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Finestre in PVC | Come scegliere il giusto tipo di vetro

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Nell’ambito delle soluzioni abitative e nell’architettura moderna, l’attenzione verso la sostenibilità energetica e la sicurezza domestica ha assunto un ruolo centrale. La scelta di elementi quali le finestre, in particolare, riveste un’importanza cruciale, non solo in termini estetici, ma anche per quanto concerne l’efficienza energetica e la protezione dell’abitazione. In questo contesto, le finestre in PVC rappresentano una soluzione ottimale, combinando durabilità, isolamento termico e un’ampia gamma di opzioni personalizzabili.

L’importanza del vetro nelle finestre in pvc

Il vetro rappresenta uno degli elementi chiave nella composizione di una finestra, influenzando direttamente le prestazioni termiche e acustiche dell’elemento. La selezione del giusto tipo di vetro è pertanto essenziale per garantire un efficace isolamento e, di conseguenza, un tangibile risparmio energetico.

Tipologie di vetro: caratteristiche e applicazioni

  • Vetro singolo: Nonostante sia la soluzione meno costosa, offre prestazioni isolanti limitate e non è consigliato in contesti che richiedono elevata efficienza energetica.
  • Vetro doppio: Composto da due lastre di vetro separate da uno spazio vuoto o riempito con gas inerti, offre un buon compromesso tra costi e prestazioni isolanti.
  • Vetro triplo: Con tre lastre di vetro e due camere d’aria o gas, rappresenta la soluzione di punta per l’isolamento termico e acustico.
  • Vetro basso emissivo: Dotato di un sottile strato metallico, riduce la perdita di calore verso l’esterno, mantenendo un elevato livello di trasparenza.

La scelta del gas di riempimento

Il gas contenuto tra le lastre di vetro influisce notevolmente sulle prestazioni isolanti della finestra. I gas più comunemente utilizzati sono l’argon e il kripton, selezionati per le loro eccellenti proprietà di isolamento termico.

La sicurezza: un aspetto da non trascurare

La sicurezza delle finestre è un altro aspetto fondamentale da considerare. L’adozione di soluzioni come le finestre antisfondamento rappresenta un passo avanti significativo nella protezione della propria abitazione da tentativi di effrazione, garantendo al contempo un design elegante e moderno.

Il vetro antisfondamento, essenziale per garantire un buon livello di sicurezza, è prodotto attraverso un processo di stratificazione di più lastre di vetro, unite tra loro mediante una speciale pellicola. Questa struttura conferisce al vetro una resistenza elevata e garantisce protezione anche in caso di rottura, poiché si infrange con difficoltà e non produce frammenti pericolosi.

Inoltre, esistono diverse tipologie di vetri blindati, classificati in base alle loro caratteristiche e spessori, tra cui:

  • Vetri antiferita: con uno spessore di 7 mm, non generano frammenti pericolosi in caso di rottura.
  • Vetri antivandalismo: con uno spessore che raggiunge i 20 mm, ritardano ogni eventuale tentativo di effrazione.
  • Vetri antiproiettile: superano i 30 mm di spessore e sono progettati per resistere a colpi di arma da fuoco.

La scelta delle finestre antisfondamento non solo assicura una barriera contro tentativi di effrazione, ma offre anche vantaggi quali un ottimo isolamento acustico e termico, favorendo il risparmio energetico e migliorando la qualità della vita all’interno dell’abitazione. Inoltre, in caso di rottura accidentale, il vetro si frantumerà in piccoli pezzi arrotondati non taglienti, evitando il rischio di ferite.

Normative e certificazioni

È essenziale che le finestre in PVC e i vetri selezionati siano conformi alle normative vigenti e possiedano certificazioni che ne attestino le prestazioni energetiche, come la certificazione CE e la marcatura energetica.

Quale vetro scegliere?

La scelta del vetro appropriato per le finestre in PVC deve essere effettuata con attenzione, valutando attentamente le specifiche esigenze dell’ambiente e le caratteristiche dell’abitazione. Un’analisi accurata, che tenga conto di fattori quali l’orientamento dell’edificio, il clima locale e le esigenze specifiche dell’utente, guiderà verso la selezione del vetro più adatto, garantendo un equilibrio ottimale tra comfort, risparmio energetico e sicurezza.

Leggi anche: Cos’è il PVC | Caratteristiche, utilizzi e vantaggi

Trama rinnovata per PRODESO HEAT GRIP 5 SYSTEM, l’intelligente soluzione che sconfigge il freddo

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Progress Profiles propone la versione rivisitata del suo sistema di riscaldamento elettrico brevettato per offrire minimo ingombro e massima efficienza

Addio a radiatori ingombranti e antiestetici termosifoni: che si tratti di un’abitazione, un ufficio, un hotel o una palestra, durante una ristrutturazione che punti a ottimizzare gli spazi è importante ridurre ai minimi termini gli elementi troppo voluminosi, senza rinunciare al comfort. Mossa dalla continua ricerca di innovazione per anticipare le richieste di posatori e utenti, Progress Profiles ha presentato una nuova versione di PRODESO® HEAT GRIP 5 SYSTEM, il sistema di riscaldamento elettrico che coniuga funzionalità e design, migliorato nella trama e nelle prestazioni.

L’azienda, leader mondiale nella produzione di profili tecnici e decorativi e di sistemi di posa, ha brevettato questo sistema di riscaldamento elettrico disponibile in due spessori, ideale non solo per i pavimenti che devono ancora essere posati, ma anche per i rivestimenti. Collocato solo dove necessario, consente di eliminare dagli ambienti i radiatori, donando comfort alle zone scelte in modo immediato e garantendo nel tempo un significativo risparmio energetico. PRODESO® HEAT GRIP SYSTEM, infine, può essere alimentato da fonti di energia rinnovabile, rispondendo alle richieste dei consumatori sempre più attenti a un utilizzo responsabile delle risorse.

