Home Blog Page 176

Arredamento e personalizzazione

0

Arredamento: specchio dell’anima di chi “vive” la casa con passione

Il termine arredamento racchiude complementi e mobili di tutti i generi: si spazia dall’alto artigianato di design alla produzione industriale, fino ad arrivare ai pezzi unici realizzati “fai da te” nei laboratori-garage degli hobbisti “bricoleur”… che a volte superano per bellezza e qualità molti modelli dai prezzi esorbitanti.

Fattori che condizionano la scelta di un arredo

Spesso gli arredi sono scelti solo per una questione estetica, sottovalutando molti parametri che invece dovrebbero essere tenuti in considerazione come la capienza, la funzionalità e la praticità d’uso, nonché la qualità. Soprattutto negli ambienti che più degli altri sono vissuti quotidianamente, il soggiorno e la cucina, è fondamentale che tutto sia ben studiato e scelto adeguatamente, in funzione di uno spazio aperto unico, come un open space, oppure di ambienti divisi.

I materiali

Elemento fondamentale che distingue gli stili dell’arredamento è senza dubbio il materiale utilizzato, basti solo pensare alla differenza tra l’impiego del vetro o vetrocemento, che conferiscono luminosità e se vogliamo “invisibilità”, rispetto a materiali più classici come la ceramica, il legno, il marmo ecc.

Arredamento e acquisti online

La possibilità di scelta dei mobili e complementi d’arredo è davvero ampia, soprattutto online, dove possiamo effettuare ricerche su portali specializzati, come ad esempio Livingo.it che offre una panoramica completa per l’arredamento e accessori per la casa

Gli spazi sono fondamentali

Se negli ambienti spaziosi è possibile sbizzarrirsi con stili ed elementi diversi, ancor di più in quelli ristretti un arredamento scelto con intelligenza può fare la differenza. Ed è così che è incominciato il boom delle idee salvaspazio: cucine componibili, tavoli allungabili, divani letto, camere da letto nei soppalchi, armadi nascosti nei tramezzi, spettacolari bagni ricavati in spazi ridotti e fantastici sistemi di illuminazione naturale.

Luci e arredo

Se anni fa in ogni stanza c’era il classico lampadario, adesso le applique e i punti luce sono davvero un mondo a sé e bisogna considerare tre diversi tipi di illuminazione: mirata che serve per evidenziare un particolare della stanza (come un quadro); diffusa per illuminare una stanza nel suo insieme; diretta per far luce su una zona in cui si svolgono attività specifiche, come ad esempio leggere o cucinare.

Addirittura anche gli interruttori e le prese della corrente, elementi un tempo meramente tecnici, ora possono assumere una loro funzione estetica e diventare parte dell’arredamento grazie a forme eleganti e personalizzabili e con il sistema touch, dotato di comandi a sfioro e prese a scivolamento.

Domotica

Un importante settore è la domotica. La smart home – all’interno della quale è possibile con il semplice tocco di un tasto avere il pieno controllo della propria abitazione, persino da remoto – è ormai una realtà che assicura comfort, sicurezza (chiusura e il blocco automatico di porte e finestre) e risparmio energetico (grazie a un impiego intelligente dell’energia, che viene sfruttata solo dove e quando serve).

Arredo e bagno, una coppia vincente

Una tendenza che ha preso sicuramente piede negli ultimi anni è quella della trasformazione radicale del bagno: da stanza di mero servizio a vera e propria sala adibita al relax e alla cura della propria persona, in cui si trascorre volentieri una parte del proprio tempo libero, grazie a docce con la cromoterapia o vasche idromassaggio. C’è poi chi, con estrema maestria fai da te si costruisce anche la sauna finlandese su misura

L’arredamento ha man mano coinvolto tutti gli ambienti della casa, anche quelli più marginali, come lavanderie, terrazzi e garage, svincolati man mano dalle loro tradizionali funzioni e resi sempre più vivibili e multifunzione.

