Le lastre Elyonda LT e XLT sono adatte per la realizzazione di tettoie, pensiline, pergole e per la costruzione di casette e ricoveri
La lastra ondulata è sempre stato il sistema più semplice ed efficace per la copertura e il rivestimento di costruzioni per l’esterno. Grazie alla versatilità offerta dai diversi formati e, soprattutto, alle loro peculiarità, le lastre Elyonda LT e XLT, che si differenziano per peso e conseguentemente per spessore (LT: 1,30 kg/m2, XLT: 1,00 kg/m2), sono sicuramente le più amate dagli installatori e dagli hobbisti, perché offrono innegabili vantaggi, quali la robustezza e la leggerezza, due caratteristiche non facili da unire in prodotti di questo genere.
Si tratta di lastre in vetroresina totalmente opache, protette per garantire un’elevata resistenza all’abrasione atmosferica e limitare fortemente il fenomeno di affioramento della fibra di vetro. Le lastre trovano impiego in numerose applicazioni, fra cui la realizzazione di pergole, verande, pensiline e la costruzione di casette, box e ricoveri per gli arredi da giardino, le attrezzature e l’hobbistica in generale; possono essere utilizzate sia in copertura che in parete. La struttura di sostegno può essere di legno, ferro o laterocemento.
Due colori classici, il verde foresta e il rosso mattone, più il grigio chiaro, tinta che si adatta facilmente a qualsiasi contesto.Le lastre si tagliano rapidamente con una smerigliatrice angolare dotata di disco sottile per taglio metalli.
Leggere e comode da movimentare
Leggere e robuste, le lastre Elyonda LT/XLT si maneggiano con disinvoltura e senza fatica. Anche una persona da sola può collocarle su una tettoia e provvedere al montaggio in autonomia.
Per la tenuta alle intemperie, è sufficiente che lateralmente le lastre si sormontino di una o due onde.
Poche le regole da osservare nel montaggio
L’applicazione inizia da un lato della linea di gronda. Le lastre si dispongono una a fianco dell’altra, fissandole in corrispondenza della cresta del sormonto. I fori devono avere diametro maggiore di 2 mm rispetto alle viti. Terminata una fila, si passa alla successiva, partendo dal lato iniziale. L’interasse fra le strutture trasversali di sostegno deve essere di 900 mm; il sormonto di testa delle lastre deve essere di 200 mm, 300 mm se la falda ha inclinazione inferiore ai 10°.
Nel panorama delle idropulitrici, emerge una nuova gamma di prodotti: ARXP (www.arxp.com), sviluppata da Annovi Reverberi. Questa gamma si distingue per la combinazione di efficienza e design: le pompe ad alta pressione sono racchiuse in un involucro compatto e intelligente, che facilita il trasporto, la spedizione e l’immagazzinamento.
Ma ARXP non si limita a migliorare l’usabilità delle idropulitrici. Questa gamma pone un forte accento sulla sostenibilità, con un impegno concreto nella riduzione dell’uso di materie plastiche e nell’adozione di imballaggi in carta certificati FSC.
La gamma è stata progettata per ottimizzare l’uso di acqua ed energia, riducendo al minimo gli sprechi. Grazie a un design più compatto, l’imballaggio dei prodotti ARXP è fino all’85% inferiore rispetto a quello delle idropulitrici tradizionali, permettendo una riduzione fino al 50% dell’uso di plastica.
Design
Il design di ARXP è stato pensato per migliorare l’esperienza d’uso, rendendo l’idropulitrice comoda da trasportare, facile da usare e piacevole da vedere.
Tecnologie DUALTECH e DUALSPEED
Le idropulitrici ARXP sono dotate di due tecnologie innovative: DUALTECH e DUALSPEED. La tecnologia DUALTECH , di cui è dotata il modello ARXP BOX5 160 DTS permette di utilizzare una o due pompe a seconda delle esigenze, offrendo la flessibilità di una pulizia delicata o di una pulizia ad alta pressione. D’altra parte, la tecnologia DUALSPEED, di cui è dotata il modello ARXP BOX4 180DSS offre la possibilità di utilizzare l’idropulitrice in modalità “ECO“, risparmiando acqua ed energia quando non è necessaria la piena potenza.
ARXP BOX 3 LHT
Tra i prodotti della gamma ARXP, troviamo anche l’idropulitrice home&garden ARXP BOX 3 LHT. Questo modello è ideale per pulire molteplici superfici, garantendo un risultato eccellente con i suoi 150 bar di potenza.
Il Sito ARXP e la Presenza sui Social Network
Il sito dedicato www.arxp.com è ricco di informazioni e consigli utili, dove è possibile registrare il proprio prodotto per estendere la garanzia. Il sito, disponibile in cinque lingue, offre una sezione e-shop dove è possibile acquistare le idropulitrici. Inoltre, ARXP è presente sui principali social network, come Instagram, Facebook e Youtube, dove offre video didattici per guidare l’utente verso l’acquisto dell’idropulitrice più adatta alle sue esigenze.
L’abbellimento di una lanterna rappresenta un’opportunità unica per esprimere la propria creatività e personalizzare gli spazi. Questo progetto fai da te, accessibile a tutti, permette di trasformare un oggetto comune in un elemento di design distintivo.
Che si tratti di una lanterna da esterno o di un piccolo lume da tavolo, con un po’ di ingegno e i materiali giusti, è possibile creare un pezzo unico che riflette il proprio stile. Questa guida fornisce tutte le informazioni necessarie per intraprendere questo progetto, dall’elenco dei materiali alla descrizione dettagliata dei passaggi da seguire.
