Home Blog Page 222

Divano di pneumatici

Come riutilizzare creativamente vecchie gomme e farne un divano di pneumatici

Che fare dei pneumatici quando arriva il momento di sostituirli? Buttarli? No di certo! Pensiamo invece a riciclare pneumatici per un recupero veramente originale, quasi di design, ovver un divano di pneumatici! La struttura è costituita da pannelli di multistrato. Un pannello è posto in orizzontale per sorreggere la seduta; l’altro, quasi in verticale, costituisce lo schienale. Sotto il pannello orizzontale fissiamo quattro ruote piroettanti. I pneumatici sono fissati ai pannelli con viti autofilettanti e grosse rondelle. I pneumatici sono dipinti con smalti acrilici e sono infine completati da sedute morbide formate da dischi in truciolare e gommapiuma rivestita di tessuto.

riciclare pneumatici

 

  • Per la realizzazione servono quattro pneumatici di recupero che laviamo accuratamente prima di trattarli con il colore acrilico.
  • Dopo aver realizzato le sagome principali con i pannelli di multistrato, tagliamo quattro pannelli circolari che posizioniamo sui pneumatici, per creare le sedute e i poggiaschiena. Foderiamo con gommapiuma spessa circa 10 cm.
  • Aggiungiamo un ulteriore rivestimento con stoffa di raso nera. Per il fissaggio utilizziamo la graffatrice.
  • La sagoma che costituisce la seduta del divano è rinforzata nella parte sottostante con quattro listelli. Su di essi fissiamo le ruote piroettanti.

divano pneumatici 3

 

L’autore di questa realizzazione è Gianluca Paradiso di Foggia.

Ripartire dal saper fare

Editoriale tratto da Far da sé n.452 di Luglio 2015

Autore: Nicla de Carolis

«Il modello della nostra dignità professionale rimane pur sempre Efesto lo Zoppo (dio greco degli artigiani, Vulcano per gli antichi Romani), orgoglioso del proprio lavoro se non della propria persona». «Ci salveranno il saper fare e la conoscenza diffusa». Così dice il noto professore Richard Sennett, autore del libro L’uomo artigiano (Feltrinelli, euro 25,00). «Trascorrere più tempo con le persone che sanno fare le cose e meno ad ascoltare i discorsi dei manager» e aggiungerei dei politici di oggi che, pur non essendo intellettuali, anzi, a volte veramente ignoranti, hanno in comune con questa categoria il “vezzo” di essere lontani anni luce da qualsisi attività che preveda il coordinare pensiero, creatività e attività manuale. Persone dalle cui parole, e ancor più dai fatti, si evince che vivono fuori da qualsiasi realtà, salvo rare eccezioni. Un discorso molto condivisibile quello di Sennett per noi che amiamo fare e rimaniamo affascinati e desiderosi di sapere come si fa per poi comunicarlo a quanti ci seguono. Già dal numero scorso, con l’articolo sulla curvatura del legno e la produzione dei mobili Thonet, abbiamo introdotto in FAR DA Sé lavorazioni speciali per la realizzazione di oggetti che rappresentano l’eccellenza in fatto di bellezza fatta a mano. Da pagina 6 di questo numero pubblichiamo lo spettacolare servizio sulla paziente fabbricazione artigianale, eseguita secondo una tecnica antica, delle formelle di graniglia con le loro decorazioni colorate, vere opere d’arte con cui realizzare un pavimento che rimarrà ai posteri… Ma la curiosità non si ferma alla riscoperta delle ricercate tecniche della nostra tradizione; siamo andati a esplorare anche il mondo degli artigiani digitali, o makers che dir si voglia. Persone preparatissime che riescono a coniugare una buona conoscenza di programmi per disegnare al computer con una certa manualità e riescono a creare mobili in legno incredibili (guardate la libreria da pag. 44, è un vero rompicapo…). Saper fare bene le cose per il proprio piacere: una regola di vita semplice e rigorosa che ha consentito lo sviluppo di tecniche raffinatissime e la nascita della conoscenza scientifica moderna. Ma non è il solo lavoro manuale a giovarsi della sinergia tra teoria e pratica. «Perché chi sa governare se stesso e dosare autonomia e rispetto delle regole» sostiene Sennett «non solo saprà costruire un meraviglioso violino, un orologio dal meccanismo perfetto o un ponte capace di sfidare i millenni, ma sarà anche un cittadino giusto». Parole perfette e concrete che indicano la via percorribile che da oltre 40 anni sosteniamo: chi ci conosce da poco può scaricare gratuitamente il libro Pensiero Far da Sé (dal nostro sito www.edibrico.it o dal QR Code qui sotto), dove questi concetti vengono fuori in maniera assolutamente anticipatrice.

