Con una semplice tavoletta, due attaccaglie e due piolini da tondino costruiamo un appendino fai da te di sapore marinaresco grazie all’utilizzo delle conchiglie
Per realizzare l’appendino fai da te ricopriamo il legno con stucco pigmentato di azzurro tenue e affondiamo nello stucco ancora fresco le conchiglie da noi raccolte facendo attenzione a non sporcarle.
Come costruire un appendino fai date con le conchiglie
1 Ricordiamo le spiagge estive con un accessorio ricco di conchiglie posate su un fondo di un tenue azzurro come l’acqua trasparente delle nostre vacanze.
2 Ci servono una tavoletta, conchiglie di varia foggia e grandezza, stucco in polvere, pigmento di colore azzurro e attaccaglie.
3 Inseriamo, in fori precedentemente praticati con il trapano, i piolini di tondino dopo averli bagnati con abbondante colla vinilica. Mentre li incolliamo, teniamoli leggermente inclinati verso l’alto in modo che ciò che verrà appeso a essi non cada a terra.
4 Prepariamo lo stucco colorato aggiungendo il pigmento e l’acqua necessaria per impastarlo e girando bene per evitare la formazione di grumi; lo stendiamo sulla superficie della tavoletta utilizzando una spatola e ricoprendo anche i piolini.
5 Inseriamo con una leggera pressione le conchiglie, accuratamente pulite, nello spessore dello stucco ancora fresco disponendole in ordine sparso a nostro piacimento. Nell’operazione, facciamo attenzione a non sporcarle di stucco.
Per creare una cornice marinara incolliamo su un supporto rotondo di legno tanti legnetti di dimensione e colore diversi e sovrapponiamo qui e là le conchiglie
La cornice marinara di conchiglie, realizzata dalla nostra lettrice Ivana Parmigiani di Rapallo, è caratterizzata da una disposizione apparentemente casuale degli elementi. Si possono realizzare anche composizioni perfettamente simmetriche incollando le conchiglie sul fondo di una bassa scatola in legno e, magari, proteggendole con un vetro. L’elemento principale di questa cornice sono i legnetti che si trovano sulla riva del mare e che il movimento delle onde ha privato della corteccia e di tutti gli speroni, lisciandoli e dando loro un aspetto “consumato”.
Come costruire una cornice marinara
Materiali:
cornice tonda a bordo largo o ritaglio di legno circolare del diametro preferito
pistola per colla a caldo e relativi stick
conchiglie
stelle marine rametti levigati dal mare
2 Con la colla a caldo incolliamo a raggiera sulla cornice gli elementi lunghi e sottili (rametti, canne, pezzetti di legno) alternando lunghezze, diametri e tonalità di colore diversi.
3 Sovrapponiamo ad essi conchiglie e stelle marine, disponendole armonicamente, ma in modo all’apparenza casuale, e fissandole in posizione con poche gocce della stessa colla.
4 Completiamo disponendo qua e là in modo asimmetrico altre conchiglie di forma particolare e alcuni rametti ricurvi e irregolari che, messi a scavalcare la disposizione a raggiera degli altri, movimentano la realizzazione.
Utilissima e portatile, la nuova sega circolare Cutmaxx di Einhell monta un disco di diametro ridotto; ne derivano dimensioni contenute e un grande controllo della macchina
La sega circolare Cutmaxx TE-XC 110 è leggera e universale. La si può definire leggera perché monta un disco di piccolo diametro (110 mm), di conseguenza il carter di protezione, la piastra d’appoggio, il motore, sono di dimensioni ridotte, ottenendo uno strumento estremamente semplice da usare e che si lascia dominare e guidare docilmente. Questo grazie anche all’impugnatura che non è affatto ridimensionata, anzi ha un’ulteriore estensione frontale che ne aumenta l’efficacia. La scelta di un disco così piccolo porta con sé, ovviamente, il limite di una profondità taglio non da record; ma tutto questo ha i suoi vantaggi. Universale perché la scelta di un disco di tali dimensioni permette il montaggio di lame sia per il legno sia per le ceramiche, senza tema di rovinare motore e disco o di pericoli nell’utilizzo. La sega circolare Cutmaxx si rivela un vero gioiellino. Approfondisci i dettagli sul sito Einhell
I dettagli della sega circolare Cutmaxx TE-XC 110 Einhell
Il contenuto della confezione comprende la sega circolare cutmaxx, due dischi (uno per legno e plastica, uno per ceramiche, pietra, graniti), la chiave per la sostituzione del disco, la guida per tagli paralleli, le batterie per alimentare il laser, la borsa morbida per il trasporto.
Ottima l’idea di contenere lo strumento in una borsa morbida, visto che le seghe circolari hanno una conformazione che mal si dispone per qualsiasi valigetta e la loro utilità è fuori di dubbio, soprattuto se hanno capacità di taglio su così diversi materiali.
Sotto l’impugnatura, dove si congiunge con il corpo del motore, c’è il vano delle batterie che alimentano il laser, il cui coperchio si apre svitando una vite.
La sostituzione della lama è agevolata sia dalle dimensioni ridotte (si maneggia con grande facilità), ma anche da un’intelligente progettazione della protezione, che lascia ampia visibilità e spazio di manovra.