PRODESO® HEAT GRIP 5 SYSTEM

PRODESO® HEAT GRIP 5 MEMBRANE, PRODESO® HEAT GRIP 5 CABLE e PRODESO® HEAT GRIP 5 THERMOSTAT KIT sono gli elementi che costituiscono PRODESO® HEAT GRIP 5 SYSTEM. La membrana è stata completamente rinnovata nella geometria per essere ancora più performante della versione precedente: estremamente sottile, unisce a soli 5,5 mm di spessore proprietà desolidarizzanti e impermeabilizzanti che permettono di installarla su supporti fessurati o in fase di ritiro igrometrico. Facile e veloce da posare ha inoltre il vantaggio di ridurre le tempistiche in cantiere, agevolando le ristrutturazioni più complesse. Il sistema è disponibile nella versione autoadesiva PRODESO® HEAT GRIP 5 STICK, per ottenere risultati perfetti in presenza di pavimentazioni preesistenti, in compensato o in metallo.

PRODESO® HEAT GRIP 8 SYSTEM

Ritroviamo gli stessi elementi anche in PRODESO® HEAT GRIP 8 SYSTEM. Con uno spessore di 8,5 mm, la membrana in polietilene è provvista inferiormente di un tessuto non tessuto in polipropilene termosaldato che ne garantisce il fissaggio al supporto. La sua trama assicura un perfetto ancoraggio del cavo scaldante e garantisce una resistenza allo strappo del pavimento molto elevata, mentre i cavi di ultima generazione sono formati da resistenze montate in parallelo lunghe 60 cm che, se danneggiate, non interrompono il funzionamento dell’intero sistema.  Raggiungendo la lunghezza di ben 157,80 metri, questi ultimi consentono di riscaldare superfici molto ampie e rendono quindi PRODESO® HEAT GRIP 8 SYSTEM adatto ai grandi spazi, come ad esempio le saune e le piscine. Il termostato digitale all’avanguardia, infine, si collega direttamente ai dispositivi Android o Apple tramite rete WiFi, permettendo di accendere, spegnere e regolare il sistema comodamente da smartphone o tablet anche a distanza. PRODESO® HEAT GRIP SYSTEM amplifica i vantaggi del riscaldamento elettrico grazie alla sua realizzazione con materiali di alta qualità e alle prestazioni eccellenti: fattori essenziali per Progress Profiles, che, ancora una volta, anticipa le richieste di posatori e consumatori offrendo il perfetto connubio tra estetica ed efficienza con un prodotto indispensabile nella stagione fredda.

Sempre meno spessore, sempre più aderenza: Progress Profiles presenta nuove membrane dalla funzionalità senza precedenti 

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La continua ricerca e l’attenzione verso le richieste dei posatori hanno permesso di portare nel settore della ceramica soluzioni perfezionate che incontrano le esigenze più complesse

La ricerca non si ferma mai per Progress Profiles, leader mondiale nella produzione di profili tecnici e decorativi di finitura e sistemi di posa. Grazie all’impegno costante dedicato alla ricerca e sviluppo di prodotti all’avanguardia, l’azienda continua a innovare per andare incontro in modo sempre più puntuale alle esigenze dei posatori, spesso alle prese con problemi legati alla ristrutturazione. L’azienda ha presentato quindi quattro nuove membrane che si uniscono alla già vasta gamma di soluzioni per l’indoor e l’outdoor, in grado di interpretare e accogliere ogni esigenza estetica e funzionale.

L’evoluzione tecnologica, unita all’uso di materiali di alta qualità, ha permesso innanzitutto lo sviluppo di una membrana straordinariamente sottile, PRODESO® DRAIN 4, dello spessore di soli 4 mm,che supera le prestazioni delle precedenti offrendo significativi vantaggi: l’installazione diventa, infatti, ancora più agevole e precisa, e i tempi di posa si riducono. La nuova membrana assicura inoltre alle pavimentazioni posate negli ambienti interni una durata senza precedenti: si evita così di ricorrere, nel tempo, a costosi interventi di manutenzione.

Il modello si compone di una lastra in polietilene ad alta densità (HDPE) di colore ciano provvista di rilievi quadrati alti 4 mm. Sulla sua parte superiore è termosaldato un tessuto non tessuto in polipropilene di colore bianco, permeabile all’acqua; in quella inferiore è incollato uno spunbond in polipropilene che garantisce l’incollaggio della membrana al supporto.

Grazie alla sua proprietà desolidarizzante e all’elevata capacità che le permette un corretto sfogo del vapore, PRODESO® DRAIN 4 è la soluzione perfetta anche in caso di supporti problematici, come il legno e i massetti fessurati, o di sovrapposizione. La membrana, infatti, neutralizza i movimenti differenziali che possono nascere tra supporto e pavimentazione, evitando che le piastrelle subiscano danneggiamenti; non vincola inoltre al rispetto dei giunti di frazionamento del supporto se presenti. L’adesivo utilizzato per la posa della pavimentazione asciuga in modo rapido e uniforme per merito delle cavità che si creano tra il tessuto drenante in polipropilene e la lastra in polietilene: queste favoriscono infatti una microventilazione, riducendo drasticamente la risalita dei triacetati presenti negli adesivi e la comparsa di efflorescenze nelle fughe. In caso di riscaldamento a pavimento, infine, questa “camera d’aria” consente una migliore distribuzione del calore e una riduzione dell’inerzia termica.

