ritenzione e ruotando la vite di riscontro che va in battuta sul nottolino.

Ribaltamento della guida ad angolo

Nei casi in cui sia necessario applicare lamelli con angoli compresi fra 0° e 90°, si regola l’inclinazione della guida ad angolo rilasciando l’apposita leva: una tacca rossa indica il valore sulla scala graduata.
Quando la guida è completamente ribaltata (angolo di 90°) lo spessore del legno lavorabile è fisso. La tacca rossa laterale indica il centro della fresa.

Montaggio e settaggio della battuta regolabile in altezza

La battuta regolabile ha un sistema a cremagliera che ne permette la regolazione precisa, mentre due elementi laterali abbracciano la guida ad angolo consentendo lo scorrimento e la tenuta.
La battuta regolabile si inserisce sulla guida ad angolo dall’alto e si fa ruotare la manopola della ruota dentata, facendo scendere la battuta verso il basso.
La levetta a destra della battuta serve per bloccare e sbloccare lo scorrimento; ruotando la manopola della cremagliera si regola con precisione l’altezza di lavoro della fresa: questo valore, di solito, corrisponde alla metà dello spessore dei pezzi da giuntare.

Riparazione facile delle cerniere: i kit Wolfcraft per restaurare le sedi viti

Due set completi che consentono di riparare le cerniere divelte, lato mobile o lato anta, per il cedimento delle sedi viti

Il cedimento delle viti che tengono le cerniere delle ante è un incidente che accade con una certa frequenza a causa dei materiali, di un errato montaggio o per uno scontro. A seconda dei casi, può succedere che lo sfilamento avvenga sul lato del corpo del mobile oppure sugli attacchi lato anta. La diversa configurazione dei due attacchi impone un approccio specifico per porre rimedio al danno. In tutti i casi, mettere viti più lunghe serve a poco (dato lo spessore ridotto dei pannelli che compongono il mobile), mentre sono risolutivi i due set Wolfcraft di queste pagine, completi di tutto ciò che serve per riparare, lato mobile o lato anta, due cerniere che hanno subito lo sfilamento con rottura delle sedi delle viti.

Set riparazione cerniere lato mobile

Il set Wolfcraft n. 4657000 serve per la riparazione di cerniere a tazza i cui normali attacchi hanno ceduto prendendo laschi che impediscono la necessaria tenuta delle viti. Scopo di questo set è il ripristino delle sedi delle viti nell’esatta posizione delle originali, in modo che nulla cambi rispetto alla situazione originale, sia sotto il profilo funzionale, sia estetico. Le sedi delle viti vengono ricostruite allargando i fori slabbrati per inserire bussole truciolari esternamente, filettate a passo metrico internamente. Il set è formato da 11 pezzi e comprende gli utensili necessari per completare il lavoro e le parti di ricambio sufficienti per rimettere a posto in modo robusto due cerniere sfilate dal lato corpo del mobile. Sono inclusi: 1 punta HSS rullato con diametro 6 mm; 1 arresto di profondità per la punta, con relativa chiave a brugola; 1 bit svasatore con codolo esagonale; 4 boccole filettate; 4 viti M4 a testa svasata, impronta PH2. Il set Wolfcraft 4657000 ha un prezzo indicato per il pubblico di euro 10,99.

Regoliamo la profondità di foratura misurando la sporgenza della punta, rispetto all’arresto di profondità. Lo facciamo direttamente sullo spessore del fianchetto del mobile; al termine stringiamo la vite con impronta esagonale che blocca l’arresto di profondità sulla punta.
Agendo esattamente in corrispondenza dei due fori preesistenti, si procede con l’allargamento con la punta di Ø 6 mm, portandola a fondo sino al contatto dell’arresto di profondità sulla superficie.
Con il bit svasatore in dotazione facciamo una leggerissima passata all’imboccatura del foro: la rimozione dei detriti e lo svaso creato agevolano la successiva applicazione della bussola filettata.
Le bussole hanno un taglio frontale necessario per l’applicazione con un cacciavite a taglio di misura medio-grande. Le avvitiamo sino a mandarle bene sotto filo piano.
Non resta che rimettere in sede la cerniera originale fissandola però con le viti in dotazione con il set (passo metrico M4). Restano completamente disponibili tutte le regolazioni operabili sulla cerniera per il corretto allineamento dell’antina.

