Da oltre 45 anni esperienza a servizio del cliente
G.F. nasce nel 1966 imponendosi come specialista nello stampaggio termoplastico altamente tecnico, in particolare nei settori medicale, radiografico e fotografico.
L’azienda ha conosciuto nel corso degli anni un continuo successo basato sulla capacità di anticipare e interpretare le nuove tendenze del mercato, partendo dall’esigenza dell’utente finale, per arrivare alla sua soddisfazione con prodotti tecnici, di alta qualità e di semplice utilizzo, senza trascurare l’importanza di un efficiente servizio.
Tutto questo attraverso un team di persone motivate e fidelizzate.
Fondamentale step nel processo di crescita ed affermazione del brand G.F.: il pay off enjoy the garden racchiude in sé il senso di un nuovo ciclo fondendo al contempo la completa revisione dell’immagine aziendale, il nuovo packaging chiaro ed accattivante, la comunicazione web sul rinnovato sito www.gfgarden.it, ancor più efficace e presente.
Da un armadio ristrutturato si ricava una libreria, eliminando il corpo centrale e apportando le necessarie modifiche ai moduli laterali
A Natale Chiambretti era stato regalato un vecchio armadio di noce, scuro ed elaborato, costituito da due elementi laterali ciechi e una porzione centrale con ante a specchio. Così ha pensato di eliminare solo il corpo centrale e utilizzare i due laterali per costruire una libreria.
Ha scomposto e riportato a legno le parti, ha predisposto i sistemi di unione, ha ricostruito le porzioni troppo danneggiate e ha eliminato le specchiature cieche delle ante, inserendo al loro posto due vetri antichizzati. Piani interni nuovi e finitura a tampone hanno completato il lavoro.
Armadio ristruttturato: sverniciatura, ricostruzione e unione dei due pezzi
La sverniciatura delle due parti di mobile utilizzate per comporre la libreria si esegue interamente a mano con raschietto, senza utilizzare prodotti svernicianti.
Un delicato lavoro, che richiede tempo e pazienza, per seguire tutte le modanature e i fregi riducendo al minimo le scalfitture e il conseguente lavoro di regolarizzazione.
Per unire i due elementi si utilizzano listelli sezione 60×40 mm applicati per tutta la lunghezza dell’armadio; si praticano fori Ø 7 mm in cui inserire spezzoni di barra filettata e serrare con dadi e rondelle.
Nella parte posteriore si utilizzano listelli 80×30 mm con fori per viti Ø 3×40 mm che fanno anche da supporto per i piani.
Anche la cornice superiore va collegata: essendo tagliata a 45°, si costruisce un triangolo e lo si scolpisce in modo che dopo l’unione l’aspetto sia quello di un pezzo unico.
Le colonne vengono tagliate e tolte per poterle sverniciare e consolidare, in quanto risultano vistosamente tarlate; stessa cosa per i piedi, rifatti al tornio perché troppo malandati. I piani sono rifatti in rovere 900x350x20 mm.
Il trattamento delle parti prevede l’applicazione di un turapori steso a pennello e ripassato a tampone; una volta asciutto si passa con paglietta finissima e si ripete l’operazione diverse volte; a questo punto l’armadio ristrutturato è diventato una funzionale libreria.
Un’alternativa ai classici lampioncini da esterno: basta poco a realizzare un’applique rustica
Trovandosi tra le mani una damigiana a collo largo di modeste dimensioni, quelle di norma utilizzate per le scorte di peperoni sott’olio o simili, Giovanni Attolini ha pensato di trasformarla in una lampada da esterni, costruendo un semplice telaio in cui includerla per poterla installare a parete.
Oggigiorno esistono fluorescenti compatte e lampadine a led con il classico attacco a virola che emettono molta luce senza produrre calore e con bassi consumi, ideali per queste situazioni.
Il bulbo di vetro è mantenuto stabile da un sottovaso in plastica avvitato al listello inferiore della cornice; un secondo sottovaso supporta il portalampada e impedisce l’ingresso a polvere e insetti.
Applique rustica: bulbo di vetro in una cornice di legno
Si tagliano quattro listelli di legno sezione 40×40 mm, due lunghi 480 mm e due lunghi 350 mm; i primi due vanno forati passanti a circa 20 mm dalle estremità, al centro della faccia.
