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KWB | Utensili manuali e accessori che facilitano anche il lavoro di meccanica

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Il paradigma secondo il quale per fare un lavoro a regola d’arte è necessario essere opportunamente attrezzati, nel mondo della meccanica vale anche per svitare un semplice bullone, per il quale si fa sicuramente meglio se si adopera una buona chiave, adeguata al contesto

Nei lavori di meccanica si ha quasi sempre a che fare con la svitatura e l’avvitatura di bulloni e dadi. Il passo metrico, abbastanza fine, e la lunghezza dei filetti, talvolta lunghi, finiscono per dilatare le tempistiche di molti interventi, a cui possono aggiungersi ulteriori cause di lungaggini come l’ossidazione delle parti e soprattutto i possibili impedimenti nel manovrare le chiavi, per gli spazi ridotti o altri ostacoli. Tutto questo fa capire come sia importante disporre di un’attrezzatura valida, ma anche variegata.

Avere due sole chiavi della stessa misura non è sempre sufficiente: spesso si risparmiano tempo e nervoso, se si dispone anche di chiavi a gomito, a cricchetto, a tubo e snodate, solo per citare le principali. In pratica possiamo dire che, uno stesso bullone, a seconda della posizione in cui si trova, richiede un utensile specifico. In caso di necessità sfogliamo il catalogo KWB dove troviamo tanti utensili manuali e accessori che facilitano anche il lavoro di meccanica.

Chiave poligonale sfalsata

Set di chiavi poligonali con certificazione TÜV, DIN 838, acciaio al cromo vanadio, finitura satinata, profilo a “esse”. Nel kit 8 chiavi con misure: 6, 7, 8, 9, 10, 11, 12, 13, 14, 15, 16, 17, 18, 19, 20, 22. Euro 34,95.

Vaschetta magnetica

Vaschetta magnetica in plastica, con un forte magnete alla base per riporre viti, dadi, chiodi e altra piccola ferramenta. Le dimensioni sono circa 130x150x160 mm. La vaschetta ha il profilo smussato per facilitare il prelievo del contenuto e poterlo sostenere anche quando messa in posizione verticale. La base gommata protegge le superfici.

Chiave combinata poligonale con cricchetto

Chiave in acciaio al cromo vanadio, finitura satinata, diritta, a forchetta a un’estremità, chiusa a cricchetto dall’altra, stessa misura. La chiave a cricco ha 72 denti. Le misure disponibili sono: 8, 10, 13, 15,17, 19 mm.

Chiave dinamometrica

Chiave dinamometrica in acciaio cromo vanadio con finitura cromata, meccanismo automatico autoscattante con cricchetto reversibile integrato, elevata precisione di misura; la scala è in Nm e Ibs/ft e il range di misurazione va da 28 a 210 Nm. La misurazione avviene sia in rotazione destrorsa sia sinistrorsa; l’attacco per le bussole è da 1/2”. Confezione in scatola di plastica. Euro 51,95.

Bussole con inserti bit

Utilissime le bussole con inserti bit consentono di serrare con chiave dinamometrica le viti con impronta negativa: a croce (Philips e Pozidrive), esagonale e Torx. A sinistra un esemplare di bit esagonale a gambo prolungato (126 mm di lunghezza) su bussola da 3/8”. Disponibili le misure 6, 8, 10, 12 mm.

Nella versione con bit Torx sono disponibili le misure da TX10 a TX 50. Da TX 10 a TX 30 la bussola è da 1/4”; la TX 40 si può scegliere con bussola da 1/4”, da 3/8” o da 1/2”; le misure TX 45 e TX50 sono disponibili con bussola da 3/8” e da 1/2”.

Adattatori per bussole

Gli adattatori a innesto permettono di abbinare chiavi a cricchetto (anche dinamometriche) con bussole che non sono della stessa misura. In un’unica confezione ci sono 4 adattatori: da ¼” a ⅜”, da ⅜” a ¼”, da ½” a ⅜” e da ⅜” a ½”.

Cricchetto con testa snodata

Chiave a cricchetto in acciaio cromo vanadio, dente di arresto, rotazione destrorsa/sinistrorsa invertibile, arresto a sfera con scatto a pulsante, testa snodata regolabile in verticale fino a 180°, cromatura opaca, con impugnatura bicomponente antiscivolo per una presa ottimale. Euro 9,95.

