Spesso ci si imbatte in progetti fai da te che richiedono un attento utilizzo di attrezzi specializzati come le viti autoperforanti. Queste non devono essere confuse con le viti autofilettanti, poiché presentano caratteristiche distintive e uniche. Nell’articolo che segue, ci concentreremo sull’approfondimento delle viti autoperforanti, dalla loro struttura fino ai loro diversi utilizzi, guidandovi nella scelta perfetta per le vostre necessità.
Cos’è una vite autoperforante?
La vite autoperforante, o vite autoforante, si distingue grazie alla sua punta particolare, che ricorda quella di un trapano. Questa punta, infatti, permette alla vite di forare il materiale senza la necessità di un preforo, ovvero senza dover perforare inizialmente un buco con un trapano o un punteruolo.
Viti autoperforanti vs viti autofilettanti
Una fonte comune di confusione risiede nella differenza tra viti autoperforanti e viti autofilettanti. Sebbene queste possano sembrare simili, presentano caratteristiche distinte. Le viti autofilettanti, come suggerisce il nome, si filettano da sole quando vengono avvitate in un materiale, ma richiedono un preforo. Al contrario, le autoperforanti non necessitano di un preforo grazie alla loro punta affilata simile a quella di un trapano.
Caratteristiche delle viti autoforanti
Le autoperforanti sono di solito realizzate in acciaio, spesso zincate per resistere alla corrosione. Le loro punte sono progettate per penetrare materiali duri come l’acciaio, il legno duro e il PVC, e creare un filetto per l’inserimento. Alcuni modelli di viti autoperforanti possiedono anche una testa che consente un’installazione a filo con la superficie del materiale, rendendole ideali per applicazioni che richiedono un’installazione pulita e senza sbavature.
Utilizzi
Le viti autoperforanti trovano impiego in una serie di applicazioni, compresi lavori di ristrutturazione, costruzione, e montaggio di mobili o strutture metalliche. Sono ideali per unire due materiali duri, come l’acciaio, o per fissare oggetti a superfici dure senza dover praticare un preforo. Ad esempio la Vite Drillex Mustad è auto perforante e autofilettante, specifica per l’avvitamento diretto su lamiere e laminati metallici, senza preforo in spessori sino a 5 mm.
Guida all’acquisto
Quando si acquistano autoperforanti, è essenziale considerare il materiale che si intende perforare e l’uso previsto della vite. Ad esempio, per un progetto che coinvolge l’acciaio, è necessario scegliere autoperforanti specifiche per l’acciaio. Inoltre, la lunghezza e il diametro delle viti influenzano la resistenza del fissaggio e devono essere scelti in base all’ampiezza e alla densità del materiale.
Per applicazioni che richiedono una finitura estetica, potrebbe essere utile considerare viti autoperforanti con una testa che consente un’installazione a filo con la superficie del materiale. Questo eviterà che la vite sporga dal materiale, garantendo una finitura pulita e liscia.
Ricordatevi che la qualità è un aspetto fondamentale quando si tratta di viti autoperforanti. La resistenza al torsionamento, la capacità di penetrazione e la resistenza alla corrosione sono tutte caratteristiche da considerare. È sempre consigliabile scegliere viti autoperforanti prodotte da marchi affidabili, noti per la loro qualità e durabilità.
Manutenzione
Le viti autoperforanti, se correttamente installate e mantenute, possono durare a lungo. Tuttavia, per prevenire eventuali problemi, è buona pratica eseguire controlli regolari per assicurarsi che non si siano allentate. Se si nota qualsiasi segno di corrosione o usura, è consigliabile sostituire la vite il prima possibile per evitare potenziali problemi strutturali.
Inoltre, per prolungare la durata delle autoperforanti, è consigliabile evitare l’esposizione prolungata a condizioni estreme, come l’umidità o temperature molto alte o basse. Se le viti sono installate in ambienti esterni, l’applicazione di un rivestimento protettivo può aiutare a prevenire la corrosione.
Le viti autoperforanti sono un utensile versatile e potente per una vasta gamma di applicazioni. La loro capacità di forare materiali senza la necessità di un preforo le rende una scelta eccellente per molti progetti di fai-da-te e lavori di costruzione. Ricordando la differenza fondamentale tra le autoperforanti e le viti autofilettanti, e considerando attentamente le vostre esigenze specifiche, potrete fare una scelta informata e trovare la vite autoperforante perfetta per il vostro progetto. Ricordate sempre di privilegiare la qualità e di effettuare una corretta manutenzione per garantire la durata e l’efficienza delle vostre autoperforanti.
