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Come filettare ferro e legno | Guida completa illustrata passo-passo

Per intagliare il profilo elicoidale che permette di unire elementi per avvitatura servono particolari strumenti da taglio il cui utilizzo è subordinato al rispetto di regole ben precise

Filettare significa realizzare una sagomatura di un elemento cilindrico e di un foro per l’accoppiamento di dadi, bulloni, viti da ferro, filettare alluminio ed altri elementi meccanici: si prepara cioè la superficie di due pezzi metallici per una solidissima unione; si può filettare l’interno di un tubo o l’esterno.

Nel primo caso si usano i maschi con un codolo quadro che può essere azionato da un giramaschi: sono utensili simili a punte, realizzati in acciaio al carbonio in serie di tre pezzi.  Nel secondo caso si usano le filiere montate sul girafiliere: la parte tagliente che agisce sul tondino è intervallata da larghi spazi vuoti per eliminare il truciolo metallico.

Un filetto classico ha sezione triangolare e le sue misure fondamentali sono il passo e il diametro. Normalmente il passo aumenta con l’aumentare del diametro.  La buona riuscita del lavoro dipende dalla foratura del pezzo; il foro filettato dev’essere perpendicolare alla superficie e di diametro proporzionato a quello della vite che deve ospitare.

Il foro va ripulito dai trucioli e lubrificato prima di inserire il maschio sbozzatore; si prosegue, previa ulteriore pulitura, col maschio intermedio e con quello finitore, che lascia il filetto pronto all’uso. Filettare al tornio è la massima espressione di questa tecnica.

Come filettare internamente

Le filettature nei fori si eseguono con i maschi, elementi cilindrici che presentano all’estremità superiore un tratto a sezione quadra per l’inserimento del giramaschi e all’estremità opposta i pettini incisori (3 o 4 per le misure più comuni) intercalati da scanalature per l’espulsione dei trucioli e per il passaggio del lubrificante.

Ogni filettatura si ottiene con il passaggio in successione di tre maschi della stessa misura: sgrossatore, contrassegnato da una tacca sul gambo, intermedio (due tacche) e finitore (senza tacche o, raramente, con tre tacche).

Il primo ha un imbocco accentuato, quasi non asporta materiale e serve soltando per aprire la strada all’intermedio, in modo da realizzare una traccia che ne permetta l’avanzamento perfettamente in perpendicolare.

L’intermedio e il finitore realizzano la vera filettatura, perciò ogni rotazione di 360° è bene fare 1/4 di giro indietro per rompere i trucioli e favorirne l’evacuazione. In caso contrario si deve applicare una forza eccessiva per far avanzare il maschio, che potrebbe spezzarsi di netto nel foro.

La scelta della punta

Le punte da trapano che si utilizzano normalmente in laboratorio hanno diametri crescenti di 0,5 mm, ma, come mostra la tabella, servirebbero scarti decimali più ristretti. Tuttavia si può arrotondare la misura, per eccesso o per difetto, accettando che il filetto risulti un po’ meno “carnoso” o che il maschio faccia un po’ più fatica a filettare.

Tabella Filettature ISO
Tabella Filettature Whitworth

La filettatura Whitworth è di origine anglossassone e le misure vengono espresse in pollici: una vite 1/4 W ha perciò un diametro nominale di 1/4 di pollice. Ha un profilo triangolare simile a quello metrico, ma con un angolo al vertice di 55° anziché 60°; il profilo, inoltre, è arrotondato sia in cresta sia nella gola, perciò il contatto meccanico tra le parti non avviene solo sui fianchi dei filetti, ma anche sulle creste. Oggi è molto meno diffusa che in passato, anche i Paesi anglosassoni hanno adottato la filettatura metrica.

Come fare una filettatura interna

Filettare internamente

  1. il diametro del foro e la sua verticalità rispetto alla superficie sono premesse fondamentali per una buona filettatura, soprattutto se molto profonda.
  2. l’asta dei maschi per filettare “filettatrice manuale” termina sempre con un quadro da inserire e bloccare dentro i giramaschi filettatore che possono essere a doppia leva per esercitare più forza.
  3. il maschio è in pratica una sorta di fresa percorsa da 4 scanalature (3 nelle versioni per filettare a macchina) che servono per lo scarico dei trucioli.
  4. lo spessore del pezzo deve essere almeno il doppio del passo della vite; per agevolare l’azione del giramaschi si lubrifica il punto.
  5. il trapano a colonna è utile anche per avviare nel modo migliore l’operazione di filettatura: senza smontare il pezzo dalla morsa, dopo la foratura, si serra nel mandrino il maschio sbozzatore e lo si fa ruotare a mano fino a quando è ben inserito nel foro; l’operazione si completa allentando il mandrino e proseguendo il lavoro a mano.
  6. durante la rotazione il maschio asporta una discreta quantità di metallo che va ad occupare le scanalature sui fianchi: per interrompere i trucioli bisogna ruotare il maschio all’indietro ogni mezzo o un giro e ogni qualvolta l’avanzamento si presenti difficoltoso.
  7. le grandezze che definiscono una filettatura sono: il passo, distanza tra due creste contigue del filetto; il diametro nominale, dimensione rilevabile con calibro sul filetto; il diametro di foratura, diametro esistente tra due gole opposte al filetto; profondità del filetto, distanza tra una cresta ed una gola del filetto.