Einhell Fixetto: una chiodatrice davvero potente

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Alimentata con batterie al litio 18 V della famiglia Einhell Power X-Change, Einhell Fixetto spara chiodi con una lunghezza da 15 a 50 mm, sezione 1,2 mm, a colpo singolo oppure a ripetizione in condizioni di contatto con la superficie

Quando parliamo di Einhell Fixetto siamo di fronte a un elettroutensile fatto per un solo scopo: piantare chiodi. Quindi non spara le graffe che spesso sono associate ai chiodi, nelle comuni aggraffatrici, ma questa è, a tutti gli effetti, una vera e propria chiodatrice, lavoro che svolge in modo eccellente. Mai un’esitazione, sempre una perfetta possibilità di regolazione del colpo a seconda dei tipi di legno da unire, mai un’inceppamento nelle sessioni di prove effettuate e, possiamo aggiungere come giudizio soggettivo, la sensazione di concretezza e solidità che solo le macchine professionali sanno trasmettere.

Non è soltanto una questione di peso, ma anche di materiali con cui sono fatti componenti tipicamente critici come il magazzino e la piastra di copertura. Molto utile, i caso di lavori con chiodature ripetitive e numerose, la possibilità di impostare lo sparo automatico all’avvenuto contatto del naso con la superficie. Selezionando questa modalità operativa, basta tenere il grilletto premuto per effettuare una chiodatura ogni qualvolta si appoggia il puntale sul legno. In questa modalità si riesce a sparare un colpo al secondo.

La versione Solo include la clip per l’aggancio in vita, alla cintura portautensili, due chiavi a brugola e una scatola da 500 pezzi di chiodi lunghi 50 mm. Einhell Fixetto costa euro 194,95.

Riempimento del magazzino di Einhell Fixetto

Il magazzino si apre premendo il pulsante all’estremità. L’operazione va sempre fatta a batteria rimossa.
I blister di chiodi vanno appoggiati all’interno del magazzino portandoli verso l’alto, in appoggio sul lato della punta. Lo sportello del magazzino si richiude e si deve sentire distintamente lo scatto.
A cassetto chiuso due finestrelle mostrano la presenza dei chiodi. Sono utili per accorgersi quando stanno per finire. La clip a scatto posta sopra il magazzino serve per ribaltare la piastra di copertura superiore in caso di inceppamento.

Da verificare sempre

Prima di ogni utilizzo è sempre bene testare le sicurezze (a batteria inserita) appoggiando il naso su un pezzo di scarto senza premere il grilletto: il colpo non deve partire.
Poi, tenendolo sospeso in aria, si tira il grilletto: il colpo non deve partire.

Regolazione della potenza su pezzi di scarto

Prima di intraprendere una nuova sessione di chiodatura, si deve verificare l’entità di affondamento del chiodo, che dipende dalla durezza del legno e dalla lunghezza del chiodo stesso. Per questo bisogna preparare alcuni pezzi di scarto come quelli in lavorazione e testare su questi l’infissione sparando alcuni colpi.
Se necessario si regola la potenza di infissione ruotando l’apposta rotella. Sul corpo macchina è stampata l’indicazione di incremento e decremento.
Il chiodo non deve mai sporgere dalla superficie. Un chiodo messo correttamente può essere messo a filo della superficie oppure, se c’è l’intenzione di stuccare le imperfezioni, lo si può mandare al di sotto di 1 mm circa.

Saint-Gobain Italia amplia la sua gamma 

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I nuovi prodotti saranno realizzati a Fiorano Modenese che torna ad essere uno stabilimento produttivo

Saint-Gobain Italia amplia la propria gamma di prodotti con un nuovo impianto per la produzione di colorati per interni e rivestimenti per esterni, presentati in anteprima in occasione di una due giorni di evento che ha coinvolto un nutrito gruppo di clienti, circa 160 persone, che hanno avuto la possibilità di visitare il sito di Fiorano Modenese e vivere delle esperienze alla scoperta delle eccellenze del territorio.

L’azienda per questo progetto ha scelto di puntare sul sito di Fiorano, che torna ad essere uno stabilimento produttivo proprio per realizzare le due nuove linee di finiture targati Saint-Gobain: weberpaint, la gamma di idropitture per interni studiata per incontrare le necessità di professionisti e privati, e le finiture per esterno webercote, in grado di adattarsi ai diversi materiali costruttivi ed utilizzi.

In termini di sostenibilità, il progetto relativo all’impianto di Fiorano vede un sistema di recupero delle acque di lavaggio durante il processo produttivo per essere successivamente riutilizzate nel ciclo successivo, che genera un risparmio idrico che si attesta a più del 50% dell’acqua impiegata; i trasporti generano una riduzione del 30% di emissioni di CO2, grazie alla ridistribuzione dei volumi di produzione tra i siti del sud Italia e del centro-nord. Inoltre, sono utilizzati imballi in plastica realizzati con una percentuale di materiale riciclato che può raggiungere il 30%.

Gli investimenti rientrano nella volontà di integrare sempre di più all’interno della propria offerta materiali e soluzioni tecnologicamente avanzati e in ottica di risparmio energetico, in linea con gli impegni del Gruppo in termini di sostenibilità, che puntano alla carbon neutrality entro il 2050.