Sanicondens Best Flat di Sanitrit marchio leader a livello mondiale nel settore degli apparecchi sanitari di SFA Group, è la pompa di sollevamento con neutralizzatore integrato per caldaie a basamento.
Facile da installare e dotata di kit completo con valvola clapet, Sanicondend Best Flat ha un ingresso basso perfetto per essere allacciata alle caldaie a terra.
Da settembre 2015 è diventato obbligatorio installare solo caldaie a condensazione che permetteranno un notevole risparmio energetico e lo sfruttamento dell’energia rinnovabile. Tuttavia queste nuove caldaie provocano la formazione di acque acide di condensa che dovranno essere smaltite in maniera sicura. Per venire in aiuto di questo problema, Sanicondens Best Flat è perfetta per convogliare le acque di condensa verso gli scarichi in modo efficiente.
Vantaggi del prodotto:
Soluzione completa e compatta;
Entrata basse a 47 mm per una caduta a terra;
Sistema di neutralizzazione integrato per preservare i tubi dagli attacchi acidi.
La tecnologia dei tasselli per il fissaggio su materiali pieni ha subito un’importante evoluzione grazie all’innovazione proposta da fischer con il suo nuovo tassello SX Plus, una versione migliorata del precedente modello SX. SX Plus introduce una funzionalità di pre-fissaggio della vite, ottenuta attraverso l’uso di alette flessibili che si chiudono nel foro. Questa caratteristica riduce significativamente la difficoltà di applicazione, un aspetto particolarmente utile quando si tratta di fissaggi a soffitto.
Risoluzione di un problema comune nel fissaggio
Una delle difficoltà che gli installatori spesso riscontrano con i tasselli tradizionali è la necessità di tenere la vite in posizione durante il fissaggio. Questo problema è risolto con SX Plus, poiché una volta inserito nel foro, le alette del tassello si chiudono, mantenendo la vite e l’oggetto da fissare in posizione. Ciò libera entrambe le mani dell’installatore, facilitando il processo di installazione.
Caratteristiche distintive
Il design innovativo del tassello fornisce un’ottima sensazione di controllo durante l’installazione, mantenendo la coppia di serraggio sotto controllo.
Il collarino impedisce al tassello di scivolare nel foro, garantendo velocità e precisione nell’installazione.
Le nervature laterali impediscono la rotazione del tassello all’interno del foro, assicurando un’installazione sicura ed efficace.
La maggiore capacità di espansione della versione lunga di SX Plus lo rende ideale per materiali da costruzione problematici, come il calcestruzzo aerato e i materiali da costruzione con grandi cavità.
Le caratteristiche tecniche di fischer SX Plus sono notevoli, con un’espansione a 4 settori che garantisce un’ottima distribuzione delle forze nel materiale da costruzione e offre una elevata capacità portante su tutti i materiali pieni. L’innovativo design del tassello facilita l’inserimento nel foro con pochi colpi di martello, e il collarino impedisce al tassello di scivolare nel foro, garantendo un’installazione sicura e rapida. Il SX Plus è idoneo per installazioni passanti e non passanti e adatto per viti da legno e truciolari, oltre che per viti doppio filetto.
In termini di applicazioni, SX Plus è estremamente versatile, ideale per l’installazione di una vasta gamma di oggetti, rendendolo uno strumento indispensabile in diversi settori. Sia che si tratti di lampadari, mobili pensili, mensole e ripiani, elementi d’arredo appesi, fissatubi, canaline passacavi, impiantistica leggera, supporti per accessori, radiatori, staffe porta tv, sanitari, telecamere, sensori di movimento, pluviali e molti altri oggetti, SX Plus offre una soluzione di fissaggio efficace e affidabile.
Praticità di SX Plus
Un punto chiave di SX Plus è la sua capacità di prevenire potenziali danni durante l’installazione. La parte sotto-testa del tassello non espande e non trasferisce la spinta al supporto durante la fase di avvitamento. Questa caratteristica aiuta a prevenire possibili danni a piastrelle e intonaco, un beneficio importante in molte situazioni di installazione.
Due le particolarità di questo piedistallo per piante fai da te: la realizzazione del montante dal piano inferiore a quello superiore e l’assemblaggio di numerose tavole prese da bancali per fare i pannelli lamellari con cui ricavare i due piani a forma di fiore
Talvolta l’utilizzo di materiali di recupero impone di effettuare un lavoro ancor prima di iniziare il progetto vero e proprio di costruzione. Per la realizzazione del piedistallo per piante fai da te utilizzeremo del legno di recupero: un travetto di sezione 80×80 mm, una tavola spessa 40 mm e, soprattutto, tavole ricavate da bancali in disuso. Smontare i pallet per adoperarne le tavole è già una piccola impresa, perché i chiodi che le fissano sono ad aderenza migliorata e ci vuole una buona leva per toglierli.