Costruire un tavolino con pneumatici

Possiamo riciclare i vecchi pneumatici usati dell’auto con un’idea creativa facile per realizzare un tavolino da caffé

Costruiamo un tavolino con pneumatici con pochi e semolici materiali: due pneumatici di recupero consumati in modo uniforme, uno specchio tondo, nastro biadesivo, un ampio telo protettivo, una bomboletta di fondo ed una di colore a nostra scelta. In questo caso abbiamo scelto un bel rosso brillante che si adattava bene al nostro arredamento.
Con il telo si assicura una protezione adeguata mentre si colorano a  spruzzo le gomme.
La mano di fondo serve per ottenere una tinta finale più uniforme. Il nastro biadesivo immobilizza lo specchio.

Tavolino con pneumatici fai da te

verniciare pneumatici
Pochi semplici passaggi per realizzare un simpatico tavolino per il nostro salotto

 

  1. Alle gomme ben pulite si applica una mano di fondo.
  2. Si colora con tinta spray acrilica.
  3. Si mettono quattro pezzi di biadesivo.
  4. Si posiziona lo specchio.

Ti è piaciuta questa idea? Ne trovi altre nel libro Oggetti belli riciclando

Come riciclare pneumatici

Riciclare pneumatici? Ecco cosa possiamo farne di due usati, un originale complemento d’arredo, un pouf decisamente avveniristico

PARTIAMO…

  1. Costruiamo prima il top del pouf: posizioniamo il disco di MDF  (Medium Density Fibreboard o pannello di fibra a media densità), che possiamo tagliare noi stessi o farci tagliare in un centro bricolage, al centro del foglio di gommapiuma spessa circa 50 mm e segniamo con precisione il contorno con il pennarello.
  2. Tagliamo con le forbici la gommapiuma seguendo il segno tracciato con il pennarello, cercando di eseguire un taglio il più preciso possibile.
  3. Con le forbici pratichiamo un taglio inclinato regolare lungo il contorno del cerchio di gommapiuma, per arrotondare il bordo del cuscino.
  4. Collochiamo adesso il disco di MDF sul tessuto e ritagliamo un cerchio più grande, lasciando una decina di centimetri tutto attorno al disco.

FODERIAMO IL SEDILE

  1. Appoggiamo il cuscino di gommapiuma sul disco di MDF e capovolgiamoli al centro del tessuto.
  2. Ripieghiamo il tessuto sul disco e fissiamolo con la graffatrice.

COLORIAMO LA BASE

  1. Spruzziamo sulle gomme il primer trasparente per plastica, tenendo la bomboletta a circa 30 cm di distanza e proteggendo il pavimento con un giornale. I primer aggrappanti sono prodotti utilizzati come base su superfici non porose come la plastica.Quando le gomme sono asciutte, spruzziamo uno strato di vernice al solvente metallizzata nera per ottenere un colore di fondo uniforme.
  2. Rifiniamo le gomme verniciando con il colore argento: utilizziamo un piccolo rullo sintetico ben sgocciolato. Il rullino deve essere quasi asciutto per mettere in evidenza il disegno del battistrada. Sovrapponiamo le due gomme e posizioniamo su di esse il cuscino: possiamo accomodarci! Bastano pochi utensili: forbici e graffatrice (ne troviamo diverse in qualunque centro bricolage) e pochi materiali (stoffa, gommapiuma, colori acrilici).