Per il serraggio della vite che ferma il disco, bisogna premere il pulsante che frena l’albero di trasmissione, quindi si può forzare usando la chiave esagonale in dotazione. Stessa manovra, ma al contrario, nel caso si debba rimuovere il disco, per la sostituzione.
L’incernieramento della piastra prevede ovviamente una possibilità di regolazione della profondità di taglio, che va impostata sulla base dello spessore del pezzo da tagliare e, talvolta, calibrata con estrema precisione, come nel caso si vogliano fare scanalature e incastri. Allo scopo si libera il movimento della piastra agendo sulla manopola apposita. Comodo il fatto di poter registrare la piastra e stringere la manopola con una sola mano, mentre con l’altra si controlla la sporgenza della lama con un flessometro.
Il carter di protezione del disco ha una bocchetta di raccolta dei detriti prodotti dal taglio. Innestando il raccordo di plastica in dotazione si può collegare un aspiratore e limitarne al massimo la dispersione.
La guida per tagli paralleli ha stampata con una pressa la scala graduata; montandola si ottiene un’indicazione immediata della distanza dal punto di lavoro della lama allo scontro.
Taglio longitudinale con guida autocostruita
Tagliare con precisione una perlina lunga 2 metri nel senso della sua lunghezza diventa una cosa facile se si perde un po’ di tempo nel fare un supporto adeguato, usando ad esempio listelli da 25×35 mm un po’ più lunghi della perlina. Vanno fissati paralleli (basta distanziarli provvisoriamente con alcuni spessori identici) ad alcuni travetti messi ortogonalmente; infine, sempre usando gli stessi spessori si bloccano ai capi con due tavolette (1) e con altre due messe di piatto si fanno gli scontri in lunghezza alla perlina. Questa, incastrata nella sua sede, non può scivolare in alcun modo, nemmeno quando si inizia il taglio facendo entrare a tuffo la sega nel legno (2), manovra che diviene semplice grazie anche alle ridotte dimensioni del disco.
Il nuovo attacco rapido brevettato Superlok™ permette veramente di effettuare in un attimo la sostituzione dell’accessorio, garantendo comunque la necessaria coesione con l’alberino oscillante del motore per trasmettere tutto il moto sulla parte attiva
Uno degli ultimi prodotti per il settore del fai da te è l’utensile multifunzione BLACK+DECKERMT300KA, cimento nel quale l’azienda americana dimostra di aver trovato valide soluzioni per incrementare ulteriormente la funzionalità di uno strumento già di per sé molto versatile e, in molti casi, insostituibile. L’utensile multifunzione BLACK+ DECKER MT300KA si presenta compatto, con la tipica forma allungata del corpo, per contenere ingranaggi e motore, e fungere nello stesso tempo da impugnatura. Il bilanciamento della macchina è perfetto e molto vantaggioso alla presa risulta anche il diametro del corpo; qui le misure in gioco sono di compromesso tra dimensioni del motore da una parte e rigidità e garanzia di robustezza dall’altra, elementi necessari per uno strumento che sviluppa sulla parte attiva un regime di 22.000 oscillazioni al minuto. Proprio per questo, la scocca deve permettere l’assorbimento delle vibrazioni o comunque il loro isolamento, in modo che non si ripercuotano sulle mani dell’utilizzatore; questo avviene grazie anche ai generosi inserti di gomma sull’impugnatura. Le prestazioni sono permesse da un motore da 300 W di assorbimento, controllato elettronicamente e regolabile dall’operatore, a seconda del materiale e dell’accessorio montato, mediante una rotella con scala da 1 a 6, che consente di passare dal numero minimo di giri (10.000/min) al massimo (22.000/min) con alcuni step intermedi. Ottimo anche il Superlok™, innovativo sistema di attacco rapido, che permette una sostituzione veramente veloce degli accessori, senza usare alcuna chiave, garantendo nel contempo la massima tenuta e rigidità dell’insieme. Questo è un importante obiettivo raggiunto, che rappresenta invece un punto dolente per molte macchine multifunzione, la cui potenza resta in parte inespressa a causa della non perfetta coesione fra accessorio attivo e piastra d’attacco. Approfondisci e leggi la valutazione degli utenti BLACK+ DECKER
Consigli per un buon utilizzo dell’Utensile multifunzione BLACK+ DECKER MT300KA
L’utensile multifunzione BLACK+DECKERMT300KA è fornito in valigetta rigida con una dotazione di accessori fra cui una lama di precisione per taglio a filo e ad affondamento, una lama semicircolare segmentata, 2 raschietti di cui uno rigido e uno flessibile, il platorello per levigare con tubo per connessione ad aspirazione esterna, alcuni fogli di carta vetrata, e infine vite e ghiera di montaggio per accessori universali.
L’attacco Superlok™ si aziona tirando la leva che allontana la flangia di tenuta, permettendo l’inserimento o la rimozione dell’accessorio;
in caso di montaggio, al rilascio della leva, la serie di rilievi della flangia controlaterale immobilizza in modo molto efficace quello inserito.
La regolazione della velocità di oscillazione si effettua mediante la rotella posta sul retro dell’impugnatura. La scala va da 1 a 6.