Gli altri due listelli vengono preforati al centro delle teste; si procede all’unione dei quattro listelli con colla e viti ottenendo una cornice.
Il legno va trattato con un paio di mani di impregnante per proteggerlo dagli agenti esterni.
Su un lato lungo si fanno tre fori del diametro di 8 mm: quello centrale serve per il passaggio del portalampada con tige filettato, gli altri due per il successivo fissaggio a sbalzo.
Sul listello lungo opposto, dall’interno, si fissa in posizione centrata un sottovaso di plastica Ø 200 mm con funzione di base d’appoggio per la damigiana.
Il portalampada è predisposto con un lungo tige Ø 8 mm in cui passa il cavo di alimentazione e un secondo sottovaso, questa volta di Ø 120 mm, per coprire la bocca della damigiana. Il tutto va inserito da sotto dopo aver avvitato sul tige due dadi: uno serve per bloccare il sottovaso una volta che ha “tappato” la damigiana, l’altro va a battuta sulla parte inferiore della cornice. Un terzo dado si avvita da sopra per concludere il lavoro, mandandolo in battuta.
Nei fori laterali si fissano, con un sistema analogo, due spezzoni di barra filettata che devono sporgere quasi completamente verso l’alto.
Le due barre servono per fissare la lampada a un listello della stessa sezione della cornice, lungo 650 mm; avvitando e svitando i dadi sulle barre si regola la distanza tra i due listelli facendo in modo che risultino esattamente paralleli.
Una staffa metallica che abbracci buona parte del listello, fissata a parete con tasselli a espansione, permette di sospendere a sbalzo l’ applique rustica.
Formato da un telaio metallico decorato con figure tipicamente natalizie
Tutto è ricavato da un lamierino d’acciaio su cui tracciamo (con un pennarello) tutti gli elementi: le figure, l’arco e le parti diritte. Per ottenere profili perfetti delle sagome prepariamo delle dime in cartoncino e ne seguiamo il contorno con il pennarello. Per assemblare il telaio blocchiamo le giunzioni tra gli elementi orizzontali e verticali con rivetti di ferro ribattuti mentre i portalumini e le figure ornamentali le fissiamo al telaio con bulloncini inseriti in opportuni fori (coincidenti, praticati sia sul telaio sia sulle sagome) e poi bloccati da dadi. Dopo aver fissato tutti gli elementi stendiamo una mano di smalto nel colore preferito su tutto il portalumini.
Cosa occorre
Lamierino d’acciaio spesso 0,8 mm da 500×650 mm
una cornice ad arco larga 35 mm con profilo esterno 450x600mm e semicerchio con raggio interno 190 mm
1 montante centrale 20×660 mm
4 traverse 20×450 mm
8 portalumini Ø 50 mm
8 figure decorative
13 rivetti Ø 8 mm
8 bulloncini
24 dadi
smalto nero
8 lumini
Portalumini: realizzazione
Prima di tagliare i vari pezzi conviene pianificare la distribuzione delle sagome sul lamierino, in modo da avere meno scarto possibile.
Ingrandiamo il reticolo con le sagome da ritagliare e riportiamolo su cartoncino.
Pratichiamo i tagli con robuste cesoie (meglio se dotate di lame a doppia leva).
Le figure vanno poi limate lungo i bordi per eliminare tutte le sbavature e smussare gli spigoli.
Il contorno cilindrico dei portalumini si modella attorno a un disco di legno e si chiude con un bullone, il cui corpo funge anche da supporto in quanto si inserisce nel telaio e e nella sagoma, venendo poi bloccato con dado e controdado.
Il fondo dei portalumini è un disco applicato per saldatura. Essendo il lamierino molto sottile, non lo si può saldare ad arco perché si bucherebbe.
Se non intendiamo adottare il sistema della saldatura possiamo utilizzare un adesivo bicomponente per metalli (tipo “ferro liquido”) che realizza un’unione estremamente salda. Negli incroci, i pezzi del telaio si sovrappongono completamente e vengono forati contemporaneamente e quindi uniti per mezzo di rivetti di ferro. Si tratta di corti chiodi di ferro che si inseriscono nel foro e vengono poi ribattuti a martellate dopo aver poggiato la loro estremità su un piano duro.