Le nuove linee di colorati

  • weberpaint: una linea di idropitture versatili e sostenibili per interni che, attraverso il sistema tintometrico webercolorlook, consente di tinteggiare gli ambienti in 1950 diverse colorazioni. Dalle tinte per cartongessi, alle pitture traspiranti che prevengono muffe e funghi fino a quelle ad alta copertura, i colori weberpaint sono progettati e concepiti per incontrare le esigenze relative alle differenti soluzioni di applicazione;
  • webercote: rivestimenti per esterni pensati per ottenere texture omogenee in linea con le tendenze dell’architettura contemporanea grazie a una granulometria fino a 1,2 mm o 1,5 mm, in base al diverso prodotto scelto (TRAMA 1.2 o TRAMA 1.5). Particolarmente indicate per la copertura di sistemi a cappotto e nuove facciate ad alta efficienza energetica, le nuove soluzioni webercote sono caratterizzate da consumi ridotti ed eccellente scorrevolezza e lavorabilità. Disponibili sia per soluzioni a base organiche, sia a base silossanici e acrilsilossanici, i nuovi rivestimenti sono traspiranti e idrorepellenti e favoriscono la fuoriuscita dell’umidità verso l’esterno dell’edificio, impedendo al tempo stesso la formazione di alghe, muffe e altri microrganismi che nel tempo deteriorano l’aspetto della facciata. Questi prodotti sono disponibili in 242 colori e garantiscono di mantenere a lungo l’intensità delle tinte della facciata, contribuendo, in tal modo, a ridurre le spese di manutenzione dell’immobile.

Scopri di più sulle pitture per interni weberpaint: https://www.it.weber/weberpaint-pitture-interni-benessere-colori-con-le-nuove-idropitture

Scopri di più sui sistemi di rivestimento per esterno webercote: https://www.it.weber/scegliere-i-migliori-rivestimenti-la-facciata

Cassetta attrezzi fai da te in legno assemblata senza viti

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È la riproduzione fedele delle tipiche cassette di una volta, usate da tutti gli artigiani. Le soluzioni adottate per le giunzioni di questa cassetta attrezzi fai da te sono tecnicamente pertinenti per ottenere un accessorio che mantiene l’originale funzionalità e robustezza

Molto bella questa realizzazione di Simone Corezzola, che riguarda la costruzione di una cassetta attrezzi fai da te come quelle che un tempo non lontano non mancavano nel laboratorio di qualsiasi artigiano. La particolarità non è solo data dalla forma “romantica” che rispecchia esattamente quella delle vecchie cassette, ma anche dal fatto di essere costruita interamente in legno e di essere assemblata senza l’uso di viti o chiodi.

Il legno utilizzato per realizzare i cinque pannelli che compongono il contenitore è un multistrato di medio spessore, circa 15-16 mm; serve poi un’impugnatura che si ricava tagliando un pezzo del manico rotto di un piccone e una tavoletta spessa 10 mm circa di un legno duro, con il quale si fanno quattro anelli di ritegno che costringono i fianchi di testa della cassetta ad aderire all’impugnatura, tramite due spine fatte con lo stesso legno duro.

Le giunzioni dei pannelli sono affidate a incastri a coda di rondine. Considerando la funzione della cassetta attrezzi fai da te, che è quella di contenere attrezzi che insieme totalizzano un certo peso, per ottenere la necessaria robustezza bisogna che l’incastro a coda di rondine lavori con un orientamento specifico. Quindi viene concepito per avere inserimento dei fianchi sul fondo, prima i laterali grandi, poi quelli di testa più piccoli che trovano inserimento diritto anche sulle “code” dei fianchi grandi. Applicando questi ultimi si innesta anche il manico, che in questo modo resta vincolato, ma il blocco vero e proprio si ottiene mettendo le due spine.

Dalla foto di scena si nota che, giustamente, il fondo non è stato messo bordo con bordo, ma ricade più in alto, grazie all’esecuzione, sui pannelli laterali, di coda di rondine di tipo chiuso. In questo modo il fondo non ha modo di cedere.

I pannelli e gli incastri

Per la costruzione della cassetta attrezzi fai da te servono 5 pannelli di legno multistrato di uno spessore intorno ai 15 mm. Tracciando a matita, con linee ben squadrate, i pezzi sul foglio intero, i tagli si possono fare anche con il seghetto alternativo.

I due pannelli di testa hanno forma sagomata quindi, dopo il taglio del pezzo squadrato, si disegna il profilo definitivo, con la curvatura superiore, e si effettua il taglio definitivo con il seghetto alternativo.

