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Tavolo fratino allungabile fai da te | Come progettarlo e costruirlo

Costruito interamente utilizzando gli elementi di un vecchio serramento, questo tavolo fratino allungabile fai da te può essere ampliato in pochi secondi

Ancora una volta presentiamo un progetto, in questo caso un tavolo fratino allungabile fai da te realizzato praticamente senza “spreco di risorse”, un criterio che nella civiltà dei consumi sembra identificarsi con un’inversione di tendenza piuttosto recente, a tratti una moda, ma che i nostri lettori hanno nel DNA da sempre.

Come progettare un tavolo fratino

travolo fratino progetto

Legno di castagno e materiali di recupero

La costruzione di questo tavolo fratino allungabile con tanto di estensioni ha come protagonista il legno di castagno recuperato dal telaio di una finestra e dal relativo oscurante esterno, sostituiti con altri più funzionali: quello che per la maggior parte delle persone era materiale destinato alla discarica, per il nostro lettore Rodolfo Rocco si è rivelato ancor meglio del nuovo, soprattutto gratis.

Il contesto in cui inserire un tavolo fratino allungabile

Il contesto rustico dell’ambiente cucina-tinello, in cui era prevista la collocazione del tavolo fratino allungabile, ha permesso di evitare lavorazioni particolarmente sofisticate; le unioni passanti a tenone e mortasa, utilizzate nell’assemblaggio del sostegno, offrono la necessaria robustezza, contribuendo a caratterizzare lo stile del mobile.

Tuttavia è indispensabile restituire al legno di recupero un aspetto dignitoso, eliminando i segni del tempo e del precedente utilizzo con passaggi di pialla, prima di passare alla costruzione e provvedendo poi alla stuccatura delle imperfezioni, prima della fase di finitura. Il meccanismo di estensione è molto semplice, bastano 4 strisce di piattina inserite in fresature praticate sotto il piano del tavolo fratino allungabile fai da te.

Come costruire un tavolo fratino

Dopo lo smontaggio della ferramenta e la rimozione di viti, chiodi o qualsivoglia elemento estraneo, le tavole vanno piallate per ottenere facce piane e riportare alla luce il legno nuovo.
Qualche elemento può presentare fessurazioni e richiedere un intervento localizzato di incollaggio ed essiccazione in pressa prima di affrontare il lavoro.
Le gambe sono costituite da due telai formati da travetti 60×60 mm giuntati con incastri a tenone e mortasa; in questa fase si vede la preparazione dei tenoni della traversa inferiore…
… che devono inserirsi nelle mortase aperte nei montanti del telaio.
Mentre i tenoni si realizzano velocemente con la circolare da banco munita di guida parallela, per aprire le mortase, essendo passanti, si può utilizzare un multiutensile a oscillazione.
Dopo aver giuntato di costa le tavole che compongono il piano tramite spinatura, sulla faccia inferiore si realizzano le fresature atte allo scorrimento dei ferri piatti 400x40x4 mm che permettono l’estensione del tavolo.
I telai si collegano al piano del tavolo tramite lunghe spine che attraversano la traversa superiore e si conficcano cieche nelle tavole.
I due telai si collegano, nella parte superiore, tramite due traverse 800x40x25 mm, anche queste a tenone e mortasa aperta; l’incastro
si stabilizza con l’inserimento di una vite che attraversa il tenone.
Al centro della traversa inferiore di ciascun telaio si apre uno scasso per il montaggio di una tavola da 800x80x25 mm che irrigidisce il tutto.
I ferri piatti sono mantenuti in sede da piastrine di ferro avvitate al piano; le due estensioni, anch’esse fresate nella parte inferiore, si collegano al piano con cerniere a metro che permettono di ripiegarle sotto il piano.

 

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  • Lama e superficie del pezzo in lavorazione protette da eventuali danni poiché il proteggilama si attiva automaticamente
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Estensione e finitura

Il tavolo chiuso offre un piano da 1000×600 mm, la superficie ottimale per 4 commensali.
Due piastrine sagomate trattengono le estensioni aderenti al piano; all’occorrenza basta ruotarle verso l’esterno di 180°, ribaltare in alto entrambe le estensioni ed estrarre i ferri piatti, in questo modo il tavolo si allunga di 40 cm e offre posto per altri due ospiti.
L’ingombro dei telai non lascia molta libertà di movimento per le gambe dei commensali, ma se la cuoca sa il fatto suo è un disagio che si sopporta volentieri.
La finitura, dopo un’ultima carteggiata, prevede la stesura di un mordente color noce e l’applicazione a spruzzo di un prodotto turapori.