E’ sempre consigliato tenere la macchina con due mani, soprattutto per ottenere la massima precisione (negli utilizzi in cui è richiesta) oppure per un minore affaticamento nei lavori continuativi come la levigatura di ampie superfici; tuttavia, il peso contenuto, il bilanciamento della macchina e l’alto livello ergonomico della sua impugnatura ne rendono possibile il manovramento anche con una sola mano.
Quando si richiede lo smontaggio senza causare danni di elementi sigillati con silicone (per esempio top di banconi cucina, lavabo e sanitari) è necessario staccare e rimuovere meglio possibile il cordone prima ancora di abbordare gli altri fissaggi presenti. Ideale è il raschietto a lama flessibile, molto sottile, con cui si riesce a scalzare il silicone rimanendo aderenti al piano, procedendo rapidamente e senza difficoltà. La piastra a delta è la scelta migliore quando si devono levigare superfici articolate su vari piani e contornate da cornici o altri elementi strutturali. Questo è il caso per esempio delle porte, in cui si riesce a raggiungere ogni anfratto, inclusi gli angoli, gli spigoli chiusi, i piani inclinati della fodrina ecc. Con l’ausilio di un buon aspiratore si limita enormemente la dispersione della polvere nell’ambiente di lavoro.
La lama di precisione ha la peculiarità di poter lavorare a filo di superfici limitrofe e di essere estremamente sottile. Ciò risulta molto utile in tantissimi frangenti in cui sia necessario tagliare un elemento già applicato stabilmente nella sua sede definiva, e già rifinito di tutto punto, quindi da non rovinare. La possibilità sull’utensile multifunzione BLACK+DECKERMT300KA di montare la lama anche a 90° (o altra angolazione intermedia) facilita ulteriormente il lavoro. Per la troncatura di tubi, listelli e altri elementi di varia sezione si utilizza la lama semicircolare segmentata. La sua estensione permette anche di affrontare tagli in lunghezza su pannelli e listoni di parquet concedendo molto controllo nel mantenere la lama sulla linea guida tracciata, mentre si procede. Anche in questo caso, la lama sottile e tagliente aiuta molto nell’ottenimento di tagli precisi, con lembi puliti e senza sbavature.
Anche per lame e accessori non originali
In testa, l’attacco Superlok™ ha una conformazione tale da permettere, mediante l’applicazione di due piccoli accessori, inclusi nella confezione dell’utensile multifunzione BLACK+DECKER MT300KA, di montare lame e altri accessori non originali, che abbiano quanto meno il classico foro centrale.
Lo speciale anello si adatta alla forma non circolare dell’attacco di testa, così fatto per ricevere alcuni particolari tipi di lama; l’anello serve per aumentare la superficie d’appoggio, utile, invece, per le normali lame con il foro rotondo da 10 mm di diametro.
Si posiziona la lama e si inserisce la vite con testa a brugola, in dotazione, che porta una rondella di contenimento spessa e larga, fatta così appositamente per impedire alla lama di scivolare lateralmente, una volta serrata la vite.
Per il serraggio si usa la chi
ave a brugola in dotazione. Il fatto che con questo sistema l’accessorio non goda di rilievi specifici per rimanere immobilizzato, ma debba affidarsi soltanto al serraggio della vite a brugola, porta con sé il vantaggio di poter impostare l’inclinazione laterale, dell’accessorio stesso, più consona al lavoro che ci si appresta a eseguire.
Levigatrice a delta con aspirazione
Caldamente consigliata, se è necessario sporcare il meno possibile, è l’applicazione alla piastra di levigatura del suo raccordo per il collegamento a un aspiratore esterno. La piastra ha una specie di intercapedine con sbocco posteriore atto a ricevere un tubo di gomma (in dotazione), da inserire e bloccare a mano con il suo collare.
La piastra di levigatura ha lo stesso sistema di fissaggio degli altri accessori, quindi si monta e si smonta in pochi secondi, mediante l’attacco Superlok™.
In dotazione con l’elettroutensile c’è una campionatura di dischi abrasivi per la piastra di levigatura: due a grana 60, due a grana 80 e due a grana 120. L’adesione alla suola è affidata al velcro.
Il tubo-raccordo di aspirazione ha una lunghezza di circa 40 cm e termina con una riduzione per tubi flessibili da aspiratore con diametro 34 mm. Ottima la comodità fornita dagli aspiratori con attacco elettrico per macchine utensili: all’avvio della macchina si attiva automaticamente l’aspiratore e allo stesso modo si disattiva quando la macchina viene spenta.
Fin dal 1980 Valex é un punto di riferimento per i professionisti e le imprese, per gli appassionati del fai da te, del giardinaggio e delle più diverse attività legate al tempo libero
Una lunga esperienza nella produzione industriale, nella scelta-selezione-controllo della produzione internazionale e nella distribuzione. Un presente ricco di successi, solidità e dinamismo, un domani già scritto nel segno della certezza e del continuo sviluppo.
Valex Produce prodotti per professionisti, fai date, giardinaggio. I prodotti sono funzionali, pratici e sicuri e sono controllati in Italia. Sono distribuiti nelle ferramenta, centri bricolage e garden center.