Il contafiletti per conoscere il passo

Concettualmente è simile a un coltellino svizzero: racchiude due serie di lamelle dentellate imperniate alle estremità, libere di ruotare, ognuna delle quali riproduce una determinata filettatura (metrica un gruppo, in pollici l’altro) e riporta inciso il passo. Si sceglie a occhio la dentellatura più somigliante a quella della vite da verificare, la si sovrappone a essa e, traguardando in controluce, si nota se corrisponde, altrimenti si riprova fino a trovare la lamella combaciante che permette di conoscere il passo della filettatura.

Lubrificazione efficace

Se il maschio inizia a girare a fatica bisogna lubrificare l’interno del foro senza esitazioni: lo si ruota un giro all’indietro, si inumidisce la zona di taglio con il lubrificante più adatto in base al materiale, poi si può riprendere il lavoro.

Tipi di maschi e relativi giramaschi

Maschio a mano con dentatura studiata per l’avanzamento in materiali tenaci.
Maschio a macchina al titanio con dentatura a spirale per filettare l’acciaio temperato.
Il più normale e comune maschio a mano con tre o quattro pettini paralleli.
Maschio con scanalature elicoidali, solitamente impiegato nella filettatura di fori ciechi; il truciolo viene trascinato verso la parte posteriore rispetto ai taglienti, evitando che possa aderire alle scanalature o compattarsi sul fondo del foro.
Maschio con scanalature elicoidali simile al precedente, ma con diversa angolazione; l’angolo di scanalatura elevato assicura un’eccellente evacuazione del truciolo, mentre l’angolo di scanalatura ridotto offre taglienti più robusti e adatti alla maschiatura di materiali tenaci, con produzione di trucioli più corti.
I maschi si differenziano per la lunghezza dell’imbocco: quelli a imbocco corto sono più idonei nei fori ciechi, in quanto riescono a realizzare la filettatura fino alla massima profondità, quelli a imbocco lungo penetrano meglio e scaricano più facilmente i trucioli, sono preferibili quando si filettano fori passanti.
Il maschio sgrossatore deve “mangiare” poco materiale e abbozzare soltanto il filetto: per questo all’imbocco è molto smussato, così da avanzare gradualmente.
Il giramaschi a mandrino può accogliere solo 2-3 misure di codolo ravvicinate: si utilizza quando non serve molta forza (materiali teneri o filetti da ripassare).

Filettare esternamente

Per filettare a mano tondini o tubi si utilizzano le filiere, anelli cilindrici nella cui parte interna sono ricavati i taglienti intercalati da 3, 4 o più gole per lo scarico dei trucioli.

L’anello ha un verso, presenta infatti da un lato un tratto rastremato con il quale va iniziata la filettatura, calzandolo sul perno dopo averlo inserito nel girafiliere a manubrio; anche questo esiste in più dimensioni in grado di ospitare gruppi di filiere aventi lo stesso diametro esterno.

Sullo spessore dell’anello sono presenti due svasature coniche entro le quali agiscono i grani di registro che attraversano il corpo del girafiliere e permettono la variazione centesimale del diametro della filiera; tra questi due il girafiliere incorpora un terzo grano, quello di blocco, che agisce sull’intaglio presente sulla circonferenza della filiera, fissando il limite massimo di azione dei due grani di registro.

Come per la maschiatura, si procede in senso orario mantenendo la filiera esattamente perpendicolare sull’elemento da filettare, invertendo ogni tanto la rotazione per rompere i trucioli. n

Filettare esternamente

  1. per filettare un tondino o un tubetto bisogna affusolare l’estremità per garantire il corretto imbocco della filiera e, in definitiva, la buona riuscita di tutto il lavoro.
  2. le filiere vanno inserite nel girafiliere, attrezzo dotato di una sede circolare pari al diametro della filiera (ne esistono infatti di diverse misure) e provvisto di viti che bloccano la parte attiva.
  3. il girafiliere va maneggiato con attenzione soprattutto nella fase iniziale del lavoro, tenendo la faccia piena della filiera ben perpendicolare all’asse del pezzo in lavorazione: ad ogni giro occorre fermarsi e invertire di circa un quarto di giro il senso di rotazione per spezzare ed eliminare i trucioli.
  4. alla fine del lavoro può essere opportuno pulire il nuovo filetto asportando le piccole rugosità lasciate dai taglienti con la spazzola metallica.

Filettare elementi idraulici

Nel set per idraulica, il portafiliere è a cricchetto; in questo campo si realizzano esclusivamente filettature a passo gas, pertanto sulle filiere sono riportati i diametri dei tubi espressi in pollici.