Smalto Multi Materiale V33

Smalto Multi Materiale

  • Ideale su legno, ferro, PVC, alluminio
  • Senza utilizzo di un fondo
  • Resistenza a urti, macchie, intemperie e UV.

Caratteristiche

  • Senza utilizzo di un fondo, direttamente sul materiale.
  • Direttamente sulla ruggine: smalto con proprietà anticorrosive.
  • Direttamente sul legno verniciato o impregnato: smalto elastico e traspirante.
  • Direttamente su PVC: tenuta perfetta.
  • Direttamente su alluminio: super aderenza.
  • Risultato estetico di lunga durata.

Attrezzi

  • Pennello: speciale per pitture a solvente.
  • Rullo: su legno, rullo a pelo lungo, su ferro, PVC, alluminio, rullo per smalti.
  • Pistola a spruzzo: ideale per superfici con molta lavorazione. Stendere tre mani.
  • Carta abrasiva
  • Bacchetta larga per mescolare
  • Straccio per pulire

Preparazione

La PREPARAZIONE del supporto è uno step FONDAMENTALE per la buona riuscita del lavoro, occorre prestargli attenzione e il tempo necessario. Tutta la superficie da verniciare deve essere pulita, secca, sgrassata e senza vecchi pezzi di pittura non aderente. Tutte le sostanze grasse o pellicolanti possono causare una non aderenza dello smalto.

Supporti grezzi o nuovi legno: carteggiare leggermente e spolverare. Su legni esotici, sgrassare con acetone.

Ferro: su metalli nuovi: sgrassare con acetone. Su metalli arrugginiti: eliminare la maggior parte della ruggine con una spazzola metallica e spolverare.

Pvc – alluminio – zinco metalli galvanizzati – rame: carteggiare leggermente con carta vetro grana 150 e lavare assolutamente con un detergente a base di soda (alcalino) e sciacquare. Su metalli non ferrosi: lavare con acetone.

Supporti già verniciati o impregnati, in buono stato legno e ferro: carteggiare leggermente con carta vetro a grana fine (120) e spolverare.

Pvc – alluminio – zinco metalli galvanizzati – rame: carteggiare leggermente con carta vetro grana 150 e lavare assolutamente e generosamente con un detergente a base di soda (alcalino) e sciacquare.

Supporti già verniciati o impregnati, in cattivo stato legno: grattare le parti non aderenti, carteggiare e spolverare. Ferro: spazzolare la ruggine e grattare il resto della vecchia vernice per poi sgrassare con acetone.

Pvc – alluminio – zinco metalli galvanizzati – rame: carteggiare leggermente con carta vetro grana 150 e lavare assolutamente e generosamente con un detergente a base di soda (alcalino) e sciacquare.

Applicazione

Condizioni ideali di applicazione: tra i 12° e i 25°C, senza pioggia, umidità e vento. 
Prima e durante l’applicazione mescolare il vostro smalto con l’aiuto di una bacchetta lunga e larga insistendo sul fondo della confezione per ben rendere omogeneo lo smalto.
Smalto pronto all’uso, non diluire:

  1. Iniziare a smaltare gli angoli e le scanalature della superficie. Continuare poi con strati incrociati e regolari evitando le 
sovrapposizioni.
  2. Lasciare seccare per 24 ore. Carteggiare leggermente e spolverare.
  3. Applicare la seconda mano di smalto con gli stessi accorgimenti.

Per le tinte vive, uno strato supplementare potrebbe essere necessario.
La performance e la resistenza ottimale sono ottenute dopo 15 giorni dall’essiccazione.

Resistenza

Nel rispetto di un modo di utilizzo unicamente su supporti verticali.
La garanzia può essere ridotta su delle superfici sottoposte a forte umidità e non si applica su superfici soggette ad acqua stagnante. La garanzia concerne esclusivamente l’aspetto della vernice ed è limitata al rimborso del prodotto (su presentazione di scontrino di acquisto).