Claber è un’azienda italiana di riferimento nel mondo dell’irrigazione per il giardino, l’orto, il terrazzo e il balcone, con sistemi all’avanguardia nell’innovazione, nella facilità d’utilizzo e nell’eco-sostenibilità
La filosofia Claber è rendere accessibile a tutti la scienza dell’irrigazione, esplorando le nuove frontiere della tecnologia, del design e della qualità. I prodotti Claber rappresentano la gamma di soluzioni più completa e versatile, per garantire ad ogni pianta la giusta irrigazione, nell’orario migliore e senza sprecare una risorsa indispensabile alla vita dell’intero pianeta: l’acqua.
La qualità prima di tutto
Fondata nel 1969, Claber è stata la prima azienda italiana del settore ad avere ottenuto la Certificazione UNI EN ISO 9001. Questo significa che l’intero sistema aziendale, dalla selezione delle materie prime alla progettazione, dalla produzione ai servizi, soddisfa dei criteri di qualità rigorosamente definiti e controllati. I prodotti Claber durano di più, hanno performance migliori, sono più versatili e facili da usare, sono realizzati con materiali riciclabili e rispettosi dell’ambiente e permettono di risparmiare acqua preziosa. Inoltre Claber è sempre a disposizione di tutti gli appassionati di giardinaggio e orticoltura, con i suoi servizi di progettazione e assistenza tecnica. Questa è la Qualità Totale Claber: qualità dell’irrigazione, qualità della vita.
La Scuola dell’Acqua
Claber ha creato una realtà unica a livello mondiale: La Scuola dell’Acqua. Un centro di ricerca e formazione, ma anche una centrale per la produzione di energia rinnovabile, un presidio per la tutela dell’ambiente naturale, un luogo di incontro per l’azienda, gli specialisti del settore, il mondo della ricerca scientifica e le nuove generazioni. Claber crede che un’azienda veramente moderna e responsabile, deve avere la volontà e gli strumenti per incidere positivamente sull’ambiente e sulla società La Scuola dell’Acqua nasce per contribuire ad una nuova cultura dell’acqua e dell’irrigazione: sempre più rispettosa dell’ambiente e più funzionale alle esigenze delle piante e delle persone.
Forme, misure e utilizzo dei giunti lamello, fondamentale sistema di fissaggio del legno
Nell’ormai lontano 1945 un falegname svizzero, Hermann Steiner, apre una sua bottega a Liestal, non lontano da Basilea. Dieci anni dopo, dovendo lavorare su pannelli di spessore limitato cerca un sistema di unione che sia pratico come la spinatura, ma funzioni anche su spessori inferiori ai 10 mm ed inventa il lamello, detto giunto lamello o biscotto falegname . Dal 1956 al 1968 il sistema richiede una scanalatrice fissa, tipo toupie ma nell’anno in cui gli studenti d’Europa sciamano per le strade invocando la fantasia al potere, il nostro Hermann inventa la fresatrice portatile che mette il sistema lamello alla portata di tutti. Oggi i tasselli piatti lamello si trovano in ogni negozio per chi fa da sé e vengono usati con la massima soddisfazione da professionisti e non.
Il primo lamello era lungo 56, largo 23 e spesso 4 mm e fu siglato come n°20. Negli anni, per adattarsi a nuove esigenze nacquero il n°10 di 53x19x4 mm, il n° 0 di 47x15x4 mm e, per spessori minimi o per giunzioni soggette a sforzi gravosi, l’H9 di 38x12x3 mm (ci vuole una fresa particolare) e l’S6 di 85x30x4 mm. A questi di base (1), si sono via via aggiunti il Simplex (2) in alluminio per unioni smontabili, il C20 (3) in polipropilene per pannelli di plastica, il K20 (4) di plastica autobloccante, con nervature che evitano l’uso della colla dove sarebbe difficile mettere in pressa i pezzi.
Che cos’è il lamello
Il tassello piatto è, in sostanza, una pratica evoluzione della linguetta riportata, già usata da Egiziani e Romani. Si tratta di piastrine di legno di faggio pressato, esattamente calibrate per entrare di misura in scanalature aperte da una fresa circolare di 100 mm di diametro e 4 di spessore. Sotto l’azione dell’acqua contenuta nella colla, il legno si gonfia aderendo strettamente alle pareti della scanalatura e garantendo un’ottima tenuta. Il lamello, nato per essere impiegato nei pannelli di truciolare e simile, si è dimostrato vincente anche nei multistrati, nel legno pieno e in molti materiali sintetici. La sua resistenza alla rottura è pari a quella di una spina Ø 8 mm e l’assai maggior superficie di contatto su cui agisce la colla rende la piastrina praticamente un tutto unico col legno in cui è inserita.
I vantaggi del lamello
Il limitato spessore dei tasselli piatti ed il loro sistema di montaggio permettono di inserirli anche in pannelli di soli 8 mm di spessore senza pericolo di indebolire il materiale come avverrebbe con le spine anche perché lo sforzo è ripartito su una superficie assai maggiore. Con i tasselli piatti, usati solo per unioni non in vista, non occorrono né guide né maschere di foratura: l’uso dell’intestatrice (ci vuole ed è l’unico svantaggio del sistema) fa sì che a garantire la perfezione dei giunti bastino solo una squadra ed una matita con cui segnare sui due pezzi interessati la linea di riferimento sulla quale guidare la freccia o la tacca che segna il centro della fresatura.