Per fare gli incastri a coda di rondine si disegnano le parti da rimuovere sul primo dei pezzi della giunzione. Si tira una linea parallela al bordo, distante quanto lo spessore del pannello da unire (in questo caso i pannelli hanno tutti lo stesso spessore). Si stabiliscono le dimensioni delle code e quante farne sulla base della lunghezza della giunzione (in questo caso 3) e se ne disegna il perimetro, facendo in modo che le tre sagome trapezoidali risultino uguali ed equidistanti. A quel punto, con una squadretta, si riportano sul bordo del pannello le linee corrispondenti ai vertici della base corta del trapezio.

I tagli lungo i lati obliqui della coda di rondine si fanno con una sega a dorso o una sega giapponese. Si effettuano in serie, tutti quelli di un lato della giunzione.

Le sedi della coda di rondine si completano rimuovendo il legno un po’ per volta con uno scalpello ben affilato. Ottenuto il primo pezzo dell’incastro, si sovrappone e allinea al bordo del secondo, per marcare le parti da rimuovere su questo.

L’impugnatura della cassetta attrezzi fai da te si innesta nei due pannelli di testa. In entrambi va eseguito un foro con una sega a tazza; il diametro prestabilito, 30 mm, corrisponde a quello della parte assottigliata del manico.

Quando la linea diritta è sufficientemente lunga, come nel caso del fondo della cassetta attrezzi fai da te, che ha solo due incastri sui lati lunghi e uno solo in quello corto, il taglio si effettua con seghetto alternativo.

Ancora con il trapano a colonna, montando alternativamente sulla tazza lame di due differenti diametri, si ricavano da una tavoletta di legno duro quattro anelli il cui diametro interno è 30 mm. Dati i diametri ridotti e il limitato spessore del legno, eccezionalmente il taglio è stato fatto in un’unica soluzione, con le due lame montate insieme.

Realizzazione dell’impugnatura della cassetta attrezzi fai da te

Troncato alla lunghezza necessaria il manico rotto di un piccone, si segnano a matita due segmenti di pari lunghezza alle estremità, che vanno assottigliati e resi cilindrici, con diametro leggermente inferiore ai 30 mm, in modo che possa entrare senza difficoltà nelle sedi predisposte dei pannelli in testa alla cassetta. La riduzione non si effettua con il tornio, ma a mano, iniziando a sgrossare i fianchi con un seghetto ad arco, per togliere più materiale possibile.

Usando sempre come guida il cerchio tracciato in testa al pezzo, si completa la rimozione con la raspa.

Dopo la levigatura e la stondatura del bordo esterno, su ogni anello viene creata una tacca squadrata sulla linea del diametro. Calzato l’anello sul manico si segna a matita il punto in cui ricade la tacca.

Prima si effettua un foro appena più piccolo con trapano a colonna, poi si completa la sede a sezione quadrata con una piccola lima.

Usando pezzi dello stesso legno duro con cui sono fatti gli anelli, si sagomano le spine di ritegno per tenerli bloccati. Si lavora di seghetto ad arco, lima e carta vetrata fine.

Assemblaggio e ulteriore robustezza

Dopo le opportune prove in bianco, si effettua il montaggio definitivo dei pezzi, mettendo adesivo vinilico negli incastri a coda di rondine. Per come sono fatti gli incastri, si uniscono prima i laterali grandi con il fondo e poi i pannelli di testa, ricordando l’inserimento dell’impugnatura nelle sue sedi.

Come ulteriore rinforzo del fondo della cassetta attrezzi fai da te, si tagliano quattro listelli di abete formando una cornice che aderisca al lato interno dei fianchi, rimanendo a filo dell’appoggio a terra degli stessi. Alle estremità i listelli sono bisellati a 45°. Il fissaggio è fatto con adesivo vinilico e piccole spine di faggio, applicate in modo passante sul lato dei listelli.

Progetto di Simone Corezzola

Presa d’aria nel muro con sega a tazza contro l’umidità

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Per quanto si cerchi di progettare bene una costruzione, ipotizzando ogni possibile vizio che possa creare inconvenienti futuri, si capisce solo dopo qualche tempo se i provvedimenti adottati siano più o meno efficaci. La formazione di umidità è uno dei disagi più frequenti con i quali ci si trova a combattere, proprio perché molti fattori possono determinarla; intervenire in modo risolutivo a posteriori è un problema serio e dispendioso, ma alla portata di un fai da te.

La causa è sicuramente una circolazione d’aria insufficiente in corrispondenza di una zona sottoposta ad un elevato sbalzo termico: l’aria calda incontra una zona fredda e, non trovando sfogo, forma condensa, che in breve tempo porta alla formazione di macchie umide, spore, salnitro ed efflorescenze. La soluzione consiste nel ridurre il salto termico, oppure far sì che la condensa abbia una via di fuga. Aprire alcuni fori nei muri perimetrali e mettere in comunicazione con l’esterno la zona che determinava la formazione di umidità può essere una soluzione drastica, ma sicuramente efficace.