Va detto che per filettare tubi idraulici dovendo lavorare in buona parte su impianti già parzialmente predisposti, il professionista si trova ad assemblare le tubature avvalendosi di raccordi con passo destro o con passo sinistro; per questo motivo, convenzionalmente, le filiere sono di colore diverso a seconda della direzione del passo, più precisamente rosso per quello destro, giallo per il sinistro.

Per l’uso di queste filiere viene utilizzato un particolare cavalletto alla sommità del quale c’è un morsetto a vite che permette di serrare il tubo da filettare in posizione favorevole.

girafiliere

  1. le filiere di diametri diversi hanno tutte le stesse dimensioni di ingombro e si inseriscono nella sede ricavata al centro del girafiliere, che ovviamente ne riproduce il profilo poligonale.
  2. la morsa per idraulica garantisce contemporaneamente un perfetto serraggio ed uno sbloccaggio rapido del tubo: la ganascia mobile, infatti, è supportata da un “castello” incernierato alla parte fissa; i cavalletti pieghevoli sono spesso forniti di un piano di appoggio su cui riporre filiere e materiali di consumo.
  3. cassetta contenente 5 bussole (3/8”, 1/2”, 3/4”, 1”, 1-1/4”), portafiliere a cric reversibile e asta di manovra con impugnatura in materiale plastico. Destinata ad un impiego prevalentemente professionale.

Come filettare il legno e plexiglas

Nel plexiglas i fori si filettano con gli stessi maschi che si utilizzano per i metalli: il materiale è più fragile, perciò bisogna semplicemente fare più attenzione. Sarebbe bene aumentare il diametro del foro di 0,1 mm rispetto a quello necessario per i metalli, ma con una normale dotazione di punte questo non è possibile.

Va detto che l’utilizzo di viti nel plexiglas è sconsigliabile e si può ricorrere a questo sistema solo quando non sono possibili collegamenti con collanti o tramite fori passanti. Per le filettature nel legno esistono appositi maschi e filiere: di solito si lavora con diametri medio-grandi da 10 a oltre 60 mm, con passi diversi da quelli metrici.

Per ottenere una filettatura da 19 mm bisogna partire da un foro Ø 16 mm, per un 28 mm da Ø 23 mm e così via. Questa lavorazione è consigliabile solo su alcuni tipi di legno, con nervature fini, come faggio, pero o ciliegio; pino e quercia non sono idonei .

Prima di affrontare la filettatura è bene mettere il pezzo da lavorare in un bagno d’olio e lasciarvelo un paio di giorni, in modo che diventi più malleabile.

Manutenzione motosega a batteria: una guida essenziale

Nel mondo degli attrezzi da giardinaggio, le motoseghe a batteria stanno emergendo come una soluzione innovativa. La loro combinazione di efficienza, portabilità e sostenibilità ambientale le rende particolarmente attraenti. In commercio, anche online ovviamente, si trovano numerosi prodotti di qualità rispondenti a specifiche esigenze di potenza e intensità d’uso. Ad esempio basta scrivere su Google: motosega a batteria AgriEuro per avere immediatamente una panoramica completa ed esaustiva di numerosi prodotti in vendita.

Come per ogni strumento, ovviamente anche per le motoseghe a batteria è fondamentale garantire una manutenzione corretta per preservarne la funzionalità e prolungarne la durata. Ecco quindi che risulta fondamentale sapere come mantenere una motosega in condizioni ottimali.

Come effettuare la manutenzione motosega a batteria

Tempo richiesto: 30 minuti

Una corretta manutenzione è fondamentale per assicurarsi che una motosega a batteria rimanga funzionale e sicura nel tempo. Dedicando attenzione e cura a questo strumento, si potrà godere di anni di servizio efficiente.

  1. Pulizia della catena e della barra guida

    Si raccomanda di pulire questi componenti dopo ogni utilizzo per rimuovere segatura, resina e altri detriti. L’accumulo di questi materiali può causare attrito e usura prematura. Si suggerisce l’uso di una spazzola metallica per la catena e, se necessario, un detergente specifico per la resina. Dopo la pulizia, è consigliabile lubrificare la catena con olio specifico.pulizia catena motosega

  2. Controllo della batteria

    Essendo un elemento centrale della motosega, si consiglia di trattare la batteria con particolare attenzione. Si raccomanda di caricarla completamente prima di ogni utilizzo e di conservarla in un luogo fresco e asciutto. Si suggerisce inoltre di controllare regolarmente i contatti della batteria.

  3. Ispezione regolare

    Si consiglia di effettuare controlli periodici per assicurarsi che la catena abbia la giusta tensione e che la barra guida e il corpo della motosega siano in buone condizioni.

  4. Lubrificazione

    Si suggerisce di lubrificare non solo la catena, ma anche altri componenti mobili come ingranaggi e cuscinetti. Si raccomanda l’uso di lubrificanti specifici seguendo le indicazioni del produttore.

  5. Sostituzione dei componenti

    Nel tempo, potrebbe essere necessario sostituire alcune parti. Si consiglia di sostituire tempestivamente una catena smussata o una batteria che inizia a perdere capacità.

