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Attrezzi per edilizia | Panoramica e approfondimento

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Quello dell’edilizia è un comparto che presenta mille sfaccettature, ognuna con determinate specificità. Ciò significa che le procedure e i materiali utilizzati, spesso condizionano pesantemente il tipo di attrezzatura necessaria per lo svolgimento del lavoro, pur essendoci, com’è ovvio, una base fissa di attrezzi per edilizia che non devono mancare nella dotazione, molti dei quali veramente generici e comuni a quasi tutte le attività di costruzione e riparazione. Il muratore, infatti, ha sicuramente fra gli attrezzi un metro a stecche e un flessometro, una serie di cacciaviti, tenaglie, pinze diritte e a pappagallo, martelli vari e poi un trapano, una smerigliatrice angolare con disco piccolo ecc. Tutti attrezzi che ha in borsa qualsiasi fardasé, ma avrà anche una rotella metrica, un distanziometro laser, un tassellatore, un martello demolitore e una smerigliatrice per disco di grande diametro (230 mm), solo per fare alcuni esempi.

In ambito edile, anche le più semplici operazioni, come la misurazione, la foratura e il taglio dei materiali, possono assumere una connotazione particolare rispetto ad altri settori dell’artigianato. Come approcciare, quindi, senza esitazioni questi progetti? Usare logica e ragionevolezza è un primo importante passo. Per esempio, anche nei lavori di muratura ci si presenta la possibilità di usare metodi manuali oppure affidarsi a strumenti elettrici per risparmiare fatica e tempo.

Per decidere si valuta l’entità del lavoro: per una piccola gettata necessaria per fare il basamento di un forno in esterni, si può mescolare il calcestruzzo direttamente a terra usando solo un badile, oppure dentro un mastello con mescolatore e frusta o, ancora, con una betoniera. Dovendo erigere un muretto, seppure basso, per la recinzione del giardino, la quantità di calcestruzzo da preparare è tale che conviene optare per la betoniera, tra l’altro noleggiabile, in caso di lavoro “una tantum”; se si prevede che il lavoro si protragga nel tempo oppure che ce ne siano in previsione altri dello stesso genere, diventa conveniente acquistarne una.

Teniamo conto che sono molte le attrezzature edili che si possono noleggiare nei grandi centri oppure nei magazzini edili. Un esempio fra tutti sono le carotatrici con le loro costose tazze, che permettono di fare fori nelle pareti di vario diametro, per il montaggio delle prese d’aria obbligatorie in cucina e non solo. Non sottovalutiamo il “valore” aggiunto che offre l’uso di macchine professionali; questo si traduce sempre in risparmio di tempo e fatica, cui spesso si aggiungono la semplificazione del lavoro e l’ottenimento di un elevato standard di precisione, a tutto vantaggio di chi è meno esperto e “allenato”.

Fra le macchine professionali, oltre alle carotatrici e alle già citate betoniere, ci sono le crenatrici, le tagliapiastrelle elettriche (quelle ad acqua evitano di fare nuvole di polvere a ogni taglio), i martelli demolitori, i vibrocompattatori, le sabbiatrici, le carriole a motore ecc.

Dopo aver messo in chiaro che nei lavori più importanti c’è la possibilità di trovare un valido aiuto nei mezzi professionali anche senza acquistarli, per correttezza, va pure detto che ci sono molti strumenti avanzati, difficilmente noleggiabili, che nelle mani dei meno esperti possono fare la differenza.

La livella e il metro laser, per esempio, ancorché nelle loro versioni evolute al pari di quelle professionali, sono strumenti magici che fanno risparmiare tantissimo tempo e riducono praticamente a zero i margini di errore sia ai principianti sia ai professionisti, pur considerando che molti di questi ultimi sono anche in grado di fare le stesse operazioni con i metodi tradizionali.

Attrezzi per edilizia: dotazione base e media

Vediamo ora qual è, invece, la tipica dotazione di attrezzi per edilizia, fra manuali ed elettrici, per l’approccio al lavoro, considerando quelli che solitamente affrontiamo noi fardasé. Strumenti che si “devono” avere sono: livella a fiala, flessometro, metro a stecche, pinze, tenaglie, martello da carpentiere, mazzetta, scalpelli (a punta e piatto di due dimensioni), cacciaviti, cazzuola a punta tonda, spatola americana, spatole diritte di varie dimensioni, secchio, mastello, frusta per trapano, plafoncino, pistola per silicone, filo per tracciatura, lenza, trapano avvitatore, tassellatore, smerigliatrice angolare (taglia piccola) con dischi per taglio ferro e per taglio materiali edili.

Attrezzi per edilizia che prima o poi ci deve procurare sono: spatola dentata, frattazzo, riga di alluminio, metro laser, livella laser, trapano mescolatore, smerigliatrice angolare per dischi da 230 mm.

Strumenti per tipo di lavoro

Scavi nel terreno

Parlando di piccoli scavi, che si possono fare per interrare i pilastri di una piccola costruzione oppure per le fondazioni di un muretto, gli attrezzi per edilizia che servono sono: piccone, badile, vanga, carriola; per seguire linee diritte è meglio procurarsi anche picchetti, lenza, gesso per tracciatura.

Demolizioni nella muratura o nel calcestruzzo

Servono sicuramente scalpelli e mazzetta; in molti casi è necessario un martello demolitore commisurato alla natura della demolizione: come non ha senso tentare di demolire un grosso basamento di calcestruzzo con un piccolo demolitore, non si deve per nessun motivo utilizzare uno strumento troppo potente per fare una piccola rottura, specie se all’interno della casa.

Installazioni in cartongesso

Nella costruzione di pareti, contropareti e controsoffitti di cartongesso ci sono alcuni attrezzi per edilizia che non possono mancare: cesoie per metallo, cutter, surform, foretto, spatola americana. Consigliati sono: trapano mescolatore con frusta, sega a tazza di misura per scatole elettriche da cartongesso, punzonatrice per profili cartongesso, coltello per materiali isolanti, squadra di grandi dimensioni, alza e fermalastre.

