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Termoarredo in kit Ottavio De’ Longhi | Guida all’installazione

termoarredo in kit

Senza complicati interventi per espandere l’impianto di riscaldamento, oggi si può aggiungere un termoarredo in kit elettrico al proprio bagno

Svolta importante nel settore del riscaldamento: ora esiste un termoarredo in kit definito anche scaldasalviette in kit di tipo elettrico, da acquistare appunto in kit di montaggio, scegliendo fra tre potenze, diverse dimensioni, forme e colori.

Inutile sottolineare la grande utilità del termoarredo in kit, efficace come rinforzo al termosifone del bagno nella stagione più fredda, addirittura indispensabile la mattina e la sera, nelle mezze stagioni, quando il riscaldamento ormai si tiene spento; la grande novità sta nel fatto che questo elemento tecnico, e nello stesso tempo di arredo, è stato concepito per risolvere ogni esigenza.

Ottavio, così si chiama il termoarredo elettrico in kit prodotto da De’ Longhi, è fornito in kit da montare, così si può configurare su misura, assecondando, oltre ai gusti personali, anche le esigenze dello spazio a disposizione e le necessità di potenza.

Massima versatilità e leggerezza che consentono veramente a chiunque di acquistare il termoarredo in kit, portarlo a casa e montarlo senza difficoltà e senza speciali utensili: il termoarredo, incluso l’imballo, pesa meno di 5 kg e la confezione ha un ingombro di soli 95x14x8 cm.

Per qualsiasi dubbio è possibile consultare il sito dedicato: https://delonghi.dlradiators.com/ottavio/

Prezzo al pubblico a partire da euro 89,00

Guarda il video di Ottavio

Cosa contiene la confezione dello scaldasalviette in kit Ottavio

scaldasalviette in kit

La struttura del termoarredo in kit Ottavio è costituita da una serie di tubi orizzontali, a scelta di sezione quadrata o tonda, bianchi o colorati, blocchetti laterali e due collettori che uniscono il tutto.

La parte elettrica è una serpentina autoriscaldante che va infilata all’interno di tubi prima di completare il montaggio con i collettori. Gli elementi aggiuntivi sono rappresentati dai distanziali e dagli attacchi a parete, nonché dai tappi di chiusura e finitura delle estremità dei collettori.

Come installare il termoarredo ottavio

Non servono utensili particolari per il montaggio di Ottavio: le uniche viti, oltre a quelle per l’applicazione a parete, sono quelle per fissare i tappi in testa ai collettori.

Alle estremità dei tubi orizzontali si innestano i blocchetti laterali; si bloccano a scatto, grazie a una linguetta.
Il conduttore autoriscaldante si inserisce lateralmente nei tubi orizzontali partendo da quello più in basso e, serpeggiando dall’uno all’altro, si infila in tutti sino a quello superiore.
I collettori, ovvero i due profilati d’alluminio laterali, che uniscono il tutto, si inseriscono dal basso facendo entrare in sequenza i blocchetti nella sede a loro destinata.
I collettori si inseriscono uno per volta; i blocchetti devono essere tutti inclusi.
Sul retro il collettore ha una scanalatura in cui corrono i 4 dadi di ritegno dei distanziali a parete. Si fanno scorrere in modo che i distanziali restino in posizione simmetrica, ma con possibiltà di forare in corrispondenza delle fughe ed evitare di danneggiare le piastrelle.
Una grossa vite a testa esagonale blocca ogni distanziale nella posizione attribuitagli. Si stringe con una chiave a forchetta.
I 4 distanziali devono rimanere vicini alle estremità dei collettori: per semplicità si prendono come riferimento il secondo tubo orizzontale dal basso e il secondo dall’alto.
Appoggiato provvisoriamente il termoarredo alla parete, si marcano i fori da effettuare; dopo averli fatti si inseriscono i tasselli a espansione e si bloccano gli attacchi dei distanziali.
termoarredo ottavio
I distanziali del termoarredo in kit si incastrano sugli attacchi a parete.

Stendidea, stendi in basso e si asciuga in alto

Con Stendidea si risolve il problema dei panni stesi in casa. Per stendere i panni si fa scendere la rastrelliera nel punto più basso: una volta caricata la si può far salire fino all’altezza massima, per poi riabbassarla quando i panni saranno asciutti. Quando Stendidea non è in uso la rastrelliera può essere ripiegata a parete e utilizzata come portasalviette, all’altezza più opportuna.

Il problema degli indumenti stesi ad asciugare in casa è il loro notevole ingombro che limita la libertà di movimento negli spazi: si può adottare uno stendibiancheria estensibile montato sulla parte alta di una parete, ma diventa difficoltoso appendere e recuperare i panni. Stendidea risolve entrambi gli inconvenienti, permettendo di stendere a un’altezza comoda per poi portare gli indumenti in alto, in modo che possano asciugare senza ingombro a terra. Stendidea è costituito da struttura moderna ed essenziale da fissare a parete costituita da un cassonetto che incorpora un rullo, azionato da un motore elettrico, alle cui estremità sono avvolte le cinghie di trazione che terminano con due carrelli; questi scorrono in binari verticali e permettono la salita e la discesa della rastrelliera di acciaio inox, ripiegabile a parete quando non è in uso. Per il funzionamento basta collegare il cavo elettrico a una presa di corrente.

stendibiancheriaL’ingombro in profondità di Stendidea quando non è in uso si riduce ai 45 mm dei binari, in quanto il cassonetto, profondo 115 mm, si trova in alto. Complessivamente la struttura ha un’altezza di 133 cm e larghezze, a seconda dei modelli, di 113, 133 e 150 cm; quest’ultima, grazie alle 8 aste dello stendino, mette a disposizione dell’asciugatura ben 12 metri lineari di superficie e regge fino a 20 kg di peso.