Nella versione per l’esterno dallo spessore minimo di 8 mm, PRODESO® DRAIN 8 SYSTEM, la membrana si completa con una bandella in polietilene e polipropilene elastico e con un adesivo bicomponente impermeabile, che permette di ottenere una corretta impermeabilizzazione dei rivestimenti outdoor e di ridurre la migrazione di resine in superficie. Entrambe le versioni, per interno ed esterno, sono infine pratiche e veloci da installare, per facilitare i posatori e rendere semplici anche le ristrutturazioni in apparenza più complicate.

La massima aderenza è, infine, una caratteristica indispensabile per prevenire problemi comuni come crepe, spostamenti delle piastrelle e conseguenti distaccamenti: ed è con questo obiettivo che sono state realizzate le membrane  PRODESO ECO e PRODESO ECO STICK, ora completamente rinnovate. I quadrati che compongono la trama di queste ultime sono stati infatti ripensati per ottenere il 40% in più di adesione: grazie alla nuova dimensione da 1cm X 1cm, i canali tra un quadrato e l’altro sono aumentati notevolmente, permettendo una maggiore capacità di sfogo del vapore. Entrambe le proposte si distinguono dunque per l’elevata capacità di impermeabilizzazione, che le rende perfette per la posa in ambienti interni a contatto con l’acqua se utilizzate in combinazione con PROBAND 150 e PROBAND KOLL, rispettivamente un nastro in polietilene rivestito su ambo i lati con tessuto non tessuto in polipropilene e adesivo bicomponente, anch’essi impermeabili. Bagni, saune e cucine vengono così preservati a lungo: diminuisce quindi notevolmente il rischio d’infiltrazioni, spostamenti delle piastrelle e problematiche legate alla salubrità delle stanze interessate. Sulla parte inferiore di PRODESO ECO STICK, inoltre, è presente un adesivo, protetto da una pellicola mono-siliconata, che garantisce il perfetto fissaggio al supporto e facilita i posatori al momento della messa in opera. La particolare conformazione raggiunta permette infine alle membrane di essere ancora più elastiche e maneggevoli, assicurando ristrutturazioni brevi ed efficaci. Presso lo stand A15, padiglione 31, di Progress Profiles sarà possibile toccare con mano le novità presentate dell’azienda, che non smette di dedicare tempo e sperimentazione alla ricerca di soluzioni all’avanguardia, versatili e funzionali per l’industria ceramica e non solo, impiegando solo materiali di alta qualità.

Bosch Atino | Livella laser con metro incorporato

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Bosch Atino è utilissima per fissare oggetti a parete, soprattutto se vanno allineati in senso orizzontale o verticale; aderisce a tutte le superfici, che siano ruvide o lisce

Appendere quadri e fissare a parete oggetti di vario genere come attaccapanni, appliques, complementi d’arredo per cucina, bagno, camere ecc sono attività che richiedono di allineare e, spesso, distanziare in un certo modo gli oggetti stessi. Può essere necessario distanziarli fra loro oppure nei confronti altri elementi già presenti nel contesto.

In queste occasioni lo strumento ideale è Bosch Atino, una livella laser a linea che si fissa a parete ed emette un raggio radente la superficie, orientabile ruotando il corpo della livella stessa. In pochi istanti consente di trovare allineamenti sia sul piano orizzontale, sia su quello verticale, quindi in alto, in basso, a sinistra e a destra. L’utilizzo è semplicissimo e immediato grazie a indicatori a LED che diventano verdi quando il raggio è orientato correttamente (orizzontale o verticale). Inoltre, Atino ha un metro, estraibile lungo l’asse di emissione del laser, con cui è possibile fare misurazioni dal centro della livella (punto di riferimento) e segnare a parete punti a distanza precisa l’uno dall’altro, anche in sequenza. Si possono allineare foto, specchi, mensole, quadri; appendere bastoni per le tende, supporti per la tv o l’impianto stereo; attaccare maniglie su cassetti e antine; distribuire correttamente diversi oggetti sulla parete coordinandone la posizione.

L’insieme di livella e metro offre il vantaggio di poter fare il lavoro da soli, senza l’ausilio di nessuno, grazie anche all’immediatezza del funzionamento di Atino che si usa mediante un solo tasto.

Dati tecnici: 2 sistemi di fissaggio a parete; livellamento manuale; lunghezza raggio laser 1,7 metri; 4 direzioni di livellamento (0°, 90°, 180°, 270°); 3 colori dell’indicazione LED (verde, giallo, rosso); lunghezza metro flessibile integrato 1,5 m; attacco a parete con gel pad o con puntine; funziona con 1 batteria AA. Atino ha un prezzo consigliato al pubblico di euro 59,89.
Le due puntine in dotazione hanno la punta in acciaio e sono in grado di penetrare nello spessore dell’intonaco quel tanto da garantire il fissaggio della livella.

Semplicissimo l’utilizzo

I LED verdi segnano il corretto orientamento del raggio laser quando si raggiunge una posizione di riferimento.
I LED di colore rosso indicano il disallineamento della livella; il giallo che ci si sta avvicinando o allontanando da una delle posizioni di riferimento.
Al centro di Atino c’è un’apposita sede che agevola la corretta marcatura a parete del punto di riferimento.
Usando come base il gel-pad Atino si fissa rapidamente anche alle piastrelle per le misurazioni in linea verticale e orizzontale.