Posa del calcestruzzo aerato autoclavato

Fondamentali sono la sega speciale per tagliare i blocchetti e la cazzuola spandicolla. I generici necessari sono: secchi, miscelatore con frusta, cazzuole, livelle, filo a piombo, riga d’alluminio, trapano con sega a tazza per scatole elettriche. In caso di sviluppo importante di guaine elettriche o tubi per impianti, è molto utile la crenatrice.

Gettate

Abbiamo già detto che a seconda delle dimensioni della gettata, il calcestruzzo si può impastare a mano, con la frusta oppure con la betoniera; sempre sulla base delle dimensioni, ci si devono procurare i materiali per fare la cassaforma (tavole da armatura oppure casseri preformati allo scopo). Per costruire la cassaforma con le tavole servono: martello da carpentiere, filo a piombo, livella a fiala, sega a mano e, a seconda dei casi, possono essere utili una sega circolare a batteria con disco fatto per sopportare anche qualche taglio in presenza di chiodi o una da banco; per armare il getto ci vuole una leva piegaferro, una smerigliatrice angolare piccola (per tagliare il tondino), filo di ferro per legatura, tenaglie.

Muri in mattoni o blocchi poroton

Per erigere pareti in mattoni, che siano forati, semipieni, pieni, in laterizio o poroton, servono lenza, filo a piombo, livelle, riga d’alluminio, secchi, mastello, cazzuole, set per mescolare la malta. Per la posa sfalsata, all’inizio o alla fine di ogni corso, va messo un mezzo mattone: per tagliarlo può essere utile la smerigliatrice angolare con disco diamantato. Con un modello di piccola taglia, con disco di Ø 115 o 125 mm, si possono tagliare solo i mattoni più piccoli; per gli altri è sicuramente necessario un disco da 230 mm.

Stesura intonaci

Servono: stadia in alluminio (meglio se incorpora anche le fiale per funzionare anche da livella), cazzuola, frattazzo di legno o plastica, frattazzo con spugna, tavole con bordi diritti, mazzetta, set per mescolare la malta.

Posa piastrelle

La tagliapiastrelle a incisione e spacco è uno degli attrezzi per edilizia assolutamente necessari; per eseguire fori nelle piastrelle può essere utile una fresa a tazza per smerigliatrice angolare. Immancabili: spatola dentata per distribuire correttamente la colla per piastrelle, la frusta e il miscelatore per preparare la colla, i crocini distanziali per piastrelle, spatola di gomma per tirare il riempifughe, una spugna per rimuovere l’eccedenza di riempifughe, quando sta essiccando, un buon detergente dopoposa.

Ricerca e riparazione perdite

Per la prima fase, la ricerca della perdita, quasi sempre è necessario fare una demolizione, che si cerca di limitare sempre più possibile. Gli strumenti ideali sono scalpello e mazzetta, da usare con la massima cautela. Ovviamente, se la zona da scoprire è ampia e fatta di calcestruzzo, può andare bene un martello demolitore. Trovato il danno e fatto spazio intorno al punto interessato, avviene la riparazione tecnica per la quale non entriamo nel merito, poi è necessario chiudere il buco e sistemare la superficie allo stato originario. Se si tratta di una parete, si colma il grosso dell’ammanco con pezzi di mattone e malta di cemento premuta bene a fondo con la cazzuola per riempire gli spazi e poi spianata con la spatola americana; infine la superficie può essere finita ad arenino, gesso, stucco, resina, oppure con piastrelle. Tutti questi sistemi, tranne le piastrelle, richiedono spatola americana e cazzuola; l’arenino richiede anche il frattazzo normale e con spugna.

Estensione impianti sottotraccia

Quando vogliamo collocare sottotraccia delle tubazioni, per esempio per aggiungere un tratto all’impianto idraulico oppure elettrico, partendo da un nodo esistente dell’impianto stesso, si deve fare una crena sufficentemente larga e profonda per alloggiarvi la tubazione o la guaina elettrica, lasciandovi sopra lo spazio per un buon strato di malta e poi intonaco. Per realizzare la crena si può usare il metodo manuale, usando scalpello e mazzetta, oppure utilizzare una crenatrice elettrica che effettua due tagli paralleli alla profondità giusta e poi, con scalpello e mazzetta, o con un piccolo martello demolitore, si fa saltare la parte centrale. Per installare scatole di derivazione, scatole elettriche e fare alloggiamenti per i dispositivi da incasso, le relative sedi si fanno con scalpello e mazzetta o con il solito piccolo martello demolitore.

Attraversamenti

Nel caso si debbano effettuare buchi fra due locali o fra l’interno e l’esterno per il passaggio di impianti o prese d’aria, si agisce con carotatrici dotate di tazze diamantate, quando i fori devono essere rotondi; negli altri casi si usa il martello demolitore. In alcuni casi, quando lo scasso, pur avendo una sagoma squadrata, deve essere preciso, è utile fare tagli rettilinei lungo il suo perimetro con la smerigliatrice angolare dotata di disco diamantato.

Installazioni pesanti

Molte installazioni di impianti, infissi, inferriate ecc richiedono il fissaggio a parete particolarmente robusto dato il peso e/o la leva che il dispositivo esercita sui suoi attacchi. In tanti casi si adoperano i tasselli chimici con barre filettate (e calze in caso di mattoni forati e semipieni), per l’applicazione dei quali si usa il trapano tassellatore; ma capita spesso che l’oggetto (o il suo sostegno) abbia zanche che vanno murate direttamente a parete.