Il principale vantaggio sta nel fatto che l’installazione va effettuata prevedendo di avere lo stendino completamente abbassato a un’altezza ottimale per appendere gli indumenti senza fatica, dopodiché basta premere un pulsante e lo stendino viene portato in alto dove, tra l’altro, l’aria tende a essere più calda facilitando l’asciugatura. La salita e la discesa possono avvenire anche con lo stendino ripiegato, arrestandolo in qualunque punto del percorso, così da poterlo utilizzare come portasalviette quando non ci sono panni da asciugare. Visita il sito di Stendidea

L’installazione avviene semplicemente con 6 tasselli a espansione, quattro per il gruppo motore e due all’estremità inferiore dei binari.

Installazione Stendidea

Stendidea guida all'installazione

  1. La flangia di supporto del rullo motorizzato si posiziona all’altezza prestabilita e perfettamente in bolla per marcare i punti di foratura sulla parete, attraverso le feritoie prestabilite.
  2. Dopo aver praticato i fori si inseriscono i tasselli, quindi si ripresenta la flangia e si inseriscono le viti che la stabilizzano alla muratura. Essendo le feritoie asolate, conviene effettuare una seconda verifica con la livella a bolla.
  3. Il rullo, con cinghie e carrelli premontati, si appende alla flangia inserendo i perni laterali nelle apposite scanalature; il movimento laterale viene impedito inserendo una copiglia (in dotazione) a una delle due estremità.
  4. In uno dei due binari, all’estremità che presenta i fori più piccoli, si inserisce il carrello nella scanalatura interna con funzione di guida.
  5. Muovendo leggermente l’estremità per far combaciare i fori del binario con quelli delle alette laterali, si inserisce la vite brugola passante e la si blocca sul lato opposto con relativo dado. Si ripetono le operazioni per l’altro binario.
  6. Alla base dei binari si inserisce l’asta distanziale, filettata alle estremità e provvista di viti per il bloccaggio della stessa alla struttura tramite chiave brugola. Si inseriscono quindi i due tappi inferiori per copiare i fori per i rispettivi tasselli che stabilizzano la struttura.
  7. Si svita l’asta più interna della rastrelliera, quindi si inserisce la penultima nella gola presente all’estremità del carrello. L’asta tolta va rimontata nell’asola posteriore del carrello, in modo che la rastrelliera risulti ribaltabile senza possibilità di sfilarsi dai carrelli.
  8. Il montaggio della parte superiore si completa con la copertura di materiale plastico: si inserisce l’anello fermacavo nella sua sede e si sollevano due alette laterali presenti sulla flangia che, inserite in apposite feritoie presenti sulla copertura, permettono il bloccaggio della stessa.

Stendidea guida all'installazione

stendidea-telecomando
Il telecomando in dotazione permette di alzare e abbassare lo stendino, totalmente o in parte.

 Guarda il video

Stendidea – Isolex

Per informazioni visitate il sito

Porta capsule fai da te per il caffé | Guida alla costruzione

Ecco come costruire una torretta porta capsule fai da te per la moderna macchina espresso!

Ecco a voi un simpatico tutorial per costruire un Porta capsule fai da te per il caffé!

Ormai le macchine del caffè di ultima generazione non richiedono neppure il riempimento manuale del filtro con il macinato: la giusta dose per un buon caffè è racchiusa in una cialda che basta premere in una cavità dedicata, a estrarre il contenuto ci pensa la macchina.

Il bello è che ogni singolo caffè può derivare da una miscela diversa o aromatizzata in vario modo, ciascuno può scegliere in base alle voglie del momento. Una scorta minima di capsule per ogni gusto occupa più spazio del classico barattolo per il caffè, per questo il nostro lettore Leonardo Telesca (ecco qui il suo progetto della combinata autocostruita) ha realizzato una sorta di porta capsule fai da te verticale in cui conservarle divise per tipo, in modo da poter scegliere il gusto e prelevarlo con facilità, con la completa approvazione della moglie Annamaria.

Come costruire un porta cialde fai da te

Per costruire il porta capsule fai da te sono necessari 18 elettrodi inox Ø 4 mm, lunghi 350 mm, ai quali bisogna far saltare via il rivestimento esterno.

Pazientemente, uno per uno, vanno strofinati con tela smeriglio fine per ottenere bacchette lisce e senza tracce di materiale aggiunto.

In base allo spazio disponibile si stabilisce lo sviluppo del porta cialde fai da te (in questa fase è indispensabile far approvare il progetto dalla moglie, che ha sempre l’ultima parola…). Al centro dei lati della base pentagonale si saldano le bacchette con le estremità sagomate a sbalzo, affinché le capsule possano essere prelevate dal basso; quelle diritte, interne, si saldano sul cerchio, in corrispondenza dei tratti d’unione con i vertici del pentagono.

Il cappello superiore va disposto in modo che le punte della stella centrale corrispondano ai vertici della base, effettuando di conseguenza le saldature. La torretta può contenere 14 capsule sovrapposte, per un totale di 70 caffè in 5 gusti.

 

Vuoi costruire un porta cialde fai da te? Ecco alcuni consigli per gli acquisti

Stanley SWA90654-50 x 4 mm elettrodi di saldatura di uso generale
  • Gli elettrodi di saldatura STANLEY ARC/MMA sono compatibili con tutte le marche e forniscono saldature superiori
  • Adatto per costruzione, fabbricazione, carrozzeria, lamiera (compresa elettrozincata) e riparazioni generali.
  • 4 mm x 350 mm.
  • aws: E6013
  • Fornito in scatola di plastica per riporlo facilmente.
wolfcraft 2868000 Foglio Tela Abrasiva, 230 x 280 mm, Grana 240
  • Grana: 300
  • Larghezza: 230 mm
  • Lunghezza: 280 mm
  • Imballo: sfuso
  • Per legno, metalli, smalti, materie sintetiche

Legno Kauri eterno tra fango, acqua e fuoco

Tratto da “Far da sé n.473 – Giugno 2017″

Autore: Nicla de Carolis

Il legno, il materiale più amato da chi fa da sé perché facile da lavorare, bello, piacevole al tatto, ispiratore delle realizzazioni più utili e originali, ha anche, contrariamente a ciò che vogliono spesso i luoghi comuni, una resistenza e una vita inimmaginabili. Quello che per primo ci lascia stupefatti è il legno Kauri, una conifera della Nuova Zelanda, l’albero più grande al mondo per cubatura del tronco, supera i settanta metri di altezza e un diametro che può raggiunge i nove metri.

