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Zanzariere fai da te | Come si costruiscono nel dettaglio

Le zanzariere fai da te vengono costruite a misura del portoncino d’ingresso, d’estate lasciano circolare l’aria e i gatti di casa, ma non gli insetti

Vediamo come costruire delle zanzariera fai da te partendo dalla considerazione che quelle che si trovano premontate su telai e adattabili a luci di diverse dimensioni, non possono andare sempre bene: a volte ci sono esigenze particolari, ad esempio d’estate i cani e i gatti che vivono in famiglia hanno bisogno di entrare e uscire liberamente e una zanzariera commerciale non è una barriera solo per gli insetti…

Questo è già un motivo sufficiente per pensare di costruire una zanzariera fai da te, incorporando uno sportello basculante per il passaggio dei felini, ma il nostro amico è andato oltre: ha fatto in modo che la struttura potesse servire anche nel periodo invernale, chiudendo le specchiature centrali dell’anta e del telaio fisso con altri telaietti rimovibili, sui quali ha fissato il telo antizanzara.

Passata l’estate, basta svitare le viti che fissano questi telaietti e montare al loro posto pannelli di policarbonato alveolare, la cui struttura a camera d’aria migliora l’isolamento dal freddo e dagli spifferi.

Zanzariere fai da te

costruire una zanzariera
L’unione di un listello su uno dei lati del profilato ha il duplice scopo di rendere molto più robusto l’insieme del telaio della zanzariera autocostruita che si va a formare e di aumentare il bordo visibile adeguandone le proporzioni alle specchiature racchiuse.

Come costruire una zanzariera per porta d’ingresso

taglio listelli zanzariere fai da te
  1. Il telaio della porta è realizzato con angolare di pino da 35×35 mm e listelli di abete 20×20 e 15×35 mm. Per la precisione nei tagli sbiechi ci si affida alla troncatrice.
  2. L’angolare ha la funzione di cornice coprifilo per nascondere il perimetro del vano porta. Il telaio completo va poi fissato al telaio della porta d’ingresso di alluminio tramite 6 piattine distanziatrici sagomate allo scopo (3 per lato).
  3. Per le due specchiature più grandi della porta vengono realizzati due telai ai quali si fissa la zanzariera con puntine inserite nel profilo esterno. I telai si montano nella specchiatura con viti e, con l’arrivo della stagione fredda, è possibile rimuoverli e mettere due lastre di policarbonato al loro posto.

Contropounta con più funzioni

zanzariera fai da te
  1. L’anta è suddivisa in 3 settori: i due più grandi, quelli che ospitano le zanzariere, e uno inferiore a sua volta diviso in tre, ovvero due settori laterali fissi chiusi da lastre di policarbonato e uno centrale mobile per il passaggio dei gatti. È composta da listelli d’abete 20×20 mm, rivestiti sulla faccia rivolta all’esterno con tavolette d’abete 50×10 mm, sporgenti di lato affinché l’anta faccia battuta sul telaio principale. Qui vediamo l’apertura della sede per inserire la serratura, fatta con la fresatrice portatile capovolta montata sul banchetto per utilizzarla come una toupie.
  2. La serratura deve rimanere a filo piano per non ostacolare la battuta della porta in chiusura.
  3. Trattandosi di una struttura leggera, una coppia di cardini fissati sul lato esterno del telaio principale e sul profilo del listello di battuta dell’anta sono sufficienti a garantire l’apertura verso l’esterno in tutta sicurezza.
  4. Ecco la struttura completa (telaio+anta) prima di iniziare a completare le specchiature: da tenere presente che anche le due laterali più grandi che fanno parte del telaio fisso sono concepite per ospitare la zanzariera in estate e le lastre di policarbonato alveolare d’inverno.
  5. La prova serve anche per verificare che l’articolazione dell’anta non presenti attriti e che la serratura chiuda senza impuntamenti.
  6. Nella parte alta dei montanti che suddividono la zona inferiore della porta vengono praticati i fori passanti necessari a inserire una barra filettata che attraversa uno degli alveoli della lastra di policarbonato che chiude la specchiatura centrale. Serrando la barra con dadi e rondelle dall’esterno, questa funge da perno e permette alla lastra di basculare verso l’interno e verso l’esterno, per il passaggio dei gatti.
  7. La finestratura superiore viene chiusa con una lastra di vetro sintetico sulla quale viene incollata una striscia di plastica adesiva trasparente a effetto satinato, un poco più stretta della lastra; su questa vengono poi fissati disegni geometrici colorati, ritagliati da plastica adesiva e protetti con spray trasparente.

Versione invernale delle zanzariere finestra fai da te

zanzariera per finestra

La zanzariera utilizzata è del tipo a rotolo, tagliata a misura abbondante rispetto alla cornice da rivestire per ripiegarla e fissarla con puntine sul lato che rimane rivolto verso l’interno del telaio, affinché le puntine non possano staccarsi. Tutte le altre parti rivestite con policarbonato alveolare che rimangono fisse, eccetto il passaggio per i gatti, vanno sigillate lungo il perimetro con un cordone continuo di silicone.

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  • Qualità buona - La rete della zanzariera porta finestra è in poliestere molto resistente e ben progettata, durevole, senza sostanze nocive, non si deforma e cuciture delicate. Le strisce centrali in verticale ha il rivestimento spessore, per aumentare il silenzio, abbassare il rumore in modo da avere un sonno tranquillo
  • Bello e versatile - Il disegno dell'adesivo può evitare di forare il muro e distruggere l’aspetto della porta. Si può fissare la zanzariera porta finestra sulle cornici delle porte come in legno, in marmo, in metallo, ecc., ideale per l’uso in camera da letto, salone, soggiorno, balcone, ecc.