  6. Sicurezza

    Si sottolinea l’importanza di una manutenzione adeguata non solo per le prestazioni, ma anche per la sicurezza. Si raccomanda di seguire sempre le indicazioni del produttore e di utilizzare l’equipaggiamento di protezione appropriato.

  7. Conservazione

    Quando non in uso, si raccomanda di rimuovere la batteria, pulire la motosega e conservarla in un luogo asciutto.

Fotovoltaico da balcone e terrazzo | Installazione e funzionamento

Il fotovoltaico da balcone è concepito per la produzione di energia elettrica con il sole e in commercio esistono impianti in kit, fatti per. il montaggio fai da te, facilmente montabili e smontabili anche per un utilizzo “itinerante”. In questo articolo analizziamo il kit per fotovoltaico da terrazzo prosposto da Vinco.

È finalmente disponibile una novità che tanti fardasé (e non solo) stavano aspettando: un kit semplice, sicuro e facilmente installabile anche in spazi limitati per produrre energia elettrica dal sole. Stiamo parlando del Power Stream Kit di EcoFlow, il primo kit fotovoltaico da balcone per utilizzo privato, con installazione fai da te.

Il kit EcoFlow combina pannelli solari, inverter e power station portatili, creando una soluzione efficiente per produrre e accumulare energia elettrica. Il sistema completo di Power Station permette di immagazzinare l’elettricità autoprodotta durante il giorno per un uso successivo, la sera e la notte, nei momenti in cui la casa attinge maggiormente alla rete del fornitore.

I pannelli, ovviamente sono posizionabili anche a terra.

Riduzione dei costi energetici

Già con un singolo impianto da balcone è possibile abbassare le spese mensili di energia elettrica. Un solo pannello solare da 400 W può far risparmiare fino a 420 kWh, sufficienti per alimentare un forno a microonde per 11 ore al mese, una lavatrice per 17 ore e un ventilatore da soffitto per 150 ore.

Grazie all’accumulo, in presenza della Power Station, non è necessario utilizzare l’energia contestualmente al momento della produzione, essendo questa immagazzinata e sempre disponibile per l’utilizzo su richiesta della casa.

Configurazione semplice

Il sistema in kit è molto semplice da installare: è sufficiente posizionare i pannelli solari da 400 W sul balcone, collegarli al microinverter tramite il cavo superpiatto che non richiede forature nei muri. Grazie al ridottissimo spessore, infatti, il cavo consente la chiusura degli infissi senza forzature e impedimenti.

A sua volta, il microinverter va collegato alla Power Station e alla presa di corrente domestica. Grazie alle prese Smart Plug è possibile controllare l’erogazione e monitorare l’utilizzo della corrente prodotta.

Il Kit base è senza accumulo, una soluzione ideale per chi ha necessità di utilizzare immediatamente l’energia prodotta; diversamente, si può completare il kit associando al sistema tutte le Power Station EcoFlow, che sono capaci di accumulare l’energia solare catturata, rendendola poi disponibile in qualsiasi momento. In questo caso è necessario acquistare a parte il cavo di connessione tra Microinverter e Power Station.

Varie possibilità di scelta

Nella sua configurazione base il kit si compone di:

  • 2 pannelli solari da 400 W per un totale di 800 W con incluso uno specifico kit di montaggio;
  • il Microinverter che riceve in ingresso la corrente dei pannelli e in uscita si collega alla rete domestica;
  • 2 prese Smart Plug che permettono il monitoraggio e la distribuzione della corrente ai dispositivi di casa;
  • cavi di connessione.

Il Power Stream Kit EcoFlow ha un prezzo consigliato per il pubblico di euro 1.138 iva compresa.

Dati tecnici Microinverter PowerStream 800W

  • Potenza in ingresso fotovoltaico : 400 W x 2
  • Tensione di ingresso massima: 55 V cc (porta fotovoltaica)
  • Tensione di carica: 30-58 V cc
  • Uscita verso la rete corrente alternata: 800 W
  • Massima potenza di carica e scarica: 600 W
  • Corrente di ingresso massima: 13 A
  • Corrente di uscita massima (CA): 3,7 A
  • Comunicazione: wi-fi (2.4G) e Bluetooth
  • Impermeabilità: IP67
  • Dimensioni: 242x169x33 mm
  • Peso: 3 kg circa

Dati tecnici della Power Station Delta Max

  • Capacità di accumulo: 2048 Wh
  • Durata: 3000 cicli di ricarica con
  • una capacità superiore all’80%
  • Chimica della batteria: LFP
  • Uscita corrente alternata: 2400 W
  • Dimensioni: 497x242x305 mm
  • Peso: 23 kg

Tutto sempre sotto controllo

I parametri di funzionamento del sistema sono controllabili anche da remoto, tramite l’App disponibile per i diversi tipi di smartphone.