Precauzioni d’uso

ATTENZIONE – EUH208: Contiene metiletilchetossima. Può provocare una reazione allergica. H226 : Liquido e vapori infiammabili. H412 : Nocivo per gli organismi acquatici con effetti di lunga durata. EUH066 : L’esposizione ripetuta può provocare secchezza o screpolature della pelle. P101 : In caso di consultazione di un medico, tenere a disposizione il contenitore o l’etichetta del prodotto. P102: Tenere fuori dalla portata dei bambini. P210 : Tenere lontano da fonti di calore, superfici calde, scintille, fiamme libere o altre fonti di accensione. Non fumare. P271: Utilizzare soltanto all’aperto o in luogo ben ventilato. P501: Smaltire il prodotto/recipiente presso una discarica (contattate il vostro comune per conoscerne l’indirizzo). Valore limite UE per questo prodotto (cat A/i): 500g/L (2010). Questo prodotto contiene max 312g/L COV. 
Non gettare i residui nella fogna. Richiudere la latta dopo l’uso.

Protettivo Completo per legno Protezione Classica V33

ASPETTO: Satinato

ESSICCAZIONE: Al tatto : 4 ore Tra 2 mani : 6 ore Completa : 24 ore

RESA: 1L= ± 12 mq/l

ATTREZZI: Pennello, spruzzo o rullo

PULIZIA DEGLI ATTREZZI: Acquaragia

FORMATI: 0.75L – 2.5L – 5L – 10L

  • Alta resistenza ai raggi UV ed alle intemperie
  • Microporoso: non screpola
  • Facile applicazione: non cola

Destinazione d’uso

  • Persiane, cancelli, serramenti, travi – perline, mobili.
  • Pronto all’uso
  • Idrorepellente e traspirante
  • Non si sfoglia – Non richiede ulteriori trattamenti di finitura

Caratteristiche

Prodotto unico che consente in sole due mani di impregnare, colorare e proteggere il legno dagli agenti atmosferici. Non forma pellicola, non si screpola. Il PROTETTIVO COMPLETO PER LEGNO Protezione Classica V33 penetra in profondità nel legno, nutrendolo e proteggendolo da muffe e marcescenze. Grazie all’alta concentrazione di resine, costituisce inoltre una protezione esterna di eccezionale efficacia e durata contro i danni causati da acqua e sole. Esiste in diverse tonalità che valorizzano la naturale venatura del legno conferendogli un bell’aspetto satinato (6 ore tra la prima e la seconda mano) oppure lucido (24 ore tra due mani). Si rinnova facilmente senza carteggiare né sverniciare.

Preparazione

Il supporto deve essere pulito, asciutto e privo di polvere. Legni nuovi o precedentemente trattati con impregnante : se possibile, carteggiare leggermente quindi eliminare la polvere. Legni già verniciati : spazzolare per eliminare le parti non aderenti, sgranare con carta vetrata in modo da ottenere una superficie liscia ed infine eliminare la polvere.

Applicazione

Mescolare il prodotto nel barattolo prima dell’applicazione. Applicare due mani con il pennello o la pistola a spruzzo. Lasciare asciugare da 6 a 24 ore a seconda dell’aspetto desiderato. Se possibile, carteggiare leggermente con carta vetrata fine prima di applicare la seconda mano. Condizioni ideali d’applicazione: temperatura compresa tra i 12° e i 25C°, su un legno non troppo caldo per evitare qualsiasi traccia di essiccazione. Pulizia del materiale : acquaragia. Attenzione: il colore della tinta nel barattolo non corrisponde alla tinta ottenuta dopo alcuni minuti di essiccazione. Significa che la tinta finale dopo essiccazione sarà quella scelta. Il protettivo incolore si utilizza soltanto per rinnovare legni già impregnati e tinti o per diluire le altre tinte.

Consigli pratici V33

Legni esotici o molto resinosi: sgrassare preventivamente il supporto con diluente nitro. Legni contaminati: per eliminare insetti già presenti nel legno, o per prevenire un’eventuale contaminazione, applicare una mano di Trattamento prima di procedere all’applicazione del protettivo come indicato sopra.

Precauzione d’uso

R10: INFIAMMABILE. R66: L’esposizione ripetuta può provocare secchezza e screpolature della pelle. S2: Conservare fuori dalla portata dei bambini. S23: Non respirare i vapori. S29: Non gettare i residui nelle fognature. S46: In caso d’ingestione consultare immediatamente il medico e mostrargli il contenitore o l’etichetta. S51: Usare soltanto in luogo ben ventilato. Contiene carbossilati di cobalto e metiletilcetossime. Può provocare una reazione allergica. Il valore limite UE per questo prodotto (cat. A/e): 400 g/l (2010). Questo prodotto contiene al massimo 400 g/l di COV. Per conservare una latta iniziata, versare il prodotto che resta in un recipiente accuratamente chiuso. Contribuite a preservare l’ambiente non gettando i residui alla fogna ed portare il recipiente vuoto in discarica. Richiudere la latta dopo l’uso