Come sostituire la cinghia della tapparella

Sostituire la cinghia della tapparella, guida passo-passo

Sostituire la cinghia della tapparella non è poi cosi difficile. La sostituzione delle cinghie delle tapparelle è un intervento di manutenzione fondamentale per garantire il corretto funzionamento e la sicurezza delle tue finestre. Questo processo, solitamente semplice e veloce, può variare leggermente a seconda del tipo di tapparella e di sistema di avvolgimento installato. Prima di iniziare, è cruciale scegliere una cinghia di qualità adeguata alla dimensione e al peso della tapparella. Durante la sostituzione, è essenziale seguire i passaggi corretti per rimuovere la vecchia cinghia e installarne una nuova, assicurandosi che sia ben tesa e allineata per evitare future usure o danneggiamenti. Un’accurata manutenzione e la tempestiva sostituzione delle cinghie possono significativamente prolungare la vita delle tue tapparelle, migliorando la funzionalità e l’efficienza del tuo sistema di oscuramento.

Può capitare che il cintino della tapparella si strappi, ma prima che accada abbiamo il tempo di notare che si sta consumando nelle zone di maggior attrito, per cui conviene procedere alla sostituzione prima che avvenga lo strappo. Per farlo dobbiamo accedere al cassonetto posto sopra la finestra, ove è situato il rullo che avvolge la tapparella. Questa va alzata e riavvolta utilizzando lo spezzone di cintino che è rimasto e bloccata, con un tacco di legno, ai rullini di scorrimento fissati al cassonetto. Asportiamo il vecchio cintino e al suo posto inseriamo quello nuovo collegandolo, in alto, alla puleggia e, in basso, all’avvolgitore facendolo passare attraverso i rullini presenti sul cassettone, in alto, e sulla mascherina dell’avvolgitore, in basso. Fissato all’avvolgitore “carichiamolo” per comprimere la molla interna; poi inseriamo il sistema in sede.

Per la sostituzione della cinghia della tapparella è utile sapere che…

In questo lavoro conviene farsi aiutare, per non rischiare incidenti, specialmente se la finestra non dà su un balcone, ma direttamente sul vuoto. Il cintino può essere sostituito anche con la tapparella abbassata, ma in questo caso dobbiamo prima avvolgerlo sul meccanismo di richiamo e poi collegarlo alla puleggia. Il lavoro risulta più complesso, ma offre maggiore sicurezza in quanto può non essere agevole mantenere la tapparella alzata durante l’operazione.

cintino tapparella

Schema generico del sistema di sollevamento della tapparella

disegno cinghia tapparella

Sostituzione cinghie tapparelle: come procedere

sostituire la cinghia tapparella

Tempo richiesto: 2 ore

  1. Liberare il cintino dell’avvolgitore

    Bloccata la tapparella, allentiamo il cintino inserito in una scanalatura e trattenuto da un nodo. Tagliamo il nodo e liberiamo il cintino dall’avvolgitore.

  2. Bloccare il nuovo cintino

    Inseriamo il nuovo cintino nella fessura laterale della puleggia e blocchiamolo con un nodo. Poi avvolgiamolo di un paio di giri tirando con una certa forza.

  3. Far passare il cintino nei rulli di scorrimento

    Dopo aver calato la tapparella facciamo passare il cintino nei rullini di scorrimento fissati al cassonetto. Lo tagliamo lasciando circa 30-50 cm di abbondanza.

  4. Fissare il cintino al rullo

    Dopo aver ruotato più volte il rullo dell’avvolgitore, comprimendo la molla interna, facciamo passare il cintino nei rullini e lo fissiamo al rullo con una vite.

  5. Inserire il corpo dell’avvolgitore nella sua sede

    Liberando la molla di richiamo il cintino si avvolge sul rullo: attenzione a non lasciarlo andare di colpo. Inseriamo il corpo dell’avvolgitore nella sua sede.

  6. Applicare e serrare la viti di bloccaggio

    Applichiamo e serriamo le viti di bloccaggio che mantengono in posizione la mascherina e il meccanismo dell’avvolgitore nella sede.

Sostituzione cinghia tapparelle: la variabile cassonetto

I cassonetti posti sopra la finestra, che contengono il rullo e la puleggia di avvolgimento, possono essere di tipo molto diverso in funzione dell’età della casa e della tipologia dei serramenti. La differenza si evidenzia, soprattutto, nel sistema di apertura del cassonetto per poter accedere al suo interno.Nel caso più favorevole si tratta di ruotare verso l’alto (e bloccarlo) un pannello incernierato. Spesso, invece, il pannello è incastrato in scanalature sul telaio. In tal caso va spinto verso l’alto per liberare la scanalatura inferiore e poi, ruotando il suo bordo inferiore leggermente verso l’esterno, estratto dalla scanalatura superiore. Nel caso di finestre molto larghe, come quelle a tre ante, è necessaria la collaborazione di un aiutante perché il pannello di chiusura è lungo e pesante e non è facile movimentarlo da soli.

cassonetto

Poltrona pallet fai da te | Costruzione passo-passo

Realizzare una poltrona con bancali non è complicato, basta munirsi di alcuni pallet di recupero in buono stato

Non si sbaglia a definire spartana questa poltrona pallet fai da te. Un vero lavoro di bricolage sia per il materiale con cui è stata costruita (pallet in buono stato, ma conservati al naturale con tanto di sigle e scritte) sia per le dimensioni (la larghezza della seduta non supera il metro e quindi due persone ci stanno “vicine, vicine”) sia per la comodità interamente demandata a due cuscini. Ma l’aspetto finale della poltrona con bancali è molto piacevole e nell’angolo del giardino, tra la fontanella in ghisa, l’acquaio in pietra scolpita, il cespuglio di rosmarino e la lampada orientaleggiante ci sta proprio bene!

poltrona con bancali

Cosa occorre per costruire la poltrona pallet fai da te

Il materiale occorrente comprende 3 europallet per costruire la base, la seduta e i due poggiabraccia: questi sono di misure standard (800x1200x150 mm). Servono anche 14 assi di recupero da altri pallet (misure varie, spessore 20 mm), 8 travetti da 185×50 spessi 75 mm), 2 rotelle piroettanti e altre 2 rotelle piroettanti con freno, con diametro 70 mm, 8 viti autofilettanti a croce a testa piatta M4x40 mm per il fissaggio delle rotelle, 8 rondelle, 6 viti autofilettanti a croce a testa piatta M4x30 mm per il fissaggio dei bancali, 7 viti autofilettanti a croce a testa piatta M 4×40 mm per il fissaggio dei braccioli, chiodi per legno, impregnante protettivo da esterni color noce.