Anche la camera da letto non poteva ovviamente non essere investita da questo vento di cambiamento; con un arredamento intelligente la si può trasformare anche in spogliatoio, ufficio o biblioteca. Bisogna quindi prestare attenzione non solo al letto, ma anche ai particolari, per rendere l’ambiente il più confortevole possibile.

La sedia diventa box pulizia scarpe

1

Una sedia, opportunamente modificata, può contenere tutto l’occorrente per pulire le scarpe

Chiudiamo lo spazio tra le gambe della sedia con tre pannellini fissi laterali e uno apribile frontale con cerniere a libro e impugnatura superiore ottenuta con un profilato di alluminio, organizziamo lo spazio così ricavato con un ripiano centrale e uno scrocco magnetico. L’interno viene sfruttato per collocarvi spazzole, lucidi e quanto occorre per la pulizia delle scarpe. La sedia funge anche da appoggio per una veloce spazzolatura.

disegno

 

Box pulizia scarpe: occorrente

  • 5 pannelli in multistrato spessi 8 mm (fianchi e ripiani)
  • listelli a sezione quadra da 10×10 mm; 1 pannello in lamellare spesso 15 mm
  • 2 cerniere ad alette da 20×50 mm
  • 1 angolare di alluminio 35×35 mm
  • colla vinilica
  • chiodini
  • scrocco magnetico.

Box pulizia scarpe: realizzazione

asportare-seduta

Per l’elaborazione dello spazio tra le gambe conviene asportare la seduta, da rimontare alla fine del lavoro. Visto che abbiamo asportato la seduta ne approfittiamo per darle una buona carteggiata in vista della successiva smaltatura.

 

taglio-sagoma

Poggiamo la sedia su un pannello di compensato da 8 mm e, con la matita, tracciamo la sagoma da tagliare. Con il seghetto alternativo effettuiamo i tagli sui due pannelli laterali. Rifiniamo i bordi con carta vetrata.

 

incollare-listellini

Lungo tre bordi (non su quello superiore) incolliamo listellini da 10×10 mm per collegarli alle gambe.

 

inserire-pannelli

Inseriamo i pannelli nelle gambe e li incolliamo. Aggiungiamo un quarto listellino centrale per sostenere il ripiano intermedio.

 

sagomare-ripiani

Sempre con il seghetto alternativo sagomiamo gli angoli dei due ripiani interni (in compensato da 10 mm) in modo da poterli alloggiare nello spazio formato dalle gambe e dai fianchi.

 

poggiare-ripiani

I ripiani si poggiano sui listelli intermedi e sui listelli di fondo precedentemente fissati ai fianchi.

 

cerniere-antina

Una tavoletta di listellare tagliata secondo lo spazio formato dalle gambe anteriori serve per ottenere l’antina. Due cerniere ad alette sono avvitate lungo il bordo sinistro e vengono fissate alla gamba sinistra.

 

forare

Prepariamo un angolare di alluminio destinato a fungere da impugnatura per aprire l’anta. Nell’angolare apriamo i fori svasati in cui vanno inserire le viti a testa fresata che lo fissano all’anta. Il pannello in lamellare dotato di cerniere e impugnatura viene avvitato alla gamba e completato con uno scrocchetto magnetico.

 

box-pulizia-scarpe-finito

 

Sedie inglobate al muro

0

Utilizziamo due sedie per farle sembrare inglobate nel muro, a cavallo tra due stanze

Partendo da una coppia di vecchie sedie, d­opo averle carteggiate con cura tagliamole a 5-7 centimetri dall’attacco della seduta con le gambe posteriori: rimarrà dunque solo lo schienale, una piccola porzione di seduta, le gambe posteriori e pochi centimetri di traverse laterali. Fissiamo, sotto la porzione di seduta rimasta, una squadretta metallica per il fissaggio a muro. Una volta smaltata in un colore simile a quello del muro (oppure contrastante) e fissata a parete con un paio di tasselli per evitare che la sedia ruoti, l’effetto sorpresa sarà garantito.