Materiali necessari per abbellire una lanterna
Una lanterna: Scegliere la lanterna giusta è il primo passo. Questa può essere di metallo, di vetro o di un altro materiale, a seconda delle preferenze personali e dello stile che si vuole ottenere.
Vernice spray: La vernice spray è uno strumento versatile che permette di cambiare completamente l’aspetto della lanterna. È disponibile in una vasta gamma di colori e finiture.
Nastro adesivo per pittori: Questo nastro è utile per creare disegni o modelli sulla lanterna.
Carta vetrata: La carta vetrata è necessaria per preparare la superficie della lanterna prima della pittura.
Decorazioni varie: Perline, pizzi, nastri, e altri elementi decorativi possono essere utilizzati per personalizzare ulteriormente la lanterna.
La presente guida illustra passo dopo passo come trasformare una semplice lanterna in un elemento di design unico. Seguendo i consigli proposti, è possibile personalizzare lo spazio in modo originale e creativo
Preparazione della lanterna
La preparazione della lanterna è un passaggio fondamentale per garantire un risultato finale di qualità. Questo processo include la pulizia della superficie della lanterna, che deve essere libera da polvere e sporco. Inoltre, se la lanterna ha una vecchia vernice o finitura, questa deve essere rimossa con la carta vetrata. Questo passaggio assicura che la nuova vernice aderisca correttamente alla superficie.
Pittura
La pittura è il passaggio che permette di trasformare completamente l’aspetto della lanterna. Utilizzando il nastro adesivo per pittori, è possibile creare disegni o modelli unici sulla superficie della lanterna. Dopo aver applicato il nastro, si può spruzzare la vernice spray, facendo attenzione a mantenere una distanza adeguata per evitare accumuli di vernice. È importante lasciare asciugare completamente la vernice prima di procedere con la decorazione.
Decorazione
La decorazione è la fase in cui la lanterna prende veramente vita. Qui, la creatività è l’unico limite. Si possono utilizzare perline, pizzi, nastri o qualsiasi altro elemento decorativo per personalizzare la lanterna. Questi possono essere applicati con l’uso di colla resistente o, nel caso di elementi più pesanti, con l’uso di filo metallico o nastro adesivo. Ricordate, l’obiettivo è creare un oggetto che rifletta il vostro stile e personalità.
Considerazioni finali
Il progetto di abbellire una lanterna si rivela un’esperienza gratificante e produttiva. Questa attività fai-da-te non solo consente di creare un oggetto unico, ma anche di imparare nuove tecniche di decorazione e di sviluppare abilità manuali. Il risultato finale, una lanterna personalizzata, può diventare un elemento di attrazione all’interno di qualsiasi ambiente, riflettendo il gusto e la creatività di chi l’ha realizzata. Con la sua luce e il suo design unico, la lanterna abbellita può trasformare qualsiasi spazio, rendendolo più accogliente e affascinante.
Il recupero di alcuni blocchi di pietra peperino ha suggerito l’utilizzo di uno di questi per realizzare una fontanella fai da te per il giardino, aggiungendo alla base una vaschetta fatta dello stesso materiale. Per il completamento del lavoro andavano anche portate sul luogo prescelto le tubazioni di mandata e scarico acqua
Il peperino o piperino è una roccia magmatica, classicamente di colore grigio macchiettato, tipica delle zone di Vitorchiano e Soriano nel Cimino, in provincia di Viterbo, e dei Colli Albani, in provincia di Roma. Dalle cave presenti in zona si ricavavano blocchi di questa pietra per costruire magnifiche ville padronali e, sino all’inizio del ‘900, spesso venivano fatti anche enormi pali da mettere in testa ai filari delle vigne dei possidenti. È proprio da una di queste vigne, dismessa recentemente, che Giuseppe Bassanelli ha potuto recuperare, avuti in dono, un paio di questi “pali” di peperino, che hanno una sezione quadrata, 20×20 cm, e una lunghezza di 2 metri circa. L’idea è stata subito quella di realizzare una fontanella fai da te utilizzandone un pezzo per fare la colonna per mettere una presa d’acqua nel giardino, nella posizione in cui mancava. Per questo utilizzo è stato necessario dividere a metà uno dei due blocchi di pietra, che evidentemente non si poteva utilizzare intero.
L’impresa non è stata semplice per il peso del blocco, che per ogni operazione di spostamento ha richiesto molto “impegno” e l’utilizzo di una robusta motocarriola. Per il completamento della presa d’acqua è stato necessario recuperare anche una vaschetta da porre alla base, in questo caso proveniente da un produttore locale che usa il materiale della cava di peperino. Infine, si è dovuto portare nel punto prescelto una tubazione sotto traccia per l’approvvigionamento idrico e una per lo scarico che ha richiesto minore lavoro data la presenza nei pressi di un pozzetto di raccolta.