Circa 50.000 anni fa, una serie di cataclismi ha abbattuto intere foreste di Kauri sommergendole di acqua e di fango; le particolari caratteristiche di questo fango e la mancanza assoluta di ossigeno hanno permesso ai tronchi, rimasti intrappolati nelle paludi per 30/40/50 mila anni, di sfidare i processi chimici di decomposizione e di pietrificazione per arrivare intatti fino ai nostri giorni. Nel sottosuolo ci sono delle vere e proprie miniere di legno, tronchi enormi che presentano le stesse caratteristiche di un legno appena tagliato.

legno kauri
Una splendida facciata in legno con finitura carbonizzata.

Fa venire i brividi toccare un tavolo in Kauri di 50.000 anni! Sempre parlando di longevità di questo materiale dalle insospettabili caratteristiche, possiamo ancora citare le navi del lago di Nemi, vicino a Roma, scafi dell’epoca dell’imperatore Caligola (37-41 d.C.), recuperate negli anni Trenta e andate distrutte poco tempo dopo, durante la seconda guerra mondiale, non senza aver svelato prima i segreti costruttivi, grazie all’ottima conservazione del legno rimasto in acqua per quasi duemila anni. L’opera viva delle navi (la parte immersa) ha rivelato una perfetta tecnica navale, dalla scelta delle leghe metalliche a quella del legno e del suo trattamento, all’ ingegnosità dei giunti, degli incastri, della calafatura e dell’impermeabilizzazione.

E che dire dell’importanza del legno nell’edificazione di Venezia, la città lagunare sorta su un’immensa “foresta di alberi rovesciati”? L’area destinata alle fondazioni veniva delimitata con due serie di palificazioni parallele tra loro distanti circa 80 cm, lo spazio tra le palificate veniva riempito con fango su cui, una volta asciutto, venivano piantati tronchi, uno vicino all’altro, tanto in profondità da raggiungere il terreno solido. Sulle teste parificate si applicava un tavolato di larice o di olmo, i pali conficcati nel fango si pietrificavano diventando così resistenti e cementati tra di loro da formare perfette fondamenta.

Dopo il fango e l’acqua anche il fuoco, tre elementi che nell’immaginario non vanno d’accordo con il legno: eppure, da pagina 34 parliamo di carbonizzazione, una finitura del legno secondo un’antica tecnica giapponese, lo Shou Sugi Ban, che conferisce al materiale colori scuri cangianti, esteticamente molto gradevoli e originali. In più, il legno, trattato sapientemente con le fiamme, diventa molto resistente e si conserva in esterno fino a 100 anni senza alcuna manutenzione.

 

WD-40

WD-40, la storia e lo sviluppo di un’azienda leader nel mondo dei lubrificanti multifunzione

La storia di WD-40 inizia nel 1953 a San Diego in California in un piccolo laboratorio dal nome Rocket Chemical.

Erano gli anni dei primi viaggi spaziali, il mondo stava cambiando e in America vi era un crescendo di attività che gravitavano intorno alla Nasa. Proprio la Nasa commissionò ai fornitori la ricerca e creazione di un idrorepellente che potesse risolvere i problemi di corrosione e di protezione dei contatti elettrici sui razzi spaziali.

Il piccolo laboratorio di San Diego iniziò la sperimentazione di diverse formule che potessero risolvere i problemi della Nasa. I tentativi furono numerosi e finalmente la 40esima formulazione risultò essere la vincente, nacque così WD-40 (acronimo di Water Displacement-40), il lubrificante multifunzione diventato il punto di riferimento in tutto il mondo.

Con il nuovo prodotto, l’azienda intraprese il proprio percorso di successo lavorando con l’industria aerospaziale e militare, dove WD-40 trovava la sua massima utilità. Il passo successivo, nel 1958, fu proprio la creazione della bomboletta: l’inventore Norm Larsen riuscì infatti ad inserire WD-40 in una bomboletta affinché iniziasse la sua massima commercializzazione. Un’invenzione che ha radicalmente trasformato l’azienda in una multinazionale protagonista indiscussa del settore.

Nel corso degli anni, WD-40 ha trovato numerose applicazioni a livello industriale (aerospaziale, automobilistico, meccanico, agricolo, ecc), sportivo e domestico.

Le nostre linee di prodotti

Il mondo dei lubrificanti multifunzione WD-40 si è notevolmente ampliato: sono state infatti realizzate nuove gamme di prodotti altamente professionali ed estremamente performanti dedicati alla cura della bicicletta, della moto e per tutti gli utilizzi industriali. Specialist, Specialist Bike e Specialist Moto sono tre linee in grado di garantire le migliori prestazioni e di soddisfare le esigenze di tutti gli utenti.

  • WD-40 Specialist è una gamma di prodotti sviluppata per la manutenzione industriale;
  • WD-40 Specialist Moto composta da 7 straordinari prodotti, è stata ideata e sviluppata in collaborazione con il Team WD-40 impegnato nella British Superbike’s Series, per garantire elevate prestazioni e una manutenzione efficace a moto e scooter;
  • WD-40 BIKE è una linea di 5 prodotti concepiti per la cura e manutenzione della bicicletta durante tutto l’anno.

Nell’ambito sportivo, meccanici e professionisti del settore, continuano a confermarne l’alta qualità dei prodotti e, le numerose sponsorizzazioni che l’azienda vanta con team e circuiti sportivi di caratura internazionale, ne testimoniano il livello raggiunto da WD-40 nella produzione dei propri lubrificanti.