Unire finemente il legno
Chi è abituato a realizzare unioni nascoste a spinatura cieca, con tutto il relativo corredo di misurazioni, marcatori, guide e via discorrendo, quando passa all’uso dei tasselli piatti rimane sconcertato e perfino un po’ seccato per la facilità con cui in un decimo del tempo che gli sarebbe occorso col sistema precedente riesce ad ottenere unioni a T, ad L ed a filo piano. Le giunzioni, se proprio non ha lavorato alla carlona, riescono subito perfette, senza i purtroppo spesso necessari aggiustamenti legati all’uso amatoriale delle spine. Qui bastano squadra, matita, un minimo di attenzione e mezz’ora di pratica su pezzi di scarto per farsi la mano ed il gioco riesce al primo colpo (o almeno al secondo).
Macchine e accessori per lamello – Aggiuntivo per smerigliatrice
Ottimo aggiuntivo per trasformare la smerigliatrice in intestatrice è questo della Wolfcraft (meglio però cambiare la fresa in HSS con una in HM), che permette di scanalare a 90° ed a 45°. Il montaggio richiede una o due chiavi e garantisce uno stabile e preciso accoppiamento. Dalla suola sporge all’ indietro il pomello che permette di regolare l’affondamento della fresa per i tre lamelli di base.
Intestatrice professionale per unioni a lamello
Per poter usare i tasselli piatti occorre l’apposita fresatrice prodotta dalle maggiori case del ramo. Le macchine professionali, studiate nei minimi particolari e destinate ad un uso intensivo e gravoso, sono piuttosto costose, ma di grande precisione e, come più volte ripetuto in altre occasioni, è proprio la precisione a far lievitare i costi. L’artigiano ne ammortizza il prezzo includendolo, giustamente, nella mano d’opera addebitata al cliente; chi fa da sé può ammortizzarlo solo se intende costruirsi un intero arredamento. A chi vuole godere dei vantaggi del sistema lamello senza sobbarcarsi a spese troppo gravose, il mercato offre degli aggiuntivi per le smerigliatrici angolari da 115 mm, uniche altre macchine in grado di sviluppare la velocità necessaria al lavoro.
La velocissima lama sporge dalla suola della macchina solo durante il lavoro, quando si spinge avanti la testa motrice sulla slitta (nella foto in alto è mostrata sporgente solo a scopo illustrativo) per cui è praticamente impossibile farsi male. A tergo della carrozzeria, come nell’aggiuntivo, c’è (1) il regolatore di affondamento tarato sulle misure dei tre tasselli di base e per l’intestatura. La squadra mobile (2) che regola la distanza tra la lama e la superficie dei pezzi lavorati, presente anche nell’aggiuntivo, qui è dotata di una scala millimetrica che ne permette l’aggiustamento con estrema precisione. Evidenti e precise tacche o frecce di riferimento alle marcature di partenza facilitano le operazioni.
contiene leganti, resine alchidiche e pigmenti di alta qualità
lunghissima durata nel tempo
resistente alle intemperie e raggi UV
protegge contro azzurramento e muffe
superficie compatta
adesione eccellente fra le mani
impedisce la sfaldatura e la screpolatura
tixotropico, non gocciola e non schizza
non lascia segni di ripresa, distensione ottima
applicazione facilissima
non cola sulla testa verniciando superficie in alto
alto secco prodotto 40-45% a seconda della tinta
prodotto multiuso e universale
regolazione dell’umidità
prodotto ideale per restaurare e rinnovare legni verniciati
se si applica prima il GORI 88 SABBIA COPRENTE i legni vecchi e scuri diventano come nuovigrazie al sistema di velatura
su legni teneri si consiglia il fondo preventivo GORI 22 o GORI 11
tinteggiabile in colori personalizzati e colori RAL o NCS
una volta essiccato è inodore
eccellente resa: una mano corrisponde a due mani di un impregnante liquido !
Come Utilizzare Gori 88
Applicazione:
a pennello, spruzzo o macchina d’applicazione.
Informazione per chi lavora per la prima volta con un prodotto a gel: La gelatina del prodotto si distribuisce subito facilmente pennellando e secondo la tinta è più o mena corposa. Questo dipende anche dalla temperatura: con il caldo il prodotto è più liquido, con il freddo più denso. Mescolando forte il prodotto, la gelatina può scomparire, per poi ritornare all’aspetto originale.
Su legni di conifera si consiglia il fondo preventivo e curativo GORI 22 o GORI 11
Tempo d’essiccazione:
maneggiabile: dopo circa 4 ore
riverniciabile: dopo circa 8-10 ore
PER INFORMAZIONI Koppa srl
Via Innsbruck 29D
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I cacciaviti vengono utilizzati molto spesso: è bene conoscerli a fondo
Tra tutti gli attrezzi manuali, i cacciaviti sono quelli che stanno conoscendo la più importante evoluzione. Pensare ad un cacciavite come ad un’ impugnatura collegata ad un’asta che termina con una punta è estremamente riduttivo. Cominciamo dalla punta: vi siete accorti che, pian piano, stanno sparendo le viti con intaglio diritto? Tutto a causa dell’avvento degli avvitatori elettrici la cui punta, azionata rapidamente dal motore, sfugge dalla testa della vite se questa è ad intaglio diritto, mentre vi rimane ben salda se ha intaglio a croce. Lo stesso vale per i cacciaviti manuali.