Le botteghe si adattano molto bene a vivacizzare la scena rappresentata dal nostro presepe
Sergio Curtoni ha adottato la “polimer clay”, cioè una pasta modellabile colorata, distribuita sotto i nomi commerciali di Fimo o Cernit, che cotta in forno a 130°C indurisce diventando robusta e insensibile all’acqua. Si compra in mattonelle nei colorifici o nei centri fai da te.
Molte parti sono state realizzate con listelli di legno, ad esempio i banchi e le cassette, i sacchi con pezzi di tessuto cucito e risvoltato mentre le bellissime ceste sono fatte con sottili fili di plastica e di legno. Non mancano i lavori di intaglio evidenziati nella paletta per il granoturco.
ANTICHE BOTTEGHE
Panche e tavolo rustico sorreggono forme di pane di varia forma ottenute con Cernit giallo. La pasta, una volta cotta, può essere anche colorata con tinte acriliche o ad acqua.
Il banco dei salumi è adorno di salami, prosciutti e mortadelle. Per realizzarli si adopera pasta marrone, rossa e bianca. La legatura dei salumi si fa prima della cottura in modo da lasciare i caratteristici segni. Una spolverata di fecola dà l’idea delle naturali muffe da invecchiamento.
Le minuscole cassettine formate da sottili listelli sono piene di frutti multicolori. La pasta colorata mantiene la brillantezza delle tinte anche dopo la cottura in forno a 130 °C.
Nel banco di formaggi non possono mancare ricotta, caciotte e pecorino. I formaggi con la scorza scura si preparano fasciando una pallina di pasta gialla in una sottile sfoglia di pasta marrone.
Con minuziosi lavori di intreccio si possono costruire cesti e gerle usando fili di plastica o spago. Molto adatta anche la parte interna della corteccia di acacia, sottile, ma robusta e flessibile.
Se la cornice del quadro o il pannello che supporta un oggetto decorativo sono particolarmente pesanti non fidiamoci delle solite attaccaglie per quadri, ma avvitiamo al legno una piattina di ancoraggio che garantisca sicurezza
Le attaccaglie per quadri che si trovano nelle ferramenta sono di diverso tipo e, scegliendo con attenzione in base a dimensioni e peso del quadro possono reggere anche discreti carichi. Molto fa anche la loro collocazione sul retro della cornice: la zona dev’essere integra e compatta.
Le attaccaglie classiche spesso non vanno bene
Quando il peso dell’oggetto è tale da richiedere il ricorso a un tassello a espansione, la classica attaccaglia in ottone può non essere sufficiente: sui chiodini o sul triangolino di metallo la trazione verso il basso diventa importante, con il rischio che dopo poco tempo ci si ritrovi con il tassello tenacemente inserito nella parete e il quadro sul pavimento, magari con il vetro in frantumi.
Utilizzo di un attaccaglia a piastra
In questi casi, meglio ricorrere a una piastrina avvitata sul retro, valutando che lo spessore del legno garantisca la tenuta delle viti e consenta di aprire un incavo in cui possa scomparire il gancio del tassello (ottimi i tasselli a gancio SB12 fischer), in modo che il quadro rimanga a piombo.
Come installare attaccaglie per quadri robuste
1 – Tracciata la mezzeria sul pannello di fondo della nostra cornice, per essere certi che, una volta appesa, sia perfettamente orizzontale, si disegna la sagoma della piattina rettangolare che garantirà un aggancio robusto.
2 – 3 Con lo scalpello si praticano due scavi di diversa profondità: il primo di pochi millimetri, quanto basta a ricevere la piattina e farla rimanere a filo del fondo della cornice; il secondo, centrato sulla linea di mezzeria, deve lasciare lo spazio utile alla sporgenza del gancio del tassello.
4 – La piattina viene fissata sulla sua sede con due viti da legno che affondino nello spessore della cornice. Si fora il muro e si monta il tassello a espansione con gancio aperto che agisce sul foro centrale della piattina. La cornice, per quanto pesante sia, sarà così appesa in modo del tutto sicuro.
Il recupero di una vecchia cantina, già un tempo utilizzata come laboratorio
Tutta l’attrezzatura e molti arredi fatti o modificati dal nonno (come il banco da lavoro, i pensili, i mobiletti e le salamandre), sono rientrati gelosamente nell’intervento di recupero di Marco Masetti, che ne ha così ricavato un laboratorio funzionale.