Alle prese con il monolite
La prima operazione è stata quella di dividere in due il blocco originario, quindi trasportare il pezzo in zona cantiere ed eseguire il foro Ø 30 mm per il passaggio del tubo e il fissaggio del rubinetto.Individuata la posizione in cui installare la fontanella fai da te, per i collegamenti idrici si effettua con il martello demolitore una traccia per il tubo di mandata e una per lo scarico, approfittando del fatto che la zona era in procinto di essere poi pavimentata con il porfido.Sul retro del blocco di pietra, a partire dal foro fatto nella posizione del rubinetto, si realizza una sede per nascondere il tubo di mandata. Lo scasso si fa eseguendo prima due tagli con la smerigliatrice angolare, montando un disco da 230 mm per pietra, e poi facendo saltare la parte centrale con mazzetta e scalpello.La visita alla cava di peperino, oltre alla vaschetta, ha consentito di recuperare qualche pezzo di scarto con cui realizzare il basamento su cui sistemarla. I pezzi di pietra, scelti ad hoc e in parte adattati, si posizionano e uniscono con cemento. Dalla pavimentazione salgono verticalmente i due tubi (mandata e scarico).Con tutte le accortezze del caso (dato il peso), si mette nella posizione definitiva la colonna di pietra che deve inglobare posteriormente il tubo di mandata. Il tubo ha una curva a 90° e uno spezzone frontale che deve entrare nel foro predisposto nella colonna; quindi si applica i rubinetto. Per predisporre una buona base d’appoggio per la vaschetta, la zona delimitata dal basamento si riempie con pezzi di pietra e cemento, inglobando il tubo di scarico.Si mette a dimora anche la vaschetta della fontanella fai da te con l’applicazione di una piletta innestata al tubo di scarico. Posteriormente, la vaschetta va in appoggio alla colonna di pietra. In quel punto e verso il basamento si mette cemento per il fissaggio definitivo.
Da oltre 20 anni siamo importatori e distributori in esclusiva di brand internazionali e di prodotti a marchio nostro: per la casa, per i professionisti e per gli amanti del fai da te. Puntiamo sulla qualità, ricerchiamo l’innovazione e garantiamo ai nostri clienti assistenza direttamente presso il loro domicilio. La velocità di reazione alle richieste che ci arrivano dal mercato è una delle nostre priorità.
Ricerca e servizio sono alla base della nostra filosofia, desideriamo essere un marchio di riferimento nel mondo del bricolage e per farlo curiamo la scelta e l’assortimento dei prodotti, garantendo velocità di reazione ed efficienza. La nostra crescita è merito di azioni strategiche mirate:
– Costante ricerca di fornitori adatti a soddisfare gli standard di qualità e sicurezza italiani;
– Struttura snella e predisposta all’innovazione, che permette di selezionare prodotti adatti al mercato in continua evoluzione;
– Alto livello di cooperazione con i più importanti distributori e con le più importanti catene presenti sul territorio italiano;
– Servizio post-vendita, con Centri Assistenza Autorizzati in ogni regione che permettono tempi di intervento rapidi.”
Einhell TP-RO 18 Li BL è una macchina maneggevolissima alimentata con batterie al litio 18 V della famiglia Power X-Change, si mette in luce per la possibilità di poter separare il motore dalla guida di affondamento. Dimostra di essere eccellente per compattezza, accuratezza nelle regolazioni e semplicità di utilizzo. Messa alla prova risulta potente, solida e sicura
Una fresatrice a batteria gioca le sue migliori carte sul piano della maneggevolezza e della libertà di movimento: nel contempo deve fornire la necessaria potenza per lo svolgimento del lavoro e garantire le regolazioni con tanto di precisione, solidità e affidabilità di ciò che viene impostato. La Einhell TP-RO 18 Li BL è una fresatrice a tuffo dotata di tutte le caratteristiche sovradescritte: leggera, compatta, con un potente motore brushless la cui velocità è regolabile in modo elettronico da 10.000 a 30.000 giri/min, porta a bordo un apparato di settaggio della profondità di lavoro di tipo convenzionale, ma realizzato benissimo: i movimenti sono agevoli e le impostazioni solide. Presenti anche la canonica protezione in plastica dell’area di lavoro, la cuffia di aspirazione dei detriti con bocchetta per tubo aspiratore, la dotazione di una guida parallela con l’alternativa della punta compasso.
Per ultima, illustriamo la peculiarità di questa fresatrice di poter separare il corpo macchina dal sistema di guida ad affondamento. Abbiamo trovato estremamente valida questa soluzione, perché consente di effettuare il cambio fresa con estrema semplicità e rapidità! Separare le due parti, infatti, è operazione velocissima grazie alla presenza di un’unica vite con manopola. La tenuta del collare su cui agisce la vite, peraltro, è molto forte, per cui l’insieme, una volta ricomposto, risulta assolutamente un tutt’uno.
Svitando la vite sul fermo a collare, si sfila il corpo macchina verso l’altoTogliendo il dado dal mandrino si può sostituire la pinza per codoliIn dotazione due misure: Ø 6 mm e Ø 8 mmPer bloccare la fresa si stringe il dado tenendo fermo l’albero premendo il pulsante laterale oppure usando le due chiavi in dotazioneRimesso in sede il corpo macchina, si stringe la vite del collare per bloccarlo
Accessori, impostazioni e utilizzo
La fresatrice Einhell TP-RO 18 Li BL, in versione solo, ha in dotazione la guida parallela, la punta a compasso per fresatura circolare, 2 pinze per mandrino, 2 chiavi a forchetta e la cuffia per l’aspiratore. Il prezzo consigliato per il pubblico è di euro 164,95.
La cuffia ha risalti per l’incastro su due lati e una vite di fissaggio da stringere a mano.La guida parallela si fissa al supporto laterale che può essere messo su entrambi i lati della fresatrice.Lo scontro laterale scorre lungo l’asola della guida, per regolare la distanza di lavoro dal bordo, poi si blocca serrando la vite con manopola.La parte asolata della guida serve anche come supporto e regolazione per la punta a compasso che permette di fare fresature circolari.La batteria si applica sulla sua slitta soltanto quando sono effettuate le regolazioni di distanza e profondità di lavoro.Con la limitazione di profondità regolata millimetricamente, si può mandare allo scontro la fresatrice sugli stantuffi, sicuri che l’entità di lavoro sia corretta, quindi si blocca la posizione con la leva laterale.Agendo sull’apposita rotella, si regola la velocità di rotazione del motore da un minimo di 10.000 a un massimo di 30.000 giri/min.Per una questione di sicurezza, il motore si aziona premendo in rapida sequenza i due pulsanti di sblocco e di avvio.Le dimensioni contenute della macchina permettono di procedere con sicurezza e disinvoltura anche quando vanno rispettate marcature di attacco e fine corsa.