Impugnature dei cacciaviti Le impugnature sono diventate in materiale morbido che accompagnano dolcemente la mano. Gli steli sono in acciaio di alta qualità e le punte (piatte o a croce) sono in materiale extra duro. Naturalmente stiamo parlando di cacciaviti di qualità e non di quelli da bancarella che, lo ricordiamo, sono pericolosi e durano lo spazio di poche avvitature. In casa dobbiamo avere una piccola dotazione di almeno tre cacciaviti con punta piatta e tre con punta a croce di dimensioni differenti. Un cacciavite medio con stelo da 15 cm non deve costare meno di 5 euro: in caso contrario c’è da insospettirsi della sua qualità e funzionalità.
Cacciaviti – Tipi diversi
L’impugnatura è un elemento fondamentale del cacciavite in quanto influisce sulla praticità d’uso dell’utensile. Nella foto sono visibili: impugnatura a T, tradizionale cilindrica, quadrata per presa migliorata e morbida ergonomica.
I cacciaviti per uso elettrico o elettronico presentano un manico isolato molto allungato rispetto allo stelo metallico, per ridurre i rischi di contatti.
Il tradizionale manico in legno cede il passo alle materie plastiche modellate secondo la forma della mano o zigrinate per migliorare la presa. I cacciaviti di alta qualità sono dotati di impugnature “morbide” che hanno particolare rispetto delle mani e delle dita.
Una corona esagonale posta alla base dello stelo serve da presa per una chiave a forchetta e consente di esercitare sull’utensile una grande forza di torsione, utile per avviare una difficile svitatura.
Cacciaviti – Punta a croce Phillips o Pozidrive?
Noi li chiamiamo cacciaviti con punta a croce ma, tecnicamente, essi si dividono in due famiglie: i Phillips e i Pozi-drive. I primi hanno le alette della punta leggermente coniche. I secondi hanno le alette piatte e presentano un’unghiatura che ne facilita il centraggio sulla testa della vite. I due tipi andrebbero utilizzati sulle viti con intaglio relativo ma possono essere intercambiabili anche se l’avvitatura (o la svitatura) risultasse un po’ meno agevole. Entrambi, però, non sfuggono dalla testa della vite durante l’azione.
Cacciaviti – Gli inserti
Per avere a disposizione punte di misure diverse senza doversi dotare del relativo cacciavite sono stati inventati i “bit” (o “inserti”): corte punte con attacco esagonale che possono essere inserite nei mandrini degli avvitatori e negli apposti cacciaviti universali dotati di stelo con incavo portainserti. In genere i bit sono magnetizzati per facilitare il contatto con la vite (1). La sostituzione nel portainserti dell’avvitatore è molto semplice basta avvitare il mandrino (2). Gli inserti corti si usano col portainserti manuale o con le chiavi a cricchetto, quelli a doppia punta solo con gli avvitatori a mandrino (3).
Le dotazioni
Tutte le case produttrici offrono gli inserti anche in serie che comprendono punte di diverso genere e una prolunga magnetica che permette di usate i bit corti con gli avvitatori. Gli assortimenti di inserti (1,2) sono molto comodi come dotazione iniziale. Molto pratico si rivela anche il cacciavite con portainserti che ha nella impugnatura un piccolo magazzino di bit che permette di passare rapidamente da un tipo di vite a un altro (3).
Con un totale di 24 pietre intercambiabili di diverse dimensioni e forme, c'è sicuramente il giusto accessorio per il vostro .
Manico robusto per una presa salda, la pratica custodia in pelle per riporla è comoda da tenere in mano
Per tutti i minori in casa, PC, notebook ed elettronica: essenziale per lavori meccanici fini su dispositivi elettronici, ad es. iPod, iPhone, telefoni cellulari, fotocamere, anche per occhiali, orologi, giocattoli, ellery, ecc.
Kit professionale e multifunzione di cacciaviti, di elevata qualità.
Strumenti di riparazione di precisione, saranno necessari e pratici per le vostre riparazioni quotidiane.
Con scatola in plastica, maneggevole e pratica per lo stoccaggio e il trasporto.
Materiale:Acciaio S2, super solido e di alta qualità.Test di durezza HRC58062.
Adatto per diversi prodotti elettronici: iPhone 7, 7 plus, smartphone e computer portatili, MacBook, orologi, hard driver, Xbox, TV, climatizzatori, occhiali, registratori video, Raspberry ecc.
5 giraviti a taglio, 5 giraviti Phillips, 3 giraviti Torx, 7 giraviti di precisione taglio, Phillips e Tors; 1 giravite porta inserti, 20 inserti standard, Phillips, Torx e quadro, 1 magnetizzatoresmagnetizzatore, 1 borsa in nylon per il trasporto
In alternativa al solito ombrellone costruiamo una tenda da sole a scomparsa molto più solida per dare ombra all’angolo relax
L’idea di base dalla quale siamo partiti per questa realizzazione è la costruzione di una tenda da sole a scomparsa fai da te molto più robusta di un ombrellone. L’area non viene occupata in pianta stabile e con poche operazioni può ritornare a essere prato.
Quando non c’è bisogno di ombra si tolgono le due traverse laterali allentando i dadi a farfalla. La tenda ricade in verticale occupando poco posto e offrendo meno superficie all’azione degli agenti atmosferici (1). Il telo può essere rapidamente arrotolato attorno alle barre tonde in previsione di giornate ventose o per il periodo invernale. Con qualche spago si tiene unito l’involto che resta saldamente incastrato nella scanalatura dei montanti (2).
