Un’alternativa alle tende a pannello in commercio ci permette di personalizzare i sistemi oscuranti ed ottenere piacevoli giochi di luce. Ecco le tende a pannello fai da te scorrevoli…
I sistemi a binario sono sempre più utilizzati per schermare la luce nell’arredamento moderno: il binario di scorrimento può essere fissato a parete o a soffitto, i pannelli possono essere accorciati per adattarsi a qualsiasi altezza e coprire al meglio lo spazio tra pavimento e soffitto. Ma si sa, la produzione in serie fa venir meno l’originalità e la possibilità di personalizzazione, due caratteristiche tutt’altro che trascurabili per chi ama il fai da te. Premesso che il binario conviene comunque sceglierlo tra quelli in commercio, possiamo invece sbizzarrirci per realizzare tende a pannello fai da te scorrevoli: basta preparare un telaio di listelli, di sezione ridotta per contenere il peso finale, e realizzare un rivestimento con strisce di tessuto nella tonalità più vicina ai nostri gusti: alternando spazi pieni e vuoti, la luce che filtra in forma ridotta nella stanza assume in parte la colorazione del tessuto e dà vita ad interessanti cromie che si diffondono nell’ambiente. Si tratta di un’idea originale per una casa giovane, meno impegnativa di decorare una stanza con tende a bastone o tende a pacchetto.
Il telaio e le squadrette
Il telaio del pannello ha una dimensione di 60×246 cm ed è costituito da listelli da 2×3 cm: i lati orizzontali sono montati su quelli verticali, in modo da ottenere una luce interna di altezza 240×54 cm.
Il telaio ha dimensioni notevoli rispetto allo spessore, per cui necessita di un ulteriore irrigidimento: a questo scopo sono molto utili le aste metalliche a croce molto utilizzate nelle strutture in kit, tipiche di molte composizioni Ikea
Per il montaggio si inserisce a ciascun angolo una vite che attraversa il listello corto e penetra in quello lungo, più altrettante squadrette di rinforzo agli angoli interni. La vite non va inserita esattamente centrata rispetto al listello perpendicolare, ma un poco sfalsata; lo stesso vale per la squadretta interna, per evitare che le filettature possano intercettarsi.
Le strisce di tessuto
In base alle dimensioni fornite, per rivestire il pannello servono 14 strisce alte 11 cm e due alte 16 cm alle estremità, tutte lunghe 64 cm; tra una striscia e l’altra rimane una luce di 4 cm. Il cutter a rotella, manuale o a batteria, si rivela lo strumento più idoneo per tagliare le strisce con precisione e senza fatica.
Alle estremità di ogni striscia si applica un pezzo di velcro;
questo fa presa su un pezzo analogo posto sul retro del telaio e permette di mettere e togliere le strisce in caso di pulizia.
Se si utilizza un tessuto leggero, il velcro può essere applicato alle strisce sfruttando il supporto adesivo, premendo energicamente sul tessuto. Per tessuti di maggior consistenza, peso e spessore è consigliabile stabilizzare il velcro alle strisce con una cucitura. L’altezza delle strisce e lo spazio tra esse possono essere variati a piacere, calcolando con esattezza le misure multiple per una copertura uniforme del telaio.
Appendere i pannelli scorrevoli
Dopo aver fissato il binario a parete o a soffitto, a seconda delle versioni, bisogna praticare i fori per sospendere il telaio a ridosso delle guide di scorrimento. Il diametro dev’essere di poco inferiore a quello della testa delle viti.
Per appendere il pannello, bisogna cercare di inserire le teste delle viti in sede: lo si fa tenendo il pannello inclinato verso di sé, in modo da far entrare le viti di sbieco. Assumendo la posizione verticale la vite non può fuoriuscire, avendo un diametro maggiore della sede.
Ad opportuna distanza dalle estremità del binario si avvitano due coppie di viti a testa svasata che hanno il compito di limitare la corsa laterale del pannello.
La vista in sezione sintetizza il montaggio del binario alla muratura con tasselli ad espansione ed il sistema di sospensione e scorrimento del pannello.
Woody frenafungo il trattamento anti-eta’ per tutti i supporti in legno
QUANDO I SEGNI DEL TEMPO SI VEDONO…
Il degrado del legno è un processo naturale al quale contribuiscono numerosi fattori, a cominciare dal semplice invecchiamento.
L’esposizione al sole, inoltre, determina la degradazione della lignina, con conseguente progressivo scolorimento della superficie, che assume tonalità grigiastre.
I legni chiari non trattati possono ingiallire rapidamente in soli 3 giorni di esposizione al sole, mentre quelli più scuri tendono via via a imbrunire.
Questi processi vengono accelerati dagli agenti atmosferici che possono causare alterazioni biologiche anche gravi e danni alla struttura stessa del legno, creando crepe e fessure che diventano l’habitat ideale per la proliferazione dei funghi.
… E I FUNGHI DEL LEGNO PROLIFERANO…
I funghi non sono in grado di sintetizzare sostanze organiche, per cui vivono a spese di altri materiali organici, come il legno. Possiamo dividerli in due categorie: funghi cromogeni e funghi del marcimento.
FUNGHI CROMOGENI
Sono i principali responsabili delle alterazioni cromatiche del legno, sia superficiali che profonde. I più diffusi sono i funghi dell’azzurramento che conferiscono al legno una colorazione che varia dal grigio chiaro al blu nerastro, a seconda dell’umidità e della profondità dell’infestazione. Questi funghi rendono inoltre difficoltoso l’ancoraggio di pitture e vernici, riuscendo anche a svilupparsi al disotto del film verniciante, provocandone in seguito il distacco.
FUNGHI DEL MARCIMENTO
I funghi del marcimento producono un’azione distruttiva che disgrega progressivamente la struttura del legno, facendogli perdere le sue caratteristiche fisico-meccaniche. Il loro attacco si manifesta inizialmente con una mutazione del colore che col progredire diventa sempre più scuro. Contro questa tipologia di funghi è fondamentale la prevenzione, poiché un supporto gravemente danneggiato potrebbe non essere più recuperabile.