Quello dell’edilizia è un comparto che presenta mille sfaccettature, ognuna con determinate specificità. Ciò significa che le procedure e i materiali utilizzati, spesso condizionano pesantemente il tipo di attrezzatura necessaria per lo svolgimento del lavoro, pur essendoci, com’è ovvio, una base fissa di attrezzi per edilizia che non devono mancare nella dotazione, molti dei quali veramente generici e comuni a quasi tutte le attività di costruzione e riparazione. Il muratore, infatti, ha sicuramente fra gli attrezzi un metro a stecche e un flessometro, una serie di cacciaviti, tenaglie, pinze diritte e a pappagallo, martelli vari e poi un trapano, una smerigliatrice angolare con disco piccolo ecc. Tutti attrezzi che ha in borsa qualsiasi fardasé, ma avrà anche una rotella metrica, un distanziometro laser, un tassellatore, un martello demolitore e una smerigliatrice per disco di grande diametro (230 mm), solo per fare alcuni esempi.
In ambito edile, anche le più semplici operazioni, come la misurazione, la foratura e il taglio dei materiali, possono assumere una connotazione particolare rispetto ad altri settori dell’artigianato. Come approcciare, quindi, senza esitazioni questi progetti? Usare logica e ragionevolezza è un primo importante passo. Per esempio, anche nei lavori di muratura ci si presenta la possibilità di usare metodi manuali oppure affidarsi a strumenti elettrici per risparmiare fatica e tempo.
Per decidere si valuta l’entità del lavoro: per una piccola gettata necessaria per fare il basamento di un forno in esterni, si può mescolare il calcestruzzo direttamente a terra usando solo un badile, oppure dentro un mastello con mescolatore e frusta o, ancora, con una betoniera. Dovendo erigere un muretto, seppure basso, per la recinzione del giardino, la quantità di calcestruzzo da preparare è tale che conviene optare per la betoniera, tra l’altro noleggiabile, in caso di lavoro “una tantum”; se si prevede che il lavoro si protragga nel tempo oppure che ce ne siano in previsione altri dello stesso genere, diventa conveniente acquistarne una.
Teniamo conto che sono molte le attrezzature edili che si possono noleggiare nei grandi centri oppure nei magazzini edili. Un esempio fra tutti sono le carotatrici con le loro costose tazze, che permettono di fare fori nelle pareti di vario diametro, per il montaggio delle prese d’aria obbligatorie in cucina e non solo. Non sottovalutiamo il “valore” aggiunto che offre l’uso di macchine professionali; questo si traduce sempre in risparmio di tempo e fatica, cui spesso si aggiungono la semplificazione del lavoro e l’ottenimento di un elevato standard di precisione, a tutto vantaggio di chi è meno esperto e “allenato”.
Fra le macchine professionali, oltre alle carotatrici e alle già citate betoniere, ci sono le crenatrici, le tagliapiastrelle elettriche (quelle ad acqua evitano di fare nuvole di polvere a ogni taglio), i martelli demolitori, i vibrocompattatori, le sabbiatrici, le carriole a motore ecc.
Dopo aver messo in chiaro che nei lavori più importanti c’è la possibilità di trovare un valido aiuto nei mezzi professionali anche senza acquistarli, per correttezza, va pure detto che ci sono molti strumenti avanzati, difficilmente noleggiabili, che nelle mani dei meno esperti possono fare la differenza.
La livella e il metro laser, per esempio, ancorché nelle loro versioni evolute al pari di quelle professionali, sono strumenti magici che fanno risparmiare tantissimo tempo e riducono praticamente a zero i margini di errore sia ai principianti sia ai professionisti, pur considerando che molti di questi ultimi sono anche in grado di fare le stesse operazioni con i metodi tradizionali.
Attrezzi per edilizia: dotazione base e media
Vediamo ora qual è, invece, la tipica dotazione di attrezzi per edilizia, fra manuali ed elettrici, per l’approccio al lavoro, considerando quelli che solitamente affrontiamo noi fardasé. Strumenti che si “devono” avere sono: livella a fiala, flessometro, metro a stecche, pinze, tenaglie, martello da carpentiere, mazzetta, scalpelli (a punta e piatto di due dimensioni), cacciaviti, cazzuola a punta tonda, spatola americana, spatole diritte di varie dimensioni, secchio, mastello, frusta per trapano, plafoncino, pistola per silicone, filo per tracciatura, lenza, trapano avvitatore, tassellatore, smerigliatrice angolare (taglia piccola) con dischi per taglio ferro e per taglio materiali edili.
Attrezzi per edilizia che prima o poi ci deve procurare sono: spatola dentata, frattazzo, riga di alluminio, metro laser, livella laser, trapano mescolatore, smerigliatrice angolare per dischi da 230 mm.
Strumenti per tipo di lavoro
Scavi nel terreno
Parlando di piccoli scavi, che si possono fare per interrare i pilastri di una piccola costruzione oppure per le fondazioni di un muretto, gli attrezzi per edilizia che servono sono: piccone, badile, vanga, carriola; per seguire linee diritte è meglio procurarsi anche picchetti, lenza, gesso per tracciatura.
Demolizioni nella muratura o nel calcestruzzo
Servono sicuramente scalpelli e mazzetta; in molti casi è necessario un martello demolitore commisurato alla natura della demolizione: come non ha senso tentare di demolire un grosso basamento di calcestruzzo con un piccolo demolitore, non si deve per nessun motivo utilizzare uno strumento troppo potente per fare una piccola rottura, specie se all’interno della casa.