Sedie inglobate al muro: occorrente

sedie-inglobate-al-muro-occorrente

  • sedie recuperate
  • primer all’acqua
  • idropittura
  • pennello
  • viti
  • squadrette metalliche
  • spezzoni di legno
  • tasselli a espansione Ø 8 mm.

Sedie inglobate al muro: realizzazione

 

taglio-sedia

Eseguiamo il taglio trasversale a circa 5-7 cm dall’attacco della seduta, aiutandoci con un listello guida, morsettato alla sedia.

 

carteggiare

Carteggiamo accuratamente la sedia, per rendere la superficie scabra.

 

squadretta

Fissiamo, sotto la porzione di seduta rimasta, un piccolo inserto in legno sul quale avvitiamo la squadretta metallica di sostegno.

 

stendere-primer

Stendiamo due mani di primer all’acqua per preparare la sedia alla fase di finitura.

 

colorare

Coloriamo la sedia con un prodotto all’acqua in una tinta simile a quella dei nostri muri.

 

fissaggio

Fissiamo la sedia a muro sfruttando la squadretta metallica precedentemente avvitata allo spessore inserito sotto la seduta.

Da sedia a originale portaombrelli

0

Le sedie con la seduta in legno si prestano a numerose elaborazioni che le trasformano in accessori con funzione del tutto diversa

disegno

Una sedia classica diventa un originale portaombrelli per l’ingresso modificando la seduta (bisogna praticare con una sega a tazza nove fori in posizione regolare) e aggiungendo un pannello fissato in basso tra le quattro gambe. Su questo pannello di multistrato viene incastrata una vaschetta di alluminio che raccoglie il gocciolio degli ombrelli.

Realizzazione di un originale portaombrelli: tutti i passaggi

 

tracciare-reticolo

Tracciamo sulla seduta (nella parte sottostante) un reticolo tale da creare nove incroci che danno origine a 9 cerchi del diametro di 60 mm. Con una guida di foratura, che serve per mantenere il trapano perfettamente verticale, pratichiamo fori nei centri dei cerchi e quattro fori lungo la loro circonferenza.

 

forare

Montiamo sul trapano una sega a tazza del diametro di 60 mm e pratichiamo nove fori. Per evitare che il sedile si scheggi lavoriamo su uno spessore di legno o MDF.

 

intersecazione-fori

Se abbiamo lavorato con precisione i fori da 60 mm intercettano i quattro fori guida lungo la circonferenza.

 

sagomare-pannello

Il piano d’appoggio per le punte degli ombrelli è costituito da un pannello in multistrato da 10 mm al cui interno apriamo una grande finestra con il seghetto alternativo. Il pannello va sagomato ai quattro angoli per inserirsi all’interno delle gambe.

 

vaschetta

All’interno dell’apertura si colloca una vaschetta di metallo che raccoglie l’acqua sgrondata dagli ombrelli.

 

reggipiani-plastica

Il piano con la vasca viene poggiato su quattro reggipiani in plastica avvitati all’interno delle gambe.

originale-portaombrelli-finito

Panca rustica di design

0

Il tronco di un albero di medie dimensioni, tagliato opportunamente a misura e scortecciato, si trasforma nella seduta di un’originale panca rustica

Lo schienale è ricavato da vecchie sedie di recupero, ed è fissato al tronco mediante porzioni di traverse inserite in fori ciechi.

Panca rustica: occorrente

panca-rustica-occorrente

  • un tronco di medie dimensioni (Ø 400 mm e circa 1500 mm di lunghezza)
  • sedie di legno di recupero con traverse
  • trapano con mecchia; pennarello
  • colla vinilica.

Panca rustica: realizzazione

preparazione

Scortecciamo il tronco e smontiamo le sedie lasciando intatti solo gli schienali. Presentiamo quest’ultimi sul tronco, appoggiandoli in prossimità dei fori ciechi in cui erano inserite le traverse. Con un pennarello marchiamo l’esatta posizione in cui effettuare i fori.

 

forare

Montiamo sul trapano una punta a mecchia (il cui diametro è in funzione del diametro della traversa della sedia più uno o due millimetri) ed effettuiamo, sulle marcature, quattro fori ciechi profondi circa 20 mm. Asportiamo eventuali trucioli di scarto dai fori.