Ma il lavoro vero è stato fatto dopo, nell’utilizzare queste tavole per fare pannelli di legno più spesso: le tavole sono state piallate per regolarizzarle e portarle tutte a identico spessore (9 mm); quindi sono state unite con adesivo vinilico in strati sovrapposti e incrociati sino a raggiungere lo spessore totale di 36 mm per il pannello del piano superiore del piedistallo e 18 mm per quello del piano inferiore.
Il travetto di legno 80×80 mm serve per fare il gambo del piedistallo per piante fai da te usando una tecnica particolare che permette di ottenere una forma sinuosa: si tratta di fare due tagli che seguono uno stesso percorso, fatti su due facce diverse del travetto. Per tracciare due linee identiche è necessario realizzare una dima di cartoncino che abbia un bordo diritto (per l’allineamento) e uno con le curve (quello di tracciamento). Il taglio longitudinale si effettua con la sega a nastro; dato che le curve da fare hanno un raggio piuttosto corto, è necessario montare sulla sega una lama stretta.
La tavola spessa 40 mm, infine, serve per fare il piede d’appoggio a terra del manufatto, costituito da due pezzi che si incrociano incastrandosi fra loro. Il bordo libero dei due ha una forma con rotondità che viene data ancora con la sega a nastro. Lo stesso strumento si usa anche per tagliare i bordi dei due piani, superiore e inferiore, con i lobi, come se fossero le estremità dei petali di un fiore.
Dopo il montaggio dei pezzi, il piedistallo per piante fai da te si conclude con la levigatura delle superfici e la stesura di diverse mani di vernice trasparente, inframmezzate da ulteriori levigature con carta abrasiva sempre più fine.
Tracciare la linea di taglio
Tagliato alla lunghezza necessaria il travetto a sezione quadrata, si applica la dima di cartoncino su un fianco e vi si traccia la linea di taglio a esse. Fatto questo, si mette la dima sul lato a fianco e si traccia anche su questa una linea di taglio, ma con orientamento speculare alla precedente.
Effettuare i due tagli longitudinali
Si effettuano i due tagli longitudinali del travetto con la sega a nastro. Fatto il primo, i due pezzi ottenuti si tengono insieme, l’uno sull’altro, e si effettua il secondo taglio.
Unire i quattro pezzi
Mettendo insieme i quattro pezzi ottenuti, affiancandoli per il loro lato piatto e orientandoli opportunamente, si ottiene il gambo “lavorato” con andamento sinuoso. L’unione si effettua con adesivo vinilico e messa in pressione dei pezzi fra loro.
Ricavare i due piedi del sostegno
I due piedi del sostegno sono ricavati da una tavola spessa 40 mm, tagliandola con la sega a nastro per assecondare le curvature del profilo superiore. In un piede l’apertura di incastro centrale va fatta verso l’alto, mentre nella seconda va fatta verso il basso (lato pavimento).
Unire i due pezzi e formare la base
I due pezzi si incrociano a 90° e si uniscono con incastro a mezzo legno. Anche se entrano di misura, conviene sempre mettere un po’ di adesivo.
Realizzare il piano decorativo superiore
Tracciato il contorno del pannello spesso 36 mm, ottenuto unendo incrociate tante tavole da 9 mm, si realizza il piano decorativo superiore.
Realizzare e fissare il piano decorativo inferiore
Realizzato anche il pezzo decorativo inferiore, usando un pannello più sottile, fatto unendo due soli strati di tavole, lo si fissa ai piedi con due lunghe spine di faggio passanti Ø 12 mm, che si lasciano spuntare anche sopra per l’innesto nel gambo.
Unire il piano superiore con il gambo
Anche la giunzione del gambo con il piano superiore avviene tramite spine di faggio Ø 12 mm, messe in modo da penetrare abbondantemente su entrambi i lati.