Porte scorrevoli a scomparsa – Come si montano

Ecco come procedere per montare le porte scorrevoli a scomparsa

Dove la sua installazione non è stata prevista in fase progettuale, c’è chi pensa ancora che montare porte scorrevoli a scomparsa a posteriori non sia possibile o che richieda particolari opere; in realtà, l’unico fattore che può impedire o rendere difficoltosa la trasformazione è un muro portante, in quanto per far sparire la porta dentro la muratura bisogna prima sfondare la struttura muraria per sostituirla con un cassonetto internamente vuoto.
Se il muro non ha soltanto la funzione di separare gli ambienti, ma ha anche quella di sostegno strutturale, bisogna sostituire l’architrave e puntellare l’apertura durante i lavori.
Il montaggio del cassonetto, sottile ma molto robusto, non richiede manodopera specializzata: basta, come ogni fai da te sa fare, essere in grado di mettere dei tasselli ad espansione e di stendere un po’ di intonaco, oppure raccordare pannelli di cartongesso con la restante muratura. Le dimensioni del cassonetto devono essere commisurate alla porta a scomparsa che si vuole montare: vi sono delle misure standard, ma è possibile avere su richiesta controtelai di dimensioni maggiori sia come altezza sia come luce.
Appoggiato il controtelaio sul pavimento se ne controlla l’allineamento a piombo ed in piano; se vi sono discrepanze è meglio dare preminenza al piano interponendo piccoli spessori.
Prima di fissarlo bisogna incastrarvi il traverso con il binario di scorrimento da congiungere al montante opposto, tenendo il tutto fermo con i distanziatori forniti nel kit acquistato nel centro bricolage.
Si procede intonacando il controtelaio e successivamente al montaggio della porta, che potrebbe essere quella preesistente modificata in maniera opportuna.
Tuttavia, spesso si fa meno fatica a costruirne una nuova, leggera ed essenziale, piuttosto che montare una porta scorevole a lavori di ristrutturazione fini, in quanto si tratta di preparare un telaio di listelli con un paio di rinforzi trasversali, rivestirlo sulle due facce con fogli di compensato incollato e fissato con chiodini ed applicare impugnature incassate e ganci di sospensione.
Tutto sommato è superfluo il montaggio di una serratura, a meno che la porta permetta di comunicare con un locale destinato alla privacy.

PREPARARE IL CASSONETTO DELLE PORTE SCORREVOLI A SCOMPARSA

  1. Si estraggono le zanche dal pannello del cassonetto, tirandole verso l’esterno con un paio di pinze o di tenaglie per poi adattarle in un’apertura della muratura, che bisogna sigillare con malta di cemento.
  2. Con gli accessori distanziatori in dotazione e l’aiuto di squadra e livella, sistemiamo il cassonetto puntellandolo provvisoriamente in posizione verticale nelle due direzioni, a formare un perfetto rettangolo.

INTONACARE E RIFINIRE

  1. Il cassonetto in cui sparisce la porta sostituisce una porzione di muro e, una volta intonacato, diventa tutt’uno con la parete. Per montare la struttura in bolla e lasciare una
    luce di misura giusta, si adottano gli stessi accorgimenti che servono per il fissaggio dei controtelai delle porte.
    Il controtelaio pronto va appoggiato direttamente sul pavimento e fissato a questo con tasselli ad espansione. Per questo scopo sul lato inferiore dei pannelli ci sono delle alette forate, in corrispondenza delle quali vanno praticati i fori ed inseriti i tasselli.
  2. La rete metallica che riveste entrambe le facce permette un facile ancoraggio dell’intonaco, quindi un’ottima finitura; il primo strato si stende con la cazzuola e si regolarizza con una riga di legno; la superficie risultante deve essere ruvida ma priva di vuoti o di eccedenze di intonaco. Il lavoro è alla portata di un buon fai da te.
  3. Ad intonaco rappreso, ma non essiccato, si passa alla rasatura, rifinendo la superficie con una malta più fine ottenuta con grassello di calce, da stendere mediante un frattazzo. In questo modo il rivestimento risulta robusto, ben ancorato alla struttura metallica.