 

segnare

I fori ciechi precedentemente realizzati servono a ricevere porzioni di traversa delle sedie (già smontate), che utilizzeremo per fissare gli schienali al tronco. Valutiamo la lunghezza delle porzioni inserendo la traversa in battuta nei fori ciechi e segnando con un pennarello il punto in cui tagliare, sporgente circa 20 mm dall’esterno del tronco.

 

inserire-cilindretti

Possiamo tagliare alcuni cilindretti lunghi circa 40 mm che inseriamo nei fori ciechi del tronco, fissandoli con colla vinilica.

 

collegare-schienali

Gli schienali si collegano al tronco unendoli alle porzioni di traversa sporgenti e bloccando l’unione con colla vinilica.

In funzione della lunghezza iniziale del tronco possiamo inserire più o meno schienali, per realizzare una panca molto lunga.

Rifare il sottopiede di una scarpa

1

Il sottopiede è quella parte interna della calzatura che la rende confortevole, facendo da cuscinetto sopra il cuoio di tacco e suola, garantendo la traspirazione del piede

Con l’utilizzo, tra lo sfregamento interno e la sudorazione, anche questa parte è soggetta a logorarsi.

La sostituzione del sottopiede

 

estrarre-sottopiede

Lavorando all’interno della tomaia con una lama, in corrispondenza del calcagno, si cerca di sollevare il sottopiede; se risulta ancora incollato ci si aiuta con un solvente per ammorbidire la colla. Eventuali tracce di adesivo o residui del vecchio sottopiede che rimangono all’interno della scarpa vanno raschiati, poi si passa una spugna appena umida.

 

dima

Estratto il vecchio sottopiede lo si appoggia su una pelle di capretto per utilizzarlo come dima. Con la lama del coltello si segue il contorno del sottopiede e si incide la pelle.

taglio

 

L’operazione di taglio va eseguita su un tappetino di materiale compatto; non dev’essere né tanto rigido da fare scudo alla lama e rovinarne il filo, né tanto morbido da essere attraversato totalmente dalla lama stessa, che inciderebbe il piano e si rovinerebbe. Il profilo va quindi regolarizzato e “scarnito” su tutto il perimetro, poi provato all’interno della calzatura prima del fissaggio definitivo.

 

incollare

Con un pennellino si applica la colla a contatto, senza avvicinarsi troppo ai bordi per non rischiare di macchiare la pelle della scarpa.

 

incollare-sottopiede

La colla a contatto va stesa anche sulla faccia inferiore del sottopiede, poi va lasciata riposare 10-20 minuti a seconda della temperatura ambiente per consentire ai solventi di evaporare.

 

inserire-sottopiede

Quando la colla non è più appiccicosa si inserisce il sottopiede nella calzatura: tenendolo piegato in due, con la parte pulita di sopra, si inserisce all’interno della scarpa, mettendo prima la punta, ma tenendola sollevata dall’appoggio perché bisogna prima centrare perfettamente la parte posteriore del tallone. Fatta aderire questa parte, si appoggia progressivamente anche la parte avanti e si preme prima con le mani e poi, per arrivare in punta, aiutandosi con qualche utensile. Si preme energicamente su tutta la superficie e la scarpa può essere indossata.

Porta scorrevole a due ante

0

La porta scorrevole a scomparsa rappresenta una soluzione validissima quando il disimpegno su cui affacciano più stanze non ha dimensioni sufficienti per la normale articolazione delle porte a battente

porta-scorrevole-disegno

Nell’installazione proposta la porta scorrevole deve essere montata su una parete in laterizio (l’alternativa sarebbe quella della parete in cartongesso); questo impone di scegliere un controtelaio per incasso in muratura, ovvero predisposto per il rivestimento con intonaco. Trattandosi inoltre di una porta scorrevole a due ante, il controtelaio si compone di due cassonetti laterali da incassare completamente nella parete.