… LA SOLUZIONE MIGLIORE E’ WOODY FRENAFUNGO
WOODY FRENAFUNGO è un fondo monocomponente ad acqua per interno ed esterno, color Abete Naturale, ideato per il trattamento ed il ripristino del legno ammalorato e degradato dal tempo e dai funghi cromogeni e del marcimento, al fine di ricostituire il “bio-tono” originale.
PLUS:
Ripristina l’aspetto del legno degradato ed invecchiato, ridonando l’estetica iniziale al supporto e restituendo all’essenza la sua tonalità originaria.
E’ protetto dall’attacco di funghi cromogeni o muffe, in particolare quelli dell’azzurramento (Blue Stain).
Non fa spessore e ripristina la venatura tipica del legno.
Riduce il tempo necessario a qualsiasi operazione meccanica di carteggiatura e/o sbiancamento del supporto con agenti chimici.
CARATTERISTICHE PRINCIPALI
Facile applicazione a rullo o a pennello. Ottima distensione.
Ottima adesione sia su legno grezzo o già verniciato, che su qualsiasi tipologia di finitura con ciclo a smalto e/o a vernice (previa leggera carteggiatura di preparazione).
Film tenace e compatto, con basso assorbimento: fa risparmiare sul prodotto di finitura.
Tixotropia ideale, applicabile anche tal quale su superfici verticali (diluizione max 5-10%).
Il prodotto rimane sempre omogeneo, anche dopo diluizione.
Non infiammabile.
Impedisce ai raggi uv la demolizione della lignina.
Con un letto ad angolo possiamo sfruttare meglio gli spazi
Un letto ad angolo fai da te, occupa la medesima superficie di quando è disposto parallelamente alle pareti. L’importante differenza sta nel fatto che lo spazio rimasto libero, ai lati e ai piedi del letto, si utilizza meglio ed è privo di stretti corridoi tra letto e parete.
Se, in più, la testata letto fai da te comprende anche i comodini, un ripiano portaoggetti ed uno spazio chiuso ove riporre cuscini e coperte, abbiamo sfruttato pienamente la superficie triangolare compresa tra le reti del letto ad angolo fai da te e le due pareti ad angolo.
Cosa serve per costruire un letto ad angolo
Multistrato di pioppo spesso 18 mm (circa 9,5 metri quadrati);
listello piatto con bordi stondati 5×20 mm;
listello di abete sezione 20×20 mm;
cerniera a metro lunga 900 mm;
viti autofilettanti 4×30 mm;
viti autofilettanti 3×20 mm;
chiodini a spillo;
colla vinilica;
fondo acrilico;
smalto acrilico
Si tratta di tagliare con un seghetto alternativo ed unire con viti e colla un certo numero di pannelli in multistrato spesso 18 mm; non servono incastri e gli elettroutensili necessari si riducono ad un seghetto alternativo e ad un trapano. Tutta la struttura è sorretta dai due pannelli ad angolo, aderenti alle pareti; dopo avere applicato ai pannelli, con viti e colla, i due listelli che reggono il piano d’appoggio triangolare superiore ed avere avvitato quest’ultimo ai listelli, l’insieme si regge in piedi da sé.
II piano inferiore è formato da un triangolo centrale, due triangoli laterali e da un coperchio rettangolare, alzando il quale si accede all’interno del vano. Il coperchio ruota su una cerniera a metro, avvitata sul bordo non in vista: l’altra banda della cerniera è avvitata al bordo del pannello triangolare.
Tutti i bordi a vista del multistrato nei letti ad angolo sono rivestiti con un listello piano dai bordi stondati, largo 20 mm. Ogni comodino è formato da quattro pezzi: due pannelli orizzontali a forma di triangolo, due pareti verticali rettangolari.
Come costruire una testiera letto ad angolo
Tagliamo il multistrato con il seghetto alternativo: per avere tagli regolabili è consigliabile, però, seguire una guida costituita da un listello di legno fissato al pannello mediante strettoi.Applichiamo la cerniera a metro, con viti da 20 mm, al bordo dello sportello ed a quello del ripiano triangolare in modo che il lungo perno cilindrico rimanga superiormente all’esterno.Tutti i ripiani orizzontali sono fissati (con colla e una vite ogni 300 mm) ai listelli 20×20 mm, avvitati ai pannelli laterali.
La paratia anteriore si inserisce con precisione sotto i ripiani e costituisce la chiusura del contenitore portacuscini.
Rifinire la testata letto
Su tutti i bordi a vista applichiamo il listello piatto con spigoli stondati, largo 20 mm; stendiamo sul legno uno strato sottile di colla vinilica a presa rapida.
Incolliamo il listello al bordo e fissiamolo con chiodini a spillo, quindi eliminiamo con uno straccio umido le sbavature di colla; a colla asciutta carteggiamo gli spigoli.
Il comodino si applica al pannello laterale per mezzo di viti avvitate dal lato interno; con uno strettoio blocchiamo il comodino in posizione.
Il cemento cellulare (o gasbeton) non è solo leggero ed isolante, ma ha anche una notevole resistenza alla compressione ed è questa dote che lo vede protagonista del nostro progettino per una panca da giardino fai da te, simpatico complemento d’arredo per uno spazio all’aperto.
Per realizzare la panca da giardino occorrono due blocchi lunghi di gasbeton circa 620, larghi circa 450 e spessi circa 150 mm, qui ottenuti dall’accoppiamento, con l’adesivo specifico, di 8 lastre da 75x250x 625 mm, più facili da tagliare col seghetto alternativo.
I blocchi di cemento cellulare che caratterizzano i supporti della panca da giardino, una volta sagomati secondo il disegno e verniciati, si collegano con una traversa inferiore e con la panca, protette con impregnante ed olio e rette da piastrine ad L avvitate in tasselli ad espansione (quelli specifici per il cemento cellulare che ne evitano la fessurazione). Un pezzo di corda irrigidita con colla vinilica da esterni e fatta asciugare in forma fa da coda ai porcelli.