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Soluzioni frangivista e frangivento Betafence

HoriZen by Betafence: per creare e personalizzare angoli di privacy, in giardino e in terrazzo

Belli, trendy, personalizzabili e “fai da te”, i nuovi pannelli modulari frangivento e frangivista consentono di creare spazi di privacy a misura di ogni gusto e stile e organizzare al meglio gli spazi esterni.

Chi ha un giardino o un terrazzo lo sa: non c’è nulla di più desiderabile che godere di uno spazio proprio in totale libertà, lontano da sguardi indiscreti e in completo comfort. Nelle aree esterne della casa, solitamente si riposa, ci si rigenera mente e corpo, ci si concede l’atteso relax, si respira un po’ di natura o ci si regala momenti di svago: momenti privati che richiedono la giusta privacy.

La nuova gamma HoriZen® by Betafence risponde all’esigenza di proteggere questi momenti, offrendo la possibilità di esprimere il proprio stile.

HoriZen è una gamma innovativa di listelli e pannelli modulari frangivista e frangivento, per creare angoli di privacy di grande tendenza, in giardino e in terrazzo o per organizzare facilmente e con stile gli spazi esterni.

Uno dei vantaggi importanti che offre HoriZen è la possibilità di creare spazi completamente su misura: la possibilità di personalizzazione è davvero infinita. E’ possibile scegliere tra materiali diversi, textures, colori, forme; si possono combinare pannelli di diversa tipologia; in orizzontale e in verticale; inserire elementi decorativi e luminosi o ancora creare un vero muro oscurato. Nelle dimensioni più adatte a rispondere alle specifiche esigenze. E sempre contando su un design attuale ed elegante che si inserisce con armonia nel contesto naturale. Per un angolo di privacy davvero personale, contemporaneo, creativo ed originale.

Oltre all’estetica decorativa, le soluzioni HoriZen sono inoltre resistenti alla corrosione degli agenti atmosferici ed all’usura del tempo. Tutti i materiali e componenti sono accuratamente selezionati e testati: la funzionalità dei sistemi per la privacy garantita 10 anni.

In ultimo, installare i sistemi HoriZen è molto semplice: grazie ad un pratico manuale d’installazione ed un video, con tutte le indicazioni funzionali ad una posa in opera perfetta. Sarà facile e divertente creare zone di privacy, sia in giardino, che su terrazzo. 

Un gamma ampia e diversificata per vari gusti e stili

La gamma HoriZen comprende: listelli per creare i pannelli, pannelli modulari, pannelli premontati, cancelli, strisce luminose e strisce decorative inseribili nei pannelli e disponibili in diverse textures, pali ed accessori specifici.

Utilizzabili come separé, divisori, frangivista o frangivento, i seguenti pannelli sono combinabili tra loro: quindi è possibile abbinare pannelli in WPC con pannelli in alluminio o in vetro o in laminato! O addirittura, nei sistemi con listello, è possibile combinare listelli di materiale diverso.

1.Sistema a pannelli frangivista con listelli in WPC

Horizen® Composite System: tutto il calore e il fascino del legno

E’ un sistema frangivista composto da listelli in un materiale innovativo ad alta prestazione: il WPC, una miscela di fibre di legno e polimero che unisce tutto il fascino e il calore naturale del legno con i vantaggi della plastica. E’ infatti resistente agli agenti atmosferici, non marcisce e non crea schegge; con una manutenzione davvero ridotta. 

Ideale per creare spazi di privacy con un appeal molto naturale, in armonia con il verde circostante. Un separé da esterno effetto legno si adatta a salottini in colori neutri e materiali naturali – bamboo, vimini, teak e tessuti grezzi – in perfetto stile eco-friendly. 

2.Sistema a pannelli frangivista con listelli in alluminio

Horizen® Aluminium: seduzione e lucentezza con il look metallico

E’ un sistema frangivista costituito da listelli realizzati in alluminio verniciato a polvere argento o antracite, che sono impilabili uno sopra l’altro secondo l’altezza desiderata. La lucentezza metallica di questi divisori da giardino dal design elegante ed essenziale si abbina particolarmente con le case moderne, impreziosendo lo spazio con pregio e raffinatezza. 

Ideale per architetture moderne. Il metallo cattura la luce e la riflette in bagliori unici che conferiscono allo spazio classe ed eleganza. Un arredo outdoor minimalista viene ancor più valorizzato da elementi esterni metallizzati. Per chi ama rompere gli schemi: abbinare con cuscini e sedute coloratissimi.

  1. Sistema frangivento con pannelli in Vetro

Horizen® Glass: raffinata trasparenza, per un impatto visivo minimo  

Realizzato in vetro antisfondamento, questo esclusivo sistema frangivento ripara con discrezione dall’aria in giardino e in terrazzo. Disponibile in diversi modelli (trasparente, completamente opaco o con inserti trasparenti o con inserti opachi) e dimensioni consente di creare zone di privacy, con un impatto visivo minimo.

Ideale per chi non ama le barriere ed ha esigenze di privacy ridotte.

Il vetro infatti fa fluire lo sguardo e consente di godere al meglio della bellezza del verde e del panorama.

4.Pannelli frangivista e frangivento in laminato

Horizen® Laminate: eleganza e ultra-resistenza

 

E’ un pratico pannello realizzato in laminato, un materiale che offre il meglio di sé nelle applicazioni esterne in cui può esprimere la propria eccellente stabilità e resistenza agli agenti atmosferici che possono usurare il pannello. Disponibile in diverse forme e dimensioni. Non richiede particolare manutenzione ed è estremamente durevole nel tempo.

Ideale per chi non rinuncia alla praticità, sia che ami il design e l’eleganza senza tempo sia che viva l’angolo di privacy come spazio informale e giocoso: dipende dal colore scelto per i pannelli, fondamentale per esprimere il proprio stile.