In questo particolare caso, vanno fatti appositi scassi in corrispondenza degli attacchi, usando il martello demolitore oppure la solita accoppiata mazzetta e scalpello. Gli scassi, per una buona tenuta, devono allargarsi leggermente nella parte profonda, in modo da creare un sottosquadro. Il fissaggio delle zanche si effettua sempre con cemento a presa rapida, che in pochissimo tempo fornisce la tenuta per poter procedere con il montaggio. Se ne prepara poco per volta, perché ha un tempo di apertura molto limitato (pochissimi minuti), mescolandolo dentro un secchio con una cazzuola che si usa anche per applicarlo, premendolo bene nei buchi intorno alle zanche e spianandolo infine più possibile sulla parete.

60° anniversario Telwin

Oltre 1000 persone presenti all’evento che si è concluso con un annuncio a sorpresa…

È stata una giornata di festa con una sorpresa in pieno stile Telwin, quella che si è tenuta sabato 10 giugno 2023 alla Cittadella della Saldatura di Villaverla (VI), in occasione del 60° anniversario dalla fondazione dell’azienda 100% Made in Italy, punto di riferimento globale nella produzione di saldatrici, sistemi di taglio, caricabatterie e avviatori.

“Abbiamo voluto riunire le tantissime persone che in questi sessant’anni hanno permesso a Telwin di raggiungere questo prestigioso traguardo che non è solo temporale, ma che rappresenta una tappa di una straordinaria storia di innovazione e una nuova rampa di lancio nel segno della ricerca tecnologica e dell’innovazione”, spiega Stefano Spillere, CEO di Telwin, che, assieme alla sorella Silvia, Vice Presidente e Marketing manager, rappresenta la terza generazione alla guida dell’azienda. “Nulla di tutto questo – aggiunge – si fa senza la passione delle persone, che infatti si sono ritrovate in tantissime per questa celebrazione”.

Da sinistra: Stefano, Antonio e Silvia Spillere

Sono stati infatti oltre mille i partecipanti all’evento tra dipendenti ed ex dipendenti, con le proprie famiglie, e stakeholder del territorio con il Presidente della Regione Veneto Luca Zaia che ha inviato un messaggio di congratulazioni scritto e riportato al pubblico; mentre erano presenti in Telwin l’Assessore regionale Elena Donazzan, il Sindaco di Villaverla Enrico De Peron e la presidente di Confindustria Vicenza Laura Dalla Vecchia.

L’evento ha quindi previsto, oltre ad un’esposizione dei prodotti, da quelli storici degli anni Sessanta fino ai nuovi top di gamma del 2023, la possibilità di visitare lo stabilimento – e per tanti bambini l’opportunità di vedere dove lavorano e cosa fanno le loro mamme e i loro papà – e le video-testimonianze dei collaboratori, dagli “storici” ai nuovi arrivati, a riprova del dinamismo dell’azienda che è alla continua ricerca di nuove competenze da inserire in organico. Ai più piccoli sono stati inoltre dedicati dei laboratori con materiale di scarto del ciclo produttivo.

Si sono susseguiti poi momenti conviviali e spettacoli, tra cui quello finale con gli acrobati verticali del gruppo Caffè Lulé che hanno volteggiato tra le strutture della Cittadella della Saldatura, headquarter di Telwin costruito negli anni Novanta e continuamente ammodernato per rispondere al meglio alle rivoluzioni tecnologiche che hanno visto Telwin istituire, proprio a Villaverla, il suo centro di Ricerca e Sviluppo.

In serata, quindi, si è svolto il momento ufficiale di celebrazione, con Antonio Spillere, presidente di Telwin e presente nella sua storia sin dal primo giorno, che ha ripercorso questo viaggio lungo 60 anni, a partire dalla fondazione, nel 1963, da parte del padre Giovanni, dell’azienda che allora si chiamava Telitalia.

“Quasi subito avvenne la svolta – ha raccontato il Presidente –. Alla luce di un mercato, quello del fai-da-te, ancora agli albori a livello internazionale, ma di cui intuimmo l’enorme potenziale: nacque FUTURA (eccezionalmente esposta sul palco, ndr), la prima saldatrice ad elettrodo compatta al mondo per l’uso hobbistico. Un prodotto che, per le sue caratteristiche, è stata in grado di democratizzare l’utilizzo della saldatrice e metterla a disposizione del grande pubblico. Fu un successo globale che ci diede la possibilità di espanderci sui mercati di tutto il mondo e a me, che mi occupavo proprio dell’estero, di viaggiare e conoscere culture e luoghi incredibili, portando il Made in Italy in 5 continenti”.

Così si spiega anche il cambio di nome: nel 1982 Telitalia diventa TELWIN, richiamando la storia, TELitalia, il settore da cui tutto è partito (la saldatura, in inglese: Welding) per arrivare alla propensione internazionale (INternational).

“Ancora oggi – aggiunge Stefano Spillere – l’apertura al mondo rappresenta il nostro primo asset, tanto è vero che l’export è pari all’80% del fatturato. Confrontarci con i mercati e i competitor mondiali ci stimola, ci spinge sempre a migliorare e innovare”.

Proprio per questo il motto di questo anniversario è GO FURTHER (Andare oltre), parole che riassumono lo spirito con cui Telwin opera giorno per giorno, sempre alla ricerca di un modo migliore per fare le cose, sempre con l’obiettivo di alzare l’asticella della qualità, dell’usabilità e, sempre più, anche dell’efficienza energetica e della progettazione sostenibile dei prodotti.

In questo senso, la sorpresa presentata sul palco da Silvia Spillere, si inserisce in una continuum assolutamente coerente con la storia, il presente ed evidentemente il futuro di Telwin: “Vogliamo condividere con tutti voi, in anteprima, il progetto del nuovissimo Training Lab – ha annunciato dal palco la Marketing Manager -. L’innovazione la fanno le persone. È quindi vitale che siano aggiornate e formate sugli ultimi sviluppi tecnologici, continuamente. È importantissima per noi la formazione tecnica, specifica sul prodotto e abbiamo quindi sentito l’esigenza di trovare una nuova casa per fare sia formazione interna che training dedicato ai nostri partner. Non solo, vogliamo che Telwin sia sempre più aperta e che questa casa dell’innovazione possa essere allargata alle necessità degli stakeholder, per avviare un confronto aperto su temi come: l’ecodesign, l’ottimizzazione dei consumi energetici, l’internazionalizzazione e la digitalizzazione”.