poltrona fai da te

La costruzione della poltrona pallet fai da te è abbastanza facile richiedendo solo tagli con troncatrice e seghetto, giunzioni con viti e chiodi (solo i braccioli sono spinati alla tavola che da dietro abbraccia lo schienale), finiture leggere con dischi abrasivi montati sulla levigatrice rotorbitale e due mani di impregnante a distanza di 48 ore l’una dall’altra. L’unico punto che richiede una maggiore attenzione è l’unione dello schienale con la struttura della poltrona fai da te e con i braccioli: essendo leggermente inclinato all’indietro bisogna scavarne la sede sul bancale di seduta e rinforzarlo adeguatamente con travetti e tavole che formano una linea continua con i braccioli stessi. La linea rotonda dello schienale e dei due braccioli e l’unico vezzo nella costruzione della poltrona con bancali, fatta per stare all’esterno, all’insegna della solidità e della durata nel tempo.

Rilievi delle dimensioni della poltrona con bancali e taglio dei vari pezzi

Tempo richiesto: 1 giorno

  1. Tagliare le prime tre tavole

    La parte anteriore del pallet viene rimossa tagliando tre tavole e lasciando solo le ultime due; anche il travetto centrale viene accorciato conservando solo la parte che sostiene le ultime due tavole.poltrona pallet fai da te

  2. Fissare le ruote

    Agli angoli del pallet di base si effettuano due prefori diametro 3 mm a 40 mm di distanza dal bordo esterno per fissare le ruote piroettanti con viti; due di queste sono dotate di freno e vanno posizionate sul lato anteriore.montaggio ruote poltrona fai da te

  3. Avvitare i pallet tra loro

    Sul pallet di base si avvita il pallet di seduta e quello precedentemente tagliato usando viti M4x30 mm.poltrone con pallet

  4. Intagliare la sede per lo schienale

    Nell’angolo posteriore del bracciolo si intaglia con scalpello e martello la sede per lo schienale.poltrona pallet

  5. Asportare parte dell’asse centrale

    Con il seghetto alternativo si asporta una striscia dell’asse centrale pari a metà della sua larghezza. Le parti molto deteriorate delle assi devono essere stuccate.poltroncine fai da te

  6. Procurarsi le tavole per lo schienale

    Per la realizzazione dello schienale servono le assi tagliate da un pallet e quelle ricavate dallo smontaggio di un altro. Per colmare una larghezza di circa un metro, che corrisponde alla doppia seduta, occorrono circa dieci tavole che vengono fissate con chiodi a un listello posteriore posizionato a circa 230 mm dall’alto. Si mette lo schienale provvisoriamente in posizione per verificare le dimensioni, l’inclinazione e l’appoggio al pallet sottostante.poltrona pallet fai da te

  7. Tagliare la sagoma dello schienale

    Si traccia con un compasso di fortuna la sagoma curva dello schienale e si taglia con seghetto alternativo.poltrona con bancali

  8. Fissare lo schienale

    Lo schienale viene fissato in posizione con travetti e una tavola che sarà il proseguimento dei braccioli.poltrona pallet fai da te

  9. Portare a misura i braccioli

    Con la troncatrice si portano a misura i due braccioli e si intaglia la sede a L contro lo schienale: forata nello spessore, deve essere spinata alla tavola posteriore.poltroncine fai da te

  10. Sagomare il bracciolo

    Il bracciolo della poltrona pallet fai da te viene sagomato frontalmente per richiamare la curva dello schienale.

  11. Chiudere gli spazi vuoti tra le tavole della seduta

    Gli spazi vuoti tra le tavole della seduta vanno chiusi con strisce di legno a misura.poltrona con bancali

  12. Rifinire la poltrona pallet fai da te

    Con la levigatrice rotorbitale si ripassa tutta la struttura e in particolare i bordi che vanno addolciti; dopo avere rimosso polvere e residui di lavorazione non resta che stendere due mani di impregnante color noce.levigatrice rotorbitale utilizzo

Progetto di Daniele Rusconi

Husqvarna

Husqvarna è il marchio d’eccellenza svedese con oltre 330 anni di esperienza nella produzione di soluzioni innovative per la cura di boschi, parchi e giardini. Con un’offerta che si rivolge sia ai privati che ai professionisti, l’azienda è affermata come leader mondiale nel settore grazie ad una ampia gamma di prodotti che combina innovazione tecnologica, ergonomia, sicurezza e design.

Tra le proposte di punta figurano i robot tagliaerba, di cui Husqvarna è leader mondiale e i prodotti a batteria, soluzioni progettate per semplificare la manutenzione del verde con un occhio attento alla sostenibilità e all’efficienza.

Husqvarna fonda la sua filosofia su un profondo rispetto per la natura e su una costante spinta verso il miglioramento. Questo impegno si traduce nella creazione di soluzioni in grado di rispondere alle esigenze dei clienti, offrendo strumenti all’avanguardia. Scegliere Husqvarna significa scegliere una tradizione di qualità e innovazione al servizio del verde, con l’obiettivo di valorizzare gli spazi all’aperto nel pieno rispetto dell’ambiente