5.Pannelli frangivista pre-montati in WPC

HoriZen® Composit Design Alu Panel: la nuova bellezza del classico separè in legno

E’ un pannello pre-montato composto da listelli HoriZen Composit molto grandi (XL) in WPC inseriti in un telaio di alluminio color argento. Disponibile nel lucente colore antracite in linea con la tendenza metallic 2017 o in tonalità sabbia per un effetto di grande naturalità. E’ resistente agli agenti atmosferici, non marcisce e non crea schegge; non richiede manutenzione.

Il consiglio del designer

Ideale per spazi discreti e raffinati dove è il dettaglio ricercato, a catturare lo sguardo senza mai risultare invadente. Come impone la tendenza minimal che si riconferma anche quest’anno nell’outdoor: design dell’arredo elegante, pulito ed essenziale, colori neutri e tenui, in molti casi tessuti grezzi naturali.

6.Pannelli pre-montati frangivista in alluminio, anche per recinzioni

HoriZen® Aluminium Squadra Panel: stile retrò, materiali futuristici

 

Ricorda le tradizionali staccionate in legno, ma ha un aspetto moderno, pulito ed essenziale che lo rende molto attuale: questo separé da giardino è un pre-assemblato in alluminio. Perfetto come pannello per privacy in uno spazio moderno ed essenziale o per una recinzione fronte casa.

Il consiglio del designer

Ideale per valorizzare con discrezione sia contesti country chic, che giardini di abitazioni urbane.

Semplice, lineare, pulita è un sistema che non risulta mai invasivo e porta un tocco di eleganza.

Scopri nel dettaglio la gamma Horizen: https://betafencedirectmail.it/soluzioni-frangivista

Pavimento flottante LVT | Come posarlo fai da te

Per cambiare l’aspetto di una stanza, rinnovare una cucina o semplicemente per personalizzare una soluzione abitativa temporanea o definitiva possiamo installare un pavimento flottante LVT (piastre in PVC di lusso)

La posa di un pavimento flottante LVT rappresenta una delle ultime frontiere per il rivestimento delle superfici calpestabili: grazie ai nuovi materiali vinilici, da oggi cambiare faccia alla propria casa è ancora più facile, economico e meno invasivo.

Con un pavimento flottante LVT (Luxury Vinyl Tile) di nuova generazione, infatti, si posano direttamente sul pavimento preesistente senza necessità di colle o lavori di muratura; il loro spessore permette la posa sotto porte e finestre esistenti. Il tutto mantenendo i vantaggi del PVC come l’isolamento acustico, il comfort tattile e la resistenza all’umidità.

Come installare un pavimento vinilico di lusso fai da te

Il pavimento flottante Senso Lock Plus si installa facilmente su pavimenti esistenti (esclusi moquette e laminato, che vanno rimossi), le piastrellature devono avere fughe non più larghe di 4 mm e 1 mm di profondità, in caso contrario occorre stendere un sottopavimento apposito. Il sottofondo dev’essere liscio e pulito; per l’installazione bastano un cutter e un metro.

Nessun lavoro di muratura: per adattare i listoni alla lunghezza necessaria basta rilevare la misura, fare un segno su quello intero…

…e, utilizzando il bordo di un’altro come guida, far scorrere la lama del cutter sul lato a vista.

Si piega all’indietro il listone e si completa il taglio.

Per realizzare l’incastro basta avvicinare il pezzo tenendolo leggermente inclinato, agganciarlo e farlo scorrere in posizione, poi abbassarlo fino a scatto avvenuto.

Battendo con un martello di gomma un listello (battitore) sagomato sulla sezione del listone, l’applicazione è ancora più semplice.

pavimenti vinilici semplici e veloci da installare

La gamma residenziale Senso di Gerflor è costituita da prodotti semplici e veloci da installare (fino a 12 m2 in un’ora!) grazie alla colla autoadesiva, ai sistemi attacca e stacca o agli immediati sistemi di incastro lock e lock plus.

Il pavimento flottante LVT Senso Lock Plus è il top della gamma: si presenta sottoforma di listoni 1050×180 mm o piastrelle 293×638 mm con uno spessore di soli 5 mm; si posa liberamente ed è molto stabile grazie all’incastro ad alta tenuta, il perfetto accostamento è assicurato dalla bisellatura sui 4 lati.

La superficie si presenta opaca e texturizzata, con uno strato di usura di 0,55 mm protetto da una speciale verniciatura; la sua resistenza è tale da essere garantito per 15 anni. Il materiale è riciclabile al 100%, esente da formaldeide, solventi, piombo e altri metalli pesanti; la pulizia è facilissima, con scopa a setole morbide o aspirapolvere e detergenti neutri non abrasivi, di tipo specifico qualora si presentassero macchie ostinate.

Il modello Fishbone, nella foto di scena a sinistra, è costituito da listoni 1245×178 mm e riproduce l’accostamento di diverse essenze, ideale per posa a lisca di pesce. La caratteristica principale dei pavimenti LVT consiste nel loro potenziale decorativo determinato dall’elevata qualità grafica che permette di riprodurre fedelmente legni, pietre ed effetti tipici di altre pavimentazioni.

Damasco, nella foto qui a sinistra, è un pavimento in piastrelle di PVC da 303×607 mm che riproduce l’aspetto dalla pietra nelle varianti Taupe e Grey. Insieme a Fishbone fa parte della nuova collezione Senso, creata per Gerflor dal designer italiano Gino Venturelli e rappresenta il connubio perfetto tra design e tecnica, vantando disegni unici.

Pavimenti LVT prezzi

I prezzi al pubblico sono a partire da euro 33,90/m2

Letto con rotelle fai da te | Come costruirlo con solido legno

Di linea semplice e moderna, senza testiera, è un letto con rotelle matrimoniale solido ma facilmente smontabile

Costruire un letto con rotelle fai da te può rivelarsi sicuramente divertente: una notte ci piazziamo in mezzo alla stanza come i re, un’altra ci ritiriamo nell’angolo più scuro e protetto o, invece, direttamente sotto le casse dello stereo; un’altra ancora spostiamo il letto con rotelle davanti alla finestra per farci baciare dai raggi della luna piena.