ll termine intelligenza artificiale venne coniato negli anni ’50 quando si cominciarono a realizzare programmi che cercavano di emulare le facoltà umane di pensiero e apprendimento. Gli studi sono andati avanti e queste soluzioni informatiche hanno compiuto notevoli progressi, arrivando a livelli considerevoli di autonomia, e sono utilizzate oggi in tanti campi. Solo per citare qualche esempio troviamo l’AI, dalla definizione inglese di Artificial Intelligence, nelle auto a guida autonoma che, come dicono gli studi accreditati, dovrebbero ridurre gli incidenti stradali del 90%; l’AI è negli assistenti virturali tipo Alexa, Siri etc che eseguono i nostri comandi per azionare dispositivi, in Netflix e in tanti altri servizi via internet, dove sono implementati con l’obiettivo di intercettare i gusti degli utenti e fornire soluzioni per aumentarne il coivolgimento. Il funzionamento dell’intelligenza artificiale è quello di un sistema informativo evoluto, in grado di imparare e prendere decisioni in modo quasi del tutto indipendente e può essere di due tipologie: software AI e robot AI. Il secondo, rispetto al primo, oltre al programma, prevede elementi meccatronici e sensori ed è quindi una macchina avanzata, con una perfetta integrazione tra il software e l’hardware, in grado di muoversi e realizzare operazioni più o meno difficili, simulando l’attività di un essere umano. E qui la domanda nasce spontanea: riusciranno questi robot a sostituire la manualità unita all’intelligenza pratica e creativa, la capacità decisionale dell’uomo e in questo caso intendo proprio quella di un fardasé? Forse sì ma, per il momento, io trovo fantastica e difficilmente eguagliabile la capacità di mettere insieme tante conoscenze risolutive di problemi, tipica degli artigiani (e anche chi legge questa rivista è un artigiano, sia pur del tempo libero) che sono in grado di riparare oggetti, motori, utensili dei più vari tipi, di progettare, realizzare e far funzionare impianti, di costruire e montare mobili su misura, utilizzando l’intelligenza, la conoscenza teorica, l’esperienza, dosando forza e delicatezza a seconda dei casi. Processi che diamo per scontati ma che sono un insieme di abilità insostituibili e necessarie, anche in un periodo di esasperato uso della tecnologia e del virtuale, degne di ammirazione e stupore quanto meno al pari delle magie dell’intelligenza artificiale.
Il nuovo negozio Brico io inaugurato oggi a Soresina nasce negli ex locali del supermercato Coop
Facilmente raggiungibile si trova lungo la SP89, una delle arterie principali per Soresina e dintorni. Il punto vendita rappresenta appieno il nostro format di negozio di prossimità, utile per la risoluzione delle quotidiane necessità e piccole manutenzioni di casa e giardino.
Nei circa 1.000 mq. propone oltre 25.000 articoli nei reparti tradizionali e tecnici del “fai da te”: Utensileria elettrica e manuale, Elettricità, Idraulica, Accessori e Arredo Bagno, Ferramenta, Scaffali, Sistemazione e Arredo casa, Legno, Vernici, Giardinaggio, Arredo giardino, Auto e Bici; affiancati dal nostro shop in shop L’Outlet del Kasalingo, dedicato al mondo del tessile, della cucina, della tavola e del piccolo elettrodomestico.
1 of 12
A completare l’offerta un’ampia area dedicata ai prodotti promozionali e stagionali.
I Numeri – 78 negozi a gestione diretta e 36 in affiliazione.
I Servizi – Taglio legno, Tintometro, Duplicazione chiavi e radiocomandi, Timbri e Targhe, Pagamento utenze e Punto di ritiro ordini online.
Lo staff– 11 addetti, inclusa la regia, sono a disposizione della clientela per aiutarli nella scelta dei prodotti giusti per risolvere
Le Offerte – il volantino realizzato per l’apertura propone una serie di articoli a prezzi veramente vantaggiosi selezionati tra i più rappresentativi dei reparti, con un occhio particolare alla stagionalità.
Il Lancio – La nuova apertura vede protagonista il punto vendita di un concorso veramente interessante che mette in palio, oltre a tantissimi buoni sconto, 10 I-Phone. Concorso “allettante” che abbiamo pensato di ripetere visto il successo riscontrato quando fatto in altri punti vendita l’anno passato.
A supporto, oltre al volantino, affissioni Comunali, vele 6×3 fisse e itineranti e radio locale.
Brico io SORESINA (CR) – Via G.Guida, 4 – Tel. 0374.717426 Orario di apertura: dal lunedì al sabato dalle 8.30 alle 20.00 – domenica dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 19.30
Barbecue in muratura fai da te realizzato nella sua totalità, dalla piattaforma, con scavo e gettata, all’erezione della base d’appoggio e del focolare, rivestito con mattoni refrattari, sino alla chiusura superiore con cappa d’alluminio e comignolo per allontanare i fumi
Per la costruzione edile di questo barbecue in muratura fai da te sono stati scelti mattoni pieni, mattoni refrattari, una lastra di marmo e due travetti di abete. Si è iniziato realizzando una piattaforma d’appoggio solida e perfettamente piana, facendo una gettata di cemento armato soltanto leggermente più grande delle dimensioni del top in marmo. Su una piattaforma cosiffatta ha eretto, mantenendo lo squadro e i corretti livelli, i muri di sostegno sino alla quota di 800 mm, dove ha posizionato il top: un piano di marmo con dimensioni 900×1800 mm, sostenuto sul davanti da una trave portante di abete con sezione 120×100 mm.