Progetto gambe panca da esterno a forma di porcellini
OGNI QUADRETTO 5X5 cm
Come lavorare il cemento cellulare per ottenere una panca da giardino fai da te
Il gasbeton Si lavora facilmente anche con gli attrezzi da falegname (tranne sgorbie e scalpelli) in quanto la sua relativa friabilità non danneggia i denti delle seghe o delle raspe.
i semiblocchi si sagomano con l’alternativo, con la sega a nastro o col voltino.gli spigoli si smussano con una raspa a mano o con una rotativa montata sull’albero flessibile.lo specifico adesivo per cemento cellulare unisce saldamente gli elementi dei porcellini.
Non sai dove comprare il gasbeton? Ecco alcuni consigli
Si fissano i supporti ad L cui si avvita la panca, costituita da quattro assicelle unite da due traverse.Si completa colorando il gasbeton con con uno smalto rosato.
Preziosa guida per costruire un mobile lavatrice utilizzando degli elementi in legno recuperati da vecchie persiane
Anche se ormai ci abbiamo fatto l’occhio, non si può dire che la lavatrice sia un gran bell’oggetto di arredo. Il nostro lettore Gino Selmi, per esempio, proprio non ne sopportava l’aspetto e quindi ha deciso di darle una nuova veste, costruendo un mobile lavatrice fai da te adatto al locale che l’accoglie (bagno o cucina) ed ancora più funzionale.
Aumentandone solo di poco le dimensioni originarie, con un grande cassetto ed un’alzata provvista di mensola portaoggetti e di due cassetti piccoli, si ricava molto spazio in più.
Le dimensioni finali del mobile lavatrice risultano 700x515x 1000 mm di altezza e dipendono da quelle dell’elettrodomestico utilizzato; occorre prevedere uno spazio libero di almeno 20 mm su ogni lato, perché la lavatrice non trasmetta vibrazioni al rivestimento, durante la centrifuga.
Il mobile per lavatrice fai da te è sprovvisto di fondo, per assicurare all’elettrodomestico il necessario raffreddamento, ed è fatto per essere indossato dall’alto, come un vestito.
Cosa serve per costruire un mobile lavatrice
Sega circolare da banco;
fresatrice;
seghetto alternativo;
pialla a filo e spessore o pialletto;
trapano;
avvitatore;
levigatrice rotorbitale;
Tavolette di recupero sezione 55×10 mm (32 pezzi da 440 mm; 26 da 230 mm);
listelli sezione 50×50 mm e 50×23 mm per i montanti;
listelli sezione 15×10 mm per le guide dei cassetti;
listelli sezione 20×20 mm per il telaietto dell’alzata;
listelli sezione 30×15 mm per le cornici dei cassetti;
massello abete spesso 15 mm per i lati ed il fronte dei cassetti;
Potente motore da 1200 Watt, per le applicazioni più impegnative in qualsiasi tipo di legno
Possibilità di scegliere la velocità corretta per ogni materiale grazie al dispositivo di preselezione della velocitÃ
Sostituzione della fresa semplice e veloce, grazie al bloccaggio dellâ€alberino integrato
Il sistema SDS Bosch consente un inserimento facile del copiatore senza necessità di attrezzi
Dotazione: POF 1200 AE, guida parallela, copiatore, fresa 8 mm, adattatore di aspirazione polvere, perno di centraggio, manicotto di guida, pinza di serraggio (3 pezzi), pinze, in scatola di cartone
Le tavolette di vecchie persiane, smontate, restaurate e inserite nei nuovi telai, si sono rivelate una soluzione pratica e gradevole. I lati dei cassetti sono in multistrato, pure di recupero. Per il telaio si utilizzano gli stessi montanti di larice delle vecchie persiane. Con una spesa effettiva di soli 20 euro si acquista la ferramenta, come le cerniere e le chiusure a calamita, la vernice di finitura ed i pomi dei cassetti.
Come costruire un mobile lavatrice fai da te
Il lavoro richiede un certo impegno ed un’attrezzatura completa: è necessario infatti ottenere scanalature sui montanti, in cui inserire le tavolette di rivestimento, incastri a tenone e mortasa per assemblare il telaio portante, incastri a mezzo legno per unire i fianchi dei cassetti.
Si può ottenere un risultato analogo, ma meno raffinato, sostituendo gli incastri con spine o viti. Le scanalature longitudinali sui montanti si possono eseguire con una semplice sega circolare da banco, provvista di regolazione della profondità di taglio e guida parallela.
Il telaio è formato da quattro montanti provvisti sul lato interno di scanalature profonde 10 mm e larghe quanto le tavolette utilizzate; i montanti sono collegati da quattro traverse laterali, due posteriori e tre anteriori: una di queste delimita il vano del cassetto. Prima di incollare definitivamente le parti del telaio occorre inserire tutte le tavolette di rivestimento nelle loro scanalature.
Prima di bloccare definitivamente il telaio con l’incollaggio, dobbiamo effettuare un assemblaggio di prova e controllare che tutte le tavolette entrino nelle scanalature dedicate; alcune traverse provvisorie, fissate con chiodini, tengono la struttura in squadra: questa è una condizione importante per verificare la chiusura delle ante.Il top in multistrato, prima di fissare definitivamente l’alzata con i casssetti, deve essere levigato e trattato con turapori; la levigatrice rotorbitale, usata con carta abrasiva di grana crescente, è lo strumento più adatto. L’alzata può essere semplicemente apoggiata sul piano; basta predisporre quattro spine sul lato inferiore, che si inseriscono in altrettanti fori praticati sul piano.
I montanti del telaio hanno la sezione a forma di L; ogni ala della L presenta una scanalatura in cui inseriamo le tavolette di rivestimento e le traverse superiori, queste ultime munite di tenone di larghezza e lunghezza adatta.Inseriamo, senza incollarle, le tavolette di rivestimento nelle scanalature dei montanti; in questo modo potranno seguire liberamente i minimi movimenti dovuti agli sbalzi di temperatura; la traversa superiore va invece incollata.