Su parete ruvida

Il fissaggio avviene montando Atino sulla piastra con fori per le due puntine che vanno piantate a mano nello spessore dell’intonaco.
Ruotando Atino si dirige il raggio laser sino a quando i LED diventano verdi, quindi si estrae il metro e si marcano le posizioni di fissaggio sulla parete.

Su parete liscia

Se la parete è liscia si usa Atino con la piastra in Gel Pad, capace di aderire fortemente alle superfici regolari e continue.

Luce naturale e qualità dell’aria uguale benessere

Tratto da “Come ristrutturare la casa n.6 – Novembre/Dicembre 2023″

Autore: Nicla de Carolis

Il vetro è sempre stato fonte di ispirazione per gli architetti e non ci sono dubbi che una casa ben illuminata da luce naturale, dall’alto con finestre sul tetto ma anche dalle pareti perimetrali dell’edificio, sia qualcosa che ci rallegra e ci dona scientificamente benessere. Dagli anni ‘50 hanno iniziato a diffondersi in tutto il mondo edifici con intere facciate in vetro e strutture in acciaio, raggiungendo l’apice della popolarità grazie a maestri dell’architettura moderna come Le Corbusier, Ludwig Mies Van Der Rohe e molti altri.

Ma per apprezzare e meglio valutare le tante qualità del vetro, da pagina 46 ci siamo concentrati su tipi e utilizzi in interno, con le sue caratteristiche isolanti termiche e acustiche, le trasparenze diverse che garantiscono la privacy pur facendo passare la luce e declinando le grandi superfici vetrate tra porte scorrevoli e non, intere pareti divisorie, grandi finestre scorrevoli con profilati sottilissimi. Noterete come ognuno di questi elementi diventi un pezzo di arredo che arricchisce ed è in grado di modificare completamente la percezione di un ambiente; pensiamo a una cucina tra pareti in muratura o alla bellezza che può rappresentare una cucina a vista ma chiusa in una scatola di lastre in vetro con profili in metallo neri. O a come una scala per accedere al terrazzo può diventare luminosa e comoda grazie a una combinazione di finestre per tetti. Da pagina 60 una progettazione dove sono utilizzate finestre e superfici vetrate in abbondanza che garantiscono comunque la privacy in un contesto altamente urbanizzato. E nel progetto da pagina 86 c’è la dimostrazione di come la luce, che in questo caso arriva anche dal soffitto e da ampie vetrate scorrevoli, valorizzi molto il nero, tinta che in altri casi può risultare difficile, qui scelta per pareti e pavimenti.

Al pari della luce, l’altra cosa impalpabile e primo impatto che si ha entrando in una casa è la qualità dell’aria: oggi si è sempre più sensibili all’argomento perché viviamo in ambienti quasi ermetici e spesso inquinati dai materiali. Da pagina 96 una vetrina dei migliori sistemi per avere aria pura: dalla ventilazione meccanica controllata e canalizzata ai purificatori portatili, agli split con diverse funzioni. Prodotti diventati indispensabili per rendere le case spazi ottimi per la salute e molto gradevoli se a ciò si aggiunge una profumazione della fragranza preferita che ci accoglie quando entriamo in casa.

PROGETTARE BENE CIO CHE NON SI VEDE: IL DIKTAT PER UNA CASA PERFETTA

Tratto da “Rifare Casa n.90 – Novembre/Dicembre 2023″

Autore: Nicla de Carolis

L’infinita varietà di proposte con funzioni ed estetiche diverse che le aziende dell’edilizia sfornano per la casa ogni anno è ancor più legata, rispetto al passato, alla progettazione degli impianti, il complesso sistema che non vediamo e che si dipana con corrugati e tubi di vario genere in pareti e pavimenti.
Nella progettazione della cucina (dossier da pagina 28) vediamo come sono cambiate e aumentate le esigenze di oggi, quanti devono essere i punti di collegamento elettrico, dove devono arrivare carico e scarico dell’acqua; basti pensare alle cucine a isola con lavello e piano cottura o ai frigo che producono ghiaccio, ai depuratori di acqua che devono essere collegati al carico idrico e alimentati con una presa elettrica, alle nuove cappe di aspirazione con canalizzazione o senza che devono essere sempre più efficienti perché spesso la cucina è nel living

Anche il bagno è la stanza che ha subìto negli anni i più profondi cambiamenti perché è diventata l’ambiente dove rilassarsi, godere di un bel bagno con o senza idromassaggio, magari guardando la TV, di una doccia con cromoterapia o con bagno turco. E poi ci sono rubinetti a muro, da appoggio sul mobile, a canna alta e a canna bassa che prevedono installazioni più complesse rispetto ai tradizionali da montare direttamente sul lavabo. È bello poter scegliere con tutta questa offerta, ma bisogna tener presente che senza un’attenta progettazione si corre il rischio di dover rompere intervenendo sulla muratura magari appena rifinita. Con i nostri suggerimenti da pagina 92 vogliamo aiutarvi a vigilare sul lavoro degli artigiani che a volte, presi da troppe cose, possono sbagliare e l’errore, in termini di disagio, ricade sul padrone di casa.

Voglio ancora segnalarvi un servizio particolarmente interessante, quello sul microliving, sinonimo di “massima semplificazione“, l’evoluzione abitativa del vecchio concetto di monolocale, che con le sue soluzioni è in grado di trasformare piccoli spazi in una casa accogliente, dotata di tutto ciò che serve e pensata per il nuovo modo di abitare. Da pagina 82 due esempi realizzati a Milano con tutto il buon gusto che contraddistingue il nostro Paese… nulla a che vedere con i miniappartamenti di Tokyo!