La serata si è conclusa, poi, con un appello all’ottimismo verso il futuro da parte di Stefano Spillere: “Devo dire che è molto emozionante vedervi così in tanti e credo davvero dal profondo che la presenza di così tanti volti amici, riuniti insieme qui in Telwin, un sabato pomeriggio di giugno, sia il segno che qualcosa di davvero bello sia successo in questi 60 anni – ha detto al pubblico riunito per la festa di Telwin –.La giornata di oggi ci da tutti gli stimoli per continuare insieme questa avventura. Sono orgoglioso di fare parte di questa squadra, credo che lo siamo tutti anche perché le sfide che il mondo di oggi ci pone di fronte si vincono sempre e solo rimanendo uniti! E questo ci dà la forza, e anche la serenità, di dire che possiamo guardare al futuro, alle nuove evoluzioni, ai cambiamenti, perfino anche alle difficoltà, con il sorriso sulle labbra: abbiamo fatto 60, ora andiamo di nuovo e ancora avanti, andiamo oltre”.

Cemento rapido | Come si prepara il mix perfetto

Come preparare e utilizzare il cemento a presa rapida

Il cemento rapido (spesso chiamato cemento francese) è ideale quando non si ha la possibilità o il tempo di tenere fermo un oggetto murato durante l’indurimento della malta. Per lavorare con il cemento veloce bisogna organizzarsi bene perché appena l’impasto è pronto bisogna porlo subito in opera, altrimenti indurisce e non è più utilizzabile. Conviene prepararne e utilizzarne poco per volta, in caso contrario non si riesce ad applicarlo tutto.

Il veloce indurimento del cemento rapido provoca un notevole sviluppo di calore. Si può sfruttare questo fenomeno per rallentare in modo significativo l’indurimento, così da avere qualche minuto in più per rifinire il lavoro. Basta utilizzare per l’impasto acqua conservata preventivamente in frigorifero. La bassa temperatura contrasta la produzione di calore e rallenta la presa della malta. L’applicazione deve avvenire su parti preventivamente bagnate.

Cosa serve per praparare il cemento presa rapida:

  • Malta pronto
  • Tazza di gomma
  • Cazzuola
  • Spatola

Come preparare la malta

Le proporzioni (in volume) della malta di cemento sono 3-1. A= acqua; B= cemento.  Il cemento già pronto non va mescolato con la sabbia, ma una piccola quantità di questa aiuta a rallentare la presa quando fosse necessario.

come preparare il cemento francese
  1. Versiamo “a fontanella” il cemento pronta presa per l’impasto in un contenitore di plastica. I recipienti rigidi non sono adatti perché i residui induriscono ed è difficile eliminarli.
  2. Versiamo tutta l’acqua che riteniamo necessaria facendo attenzione a evitare la formazione di grumi e a non superare la quantità necessaria che imporrebbe aggiunte con perdita di tempo.
  3. Lavorando in prossimità del punto di utilizzo, mescoliamo velocemente l’impasto per renderlo ben omogeneo. Possiamo cominciare a utilizzarlo appena risulta morbido e cremoso.
  4. L’impasto va applicato con la cazzuola o con la spatola. L’oggetto da bloccare va tenuto fermo per qualche istante. A contatto con la muratura la prima presa avviene molto rapidamente.
  5. Nel tempo che impieghiamo per l’applicazione, il cemento istantaneo indurisce nella tazza di plastica. A questo punto, per eliminare i residui, è sufficiente premerla e deformarla con le mani.

Quanto è utile il cemento di pronta

Numerosissime sono le situazioni in cui risulta utile il cemento a pronta presa. La collocazione di una zanca nel muro (1) che presenti una certa difficoltà a essere mantenuta in posizione o la riparazione di un tassello che non tiene a sufficienza (2). Anche il fissaggio a punti di tubi o canaline incassate nella parete (3), prima della ricostituzione dell’intonaco, può essere realizzato con questo impasto. Diverse riparazioni di emergenza come la ricollocazione di una piastrella a parete (4) e l’occlusione di fessure a contatto con oggetti non stabilmente fissi, possono avvalersi dell’utilizzo del di questo tipo di cemento.

Utilizzi alternativi

Oltre agli usi descritti, il cemento a presa rapida può trovare applicazione in molti altri campi.

Ad esempio, può essere utilizzato nella creazione di elementi decorativi di piccole dimensioni, come vasi o statuine, dove la rapida presa è essenziale per mantenere la forma desiderata. Inoltre, è particolarmente utile per lavori di restauro o conservazione, dove le superfici da riparare possono essere complesse o delicate e necessitano di una presa solida in tempi molto brevi.

Anche nel settore dell’edilizia industriale, il cemento a presa rapida trova il suo posto. Può essere usato per riparare rapidamente le pavimentazioni di fabbriche o magazzini, permettendo di ridurre al minimo i tempi di inattività.

Il cemento a presa rapida può anche essere utilizzato in progetti artistici o scultorei. La sua capacità di indurire rapidamente consente agli artisti di lavorare su dettagli complessi o strutture instabili che richiedono una presa solida e veloce. In questo caso, è importante sottolineare che, a causa della sua natura, il cemento a presa rapida non è adatto per progetti che richiedono un tempo di lavorazione più lungo.

Per terminare, ebbene il cemento a presa rapida richieda una certa attenzione durante l’utilizzo a causa della sua velocità di indurimento, le sue applicazioni sono molteplici e variegate. Che si tratti di riparazioni rapide, lavori di restauro, progetti industriali o artistici, questo tipo di cemento è un ottimo alleato per risparmiare tempo e assicurare risultati solidi e duraturi.