Al di sopra del top, proseguono a salire tre pareti di mattoni pieni (due spalline e il dorso del focolare), per un’altezza di 900 mm; il focolare viene rivestito internamente con mattoni e malta, entrambi refrattari.
La cappa del barbecue fai da te in muratura, a forma piramidale, è fatta con pezzi di lamiera mandorlata di alluminio uniti con rivetti; all’estremità si collega la canna fumaria tramite un raccordo. Sul davanti la cappa appoggia su un travetto di abete di sezione 100×50 mm. Nella spallina destra del focolare si lascia un’apertura per l’asta del girarrosto e una nicchia per l’applicazione del motore.
La costruzione in muratura
Si spiana leggermente l’area destinata all’installazione, magari togliendo un sottile strato di terra e si delinea il contorno con tavole di legno messe in costa e con il bordo superiore ben livellato. All’interno della cassaforma si spiana uno strato di ghiaietto e si dispone un pezzo di rete elettrosaldata prima di fare il getto con calcestruzzo sino a livello delle tavole.
Per erigere i muretti del basamento si fanno sagome di cartone rigido, che aiutano a mantenere lo squadro mentre si dispone il primo corso di mattoni pieni, secondo lo sviluppo previsto delle pareti. Quindi si procede a salire con i corsi successivi, alternando sempre le posizioni di sormonto dei mattoni, tranne che per la colonnina a destra, costituita da una pila di elementi singoli.
Giunti all’altezza del piano d’appoggio si dispone una trave di legno in posizione trasversale sul bordo anteriore dei muretti e della colonnina. Data la funzione di sostegno del top in marmo, la trave, ma anche il perimetro di mattoni, devono risultare perfettamente in bolla.
Si mette in posizione la lastra di marmo che forma il piano di lavoro del barbecue in muratura fai da te, ma tenendola sopraelevata con alcuni mattoni, in modo da poter distribuire l’adesivo di montaggio per fissarla.
Togliendo i mattoni distanziali, prima da un lato poi dall’altro, si fa scendere in sede la piastra di marmo, appoggiandola sul basamento.
La costruzione prosegue anche sopra il top in marmo, con due spalline, corrispondenti alle due di sinistra del basamento, e lo schienale del barbecue in muratura fai da te. Il tutto ancora con mattoni pieni. Terminata questa parte, applicando un’altra architrave di legno, che conclude e lega in alto le due spalline, inizia il rivestimento interno del focolare con i mattoni refrattari.
Cappa in alluminio e foro per girarrosto
I pezzi con cui comporre la cappa si preparano usando la smerigliatrice angolare con montato un disco da taglio.
Con i pezzi di lamiera mandorlata di alluminio si compone la cappa unendo i pezzi con angolare d’acciaio applicato internamente e fissato con rivetti.
Il colmo si conclude con un raccordo per la canna fumaria rivettato su lamiera zincata i cui lembi vengono ripiegati sulla cappa.
Messa in posizione sul barbecue in muratura fai da te, la cappa si fissa internamente con staffe rivettate sul lato alluminio e con tasselli d’acciaio, lato muratura.
Nella spallina di destra, a lato del focolare, si lascia un’apertura che nello strato interno, quello dei mattoni refrattari, è minima. L’apertura serve per consentire il passaggio dell’asta del girarrosto.
Nella stessa parete, ma esternamente, l’apertura nella parte costituita da mattoni pieni e più ampia perché viene ricavato lo spazio per posizionare il motore elettrico del girarrosto.