Set riparazione cerniere lato anta

Il set Wolfcraft n. 4658000 serve per la riparazione del fissaggio di cerniere a tazza sul lato dell’anta. Anche in questo caso sono inclusi nel set tutti gli accessori e i ricambi necessari per completare il lavoro su due cerniere. Questa volta si tratta di applicare una piastrina di supporto di acciaio spazzolato che permette il bloccaggio saldo della cerniera e maschera esteticamente il danno creatosi con il suo sfilamento. Il set include 2 piastre di montaggio 90×90 mm; 14 viti a testa svasata, di cui 4 leggermente più lunghe; 1 punta per cerniere autocentrante. Il set Wolfcratf n. 4658000 ha un prezzo consigliato per il pubblico di euro 15,99.

Nel caso di sfilamento della cerniera di un’anta è molto frequente la rottura dello strato superficiale di nobilitazione, oltre allo strappo delle fibre della tazza e nelle sedi delle due viti di tenuta. Tutto questo avviene in un punto ad alta visibilità e ogni tentativo di recupero con adesivi e stucchi, oltre a non essere efficace meccanicamente, non consente neppure un sufficiente risultato estetico.
Le dimensioni delle piastrine incluse nel set sono più che sufficienti nella maggioranza dei casi per ricoprire l’estensione del danno.
Inseriamo la cerniera su una piastrina, la mettiamo in posizione sull’anta ed eseguiamo i fori pilota usando la punta centratrice che garantisce centratura del foro e corretta profondità d’esecuzione.
Fissiamo la piastrina metallica usando 5 delle viti corte fornite con il set. Teniamo sempre inserita la cerniera nel foro in modo da essere sicuri della sua corretta posizione e non stringiamo troppo le viti, per evitare spanamenti delle sedi.
Per fissare la cerniera è necessario fare i fori nella piastrina metallica; per questo utilizziamo nuovamente la punta centratrice. Per essere sicuri del corretto allineamento della cerniera, teniamola in linea usando la squadra a cappello.
Fissiamo la cerniera con due viti, scegliendole fra quelle più lunghe date in dotazione con il set. Anche in questo caso non dobbiamo eccedere con la forza di torsione impostata sull’avvitatore: meglio completare il serraggio con un cacciavite.

Riflessioni sulle complicazioni dell’evoluzione tecnologica

Tratto da “Far da sé n.534 – Dicembre 2023/Gennaio 2024″

Autore: Nicla de Carolis

Si è scritto molto su tutto questo, anche cose divertenti che stigmatizzano come la tecnologia, a volte, pur avendo l’obiettivo di semplificarci la vita, ce la complica: succede quotidianamente a ciascuno di noi e questi episodi, legati a complicazioni dell’evoluzione tecnologica, ci portano a volte a ridimensionare il nostro entusiasmo per le innovazioni.

Nel dossier di questo numero analizziamo una case history davvero interessante e di estrema attualità: il passaggio dalla caldaia a condensazione (colpevole di alimentarsi a gas, le cui emissioni sono responsabili del cambiamento climatico, con i conseguenti disastri naturali di cui tutti abbiamo oggi esperienza diretta) a un complesso sistema di riscaldamento/produzione acqua calda ecologico (con qualche riserva, come vedremo) che proponiamo da pagina 12.
Il sistema è composto da una pompa di calore (alimentata a elettricità) aiutata da una serie di dispositivi, fra cui una caldaia a condensazione, necessaria per i periodi più freddi, due puffer, per l’accumulo dell’acqua calda, un impianto fotovoltaico, che ha il compito di alleggerire la fornitura di elettricità, completo di batterie per lo stoccaggio dell’energia elettrica non consumata.
Tutto ciò non rende autonomi dalle forniture di rete, nemmeno per ciò che concerne l’energia elettrica, che tra l’altro viene prodotta da fonti rinnovabili solo per una percentuale indicata nella bolletta (nel caso in questione, solo il 42%), mentre il resto viene prodotto utilizzando combustibili fossili. Molti gli incidenti di percoso nella realizzazione di questo impianto da parte dei tecnici, forse ancora con poca esperienza in materia, non poche le difficoltà di gestione per l’utilizzatore e sorvoliamo sulla spesa che si è dovuta affrontare, peraltro indicata nell’articolo.
La caldaia a condensazione resta, a mio avviso, il punto più alto dell’efficienza in termini di resa, di dimensioni, di funzioni svolte per scaldare tutta una casa e produrre contemporaneamente acqua calda istantanea, in quantità, senza bisogno di un accumulo. La manutenzione davvero poca, una volta l’anno (per legge), con l’intervento dell’installatore per la prova dei fumi e pochi settaggi per una resa ottimale di questa macchina che, come detto, ha il neo di utilizzare combustibili fossili.