Casa green: un tetto ben isolato, il buon inizio imprescindibile

Tratto da “Far da sé n.535 – Aprile/Maggio 2024″

Autore: Nicla de Carolis

Sono finiti i tempi in cui bastava avere un tetto sulla testa che riparasse dagli agenti atmosferici: oggi un tetto, parte integrante dell’involucro di un edificio, deve avere determinate caratteristiche perché da esso derivano grandi possibilità di risparmio energetico, indispensabili per un graduale adeguamento volto a ridurre l’inquinamento. Adeguamento vivamente consigliato anche dall’Europa, con l’approvazione, nei giorni scorsi, della molto discussa direttiva Casa green: l’obiettivo è ridurre entro il 2030 le emissioni di gas serra attraverso un minor utilizzo dei combustibili fossili nel comparto residenziale che, insieme all’industria, è in testa alla classifica delle cause inquinanti, quindi pervenire alla neutralità climatica entro il 2050. Progetto piuttosto ambizioso soprattutto se si ragiona in termini di inquinamento globale ma, a mio avviso, corretto per sensibilizzare ciascuno di noi anche in questa direzione, creando cultura e consapevolezza del problema. L’abbattimento delle emissioni è legato a tre variabili fondamentali: l’efficienza energetica, l’elettrificazione dei consumi, la sostituzione dei combustibili fossili con energie alternative. Quindi si parte dalla riqualificazione energetica, ovvero avere immobili che non disperdano calore in inverno e non lo facciano entrare in estate, e gran parte di questi problemi viene spesso dal tetto. L’isolamento termico di quest’ultimo, quindi, consente di guadagnare tra il 20% e il 40% in termini di efficienza energetica. Ben lo sapevano anche in passato quando il sottotetto non era certo abitato, era una soffitta dedicata al massimo a magazzino e che faceva da camera d’aria isolante per tutto l’edificio.

In realtà l’isolamento del tetto non è un’operazione particolarmente complessa se non bisogna intervenire sulla struttura e un fardasé può senz’altro dare il suo contributo in questo lavoro affiancando gli esperti del mestiere. Il tutto scegliendo a monte se realizzare un tetto ventilato, sapendo quali siano gli strati di materiale da utilizzare: l’impermeabilizzante e l’isolante di origine minerale o animale o sintetica o composita. Per poi valutare la scelta dei diversi sistemi che siano dall’interno o dall’esterno, in pannelli sandwich già pronti che si montano con incastri, in pannelli semplici o a rotolo o in granuli.
Nel dossier di questo numero troverete tutte le dritte per sapere in linea teorica, ma anche pratica, come è meglio intervenire per affrontare questo indispensabile lavoro di riqualificazione che darà enormi, tangibili vantaggi, sia che viviate in una casa singola sia in appartamento, in particolare quello all’ultimo piano di un condominio.

Impianto elettrico fai da te | Video guida illustrata

Caratteristiche salienti e utili indicazioni per la progettazione di un impianto elettrico fai da te

Progettare un impianto elettrico civile, ovviamente, non è operazione alla portata di tutti: occorrono competenze elettriche, normative e una certa manualità. Occorre subito sottolineare che gli impianti elettrici sono molto pericolosi e per metterci le mani serve la competenza di un professionista.

Questo articolo vuole essere solo esplicativo e non invita, anzi sconsiglia, di approcciarsi a realizzare un impianto elettrico senza avvalersi di un professionista abilitato. In sostanza evitate di fare l’elettricista fai da te.

Assolutamente fondamentale, ancora prima di procedere a leggere questo articolo, conoscere esattamente come ottenere la dichiarazione di conformità impianto elettrico.

Non devo toccare… ma posso sapere

Cerchiamo di capire, però, quali sono le basi fondamentali per progettare un impianto elettrico domestico in funzione dell’abitazione in cui viviamo o rifare impianto elettrico. La pianta del nostro appartamento determina la distribuzione delle linee elettriche, dei collegamenti elettrici e anche la posizione più opportuna del quadro elettrico da cui queste si dipartono.

In un appartamento a pianta centrale la posizione più adatta del quadro elettrico casa è in un locale di disimpegno al centro, con linee che si distribuiscono a raggiera; abbiamo così tante dorsali con cavi di sezione maggiore. In ogni stanza c’è una cassetta di derivazione e da questa si dipartono le linee di sezione minore che arrivano alle prese o ai punti luce. Se l’appartamento ha uno sviluppo longitudinale, la linea dorsale principale corre lungo il corridoio; il quadro può essere situato all’inizio o al centro di questo.

La realizzazione di un corretto impianto elettrico, manco a dirlo, parte da una progettazione perfetta dell’impianto di messa a terra.

Come fare impianto elettrico – Schema impianto elettrico casa

schema impianto elettrico
impianto elettrico con punti luce
schema impianto elettrico civile abitazione per il circuito di alimentazione dell’impianto di illuminazione.
impianto per prese elettriche
schema generico del circuito di collegamento elettrico di alimentazione delle prese di un’abitazione.
schema impianto elettrico

Il disegno evidenzia lo sviluppo di un impianto elettrico all’interno di un’abitazione: la linea principale corre a pavimento e si divide in rami secondari che arrivano alle scatole di derivazione, in cui si frazionano ulteriormente per collegarsi a punti luce, prese e interruttori.

Le linee elettriche devono essere separate da quelle per TV e telefono. Per decidere la posizione di comandi e prese bisognerebbe avere già un’idea della disposizione dei mobili: è meglio mettere da subito qualche presa in più. La cucina è il locale che presenta la maggior concentrazione di utilizzi: le prese per il piano di lavoro devono essere ad almeno 60 cm da lavello e piano cottura, bisogna alimentare cappa e luci sottopensili e tutti gli elettrodomestici fissi (forno, frigorifero, lavastoviglie).

Per questi ultimi, essendo le prese occultate dai mobili, è bene prevedere un interruttore che li escluda in caso di guasto. In bagno comandi, prese e scatole di derivazione devono trovarsi a opportuna distanza dai punti acqua per evitare il rischio di schizzi.

Simbologia elettrica impianti elettrici civili

simbologia elettrica
disegno impianti elettrici

Piano generale: lo sviluppo dell’impianto elettrico appartamento va stilato con precisione.

  1. Per il progetto impianto elettrico utilizziamo la specifica simbologia che individua la posizione di prese, comandi, punti luce, e altri elementi.
  2. Schema elettrico dell’appartamento tipo preso in considerazione nell’esempio illustrato.