Cosa serve per costruire una tenda da sole a scomparsa fai da te:
Travetti 95×45 mm: 2 pezzi (A) da 2800 mm
Tavole 19×70 mm: 4 pezzi (B) da 1270 mm, 2 (C) da 400 mm
Listelli 19×45 mm: 4 pezzi (D) da 400 mm.
Aste tonde Ø 35 mm: 3 pezzi (E) da 2850 mm
Telo polietilene leggero: 1 pezzo (F) da 3000×3000 mm
Tubi di cemento Ø interno 100 mm: 2 pezzi (G)
Ferramenta: 2 viti M10x100 mm, 2 dadi a farfalla M10, 2 rondelle 10 mm, viti da legno 4,0×40 mm, vernice bianca e nera, graffette
Struttura Smontabile Per rendere smontabile la tenda da sole a scomparsa fai da te, i due pali che sostengono il padiglione sono inseriti in due tubi di cemento interrati al di sotto del livello del prato per non essere d’intralcio quando la tettoia è smontata. Durante l’inverno è consigliabile coprire i tubi con un coperchio per mantenere sempre puliti i fori. Sono adatti anche tubi in acciaio o plastica, la cosa importante è che il diametro interno sia approssimativamente uguale alla diagonale dei pali. Il bloccaggio è affidato a semplici, ma efficaci, cunei di legno inseriti tra tubo e palo, adottati sempre per facilitare lo smontaggio.
Come sagomare le estremità dei montanti
Prepariamo la sede per la barra del colmo all’estremità delle due tavole che usiamo come pali: centriamo il foro a 50 mm dal bordo e tracciamo un semicerchio di circa 100 mm di diametro. Poi pratichiamo il foro con una mecchia da 35 mm usando un trapano a colonna a bassa velocità. Per evitare di strappare le fibre all’uscita mettiamo sotto la tavola un pezzo di scarto.[/box]
[box type=”shadow” align=”” class=”” width=””][dropcap]2[/dropcap] Con il seghetto alternativo uniamo il foro all’esterno con un paio di tagli paralleli di una larghezza pari a 35 mm e arrotondiamo il bordo seguendo la traccia a semicerchio. Infine levighiamo con carta abrasiva tutti gli spigoli per eliminare le asperità. [/box]
[box type=”shadow” align=”” class=”” width=””][dropcap]3[/dropcap] La sede è abbastanza ampia per ospitare due delle tre barre che sostengono il telone quando si desidera richiudere la tenda da sole a scomparsa. La terza, durante l’arrotolamento del telo, si stringe alle altre e si assicura con qualche cordicella affinché non venga gonfiata dal vento.[/box]
Come realizzare lo snodo dei due spioventi
[box type=”shadow” align=”” class=”” width=””][dropcap]1[/dropcap] Le traverse che sostengono le estremità delle barre tonde in realtà non sono due pezzi unici, ma sono divisi ciascuno in due parti. L’unione, in corrispondenza del palo centrale, è irrobustita da una guida formata dalle tavolette C e D a loro volta fissate con numerose viti 4,0×40 mm su una sola delle traverse. [/box]
[box type=”shadow” align=”” class=”” width=””][dropcap]2[/dropcap] Si fissano anche i due listelli laterali D su ciacuna tavoletta lasciandoli sporgere di qualche millimetro oltre lo spessore della traversa in modo da ottenere una guida sufficientemente ampia per poter inserire l’altro senza intoppi. [/box]
[box type=”shadow” align=”” class=”” width=””][dropcap]3[/dropcap] Dopo aver praticato al centro della tavoletta che fa da guida un foro da 11 mm si deve cercare l’esatta posizione per forare il palo centrale. Questa operazione si compie a tenda montata: molto semplicemente si rilasciano i morsetti che sostengono le traverse e si mette in tensione il telone, poi si pratica un foro sul palo verticale in corrispondenza di quello presente sulla tavoletta della traversa. Infine si bloccano insieme i due pezzi con una vite e un dado a farfalla M10. [/box]
Come montare la struttura della Tenda da sole a scomparsa
[box type=”shadow” align=”” class=”” width=””][dropcap]1[/dropcap]Al termine della preparazione preliminare si verniciano tutte le parti del padiglione con impregnante e pittura bianca opaca a eccezione delle barre che reggono la tenda, colorate di nero. [/box]
[box type=”shadow” align=”” class=”” width=””][dropcap]2[/dropcap]Dopo aver individuato la posizione nella quale montare la struttura, si piantano due pioli a una distanza di 275 cm. [/box]
[box type=”shadow” align=”” class=”” width=””][dropcap]3[/dropcap]In corrispondenza dei pioli si praticano due fori nel terreno con una trivella a mano fino a una profondità di 50 cm. [/box]
[box type=”shadow” align=”” class=”” width=””][dropcap]4[/dropcap]Nel foro si inserisce un tubo in cemento con diametro interno di almeno 95 mm, battendolo con un pezzo di legnb finché l’imboccatura non scende al di sotto del livello del prato. [/box]
[box type=”shadow” align=”” class=”” width=””][dropcap]5[/dropcap]Sul fondo del foro si pone una grossa pietra o del cemento in modo da offrire un punto di appoggio solido, poi si inserisce il palo verticale, arrotondandone gli spigoli se la misura eccedesse leggermente rispetto a quella del tubo di cemento [/box]
[box type=”shadow” align=”” class=”” width=””][dropcap]6[/dropcap]Usando un paio di cunei di legno, si puntella il palo controllando la verticalità con una livella o un filo a piombo sui due lati. [/box]
[box type=”shadow” align=”” class=”” width=””][dropcap]7[/dropcap]Con una lunga tavola e la bolla si controlla l’altezza del secondo palo, tagliando via qualche centimetro dalla base o aggiungendo uno spessore fino al giusto livellamento. [/box]
Tettoia con telo in polietilene
La tettoia è coperta con un telo in tessuto di polietilene, molto robusto ed economico che non si sfrangia facilmente dopo il taglio; è comunque consigliabile eseguire i tagli e le asole con un saldatore per elettronica che fonde i margini del taglio ed è rapido quanto le forbici. L’asolatura attraverso cui passano le aste permette di evitare cuciture e occhielli; per mantenere teso il telo bastano solo poche graffette.