I telai dei due sportelli vengono realizzati successivamente, quando è ben definita l’ampiezza del vano da chiudere. I due sportelli ruotano su cerniere a libro avvitate sul lato interno; la chiusura è affidata a due scrocchetti magnetici. L’alzata sopra il top è formata da tre pannelli di multistrato spesso 18 mm; i due laterali sono sagomati con il seghetto alternativo, quindi rifiniti con carta vetrata.
All’interno dei pannelli predisponiamo un telaio entro cui scorrono i due cassetti piccoli formati da quattro lati, più un fondo in faesite, più un frontale che serve da battuta anteriore. I quattro lati hanno a 5 mm dal bordo inferiore una scanalatura profonda 5 mm, in cui si inserisce il fondo. Sui lati esterni dei fianchi si pratica una scanalatura in cui scorre la guida.
La profondità dei cassetti è volutamente ridotta, così che questi non arrivano sul fondo del mobile; lo spazio rimasto serve per accogliere i tubi di mandata e di scarico, oltre al cavo elettrico. Prima di calare il mobile sulla lavatrice, controlliamo che i tubi non presentino strozzature, ma siano avvolti in modo sufficientemente ampio.
Se si calpesta una superficie fredda, anche se ci si trova in un locale riscaldato, non si ha una sensazione di comfort assoluta: si rischia di alzare la temperatura per sopperire ad una carenza, spendendo di più e senza raggiungere lo scopo.
Questo succede quando il freddo arriva dal locale sottostante che può essere una cantina, un garage o un magazzino non riscaldati.
Nelle costruzioni non proprio recenti, tra gli interventi da eseguire per un buon isolamento si può riscontrare anche una situazione nella quale è necessario isolare il soffitto. Trattandosi di locali di servizio sono caratterizzati da soffitti piùttosto bassi, ma non tanto da impedire l’applicazione di pannelli isolanti in spessori compresi tra 60 e 100 mm.
Come isolare il soffitto con polistirolo
Qui sono stati utilizzati pannelli di polistirolo espanso sinterizzato autoestinguente rinforzato da uno strato di lana di legno di abete, mineralizzata e legata con cemento Portland. Dopo l’applicazione non sono necessarie ulteriori finiture, anche dal punto di vista estetico il risultato è apprezzabile.
Trattandosi di un’applicazione a soffitto, l’incollaggio dei pannelli andrebbe comunque stabilizzato con tasselli, tanto vale evitare di sporcare l’ambiente ed eseguire il lavoro soltanto con il fissaggio meccanico. Si possono utilizzare lunghi tasselli a vite o a percussione (come per il fissaggio dei battiscopa) con una larga rondella di plastica o teflon interposta sottotesta.
Le lastre di isolante possono avere i profili sagomati per ottenere un incastro, una sorta di maschio/femmina che facilita il montaggio e rende meno evidenti le giunzioni. Ai lati a contatto con le pareti va rimossa la sporgenza con un segaccio.
I pannelli vengono preforati a terra, in posizione centrale, con una punta da legno. Grazie agli smussi ai lati ed al peso ridotto non è si fatica a tenerli in posizione mentre si utilizza il preforo per eseguire la foratura del supporto con una punta da muro.
Anche se i pannelli non sono in grado di flettere, con un pò di precisione nei tagli è possibile posizionare a soffitto l’ultimo pannello di ogni fila solo facendolo entrare leggermente forzato tra la parete ed il pannello precedente. Il trucco va utilizzato una volta da un lato ed una volta dal lato opposto, alternando la posa.
Prestando la necessaria attenzione, a fine lavoro non si evidenziano irregolarità: l’aspetto del soffitto è uniforme, grazie anche ai punti di fissaggio ridotti al minimo; eventuali fessure che possono essere rimaste riguardano soltanto l’anima di polistirolo e non il rivestimento di fibra legnosa.
Grillo di Esinplast: ecco finalmente un fermapersine intelligente
Facilità di utilizzo e di installazione, alta durabilità e affidabilità, sono queste le caratteristiche che hanno reso i “Grillo” il fermapersiane automatico per eccellenza.
L’innovazione introdotta da Esinplast da questo particolare fermapersiane riguarda la possibilità di bloccare l’anta della persiana spingendola semplicemente verso il fermaimposte che si richiude bloccandola ed evitando così di sporgersi, come richiesto per i fermaimposte manuali.
Un fermaimposte testato severamente
Il fermapersiane Grillo è testato per garantire un’alta resistenza a tutti gli agenti atmosferici e ai continui apri e chiudi della persiana, è realizzato quasi esclusivamente in materiale termoplastico, evitando le problematiche legate alla formazione di ruggine.
I modelli disponibili per il fermapersiane automatico Grillo
La famiglia Grillo si compone di tre modelli Top, Midi e Maxi che si differenziano per la dimensione del battente che possono bloccare.
Super Top Grillo: sede anta regolabile da un minimo di 44 ad un massimo di 60 mm
Super Midi Grillo: sede anta regolabile da un minimo di 85 ad un massimo di 101 mm
(vedi scheda prodotto)
Super Maxi Grillo: sede anta regolabile da un minimo di 109 ad un massimo di 125 mm
(vedi scheda prodotto)
Il Grillo può essere applicato a qualunque tipologia di infisso, a prescindere dal materiale con cui è realizzato (legno, pvc, alluminio etc.). I fermaimposte Grillo possono essere acquistati online sul sito www.windowsimprove.com
Super Top GrilloSuper Midi GrilloSuper Maxi Grillo
Facile installazione fai da te
Il fermaimposte automatico Grillo è di facile installazione in quanto richiede solo la realizzazione di un foro nell’involucro edilizio per permettere l’inserimento del tassello necessario al suo avvitamento.
Versione con ammortizzatore
Disponibile con viti di diverse lunghezze per il fissaggio, il Grillo è disponibile anche in versione con ammortizzatore e/o con tassello maggiorato; la prima permette, oltre ad ammortizzare in fase di ricezione dell’anta, di eliminare il gioco ed eventuali rumori tra quest’ultima e il fermapersiane stesso stesso.
