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Matite colorate giganti in vigna

Originali matite in legno alte tre metri, lavorate a mano

Aldo Divano lavora il legno dei pali da vigna, i tronchi di castagno, per realizzare creazioni molto originali: matite colorate giganti, alte fino 3 metri.

La materia prima la preleva dai suoi boschi ad Arquata Scrivia; il legno viene tagliato, decorticato, intagliato, levigato e alla fine, dopo che dà forma anche alla punta, colorato a mano con colori diversi, come in un vero astuccio di scuola. I nodi del legno vengono volutamente lasciati e ogni matita è diversa dall’altra, un pezzo unico, frutto di un paziente lavoro artigiano.

L’idea gli è venuta mesi fa – durante un viaggio in Laos è rimasto colpito da alcuni bambini che intagliavano dei pezzetti di legno – ed è piaciuta: l’Ascom le ha sistemate davanti alle vetrine dei negozi sfitti e, soprattutto, l’imprenditore Vitaliano Maccario gliene ha commissionate una cinquantina per abbellire i suoi vigneti nell’astigiano.

 

 

Maccario infatti produce a Mombaruzzo la pregiata Barbera “Epico”. Una parte delle matite fa ora bella mostra tra i filari (legno da vigna che ritorna “alle origini”, sia pur trasformato), l’altra nella barricaia, ovvero il luogo dove il vino viene affinato nelle botti; precisamente una di queste botti funge ora da gigantesco portapenne.

Il sogno di Aldo Divano è quello di vedere le sue creazioni nelle scuole.

Un albergo in miniatura

Una grande struttura di compensato fatta per accogliere una serie di ambienti in miniatura ricchi dei più minuti particolari

Il progetto è un albergo in miniatura, precisamente in scala 1:12. La struttura, fatta prendendo come campione i teatrini dei burattini, misura 1.800 mm di base, 1.300 mm di altezza e 400 mm di profondità.

ALBERGO IN MINIATURA: UN PROGETTO PRECISO

disegno

Va eseguito un disegno dettagliato con esploso e piani di taglio.

 

struttura-albergo-in-miniatura

La struttura centrale è formata da una sorta di scaffalatura con tre piani e due montanti. Gli elementi, pannelli di compensato da 6 mm di spessore, si assemblano con incastri a mezzo legno.

 

pannelli-compensato

Ogni ambiente va allestito in un contenitore, fatto con 5 pannelli di compensato da 4 mm, che trova posto preciso nella struttura di legno.

 

arredi

Tutti i particolari dell’arredo sono in perfetta proporzione fra loro e con le dimensioni della stanza.

 

contenitori-cartoncino

La costruzione viene imbastita per fare le sagome dei contenitori usando uno spesso cartoncino.

 

bloccaggio-montanti

Le estremità dei montanti, compresi due fianchi che delimitano la costruzione lateralmente, vengono bloccate in sedi realizzate con listelli incollati nella base e nel top.

 

insegna

Il bloccaggio dei pezzi dell’insegna è attuato da un preciso incastro sulla cornice circolare, realizzato in fase di costruzione, incollando pezzi non uguali ma, strato per strato, sempre un po’ più lunghi da una parte che dall’altra.

RIFINITURE E ABBELLIMENTI

 

mollette

Il profilo laterale dell’albergo ha una bordatura in rilievo fatta con corti segmenti di due diverse lunghezze, ricavati da una striscia di compensato. I singoli blocchetti sono carteggiati per stondare gli spigoli liberi ed incollati sul bordo del fianco alternandone un lungo ad uno corto. Una serie di mollette garantisce l’adesione sin che la colla vinilica non ha fatto presa.

 

balaustre

Il terrazzo centrale, all’ultimo piano, e i terrazzi sugli ambienti laterali sono rifiniti con ringhierine decorative. Le colonnine sono incollate, in testa e alla base, su elementi curvi per formare le balaustre.

 

fregi

I fregi posti al fianco dell’insegna sono realizzati dal pieno, tagliando prima grossolanamente il legno spesso 30 mm con un traforo elettrico, per poi rimuovere asperità e spigoli con diverse lime e infine passandolo con carta vetrata fine.