Viti Autoperforanti: caratteristiche, utilizzo e guida all’acquisto

Spesso ci si imbatte in progetti fai da te che richiedono un attento utilizzo di attrezzi specializzati come le viti autoperforanti. Queste non devono essere confuse con le viti autofilettanti, poiché presentano caratteristiche distintive e uniche. Nell’articolo che segue, ci concentreremo sull’approfondimento delle viti autoperforanti, dalla loro struttura fino ai loro diversi utilizzi, guidandovi nella scelta perfetta per le vostre necessità.

Cos’è una vite autoperforante?

La vite autoperforante, o vite autoforante, si distingue grazie alla sua punta particolare, che ricorda quella di un trapano. Questa punta, infatti, permette alla vite di forare il materiale senza la necessità di un preforo, ovvero senza dover perforare inizialmente un buco con un trapano o un punteruolo.

Viti autoperforanti vs viti autofilettanti

Una fonte comune di confusione risiede nella differenza tra viti autoperforanti e viti autofilettanti. Sebbene queste possano sembrare simili, presentano caratteristiche distinte. Le viti autofilettanti, come suggerisce il nome, si filettano da sole quando vengono avvitate in un materiale, ma richiedono un preforo. Al contrario, le autoperforanti non necessitano di un preforo grazie alla loro punta affilata simile a quella di un trapano.

Caratteristiche delle viti autoforanti

Le autoperforanti sono di solito realizzate in acciaio, spesso zincate per resistere alla corrosione. Le loro punte sono progettate per penetrare materiali duri come l’acciaio, il legno duro e il PVC, e creare un filetto per l’inserimento. Alcuni modelli di viti autoperforanti possiedono anche una testa che consente un’installazione a filo con la superficie del materiale, rendendole ideali per applicazioni che richiedono un’installazione pulita e senza sbavature.

Utilizzi

Le viti autoperforanti trovano impiego in una serie di applicazioni, compresi lavori di ristrutturazione, costruzione, e montaggio di mobili o strutture metalliche. Sono ideali per unire due materiali duri, come l’acciaio, o per fissare oggetti a superfici dure senza dover praticare un preforo. Ad esempio la Vite Drillex Mustad è auto perforante e autofilettante, specifica per l’avvitamento diretto su lamiere e laminati metallici, senza preforo in spessori sino a 5 mm.

Guida all’acquisto

Quando si acquistano autoperforanti, è essenziale considerare il materiale che si intende perforare e l’uso previsto della vite. Ad esempio, per un progetto che coinvolge l’acciaio, è necessario scegliere autoperforanti specifiche per l’acciaio. Inoltre, la lunghezza e il diametro delle viti influenzano la resistenza del fissaggio e devono essere scelti in base all’ampiezza e alla densità del materiale.

Per applicazioni che richiedono una finitura estetica, potrebbe essere utile considerare viti autoperforanti con una testa che consente un’installazione a filo con la superficie del materiale. Questo eviterà che la vite sporga dal materiale, garantendo una finitura pulita e liscia.

Ricordatevi che la qualità è un aspetto fondamentale quando si tratta di viti autoperforanti. La resistenza al torsionamento, la capacità di penetrazione e la resistenza alla corrosione sono tutte caratteristiche da considerare. È sempre consigliabile scegliere viti autoperforanti prodotte da marchi affidabili, noti per la loro qualità e durabilità.

Manutenzione

Le viti autoperforanti, se correttamente installate e mantenute, possono durare a lungo. Tuttavia, per prevenire eventuali problemi, è buona pratica eseguire controlli regolari per assicurarsi che non si siano allentate. Se si nota qualsiasi segno di corrosione o usura, è consigliabile sostituire la vite il prima possibile per evitare potenziali problemi strutturali.

Inoltre, per prolungare la durata delle autoperforanti, è consigliabile evitare l’esposizione prolungata a condizioni estreme, come l’umidità o temperature molto alte o basse. Se le viti sono installate in ambienti esterni, l’applicazione di un rivestimento protettivo può aiutare a prevenire la corrosione.

Le viti autoperforanti sono un utensile versatile e potente per una vasta gamma di applicazioni. La loro capacità di forare materiali senza la necessità di un preforo le rende una scelta eccellente per molti progetti di fai-da-te e lavori di costruzione. Ricordando la differenza fondamentale tra le autoperforanti e le viti autofilettanti, e considerando attentamente le vostre esigenze specifiche, potrete fare una scelta informata e trovare la vite autoperforante perfetta per il vostro progetto. Ricordate sempre di privilegiare la qualità e di effettuare una corretta manutenzione per garantire la durata e l’efficienza delle vostre autoperforanti.

Sanicondens Best Flat di Sanitrit: la pompa di sollevamento con neutralizzatore integrato per caldaie a basamento

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Sanicondens Best Flat di Sanitrit marchio leader a livello mondiale nel settore degli apparecchi sanitari di SFA Group, è la pompa di sollevamento con neutralizzatore integrato per caldaie a basamento.

Facile da installare e dotata di kit completo con valvola clapet, Sanicondend Best Flat ha un ingresso basso perfetto per essere allacciata alle caldaie a terra.

Da settembre 2015 è diventato obbligatorio installare solo caldaie a condensazione che permetteranno un notevole risparmio energetico e lo sfruttamento dell’energia rinnovabile. Tuttavia queste nuove caldaie provocano la formazione di acque acide di condensa che dovranno essere smaltite in maniera sicura. Per venire in aiuto di questo problema, Sanicondens Best Flat è perfetta per convogliare le acque di condensa verso gli scarichi in modo efficiente.

Vantaggi del prodotto:

  • Soluzione completa e compatta;
  • Entrata basse a 47 mm per una caduta a terra;
  • Sistema di neutralizzazione integrato per preservare i tubi dagli attacchi acidi.