Installazioni in cartongesso
Nella costruzione di pareti, contropareti e controsoffitti di cartongesso ci sono alcuni attrezzi per edilizia che non possono mancare: cesoie per metallo, cutter, surform, foretto, spatola americana. Consigliati sono: trapano mescolatore con frusta, sega a tazza di misura per scatole elettriche da cartongesso, punzonatrice per profili cartongesso, coltello per materiali isolanti, squadra di grandi dimensioni, alza e fermalastre.
Posa del calcestruzzo aerato autoclavato
Fondamentali sono la sega speciale per tagliare i blocchetti e la cazzuola spandicolla. I generici necessari sono: secchi, miscelatore con frusta, cazzuole, livelle, filo a piombo, riga d’alluminio, trapano con sega a tazza per scatole elettriche. In caso di sviluppo importante di guaine elettriche o tubi per impianti, è molto utile la crenatrice.
Gettate
Abbiamo già detto che a seconda delle dimensioni della gettata, il calcestruzzo si può impastare a mano, con la frusta oppure con la betoniera; sempre sulla base delle dimensioni, ci si devono procurare i materiali per fare la cassaforma (tavole da armatura oppure casseri preformati allo scopo). Per costruire la cassaforma con le tavole servono: martello da carpentiere, filo a piombo, livella a fiala, sega a mano e, a seconda dei casi, possono essere utili una sega circolare a batteria con disco fatto per sopportare anche qualche taglio in presenza di chiodi o una da banco; per armare il getto ci vuole una leva piegaferro, una smerigliatrice angolare piccola (per tagliare il tondino), filo di ferro per legatura, tenaglie.
Muri in mattoni o blocchi poroton
Per erigere pareti in mattoni, che siano forati, semipieni, pieni, in laterizio o poroton, servono lenza, filo a piombo, livelle, riga d’alluminio, secchi, mastello, cazzuole, set per mescolare la malta. Per la posa sfalsata, all’inizio o alla fine di ogni corso, va messo un mezzo mattone: per tagliarlo può essere utile la smerigliatrice angolare con disco diamantato. Con un modello di piccola taglia, con disco di Ø 115 o 125 mm, si possono tagliare solo i mattoni più piccoli; per gli altri è sicuramente necessario un disco da 230 mm.
Stesura intonaci
Servono: stadia in alluminio (meglio se incorpora anche le fiale per funzionare anche da livella), cazzuola, frattazzo di legno o plastica, frattazzo con spugna, tavole con bordi diritti, mazzetta, set per mescolare la malta.
Posa piastrelle
La tagliapiastrelle a incisione e spacco è uno degli attrezzi per edilizia assolutamente necessari; per eseguire fori nelle piastrelle può essere utile una fresa a tazza per smerigliatrice angolare. Immancabili: spatola dentata per distribuire correttamente la colla per piastrelle, la frusta e il miscelatore per preparare la colla, i crocini distanziali per piastrelle, spatola di gomma per tirare il riempifughe, una spugna per rimuovere l’eccedenza di riempifughe, quando sta essiccando, un buon detergente dopoposa.
Ricerca e riparazione perdite
Per la prima fase, la ricerca della perdita, quasi sempre è necessario fare una demolizione, che si cerca di limitare sempre più possibile. Gli strumenti ideali sono scalpello e mazzetta, da usare con la massima cautela. Ovviamente, se la zona da scoprire è ampia e fatta di calcestruzzo, può andare bene un martello demolitore. Trovato il danno e fatto spazio intorno al punto interessato, avviene la riparazione tecnica per la quale non entriamo nel merito, poi è necessario chiudere il buco e sistemare la superficie allo stato originario. Se si tratta di una parete, si colma il grosso dell’ammanco con pezzi di mattone e malta di cemento premuta bene a fondo con la cazzuola per riempire gli spazi e poi spianata con la spatola americana; infine la superficie può essere finita ad arenino, gesso, stucco, resina, oppure con piastrelle. Tutti questi sistemi, tranne le piastrelle, richiedono spatola americana e cazzuola; l’arenino richiede anche il frattazzo normale e con spugna.
Estensione impianti sottotraccia
Quando vogliamo collocare sottotraccia delle tubazioni, per esempio per aggiungere un tratto all’impianto idraulico oppure elettrico, partendo da un nodo esistente dell’impianto stesso, si deve fare una crena sufficentemente larga e profonda per alloggiarvi la tubazione o la guaina elettrica, lasciandovi sopra lo spazio per un buon strato di malta e poi intonaco. Per realizzare la crena si può usare il metodo manuale, usando scalpello e mazzetta, oppure utilizzare una crenatrice elettrica che effettua due tagli paralleli alla profondità giusta e poi, con scalpello e mazzetta, o con un piccolo martello demolitore, si fa saltare la parte centrale. Per installare scatole di derivazione, scatole elettriche e fare alloggiamenti per i dispositivi da incasso, le relative sedi si fanno con scalpello e mazzetta o con il solito piccolo martello demolitore.
Attraversamenti
Nel caso si debbano effettuare buchi fra due locali o fra l’interno e l’esterno per il passaggio di impianti o prese d’aria, si agisce con carotatrici dotate di tazze diamantate, quando i fori devono essere rotondi; negli altri casi si usa il martello demolitore. In alcuni casi, quando lo scasso, pur avendo una sagoma squadrata, deve essere preciso, è utile fare tagli rettilinei lungo il suo perimetro con la smerigliatrice angolare dotata di disco diamantato.