Cosa farò da grande

Editoriale tratto da “Far da sé n.468 –

Dicembre 2016/Gennaio 2017″

Autore: Nicla de Carolis

“I giovani non trovano lavoro perché hanno titoli sbagliati, competenze non in linea con le qualifiche…” questa una delle conclusioni dell’ennesima ricerca realizzata dall’Università Bocconi di Milano, presentata nei giorni scorsi ai politici. Nel 2015 le imprese italiane avevano in cantiere l’assunzione di 722mila persone: di queste 76mila, il 10,6%, sono definite «di difficile reperimento». I dati dell’Istat sull’andamento delle professioni dal 2011 al 2014 registrano alcune tendenze significative: oltre alla crescita dei lavoratori tecnici qualificati, c’è un mondo di mestieri specializzati, dalla logistica alla cura della persona e soprattutto a quelli dell’agricoltura e del turismo, dove ci sono tante potenzialità che si scontrano con una qualità dell’offerta non sempre all’altezza.

E poi c’è il settore della moda che poggia su una filiera lunga di mestieri antichi e difficili da preservare, dalla sarta al chimico tintore. Nel distretto del Biellese, per combattere preventivamente la carenza di professionalità, sono state create scuole superiori, corsi universitari e master per salvaguardare i mestieri del tessile dove si parte dalla fibra per arrivare all’abito confezionato e dove occorrono ancora figure specializzate come la rammendatrice e il disegnatore.

bambino

Ma questi esempi, quasi sempre iniziativa del settore privato, sono percentualmente rari. I modelli culturali che vanno in questa direzione fanno fatica a decollare; la TV, certo, monopolizzata dal pensiero unico della politica da un lato e dall’editore, se non unico abbondantemente preponderante, dall’altro, non contribuisce a prendere a esempio professioni alternative. L’incitazione è verso il mondo dello spettacolo/intrattenimento a cui si accede spesso senza avere né arte né parte, come si diceva una volta; o è rivolta a idolatrare i calciatori con le loro belle capigliature a cresta di gallo, i tatuaggi, la Ferrari e un conto da milioni di euro. Poi ci sono i genitori che riversano sui figli l’aspirazione, poco razionale, di avere in casa un avvocato, un medico, un professore di materie letterarie, categorie indispensabili, ma di cui il mondo del lavoro è saturo.

Purtroppo non ci sono ancora dei programmi seri che valorizzino incisivamente il lavoro dell’agricoltore, del falegname, del sarto, del muratore, dell’idraulico, del fornaio ecc. L’unico lavoro promosso, bisogna dire fino alla nausea, da tutti i media è quello del cuoco, professione diventata di assoluto prestigio, tanto che i cuochi più noti sono assurti a maestri di pensiero e sono autorizzati a urlare e fare scene diseducative nei loro show.

In sostanza, per avere le professionalità richieste, meno disoccupazione e persone con occupazioni gratificanti servirebbe un progetto lungimirante, realizzato di concerto tra tutte le istituzioni del Paese. Un piccolo tassello volto a contribuire all’orientamento dei più giovani per scegliere COSA FARÒ DA GRANDE lo abbiamo voluto dare anche noi con un manuale che ha proprio questo titolo, in omaggio agli abbonati di FAR DA SÉ.

Quadro a intarsio

Decoriamo un paravento con un albero intarsiato

La composizione di un quadro a intarsio è un’operazione lunga e delicata che si avvicina molto alla pittura. Qui i colori sono forniti dalle specie legnose diverse che offrono una vasta tavolozza su cui trovare il giusto tono.

 

DISEGNO E PREPARAZIONE DELLE TESSERE

disegno

Il disegno preparatorio è ridotto all’essenziale e riguarda la struttura dei rami dell’albero. Attraverso un foglio di carta carbone lo schema è trasferito sulla tavoletta di legno.

 

preparazione-tessere

La particolare tecnica, molto vicina al mosaico, prevede la preparazione di tessere minute, provenienti da foglietti di legno tagliati di testa, macinate grossolanamente per essere in seguito accostate a formare sfondo e figure.