Quando la vetrata isolante si appanna all’interno o si rompe non ci sono altri rimedi che la sostituzione: un lavoretto alla portata di qualsiasi laboratorio far da sé
Il progresso ha portato già da molti anni nelle nostre abitazioni le finestre con vetrocamera basso emissimo isolante. Con il tempo, sia per imperfezioni sia per deperimenti delle sigillature, può capitare di rilevare un’appannatura interna che progressivamente si amplia fino a rendere il vetro opaco. A questo punto non resta altro da fare che rimuovere il vecchio vetrocamera e montarne uno nuovo. Ovviamente è inutile cercare di recuperare le lastre di vetro, anche se ancora intatte, perché i processi altamente automatizzati usati nella fabbricazione industriale rendono più economico l’acquisto di un pezzo nuovo piuttosto che disassemblare, pulire e rimontare quello vecchio. Nelle finestre di legno il vetrocamera è montato sul telaio con listelli fermavetro e tanto silicone. Il problema più spinoso che dobbiamo affrontare non è il recupero della vetrata, ma quello dell’anta. Con pazienza si taglia il silicone fino a liberare prima il listello fermavetro e poi la lastra. Durante il lavoro sulla vetrata è sempre consigliabile portare guanti gommati che migliorano la presa e ci mettono al riparo dai bordi affilati del vetro. Per la sostituzione, oggi esistono prodotti molto evoluti: sono arrivati i vetrocamera riempiti con gas nobili molto più isolanti dell’aria.
Cos’è il vetrocamera
La vetrata isolante, o vetrocamera, è formata da due vetri accoppiati, separati da un’intercapedine riempita di aria o di altro gas, protetta su tutto in perimetro con doppia sigillatura. Il distanziatore contiene un disidratante che assorbe l’umidità del gas rimasto tra i vetri. Quest’ultimo può essere aria oppure un gas nobile, come kripton o argon, che trasmette di meno il calore.
Rimuovere il vecchio vetro
Le vetrate, isolanti e non, montate su finestre di legno spesso sono sigillate con abbondante silicone. L’asportazione dell’adesivo non sempre è agevole, ma si possono usare strumenti elettrici come i multifunzione oscillanti muniti di una lama affilata. Con questa operazione si libera per quanto possibile il listello fermavetro per la successiva estrazione.
Il lavoro dell’utensile oscillante si completa con un cutter a lama flessibile passato più volte tra vetro e listello.
Il fermavetro è bloccato alla finestra con una serie di chiodini d’acciaio incassati nel legno. Toglierli con le tenaglie è impossibile, per cui si devono estrarre insieme al listello facendo leva con una spatola piantata tra le due parti a forza di martellate.
Non sempre i chiodini si sfilano insieme al listello e spesso restano nella finestra. Allora non ci resta che ispezionare tutto il contorno con un paio di tenaglie per eliminare i monconi di chiodo che, se lasciati, ostacolerebbero l’uscita del vetro.
L’abbondanza di sigillante potrebbe essere tale da richiedere un ulteriore passaggio con il cutter per separare il bordo del vetro dalla finestra e dare ulteriore spazio all’operazione di estrazione.
Il vetro è sigillato anche più abbondantemente sulla parte esterna della finestra. Con pazienza si passa il cutter ripetutamente fino ad arrivare a contatto con il vetro e poi sempre più in profondità fino a raggiungere il legno all’interno della finestra.
Cominciando dall’alto si dà il via alla fase di estrazione: con una spatola inserita tra vetro e telaio si fa leva verso l’interno, spostandosi lungo il solco, fino a spingere fuori del suo alloggiamento il vecchio vetrocamera. Se il silicone è stato tagliato completamente la lastra si ribalta ed è possibile rimuoverla sempre con la protezione di robusti guanti gommati.
Vetrocamera ben fisso al suo posto
Il vetro è stato rimosso, ma resta ancora molto silicone attaccato alla finestra. Il montaggio della nuova vetrata isolante richiede una superficie pulita, per cui mettiamo mano a uno scalpello affilato cercando di togliere tutto l’adesivo rimasto.
Spazziamo via dall’incavo della finestra tutti i residui di adesivo con una spazzola dura in modo da preparare una superficie sufficientemente pulita per incollare la striscia di guarnizione elastica sulla quale deve appoggiare la nuova vetrata.
La guarnizione adesiva è larga circa 10 mm e si applica lungo tutto il perimetro della battuta esterna della finestra. La sua funzione è di consentire un appoggio uniforme del vetro anche su telai leggermente irregolari e di impedire la penetrazione troppo profonda del silicone di sigillatura.
Si inserisce il nuovo vetrocamera nella finestra spessorandolo in corrispondenza degli angoli, sia sul margine verticale sia in quello orizzontale, fino a portare l’anta in squadra. Gli spessori devono essere di plastica dura, come PVC o polietilene, per resistere nel tempo senza deformarsi.
Si esegue una pulizia accurata anche sui fermavetro con i quali si blocca di nuovo la vetrata al suo posto usando chiodini d’acciaio a testa sottile.
Dopo aver controllato che la finestra chiuda perfettamente e non sfreghi sul telaio fisso, si applica un filo di silicone lungo il perimetro esterno del vetro.