Risanare
Le pareti, quasi tutte in mattoni pieni, vanno spazzolate per rimuovere il materiale in distacco e le marcescenze accumulate negli anfratti.
Progressivamente si riprendono tutte le stuccature fra i mattoni con malta fresca.
Si applicano diverse mani di pittura a base calce che è estremamente traspirante e permette alle pareti di rimanere asciutte.
Il pavimento di cemento ha diversi buchi che si chiudono con cemento.
Sempre con cemento si fissano intorno alle piccole finestre al piano strada le grate leggere, antianimale.
Scaffali e pensili
Le scaffalature presenti, intaccate da svariati punti di ossidazione, si raschiano con una spatola per rimuovere le bolle di vernice e le parti in distacco, poi si passa su tutta la superficie la spazzola montata sulla smerigliatrice angolare.
Una mano di fondo antiruggine completa il trattamento preliminare che permette il migliore aggrappaggio dello smalto di finitura.
I pensili e gli altri mobili di legno, sani nella struttura, hanno bisogno solo di una leggera scartavetrata per togliere la sporcizia di superficie e permettere anche in questo caso il migliore aggrappaggio dello smalto.
La finitura scelta è uno smalto all’acqua steso con rullo adatto.
Le scaffalature, rimesse al loro posto, si riempiono immediatamente di oggetti.
I pensili riverniciati e rimontati, pronti all’uso.
Il banco da lavoro
Il basamento in metallo mostra evidenti segni di ossidazione; su un lato la lamiera è fortemente intaccata, tanto da essersi in parte polverizzata e deve essere ripristinata.
Un rinforzo nell’angolo è doveroso, come il ripristino del punto d’appoggio dei piedini di gomma. Segue la canonica mano di fondo antiruggine e la finitura a smalto all’acqua.
Il top di legno richiede soltanto una bella passata con levigatrice orbitale, per rimuovere un sottile strato di legno e uniformare la superficie.
Due o tre mani di impregnante all’acqua color noce completano il ripristino del top.
Al termine si rivestono i ripiani interni del mobile e poi si rimontano le morse nei loro alloggiamenti sul top, dove trovano posto anche l’aggiuntivo per trapano a colonna e la mola da banco.
Laboratorio: gli ultimi dettagli
La vecchia salamandra richiede soltanto una pulita a fondo per rimuovere la polvere che aderisce più accanitamente; poi si possono rimettere al loro posto i vari utensili manuali.
L’armadio a due ante segue il trattamento degli altri mobili di legno; le maniglie e la serratura si rimuovono per poter carteggiare meglio la superficie e per non correre il rischio di rovinarli durante la stesura del fondo e dello smalto.
Le grate leggere, di cui abbiamo parlato prima, sono collocate in posizione esterna alle finestrelle, ma internamente rispetto alle sbarre antieffrazione.
Tratto da “Fai da Te n.5″ Dicembre 2016/Gennaio 2017”
Autore: Nicla de Carolis
13 passaggi pedonali trasformati in una galleria d’arte a cielo aperto a Madrid per trasmettere bellezza e sensibilizzazione all’educazione civica
Christo Guelov, artista bulgaro che ama i colori, ha reinterpretato le classiche (e noiose, aggiunge lui) strisce pedonali in qualcosa di più, in un pattern giocoso dall’impatto visivo forte, dallo stile pop, per ri-valorizzare l’ambiente urbano e dare nuova forma e significato ad un’installazione pubblica. Le “Funnycross”, oltre all’aspetto estetico hanno un valore di rieducazione del cittadino, sensibilizzandolo al suo comportamento sulla strada da pedone e da guidatore.
Un’idea che aggiungerebbe alle nostre strade bellezza richiamando anche l’attenzione, soprattutto in prossimità delle scuole, facile da realizzare… salvo capire quale potrebbe essere l’iter burocratico che un comune cittadino italiano, bricoleur desideroso di fare qualcosa per la sua città, dovrebbe affrontare per proporre e quindi poter eseguire qualcosa del genere!
Una comoda panca costruita con il legname avanzato dal rifacimento del tetto dell’abitazione e una coppia di mensole collegate ai fianchi rendono i momenti di relax ancora più piacevoli
Giovanni Rivano ha costruito una panca per ritagliarsi un piccolo spazio con ripiani su cui poter posare pipe, tabacco, posacenere, all’occorrenza anche la tazzina del caffè o un bicchiere.