Protettivo Completo per legno Acqua Gel V33

ASPETTO: Satinato

FORMATO: 0.75L, 2.5L

ESSICCAZIONE: Al tatto: 30 min / Tra 2 mani: 3 ore / Completa: 12 ore

RESA: 1L= ± 12 mq/l

ATTREZZI: Pennello, spruzzo o rullo

PULIZIA DEGLI ATTREZZI: Acqua

  • Alta resistenza ai raggi UV e alle intemperie
  • Senza odore, senza emanazioni nocive
  • Facile applicazione: tenuta anti-goccia
  • Effetto Cera

Destinazione

Persiane, cancelli, recinzioni, finestre, perline, travi…

  • Essenze europee ed esotiche.
  • Compatibile su tutti i tipi di legno e tutti i protettivi precedenti, già applicati.

Caratteristiche

  • Protegge, decora ed impermeabilizza il legno in modo duraturo.
  • Alta resistenza ai raggi UV e alle intemperie.
  • Molto facile da applicare in senso verticale o in altezza: sistema antigoccia.
  • Rapida essiccazione per ottenere una protezione ottimale in mezza giornata.

Preparazione

Il legno deve essere pulito ed asciutto. 

  • Legni grezzi: carteggiare ed eliminare la polvere. Trattare precedentemente il legno con una mano di TRATTAMENTO per proteggerlo meglio.
  • Legni già protetti: spazzolare per eliminare le parti non aderenti, sgranare con carta vetrata in modo da ottenere una superficie liscia ed infine eliminare la polvere.
  • Legni esotici: applicazione diretta, tranne su legno grasso.

Applicazione

Mescolare il prodotto nel barattolo prima dell’applicazione. 

Attenzione: il colore della tinta nel barattolo non corrisponde alla tinta ottenuta dopo alcuni minuti di essiccazione. La tinta scelta si otterrà solamente dopo l’essiccazione del prodotto.

  • Applicare due mani con il pennello, il rullo o la pistola a spruzzo (diluito al 10%).
  • Condizioni ideali d’applicazione: temperatura compresa tra 12 e 25°C, su un legno non troppo caldo per evitare qualsiasi traccia di essiccazione.
  • Sui legni nuovi o molto esposti si consigli di applicare una terza mano per le tinte chiare.

Il protettivo incolore è raccomandato per interni. In esterni si utilizza solo per diminuire la concentrazione delle altre tinte.

Consigli

  • La tinta ottenuta dipende dal colore iniziale e dall’età del legno. Più il legno è vecchio, più la tinta ottenuta sarà scura.
  • Tra una mano e l’altra sgranare il legno con la carta vetrata allo scopo di ottenere una superficie liscia.
  • Se il legno è grasso, sgrassare con il Solvente Pulitore V33 prima di applicare il protettivo completo per legno.
  • Per conservare un barattolo aperto, travasare il prodotto rimanente in un recipiente adeguato alla qual rimasta (sotto vuoto).

La normale resistenza agli agenti atmosferisci, osservata in 6 anni, può risultare inferiore in presenza di particolari condizioni climatiche o di esposizione e nei casi di applicazione del prodotto su superfici porose. La garanzia e limitata al rimborso del prezzo del prodotto (dietro presentazione della latta e dello scontrino fiscale).

Azulejos fai da te | Come decorare le piastrelle portoghesi

Normalissime piastrelline bianche 10×10 cm, dipinte nei toni del blu e dell’azzurro con disegni geometrici e lineari tipici del Portogallo e della Spagna, per decorare l’ingresso e la cucina. Ecco come realizzare azulejos fai da te

ceramiche portoghesi

Le azulejos sono piastrelle di ceramica decorate a mano tipiche del Portogallo e di alcune zone della Spagna. La caratteristica principale di un azulejo è la tonalità di colore utilizzata (sfumature di blu e azzurro) con una trazizionale forma quadrata di 12 cm e soggetti decorativi caratteristici.