Come filettare ferro e legno | Guida completa illustrata passo-passo

Per intagliare il profilo elicoidale che permette di unire elementi per avvitatura servono particolari strumenti da taglio il cui utilizzo è subordinato al rispetto di regole ben precise

Filettare significa realizzare una sagomatura di un elemento cilindrico e di un foro per l’accoppiamento di dadi, bulloni, viti da ferro, filettare alluminio ed altri elementi meccanici: si prepara cioè la superficie di due pezzi metallici per una solidissima unione; si può filettare l’interno di un tubo o l’esterno.

Nel primo caso si usano i maschi con un codolo quadro che può essere azionato da un giramaschi: sono utensili simili a punte, realizzati in acciaio al carbonio in serie di tre pezzi.  Nel secondo caso si usano le filiere montate sul girafiliere: la parte tagliente che agisce sul tondino è intervallata da larghi spazi vuoti per eliminare il truciolo metallico.

Un filetto classico ha sezione triangolare e le sue misure fondamentali sono il passo e il diametro. Normalmente il passo aumenta con l’aumentare del diametro.  La buona riuscita del lavoro dipende dalla foratura del pezzo; il foro filettato dev’essere perpendicolare alla superficie e di diametro proporzionato a quello della vite che deve ospitare.

Il foro va ripulito dai trucioli e lubrificato prima di inserire il maschio sbozzatore; si prosegue, previa ulteriore pulitura, col maschio intermedio e con quello finitore, che lascia il filetto pronto all’uso. Filettare al tornio è la massima espressione di questa tecnica.

Come filettare internamente

Le filettature nei fori si eseguono con i maschi, elementi cilindrici che presentano all’estremità superiore un tratto a sezione quadra per l’inserimento del giramaschi e all’estremità opposta i pettini incisori (3 o 4 per le misure più comuni) intercalati da scanalature per l’espulsione dei trucioli e per il passaggio del lubrificante.

Ogni filettatura si ottiene con il passaggio in successione di tre maschi della stessa misura: sgrossatore, contrassegnato da una tacca sul gambo, intermedio (due tacche) e finitore (senza tacche o, raramente, con tre tacche).

Il primo ha un imbocco accentuato, quasi non asporta materiale e serve soltando per aprire la strada all’intermedio, in modo da realizzare una traccia che ne permetta l’avanzamento perfettamente in perpendicolare.

L’intermedio e il finitore realizzano la vera filettatura, perciò ogni rotazione di 360° è bene fare 1/4 di giro indietro per rompere i trucioli e favorirne l’evacuazione. In caso contrario si deve applicare una forza eccessiva per far avanzare il maschio, che potrebbe spezzarsi di netto nel foro.

La scelta della punta

Le punte da trapano che si utilizzano normalmente in laboratorio hanno diametri crescenti di 0,5 mm, ma, come mostra la tabella, servirebbero scarti decimali più ristretti. Tuttavia si può arrotondare la misura, per eccesso o per difetto, accettando che il filetto risulti un po’ meno “carnoso” o che il maschio faccia un po’ più fatica a filettare.

Tabella Filettature ISO
Tabella Filettature Whitworth

La filettatura Whitworth è di origine anglossassone e le misure vengono espresse in pollici: una vite 1/4 W ha perciò un diametro nominale di 1/4 di pollice. Ha un profilo triangolare simile a quello metrico, ma con un angolo al vertice di 55° anziché 60°; il profilo, inoltre, è arrotondato sia in cresta sia nella gola, perciò il contatto meccanico tra le parti non avviene solo sui fianchi dei filetti, ma anche sulle creste. Oggi è molto meno diffusa che in passato, anche i Paesi anglosassoni hanno adottato la filettatura metrica.

Come fare una filettatura interna

Filettare internamente

  1. il diametro del foro e la sua verticalità rispetto alla superficie sono premesse fondamentali per una buona filettatura, soprattutto se molto profonda.
  2. l’asta dei maschi per filettare “filettatrice manuale” termina sempre con un quadro da inserire e bloccare dentro i giramaschi filettatore che possono essere a doppia leva per esercitare più forza.
  3. il maschio è in pratica una sorta di fresa percorsa da 4 scanalature (3 nelle versioni per filettare a macchina) che servono per lo scarico dei trucioli.
  4. lo spessore del pezzo deve essere almeno il doppio del passo della vite; per agevolare l’azione del giramaschi si lubrifica il punto.
  5. il trapano a colonna è utile anche per avviare nel modo migliore l’operazione di filettatura: senza smontare il pezzo dalla morsa, dopo la foratura, si serra nel mandrino il maschio sbozzatore e lo si fa ruotare a mano fino a quando è ben inserito nel foro; l’operazione si completa allentando il mandrino e proseguendo il lavoro a mano.
  6. durante la rotazione il maschio asporta una discreta quantità di metallo che va ad occupare le scanalature sui fianchi: per interrompere i trucioli bisogna ruotare il maschio all’indietro ogni mezzo o un giro e ogni qualvolta l’avanzamento si presenti difficoltoso.
  7. le grandezze che definiscono una filettatura sono: il passo, distanza tra due creste contigue del filetto; il diametro nominale, dimensione rilevabile con calibro sul filetto; il diametro di foratura, diametro esistente tra due gole opposte al filetto; profondità del filetto, distanza tra una cresta ed una gola del filetto.