Installazioni pesanti
Molte installazioni di impianti, infissi, inferriate ecc richiedono il fissaggio a parete particolarmente robusto dato il peso e/o la leva che il dispositivo esercita sui suoi attacchi. In tanti casi si adoperano i tasselli chimici con barre filettate (e calze in caso di mattoni forati e semipieni), per l’applicazione dei quali si usa il trapano tassellatore; ma capita spesso che l’oggetto (o il suo sostegno) abbia zanche che vanno murate direttamente a parete.
In questo particolare caso, vanno fatti appositi scassi in corrispondenza degli attacchi, usando il martello demolitore oppure la solita accoppiata mazzetta e scalpello. Gli scassi, per una buona tenuta, devono allargarsi leggermente nella parte profonda, in modo da creare un sottosquadro. Il fissaggio delle zanche si effettua sempre con cemento a presa rapida, che in pochissimo tempo fornisce la tenuta per poter procedere con il montaggio. Se ne prepara poco per volta, perché ha un tempo di apertura molto limitato (pochissimi minuti), mescolandolo dentro un secchio con una cazzuola che si usa anche per applicarlo, premendolo bene nei buchi intorno alle zanche e spianandolo infine più possibile sulla parete.
Oltre 1000 persone presenti all’evento che si è concluso con un annuncio a sorpresa…
È stata una giornata di festa con una sorpresa in pieno stile Telwin, quella che si è tenuta sabato 10 giugno 2023 alla Cittadella della Saldatura di Villaverla (VI), in occasione del 60° anniversario dalla fondazione dell’azienda 100% Made in Italy, punto di riferimento globale nella produzione di saldatrici, sistemi di taglio, caricabatterie e avviatori.
“Abbiamo voluto riunire le tantissime persone che in questi sessant’anni hanno permesso a Telwin di raggiungere questo prestigioso traguardo che non è solo temporale, ma che rappresenta una tappa di una straordinaria storia di innovazione e una nuova rampa di lancio nel segno della ricerca tecnologica e dell’innovazione”, spiega StefanoSpillere, CEO di Telwin, che, assieme alla sorella Silvia, Vice Presidente e Marketing manager, rappresenta la terza generazione alla guida dell’azienda. “Nulla di tutto questo – aggiunge – si fa senza la passione delle persone, che infatti si sono ritrovate in tantissime per questa celebrazione”.
Da sinistra: Stefano, Antonio e Silvia Spillere
Sono stati infatti oltre mille i partecipanti all’evento tra dipendenti ed ex dipendenti, con le proprie famiglie, e stakeholder del territorio con il Presidente della Regione Veneto Luca Zaia che ha inviato un messaggio di congratulazioni scritto e riportato al pubblico; mentre erano presenti in Telwin l’Assessore regionale Elena Donazzan, il Sindaco di Villaverla Enrico De Peron e la presidente di ConfindustriaVicenza Laura Dalla Vecchia.
L’evento ha quindi previsto, oltre ad un’esposizione dei prodotti, da quelli storici degli anni Sessanta fino ai nuovi top di gamma del 2023, la possibilità di visitare lo stabilimento – e per tanti bambini l’opportunità di vedere dove lavorano e cosa fanno le loro mamme e i loro papà – e le video-testimonianze dei collaboratori, dagli “storici” ai nuovi arrivati, a riprova del dinamismo dell’azienda che è alla continua ricerca di nuove competenze da inserire in organico. Ai più piccoli sono stati inoltre dedicati dei laboratori con materiale di scarto del ciclo produttivo.
Si sono susseguiti poi momenticonviviali e spettacoli, tra cui quello finale con gli acrobati verticali del gruppo Caffè Lulé che hanno volteggiato tra le strutture della Cittadella della Saldatura, headquarter di Telwin costruito negli anni Novanta e continuamente ammodernato per rispondere al meglio alle rivoluzioni tecnologiche che hanno visto Telwin istituire, proprio a Villaverla, il suo centro di Ricerca e Sviluppo.
In serata, quindi, si è svolto il momento ufficiale di celebrazione, con Antonio Spillere, presidente di Telwin e presente nella sua storia sin dal primo giorno, che ha ripercorso questo viaggio lungo 60 anni, a partire dalla fondazione, nel 1963, da parte del padre Giovanni, dell’azienda che allora si chiamava Telitalia.
“Quasi subito avvenne la svolta – ha raccontato il Presidente –. Alla luce di un mercato, quello del fai-da-te, ancora agli albori a livello internazionale, ma di cui intuimmo l’enorme potenziale: nacque FUTURA (eccezionalmente esposta sul palco, ndr), la prima saldatrice ad elettrodo compatta al mondo per l’uso hobbistico. Un prodotto che, per le sue caratteristiche, è stata in grado di democratizzare l’utilizzo della saldatrice e metterla a disposizione del grande pubblico. Fu un successo globale che ci diede la possibilità di espanderci sui mercati di tutto il mondo e a me, che mi occupavo proprio dell’estero, di viaggiare e conoscere culture e luoghi incredibili, portando il Made in Italy in 5 continenti”.
Così si spiega anche il cambio di nome: nel 1982 Telitalia diventa TELWIN, richiamando la storia, TELitalia, il settore da cui tutto è partito (la saldatura, in inglese: Welding) per arrivare alla propensione internazionale (INternational).
“Ancora oggi – aggiunge Stefano Spillere – l’apertura al mondo rappresenta il nostro primo asset, tanto è vero che l’export è pari all’80% del fatturato. Confrontarci con i mercati e i competitor mondiali ci stimola, ci spinge sempre a migliorare e innovare”.