Carotare il muro non è un lavoro complesso, tanto più che è possibile noleggiare l’attrezzatura occorrente nei centri bricolage; con seghe a tazza di grandi dimensioni si ottengono fori precisi che possono essere mascherati e protetti con una griglia. Naturalmente occorre praticare almeno un foro anche nella parete opposta a quella ammalorata. 

Come carotare un muro

Tempo richiesto: 2 ore

  1. Una guida per l’avvio

    Si fissa la guida per la sega a tazza nel punto da forare. La guida permette di iniziare la foratura evitando scivolamenti dell’utensile e va rimossa dopo aver inciso qualche centimetro di muro.

  2. Tunnel nel mattone

    Mentre si avanza bisogna di tanto in tanto fermarsi per rimuovere con punta e mazzetta il tappo che si forma ed impedisce l’aspirazione e l’avanzamento della sega a tazza.

  3. Griglia di protezione

    Completato e ripulito il foro conviene inserire uno spezzone di tubo e bloccarlo con un po’ di malta, in modo che sia stabile e permetta alle alette della griglia di protezione di aderire alle pareti. La griglia assicura un buon passaggio d’aria ed impedisce l’accesso agli animali.

Importanza della corretta posizione del foro

Quando si decide di fare un foro nel muro tramite carotatura per ridurre l’umidità, la scelta della posizione è essenziale. Non è sufficiente semplicemente forare in qualsiasi punto del muro; bisogna considerare la direzione del flusso d’aria e la gravità. Idealmente, i fori dovrebbero essere posti in alto per permettere all’aria umida di uscire e alla parte inferiore del muro per permettere all’aria fresca di entrare. Questo creerà una corrente d’aria che aiuterà a ridurre l’accumulo di umidità.

Considerazioni estetiche

Mentre l’efficacia nella riduzione dell’umidità è la priorità, l’aspetto del muro non deve essere trascurato. Una volta posizionata la griglia di protezione, si potrebbe considerare la pittura o l’utilizzo di decorazioni per integrare il foro nel design della stanza. Questo garantirà che il foro non diventi un punto focale indesiderato.

Manutenzione periodica

Anche dopo aver fatto un foro per ridurre l’umidità, la manutenzione è essenziale. Con il tempo, la griglia di protezione può diventare intasata da detriti, polvere e sporco. Una pulizia regolare garantirà una circolazione d’aria ottimale e impedirà la riformazione dell’umidità.

Monitoraggio dell’umidità post-intervento

Dopo aver creato il foro, è buona norma monitorare i livelli di umidità nella stanza per assicurarsi che la soluzione stia funzionando come previsto. L’uso di un igrometro può aiutare a tenere traccia dei livelli di umidità. Se, nonostante il foro, l’umidità rimane alta, potrebbe essere necessario valutare altre soluzioni o metodi di intervento.

Consultare un esperto

Anche se forare un muro può sembrare un’operazione semplice, in alcuni casi potrebbe essere utile consultare un esperto prima di procedere. Questo è particolarmente vero se la casa ha una struttura particolare o se si sospetta la presenza di tubature o cavi nel punto scelto per il foro. Un professionista può offrire consigli preziosi e garantire che il lavoro venga eseguito in modo sicuro ed efficace.

Brico io: nuova apertura a Cantù (CO)

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Oltre 1.200 metri quadrati per chi ama casa e giardino in Via Lombardia, 68

Il nuovo negozio Brico io inaugurato oggi a Cantù ri-nasce nel centro Commerciale Mirabello di Cantù, in via Lombardia 68, poco più avanti del vecchio sito. Con accesso direttamente dal parcheggio, godrà dei vantaggi del “vivere in un centro commerciale”. Il Brico io di Cantù, aperto nell’ottobre del 2016 è stato totalmente trasferito durante il mese di agosto nella nuova location.

Cantù oggi ha terminato il suo restyling e si presenta al pubblico con una nuova proposta, in linea con il format e la mission aziendale basato sul concetto di prossimità, vicino alle famiglie, utile per la risoluzione delle quotidiane necessità e piccole manutenzioni di casa e giardino.

Negli oltre 1.200 mq. propone oltre 25.000 articoli nei reparti tradizionali e tecnici del “fai da te”: Utensileria elettrica e manuale, Elettricità, Idraulica, Accessori e Arredo Bagno, Ferramenta, Scaffali, Sistemazione e Arredo casa, Legno, Vernici, Giardinaggio, Arredo giardino, Auto e Bici; affiancati dal nostro shop in shop L’Outlet del Kasalingo, dedicato al mondo del tessile, della cucina, della tavola e del piccolo elettrodomestico. A completare l’offerta un’ampia area dedicata ai prodotti promozionali e stagionali.