Per costruire questo modello di panchina occorrono circa 15 metri di travetti 80×80 mm e 9 metri di perline maschiate; per la copertura serve un pannello di compensato da 10 mm, dimensioni 1320×1540 mm, da irrobustire con una cornice perimetrale a cui fissare le tavole laterali che permettono il collegamento ai montanti. Le mensole laterali applicate ai braccioli misurano 200×500 mm.
Dai travetti, lunghi in origine 4 metri, si tagliano con il seghetto alternativo i pezzi con misure un poco abbondanti rispetto al progetto.
Ora che hanno dimensioni più consone, si possono tagliare con precisione sulla sega a nastro; la guida angolare permette di realizzare anche i tagli inclinati alle estremità, ove necessario.
Ogni pezzo va piallato e levigato prima di procedere con il montaggio.
Per assemblare le strutture portanti si utilizzano colla vinilica e viti lunghe 200 mm, inserite dopo aver preforato il legno.
Ecco pronti i due fianchi: il montante posteriore è alto 1500 mm e ha l’estremità superiore bisellata per assecondare la pendenza della copertura, l’altezza a filo superiore del bracciolo è 730 mm, la luce interna ai montanti è 400 mm.
I due fianchi vengono uniti con travetti lunghi 1200 mm che fanno anche da supporto per la seduta, rinforzata da sotto da 4 listelli con interasse regolare. Il supporto per le tavole che compongono lo schienale è fornito da 2 travetti fissati inclinati ai montanti. A parte si prepara la copertura, che va poi collegata esternamente ai montanti tramite due tavole laterali a sbalzo inferiore, rinforzando il tutto con due saette. Come finitura si applicano tre mani di impregnante color verde basilico che ben si intona ai colori del giardino.
Per tutti coloro che vogliono rinnovare la casa senza sostituire l’arredamento, ad esempio effettuando un restyling della cassettiera, oggi c’è la possibilità di agire in modo Facile e Veloce
Facile e Veloce è uno smalto polivalente all’acqua, monocomponente, a effetto satinato, che fa parte della gamma “i colorabili” di Gapi Paints. È disponibile come base bianca o media, per l’ottenimento di 130 tinte usando i pigmenti in microgranuli predosati. È adatto per l’uso in interni e in esterni per le superfici di mobili in laminato, legno, smaltati, elettrodomestici, pareti in piastrelle di ceramica, marmo, granito, pavimenti in cemento, canali in lamiera zincata, rame e PVC rigido.
L’applicazione è estremamente semplice: basta passare le superfici, che non devono presentare tracce di oli, grassi o cere (in tal caso vanno pulite con alcool etilico), con una spugna abrasiva. Nel caso del legno può andare bene anche la paglietta d’acciaio fine.
Restyling della cassettiera: preparazione dei colori
Dovendo fare due diverse tinte per colorare in modo alternato i frontalini della cassettiera, si separa il contenuto in due vaschette. È importante il rispetto delle proporzioni per l’utilizzo dei pigmenti, forniti in grammature diverse, in modo che le tinte ottenute risultino coerenti alle cartelle colori.
Si versa il quantitativo necessario di pigmento, seguendo le indicazioni della cartella colori Gapi e si mescola sino a completa dissoluzione dei granuli (minimo 3 minuti).
Al termine della preparazione dei colori si diluisce il prodotto con un 5-10% di acqua e si uniforma mescolando ancora.
Facile e Veloce va steso con rulli di spugna superfine bianco (moltoprene). Il colore va steso rullando principalmente in una direzione e a tratti incrociando nell’altra.
Il prodotto non cola e permette la massima precisione. Anche nei bordini non è necessario mettere nastro di mascheratura, né è necessario proteggere altre parti del manufatto che non vanno dipinte.
Restyling della cassettiera: finitura
La resina di finitura bicomponente all’acqua offre a Facile e Veloce la massima resistenza ottenibile. La preparazione è semplice: basta mescolare i due componenti contenuti nella confezione.
Il prodotto ha aspetto lattiginoso, ma essiccando diviene totalmente trasparente.
La finitura trasparente è ideale anche per impermeabilizzare le superfici di legno. In questo caso si applica sul top della cassettiera per rinnovare una volta per tutte la finitura del mobile, lasciando il legno a vista.