Il termine Azulejo deriva dalla lingua araba az-zulaiŷ, ovvero pietra lucidata.  Per ricreare in casa delle azulejos fai da te possiamo utilizzare dei colori per ceramica da fissare in forno e, ovviamente piastrelle di ceramica (possibilmente di forma quadrata)

Occorrente

decorare piastrelle
Piastrelline in ceramica bianca 10×10 cm, Idea Smalti a forno casalingo (Blu primario Cyan e Bianco), pennelli sintetici piatti e tondi, una matita grassa per ceramica, disegni tipici degli Azulejos. (Prodotti Maimeri)

Decorare la ceramica per creare azulejos fai da te

azulejos fai da te
azulejo
  1. Si disegnano con la matita grassa i soggetti direttamente sulle piastrelle; il lavoro è più semplice e veloce se ci si aiuta nel trasferimento con la carta copiativa.
  2. Si mescola un poco di Blu primario Cyan al Bianco ottenendo un azzurro e si dipingono le parti che devono essere chiare. Si lascia asciugare bene. Le più comuni generalmente sono dipinte con 2 toni.
  3. Con il colore blu e un pennello sottile si disegnano contorni, ombre e filetti, rendendo il soggetto a due colori. Le piastrelle decorate vanno messe nel forno di casa ad una temperatura di 160° per 40 minuti circa. Si lasciano raffreddare e si incollano dove si desidera con colla rapida per piastrelle.
ceramica decorata
Esempio di azulejos Decorative

Tavolini da salotto fai da te

Ecco come costruire passo-passo due bellissimi tavolini da salotto fai da te, con top scorrevole

materiale per fai da teQuesti due tavolini da salotto fai da te provvisti di top scorrevole, collocati uno di fronte all’altro, forniscono un piano d’appoggio con un’altezza ideale per collocarli in salotto, tra divano e poltrone. Lo spazio occupato  non va perso perché all’interno  dei due moduli possono trovare posto libri, videocassette o DVD, telecomandi e tutto ciò che si deve avere a portata di mano. I due top scorrono su guide per cassetti montate sul bordo superiore  del telaio. Quelle che appaiono come quattro gambe quadrate  agli angoli, in realtà non sono altro che riporti incollati e inchiodati alla struttura portante costituita  da un cassone in MDF, sollevato  da terra di una decina di millimetri grazie a quattro spessori.

Cosa serve per realizzare i tavolini da salotto fai da te: (materiali per uno dei due tavolini da salotto):

  • MDF da 19 mm: 2 fianchi 850×300 mm + 2 da 400×300 mm; 1 fondo 812×400 mm; 1 divisorio interno 281×400 mm; 1 coperchio 420×850 mm
  • MDF da 10 mm: 2 pezzi da 45×850 mm e 2 da 45×350 mm (bordi superiori); 4 da 45×320 mm (angoli verticali); 2 da 45×450 mm e 2 da 45×850 mm (bordi coperchio)
  • Listelli 25×45 mm: 2 da 420 mm e 2 da 400 mm; spine di faggio ø 6 mm; viti 3×40 mm; chiodini 1,5×20 mm
  • guide metalliche per  cassetti con viti; fondo acrilico; carta vetrata; smalto acrilico

Tavolini da salotto fai da te – il progetto

tavolino da salotto progetto

Tavolini da salotto fai da te – assemblaggio con spine

incollaggio con spine

  1. Il contenitore è realizzato interamente con la tecnica della spinatura cieca. Per praticare fori corrispondenti lungo i bordi delle parti da unire, dobbiamo ricorrere alla guida specifica, allineando con esattezza ogni pannello al profilo del fondo.
  2. I pannelli laterali corti vanno forati in basso sulla faccia interna, per essere collegati al fondo, e sui due bordi verticali, per il collegamento ai fianchi maggiori. Cospargiamo di colla le sedi per le spine ed i bordi a contatto.
  3. Utilizziamo un mazzuolo con testa gommata per far combaciare con esattezza i pannelli, rimuovendo con uno straccio l’eccesso di colla finché questa è ancora fresca.
  4. Prima di mettere in pressione spine e colla, dobbiamo inserire il divisorio, operazione che risulterebbe difficoltosa da eseguire in tempi successivi.

L’importanza dei morsetti

morsettatura

Il “cassone” che forma il corpo centrale del tavolino  va poi bloccato con alcuni di lunghi strettoi o con cinghie fino ad incollaggio stabilizzato. La fase del serraggio è fondamentale per la perfetta riuscita di ogni assemblaggio in legno o suoi derivati. La colla vinilica esplica la sua tenuta con tanto maggiore resistenza quanto più i pezzi sono stati pressati durante il periodo di presa, che non deve essere inferiore alle 24 ore.