E’ stato fatto un grande sforzo da parte di tutto il team – dichiara Paolo Micolucci Consigliere Delegato di Brico io S.p.A. – durante i giorni di chiusura al pubblico abbiamo comunicato alla clientela di Cantù la possibilità di recarsi presso il vicino negozio di Lipomo, offrendo loro uno sconto speciale sugli acquisti. Abbiamo voluto organizzare un rilancio speciale, per festeggiare insieme ai nostri fedelissimi clienti l’apertura del nuovo Brico io di Cantù.

I Numeri 79 negozi a gestione diretta e 36 in affiliazione.

I Servizi Taglio legno, Tintometro, Duplicazione chiavi e radiocomandi, Timbri e Targhe, Pagamento utenze e Punto di ritiro ordini online.

Lo staff 8 addetti, inclusa la regia, sono a disposizione della clientela per aiutarli nella scelta dei prodotti giusti.

Le Offerte Il volantino realizzato per l’apertura propone una serie di articoli a prezzi vantaggiosi selezionati tra i più rappresentativi dei reparti, con un occhio particolare alla stagionalità.

Link al volantino: https://www.calameo.com/read/007223554074382a87e72

Il Lancio La nuova apertura vede protagonista il punto vendita di un concorso veramente interessante che mette in palio, oltre a tantissimi buoni sconto, 10 I-Phone. Concorso “stuzzicante” che abbiamo pensato di ripetere visto il successo riscontrato quando fatto in occasione di aperture o rilanci di altri punti vendita.

A supporto, oltre alla distribuzione del volantino, affissioni Comunali, vele 6×3 fisse e itineranti, invio si sms, comunicazione interna al centro commerciale e social adv.

Orario di apertura: dal lunedì al sabato dalle 9.00 alle 20.00 – domenica dalle 9.30 alle 20.00

Brico io CANTU (CO) – Centro Commerciale Mirabello – Via Lombardia, 68 – Tel. 031.7184829

Non più il triste monolocale ma un posto elegante e funzionale

Tratto da “Come ristrutturare la casa n.5 – Settembre/Ottobre 2023″

Autore: Nicla de Carolis

Monolocale non significa più uno spazio arrangiato con mobili di fortuna e dormire sul divano letto con un materasso che rimane piegato di giorno e la sera si apre risultando inevitabilmente assai scomodo: un vero letto oggi si estrae dal palco o dall’armadio o è sul soppalco e ogni cosa trova il suo spazio per essere riposta ordinatamente. Palchi, soppalchi, ante scorrevoli, pareti tappezzate di contenitori, armadi che nascondono la cucina, il tutto per conferire all’ambiente una bella estetica e praticità; il punto di partenza è una buona progettazione per far realizzare arredi su misura o scegliere tra le proposte dell’industria davvero magiche con i loro morbidi meccanismi apri e chiudi. Per monolocale si intende un miniappartamento costituito da una sola camera più i servizi, con dimensione minima non inferiore a 28 metri quadri, questo dice la legge; poi, come vedrete nel servizio di apertura da pagina 36, la realtà presenta soluzioni anche più piccole, estremamente ingegnose, che potranno essere di spunto per recuperare ogni centimetro.
Per chi invece non ha problemi di spazio e dispone di una casa terratetto di quasi 300 m2 da ristrutturare, ci sono diverse idee nel progetto da pagina 60, dove non si è lesinato in demolizioni e nuove ripartizioni e nell’inserimento di ogni sorta di innovazione, non ultimo il sistema di ventilazione meccanica controllata “puntuale” per garantire il ricambio d’aria in ogni singola stanza.
Anche se solo da poco ci siamo liberati del caldo martellante di questa estate, bisogna pensare al riscaldamento e da pagina 74 troverete un dossier che aiuta ad orientarsi tra le tante novità che offre il mercato, soprattutto votate all’obiettivo di non utilizzare combustibili inquinanti; dalle pompe di calore che, per essere il sistema di riscaldamento ecologico, dovrebbero alimentarsi solo con energia verde, alle caldaie a biomassa che garantiscono rese elevate, basse emissioni e facile reperibilità del combustibile di cui è ricco il nostro Paese. Tutto questo in attesa delle caldaie a idrogeno. Vedrete che alcuni modelli sono già predisposti per un funzionamento ibrido, bisognerà però aspettare che l’idrogeno arrivi in casa e che venga prodotto da una rete totalmente decarbonizzata, questo non sarà immediato.
Da pagina 18 un assaggio di quelle che saranno le novità del CERSAIE, con tre tendenze che hanno l’unico obiettivo di rendere sempre più personalizzate le scelte: la varietà dei colori, lo stile più grezzo delle superfici che si ispira al brutalismo degli anni ‘50, le superfici tridimensionali… quanta strada ha fatto la ceramica!