Porta scorrevole a due ante: installazione

traversa-metallo

I cassonetti laterali vanno uniti mediante la traversa in metallo che racchiude al suo interno il sistema di scorrimento a binario estraibile. Gli elementi sono confezionati separatamente e vanno uniti in cantiere; l’operazione va effettuata direttamente sul luogo dell’installazione, visti l’ingombro complessivo e la difficoltà a muovere l’insieme una volta montato.

 

fissare-elementi

Con il controtelaio in piedi, si fissano gli elementi applicando viti alle piastrine che uniscono i punti di giunzione fra i montanti e la traversa superiore.

 

barra-distanziale

Per irrigidire l’insieme del controtelaio, nella parte bassa della luce d’apertura si applica una barra distanziale che si incastra alle estremità nelle sedi predisposte sulle protezioni di cantiere.

 

controtelaio

A questo punto il controtelaio può essere messo sul rialzo in muratura, fatto per sostenerlo alla quota prevista della pavimentazione. Lateralmente va messo a contatto con la parete, dove va bloccato con adesivo strutturale a schiuma, dopo aver verificato la verticalità e l’orizzontalità in senso longitudinale.

 

parete

A fissaggio fatto si può proseguire la parete nella parte superiore; in questo caso si completa solo la piccola porzione che separa dalla putrella orizzontale presente poco più in alto. Dopo la posa dei mattoni si completa anche in quel piccolo tratto la stesura della rete elettrosaldata che agevola l’aggrappaggio dell’intonaco.

 

gettata-massetto

Il rialzo di mattoni su cui appoggia il controtelaio è molto elevato perché sulla caldana va fatta ancora la gettata del massetto per coprire le tubazioni degli impianti e la successiva gettata per coprire la serpentina del riscaldamento a pavimento.

 

porta-scorrevole-ante

Porta scorrevole: montare le ante

Una volta che le pareti sono completamente intonacate e tinteggiate, rimosse le protezioni di cantiere e applicati i meccanismi di scorrimento, non resta che mettere le ante negli appositi alloggiamenti, agganciandole alla barra guida superiore e lasciando che in basso siano i rullini a guidarle, impedendo ogni possibile movimento oscillatorio.

Il binario di scorrimento è estraibile: si tratta di una guida di alluminio nella quale scorrono i carrelli ed è smontabile in ogni momento per l’ispezione, per l’applicazione di accessori anche in tempi successivi e per eventuali operazioni di manutenzione. I carrelli di scorrimento sono molto fluidi in quanto ruotano su cuscinetti a sfera.

Lo scorrimento a terra

A seconda del tipo di anta scelta, cambia il sistema di scorrimento a terra.

nasello-guida

Nel caso di ante di legno, ovvero di spessore analogo a quello di una comune porta interna, si applica a terra un nasello guida che scorre all’interno di una scanalatura presente sul bordo inferiore dell’anta.

rullini-guida

Quando invece si sceglie l’anta di cristallo, essendo molto più sottile, si applicano due rullini guida, che la obbligano a scorrere al loro interno.

Il contenimento laterale

La maggiore sottigliezza del cristallo, rispetto allo spessore dell’anta di legno, impone anche un diverso sistema di guida e chiusura laterale.

 

spazzolino-parapolvere

In questo caso, lo spazzolino parapolvere va montato su un apposito profilato alto come i montanti laterali. Il profilato è fatto per incastrarsi sui due lati dello stipite, da una parte e dall’altra del controtelaio, offrendo il maggior spessore per il passaggio soltanto del cristallo.

Lo scorrimento in alto

piastrine-di-sostegno

Si rimuovono le viti presenti nei carrelli (una per ognuno) e si rimettono interponendo la piastrina di sostegno della porta di cristallo.

La vite non va tirata a fondo, anzi, va avvitata solo per metà, perché funge anche da registro per regolare l’orizzontalità della porta.

 

piastrine

Le piastrine, due per ogni porta, si inseriscono, l’una dopo l’altra, nell’apposita sede costituita da un profilato applicato saldamente sul bordo superiore dell’anta di cristallo.