Se il letto è montato su ruote piroettanti e offre una facile presa, meglio se lungo tutti i lati, spostarlo non richiede alcuna fatica. E se, in più, è una sorta di piattaforma priva di qualsiasi elemento sporgente in alto oltre il filo del materasso, farlo andare d’accordo con qualunque parete è facilissimo.

Come progettare un letto con rotelle

Il letto con rotelle fai da te qui proposto ha una sagoma molto semplice, piuttosto lineare e sobria in fatto di abbellimenti, come vuole il gusto moderno. La sua forma, tuttavia, non è né banale né meramente funzionale, anzi piuttosto calda e morbida.

Testata letto e fiancate arrivano tutte allo stesso livello, ma il profilo del letto con ruote autocostruito è movimentato dalla sponda stondata applicata sopra tutt’attorno, come una sorta di cornice sporgente, che, oltre a fini estetici, serve anche come praticissimo profilo d’impugnatura per gli spostamenti.

Spigoli vivi non ce ne sono, perché le linee di congiunzione tra le testate e le fiancate sono coperte da speciali piedi cilindrici, che ammorbidiscono nettamente l’aspetto generale del letto. Infine, una sagomatura nella parte bassa delle fiancate alleggerisce l’immagine d’insieme, eliminando il senso di squadratura che avrebbe potuto restare in sua mancanza.

Cosa serve per costruire un letto con ruote?

Per quanto riguarda il legname con cui costruire il letto con rotelle, tutta la costruzione richiede tavole di un unico spessore, salvo per i piedi, che comunque possono essere ottenuti giuntando di piatto più pezzi. Usare listellare anziché legno massello, anche per le sponde, che sono relativamente strette, ha il vantaggio di mettere più al sicuro rispetto a imbarcamenti e svergolamenti.

Chi volesse usare un’essenza diversa dal pino e trovasse listellare con spessori lievemente diversi non deve preoccuparsi: con questo tipo di progetto due, tre, cinque, otto millimetri in più o in meno non incidono sulle altre misure, quindi non è necessario ricalcolare nulla e nemmeno l’eventuale modifica delle dimensioni comporta grosse difficoltà di calcolo.

Materiali:

  • Listellare di pino spesso 30 mm: 2 sponde laterali 120×2000 mm, 2 sponde di testa 120×1655 mm, 2 fiancate 295×2000 mm, 2 testate 295×1475 mm, 4 piedi cilindrici Ø 100×295 mm ricavabili da 4 pezzi giuntati di piatto da 100×295 mm
  • Listelli di pino sezione 30×30 mm: 2+2 listelli reggirete da 1900 mm e 200 mm
  • 24 spine faggio Ø 10×40 mm
  • Colla vinilica
  • Ferramenta: 12 montaggi a eccentrico, 8+14+16 viti per truciolare 3×70, 3,5×50 e 3,5×35 mm, 4 ruote piroettanti munite di freno, alte in totale 100 mm e con fissaggio a piastra
  • Materiale di finitura.

Letto Singolo, una piazza e mezza o matrimoniale?

I valori qui indicati permettono la costruzione di un letto a ruote da una piazza e mezzo, con materasso da circa 1350×1900 o 1950 mm, ma per ottenere un matrimoniale basta aggiungere 350 o al massimo 400 mm in lunghezza ai quattro pezzi trasversali e per costruire un letto singolo toglierne tra 400 e 450.

Chi dovesse ritenere strane indicazioni così approssimative, non ha che da prendere il metro e misurare tutti i letti, le reti e i materassi che trova in giro, per rendersi conto che valori standard rigidamente fissi non esistono.

Quanto allo scarto che resta tra le dimensioni perimetrali del materasso e le misure interne del letto con rotelle, la spiegazione è presto data: se il materasso affonda almeno in parte nella struttura che lo sorregge (come avviene nel caso qui proposto), affinché non risulti tanto stretto da rendere pressoché impossibile rifare il letto e rimboccare coperte e lenzuola (che hanno un loro spessore), è necessario che su ogni lato resti uno spazio libero da due a cinque centimetri.

Si parte con la costruzione dei piedi

Quattro pezzi di listellare uniti di piatto diventano uno spezzone di travetto, adatto per ricavarne i piedi cilindrici.

L’incavo necessario per avvolgere con i piedi lo spigolo della giunzione tra testate e fiancate va tagliato prima di sagomare il pezzo: dopo sarebbe molto difficile, se non impossibile, segarlo con lati disposti in parallelo rispetto ai corrispondenti diametri e tra loro realmente in squadra.

La stondatura si ottiene lavorando di pialletto. L’incavo appena realizzato si presta bene per tenere lo spezzone bloccato in morsa.

Per ottenere una sagomatura cilindrica servono due tipi di dime: una di carta, da preparare doppia e applicare di testa, come riferimento per le estremità, una di compensato o masonite, da segare in negativo e aprire con due tagli tangenti, per il controllo delle diverse sezioni nel senso della lunghezza.

La struttura del letto

La struttura del letto con rotelle è concepita in maniera semplicissima e non richiede incastri di sorta. La giunzione tra testate e fiancate è prevista con le prime che chiudono tra loro le seconde.

In maniera analoga sono unite tra loro anche le sponde di cornice. Per permettere successivi smontaggi, le unioni non sono ottenute con spine incollate, ma con speciali elementi di ferramenta detti montaggi a eccentrico, e solo rafforzate con l’aggiunta di spine cieche inserite a secco.

La cornice di sponda appoggia libera sugli altri elementi ed è trattenuta in posizione solo da otto spine che sporgono dalla costa superiore della struttura.

Siccome, montando ruote alte circa 10 cm, a costruzione ultimata la sponda viene a trovarsi a un’altezza corrispondente al ginocchio o al sedile di una sedia, e tenendo conto del fatto che qualunque trazione o spinta per spostare il letto viene applicata con direzione più o meno orizzontale, un distacco accidentale della cornice di sponda è assai improbabile.