Pannello solare rigido da 400 W

  • Tipo di cellula: silicio monocristallino
  • Potenza nominale: 400 W
  • Efficienza: 23%
  • Connettore: fotovoltaico universale
  • Dimensioni: 1722x1134x35 mm
  • Peso: 21,8 kg

Sacar introduce etichette elettroniche RFID e QR Code per migliorare l’esperienza di acquisto

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Sacar, azienda di punta nel settore ferramenta e fai da te, ha annunciato durante il recente Bricoday 2023 tenutosi a Fiera Milano City, alcune nuove ed entusiasmanti tecnologie che intende implementare per migliorare l’esperienza del cliente.

Etichette elettroniche RFID

Una delle innovazioni principali è l’introduzione delle etichette elettroniche RFID. Queste etichette, applicate su componenti selezionati come maniglie e serrature, offrono un sistema di didattica interattivo. Il cliente, attraverso questa tecnologia, può comprendere al meglio come utilizzare il prodotto, garantendo una scelta informata. Inoltre, l’uso delle etichette elettroniche consente ai rivenditori di avere un inventario in tempo reale e di raccogliere dati dettagliati sulle tendenze e l’andamento del mercato.

Portale interattivo

Ma le innovazioni non si fermano qui. Sacar ha anche integrato QR Code sui propri espositori per rendere l’esperienza d’acquisto ancora più fluida. Scansionando il codice QR, i clienti possono accedere a un portale interattivo dove possono trovare schede tecniche dettagliate, finiture disponibili, istruzioni di montaggio e video tutorial. Questi QR Code sono anche utili per il personale dei punti vendita, che può formarsi in modo autonomo, avendo accesso a informazioni dettagliate sui prodotti e accessori correlati.

Sostenibilità

Oltre alle tecnologie, Sacar ha ribadito il proprio impegno verso la sostenibilità, sottolineando le sue iniziative in materia di impatto ambientale, risparmio energetico e imballaggio sostenibile. In particolare, l’azienda ha ottenuto nel 2022 la Certificazione OK Compost Industrial per i suoi nuovi blister compostabili, evidenziando la sua dedizione a pratiche più verdi.

Marco D’Adda, Responsabile Commerciale e Ricerca&Sviluppo Sacar con la Certificazione OK Compost Industrial

In sintesi, con queste nuove introduzioni, Sacar dimostra di essere un’azienda che guarda al futuro, combinando innovazione e sostenibilità per offrire ai clienti un servizio all’avanguardia.

Einhell TP-BS 18/475 Li Solo | Levigatrice carrarmato alimentata a batteria

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Einhell TP-BS 18/475 Li Solo entra a far parte della grande famiglia di utensili elettrici alimentati con batterie al litio 18 V Power X-Change; è esuberante nella potenza grazie al motore brushless e vanta un eccezionale controllo nell’utilizzo, grazie alla forma e alla posizione delle due impugnature

Nel vasto elenco degli elettroutensili alimentati con batteria Einhell Power X-Change entra anche una nuova levigatrice a nastro: è il modello TP-BS 18/475 Li, di cui in queste pagine abbiamo provato la versione “Solo”, senza batteria e caricabatteria in dotazione. È una macchina tutta nuova, con soluzioni moderne, studiata per essere fortemente ergonomica, una dote necessaria in elettroutensili di questo tipo, che devono essere “dominati” per l’esuberanza dell’azione svolta sulle superfici.

La presa salda, offerta dai materiali gommosi, si somma alla forma, molto efficace soprattutto quella dell’impugnatura frontale. Questa impugnatura risulta anche in una posizione molto avanzata; cosa che permette all’utilizzatore di fare meno sforzo per dirigere lo strumento e gestire la trazione che il nastro sviluppa girando velocemente. Il motore brushless (senza spazzole) è controllato elettronicamente: la velocità del nastro è regolabile da 120 a 250 m/min in modo continuo con una rotella posta di fianco all’impugnatura principale. Il nastro abrasivo ha dimensioni 75×457 mm; il peso complessivo (senza batteria) è di 2,6 kg.

La levigatrice TP-BS 18/475 Li Solo è la versione senza carica batterie e batteria; la confezione include la scatola di raccolta polveri, l’adattatore per il tubo flessibile dell’aspiratutto e 3 nastri abrasivi a grana 80. Costa euro 149,95.

Power X-Change

È un sistema di batterie con capacità da 1,5 a 6 Ah ed è costantemente in crescita: ad oggi sono già più di 200 gli utensili a batteria per l’officina, la casa e il giardino che condividono lo standard Power X-Change 18 V.

Sostituzione del nastro abrasivo e regolazione di scorrimento

Per caricare il rullo abrasivo si tira in fuori la leva che allenta uno dei due rulli, diminuendo l’interasse.
Messa in funzione la levigatrice, si regola la centratura del nastro durante lo scorrimento.

Cassetto di raccolta polveri o collegamento all’aspiratutto

Il cassetto di raccolta polveri si innesta direttamente nel raccordo posteriore della macchina.
Per usufruire della potenza di un aspiratutto, si applica al raccordo l’adattatore in dotazione.
L’adattatore ha diametro interno compatibile con l’innesto dei comuni tubi flessibili Ø 36 mm.