 

porta-scorrevole-fine

Prima di inserirla completamente, la seconda va regolata controllando con la livella a bolla, sino a quando l’anta non risulta perfettamente orizzontale. L’operazione va fatta anche sull’altra anta, in questo caso badando che quest’ultima resti allineata verticalmente alla prima, quindi regolando opportunamente anche il registro della sua prima piastrina.

Quando le regolazioni sono terminate, le piastrine vengono portate nella posizione definiva all’interno del profilato e infine si stringono i grani (due per ognuna) che le bloccano saldamente impedendo ogni possibile spostamento rispetto all’anta. Ultima operazione è la regolazione dei finecorsa atti a limitare l’escursione delle ante.

 

fine

Esistono anche porte scorrevoli esterne, dove il binario rimane a vista e quindi non necessitano di opere di muratura.

Smerigliatrice a batteria TE-AG 18 Li Einhell

Un altro elettroutensile si libera del vincolo del filo elettrico per raggiungere comodamente e senza ingombri le zone sprovviste di corrente alternata

Non è cosa frequente vedere una smerigliatrice angolare alimentata a batteria; capita, invece, tantissime volte di vedere qualcuno che stende decine di metri di prolunga per lavorare su una recinzione, un cancello, una ringhiera di ferro ecc.

La potenza e la capacità delle batterie al litio sono cresciute in maniera tale che i motori alimentati da queste sono in grado di azionare una gamma di strumenti sempre più ampia, con costi molto accessibili. È il caso della smerigliatrice a batteria Einhell TE-AG 18 Li, uno strumento che rientra nella famiglia Power X-Change e condivide la medesima batteria da 18 V con oltre 20 utensili compatibili, tutti acquistabili anche senza batteria.

Grazie alla funzione Soft Saft e alla protezione di sicurezza contro l’avvio accidentale, il funzionamento della smerigliatrice angolare è silenzioso ed estremamente versatile. Il diametro del disco è 115 mm, la velocità di rotazione a vuoto 8500 giri/min, scocca del cambio in alluminio.

smerigliatrice

La smerigliatrice a batteria TE-AG 18 Li è disponibile in diverse configurazioni:

  • la versione Solo, senza batteria e caricabatteria, ha un prezzo consigliato al pubblico di euro 56,95;
  • starter kit con batteria da 1,5 Ah, euro 69,95;
  • con batteria da 2 Ah, euro 74,95;
  • con batteria da 3 Ah, euro 89,95;
  • con batteria da 4 Ah, euro 94,95;
  • articolo completo con valigetta, caricabatterie e batteria da 3 Ah, euro 149,95.
  • La macchina è anche disponibile in confezione unica con il trapano TE-CD 18/2 Li, due batterie (una da 1,5 Ah e una da 3 Ah), caricabatteria e valigetta a euro 189,95.

 

protezione

La protezione, come avviene in tutte queste macchine, si inserisce nel colletto della testina.

 

colletto

In questo caso il colletto è trattenuto da un serraggio a leva che rende molto rapida la regolazione, volta per volta, a seconda della posizione in cui è meglio orientare la smerigliatrice per il lavoro in corso.

 

impugnatura

Molto versatile anche l’impugnatura addizionale della smerigliatrice a batteria. Essa ha tre sedi di posizionamento, per poter essere messa a sinistra, a destra e sopra il corpo macchina.

 

chiave-per-dadi

La chiave per dadi flangiati, necessaria per cambiare il disco di lavoro, è sempre a portata di mano perché contenuta nell’impugnatura addizionale.

 

stringere-dado

Per stringere e allentare il dado flangiato basta una sola chiave perché l’albero motore si blocca con un pulsante presente sulla testa degli ingranaggi.

 

caricabatteria

Il caricabatteria ha un sistema di blocco della batteria per cui è possibile anche fissarlo a parete sfruttando le apposite sedi per le teste dei tasselli, presenti sotto la base.