Sezione cavi elettrici

sezione cavi elettrici

L’energia elettrica, con correnti abbastanza elevate, fa funzionare gli elettrodomestici più potenti, come ferro da stiro, lavatrice, aspirapolvere ecc. Il circuito di alimentazione è costituito da cavi di almeno 2,5 mm2. Le prese devono essere da 16 A. Se la presa alimenta piccoli elettrodomestici, punti luce e altri apparecchi con assorbimento relativamente basso, può essere da 10 A e alimentata con cavi della sezione di 1,5 mm2. Per approfondire il discorso circa la giusta sezione dei cavi elettrici consigliamo la lettura dell’articolo relativo al corretto dimensionamento cavi elettrici

Impianto elettrico: dalla rete ai punti di utilizzo

  • Contatore

    Qui arrivano la fase e il neutro provenienti dalla rete e parte la linea principale, diretta al quadro elettrico e di sezione adeguata al contratto di utilizzo.Il contatore è di proprietà dell’ente erogatore.impianti elettrici civile

  • Quadro elettrico

    Oltre a fase e neutro, qui arriva anche la terra collegata alla puntazza. Subito all’ingresso ci sono l’interruttore generale e il salvavita, poi i comandi principali (interruttori differenziali) delle singole utenze.quadro elettrico casa

  • Cavi elettrici

    I principali si diramano all’interno del quadro e, a valle di ciascun interruttore, partono le linee costituite da neutro, fase più il cavo di terra collegato al dispersore: la sezione dei cavi si riduce. Non esiste invece una differenziazione circa il colore delle loro guaine, ma soltanto un criterio convenzionale cui si fa riferimento per una più facile individuazione delle linee:
    – Nero per impianto luci e prese;
    – Azzurro per citofono;
    – Marrone per sistemi sicurezza;
    – Verde per la linea telefonica;
    – Bianco per TV, decoder, antenna;
    – Viola per la rete LANcavi elettrici

  • Corrugato

    I gruppi di conduttori corrono in guaine corrugate annegate nella muratura, entro le quali vengono “tirati” con l’aiuto della sonda, per raggiungere le scatole di derivazione nell’impianto sottotraccia. I tubi corrugati devono avere una sezione adeguata ai fasci di conduttori che devono passarvi.

  • Scatole di derivazione

    Al loro interno la linea principale si dirama nelle linee secondarie che vanno a interruttori, punti luce e prese di ogni stanza. La sezione dei cavi si riduce ancora. Le scatole hanno sui quattro lati vari punti pretagliati: vanno fatti “saltare” solo quelli corrispondenti a ingresso e uscita delle guaine.

  • Scatole portafrutti

    Qui termina la corsa delle guaine e dei conduttori che vengono poi collegati ai morsetti di interruttori e prese, direttamente o tramite cavallotti.

Impianto elettrico per la scala

impianto elettrico scala

Per la progettazione impianti elettrici nei locali in cui vi è la presenza di una scala è necessario predisporre un impianto di deviazione per comandare un punto luce da due punti anche distanti tra loro, collocati per esempio alla base e alla sommità della scala. Per rimanere aggiornati in tema di normative elettriche e sapere di più su come fare un impianto elettrico a norma visita il sito del Comitato Elettrotecnico Italiano (CEI)

Video impianti elettrici fai da te

Importanti considerazioni sull’impianto elettrico

Ci sono alcune altre considerazioni che potrebbero essere utili per coloro che desiderano saperne di più sugli impianti elettrici:

  1. Sicurezza: Assicurarsi di avere dispositivi di protezione come interruttori differenziali (ID), interruttori magnetotermici (MT) e dispositivi di protezione contro le sovratensioni (SPD) installati nel quadro elettrico casa per proteggere gli utenti e l’impianto elettrico stesso da eventuali guasti o cortocircuiti.
  2. Efficienza energetica: Valutare l’installazione di sistemi di illuminazione a basso consumo energetico, come lampadine LED, e considerare l’uso di dispositivi di controllo dell’illuminazione, come dimmer e sensori di movimento, per ridurre ulteriormente il consumo energetico.
  3. Prese USB: Prevedere l’installazione di prese elettriche con porte USB integrate per ricaricare comodamente dispositivi elettronici come smartphone e tablet.
  4. Domotica: Esaminare l’integrazione di un sistema di automazione domestica per gestire e controllare vari dispositivi e funzioni all’interno dell’abitazione, come l’illuminazione, il riscaldamento, la sicurezza e gli elettrodomestici.
  5. Manutenzione e ispezioni periodiche: Ricordarsi di effettuare regolari ispezioni e manutenzione dell’impianto elettrico per assicurarsi che sia sicuro e funzionante. Le normative locali potrebbero richiedere ispezioni periodiche da parte di un elettricista qualificato.
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Aggiornamenti sulla Normativa

È fondamentale essere consapevoli degli aggiornamenti sulla normativa relativa agli impianti elettrici. Le norme variano da paese a paese e possono cambiare nel tempo. In Italia, la normativa attuale è dettata dal Comitato Elettrotecnico Italiano (CEI) e comprende standard come la CEI 64-8 per gli impianti elettrici a bassa tensione nelle abitazioni. Per essere sicuri che il tuo impianto sia conforme alle norme attuali, è consigliato consultare sempre un professionista o fare riferimento alle linee guida ufficiali.

Veicoli Elettrici e Punti di Ricarica

Con l’aumento della popolarità dei veicoli elettrici, potrebbe essere utile considerare l‘installazione di un punto di ricarica domestico per auto elettriche durante la progettazione dell’impianto elettrico. Questi punti di ricarica richiedono specifiche considerazioni riguardo la capacità di carico dell’impianto, le linee dedicate e le protezioni specifiche.

Rinnovabili e Impianti Fotovoltaici

Nell’ottica di una maggiore sostenibilità energetica, valutare l’integrazione di fonti di energia rinnovabili, come un impianto fotovoltaico, potrebbe essere un’opzione vantaggiosa. Questi impianti non solo permettono di produrre energia elettrica per l’uso domestico, ma anche di alimentare la rete con l’elettricità non utilizzata, ottenendo un risparmio in bolletta.