 

seghetto-da-traforo

Un seghetto da traforo motorizzato permette di ottenere con una certa celerità i pezzi della tarsia.

 

quadro-a-intarsio-lavoro

I sottili particolari vengono staccati dalla lastra di piallaccio e deposti sul piano del disegno.

 

suddivisione-tessere

Le foglie ed i particolari di forma ripetitiva sono tagliati in precedenza e riposti in scompartimenti, distinti in base al colore e alla misura, in attesa di essere incollati sulla tavola.

QUADRO A INTARSIO: AD OGNI TESSERA IL SUO POSTO

incollare

Ciascun ramo si fissa con colla animale al proprio posto ricercando il giusto effetto con la massima libertà nel posizionamento.

 

riempimento-spazi

Quando l’albero con rami e foglie è completato si passa al riempimento degli spazi con le minuscole tessere ottenute dalla macinazione. Oltre alla difficoltà di accostare i colori giusti per rappresentare prati e sottobosco, si devono anche cercare pezzi dalla forma adatta ad essere incastrati insieme.

 

pareggiare-superficie

Quando la colla si è indurita, si pareggiano le irregolarità della superficie con una levigatrice a nastro.

 

proteggere-superficie

Si riempiono gli interstizi tra le tessere con una colata a caldo di cera pigmentata con terre naturali. L’intera superficie del pannello viene poi protetta da una o più mani di cera naturale liquefatta a caldo e lucidata con un panno di lana.

Panca trasformabile in tavolo (e anche in letto) fai da te

Per diventare tavolo con panche sui due lati o letto di fortuna per un ospite, una panca trasformabile deve disporre di un telaio robusto e ben strutturato

Iniziamo subito con il dire che realizzare una panca trasformabile fai da te non è semplicissimo, occorre una buona conoscenza della lavorazione del ferro ed esperienza nella sagomatura del legno. I mobili e i complementi d’arredo multifunzione sono sempre stati un cavallo di battaglia dei far da sé, ai quali spesso manca lo spazio (come avviene nella maggioranza delle case), ma non l’inventiva e lo spirito di iniziativa. In questo caso, il nostro lettore Giuseppe Costa si cimenta nella realizzazione di una panca trasformabile che può assumere addirittura 3 configurazioni e di conseguenza altrettante funzioni differenti.

Come realizzare una panca trasformabile

panca-trasformabile

Gli elementi in gioco sono sostanzialmente i tre piani di legno, lunghi uguali: i due più stretti sono identici e fungono da seduta per le panche, uno è necessariamente più largo visto che rappresenta il piano d’appoggio per il materasso oppure il piano del tavolo.

I piani di legno sono fatti con tavole di abete spesse 40 mm e sono vincolati fra loro tramite altrettante intelaiature di metallo, costituite da tubolare d’acciaio unito con saldatura nelle parti fisse e con viti passanti e dadi autoserranti negli snodi e nelle articolazioni. Come terminali, per rifinire i tubi quadri alle loro estremità, si mettono tappi di gomma di misura.

panca-trasformabile-3

Mentre i piani delle due panche sono uguali, le strutture di sostegno risultano differenti per assecondare la necessità di chiusura e di assumere altre posizioni funzionali. I sostegni e i rinforzi che supportano le tavole, nel movimento delle parti in gioco, non devono entrare in collisione con gli altri elementi con cui ora devono assumere la massima integrazione, raggiungendo una grande compattezza , ora devono distaccarsi in modo intermedio, ora in modo più drastico .

panca trasformabile

In particolare, la struttura permette il perfetto allineamento delle due panche in posizione affiancata, quando vanno a formare il piano per il letto, e in posizione distale, quando devono assumere posizione opposta, ai due lati del tavolo.

Dove collocare la panca

Si tratta di un elemento che si può collocare in una terrazza coperta che dà su un belvedere, in una veranda oppure in una tavernetta, per assumere, a seconda delle necessità, funzione di panca con schienale, letto d’emergenza per un ospite, tavolo con panchette per le riunioni conviviali con amici e parenti.