Versione con tassello maggiorato
La versione con tassello maggiorato consente di aumentare l’altezza di quella parte del fermaimposte che determina la tenuta dell’anta nel bloccaggio. Applicando lo specifico tassello, il Grillo può essere applicato facilmente anche su muri isolati con
cappotto termico.
Guida alla costruzione di una sdraio in legno con doppia seduta
Una sdraio in legno fai da te a due posti può raddoppiare il piacere di un momento di relax, all’ombra di un albero con una dissetante bevanda a portata di mano. La struttura della sedia sdraio in legno fai da te è identica a quella della sdraio in legno classica ad un 1 posto, aumentano solo la larghezza, che diventa di circa 1000 mm, e le sezioni dei listelli, poiché un’eventuale caduta a due produrrebbe un doppio di-sagio.
Cosa serve per costruire una sedia sdraio in legno
Gli utensili: Trapano a colonna; seghetto alternativo; fresatrice portatile; carta abrasiva.
Listelli di faggio sezione 45×25 mm (2 pezzi A lunghi 1050 mm; 2 pezzi B lunghi 860 mm; 2 pezzi C lunghi 530 mm; 2 pezzi D lunghi 530 mm);
listelli di faggio sezione 60×20 mm (2 pezzi E lunghi 470 mm);
listello tondo di faggio Ø 30mm (1 pezzo F lungo 948 mm; 1 pezzo G lungo 896 mm);
listello tondo di faggio Ø 25 mm (1 pezzo H lungo 1000 mm; 1 pezzo I lungo 948 mm; 1 pezzo L lungo 896 mm);
2 bulloni M 6×80 mm;
8 bulloni M 6×45 mm;
10 rondelle per M6;
colla;
turapori;
vernice opaca;
una pezza di stoffa 1200×850 mm
Come costruire una sdraio fai da te
La realizzazione di questa sdraio in legno è alla portata di tutti e ci costa circa 100 euro, utilizzando l’essenza legno migliore per questo tipo di costruzioni: il faggio evaporato. Si tratta di un legno privo di nodi ed esente da svergolature, adatto ad essere utilizzato in listelli, leggeri, resistenti e poco flessibili.
Altre essenze adatte allo scopo, in ordine decrescente, sono il douglas, utilizzato spesso per serramenti, ed il pino, decisamente il più economico, ma con cui avremo più scarti di lavorazione, a causa dei nodi.
L’attrezzatura necessaria per la costruzione di una sdraio in legno da giardino in legno
L’attrezzatura necessaria è ridotta: un trapano su colonna per i numerosi fori passanti ed un seghetto alternativo per i tagli è tutto quanto ci occorre; la fresatrice portatile, dotata di fresa a quarto di tondo e rotellina guida, è ideale per stondare gli spigoli dei listelli, ma si ottiene un risultato analogo, anche se meno preciso, con carta abrasiva montata su tampone.
Mecchie da legno e punte forsner
Per effettuare i fori, ciechi o passanti, da 25 e 30 mm, occorrono al minimo delle mecchie da legno; ma sono più consigliabili, in questo caso, le punte Forstner che, dotate di più taglienti, assicurano fori precisi e privi di sbavature. Poiché i listelli della sdraio sono tutti uguali a due a due, è conveniente effettuare il tracciamento dei fori dopo avere affiancato i listelli corrispondenti, per ottenere maggiore precisione.
La svasatura dei fori
Tutti i fori destinati ad accogliere i bulloni della sdraio in legno sono dotati di svasatura cilindrica per accogliere la testa del bullone o il dado: in questo caso, dopo avere tracciato il centro del foro, occorre praticare per prima la svasatura cieca, con la punta Forstner, dopo avere regolato la guida di profondità sulla colonna del trapano.
Successivamente, nel medesimo centro, si pratica il foro passante di diametro inferiore; il procedimento contrario impedisce di centrare con esattezza la punta Forstner e la svasatura può risultare asimmetrica.
Foriamo i listelli con punta da 25 mm in modo che il centro dei fori sia a 12 mm dal bordo; ogni foro dista dall’altro 130 mm.Con il seghetto alternativo effettuiamo tre tagli, vicino ad ogni foro, con un’angolazione di 30°.
L’incollaggio dei listelli per la sdraio basculante
I listelli, forati e stondati, si incollano alle traverse in tondo da 25 e 30 mm, mediante una buona colla vinilica, meglio se discreta-mente resistente all’umidità (la colla vinilica non è resistente in assoluto all’acqua). Inseriamo i telai di cui si compone la sdraio, formati dai listelli A, B, C e D, uno nell’altro, distanziandoli tra loro con scaglie di legno spesse 2 mm; serriamo il tutto con strettoi ed attendiamo l’essiccazione della colla.
Pratichiamo i fori passanti da 25 e da 30 mm in cui andranno inserite e incollate le traverse in listello tondo.
✔Materiale: Materiale durevole in metallo duro. Acciaio inossidabile e titanio individuale rivestito per una lunga durata di servizio; Velocità di rotazione: 800RPM.
✔Taglie: 15mm; 16 mm: 17 millimetri; 18 millimetri; 19 millimetri; 20 millimetri; 21 millimetri; 22 millimetri; 23 millimetri; 24 millimetri; 25mm; 26 millimetri; 28 millimetri; 30 millimetri; 32 millimetri; 35 mm. sono ben confezionate, singolarmente in sacchetto oliato e inoltre in scatole di plastica.
✔Se state cercando un abito economico , questa è raccomandata in quanto si adatta a una varietà di dimensioni e pratica tutti i fori richiesti.Guidato dal cerchio circolare, tira ogni arco di un cerchio, in qualsiasi direzione..
✔Costruito per uso professionale - assicura buche piatte e fori angolari veri, precisi e puliti con rapida rimozione dei rifiuti.