Prevenzione Incendi

È di vitale importanza considerare le misure di prevenzione incendi durante la progettazione dell’impianto elettrico. Questo include l’installazione di dispositivi come i rilevatori di fumo e i rilevatori di monossido di carbonio, nonché l’uso di materiali resistenti al fuoco per le installazioni elettriche.

In conclusione, mentre la progettazione di un impianto elettrico può sembrare un compito arduo, un approccio informato e consapevole può contribuire a creare un sistema sicuro, efficiente e a norma.

Ricordiamo nuovamente che lavorare su impianti elettrici può essere pericoloso e che è sempre consigliabile rivolgersi a un professionista abilitato per qualsiasi lavoro elettrico. Queste informazioni sono fornite solo a scopo informativo e non intendono sostituire l’assistenza di un professionista.

Differenza tra tipi di apertura delle persiane o scuri: vicentina, genovese, padovana

In un contesto architettonico e costruttivo, le persiane o scuri rivestono un ruolo fondamentale. Non si tratta solo di elementi di protezione e sicurezza, ma giocano un ruolo importante anche per quanto riguarda l’estetica e l’armonia complessiva dell’edificio. Questi elementi, così comuni e tuttavia così distintivi, sono un esempio perfetto di come la funzionalità e il design possano fondersi per creare qualcosa che va oltre la semplice utilità.

Le persiane, infatti, con le loro forme, colori e meccanismi, diventano un vero e proprio simbolo dell’edificio che adornano, riflettendo il gusto e lo stile dei suoi abitanti. Inoltre, grazie alla loro versatilità, si adattano a qualsiasi tipo di edificio, dal più moderno al più tradizionale, conferendo sempre un tocco di eleganza e personalità. Ma le persiane non sono tutte uguali. A seconda delle tradizioni locali e regionali, possono assumere caratteristiche differenti, diventando così un vero e proprio emblema del luogo in cui si trovano.

I diversi tipi di apertura delle persiane

Le persiane o scuri possono presentare vari meccanismi di apertura, ognuno con peculiarità e vantaggi specifici. Le tipologie di apertura più comuni sono:

  • a battente;
  • a libro;
  • a soffietto;
  • scorrevole orizzontale;
  • scorrevole verticale;
  • ad anta e rullo

Ogni meccanismo di apertura può essere associato a una varietà di materiali, come il legno, l’alluminio, il PVC, per citarne alcuni, che influenzano le prestazioni termiche, acustiche e di sicurezza della persiana. Queste prestazioni, tuttavia, non dipendono solo dalle persiane stesse, ma anche dagli infissi con cui sono abbinati.

Infatti, un sistema di finestre e persiane ben progettato e costruito può migliorare notevolmente l’isolamento termico e acustico di un edificio. In questo contesto, EKU, azienda leader nella produzione di infissi in alluminio, si distingue per l’alta qualità dei suoi prodotti, che offrono eccellenti prestazioni in termini di isolamento termico e acustico. Sebbene EKU sia nota per i suoi sistemi in alluminio, l’azienda comprende l’importanza di un sistema integrato di finestre e persiane. Pertanto, EKU collabora con produttori di persiane per garantire che i loro prodotti siano perfettamente compatibili, sia in termini di funzionalità che di design, con i suoi infissi.

Scuro alla vicentina

persiana alla vicentina

Il primo tipo di apertura che andremo ad analizzare è quello caratteristico dello scuro alla vicentina. Questo stile si contraddistingue per la presenza di una doppia anta, simile alla configurazione a libro, ma con una peculiarità: le ante si aprono in modo opposto, una verso l’interno e una verso l’esterno. Questa caratteristica permette di ridurre l’ingombro, offrendo nel contempo un’elevata protezione dalle intemperie e un buon isolamento termico. Gli scuri vicentini, realizzati prevalentemente in legno, presentano inoltre una struttura solida e robusta, adatta a resistere nel tempo e a sostenere l’azione degli agenti atmosferici.

La persiana genovese

Questa tipologia di persiana si caratterizza per l’apertura a libro, ma con un dettaglio distintivo: le ante sono suddivise in sezioni orizzontali che possono essere orientate in modo indipendente.

Questa caratteristica consente di regolare l’ingresso di luce e aria all’interno dell’ambiente senza dover aprire completamente la persiana. La persiana genovese, realizzata solitamente in legno o alluminio, offre inoltre una buona resistenza alle intemperie e un’ottima durata nel tempo.

Scuri alla padovana

Questa variante si distingue per l’apertura a soffietto, una soluzione particolarmente adatta per spazi ristretti, in quanto le ante si ripiegano su se stesse, riducendo al minimo l’ingombro. Le persiane padovane, realizzate prevalentemente in legno o alluminio, sono apprezzate per la loro funzionalità e per il loro aspetto estetico, in grado di conferire un tocco di eleganza e raffinatezza all’edificio.

Altri tipi di apertura delle persiane

Oltre ai tipi di apertura delle persiane già menzionati, esistono altre varianti che meritano di essere prese in considerazione.

Le persiane alla romana, ad esempio, sono caratterizzate da bande rettangolari proporzionate alla finestra, che conferiscono un aspetto distintivo e colorato. Le persiane alla napoletana, invece, sono formate da un telaio con tamponamento costituito da una serie di stecche inclinate, fisse o orientabili, che offrono una grande versatilità in termini di regolazione della luce e dell’aria.

Persiane alla romana

Un’altra variante interessante è rappresentata dalle persiane alla viareggina, che presentano lamelle arrotondate disposte in posizione inclinata, conferendo un aspetto unico e distintivo all’edificio. Le persiane alla fiorentina, dal canto loro, sono costituite da una parte fissa e una parte mobile, chiamata sportello, che si apre a sbalzo verso l’esterno, offrendo un mix perfetto di funzionalità e stile.