Panca trasformabile anche come letto d’emergenza

La necessità di fungere da letto (ovviamente con l’aggiunta di materasso, lenzuola, coperte e cuscino) impone una lunghezza minima del mobile di 2 metri, cosa peraltro necessaria, visto che il medesimo piano assume anche la funzione di tavolo e più lungo è, più commensali si possono riunire. Molto complessa è la struttura di sostegno, che deve permettere la necessaria robustezza, ma nello stesso tempo si deve snodare in modo che la sua apertura totale, parziale o la chiusura permetta alle superfici lignee a questa legate di allinearsi sempre correttamente, assumendo le diverse disposizioni funzionali richieste.

Come tinteggiare bene nei punti difficili come angoli, bordi e ostacoli

Pitturare bene, senza utilizzare mascherature è possibile con i giusti applicatori

applicatori padco

Si potrebbe procedere molto velocemente a tinteggiare se non ci fossero angoli, bordi e altri ostacoli da rispettare che impongono attenzioni e precisione. Per questi frangenti, ma anche per le ampie superfici, esistono applicatori speciali che rilasciano il quantitativo corretto di colore senza farlo colare e spandere lateralmente, con i quali si possono evitare le lunghe operazioni di mascheratura, per esempio di interruttori, prese, battiscopa ecc.

Applicatori Padco per tinteggiare

Si tratta degli applicatori Padco, della linea PadBrush, espressamente studiati per pitturare casa nei punti “difficili”, ma adatti in tutti i frangenti in cui si debba distribuire pitture, impregnanti, smalti e colle. C’è un applicatore per ogni situazione, caratterizzato da forma e dimensioni specifiche; tutti sono realizzati con una parte attiva ricambiabile e multistrato (spugna e pelo raso), che carica la pittura senza permetterne il gocciolamento. Inoltre, la vaschetta con rullo, che si aggancia ai gradini della scala, è ideale per “caricare” gli applicatori nel modo corretto.

applicatore per angoli

boveri padco

spugna per pitturare

 

Bellezza fai da te: cura dei capelli

I rimedi di bellezza fai da te, tramandati dalle nonne sono ecologici, efficaci e non invasivi

Nel caso della cura dei capelli, ad esempio, ce ne sono per ogni specifica esigenza: capelli grassi, secchi, sciupati, chiari, scuri o colorati.

Ecco una rapida carrellata dei rimedi caso per caso.

CAPELLI CHE SI ANNODANO FACILMENTE

Si può ricorrere a un balsamo fai da te passando per tutta la lunghezza latte fresco o panna, da lasciare in posa per un quarto d’ora.

CAPELLI CHE NON MANTENGONO LA PIEGA

Un impacco di succo di mele renette dopo lo shampoo è la soluzione ideale.

CAPELLI SPORCHI

Un rimedio last minute se per una volta non si ha tempo di lavare i capelli è cospargerli con una leggera nuvola di borotalco. Questo piccolo stratagemma donerà loro un aspetto fresco e li farà sembrare più puliti (tanto che ormai sono disponibili in commercio gli shampoo senza risciacquo proprio a base di borotalco).

CAPELLI SPENTI E SCIUPATI

 

I capelli soffrono per lo stress, per gli agenti atmosferici o per i troppi trattamenti subiti. Per nutrirli o rigenerarli ci sono varie alternative.

Sciogliendo un cubetto di lievito di birra in 200 ml di acqua tiepida si può realizzare una maschera rivitalizzante per capelli; il composto va massaggiato accuratamente per farlo penetrare in profondità e poi risciacquato abbondantemente.

Per avere una chioma splendente, dopo lo shampoo l’ultimo risciacquo va effettuato con acqua fredda e un po’ di aceto diluito in una brocca di acqua.

 

camomilla

 

Altri risciacqui naturali per rendere i capelli forti e lucenti sono: la camomilla per i capelli biondi, tè nero per quelli castani,  oppure birra e miele nel caso di capelli colorati.