Idee e nuovi prodotti per una casa su misura

Tratto da “Rifare Casa n.89* – Settembre/Ottobre 2023″

Autore: Nicla de Carolis

Dovendo scegliere tra l’acquisto di una casa già finita e una completamente da ristrutturare, non ho dubbi, sceglierei la seconda: parlando di un appartamento in città, dopo aver valutato la zona e lo stile dell’edifico, è il caso di esaminare lo stato delle parti comuni, la rumorosità dall’interno e dall’esterno, l’esposizione, meglio se doppia, l’altezza dei soffitti. Se queste cose, che ovviamente non potremmo cambiare, vanno bene tutto il resto è fattibile con una buona ristrutturazione. Il bel progetto da pagina 14 ci mostra come addirittura uno spazio di 400 metri quadri, ex officina, abbia cambiato destinazione d’uso diventando un’abitazione con i requisiti necessari per la trasformazione. Tra gli interventi più interessanti il mantenimento di tanta superficie vetrata nei soffitti con la sostituzione di finestre performanti in termini di isolamento acustico e termico, comandate elettricamente con alimentazione a energia solare. L’altro intervento fondamentale è stato l’isolamento del pavimento che, grazie all’altezza degli ambienti si è potuto fare sopraelevandoli addirittura di 60 cm.
Il risultato è una superficie abitabile infinita con un’illuminazione che giova anche all’umore…

Così, da sempre, con i suoi approfondimenti su prodotti e le realizzazioni dei migliori architetti, l’obiettivo di questa rivista è quello
di aiutare i lettori a fare le scelte giuste per ristrutturare la casa, progettando ogni singolo dettaglio come un abito su misura.
In questo numero, da pagina 30, il dossier tratta dei diversi sistemi di riscaldamento, argomento più che mai attuale, in continua evoluzione verso l’eliminazione dei combustibili fossili. Pompe di calore a energia elettrica prodotta da impianti fotovoltaici sul tetto di casa e sistemi a biomassa, particolarmente interessanti considerando l’imponente quantità di boschi presenti nel nostro Paese, queste sono le più attuali proposte da prendere in considerazione se si deve cambiare la caldaia.

Parlando invece di finestre, le principali innovazioni nello speciale da pagina 66 sono i telai sempre più sottili, con più ampie superfici vetrate che fanno venir voglia di sostituirle anche se sono ancora buone; c’è poi grande varietà di materiali, accoppiati e non, particolarmente belli quelli in acciaio zincato con finiture decapato, inossidabile, Cor-Ten e bronzo e quelli in alluminio con la loro ampia scelta cromatica.
Ma anche il fantastico mondo della ceramica non finisce di stupire con pavimenti e rivestimenti, nulla a che vedere con le “piastrelle” di una volta utilizzate solo in bagno e in cucina: forme, spessori, decori anche 3D le rendono protagoniste nell’allestimento di ogni stanza della casa, lo vedrete da pagina 92.

UniversalHammer 18 V di Bosch | Demolisce e fora: 4 applicazioni in 1

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UniversalHammer 18 V è un potente martello elettropneumatico alimentato con batterie 18 V della famiglia Power For All Alliance, con funzione di avvitatura, foratura con o senza percussione e scalpellatura

Hammer in lingua tedesca e inglese significa martello; Universal, invece, nell’ambito del catalogo Bosch, designa una classe di elettroutensili semplici nell’utilizzo ed efficaci, aperti a chiunque nella fruizione e nello stesso tempo sufficientemente potenti e versatili anche per l’utilizzatore più esperto. Ecco quindi UniversalHammer 18 V di Bosch, un martello elettro-pneumatico con caratteristiche che lo rendono veramente universale, di nome e di fatto, alimentato con le diffuse batterie al litio da 18 V del sistema Power For All Alliance.

Si distingue per essere molto compatto e maneggevole, nonché versatile, grazie alle 4 possibilità di funzionamento: foratura, foratura con percussione, scalpellatura e avvitamento. Come scalpellatore e tassellatore dimostra una potenza di tutto rispetto, con un colpo da 2.0 J, che consente di forare e scalpellare nel calcestruzzo con punte sino a un diametro di 16 mm.

Il mandrino universale è SDS-Plus, per un cambio rapido degli accessori e totale affidabilità nel trasmettere il colpo sul materiale. La velocità variabile è utile per adattare l’azione al tipo di applicazione da svolgere. Bassissimo il livello delle vibrazioni sull’impugnatura, essendo questa disaccoppiata dalla parte attiva del martello.

Le 4 posizioni del selettore permettono di scegliere: foratura senza percussione, foratura con percussione, percussione con punta libera di ruotare, percussione con punta bloccata con un orientamento.