Caratteristiche tecniche

Tassello SX Plus: un salto avanti per il fissaggio su materiali pieni

La tecnologia dei tasselli per il fissaggio su materiali pieni ha subito un’importante evoluzione grazie all’innovazione proposta da fischer con il suo nuovo tassello SX Plus, una versione migliorata del precedente modello SX. SX Plus introduce una funzionalità di pre-fissaggio della vite, ottenuta attraverso l’uso di alette flessibili che si chiudono nel foro. Questa caratteristica riduce significativamente la difficoltà di applicazione, un aspetto particolarmente utile quando si tratta di fissaggi a soffitto.

Risoluzione di un problema comune nel fissaggio

Una delle difficoltà che gli installatori spesso riscontrano con i tasselli tradizionali è la necessità di tenere la vite in posizione durante il fissaggio. Questo problema è risolto con SX Plus, poiché una volta inserito nel foro, le alette del tassello si chiudono, mantenendo la vite e l’oggetto da fissare in posizione. Ciò libera entrambe le mani dell’installatore, facilitando il processo di installazione.

Caratteristiche distintive

Il design innovativo del tassello fornisce un’ottima sensazione di controllo durante l’installazione, mantenendo la coppia di serraggio sotto controllo.

Il collarino impedisce al tassello di scivolare nel foro, garantendo velocità e precisione nell’installazione.

Le nervature laterali impediscono la rotazione del tassello all’interno del foro, assicurando un’installazione sicura ed efficace.

La maggiore capacità di espansione della versione lunga di SX Plus lo rende ideale per materiali da costruzione problematici, come il calcestruzzo aerato e i materiali da costruzione con grandi cavità.

Caratteristiche tecniche e applicazioni

Le caratteristiche tecniche di fischer SX Plus sono notevoli, con un’espansione a 4 settori che garantisce un’ottima distribuzione delle forze nel materiale da costruzione e offre una elevata capacità portante su tutti i materiali pieni. L’innovativo design del tassello facilita l’inserimento nel foro con pochi colpi di martello, e il collarino impedisce al tassello di scivolare nel foro, garantendo un’installazione sicura e rapida. Il SX Plus è idoneo per installazioni passanti e non passanti e adatto per viti da legno e truciolari, oltre che per viti doppio filetto.

In termini di applicazioni, SX Plus è estremamente versatile, ideale per l’installazione di una vasta gamma di oggetti, rendendolo uno strumento indispensabile in diversi settori. Sia che si tratti di lampadari, mobili pensili, mensole e ripiani, elementi d’arredo appesi, fissatubi, canaline passacavi, impiantistica leggera, supporti per accessori, radiatori, staffe porta tv, sanitari, telecamere, sensori di movimento, pluviali e molti altri oggetti, SX Plus offre una soluzione di fissaggio efficace e affidabile.

Praticità di SX Plus

Un punto chiave di SX Plus è la sua capacità di prevenire potenziali danni durante l’installazione. La parte sotto-testa del tassello non espande e non trasferisce la spinta al supporto durante la fase di avvitamento. Questa caratteristica aiuta a prevenire possibili danni a piastrelle e intonaco, un beneficio importante in molte situazioni di installazione.

Piedistallo per piante fai da te con “gambo” sinuoso

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Due le particolarità di questo piedistallo per piante fai da te: la realizzazione del montante dal piano inferiore a quello superiore e l’assemblaggio di numerose tavole prese da bancali per fare i pannelli lamellari con cui ricavare i due piani a forma di fiore

Talvolta l’utilizzo di materiali di recupero impone di effettuare un lavoro ancor prima di iniziare il progetto vero e proprio di costruzione. Per la realizzazione del piedistallo per piante fai da te utilizzeremo del legno di recupero: un travetto di sezione 80×80 mm, una tavola spessa 40 mm e, soprattutto, tavole ricavate da bancali in disuso. Smontare i pallet per adoperarne le tavole è già una piccola impresa, perché i chiodi che le fissano sono ad aderenza migliorata e ci vuole una buona leva per toglierli.

Ma il lavoro vero è stato fatto dopo, nell’utilizzare queste tavole per fare pannelli di legno più spesso: le tavole sono state piallate per regolarizzarle e portarle tutte a identico spessore (9 mm); quindi sono state unite con adesivo vinilico in strati sovrapposti e incrociati sino a raggiungere lo spessore totale di 36 mm per il pannello del piano superiore del piedistallo e 18 mm per quello del piano inferiore.

Il travetto di legno 80×80 mm serve per fare il gambo del piedistallo per piante fai da te usando una tecnica particolare che permette di ottenere una forma sinuosa: si tratta di fare due tagli che seguono uno stesso percorso, fatti su due facce diverse del travetto. Per tracciare due linee identiche è necessario realizzare una dima di cartoncino che abbia un bordo diritto (per l’allineamento) e uno con le curve (quello di tracciamento). Il taglio longitudinale si effettua con la sega a nastro; dato che le curve da fare hanno un raggio piuttosto corto, è necessario montare sulla sega una lama stretta.

La tavola spessa 40 mm, infine, serve per fare il piede d’appoggio a terra del manufatto, costituito da due pezzi che si incrociano incastrandosi fra loro. Il bordo libero dei due ha una forma con rotondità che viene data ancora con la sega a nastro. Lo stesso strumento si usa anche per tagliare i bordi dei due piani, superiore e inferiore, con i lobi, come se fossero le estremità dei petali di un fiore.

Dopo il montaggio dei pezzi, il piedistallo per piante fai da te si conclude con la levigatura delle superfici e la stesura di diverse mani di vernice trasparente, inframmezzate da ulteriori levigature con carta abrasiva sempre più fine.