Comunque, siccome questo passaggio da caldaia a condensazione a sistemi più complessi e volti nel tempo a inquinare meno l’aria, diventerà obbligatorio, ci pare che un fardasé, sempre avanti su tutto, non possa ignorarne i segreti.

Bonus barriere architettoniche | il ruolo cruciale degli infissi

Nell’era dell’inclusività, l’architettura e il design si trovano di fronte a una sfida significativa: quella di rendere gli spazi abitativi e lavorativi accessibili a tutti. Le barriere architettoniche, ovvero quegli ostacoli fisici che limitano la mobilità individuale, sono da tempo al centro di un dibattito che mira a promuovere soluzioni efficaci per la loro eliminazione. In questo contesto, risulta l’importanza degli infissi, elementi spesso sottovalutati, ma che giocano un ruolo fondamentale nell’accessibilità degli edifici.

Bonus barriere architettoniche: un incentivo per l’inclusività

Il governo italiano ha introdotto un’iniziativa significativa per promuovere l’eliminazione delle barriere architettoniche: il bonus barriere architettoniche. Questo incentivo fiscale permette di detrarre il 75% delle spese sostenute per interventi di adeguamento degli immobili, con l’obiettivo di renderli più accessibili. La detrazione è distribuita in cinque quote annuali, e ciò che lo rende particolarmente attraente è la possibilità di cedere il credito, ottenendo così uno sconto immediato in fattura. Per maggiori informazioni e per scoprire come accedere a questo bonus, è possibile consultare le linee guida ufficiali, che forniscono dettagli approfonditi sulle modalità di applicazione e i requisiti necessari.

Requisiti tecnici per le finestre

Per poter usufruire del bonus, gli interventi devono rispettare specifici requisiti tecnici che mirano a garantire l’accessibilità, l’adattabilità e la visibilità degli spazi. I serramenti , in particolare, devono essere progettati per facilitare l’ingresso e il movimento all’interno degli ambienti. Questo significa che devono essere facilmente manovrabili, non presentare barriere o soglie elevate e garantire un’adeguata visibilità. La scelta di finestre conformi a questi standard è quindi un passo cruciale per l’abbattimento delle barriere architettoniche e per la creazione di un ambiente inclusivo.

bonus barriere architettoniche

Il processo di accesso al bonus e il ruolo dei rivenditori

Il processo per accedere al bonus richiede una certa “esperienza” in termini normativi e burocratici: per questo, è fondamentale affidarsi a professionisti del settore che possono offrire una consulenza adeguata e guidare i cittadini attraverso le varie fasi. I rivenditori specializzati, in questo caso, diventano un punto di riferimento per chi cerca di approfittare di questa opportunità, fornendo non solo i prodotti conformi ma anche un supporto amministrativo per la gestione delle pratiche necessarie.

Verso un futuro senza barriere

L’eliminazione delle barriere architettoniche è un obiettivo che va oltre il mero adeguamento strutturale; è una questione di civiltà e di diritti. Il bonus barriere architettoniche rappresenta un’opportunità non solo per migliorare l’accessibilità degli edifici ma anche per sensibilizzare la società sull’importanza di un’architettura inclusiva. Attraverso l’adozione di infissi adeguati e la rimozione di ostacoli fisici, è possibile contribuire a costruire un futuro in cui ogni individuo possa godere pienamente degli spazi condivisi, senza limitazioni.