Finitura e smaltatura

smaltatura del legno

  1. Incolliamo due listelli 400x25x45 mm a filo dei bordi superiori dei fianchi corti per ottenere uno spazio sufficiente al fissaggio delle guide; per lo stesso motivo anche i lati corti del coperchio vanno rinforzati con listelli. Il perimetro del cassone è rivestito con liste di MDF da 10 mm incollate ed inchiodate allo spessore. Allo stesso modo rivestiamo il coperchio.
  2. Ai quattro spigoli inchiodiamo ed incolliamo le coppie di tavolette in verticale, sporgenti di 10 mm alla base; sotto, negli angoli, incolliamo 4 quadratini di MDF da 10 mm di scarto, per ottenere i piedini d’appoggio.
  3. Dopo aver applicato una mano di fondo e aver passato la carta vetrata fine, possiamo trattare il mobiletto con smalto acrilico all’acqua che applichiamo in due mani con un piccolo rullo; rifiniamo invece i particolari con un pennellino.

Montare le guide

come montare le guide

  1. Sui lati corti del coperchio capovolto fissiamo le guide metalliche di scorrimento per mezzo di viti, ad opportuna distanza dal bordo ed esattamente allineate.
  2. Capovolgiamo il coperchio collocandolo sopra il contenitore, sempre ben allineato, e, aprendolo quanto basta, inseriamo la prima vite su ciascun lato, poi le altre.

Creare dei tavolini da salotto fai da te è un procedimento divertente e di facile realizzazione: saranno utilissimi quando abbiamo molti ospiti o amici.

Tavolini da salotto
Il tavolino rappresentato in questo articolo,  ha il non trascurabile pregio di poter essere ribaltato e fissato al muro diventando un “quadro” di vele in mezzo al mare.

La sua struttura è in MDF dello spessore di 19 mm: si tratta di tagliare due pezzi rettangolari larghi 785 mm e alti uno 600 (il tavolo) e l’altro 175 mm (la tavoletta di ancoraggio). Questi due pezzi vanno collegati lungo i lati maggiori per mezzo di una cerniera a metro fissata con una serie di vitine.

Il tavolino, ribaltato verso l’alto, lascia molto spazio libero. Tutto il bordo viene elaborato con una smussatura a 45° per rendere meno “spigoloso” l’insieme. Questa elaborazione, da realizzare con una fresa, si può far effettuare al momento dell’acquisto del foglio di MDF.

Nella parte posteriore del tavolo incernieriamo, lungo la sua mezzeria, un triangolo, sempre in MDF, il cui compito è quello di sostenere il piano ribaltato in apertura. Dopo aver smussato i bordi a 45° e aver smaltato il tutto blocchiamo la tavoletta di ancoraggio a parete con 4 tasselli. Per assicurare alla parete il piano nella versione “quadro” conviene predisporre un fermo,come un tassello a gancio che ruota verso il basso.

MATERIALI: • Piano in MDF 19 mm di spessore; 2 cerniere a metro con relative viti; 4 tasselli a espansione a vite; 1 tassello a gancio;  fondo e smalto in due tinte contrastanti.

Tavolini da salotto – La realizzazione

  1. Il piano e la tavoletta d’ancoraggio alla parete vanno uniti con una cerniera a metro fissata di costa su entrambi gli elementi con piccole viti da legno.
  2. Sempre con cerniera a metro si collega il supporto triangolare lungo la mezzeria posteriore del piano del tavolino, per fungere da sostegno.
  3. Trattiamo la superficie del tavolino con smalti acrilici. Smaltiamo la zona di piano triangolare speculare al sostegno con lo stesso blu adottato per questo e per la tavoletta di ancoraggio.

 

Nuovo sito Briggs&Stratton | Iscriviti e scarica gratis la guida giardinaggio

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Briggs & Stratton saluta l’inizio della nuova stagione di taglio con una novità: il lancio del nuovo sito internet ilmotoreconta.it, dal quale è possibile scaricare gratuitamente la “Guida con i consigli utili per il tuo giardino“. Oltre alla guida, dal nuovo sito sarà possibile scaricare la nuova app Briggs & Stratton Service, consultare i video e gli articoli sulla manutenzione fai-da-te delle attrezzature, trovare i consigli per la cura del prato, i dettagli sulla gamma e le ultime novità dall’azienda.