  1. Tracciare la linea di taglio

    Tagliato alla lunghezza necessaria il travetto a sezione quadrata, si applica la dima di cartoncino su un fianco e vi si traccia la linea di taglio a esse. Fatto questo, si mette la dima sul lato a fianco e si traccia anche su questa una linea di taglio, ma con orientamento speculare alla precedente.

  2. Effettuare i due tagli longitudinali

    Si effettuano i due tagli longitudinali del travetto con la sega a nastro. Fatto il primo, i due pezzi ottenuti si tengono insieme, l’uno sull’altro, e si effettua il secondo taglio.

  3. Unire i quattro pezzi

    Mettendo insieme i quattro pezzi ottenuti, affiancandoli per il loro lato piatto e orientandoli opportunamente, si ottiene il gambo “lavorato” con andamento sinuoso. L’unione si effettua con adesivo vinilico e messa in pressione dei pezzi fra loro.
    piedistallo per piante fai da te

  4. Ricavare i due piedi del sostegno

    I due piedi del sostegno sono ricavati da una tavola spessa 40 mm, tagliandola con la sega a nastro per assecondare le curvature del profilo superiore. In un piede l’apertura di incastro centrale va fatta verso l’alto, mentre nella seconda va fatta verso il basso (lato pavimento).

  5. Unire i due pezzi e formare la base

    I due pezzi si incrociano a 90° e si uniscono con incastro a mezzo legno. Anche se entrano di misura, conviene sempre mettere un po’ di adesivo.
    piedistallo per piante fai da te

  6. Realizzare il piano decorativo superiore

    Tracciato il contorno del pannello spesso 36 mm, ottenuto unendo incrociate tante tavole da 9 mm, si realizza il piano decorativo superiore.

  7. Realizzare e fissare il piano decorativo inferiore

    Realizzato anche il pezzo decorativo inferiore, usando un pannello più sottile, fatto unendo due soli strati di tavole, lo si fissa ai piedi con due lunghe spine di faggio passanti Ø 12 mm, che si lasciano spuntare anche sopra per l’innesto nel gambo.

  8. Unire il piano superiore con il gambo

    Anche la giunzione del gambo con il piano superiore avviene tramite spine di faggio Ø 12 mm, messe in modo da penetrare abbondantemente su entrambi i lati.
    piedistallo per piante fai da te

Progetto di Fabrizio Marni

Intelligenza artificiale vs manualità intelligente

Tratto da “Far da sé n.531 – Giugno/Luglio 2023″

Autore: Nicla de Carolis

ll termine intelligenza artificiale venne coniato negli anni ’50 quando si cominciarono a realizzare programmi che cercavano di emulare le facoltà umane di pensiero e apprendimento. Gli studi sono andati avanti e queste soluzioni informatiche hanno compiuto notevoli progressi, arrivando a livelli considerevoli di autonomia, e sono utilizzate oggi in tanti campi. Solo per citare qualche esempio troviamo l’AI, dalla definizione inglese di Artificial Intelligence, nelle auto a guida autonoma che, come dicono gli studi accreditati, dovrebbero ridurre gli incidenti stradali del 90%; l’AI è negli assistenti virturali tipo Alexa, Siri etc che eseguono i nostri comandi per azionare dispositivi, in Netflix e in tanti altri servizi via internet, dove sono implementati con l’obiettivo di intercettare i gusti degli utenti e fornire soluzioni per aumentarne il coivolgimento.
Il funzionamento dell’intelligenza artificiale è quello di un sistema informativo evoluto, in grado di imparare e prendere decisioni in modo quasi del tutto indipendente e può essere di due tipologie: software AI e robot AI. Il secondo, rispetto al primo, oltre al programma, prevede elementi meccatronici e sensori ed è quindi una macchina avanzata, con una perfetta integrazione tra il software e l’hardware, in grado di muoversi e realizzare operazioni più o meno difficili, simulando l’attività di un essere umano.
E qui la domanda nasce spontanea: riusciranno questi robot a sostituire la manualità unita all’intelligenza pratica e creativa, la capacità decisionale dell’uomo e in questo caso intendo proprio quella di un fardasé? Forse sì ma, per il momento, io trovo fantastica e difficilmente eguagliabile la capacità di mettere insieme tante conoscenze risolutive di problemi, tipica degli artigiani (e anche chi legge questa rivista è un artigiano, sia pur del tempo libero) che sono in grado di riparare oggetti, motori, utensili dei più vari tipi, di progettare, realizzare e far funzionare impianti, di costruire e montare mobili su misura, utilizzando l’intelligenza, la conoscenza teorica, l’esperienza, dosando forza e delicatezza a seconda dei casi. Processi che diamo per scontati ma che sono un insieme di abilità insostituibili e necessarie, anche in un periodo di esasperato uso della tecnologia e del virtuale, degne di ammirazione e stupore quanto meno al pari delle magie dell’intelligenza artificiale.

Brico io apre a Soresina (CR) | 1.000 metri quadrati per chi ama casa e giardino

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Il nuovo negozio Brico io inaugurato oggi a Soresina nasce negli ex locali del supermercato Coop

Facilmente raggiungibile si trova lungo la SP89, una delle arterie principali per Soresina e dintorni. Il punto vendita rappresenta appieno il nostro format di negozio di prossimità, utile per la risoluzione delle quotidiane necessità e piccole manutenzioni di casa e giardino.

Nei circa 1.000 mq. propone oltre 25.000 articoli nei reparti tradizionali e tecnici del “fai da te”: Utensileria elettrica e manuale, Elettricità, Idraulica, Accessori e Arredo Bagno, Ferramenta, Scaffali, Sistemazione e Arredo casa, Legno, Vernici, Giardinaggio, Arredo giardino, Auto e Bici; affiancati dal nostro shop in shop L’Outlet del Kasalingo, dedicato al mondo del tessile, della cucina, della tavola e del piccolo elettrodomestico.

A completare l’offerta un’ampia area dedicata ai prodotti promozionali e stagionali.