✔Multiuso: Adatto per presse per fori, perforatrice pistola, per trapano per banchi, perforatrice verticale, per trapano elettrico a mano, per perforazione a motore motorizzato e per foratura a magnetismo a nastro per mobili, ecc. Perfetta per il montaggio di punta sferica, cassetto; perforazione su prodotti in legno, prodotti in plastica, legno e compensato ecc.
punta Forstner in CV per forature con o senza arresto di profondità in pannelli di masonite rivestiti di materia sintetica, legno e plastica; ideale per praticare fori per cerniere
disponibile in diversi diametri
codolo cilindrico, Ø 8 mm, per un serraggio rapido nel mandrino
Set di 15 set in scatola di legno rosso di alta qualità, con tappi di protezione
ausriss libero e pulito foratura nel legno morbido
Con punta di centraggio, 2 umfangschneiden e 2 frese principale chiuso, DIN 7483
Fresa per legno realizzata in speciale lega di acciaio per utensili: 40 45 10 12 15 16 18 20 22 25 26 28 30/35/50 mm
Estremamente attrito durch umfangschneiden a contrasto
Alle estremità posteriori dei listelli E pratichiamo un taglio longitudinale, seguendo il contorno precedentemente tracciato con una dima di cartone.Prima di effettuare i fori passanti che accolgono i bulloni, pratichiamo con la punta Forstner le svasature cilindriche cieche, profonde 5 mm.Per stondare gli spigoli dei listelli è ideale la fresatrice portatile con fresa a quarto di tondo e cuscinetto guida.
Hai bisogno di una fresatrice portatile? Ti consigliamo queste:
Potente motore da 1200 Watt, per le applicazioni più impegnative in qualsiasi tipo di legno
Possibilità di scegliere la velocità corretta per ogni materiale grazie al dispositivo di preselezione della velocitÃ
Sostituzione della fresa semplice e veloce, grazie al bloccaggio dellâ€alberino integrato
Il sistema SDS Bosch consente un inserimento facile del copiatore senza necessità di attrezzi
Dotazione: POF 1200 AE, guida parallela, copiatore, fresa 8 mm, adattatore di aspirazione polvere, perno di centraggio, manicotto di guida, pinza di serraggio (3 pezzi), pinze, in scatola di cartone
Frese 6 e 8 mm, Guida parallela, Punta compasso, Ugello copiativo, Adattatore per aspirazione, Chiave di servizio per cambio frese, Protezione anti trucioli
Colleghiamo le coppie di listelli con le traverse in legno tondo, cospargendo sulle pareti del foro abbondante colla vinilica di buona qualità.
Inseriamo i telai così ottenuti uno nell’altro, distanziamoli tra loro con spessori da 2 mm e stringiamo con strettoi. I tre telai rimangono così incollati, esattamente come si troveranno quando la sdraio per esterni è chiusa, per almeno 12 ore.
robusta guida antiscivolo grazie alla presenza di scanalature su ambo i lati
bracci di serraggio in zinco pressofuso
superficie stabile del braccio superiore-ideale per incollare
capacità di serraggio 100 mm - distanza utile 50 mm
Colleghiamo i tre telai tra loro con i bulloni M6 a doppia vite, intercalando una larga rondella tra le parti in legno soggette ad attrito al fine di rendere scorrevoli i movimenti.Fissiamo i braccioli con i bulloni M6x80, utilizzando dadi autobloccanti; stringiamo il dado in modo da consentire la rotazione dei listelli.
La finitura
Prima di effettuare l’assemblaggio definitivo della sdraio in legno con bulloni, finiamo le parti in legno con una mano di turapori; carteggiamo con carta abrasiva grana 220 e stendiamo due mani successive di vernice trasparente satinata: la nostra sdraio da giardino fai da te è sufficientemente protetta per sopportare anche qualche acquazzone di fine estate.
L’applicazione della tela per la sdraio da esterni
Il telaio della sdraio in legno, verniciato ed assemblato, è pronto a ricevere la stoffa del colore preferito, ma comunque di tipo robusto e adatto a sostenere il peso di due persone.La lunghezza della pezza di stoffa per la sdraio in legno deve essere tale da risultare moderatamente tesa a telaio chiuso. Con la graffatrice fissiamo un’estremità della stoffa alla traversa inferiore, la avvolgiamo con un giro attorno alla traversa stessa e con chiodini da tappezziere, assicuriamo defintivamente la stoffa.dopo avere calcolato la stoffa occorrente, pieghiamo per 20 mm l’estremità superiore della pezza e fissiamola alla traversa superiore.
La graffatrice manuale HT 14 di Bosch Professional - adatta a tessuti, cartone catramato, pellicole, materiali isolanti, reti metalliche e lavori di tappezzeria leggera
La graffatrice è una graffatrice universale con un robusto design interamente in acciaio
Con regolazione della potenza, impugnatura incassata imbottita e blocco impugnatura
Tipo di graffetta compatibile: 53 Lunghezza 4/6/8/10/12/14 mm, tipo di groppino compatibile 4: lunghezza 14 mm
Dotazione di fornitura: 1 x graffatrice manuale HT 14
Pistola sparachiodi nuova, molto resistente e di buona qualità - Spara punti forti e robusti, non si inceppa e le graffette penetrano perfettamente nel legno o negli altri materiali
Funziona con graffette di 4*14mm, 10*12mm e 10*14mm. E' adatta a diversissimi scopi: la riparazione di sedie, la realizzazione di testiere letto, ecc
L'impugnatura ergonomica - l'operazione semplice per l'uso ed il carico facile
Applicare facilmente il tessuto alle pareti/ legno
Garanzia: Offriamo un rimborso entro 90 giorni ed un anno di garanzia
Arredamento di una cucina e soggiorno open space: l’ultimo trend in design d’interni a cui è difficile resistere
L’open space è un concetto di architettura che definisce nello specifico tutti gli immobili caratterizzati da una pianta libera, dove solo il servizio igienico è isolato da pareti ad eccezione degli altri ambienti, che si fondono gli uni con gli altri. E’ così che cucina e soggiorno, i due fulcri principali della casa, possono creare un unico ambiente dando vita ad un’unica stanza bellissima da vedere ma soprattutto da vivere.
Se non avete a che fare con un immobile già predisposto, e non sapete come arredare cucina e soggiorno in un open space, potete ricreare questo ambiente nella vostra abitazione rivolgendovi ad uno specialista nell’arredamento e ristrutturazione cucine, che potrà fornirvi tutti i consigli più utili a livello architettonico per trasformare questa stanza isolata in un ambiente aperto, luminoso e avvolgente.