Si porta a mano senza fatica e, all’uso, si può fissare al bancone

Le impugnature offrono un’ottima presa e assicurano il totale controllo sulla macchina.
Due superfici piatte sotto le impugnature servono per applicare strettoi girando la levigatrice all’insù.
Così è possibile bloccare la macchina al bancone, per il lavoro in modalità stazionaria.

Idropitture per interni weberpaint: versatilità, funzionalità e ampia gamma cromatica

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Nel panorama delle finiture murali, le idropitture per interni si stanno affermando come una soluzione di tendenza, grazie alla loro capacità di rispondere a diverse esigenze estetiche e funzionali. Questi prodotti, infatti, non solo permettono di personalizzare gli ambienti con una vasta gamma di colori, ma offrono anche caratteristiche tecniche avanzate, adatte a diversi tipi di superficie e contesti abitativi.

La loro formulazione specifica consente una facile applicazione e una durata notevole, mantenendo nel tempo l’aspetto desiderato. Inoltre, la varietà di opzioni disponibili sul mercato permette di selezionare la soluzione più adatta in base alle esigenze del progetto, sia esso residenziale o commerciale. Tra le varie opzioni disponibili, i prodotti della gamma weberpaint si distinguono per qualità e performance, offrendo soluzioni mirate per differenti tipologie di superfici e requisiti ambientali: analizziamone le caratteristiche distintive e i vantaggi che apportano in termini di estetica e funzionalità.

weberpaint gypsum: l’opzione per il cartongesso

weberpaint gypsum si distingue come una idropittura specifica per cartongesso ad applicazione diretta. Caratterizzata da elevata copertura, permette di conferire un effetto uniformante con significativo mascheramento dei punti di giunzione e delle striature dei pannelli. È ideale per applicazioni su lastre con tecnologia Activ’Air®: rispetto alle ordinarie idropitture che ne riducono drasticamente il funzionamento, weberpaint gypsum consente infatti di beneficiare delle proprietà Activ’Air® delle lastre. Con una finitura opaca e una bassa odorosità, garantisce un ambiente interno confortevole e esteticamente gradevole.

weberpaint cover plus: per una copertura impeccabile

weberpaint cover plus è una soluzione che combina traspirabilità all’elevata copertura. La sua formula garantisce una ottima permeabilità al vapore acqueo e un ottimo risultato estetico, rendendolo ideale per chi cerca una finitura di qualità superiore. Questa gamma di idropitture rappresenta una evoluzione nel mondo delle idropitture per interno.

weberpaint defence: la difesa contro muffe e funghi

Per ambienti particolarmente esposti all’umidità, come cucine e bagni, weberpaint defence offre una protezione avanzata contro muffe e funghi. La sua formula traspirante inoltre garantisce un ambiente sano e protetto nel tempo. Questa idropittura è particolarmente apprezzata per la sua resistenza e la capacità di mantenere una finitura estetica impeccabile nonostante le sfide ambientali. Con weberpaint defence, la bellezza incontra la funzionalità, fornendo una soluzione efficace per gli ambienti più esigenti.

La scelta corretta delle idropitture per interni

Le idropitture per interni rappresentano una soluzione versatile e di tendenza per chi desidera rinnovare gli ambienti domestici o lavorativi. La scelta del prodotto giusto dipende dalle specifiche esigenze di ogni progetto, ma la vasta gamma disponibile sul mercato offre soluzioni adatte a ogni necessità.

Da Beko 4 modelli di scope elettriche senza fili

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Powerclean

Le scope ricaricabili PowerClean™ di Beko sono disponibili in tre versioni: VR T94929 VI (colore Iron), VR T94928 VW (colore White) e VR T94929 VV (colore Green). La linea PowerClean™ coniuga ottime prestazioni, massimo comfort di utilizzo e manutenzione ridotta. Il Motore Digitale Brushless è compatto, efficiente, potente e molto più leggero di un motore convenzionale, permettendo un risparmio di energia e costi. Anche la batteria, leggera ed estraibile, garantisce fino a 45 minuti di autonomia senza interruzioni e si ricarica completamente in sole 4 ore.

Practiclean

La scopa Practiclean, leggera e maneggevole da usare, grazie alle sue dimensioni salvaspazio si può riporre facilmente dove si preferisce. Anche le attività di manutenzione sono ulteriormente ridotte: il sistema ciclonico garantisce prestazioni di lunga durata prevenendo l’intasamento dei filtri.

Scopa multifunzione_VRT 51225 VB

La scopa ricaricabile multifunzione VRT 51225 VB di Beko è l’alleato perfetto per avere una casa perfettamente pulita, grazie anche ad una praticità di utilizzo senza paragoni.