Gli spessori
Per inserire gli spessori si solleva il vetro con una spatola interponendo una striscia di plastica. Quelli che “lavorano” sono quelli messi negli angoli esterni in basso e interni in alto. Cambiandone lo spessore si registra la squadra del vetro rispetto al telaio. Al termine, lo spazio e gli spessori sono nascosti applicando il profilo di contorno.
Evoluzioni tecnologiche nel campo del vetrocamera
Con l’avanzamento della tecnologia, i vetri isolanti oggi non solo offrono un’eccellente capacità di isolamento termico e acustico, ma sono anche dotati di molte altre funzionalità avanzate. Ad esempio, sono disponibili vetri autonettoyanti, che utilizzano la luce del sole per rompere i depositi di sporco sulla superficie del vetro, rendendo la manutenzione molto più facile. Q
uesti vetri contengono un sottile strato di ossido di titanio che agisce come catalizzatore per scomporre lo sporco organico sotto l’influenza della luce solare. Inoltre, quando piove, l’acqua scivola via facilmente, rimuovendo lo sporco scomposto.
La scelta tra il vetrocamera tradizionale e quello smart
Negli ultimi anni, è diventata sempre più comune l’opzione dei vetri smart o commutabili, che permettono di controllare l’opacità del vetro con un semplice interruttore o con un’app sullo smartphone. Questi vetri utilizzano la tecnologia di oscuramento elettrocromico o la tecnologia PDLC (Polymer Dispersed Liquid Crystal) per variare la loro trasparenza.
Oltre alla privacy, i vetri smart offrono anche vantaggi in termini di efficienza energetica, poiché possono ridurre il bisogno di aria condizionata bloccando la luce solare diretta. Tuttavia, il costo di questi vetri può essere significativamente più alto rispetto al vetrocamera tradizionale, quindi è importante fare una valutazione accurata tra costi e benefici prima di prendere una decisione.
La sostenibilità nel mondo dei vetri isolanti
Una tendenza emergente nel mondo dei vetri isolanti è la crescente attenzione alla sostenibilità. Molte aziende stanno cercando di ridurre l’impatto ambientale della produzione del vetro, utilizzando materiali riciclati o riciclabili e migliorando l’efficienza energetica dei processi produttivi. Alcuni produttori stanno anche introducendo vetri isolanti con proprietà fotovoltaiche, che permettono di generare energia elettrica direttamente dalla luce solare, contribuendo a rendere le abitazioni e gli edifici commerciali più sostenibili e autosufficienti dal punto di vista energetico.
Inserimento vetrocamera vecchi infissi
L’inserimento del vetrocamera nei vecchi infissi richiede pazienza e precisione. È necessario rimuovere con cura il vecchio vetro, tagliando il silicone o qualsiasi altro sigillante usato per fissare il vetro all’infisso. Una volta rimosso il vecchio vetro, l’infisso deve essere pulito a fondo per rimuovere eventuali residui di silicone o adesivo.
Montare doppi vetri su vecchie finestre
Per montare doppi vetri su vecchie finestre, si inizia applicando una guarnizione adesiva lungo tutto il perimetro della battuta esterna dell’infisso. Questo assicura che il vetro si adatti uniformemente anche su infissi leggermente irregolari e impedisce una penetrazione troppo profonda del silicone di sigillatura.
Mettere doppi vetri su vecchie finestre
Per mettere doppi vetri su vecchie finestre, il vetrocamera viene poi inserito nell’infisso, facendo attenzione a posizionarlo correttamente. In molti casi, può essere necessario usare degli spessori di plastica dura in corrispondenza degli angoli dell’infisso per assicurare una perfetta aderenza e tenuta.
Sostituzione vetrocamera infissi
La sostituzione del vetrocamera negli infissi può richiedere un po’ di tempo, ma è un’operazione che può portare a un notevole risparmio energetico. Una volta posizionato il vetrocamera, si procede con il fissaggio definitivo, utilizzando un silicone adatto per la sigillatura del vetro.
Doppi vetri su finestre vecchie e vecchi infissi
Installare doppi vetri su finestre vecchie o su vecchi infissi è un’ottima soluzione per migliorare l’isolamento termico e acustico della propria abitazione senza dover sostituire completamente le finestre.