Il contafiletti per conoscere il passo

Concettualmente è simile a un coltellino svizzero: racchiude due serie di lamelle dentellate imperniate alle estremità, libere di ruotare, ognuna delle quali riproduce una determinata filettatura (metrica un gruppo, in pollici l’altro) e riporta inciso il passo. Si sceglie a occhio la dentellatura più somigliante a quella della vite da verificare, la si sovrappone a essa e, traguardando in controluce, si nota se corrisponde, altrimenti si riprova fino a trovare la lamella combaciante che permette di conoscere il passo della filettatura.

Lubrificazione efficace

Se il maschio inizia a girare a fatica bisogna lubrificare l’interno del foro senza esitazioni: lo si ruota un giro all’indietro, si inumidisce la zona di taglio con il lubrificante più adatto in base al materiale, poi si può riprendere il lavoro.

Tipi di maschi e relativi giramaschi

Maschio a mano con dentatura studiata per l’avanzamento in materiali tenaci.
Maschio a macchina al titanio con dentatura a spirale per filettare l’acciaio temperato.
Il più normale e comune maschio a mano con tre o quattro pettini paralleli.
Maschio con scanalature elicoidali, solitamente impiegato nella filettatura di fori ciechi; il truciolo viene trascinato verso la parte posteriore rispetto ai taglienti, evitando che possa aderire alle scanalature o compattarsi sul fondo del foro.
Maschio con scanalature elicoidali simile al precedente, ma con diversa angolazione; l’angolo di scanalatura elevato assicura un’eccellente evacuazione del truciolo, mentre l’angolo di scanalatura ridotto offre taglienti più robusti e adatti alla maschiatura di materiali tenaci, con produzione di trucioli più corti.
I maschi si differenziano per la lunghezza dell’imbocco: quelli a imbocco corto sono più idonei nei fori ciechi, in quanto riescono a realizzare la filettatura fino alla massima profondità, quelli a imbocco lungo penetrano meglio e scaricano più facilmente i trucioli, sono preferibili quando si filettano fori passanti.
Il maschio sgrossatore deve “mangiare” poco materiale e abbozzare soltanto il filetto: per questo all’imbocco è molto smussato, così da avanzare gradualmente.
Il giramaschi a mandrino può accogliere solo 2-3 misure di codolo ravvicinate: si utilizza quando non serve molta forza (materiali teneri o filetti da ripassare).

Filettare esternamente

Per filettare a mano tondini o tubi si utilizzano le filiere, anelli cilindrici nella cui parte interna sono ricavati i taglienti intercalati da 3, 4 o più gole per lo scarico dei trucioli.

L’anello ha un verso, presenta infatti da un lato un tratto rastremato con il quale va iniziata la filettatura, calzandolo sul perno dopo averlo inserito nel girafiliere a manubrio; anche questo esiste in più dimensioni in grado di ospitare gruppi di filiere aventi lo stesso diametro esterno.

Sullo spessore dell’anello sono presenti due svasature coniche entro le quali agiscono i grani di registro che attraversano il corpo del girafiliere e permettono la variazione centesimale del diametro della filiera; tra questi due il girafiliere incorpora un terzo grano, quello di blocco, che agisce sull’intaglio presente sulla circonferenza della filiera, fissando il limite massimo di azione dei due grani di registro.

Come per la maschiatura, si procede in senso orario mantenendo la filiera esattamente perpendicolare sull’elemento da filettare, invertendo ogni tanto la rotazione per rompere i trucioli. n

Filettare esternamente

  1. per filettare un tondino o un tubetto bisogna affusolare l’estremità per garantire il corretto imbocco della filiera e, in definitiva, la buona riuscita di tutto il lavoro.
  2. le filiere vanno inserite nel girafiliere, attrezzo dotato di una sede circolare pari al diametro della filiera (ne esistono infatti di diverse misure) e provvisto di viti che bloccano la parte attiva.
  3. il girafiliere va maneggiato con attenzione soprattutto nella fase iniziale del lavoro, tenendo la faccia piena della filiera ben perpendicolare all’asse del pezzo in lavorazione: ad ogni giro occorre fermarsi e invertire di circa un quarto di giro il senso di rotazione per spezzare ed eliminare i trucioli.
  4. alla fine del lavoro può essere opportuno pulire il nuovo filetto asportando le piccole rugosità lasciate dai taglienti con la spazzola metallica.

Filettare elementi idraulici

Nel set per idraulica, il portafiliere è a cricchetto; in questo campo si realizzano esclusivamente filettature a passo gas, pertanto sulle filiere sono riportati i diametri dei tubi espressi in pollici.

Va detto che per filettare tubi idraulici dovendo lavorare in buona parte su impianti già parzialmente predisposti, il professionista si trova ad assemblare le tubature avvalendosi di raccordi con passo destro o con passo sinistro; per questo motivo, convenzionalmente, le filiere sono di colore diverso a seconda della direzione del passo, più precisamente rosso per quello destro, giallo per il sinistro.

Per l’uso di queste filiere viene utilizzato un particolare cavalletto alla sommità del quale c’è un morsetto a vite che permette di serrare il tubo da filettare in posizione favorevole.

girafiliere

  1. le filiere di diametri diversi hanno tutte le stesse dimensioni di ingombro e si inseriscono nella sede ricavata al centro del girafiliere, che ovviamente ne riproduce il profilo poligonale.
  2. la morsa per idraulica garantisce contemporaneamente un perfetto serraggio ed uno sbloccaggio rapido del tubo: la ganascia mobile, infatti, è supportata da un “castello” incernierato alla parte fissa; i cavalletti pieghevoli sono spesso forniti di un piano di appoggio su cui riporre filiere e materiali di consumo.
  3. cassetta contenente 5 bussole (3/8”, 1/2”, 3/4”, 1”, 1-1/4”), portafiliere a cric reversibile e asta di manovra con impugnatura in materiale plastico. Destinata ad un impiego prevalentemente professionale.