Arredare open space: focus su cucina e soggiorno
Innanzitutto è fondamentale scegliere lo stile per arredare open space in cucina e soggiorno, che deve essere perfettamente in linea con quello che è il nostro carattere e stile di vita. Una volta deciso il tipo di design a cui andremo ad ispirarci, lo adatteremo nello specifico nei mobili di cucina e soggiorno open space: è questo l’unico modo per evitare errori di cattivo gusto o ottenere come risultato un collage di complementi che non c’entrano nulla l’uno con l’altro.
Per quel che riguarda lo stile da seguire per arredare open space, è da preferire quello moderno-contemporaneo, ma non dimentichiamoci che anche il design industriale (composto da elementi per lo più in legno e acciaio), il minimal chic (che si identifica per le sue linee semplici e squadrate, prive di fronzoli), il rustico (che utilizza per lo più componenti in legno dalle linee tradizionali) e lo shabby chic (che si caratterizza da mobili anticati in legno bianco) potrebbero rivelarsi delle piacevoli sorprese. Se la vostra opzione dovesse ricadere sulle ultime due proposte, tuttavia, vi dobbiamo avvisare che la cura dei dettagli dovrà essere ancora più minuziosa, onde evitare cadute di stile.
I colori e l’importanza degli accessori per arredare open space
Nel momento in cui avete deciso qual è il vostro tipo di design preferito, dovrete passare alla scelta dei colori; per l’arredamento della cucina (e, di conseguenza, anche del soggiorno), è preferibile utilizzare un solo colore. O, al massimo, due. Assolutamente sconsigliato esagerare con la quantità di nuance diverse, altrimenti l’effetto Kandinskij è dietro l’angolo (peraltro molto stancante per l’occhio alla lunga).
La scelta dei complementi di arredo in un open space è un aspetto molto importante. Negli ambienti con cucina e soggiorno aperti, sarebbe meglio limitarsi nel numero di accessori decorativi per evitare un risultato caotico. Vi consigliamo, invece, di posizionare nei punti strategici pochi e ricercati elementi che, magari, riprendano le tinte dei mobili oppure che siano completamente a contrasto con le tonalità dell’arredo scelto.
Separare gli ambienti in un open space
Sebbene una cucina e soggiorno open space si adatti bene a immobili privi di pareti e a pianta larga, ciò non preclude la possibilità di separare gli ambienti.
Ma come fare? Semplice: vi basterà posizionare i complementi d’arredo in modo strategico, siano essi dei divani, la penisola della cucina, una libreria aperta da entrambi i lati, un separè dal sapore vintage o una fila di vasi monocromatici contenenti fiori colorati o piante sempreverdi.
Spettacolare progetto per capire come costruire una cucina in legno
Porsi la domanda di come costruire una cucina in legno può avere risvolti sicuramente pratici, soprattutto se si possiede un giardino e si vuole disporre di un punto di riferimento senza dover tornare ogni volta nella cucina di casa…
L’estate invoglia a mangiare all’aperto, in terrazza sotto un tendone o sotto arelle di cannicciato o in giardino, sotto un gazebo o una pergola di glicine o di vite. Il problema principale del mangiar fuori sta nella distanza del tavolo dai fornelli, poca se la cucina si apre sulla terrazza dove si vuol mangiare, assai maggiore se il pasto va consumato in giardino.
Chi cucina è obbligato a correre avanti e indietro per sorvegliare la cottura dei cibi e ovviamente viene escluso dalla conversazione conviviale che, confessiamocelo, è la parte più piacevole della riunione… ecco quindi che capire come costruire una cucina in legno è davvero utile.
Il trasporto delle pietanze dalla cucina al tavolo è spesso rischioso e non è raro che la fumante spaghettata anziché nei piatti dei commensali finisca sul prato a diventar cibo per gazze, storni, merli e soprattutto formiche. Quello che dovrebbe arrivare caldissimo, appena tolto dalla griglia o dalla piastra, puntine di maiale, agnello a scottadito, salsicce, eccetera rischia di intiepidirsi a scorno dell’abilità del rosticciere.
Cosa serve per costruire una cucina in legno
(per la cucina del modello, misure in mm)
Piano di lavoro in lamellare di faggio 38x600x1160
Listello sezione 57×57: 4 gambe da 746: 6 longheroni da 1002; 6 traverse da 441
Listello sezione 45×26: 2 sponde da 1002; 2 sponde da 441
4 bordini 20x25x1000;
26 assicelle 11x68x436 (ripiani inferiori);
4 listelli 26x46x1000 (ripiani inferiori);
lamellare o multistrato marino da 18 mm per gli accessori
Ferramenta: 4 ruote Ø 125 con attacco a piastra, alte 165; 4 maniglie (sponda piano di lavoro) di 337; 1 appendino a ganci fissi (davanti); 2 portaganci (sui lati corti del piano intermedio) da 437; 2 maniglie da trasporto (sui lati corti, in alto);
ciabatta multipresa con cavo e spina e fissacavo;
spine Ø 8 mm;
viti a numero e misura;
colla a prova di umidità
Come costruire una cucina in legno mobile
A tutti questi inconvenienti possiamo porre rimedio trasferendo accanto al tavolo i fornelli con questa robusta cucina in legno montata su ruote, proposta con forno elettrico e piano di cottura in vetroceramica che consentono di contenerne il peso rispetto all’alimentazione a gas, comunque sempre possibile, per i fornelli, trasportando a parte la bombola. C
Col gas sarà opportuno bordare con una cornice di lamiera di rame la finestra di inserimento così che il calore prodotto dalla fiamma si disperda ed il legno non si bruci.
La struttura delle cucina in legno
Premettiamo che capire come costruire una cucina in legno le misure fornite nell’elenco dei materiali sono puramente indicative, salvo che per la sezione e la natura degli elementi portanti, e che, seguendo le dimensioni del piano di cottura disponibile ed il tipo di arte culinaria preferito, le dimensioni della nostra cucina da campo possono, pur sempre nei limiti di un’agevole trasportabilità, essere variate a piacere.