Per chi cerca una soluzione moderna e tecnologica, le persiane a libro o a pacchetto rappresentano una scelta eccellente: queste persiane scorrono tramite appositi carrelli lungo una guida superiore e inferiore, consentendo un’apertura e una chiusura agevole e minimizzando l’ingombro.

Inoltre, per chi desidera unire comfort e tecnologia, esistono le persiane con meccanismo scorrevole, che permettono alla persiana di scorrere all’esterno o all’interno del muro, e le persiane elettriche, che grazie a un meccanismo automatizzato consentono un’apertura e una chiusura semplice e immediata.

Considerazioni finali

La scelta del tipo di apertura delle persiane può influenzare non solo l’aspetto estetico dell’edificio, ma anche le sue prestazioni in termini di isolamento termico, protezione dalle intemperie e sicurezza.

La variante vicentina, con la sua doppia anta che si apre in modo opposto, offre un’ottima protezione e un buon isolamento termico. La persiana genovese, con le sue sezioni orientabili, permette di regolare l’ingresso di luce e aria. Infine, la persiana padovana, con la sua apertura a soffietto, è la soluzione ideale per spazi ristretti. Ogni tipologia presenta i propri vantaggi e peculiarità, e la scelta dovrebbe essere guidata non solo da considerazioni estetiche, ma anche da valutazioni relative alle specifiche esigenze dell’edificio e degli abitanti.

Annovi Reverberi si espande ulteriormente con il lancio di AR Latin America

Annovi Reverberi Group è lieta di annunciare un importante traguardo nella sua espansione globale con il lancio ufficiale di AR Latin America. Questo nuovo capitolo rappresenta un passo significativo nella missione di servire i mercati globali con soluzioni di alta qualità e innovazione senza pari.

Con sede principale a Modena, Italia, e strutture operative in Cina e negli Stati Uniti, Annovi Reverberi continua a crescere, ora portando la sua expertise nel vivace scenario dei mercati del Sud America con l’apertura della sede sudamericana a Curitiba, Paraná, Brasile.

La scelta strategica di stabilire una presenza nel sud del Brasile è stata guidata dalla volontà dell’Azienda di soddisfare le crescenti esigenze del mercato sudamericano, che offre interessanti opportunità di crescita. Concentreremo i nostri sforzi principalmente sul settore agricolo, approfittando delle caratteristiche geografiche, climatiche ed economiche uniche della regione.

Con l’esperienza maturata nella produzione di pompe a membrana e a pistoni, insieme a una gamma completa di componenti essenziali, AR Latin America è pronta a offrire soluzioni all’avanguardia per l’agricoltura, mirate a migliorare l’efficienza e la produttività delle attività agricole nella regione.

Oltre a fungere da centro operativo regionale, AR Latin America sarà un punto focale per l’interazione con il mercato e fulcro organizzativo per la partecipazione a eventi ed esibizioni in Sudamerica.

Il lancio di AR Latin America riflette l’impegno costante di Annovi Reverberi Group verso la crescita, l’innovazione e l’eccellenza nel servire il settore globale. 

Snow bike fai da te | Dalla strada alle piste… ma da sci!

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Trasformazione di una bicicletta in una snow bike fai da te, la bici per andare sulla neve. Per la neve non servono le ruote, pertanto il lavoro principale è stato quello di inventare due sistemi di attacco e incernieramento di un paio di cortissimi sci con la forcella e il forcellone posteriore. In seconda battuta, studiare un sistema per fermarsi…

Una fortissima passione e uno spiccato spirito fardasé hanno fortemente motivato Carlo Mariani in questo progetto che definire impegnativo è poca cosa. Trasformare una comune mountain bike in una snow bike fai da te richiede una fase importante di progettazione e, in corso d’opera, continue prove in bianco e test funzionali. Spesso, nonostante i calcoli e le riflessioni fatti a priori, nelle costruzioni di questo tipo si finisce per fare varianti o optare per soluzioni alternative.

Come realizzare quindi una bicicletta da sci? Per la transizione in snow bike fai da te una prima fase del lavoro riguarda lo smontaggio pressoché totale della bici. Al posto delle ruote bisogna applicare un paio di cortissimi sci e il sistema per collegarli è tutto da inventare, tenuto conto che, togliendo le ruote, nasce la necessità di rialzare il telaio per una questione di assetto e comodità: all’anteriore un po’ di più, facendo un sistema di rialzo e irrobustimento della forcella, al posteriore meno, per mantenere basso il baricentro. Dietro, infatti, per ottenere un’altezza complessiva valida è sufficiente il complesso sistema di snodo e incernieramento dello sci. Inoltre, per una questione dinamica, sulla base di prove fatte, è sorta la necessità di aggiungere ausili capaci di tenere gli sci nel giusto assetto.

Corona e moltipliche non servono più a nulla nella snow bike fai da te, mentre le leve dei pedali si utilizzano per il sistema frenante formato da due lunghi tubolari quadri sagomati per seguire il fianco della bici da sci. In fondo, a queste due aste si fissano ramponi che mordano nella neve e nel ghiaccio; in posizione opportuna si fissano lateralmente i pedali, su cui si spinge con i piedi per frenare; all’estremità anteriore le aste sono incernierate con le leve dei pedali accoppiate sulla stessa linea, con una barra filettata.

Complesso snodo sull’asse posteriore

Montata sul forcellone una barra filettata Ø 12 mm, bloccata con 2 dadi normali e 2 lunghi, si salda a questi ultimi una piastra d’acciaio e poi via via altre staffe e piastrine, componendo il complesso di giunzione con lo sci posteriore e l’ammortizzatore.
costruire snowbike
Il pezzo è arricchito di diversi elementi di irrobustimento strutturale, per evitare che la lamiera possa deformarsi. Sono aggiunte piastre angolari saldate e avvitate, oltre a segmenti di tubo distanziali con bullone che li attraversa bloccandoli.