Proprio per questo il motto di questo anniversario è GO FURTHER (Andare oltre), parole che riassumono lo spirito con cui Telwin opera giorno per giorno, sempre alla ricerca di un modo migliore per fare le cose, sempre con l’obiettivo di alzare l’asticella della qualità, dell’usabilità e, sempre più, anche dell’efficienza energetica e della progettazione sostenibile dei prodotti.
In questo senso, la sorpresa presentata sul palco da Silvia Spillere, si inserisce in una continuum assolutamente coerente con la storia, il presente ed evidentemente il futuro di Telwin: “Vogliamo condividere con tutti voi, in anteprima, il progetto del nuovissimo Training Lab – ha annunciato dal palco la Marketing Manager -. L’innovazione la fanno le persone. È quindi vitale che siano aggiornate e formate sugli ultimi sviluppi tecnologici, continuamente. È importantissima per noi la formazione tecnica, specifica sul prodotto e abbiamo quindi sentito l’esigenza di trovare una nuova casa per fare sia formazione interna che training dedicato ai nostri partner. Non solo, vogliamo che Telwin sia sempre più aperta e che questa casa dell’innovazione possa essere allargata alle necessità degli stakeholder, per avviare un confronto aperto su temi come: l’ecodesign, l’ottimizzazione dei consumi energetici, l’internazionalizzazione e la digitalizzazione”.
La serata si è conclusa, poi, con un appello all’ottimismo verso il futuro da parte di Stefano Spillere: “Devo dire che è molto emozionante vedervi così in tanti e credo davvero dal profondo che la presenza di così tanti volti amici, riuniti insieme qui in Telwin, un sabato pomeriggio di giugno, sia il segno che qualcosa di davvero bello sia successo in questi 60 anni – ha detto al pubblico riunito per la festa di Telwin –.La giornata di oggi ci da tutti gli stimoli per continuare insieme questa avventura. Sono orgoglioso di fare parte di questa squadra, credo che lo siamo tutti anche perché le sfide che il mondo di oggi ci pone di fronte si vincono sempre e solo rimanendo uniti! E questo ci dà la forza, e anche la serenità, di dire che possiamo guardare al futuro, alle nuove evoluzioni, ai cambiamenti, perfino anche alle difficoltà, con il sorriso sulle labbra: abbiamo fatto 60, ora andiamo di nuovo e ancora avanti, andiamo oltre”.
Come preparare e utilizzare il cemento a presa rapida
Il cemento rapido (spesso chiamato cemento francese) è ideale quando non si ha la possibilità o il tempo di tenere fermo un oggetto murato durante l’indurimento della malta. Per lavorare con il cemento veloce bisogna organizzarsi bene perché appena l’impasto è pronto bisogna porlo subito in opera, altrimenti indurisce e non è più utilizzabile. Conviene prepararne e utilizzarne poco per volta, in caso contrario non si riesce ad applicarlo tutto.
Il veloce indurimento del cemento rapido provoca un notevole sviluppo di calore. Si può sfruttare questo fenomeno per rallentare in modo significativo l’indurimento, così da avere qualche minuto in più per rifinire il lavoro. Basta utilizzare per l’impasto acqua conservata preventivamente in frigorifero. La bassa temperatura contrasta la produzione di calore e rallenta la presa della malta. L’applicazione deve avvenire su parti preventivamente bagnate.
Cosa serve per praparare il cemento presa rapida:
Malta pronto
Tazza di gomma
Cazzuola
Spatola
Come preparare la malta
Le proporzioni (in volume) della malta di cemento sono 3-1. A= acqua; B= cemento. Il cemento già prontonon va mescolato con la sabbia, ma una piccola quantità di questa aiuta a rallentare la presa quando fosse necessario.
Versiamo “a fontanella” il cemento pronta presa per l’impasto in un contenitore di plastica. I recipienti rigidi non sono adatti perché i residui induriscono ed è difficile eliminarli.
Versiamo tutta l’acqua che riteniamo necessaria facendo attenzione a evitare la formazione di grumi e a non superare la quantità necessaria che imporrebbe aggiunte con perdita di tempo.
Lavorando in prossimità del punto di utilizzo, mescoliamo velocemente l’impasto per renderlo ben omogeneo. Possiamo cominciare a utilizzarlo appena risulta morbido e cremoso.
L’impasto va applicato con la cazzuola o con la spatola. L’oggetto da bloccare va tenuto fermo per qualche istante. A contatto con la muratura la prima presa avviene molto rapidamente.
Nel tempo che impieghiamo per l’applicazione, il cemento istantaneo indurisce nella tazza di plastica. A questo punto, per eliminare i residui, è sufficiente premerla e deformarla con le mani.
Quanto è utile il cemento di pronta
Numerosissime sono le situazioni in cui risulta utile il cemento a pronta presa. La collocazione di una zanca nel muro (1) che presenti una certa difficoltà a essere mantenuta in posizione o la riparazione di un tassello che non tiene a sufficienza (2). Anche il fissaggio a punti di tubi o canaline incassate nella parete (3), prima della ricostituzione dell’intonaco, può essere realizzato con questo impasto. Diverse riparazioni di emergenza come la ricollocazione di una piastrella a parete (4) e l’occlusione di fessure a contatto con oggetti non stabilmente fissi, possono avvalersi dell’utilizzo del di questo tipo di cemento.
Utilizzi alternativi
Oltre agli usi descritti, il cemento a presa rapida può trovare applicazione in molti altri campi.
Ad esempio, può essere utilizzato nella creazione di elementi decorativi di piccole dimensioni, come vasi o statuine, dove la rapida presa è essenziale per mantenere la forma desiderata. Inoltre, è particolarmente utile per lavori di restauro o conservazione, dove le superfici da riparare possono essere complesse o delicate e necessitano di una presa solida in tempi molto brevi.