Il manufatto è composto da tre ripiani retti da una robusta cornice e collegati da quattro gambe montate su ruote piroettanti con attacco a piastra.
Il ripiano superiore, di lamellare, è aperto da tre finestre: una rettangolare dove incastrare il piano di cottura, obbligatoria, e due, facoltative; rotonda una, dove incastrare un’insalatiera o una zuppiera in modo tale che restino stabili durante il trasporto ed una più o meno quadrata in grado di ospitare, altrettanto stabilmente, un tagliere di legno o granito, su cui poter affettare o tritare ciò che occorre.
Gli altri due ripiani sono in tavolette distanziate di circa un centimetro che lascino cadere al suolo briciole e simili. Nel modello un ripiano regge, sotto il piano di cottura, un forno elettrico e, col fondo incastrato in una tavola aperta da fori realizzati con la sega a tazza, bottiglie varie, l’altro ripiano ospita vasetti assortiti e gli ingredienti da usare nelle ricette. Inutile dire che la sistemazione e la destinazione dei due ripiani dipendono solo dalle necessità del realizzatore.
Come costruire una cucina in legno: la realizzazione del telaio
La cucina mobile è sottoposta ad un notevole carico sia statico (il peso del piano di cottura, del forno e di tutto il necessario per il pasto) sia dinamico in quanto non è detto che il percorso dalla casa al giardino sia liscio come il piano di un biliardo con conseguenti scossoni di tutta la struttura. È per questo che si debbono usare elementi costruttivi di buona sezione, in grado di reggere al tormento.
Nella sequenza fotografica è illustrato il sistema di montaggio più veloce ed economico, con unioni a mezzo di spine. Va da sé che il telaio risulterebbe assai più resistente se longheroni e traverse, opportunamente allungati di 114 mm, fossero incastrati nelle gambe con code di rondine a mezzolegno bloccate con spine.
La cornice superiore va tenuta un paio di centimetri al di sotto della sommità delle gambe.Il montaggio comincia dalle pareti corte stringendo le traverse fra le gambe con strettoi di opportuna lunghezza.Si aprono i fori, profondi circa 80 mm, per l’inserimento di spine Ø 8 mm lunghe almeno 90, da ricavare dalle barre e di cui smussare un capo col temperamatite.Spalmate di colla le zone di attacco e le spine, queste si inseriscono a fondo nelle loro sedi.Sega a dorso o seghetto alternativo tagliano poi a filo piano quanto ne sporge dal foro.I due telai così ottenuti si uniscono avvitandoli di testa ai sei longheroni affondando la testa delle viti per almeno un centimetro in un foro Ø 8 mm da chiudere poi con un pezzetto di spina con funzione ornamentale.è ovvio che per garantire la tenuta occorrono due spine o due viti per ogni unione fra gli elementi di sezione 57×57 mm mentre basta una sola vite, nascosta, per unire alle gambe quelli sezione 26×45.
Come installare le ruote piroettanti per spostare facilmente la cucina in legno
La mobilità della cucina è assicurata dalle ruote, almeno due piroettanti, di buon diametro e con attacco a piastra, meglio se triangolare, da avvitare sotto i quattro angoli del mobile. Nella foto si vede come le viti per i longheroni siano inserite in modo da non interferire con le spine per le traverse.
Piano di lavoro e tagliere
Mentre il piano di lavoro è in lamellare, gli altri due sono grigliati di tavolette fissate su due longheroni, distanziate di circa 10 mm. Colla e graffe (o chiodi o viti) uniscono i pezzi.Il tagliere a vassoio si ricava, fondo e spondine, da una tavola di lamellare da 18 mm, materiale da usare anche per l’eventuale portabottiglie o per il cassettino per i vasetti (meglio che lasciarli sciolti sul piano).
I particolari del piano
La finestra da aprire nel lamellare da 38 mm per il piano di cottura va a misura della sua parte da incassare, più stretta di quella a vista. Tracciatane sul piano la sagoma, tenendo conto anche dell’eventuale sporgenza della cornice, la si apre col seghetto alternativo dopo aver aperto negli angoli quattro fori Ø 10 mm.Se lo spessore dell’elettrodomestico supera i 38 mm occorre aprire nei longheroni superiori del telaio, con lavoro di mazzuolo e scalpello o con una buona fresatrice, lo scarico che permetta di alloggiarlo a filo piano.le sponde alte 45 mm del tagliere-vassoio, qui di 550x 330 mm con una maniglia di 90×440 mm debbono reggere ai colpi del pestacarne o al movimento della mezzaluna: sono nello stesso lamellare da 18 mm ed unite con molte spine nascoste, 5 sui lati lunghi e 3 sui lati corti, stretti ed a loro volta spinati fra quelli lunghi.Fissate bene le sponde col mazzuolo il tagliere va poi messo sotto pressa o stretto da morsetti.
La finitura della cucina in legno fai date
Visto che il mobile è destinato ad usi alimentari sono da escludere impregnanti a solvente. Il piano superiore, se dotato di appoggio per il tagliere, può essere verniciato a flatting o protetto con olio impregnante, per il resto si consiglia l’applicazione, a caldo, di paraffina o stearina.
Installazione di ringhierine e ganci
due coppie di ringhierine metalliche (qui maniglie da armadio ma ciascuno potrà usare ciò che meglio gli garbi) a bordare gli angoli posteriori del piano impediscono che pentole od altro ne scivolino fuori.il piano, completato e rifinito, si fissa ai longheroni con viti Ø 6×90 mm, 4 per lato, inserite dal basso svasando il foro d’entrata per tenerne la testa a filo piano.sostegni per ganci ad S fissati fra le gambe (altre maniglie da armadio) permettono di appendere con comodità mestoli, schiumarole, forchettoni e quant’altro occorre per la cucina. Gli strofinacci, invece, è più comodo appenderli sul davanti a ganci, singoli o montati in serie su una base, fissati al longherone superiore.
Et voilà, ecco Come costruire una cucina in legno!