Montaggio doppi vetri su infissi in legno
Il montaggio dei doppi vetri su infissi in legno segue lo stesso processo, ma richiede una particolare attenzione nella rimozione del vecchio vetro e nella preparazione dell’infisso, per evitare di danneggiare il legno. Una volta completata l’installazione, si consiglia di controllare che la finestra chiuda correttamente
Tratto da “Come ristrutturare la casa n.3 – Maggio/Giugno 2023″
Autore: Nicla de Carolis
Si è concluso da poco il Salone del Mobile 2023 con numeri da record, molte prospettive positive e infinite novità che avremo modo di analizzare nel corso dell’anno, ma di cui vi diamo una piccola e curata vetrina da pagina 28. Il fil rouge del Salone è stata la sostenibilità che, nonostante la buona volontà di organizzatori ed espositori/produttori, pare per tutti un obiettivo difficile da raggiungere in un sistema economico/produttivo come quello di oggi. Il conto energetico per realizzare le meravigliose cose che hanno impatto ridotto è ancora molto salato, perché quasi sempre non può prescindere dall’utilizzo degli odiati combustibili fossili e del relativo inquinamento che producono.
Spinti, comunque, da questa ventata di concreto ottimismo che ci ha lasciato il Salone, torniamo con entusiasmo ai nostri amati lavori di ristrutturazione per parlare degli spazi all’aperto da pagina 52. Pavimenti adatti sia per l’interno che per l’esterno pensati per prolungare la superficie della casa; così come i gazebo e le pergole, queste ultime utilizzabili in tutte le stagioni grazie al loro comfort termico e alla abbondante luce, o le minipiscine anche da terrazzo, un vero lusso per tutti i giorni. In vista del caldo estivo, indispensabili per chi non li ha e per chi li deve rinnovare, da pagina 10 una selezione di split e fancoil per la climatizzazione. Le aziende oltre a curarne l’efficienza, abbassando gli assorbimenti energetici, aumentando le funzioni e riducendo il rumore, hanno reso queste macchine oggetti di design che ben si inseriscono anche nelle case d’epoca più classicamente elganti
E poi vedrete, ancora una volta, quanto la creatività degli architetti italiani riesca a stupire: si va dalla ristrutturazione davvero originale di un appartamento, da pagina 40, dove in assoluta armonia convivono arredi e separé artigianali in legno di rovere con la TV incassata in lastre di marmo bianco e l’annesso seminterrato con caminetto in un living, in stile con il resto della casa, nulla a che vedere con le tristi tavernette rustiche; si passa al minimalismo di un appartamento/sala per piccoli concerti di un musicista, da pagina 100, tutto boiserie a listelli di legno per smorzare i riverberi del suono. Ma c’è anche la casa ristrutturata in maniera più classica, da pagina 78, attualizzata con bei colori alle pareti sulle originarie boiserie di stucchi e di polistirene, andate in sostituzione delle mancanti, parquet a lisca di pesce e bagni progettati in maniera molto fantasiosa, gradevole e funzionale, con nicchie, giochi di luce e piastrelle tridimensionali. Ci auguriamo che ogni pagina sia per voi una miniera di idee per iniziare a pensare alle migliorie più giuste per la vostra casa!
Filettature di precisione su metalli diversi, grazie alla serie Maschi e Filiere di FERVI, ideale sia per il settore professionale sia per gli hobbisti
Vignola (MO), 18 maggio 2023 – Filettature di precisione su tutti i metalli possono essere realizzate anche a mano, grazie al kit proposto da FERVI. Si tratta della Serie Maschi e Filiere FERVI (art. M218), ideale per realizzare filettature manuali su componenti in metallo, compresi i non ferrosi, la ghisa e l’alluminio.
Il kit comprende maschi e filiere in acciaio al tungsteno di diverse misure, utilizzabili con gli appositi giramaschi a manubrio regolabili e gli appositi girafiliera per compiere con grande accuratezza la lavorazione. Grazie al kit di FERVI è infatti possibile effettuare filettature sia su fori che perni, dalla misura M2 fino a M18, nelle versioni passo grosso e passo fine.
La serie è composta da 110 pezzi, contenuti in una robusta valigetta in metallo. La pratica valigia consente di conservare in ordine e di trasportare in sicurezza i diversi pezzi che compongono la serie, agevolando la ricerca “a vista” del componente giusto e aiutando a prevenire lo smarrimento degli accessori di dimensione più ridotta. Il peso complessivo del kit è di circa 7 kg.
Per una filettatura impeccabile è poi fondamentale l’utilizzo dell’olio da taglio e per questo FERVI propone un Olio da Taglio (art. S401/10) studiato per consentire la filettatura e la maschiatura di acciai e metalli puri e ad elevata durezza. Questa referenza in formato bomboletta spray è costituita da basi minerali paraffiniche, arricchite con additivi e antisaldanti in grado di agevolare le operazioni di lavorazione e di soddisfare gli elevati standard di settori professionali specifici.
Per avere maggiori informazioni su questa e sulle altre soluzioni FERVI è possibile consultare il sito dell’azienda.