CAPELLI GRASSI

Se i capelli si ungono facilmente, al termine di un normale lavaggio, vi si può applicare sopra il succo di due limoni, massaggiando delicatamente il cuoio capelluto per poi risciacquare. Il limone, oltre a donare lucentezza ai capelli, con le sue proprietà astringenti contribuisce a riequilibrare la produzione di sebo.
Una valida alternativa è rappresentata dalla menta: schiacciando delle foglie di menta fresca e facendole bollire in un pentolino. Quando la poltiglia così ottenuta si è raffreddata, vanno aggiunti due cucchiai di aceto di mele. Il composto va applicato sui capelli dopo lo shampoo, massaggiando e poi risciacquando con cura.

 

CAPELLI SECCHI

 

miele

Per il problema opposto, ovvero capelli troppo secchi, si può ricorrere ad un impacco a base di miele e olio di mandorle dolci, facendo sciogliere il miele a bagnomaria e poi mescolandolo con l’olio. Il composto va applicato sui capelli asciutti e lasciato in posa per un’oretta, per poi procedere ad un normale lavaggio.

In alternativa, è possibile mescolare olio di oliva e olio di mandorle con il tuorlo di un uovo e distribuire la crema ottenuta (sempre sui capelli asciutti), lasciandola in posa per un quarto d’ora prima di procedere con lo shampoo.

FORFORA

Un rimedio casalingo è l’aceto di mele miscelato con acqua. Dopo aver massaggiato il composto sul cuoio capelluto i capelli vanno avvolti in un asciugamano, facendoli riposare una notte prima di lavarli.

Un ottimo antiforfora è anche l’olio di semi di lino, da applicare sempre prima dello shampoo, massaggiando il cuoio capelluto.

Nuove tendenze: vestirsi col latte e costruire con le uova

Creme corpo all’uva, schiume isolanti all’anacardo, fertilizzanti di lana e molto altro a Ecomondo 2016

Le nuove tendenze del riciclo dei materiali sono state presentate a Rimini Ecomondo 2016, l’importante fiera dedicata alla Green Economy, appuntamento che ha concluso da poco la sua ventesima edizione.

Tra quelle tecnologiche spicca uno scooter al quale è abbinato un aspiratore elettrico, per “motorizzare” l’operatore ecologico durante la sua opera di raccolta dei rifiuti da terra.

 

crema-uva

Anche la cura della bellezza non è immune al fenomeno: l’azienda piemontese Poliphenolia ha presentato le sue creme corpo e anti-invecchiamento composte da polifenoli (molecole organiche naturali, seminaturali o sintetiche largamente presenti nel regno vegetale) estratti dagli scarti dell’uva (bucce e semi) al termine del processo di vinificazione.

 

duodilatte

Passando alle nuove tendenze nell’abbigliamento, non capita mai quando si controlla l’etichetta di un vestito di riscontrare una percentuale di… latte! Eppure questo particolare filato, ricavato dalla trasformazione della caseina, esiste addirittura dagli anni Trenta. Grazie ad innovative tecniche di bio-ingegneria, è oggi possibile estrarne una fibra naturale, morbida e idratante. Ci hanno pensato due professioniste della moda, Antonella Bellina ed Elisa Volpi, fondatrici di DueDiLatte, marchio d’abbigliamento che si dedica anche alla cura del corpo. Dall’eccedenza industriale del latte nascono quindi maglioncini e T-shirt (con il 100% di latte intero oppure con quello più “digeribile” parzialmente scremato, combinato ad altri tessuti, crema di latte o latte di riso).

Tra le altre aziende pioniere del riciclo la  Werner & Mertz riutilizzando la plastica usata ne ottiene una tipologia più resistente, impiegata nella produzione di bottiglie per detersivi; Fertilana realizza un fertilizzante adatto alla bioagricoltura con gli scarti della lana di pecora; l’azienda triestina AEP Polymers trasforma gli anacardi in polimeri liquidi e schiume adatti per l’isolamento e l’arredo.

 

gusci
gusci delle uova “si reinventano” invece come protagonisti nell’edilizia. In Italia si consumano ben 13 miliardi di uova all’anno, e il team di ricercatori di Calchéra San Giorgio ha pensato di usare l’infinità di gusci che ne deriva; è stato così scoperto un metodo per combinarli con l’argilla al fine di ottenere un cemento completamente biocompatibile.