Scopa ricaricabile multifunzione VRT 50121 VR

Leggera e maneggevole da usare, grazie alle sue dimensioni salvaspazio, la scopa ricaricabile multifunzione VRT 50121 VR si può riporre facilmente dove si preferisce. Anche le attività di manutenzione sono ulteriormente ridotte: il sistema ciclonico garantisce prestazioni di lunga durata prevenendo l’intasamento dell’Hepa Filter presente.

FERVI presenta una nuova gamma di prodotti ed entra con decisione nel mercato degli elettroutensili 

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FERVI consolida il suo posizionamento di mercato lanciando una nuovissima gamma di elettroutensili, a filo e a batteria, destinati al mercato MRO e al bricoleur particolarmente esigente

I professionisti della manutenzione e della riparazione, ma anche gli appassionati del fai-da-te e del bricolage, possono oggi contare sulla nuova gamma di elettroutensili FERVI, in grado di offrire un supporto di qualità con il miglior rapporto qualità/prezzo.

L’azienda di Vignola entra quindi in un segmento di mercato particolarmente “affollato”, posizionandosi però in una fascia molto precisa come quella degli utilizzatori semi-professionali, gli hobbisti più evoluti ed esigenti, le officine, e tutto il mondo della riparazione e manutenzione.

I nuovi elettroutensili FERVI prevedono una linea di tool a batteria (Piattaforma F20VRange) leggera, compatta e dotata solo di motori brushless. A questa si aggiunge una linea di elettroutensili a filo, alimentati a 230V. Risultato di 5 anni di studi e analisi, i nuovi utensili risultano ottimi dal punto di vista delle prestazioni, della potenza e dell’ergonomia, collocandosi ad un livello superiore rispetto allo standard del mercato per la fascia di riferimento, grazie anche al prezzo a cui sono proposti.  

La linea a batteria su piattaforma F20VRange ruota attorno alle potenti batterie intercambiabili da 2Ah e 4Ah, dotate di una tecnologia avanzata che assicura maggiori prestazioni, durata e cicli di vita più lunghi, a protezione dell’investimento. La piattaforma F20VRange permette l’intercambiabilità del pacco-batteria permettendone l’utilizzo sull’utensile scelto in base alle proprie esigenze. La gamma è composta dal trapano avvitatore, anche nella versione a percussione, il tassellatore, gli avvitatori a impulsi, la smerigliatrice angolare e la torcia a LED. A questa gamma si aggiunge un maneggevole trapano avvitatore a 12V, ideale per i montatori e per chi cerca compattezza e leggerezza d’uso. Trapani, avvitatori e smerigliatrice vengono venduti con una pratica e robusta valigetta per semplificarne il trasporto e per riporre in modo sicuro l’attrezzo dopo l’uso, conservandolo a lungo in perfetta efficienza. 

Alla linea a batteria si affianca quella “a filo” 230 V, che si compone di un panorama completo di soluzioni per avvitatura, foratura, levigatura e taglio, oltre a tassellatura e demolizione. Questa linea comprende, nello specifico, il trapano a percussione 600 W e 810 W, il tassellatore 800 W e 1050 W, le smerigliatrici angolari in quattro versioni (720 W, 860 W, 1200 W e 2200 W), seghetto alternativosatinatricesega circolare da 190 mm, levigatrice rotorbitale e levigatrice orbitale

Tutti gli elettroutensili della nuova gamma FERVI sono dotati di certificazioni e conformità tecniche, sono coperti dalla garanzia di legge, estendibile un altro anno tramite registrazione sul sito entro 30 giorni dall’acquisto. La nuova gamma di elettroutensili FERVI è disponibile presso i rivenditori autorizzati che potranno anche fornire un prezioso servizio di consulenza per orientare il cliente verso gli attrezzi più in linea con le specifiche esigenze. Per maggiori informazioni visita il sito esclusivamente dedicato alla nuova gamma FERVI.

Waterless di MA-FRA | Lavare l’auto senz’acqua ora è possibile

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Waterless è un prodotto innovativo che agisce sullo sporco presente sulle superfici dell’auto sciogliendolo e inglobandolo in modo da poterlo raccogliere facilmente con un panno in microfibra; al termine la carrozzeria non solo è pulita, ma anche lucidata

Quella che è sempre stata ritenuta un’operazione a rischio, la pulizia della carrozzeria senza usare acqua, oggi non lo è più grazie a Waterless, un prodotto innovativo particolarmente utile in questo periodo in cui l’emergenza idrica è davvero pressante, lanciato da MA-FRA, azienda leader nel settore della cura dell’auto. Già questo può essere garanzia di efficacia, ma approfondiamone il funzionamento. Grazie alla sua speciale formulazione, il prodotto ammorbidisce le impurità adese alla superficie, ne provoca il distacco e le ingloba, sequestrandole.

A questo punto è sufficiente raccogliere il liquido distribuito sulla superficie usando panni in microfibra, tessuto che più di tutti gli altri è in grado di catturare, assorbire e portare all’interno delle sue fittissime trame tutto ciò che raccoglie. Al contrario di Fast Cleaner, specifico per sporchi localizzati, Waterless è una soluzione completa per lavare e lucidare l’auto senza l’utilizzo dell’acqua. È ideale per coloro che non possono utilizzare l’acqua, per esempio in condomini o in luoghi dove è vietato il lavaggio classico con secchio e guanto.