Comunque, chi non dovesse fidarsi o chi constatasse che la sua irruenza tende a smontare il pezzo superiore del letto, non ha che da aggiungere un paio di montaggi a eccentrico su ogni lato, per risolvere definitivamente il problema.

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Montaggi a eccentrico

I montaggi a eccentrico servono per ottenere giunzioni solide e al tempo stesso smontabili; sono formati da due pezzi distinti, un tirante e una bussola eccentrica. Una parte del tirante è filettata per fare presa nel legno di un elemento del mobile (previa preforatura); il filetto ha passo ampio e con elicoide molto pronunciato.

L’altra metà del tirante ha una forma speciale, atta a trovare incastro nella spira eccentrica della bussola. Per entrare nel corpo della bussola, il tirante attraversa un foro aperto sul profilo di testa del pezzo da giuntare, esattamente all’altezza dell’apertura della bussola.

L’unione dei pezzi si ottiene facendo ruotare in senso orario la bussola nella sua sede con un cacciavite, una volta che il tirante è entrato nella bocca della bussola. La liberazione del tassello, e quindi la possibilità di sfilarlo e smontare i pezzi, si ha procedendo all’inverso, cioè girando la bussola in senso antiorario.

Una maschera di foratura facilita l’apertura delle sedi cieche per gli elementi di giunzione. Ciascun montaggio a eccentrico richiede tre fori: due per il tirante e uno, più ampio e meno profondo, per la bussola a eccentrico.

Per aumentare la tenuta in squadra, accanto a ogni montaggio viene inserita, a secco oppure incollata solo a uno dei due pezzi, anche una spina cieca. Una volta aperta la prima serie di fori, per marcare la posizione esatta dei corrispondenti sono di ottimo ausilio i cosiddetti marcatori.

Fiancate e testate sono unite con due montaggi e due spine per ogni giunzione, le sponde invece con un solo montaggio e due spine.

La bussola va inserita, rispettivamente, nella faccia interna e in quella inferiore, così poi resta nascosta.

I piedi cilindrici sono fissati con due viti ciascuno, inserite dall’interno a 45°, attraversando le estremità delle testate.

Per non interferire con gli altri elementi di giunzione, le viti sono inserite, a circa 30 mm di distanza, sotto il montaggio superiore e sopra l’inferiore.

Installare le ruote

Scegliendo un modello con attacco a piastra da avvitare e montandole con una vite che faccia presa, da sotto, nell’estremità delle testate, otteniamo automaticamente un’indiretta unione in più tra ogni piede e la struttura, cosa che verrebbe a mancare se optassimo per un modello con attacco a perno. Inoltre, per facilitare gli spostamenti e al tempo stesso assicurarci una stabilità impeccabile, conviene scegliere ruote
di tipo piroettante munite di freno.

Pochi attrezzi necessari

Questa realizzazione non richiede sofisticati utensili da taglio elettrici: una sega circolare portatile e un seghetto alternativo bastano e avanzano. La prima è necessaria per aprire nei piedi l’incavo che va a coprire gli spigoli della struttura, il secondo per arrotondare gli angoli della sponda e intagliare la modanatura delle fiancate.

Come altri attrezzi sono sufficienti un trapano ben equipaggiato di punte e guide, più un buon pialletto a mano. Quest’ultimo serve sia per “tornire” i piedi cilindrici, sia per stondare le coste della cornice di sponda e per arrotondarne i quattro angoli.

Naturalmente chi dispone di una fresatrice può adoperare quella per ingentilire il profilo della sponda e chi dispone del tornio può lavorare i piedi con l’attrezzo “giusto”.

Tuttavia, qualunque sistema si adotti, è opportuno tagliare prima via lo spicchio corrispondente allo spigolo della struttura, perché dopo la rotondità costringerebbe a escogitare sistemi astrusi per tenere fermo il pezzo, per giunta in una posizione che permetta di ottenere tagli tra loro in squadra.

A rigore, l’unico sistema sicuro sarebbe quello di lavorare l’incavo con molte passate di fresatrice da banco. E, a parte il fatto che non tutti l’hanno, in questo modo si produrrebbe un mucchio di segatura invece di due listelli di scarto, che possono venire bene per i reggirete minori.

La sponda a sbalzo

Fiancate e testate sono unite con due montaggi e due spine per ogni giunzione, le sponde invece con un solo montaggio e due spine. La bussola va inserita, rispettivamente, nella faccia interna e in quella inferiore, così poi resta nascosta.

La sponda è semplicemente appoggiata sulla struttura e bloccata in posizione con due spine cieche in prossimità di ogni angolo. Anche qui, ovviamente, per permettere lo smontaggio, le spine vanno messe a secco o incollate solo in uno dei pezzi interessati.

Tende a pannello scorrevoli | Come installarle fai da te

Per installare le tende a pannello scorrevoli non dobbiamo necessariamente chiamare un tecnico, ma possiamo farlo in autonomia conoscendo la giusta procedura

Se non vogliamo optare direttamente per costruire tende a pannelli fai da te possiamo comunque optare per l’installazione autonoma di modelli acquistati. Le tende a pannello sono ideali per ambienti arredati con un certo… rigore geometrico, e sono costituite da un binari a più guide parallele entro le quali possono scorrere teli in cotone, PVC, acetato disponibili in varie larghezze, colori, fantasie e trasparenze.

I teli si possono spostare anche manualmente senza necessità di cordicelle, ma è preferibile utilizzare l’apposita asta. Il binario delle tende a pannello si applica a parete o a soffitto. La sua lunghezza deve essere tale da comprendere, da un lato della finestra, uno spazio uguale alla larghezza dei teli per consentire la loro raccolta. La manutenzione è molto semplice in quanto i teli si tolgono facilmente dalle guide quando occorre lavarli.