  • I Numeri 78 negozi a gestione diretta e 36 in affiliazione.
  • I Servizi Taglio legno, Tintometro, Duplicazione chiavi e radiocomandi, Timbri e Targhe, Pagamento utenze e Punto di ritiro ordini online.
  • Lo staff 11 addetti, inclusa la regia, sono a disposizione della clientela per aiutarli nella scelta dei prodotti giusti per risolvere
  • Le Offerte il volantino realizzato per l’apertura propone una serie di articoli a prezzi veramente vantaggiosi selezionati tra i più rappresentativi dei reparti, con un occhio particolare alla stagionalità.
  • Il Lancio La nuova apertura vede protagonista il punto vendita di un concorso veramente interessante che mette in palio, oltre a tantissimi buoni sconto, 10 I-Phone. Concorso “allettante” che abbiamo pensato di ripetere visto il successo riscontrato quando fatto in altri punti vendita l’anno passato.

A supporto, oltre al volantino, affissioni Comunali, vele 6×3 fisse e itineranti e radio locale.

Brico io SORESINA (CR) – Via G.Guida, 4 – Tel. 0374.717426
Orario di apertura: dal lunedì al sabato dalle 8.30 alle 20.00 – domenica dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 19.30

Barbecue in muratura fai da te con girarrosto

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Barbecue in muratura fai da te realizzato nella sua totalità, dalla piattaforma, con scavo e gettata, all’erezione della base d’appoggio e del focolare, rivestito con mattoni refrattari, sino alla chiusura superiore con cappa d’alluminio e comignolo per allontanare i fumi

Per la costruzione edile di questo barbecue in muratura fai da te sono stati scelti mattoni pieni, mattoni refrattari, una lastra di marmo e due travetti di abete. Si è iniziato realizzando una piattaforma d’appoggio solida e perfettamente piana, facendo una gettata di cemento armato soltanto leggermente più grande delle dimensioni del top in marmo. Su una piattaforma cosiffatta ha eretto, mantenendo lo squadro e i corretti livelli, i muri di sostegno sino alla quota di 800 mm, dove ha posizionato il top: un piano di marmo con dimensioni 900×1800 mm, sostenuto sul davanti da una trave portante di abete con sezione 120×100 mm.

Al di sopra del top, proseguono a salire tre pareti di mattoni pieni (due spalline e il dorso del focolare), per un’altezza di 900 mm; il focolare viene rivestito internamente con mattoni e malta, entrambi refrattari.

La cappa del barbecue fai da te in muratura, a forma piramidale, è fatta con pezzi di lamiera mandorlata di alluminio uniti con rivetti; all’estremità si collega la canna fumaria tramite un raccordo. Sul davanti la cappa appoggia su un travetto di abete di sezione 100×50 mm. Nella spallina destra del focolare si lascia un’apertura per l’asta del girarrosto e una nicchia per l’applicazione del motore.

La costruzione in muratura

Si spiana leggermente l’area destinata all’installazione, magari togliendo un sottile strato di terra e si delinea il contorno con tavole di legno messe in costa e con il bordo superiore ben livellato. All’interno della cassaforma si spiana uno strato di ghiaietto e si dispone un pezzo di rete elettrosaldata prima di fare il getto con calcestruzzo sino a livello delle tavole.

Per erigere i muretti del basamento si fanno sagome di cartone rigido, che aiutano a mantenere lo squadro mentre si dispone il primo corso di mattoni pieni, secondo lo sviluppo previsto delle pareti. Quindi si procede a salire con i corsi successivi, alternando sempre le posizioni di sormonto dei mattoni, tranne che per la colonnina a destra, costituita da una pila di elementi singoli.

Giunti all’altezza del piano d’appoggio si dispone una trave di legno in posizione trasversale sul bordo anteriore dei muretti e della colonnina. Data la funzione di sostegno del top in marmo, la trave, ma anche il perimetro di mattoni, devono risultare perfettamente in bolla.

Barbecue in muratura fai da te

Si mette in posizione la lastra di marmo che forma il piano di lavoro del barbecue in muratura fai da te, ma tenendola sopraelevata con alcuni mattoni, in modo da poter distribuire l’adesivo di montaggio per fissarla.

Togliendo i mattoni distanziali, prima da un lato poi dall’altro, si fa scendere in sede la piastra di marmo, appoggiandola sul basamento.

Barbecue in muratura fai da te

La costruzione prosegue anche sopra il top in marmo, con due spalline, corrispondenti alle due di sinistra del basamento, e lo schienale del barbecue in muratura fai da te. Il tutto ancora con mattoni pieni. Terminata questa parte, applicando un’altra architrave di legno, che conclude e lega in alto le due spalline, inizia il rivestimento interno del focolare con i mattoni refrattari.

Barbecue in muratura fai da te

Cappa in alluminio e foro per girarrosto

I pezzi con cui comporre la cappa si preparano usando la smerigliatrice angolare con montato un disco da taglio.

Con i pezzi di lamiera mandorlata di alluminio si compone la cappa unendo i pezzi con angolare d’acciaio applicato internamente e fissato con rivetti.

Il colmo si conclude con un raccordo per la canna fumaria rivettato su lamiera zincata i cui lembi vengono ripiegati sulla cappa.

Messa in posizione sul barbecue in muratura fai da te, la cappa si fissa internamente con staffe rivettate sul lato alluminio e con tasselli d’acciaio, lato muratura.

Barbecue fai da te in muratura

Nella spallina di destra, a lato del focolare, si lascia un’apertura che nello strato interno, quello dei mattoni refrattari, è minima. L’apertura serve per consentire il passaggio dell’asta del girarrosto.

Nella stessa parete, ma esternamente, l’apertura nella parte costituita da mattoni pieni e più ampia perché viene ricavato lo spazio per posizionare il motore elettrico del girarrosto.

Progetto di Giovanni Pasqualotto