Una sola batteria per tutti gli utensili

Power For All Alliance è una delle più grandi alleanze fra produttori di utensili cordless finalizzata alla condivisione di un’unica batteria Bosch da 18V. La batteria Bosch è quindi compatibile al 100% con tutti gli utensili da 18V dei marchi Bosch DIY e Home&Garden, di Gardena, Gloria, Wagner, Rapid, Steinel, Flymo, Husqvarna, Kuebler, PerfectPRO e Ledvance. Con questo ultimo brand, il nuovo entrato del 2023 nella Power For All Alliance, il numero delle aziende che fanno parte dell’alleanza è arrivato a 11, ma è destinato a crescere in maniera importante e velocemente nei prossimi anni.

UniversalHammer 18 V è disponibile in diverse configurazioni:
– solo corpo macchina costa euro 134,99;
– con 1 batteria da 2,5 Ah e caricabatteria costa euro 199,99;
– con 2 batterie da 2,5 Ah e caricabatteria costa euro 239,99.

Lettino fai da te per esterni con tavolino annesso

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Un’abbinata di due complementi d’arredo per la terrazza o il giardino. Questo lettino fai da te per esterni è facilmente realizzabile con legno di recupero da bancali o, magari, avanzi da altre lavorazioni

Un progetto semplice, che può essere anche molto economico da realizzare, in quanto molto del legno necessario può essere facilmente recuperato smontando alcuni bancali. Si tratta di un lettino fai da te per esterni, con schienale regolabile e relativo tavolinetto da abbinare.

Recuperando le tavole dei bancali si ottengono le doghe che formano la superficie d’appoggio del lettino fai da te e il piano del tavolino. I fardasé più smaliziati, facendo un bel po’ di lavoro in più, possono realizzare con il legno dei bancali anche il rivestimento laterale (i fianchi) del lettino, assemblando le singole tavolette per comporre gli interi pannelli di lamellare necessari.

Per irrobustire la costruzione e realizzare i piedi d’appoggio servono anche altri elementi, fra cui travetti a sezione quadrata e listelli a sezione rettangolare. Quelli a sezione quadrata, 50×50 mm circa, si usano per fare i piedi d’appoggio e 3 traverse: due sistemate internamente alle estremità, e una da posizionare ad hoc, come supporto della cerniera a compasso che regge lo schienale.

Altri listelli a sezione rettangolare sono collocati longitudinalmente, all’interno del lettino fai da te, per irrobustire i fianchi e, soprattutto, formare il supporto su cui vanno in appoggio le doghe. La posizione di questi listelli, pertanto, deve essere calcolata con precisione, tenendo conto dello spessore delle doghe e del telaio che le unisce. La superficie del piano d’appoggio, infatti, deve risultare a filo dei fianchi.

Sistema reclinabile

Su internet si trovano facilmente cerniere a compasso di varia foggia e robustezza. La difficoltà sta nell’individuare un modello che sia anche di semplice regolazione, per poter bloccare con diverse inclinazioni lo schienale, senza dover fare manovre impegnative. Ideali sono quei tipi che consentono la regolazione stando seduti.

La struttura con fascione di contorno

Sul pannello del rivestimento frontale si fa una grande asola per poter spostare agevolmente il lettino fai da te. Si eseguono due fori alle estremità dell’apertura con una mecchia, poi si uniscono con seghetto alternativo.
L’unione fra i fianchi e i pannelli di testa si realizza con piastrine angolari piuttosto lunghe, mettendo tutte le viti consentite. Sui fianchi ci sono già avvitati i longheroni di irrobustimento e i piedi.
Sull’altro lato, il lettino fai da te va in appoggio su rotelle fisse. Considerando il peso che può gravare su questi elementi, i supporti devono essere adeguati: un blocchetto a sezione 50×50 mm, su cui è già fissata la rotella, si appoggia al listello longitudinale e viene a sua volta fissato con viti.

La seduta e lo schienale regolabile del lettino fai da te per esterni

Il piano d’appoggio è fatto in modo molto semplice: le doghe si fissano, partendo dalle due alle estremità, a due tavole (della stessa sezione delle doghe), tenendo il tutto ben squadrato. Per distanziare correttamente le doghe durante il fissaggio si usano pezzi di scarto di MDF.
Il piano d’appoggio lungo si unisce con lo schienale mediante un pezzo di cerniera a libro a metro, sovrapponendo i due pezzi e applicando tutte le viti.
Le due cerniere a compasso si fissano solo dopo avere preso i giusti riferimenti per consentire allo schienale il movimento corretto.

La finitura

Se è previsto che questi due complementi d’arredo restino esposti, in caso di maltempo, è necessario applicare molte mani di impregnante, tutte intercalate da carteggiatura, progressivamente più fine.
Considerando l’utilizzo del lettino fai da te è consigliato eseguire una fresatura per arrotondare i bordi. È sufficiente fare una passata su quelli superiori dei fianchi, sui quali si va più facilmente a sfregare con i vestiti o anche con la cute.