Rialzo della forcella

Si accorcia l’ala corta di un paio di staffe a L robuste. I tagli sono eseguiti tenendo fermi pezzi nella morsa, usando la smerigliatrice angolare con disco da taglio.
Dopo aver preso le misure si piegano le ali lunghe dei due angolari per ottenere la forma necessaria per l’attacco con la forcella; un legno di scarto tiene in posizione i due pezzi.
Si procede saldando fra loro i due angolari; al termine, tolte le scorie, si smerigliano le saldature. Questa è un’operazione che durante la costruzione si ripete innumerevoli volte.
All’apice della staffa si pratica un foro per l’inserimento della barra filettata e si salda, allineato con i fori, un segmento di tubo distanziale. Sotto si saldano altri due angolari per consentire lo snodo con la piastra di attacco dello sci anteriore.
L’intera forcella anteriore si rinsalda aggiungendo due tubi alla piastra, che si inseriscono superiormente ai vecchi attacchi dei freni e vengono uniti fra loro da una traversina.
Per fare in modo che lo sci stia in posizione corretta anche quando si solleva per un salto, si aggiungono due molle, una davanti e una dietro alla piastra d’attacco, che tendono a riportarlo nel giusto assetto. l filetti troppo lunghi delle viti si troncano prima di verniciare le piastre.

Piastre d’attacco sci nella snow bike fai da te

Per tagliare con buona precisione le piastre, seguendo la tracciatura, conviene fissare con una vite il pezzo di lamiera a un solido tacco di legno e tenere fermo il tutto nella morsa da banco.
bici da sci
Lo snodo sull’asse posteriore si posiziona verso un’estremità della piastra d’attacco, per consentire l’installazione del rimando anteriore atto a stabilizzare lo sci.
Per il fissaggio del rinvio si prepara una piastrina con forma trapezoidale, ritagliandola da una staffa più grande.
Smussati leggermente i bordi e preparati tutti i fori necessari, la piastrina si fissa al telaio della ski bike con due bulloni a testa esagonale. Il fissaggio avviene con la piastra, già presente nella bici, per il montaggio del cavalletto laterale.
Per fare i due segmenti snodabili del rinvio, si usano due piastrine forate, nelle quali si fanno altri fori in linea e vicini l’uno all’altro. Poi si uniscono con una lima.
bicicletta da sci
Il rinvio, in questo momento montato per prova, termina sulla piastra d’attacco allo sci con due squadrette messe schiena contro schiena.

Le due leve frenanti con pedali

I tagli per sagomare il tubo quadro si eseguono sempre con la smerigliatrice angolare e un disco da taglio sottile. Nel farlo, bisogna fare attenzione a non troncare del tutto il tubo.
costruire snowbike
Dopo aver fatto le saldature che ne fissano la forma, si salda in testa alle due leve frenanti un dado M14, con cui le leve si articolano alla barra filettata della stessa misura, passante attraverso i fori dei pedali.
costruire bicicletta da sci
Per avvitare i pedali lateralmente alla leva frenante, si saldano sulla leva due dadi M12 e in testa alla vite dei pedali (a passo inglese) un segmento di barra filettata M12.

Progetto di Carlo Mariani

Benessere abitativo:involucro edilizio primo step

Tratto da “Come ristrutturare la casa n.2 – Marzo/Aprile 2024″

Autore: Nicla de Carolis

Stare in una casa dove le pareti perimetrali, soffitti e pavimenti siano ben isolati, né caldi né freddi, a parità di temperatura dell’aria, fa percepire una sensazione di benessere, quella che si prova in un’ovattata abitazione in legno costruita a regola d’arte. Nulla possono un termosifone, una stufa, uno split in inverno, anche mandati a manetta, nell’obiettivo del benessere abitativo se l’involucro non è coibentato termicamente. Temperatura, rumore, umidità, ventilazione e luminosità sono gli aspetti che concorrono al comfort di un edificio nel suo insieme. Il dossier di questo numero riguarda l’involucro, primo passo necessario per arrivare a questa caratteristica composita così ignorata nella costruzione degli edifici del passato, parlo soprattutto di quelli realizzati dopo la seconda guerra mondiale.
L’85% degli edifici dell’UE è stato costruito prima del 2000 e tra questi il 75% ha una scarsa prestazione energetica responsabile del 42% del consumo energetico e del 36% delle emissioni dirette e indirette di gas a effetto serra legate all’energia. La necessità di un adeguamento energetico volto a ridurre le emissioni di CO2 sarà necessario anche alla luce della direttiva europea green che ha in programma di mettere dei paletti rendendo invendibili e non affittabili gli immobili nella classe energetica più bassa.
I sistemi per isolare un edificio si sono ampiamente evoluti in termini di materiali, per intenderci niente più pannelli tipo quelli utilizzati nel condomino a Valencia responsabili del disastroso incendio avvenuto lo scorso febbraio.La scelta è ampia e va dai cappotti dalle grandi prestazioni, con spessori da 4 a 24 cm formati da pannelli di natura sintetica e minerale, come lana di vetro e persino pannelli ottenuti assemblando lastre di EPS addizionato con grafite e listelli di terracotta; ma le soluzioni più innovative sono ancora tante e le troverete da pagina 48. Nei prossimi numeri tratteremo un approfondimento a parte sui serramenti, altro punto nodale dell’involucro.
Sempre rimanendo sul tema sostenibilità, riduzione delle emissioni di CO2, da pagina 92 uno speciale sugli impianti solari dove si fa chiarezza su pannelli solari e pannelli fotovoltaici. I primi che sfruttano i raggi solari per scaldare l’acqua destinata a uso sanitario, integrati da una caldaia a condensazione, una tecnologia ormai ben consolidata, semplice e poco costosa. I secondi, i fotovoltaici, che convertono le radiazioni solari in energia elettrica, con impianti decisamente più onerosi.
Questi i primi passi per migliorare in termini di comfort e sostenibilità le nostre case; interventi che non si possono ignorare anche se, in immediato, hanno meno appeal rispetto alle tante migliorie estetiche che una ristrutturazione consente.