Il sito ilmotoreconta.it raccoglie tutte le informazioni e gli strumenti utili non solo per gli utilizzatori di macchine da giardino motorizzate Briggs & Stratton, ma anche per gli appassionati di giardinaggio e del verde in generale. Dalla homepage del sito è infatti scaricabile la guida “Consigli utili per il tuo giardino”: un pdf stampabile e facilmente consultabile con alcuni suggerimenti per il taglio dell’erba, per la cura del prato nelle varie stagioni, nuove idee per rinnovare il look del giardino, indicazioni per la manutenzione fai-da-te delle attrezzature e pratici videotutorial consultabili tramite la scansione del QR code.

Nelle sezioni News e Video sono inoltre pubblicate le novità dall’azienda ed i consigli stagionali sulla cura del prato, del giardino e delle attrezzature, i videotutorial per effettuare la manutenzione direttamente da casa, e tutte le newsletter Briggs & Stratton con informazioni utili e interessanti rubriche sulla cura del verde domestico.

Architettura bioclimatica di ieri ed edifici vampiro di oggi

Tratto da “Rifare Casa n.51 – Maggio/Giugno 2017″

«…Due sono le regole base da tenere a mente perché un edificio sia sostenibile e confortevole: la miglior fonte di riscaldamento/raffrescamento è l’isolamento e il miglior isolante è l’aria…»

Quasi il 70% delle case esistenti in Italia sono state costruite tra il 1946 e il 1991, poco meno della metà sono state realizzate tra gli anni ’70 e i ’90 quando il costo dell’energia era ben diverso da oggi e ancora non si parlava di tutela del pianeta e delle risorse. E aggiungerei che non si ragionava in termini di estetica delle città; al contrario, i risultati fanno pensare a una volontà vera e propria di profanare la bellezza dei siti dell’architettura preesistente. Bellezza a parte, oggi questi edifici sono da riqualificare, pena costi di gestione molto elevati e deprezzamento dell’immobile.

Nel 2005, grazie alla normativa europea, gli standard imposti sul risparmio energetico hanno determinato una vera rivoluzione, obbligando a costruire edifici sempre più efficienti, che utilizzano il sole e la terra per riscaldare e raffrescare, progettati in modo da poter trattenere dentro il caldo in inverno e lasciarlo fuori durante l’estate. Ma questi principi non sono stati inventati negli anni 2000, basti pensare ai Trulli, le tipiche costruzioni Pugliesi – i più antichi rimasti sono databili alla fine del XVII secolo ma l’origine è ben più lontana – che, costruiti in muratura a secco di spessore molto elevato con poche e piccole aperture, assicurano un’elevatissima inerzia termica, fresco in estate e caldo in inverno.

Oppure ai dammusi delle isole Pelagie, anch’essi progettati per proteggere dagli agenti atmosferici del luogo, vento, caldo e scarsità di piogge, con i loro tetti a cupola per convogliare l’acqua piovana nelle cisterne, i loro muri spessi fino a un metro e quaranta e le piccole finestre e porte. Per non parlare di edifici come il castelllo della Zisa di Palermo, spettacolare connubio tra architettura normanna e ingegneria araba con un sistema di raffrescamento e ventilazione naturale che anticipa di circa 850 anni le più moderne soluzioni bioclimatiche.

E continuando pensiamo alle case in legno di montagna o addirittura agli igloo degli eschimesi, ottime abitazioni per proteggersi dal freddo; tutti interessanti esempi di bioedilizia passiva ante-litteram. Negli anni del boom edilizio furono ritenute superate le regole sagge ed elementari che adottavano i nostri antenati non potendo disporre di energia e macchine che producessero il caldo e il freddo in qualunque condizione. Adesso dobbiamo piangere sul latte versato e correre ai ripari risanando case che, senza darci un adeguato comfort termico, ci dissanguano. Due sono le regole base da tenere a mente perché un edificio sia sostenibile nei consumi e abbia sempre temperature giuste: la miglior fonte di riscaldamento/raffrescamento è l’isolamento e il miglior isolante è l’aria, come vedremo nell’ampio dossier sul sistema “cappotto”, da pagina 18, in cui analizziamo diversi materiali la cui caratteristica comune è quella di essere composti quasi per la totalità da aria.

Uno scrigno della natura e dell’arte

Tratto da “Fai da te n.81 – Aprile/Maggio 2017”

Autore: Nicla de Carolis

Uovo, simbolo di vita che nasce, di continuità e di mistero con la sua forma divinamente perfetta, la superficie curva e liscia. L’arte ha spesso usato l’uovo per il suo valore simbolico e per la sua linea armoniosa che custodisce qualcosa di prezioso, come in natura dove troviamo il suo contenuto dall’altissimo valore nutritivo.

un raro caso di egg inception, uovo dentro l’uovo, l’uovo ha dimensioni di almento 2 volte superiori ad un uovo normale… pensate al dolore della povera gallina per espellerlo!