Anche nel settore dell’edilizia industriale, il cemento a presa rapida trova il suo posto. Può essere usato per riparare rapidamente le pavimentazioni di fabbriche o magazzini, permettendo di ridurre al minimo i tempi di inattività.
Il cemento a presa rapida può anche essere utilizzato in progetti artistici o scultorei. La sua capacità di indurire rapidamente consente agli artisti di lavorare su dettagli complessi o strutture instabili che richiedono una presa solida e veloce. In questo caso, è importante sottolineare che, a causa della sua natura, il cemento a presa rapida non è adatto per progetti che richiedono un tempo di lavorazione più lungo.
Per terminare, ebbene il cemento a presa rapida richieda una certa attenzione durante l’utilizzo a causa della sua velocità di indurimento, le sue applicazioni sono molteplici e variegate. Che si tratti di riparazioni rapide, lavori di restauro, progetti industriali o artistici, questo tipo di cemento è un ottimo alleato per risparmiare tempo e assicurare risultati solidi e duraturi.
Spesso ci si imbatte in progetti fai da te che richiedono un attento utilizzo di attrezzi specializzati come le viti autoperforanti. Queste non devono essere confuse con le viti autofilettanti, poiché presentano caratteristiche distintive e uniche. Nell’articolo che segue, ci concentreremo sull’approfondimento delle viti autoperforanti, dalla loro struttura fino ai loro diversi utilizzi, guidandovi nella scelta perfetta per le vostre necessità.
Cos’è una vite autoperforante?
La vite autoperforante, o vite autoforante, si distingue grazie alla sua punta particolare, che ricorda quella di un trapano. Questa punta, infatti, permette alla vite di forare il materiale senza la necessità di un preforo, ovvero senza dover perforare inizialmente un buco con un trapano o un punteruolo.
Viti autoperforanti vs viti autofilettanti
Una fonte comune di confusione risiede nella differenza tra viti autoperforanti e viti autofilettanti. Sebbene queste possano sembrare simili, presentano caratteristiche distinte. Le viti autofilettanti, come suggerisce il nome, si filettano da sole quando vengono avvitate in un materiale, ma richiedono un preforo. Al contrario, le autoperforanti non necessitano di un preforo grazie alla loro punta affilata simile a quella di un trapano.
Caratteristiche delle viti autoforanti
Le autoperforanti sono di solito realizzate in acciaio, spesso zincate per resistere alla corrosione. Le loro punte sono progettate per penetrare materiali duri come l’acciaio, il legno duro e il PVC, e creare un filetto per l’inserimento. Alcuni modelli di viti autoperforanti possiedono anche una testa che consente un’installazione a filo con la superficie del materiale, rendendole ideali per applicazioni che richiedono un’installazione pulita e senza sbavature.
Utilizzi
Le viti autoperforanti trovano impiego in una serie di applicazioni, compresi lavori di ristrutturazione, costruzione, e montaggio di mobili o strutture metalliche. Sono ideali per unire due materiali duri, come l’acciaio, o per fissare oggetti a superfici dure senza dover praticare un preforo. Ad esempio la Vite Drillex Mustad è auto perforante e autofilettante, specifica per l’avvitamento diretto su lamiere e laminati metallici, senza preforo in spessori sino a 5 mm.
Guida all’acquisto
Quando si acquistano autoperforanti, è essenziale considerare il materiale che si intende perforare e l’uso previsto della vite. Ad esempio, per un progetto che coinvolge l’acciaio, è necessario scegliere autoperforanti specifiche per l’acciaio. Inoltre, la lunghezza e il diametro delle viti influenzano la resistenza del fissaggio e devono essere scelti in base all’ampiezza e alla densità del materiale.
Per applicazioni che richiedono una finitura estetica, potrebbe essere utile considerare viti autoperforanti con una testa che consente un’installazione a filo con la superficie del materiale. Questo eviterà che la vite sporga dal materiale, garantendo una finitura pulita e liscia.
Ricordatevi che la qualità è un aspetto fondamentale quando si tratta di viti autoperforanti. La resistenza al torsionamento, la capacità di penetrazione e la resistenza alla corrosione sono tutte caratteristiche da considerare. È sempre consigliabile scegliere viti autoperforanti prodotte da marchi affidabili, noti per la loro qualità e durabilità.
Manutenzione
Le viti autoperforanti, se correttamente installate e mantenute, possono durare a lungo. Tuttavia, per prevenire eventuali problemi, è buona pratica eseguire controlli regolari per assicurarsi che non si siano allentate. Se si nota qualsiasi segno di corrosione o usura, è consigliabile sostituire la vite il prima possibile per evitare potenziali problemi strutturali.
Inoltre, per prolungare la durata delle autoperforanti, è consigliabile evitare l’esposizione prolungata a condizioni estreme, come l’umidità o temperature molto alte o basse. Se le viti sono installate in ambienti esterni, l’applicazione di un rivestimento protettivo può aiutare a prevenire la corrosione.
Le viti autoperforanti sono un utensile versatile e potente per una vasta gamma di applicazioni. La loro capacità di forare materiali senza la necessità di un preforo le rende una scelta eccellente per molti progetti di fai-da-te e lavori di costruzione. Ricordando la differenza fondamentale tra le autoperforanti e le viti autofilettanti, e considerando attentamente le vostre esigenze specifiche, potrete fare una scelta informata e trovare la vite autoperforante perfetta per il vostro progetto. Ricordate sempre di privilegiare la qualità e di effettuare una corretta manutenzione per garantire la durata e l’efficienza delle vostre autoperforanti.