Come filettare il legno e plexiglas

Nel plexiglas i fori si filettano con gli stessi maschi che si utilizzano per i metalli: il materiale è più fragile, perciò bisogna semplicemente fare più attenzione. Sarebbe bene aumentare il diametro del foro di 0,1 mm rispetto a quello necessario per i metalli, ma con una normale dotazione di punte questo non è possibile.

Va detto che l’utilizzo di viti nel plexiglas è sconsigliabile e si può ricorrere a questo sistema solo quando non sono possibili collegamenti con collanti o tramite fori passanti. Per le filettature nel legno esistono appositi maschi e filiere: di solito si lavora con diametri medio-grandi da 10 a oltre 60 mm, con passi diversi da quelli metrici.

Per ottenere una filettatura da 19 mm bisogna partire da un foro Ø 16 mm, per un 28 mm da Ø 23 mm e così via. Questa lavorazione è consigliabile solo su alcuni tipi di legno, con nervature fini, come faggio, pero o ciliegio; pino e quercia non sono idonei .

Prima di affrontare la filettatura è bene mettere il pezzo da lavorare in un bagno d’olio e lasciarvelo un paio di giorni, in modo che diventi più malleabile.

Manutenzione motosega a batteria: una guida essenziale

Nel mondo degli attrezzi da giardinaggio, le motoseghe a batteria stanno emergendo come una soluzione innovativa. La loro combinazione di efficienza, portabilità e sostenibilità ambientale le rende particolarmente attraenti. In commercio, anche online ovviamente, si trovano numerosi prodotti di qualità rispondenti a specifiche esigenze di potenza e intensità d’uso. Ad esempio basta scrivere su Google: motosega a batteria AgriEuro per avere immediatamente una panoramica completa ed esaustiva di numerosi prodotti in vendita.

Come per ogni strumento, ovviamente anche per le motoseghe a batteria è fondamentale garantire una manutenzione corretta per preservarne la funzionalità e prolungarne la durata. Ecco quindi che risulta fondamentale sapere come mantenere una motosega in condizioni ottimali.

Come effettuare la manutenzione motosega a batteria

Tempo richiesto: 30 minuti

Una corretta manutenzione è fondamentale per assicurarsi che una motosega a batteria rimanga funzionale e sicura nel tempo. Dedicando attenzione e cura a questo strumento, si potrà godere di anni di servizio efficiente.

  1. Pulizia della catena e della barra guida

    Si raccomanda di pulire questi componenti dopo ogni utilizzo per rimuovere segatura, resina e altri detriti. L’accumulo di questi materiali può causare attrito e usura prematura. Si suggerisce l’uso di una spazzola metallica per la catena e, se necessario, un detergente specifico per la resina. Dopo la pulizia, è consigliabile lubrificare la catena con olio specifico.pulizia catena motosega

  2. Controllo della batteria

    Essendo un elemento centrale della motosega, si consiglia di trattare la batteria con particolare attenzione. Si raccomanda di caricarla completamente prima di ogni utilizzo e di conservarla in un luogo fresco e asciutto. Si suggerisce inoltre di controllare regolarmente i contatti della batteria.

  3. Ispezione regolare

    Si consiglia di effettuare controlli periodici per assicurarsi che la catena abbia la giusta tensione e che la barra guida e il corpo della motosega siano in buone condizioni.

  4. Lubrificazione

    Si suggerisce di lubrificare non solo la catena, ma anche altri componenti mobili come ingranaggi e cuscinetti. Si raccomanda l’uso di lubrificanti specifici seguendo le indicazioni del produttore.

  5. Sostituzione dei componenti

    Nel tempo, potrebbe essere necessario sostituire alcune parti. Si consiglia di sostituire tempestivamente una catena smussata o una batteria che inizia a perdere capacità.

  6. Sicurezza

    Si sottolinea l’importanza di una manutenzione adeguata non solo per le prestazioni, ma anche per la sicurezza. Si raccomanda di seguire sempre le indicazioni del produttore e di utilizzare l’equipaggiamento di protezione appropriato.

  7. Conservazione

    Quando non in uso, si raccomanda di rimuovere la batteria, pulire la motosega e conservarla in un luogo asciutto.

Fotovoltaico da balcone e terrazzo | Installazione e funzionamento

Il fotovoltaico da balcone è concepito per la produzione di energia elettrica con il sole e in commercio esistono impianti in kit, fatti per. il montaggio fai da te, facilmente montabili e smontabili anche per un utilizzo “itinerante”. In questo articolo analizziamo il kit per fotovoltaico da terrazzo prosposto da Vinco.

È finalmente disponibile una novità che tanti fardasé (e non solo) stavano aspettando: un kit semplice, sicuro e facilmente installabile anche in spazi limitati per produrre energia elettrica dal sole. Stiamo parlando del Power Stream Kit di EcoFlow, il primo kit fotovoltaico da balcone per utilizzo privato, con installazione fai da te.

Il kit EcoFlow combina pannelli solari, inverter e power station portatili, creando una soluzione efficiente per produrre e accumulare energia elettrica. Il sistema completo di Power Station permette di immagazzinare l’elettricità autoprodotta durante il giorno per un uso successivo, la sera e la notte, nei momenti in cui la casa attinge maggiormente alla rete del fornitore.

I pannelli, ovviamente sono posizionabili anche a terra.