È indicato l’uso di panni in microfibra di dimensioni generose, perché, dovendo essere piegati su sé stessi più volte, devono comunque assicurare una superficie di contatto sufficientemente ampia. Durante il lavaggio i panni vanno ripiegati spesso, per esporne sempre una parte pulita; così facendo, per l’intero lavaggio di un’auto di medie dimensioni sono sufficienti 6 panni.

Applicazione

Il panno in microfibra va piegato su sé stesso almeno 4 volte, in modo da disporre di numerose parti pulite per le passate in successione.
Le indicazioni d’uso consigliano di procedere a zone, dividendo idealmente in settori le parti della carrozzeria e poi dell’intera vettura. Iniziando dal cofano, si distribuiscono alcune spruzzate di Waterless, dato da una certa distanza per una migliore omogeneità.
Mentre si lascia agire per alcuni momenti il prodotto, si inumidisce con due-tre spruzzate di Waterless la parte del panno che si sta per utilizzare sulla superficie.

Usare panni in microfibra di qualità

Il panno in microfibra è sempre indicato nelle operazioni di cura della carrozzeria, per la sua capacità di raccogliere e trattenere le impurità, consentendo di fare un ottimo lavoro, rapidamente e senza lasciare pelucchi. Ma-Fra fornisce pacchi da 6 panni di altissima qualità e di dimensioni ampie (60×40 cm), particolarmente utili per l’utilizzo sulle superfici estese delle auto. Nell’applicazione del lavaggio senz’acqua l’uso di questi panni è caldamente consigliato.

Rimozione sporco e lucidatura

Le passate con il panno vanno tirate in una sola direzione, mai in modo circolare, alzandolo gradualmente durante la rimozione dello sporco.
Continuare il processo di pulizia utilizzando, ad ogni passaggio, un lato pulito del panno.
Al termine della pulizia rifinire la superficie con un nuovo panno in microfibra asciutto e pulito.

Può essere utilizzato su tutte le parti dell’auto

In presenza di sporco stratificato o fango, è consigliabile procedere al lavaggio classico con acqua e shampoo per evitare la creazione di segni sulla vernice.

Lettori di FAR DA SÉ da quattro generazioni

Tratto da “Far da sé n.533 – Ottobre/Novembre 2023″

Autore: Nicla de Carolis

Non è la prima volta che torno su questo argomento, leggere le lettere e le descrizioni che accompagnano le foto delle vostre realizzazioni è qualcosa che inorgoglisce, riempie di stupore e di gioia la redazione di questa rivista. La comunità dei fardasé è composta di persone capaci, preparate, prive della superficialità che contraddistingue spesso il mondo di oggi. A pagina 72 troverete la foto di un bambino in posa e fiero vicino alla sua prima cassetta degli attrezzi, costruita dal padre, Michele Attolini. Un messaggio molto bello che sottolinea la volontà di inserire tra i tanti tasselli di una buona formazione dei più piccoli, oltre all’educazione e alla preparazione di base, anche il valore e l’importanza della manualità. Pensate che questa famiglia ci segue da ben 4 generazioni: addirittura Ovidio Attolini, bisnonno del piccolo Diego, nel 1985 ha ricevuto dalla redazione di FAR DA SÉ, rivista che nel 2024 entrerà nel suo 50° anno di vita, l’attestato di “Maestro Far da sé”, eccolo qui a lato.

Da sempre crediamo nel valore della manualità; oggi più che mai, perché questa conoscenza, unita all’evoluzione della tecnologia, è necessaria per tanti appassionanti lavori che rientrano nel nostro mitico e apprezzato made in Italy, con le sue opportunità di lavoro esclusive per i giovani del nostro Paese. Un piccolo contributo in questa direzione, arriva anche da FAR DA SÉ: con l’abbonamento 2024 alla rivista c’è in omaggio un bel libro, Cosa farò da grande, dedicato ai ragazzi ma anche ai genitori e ai nonni; un libro che propone con leggerezza una panoramica delle cose belle e buone che hanno bisogno di “… mente e mano…” per essere realizzate.
Il numero è particolarmente ricco ma vi segnalerei una novità pensata proprio per un’installazione far da sé: si tratta di un impianto in kit di pannelli fotovoltaici per la produzione di energia elettrica che può essere dotato anche di batterie di accumulo, indispensabili per stoccare l’energia e utilizzarla in un secondo momento.
Il passaggio alle energie pulite, necessario per ridurre l’utilizzo dei combustibili fossili che con le loro emissioni di CO2 causano l’effetto serra e contribuisco in maniera determinante al surriscaldamento globale, si fa obbligo nelle coscienze di tutti ma i fardasé anche in questo senso, grazie alla loro sensibilità e a queste innovazioni pensate per loro, possono riuscire ad essere un passo avanti.