Le prime da citare sono sicuramente le uova realizzate dal gioielliere russo Fabergé per lo Zar Alessandro III con dentro soprese preziose in miniatura che dovevano stupire tutta la corte, delle vere opere d’arte ognuna delle quali richiedeva il lavoro di un anno di più artigiani.

Un esemplare delle famose uova Fabergé contenente il modellino dell’incrociatore ‘Pamjat Asowa’ commissionato dallo zar Alessandro III per la Pasqua del 1891 (a pagina 8 c’è la storia
delle preziosissime uova)

Per poi parlare delle opere di Salvador Dalì, ossessionato da questa forma che si ripeteva spesso nei suoi dipinti ma anche nella sua casa di Port Lligat, dove le uova sovrastavano gli edifici. Anche in Dalì l’uovo è raffigurato come simbolo universale della creazione e della nascita. Sia in natura che nell’arte l’uovo è da sempre uno scrigno sottile e delicato quasi magico che riserba grandissime, incredibili sorprese.

Dal garage e dalla soffitta il meglio di innovazione ed estetica

Tratto da “Far da sé n.472 – Maggio 2017″

Autore: Nicla de Carolis

In alto, Steve Jobs alla fine degli anni ‘70, davanti al suo garage/laboratorio; in basso, “Apple Park”, l’innovativa sede di Apple che verrà inaugurata nei prossimi giorni.

Il laboratorio, la stanza preferita e amata da chi abbia inventiva e manualità (leggi il far da sé, ma non solo), è però di solito relegato in uno spazio rubato al resto della casa. Quindi ci fa piacere sapere che il garage al 2066 Crist Drive di Los Altos, in California, dove Steve Jobs assemblò il primo computer Apple, dovrebbe diventare un monumento storico perché associato a “eventi che hanno dato un contributo significativo per il patrimonio culturale della California e degli Stati Uniti” e collegato alla vita “di una persona che ha segnato la storia locale”.

Steve Jobs, il mitico informatico, imprenditore, inventore del primo personal computer dotato di mouse, del Macintosh, dell’iMac, dell’iPod, dell’iPhone e dell’iPad, creatore di oggetti tecnologici evoluti ed esteticamente curati nei minimi dettagli, oggetti cult desiderati in tutto il mondo, ha iniziato proprio in un laboratorio simile a tanti altri. Ma Jobs, ovviamente, non è l’unico: basti pensare ai due giovani ingegneri danesi, Peter Bang e Svend Olufsen che nel 1925 progettarono nella soffitta della fattoria degli Olufsen, a Quistrup in Danimarca, l’Eliminator, una specie di alimentatore che rese possibile il collegamento diretto alla corrente elettrica degli apparecchi radiofonici, a quei tempi tutti alimentati a batteria.

I traguardi raggiunti dalla celeberrima Bang & Olufsen sono tanti e anche questo marchio è sinonimo di oggetti al top quanto a tecnologia ed estetica. Oggi ambedue le aziende, i cui fondatori iniziarono a progettare in locali di ripiego, sono in edifici da favola: la sede principale della B&O è un imponente costruzione di architettura Bauhaus, chiamata The Farm, la fattoria, come fattoria era appunto la prima sede della società. Per la Apple invece è imminente l’inaugurazione del nuovo “Apple Park” fortemente voluto, prima di morire, da Steve Jobs; struttura di oltre 708.000 m2, situata nel cuore della Santa Clara Valley in California, ospiterà circa 12.000 impiegati.

L’edificio principale, rinominato “l’astronave” per la sua forma circolare, ha le più grandi vetrate curve del mondo, un posto dove l’alta tecnologia si unisce alla natura dando vita a qualcosa di mai visto prima e sicuramente irripetibile, un campus completamente alimentato da energia rinnovabile, dotato della più grande installazione di pannelli solari al mondo e di ventilazione naturale con oltre 9.000 piante da frutto e tante altre meraviglie. Incredibile, emozionante e commovente, tutto questo è partito dall’intelligenza, dal talento e dall’impegno ferreo di uomini che hanno iniziato a lavorare in laboratori proprio come quelli dei far da sé.

apple park