Riduzione dei costi energetici

Già con un singolo impianto da balcone è possibile abbassare le spese mensili di energia elettrica. Un solo pannello solare da 400 W può far risparmiare fino a 420 kWh, sufficienti per alimentare un forno a microonde per 11 ore al mese, una lavatrice per 17 ore e un ventilatore da soffitto per 150 ore.

Grazie all’accumulo, in presenza della Power Station, non è necessario utilizzare l’energia contestualmente al momento della produzione, essendo questa immagazzinata e sempre disponibile per l’utilizzo su richiesta della casa.

Configurazione semplice

Il sistema in kit è molto semplice da installare: è sufficiente posizionare i pannelli solari da 400 W sul balcone, collegarli al microinverter tramite il cavo superpiatto che non richiede forature nei muri. Grazie al ridottissimo spessore, infatti, il cavo consente la chiusura degli infissi senza forzature e impedimenti.

A sua volta, il microinverter va collegato alla Power Station e alla presa di corrente domestica. Grazie alle prese Smart Plug è possibile controllare l’erogazione e monitorare l’utilizzo della corrente prodotta.

Il Kit base è senza accumulo, una soluzione ideale per chi ha necessità di utilizzare immediatamente l’energia prodotta; diversamente, si può completare il kit associando al sistema tutte le Power Station EcoFlow, che sono capaci di accumulare l’energia solare catturata, rendendola poi disponibile in qualsiasi momento. In questo caso è necessario acquistare a parte il cavo di connessione tra Microinverter e Power Station.

Varie possibilità di scelta

Nella sua configurazione base il kit si compone di:

  • 2 pannelli solari da 400 W per un totale di 800 W con incluso uno specifico kit di montaggio;
  • il Microinverter che riceve in ingresso la corrente dei pannelli e in uscita si collega alla rete domestica;
  • 2 prese Smart Plug che permettono il monitoraggio e la distribuzione della corrente ai dispositivi di casa;
  • cavi di connessione.

Il Power Stream Kit EcoFlow ha un prezzo consigliato per il pubblico di euro 1.138 iva compresa.

Dati tecnici Microinverter PowerStream 800W

  • Potenza in ingresso fotovoltaico : 400 W x 2
  • Tensione di ingresso massima: 55 V cc (porta fotovoltaica)
  • Tensione di carica: 30-58 V cc
  • Uscita verso la rete corrente alternata: 800 W
  • Massima potenza di carica e scarica: 600 W
  • Corrente di ingresso massima: 13 A
  • Corrente di uscita massima (CA): 3,7 A
  • Comunicazione: wi-fi (2.4G) e Bluetooth
  • Impermeabilità: IP67
  • Dimensioni: 242x169x33 mm
  • Peso: 3 kg circa

Dati tecnici della Power Station Delta Max

  • Capacità di accumulo: 2048 Wh
  • Durata: 3000 cicli di ricarica con
  • una capacità superiore all’80%
  • Chimica della batteria: LFP
  • Uscita corrente alternata: 2400 W
  • Dimensioni: 497x242x305 mm
  • Peso: 23 kg

Tutto sempre sotto controllo

I parametri di funzionamento del sistema sono controllabili anche da remoto, tramite l’App disponibile per i diversi tipi di smartphone.

Pannello solare rigido da 400 W

  • Tipo di cellula: silicio monocristallino
  • Potenza nominale: 400 W
  • Efficienza: 23%
  • Connettore: fotovoltaico universale
  • Dimensioni: 1722x1134x35 mm
  • Peso: 21,8 kg

Sacar introduce etichette elettroniche RFID e QR Code per migliorare l’esperienza di acquisto

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Sacar, azienda di punta nel settore ferramenta e fai da te, ha annunciato durante il recente Bricoday 2023 tenutosi a Fiera Milano City, alcune nuove ed entusiasmanti tecnologie che intende implementare per migliorare l’esperienza del cliente.

Etichette elettroniche RFID

Una delle innovazioni principali è l’introduzione delle etichette elettroniche RFID. Queste etichette, applicate su componenti selezionati come maniglie e serrature, offrono un sistema di didattica interattivo. Il cliente, attraverso questa tecnologia, può comprendere al meglio come utilizzare il prodotto, garantendo una scelta informata. Inoltre, l’uso delle etichette elettroniche consente ai rivenditori di avere un inventario in tempo reale e di raccogliere dati dettagliati sulle tendenze e l’andamento del mercato.

Portale interattivo

Ma le innovazioni non si fermano qui. Sacar ha anche integrato QR Code sui propri espositori per rendere l’esperienza d’acquisto ancora più fluida. Scansionando il codice QR, i clienti possono accedere a un portale interattivo dove possono trovare schede tecniche dettagliate, finiture disponibili, istruzioni di montaggio e video tutorial. Questi QR Code sono anche utili per il personale dei punti vendita, che può formarsi in modo autonomo, avendo accesso a informazioni dettagliate sui prodotti e accessori correlati.

Sostenibilità

Oltre alle tecnologie, Sacar ha ribadito il proprio impegno verso la sostenibilità, sottolineando le sue iniziative in materia di impatto ambientale, risparmio energetico e imballaggio sostenibile. In particolare, l’azienda ha ottenuto nel 2022 la Certificazione OK Compost Industrial per i suoi nuovi blister compostabili, evidenziando la sua dedizione a pratiche più verdi.

Marco D’Adda, Responsabile Commerciale e Ricerca&Sviluppo Sacar con la Certificazione OK Compost Industrial

In sintesi, con queste nuove introduzioni, Sacar dimostra di essere un’azienda che guarda al futuro, combinando innovazione e sostenibilità per offrire ai clienti un servizio all’avanguardia.