 

sistema-a-slitta

La batteria si innesta con un sistema a slitta; per sganciarla è necessario premere un pulsante di sblocco. Sono disponibili diverse batterie da 1,5 sino a 5,2 Ah, da scegliere a seconda di quanto può essere impegnativo il lavoro che capita di eseguire mediamente.

Cassettone intarsiato

Molti ebanisti preferiscono legnami spessi fino a 15 mm, più difficili da tagliare, ma che offrono la possibilità di essere levigati e piallati senza rischio che si stacchino pezzi della decorazione

Esistono differenti metodi per realizzare un cassettone intarsiato: il pannello può essere di legno massiccio, nel quale con pazienza vengono intagliate le sedi per le tessere da inserire, oppure una tavola di legno non pregiato su cui si incollano uno accanto all’altro i pezzi del mosaico.

La precisione deve essere la massima possibile per non lasciare fessure aperte, quindi è necessario lavorare con legname molto stagionato, sia per la base che per i piallacci, per evitare che i movimenti di dilatazione e ritiro provochino crepe o distacchi.

Cassettone intarsiato: tutti i passaggi

tracciare-linee

La composizione delle filettature sul frontale del cassetto si esegue tracciando con precisione le linee di riferimento lungo le quali devono essere eseguiti i tagli.

 

filettatura

Il percorso della filettatura bianca, già parzialmente inserita lungo la fascia rettilinea, viene tracciato attorno alle zone curvilinee con una matita (che non lascia tracce indelebili) a mano libera o con l’ausilio di curvilinei o compassi.

 

scavare

Usando scalpelli affilatissimi di varie curvature e molta pazienza si scavano delicatamente le parti segnate fino ad ottenere una cavità di larghezza uniforme e profonda quanto il piallaccio.

 

inserire-filetti

In ciascuna scanalatura possono essere inseriti anche più filetti, cioè sottili listelli di legni colorati, affiancati per ottenere contrasti cromatici particolarmente pregiati. Il legno così sottile non si riesce a tagliare con precisione se non utilizzando la lama affilata di uno scalpello che incide con precisione micrometrica senza strappare le fibre del legno o spezzare il filetto.

 

incollare-filetti

Utilizzando colla vinilica o la classica colla animale da scaldare a bagnomaria, si spalmano abbondantemente i filetti per assicurare un’adesione completa alla base.

 

assestare-filetti

I filetti vengono inseriti nella scanalatura uno a fianco all’altro, quindi assestati delicatamente con un martellino, fino a che non siano appoggiati sul fondo della cava. Non è necessario che siano perfettamente a livello: la successiva levigatura elimina il legno in eccesso.

 

spianatura-pannello

Quando l’adesivo ha fatto presa si comincia la spianatura del pannello eliminando i dislivelli tra gli elementi dell’intarsio con un particolare raschietto estremamente affilato.

 

levigare

La levigatura procede con carte abrasive sempre più fini per ottenere una superficie a specchio.

 

cassettone-intarsiato-lucido

Il legno può essere lasciato al naturale oliandolo con olio paglierino oppure tirato a gommalacca e poi cerato per un effetto lucido.

G.F.

Da oltre 45 anni  esperienza a servizio del cliente

G.F. nasce nel 1966 imponendosi come specialista nello stampaggio termoplastico altamente tecnico, in particolare nei settori medicale, radiografico e fotografico.

L’azienda ha conosciuto nel corso degli anni un continuo successo basato sulla capacità di anticipare e interpretare le nuove tendenze del mercato, partendo dall’esigenza dell’utente finale, per arrivare alla sua soddisfazione con prodotti tecnici, di alta qualità e di semplice utilizzo, senza trascurare l’importanza di un efficiente servizio.

Tutto questo attraverso un team di persone motivate e fidelizzate.

Fondamentale step nel processo di crescita ed affermazione del brand G.F.: il pay off enjoy the garden racchiude in sé il senso di un nuovo ciclo fondendo al contempo la completa revisione dell’immagine aziendale, il nuovo packaging chiaro ed accattivante, la comunicazione web sul rinnovato sito www.gfgarden.it, ancor più efficace e presente.