Come montare il telone della tenda da sole a scomparsa
[box type=”shadow” align=”” class=”” width=””][dropcap]1[/dropcap] Le misure del telone tengono conto della massima larghezza tra i pali e anche della lunghezza della frangia che ricade in verticale. Le misure corrispondono ai tagli da realizzare per il passaggio delle aste di sostegno. [/box]
[box type=”shadow” align=”” class=”” width=””][dropcap]2[/dropcap] La copertura è affidata a un economico, ma robusto, telone di polietilene tessuto del costo inferiore ai 10 euro. Non è necessario cucire orli o asole dato che il passaggio delle aste avviene attraverso tagli fatti nella tela. [/box]
[box type=”shadow” align=”” class=”” width=””][dropcap]3[/dropcap] 3. Per avere un riferimento preciso per i tagli, si tracciano sul telo, con un pennarello, la linea mediana (il colmo) e due linee a 150 mm dai bordi per tutta la larghezza del telo. [/box]
[box type=”shadow” align=”” class=”” width=””][dropcap]4[/dropcap] Si tracciano i segni distanti 100 mm su una tavola larga 5 cm che servono da riferimento per la successiva apertura delle asole. [/box]
[box type=”shadow” align=”” class=”” width=””][dropcap]5[/dropcap] Si tende il telone con la mezzeria disposta sulla trave. I segni tracciati sul legno restano visibili attraverso il telo. Con un saldatore per elettronica si pratica un taglio lungo 5 cm per ogni segno: il calore fonde la plastica sigillando le singole fibre che altrimenti rischierebbero di sciogliersi sfilacciando il tessuto. [/box]
[box type=”shadow” align=”” class=”” width=””][dropcap]6[/dropcap] Quando i tagli lungo le tre linee sono pronti si inseriscono le barre alternativamente sopra e sotto il telo e poi si sistema la copertura nei fori da 35 mm praticati alle estremità delle traverse. [/box]
Installazione definitiva
[box type=”shadow” align=”” class=”” width=””][dropcap]1[/dropcap] Anche sul secondo palo si esegue la messa a piombo con l’inserimento di due cunei di legno nel tubo per bloccare ogni oscillazione del padiglione. Non bisogna riempire le cavità per mantenere sempre smontabile la struttura. [/box]
[box type=”shadow” align=”” class=”” width=””][dropcap]2[/dropcap] Con l’aiuto di una scaletta si alloggia l’asta centrale nell’incavo dei pali lasciando ricadere le altre due in verticale. [/box]
[box type=”shadow” align=”” class=”” width=””][dropcap]3[/dropcap] Le traverse a cui è affidato il compito di sostenere la tenda si montano provvisoriamente con morsetti a leva a circa una ventina di centimetri al di sotto del colmo. Importante la centratura del blocchetto della guida sul palo. [/box]
[box type=”shadow” align=”” class=”” width=””][dropcap]4[/dropcap] Per sistemare il telo nella posizione definitiva si fa scorrere un’estremità dell’asta in uno dei fori delle traverse fino ad avere lo spazio per inserirla anche nell’altro. Poi si distende il telo eliminando le pieghe e centrando l’asta tra i supporti. [/box]
[box type=”shadow” align=”” class=”” width=””][dropcap]5[/dropcap]Dato che non ci sono elementi che impediscano lo sfilamento, si blocca il telone sulle aste con una graffatrice lasciando all’esterno un piccolo spazio non fissato per facilitare l’estrazione delle aste. [/box]
[box type=”shadow” align=”” class=”” width=””][dropcap]6[/dropcap] Si tagliano le parti sporgenti delle aste a circa 2 cm dalle traverse controllando che non si sfilino facilmente. [/box]
[box type=”shadow” align=”” class=”” width=””][dropcap]7[/dropcap] La struttura è terminata e mancano soltanto alcune pennellate di colore sui tagli e sulle abrasioni della vernice. [/box]
Secondo noi si usa anche così…
[box type=”shadow” align=”” class=”” width=””][dropcap]8[/dropcap] Con una falda rilasciata, l’altra rimane comunque in tensione permettendo di godere l’ombra anche durante le giornate ventose.[/box]