Guarda il video per imparare a installare tende a pannello

Come fissare il binario delle tende a pannelli

fissaggio binario per installazione tenda
Con metro e livella a bolla appoggiata a parete tracciamo i punti in cui eseguire i fori per il fissaggio delle mensole a cui va agganciato il binario.

foratura con aspirazione polveri
Con il trapano dotato di aspirazione delle polveri pratichiamo i fori necessari. In essi inseriamo la parte ad espansione dei tasselli.

avvitatura
Posizioniamo i supporti e serriamo le viti dei tasselli. Se colleghiamo preventivamente il binario ai supporti avremo una guida supplementare per un perfetto fissaggio.

 

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Come preparare i pannelli

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Dopo aver misurato lo spazio disponibile ed aver tagliato i teli di misura, li dotiamo di un peso ripiegando il bordo inferiore e inserendolo in un profilato metallico.

Il tessuto si blocca con viti a brugola. Nella parte superiore del telo si applica un secondo profilato che va dotato dei carrelli di scorrimento.

I teli si inseriscono nelle guide del binario e si controlla il loro scorrimento e la loro regolare sovrapposizione.

I teli si spostano facilmente con l’apposita astina che li aggancia vicino al carrello.

Lavastoviglie – Manutenzione e pulizia

La manutenzione della lavastoviglie è un’operazione fondamentale per mantenere questo elettrodomestico in completa efficienza per molto tempo.

La prima lavastoviglie è stata brevettata nel 1885, guarda caso proprio da una donna, l’americana Josephine Cochrane. Se utilizzata con intelligenza, la lavastoviglie non solo libera dal poco gradito compito di lavare a mano piatti a e stoviglie unti e incrostati, ma si rivela anche amica dell’ambiente in quanto per lavare l’equivalente di 12 coperti bastano 15 litri d’acqua contro i 100 e più che occorrerebbero a mano.

Un’operazione che va fatta soltanto al momento dell’installazione della lavastoviglie è la verifica del grado di durezza dell’acqua di rete, in quanto ci permette di determinare una volta per tutte la dose di sale necessaria a prolungarne la vita e ottenere lavaggi senza macchie di calcare, visibili soprattutto su bicchieri e particolari trasparenti. Durata ed efficienza dipendono da poche semplici attenzioni da parte nostra e dall’utilizzo periodico di prodotti specifici.

Lavastoviglie – è utile sapere che:

srassatore lavastoviglie
Nella lavastoviglie si possono formare untuosità e cattivi odori. Per eliminarli inseriamo una confezione di additivo specifico capovolta nel cestello delle posate, dopo aver rimosso l’adesivo che sigilla la confezione. Avviamo quindi un ciclo di lavaggio a vuoto per ottenere una pulizia completa. Il compito dell’addolcitore è quello di neutralizzare l’azione dei sali di calcio presenti nell’acqua, che causerebbero incrostazioni in varie parti della macchina e comprometterebbero un lavaggio efficace. In genere il sale va rabboccato ogni 30 cicli di lavaggio.

La manutenzione necessaria

manutenzione lavastoviglie

  1.  Inseriamo una cartina tornasole nel serbatoio dell’addolcitore per rilevare la durezza dell’acqua e poter calcolare la quantità di sale anticalcare necessaria per un corretto funzionamento.
  2. All’interno di quasi tutte le lavastoviglie c’è un dispositivo a vite (sulla fiancata o all’interno dell’addolcitore, appena sotto il tappo) che permette di dosare il sale in funzione della durezza dell’acqua.
  3. L’aggiunta del sale anticalcare si effettua usando l’imbuto in dotazione con la lavastoviglie: è normale che durante questa operazione fuoriesca un po’ d’acqua dal serbatoio.
  4. Ogni circa 80 lavaggi introduciamo il brillantante nell’apposita vaschetta posta di fianco a quella del detersivo. Questo prodotto ci permette di avere stoviglie perfettamente pulite e brillanti.
  5. Di tanto in tanto va estratto e ripulito il filtro che trattiene le impurità, il suo parziale intasamento può causare intoppi durante la fase di scarico dell’acqua di lavaggio, sollecitando la pompa.
  6. Teniamo sotto controllo il buon serraggio delle fascette che bloccano i tubi ai raccordi. Per evitare che il metallo tagli il tubo possiamo porre tra questo e la fascetta una striscia di materiale morbido.
  7. Garantiamo il corretto scorrimento alle rotelle poste sotto il cestello con una periodica pulizia, i residui di detersivo possono compattarsi attorno al loro asse ed essere fonte di attrito.
  8. Le rotelle scorrono all’interno di guide e anche al loro interno possono formarsi depositi. Periodicamente facciamo scorrere un panno umido all’interno delle gole per mantenerle efficienti
Scopri anche come effettutare un’accurata manutenzione della lavatrice
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  • Classe A+ / Consumo 295 kWh/anno / Silenziosita' 49 dBA
  • 14 coperti / Piedini regolabili / Presenza portaposate e portacoltelli
  • Cesto superiore regolabile
  • 6 programmi
  • Dimensioni (AxLxP): 82 x 59,5 x 55,5 cm
Bosch Elettrodomestici Serie 2 SMS25AW01J Lavastoviglie da libero posizionamento 12 Coperti, Classe Energetica A++, Bianco
  • Classe Energetica: A++; capacità di carico 12; tipologia libera installazione
  • Asciugatura Extra: la funzione speciale per le stoviglie difficili da asciugare; AquaStop: sistema di protezione antiallagamento
  • Sistema Protezione Cristalli: lavaggio e asciugatura delicata di piatti e bicchieri; EcoSilence Drive: motore efficiente, veloce e silenzioso, ottimizzata, riscaldamento più rapido e prestazioni della pompa superiori per una maggiore circolazione dell'acqua
  • EcoDosage: grazie all'effettivo scioglimento del detergente, EcoDosage garantisce risultati ottimali, anche in termini di pulizia e lavaggio silenzioso, il detergente fuoriesce dal relativo dispenser riversandosi in uno speciale contenitore sul cestello superiore in cui si scioglie completamente