Per tinteggiare o tappezzare la parete dobbiamo attendere la completa essiccazione dell’intonaco. Prima di montare la porta si toglie la mascherina che chiude lo spazio interno del cassonetto, si blocca il nasello di guida, si fissa parte del telaio maestro e si inseriscono i carrelli nelle guide di scorrimento. Solo al termine si può appendere il pannello scorrevole alla guida del cassonetto.

Scopri le porte scorrevoli a scomparsa Eclisse

Mobili decapati passo-passo

Oggetti e mobili decapati:  poche operazioni per esaltare il calore e la creatività proprie del legno.

decapageFino a non molti anni fa, per far risaltare le venature del legno, si usava trattare la superficie con la “biacca” (da sempre tradizionalmente bianca). Oggi, per ottenere dei mobili decapati, possiamo trattare qualsiasi oggetto con una tecnica particolare definita “decapé o décapage”. Il procedimento prevede quattro passaggi che consistono in una importantissima fase preparatoria dell’oggetto da trattare in modo da rendere lievemente scabre e incavate le venature più evidenti del legno affinché assorbano decisamente la prima colorazione che deve trasparire anche dopo le successive colorazioni. L’applicazione di una tinta colorata che imbeve le venature, di una mano di cera colorata e di una finitura con cera incolore (da eseguire con un panno morbido) completano questo lavoro che non è certo difficile, ma va eseguito con attenzione e nei tempi giusti per ottenere l’effetto desiderato. Andiamo alla scoperta dei mobili decapati.

prodotti per decapare
Due prodotti per  ottenere mobili decapati. La tinta colorata (da scegliere nelle tonalità preferite) e la cera per la finitura. Possiamo scegliere anche le cere dorate e argentate.

 

La tecnica nei mobili decapati

decapare un mobile

  1. Per ottenere mobili decapati portiamo in evidenza le venature del legno con alcuni passaggi di spazzola con setole morbide di ottone.

  2. Applichiamo la tinta colorata con uno straccio di cotone eseguendo una sola passata.

  3. Dopo aver fatto asciugare la tinta stendiamo la cera colorata effettuando piccoli movimenti circolari per farla penetrare meglio nel legno. 

  4. Dopo 10 minuti eliminiamo l’eccesso di cera colorata stendendo (con un panno morbido) la cera incolore per ottenere l’effetto satinato.

Decapare un mobile

decapè

Se possediamo un vecchio mobiletto inutilizzato (o che semplicemente ci appare spento e monotono), possiamo restituirgli nuovo vigore trattandolo con la tecnica decapé. Otterremo non solo un nuovo pezzo di arredo, ma potremo collocarlo in qualsiasi ambiente della casa perché farà sicuramente bella figura. L’importante è che il mobile sia in buone condizioni (eventualmente eseguiamo qualche trattamento di piccolo restauro prima di intervenire).

  1. Tingiamo il legno  con una tinta specifica (facoltativo)  usando un panno morbido ed evitando di applicare troppe passate.
  2. Stendiamo con un tampone la cera colorata (in questo caso bianca). Una sola passata è più che sufficiente. Lasciamo asciugare bene per almeno 5-10 minuti.

  3. Eliminiamo l’eccesso di cera bianca e, sempre col tampone, stendiamo della cera incolore, in pasta o liquida. 

Colori e tonalità particolari per i mobili decapati

tinte per decapare
Eseguendo le tecniche descritte nelle pagine precedenti si può avere l’esigenza di ottenere colori e tonalità particolari. A questo scopo utilizziamo i pigmenti in polvere che vanno aggiunti miscelati alle varie tinte (specifiche per la tecnica che si sta eseguendo) fino all’ottenimento dell’esatto colore desiderato.
Maggiori informazioni sui prodotti specifici a questo link

Come realizzare bomboniere fai da te

Le bomboniere segnano alcune tappe della nostra vita: battesimo, matrimonio, laurea, nozze d’argento, d’oro… Realizziamo queste allegre e dolci bomboniere fai da te con le nostre mani

bomboniere fai da te

Materiali di recupero per realizzare le bomboniere fai da te:

  • vasetti di vetro di piccole dimensioni;
  • diversi ritagli di tessuto a fantasia e in tinta unita;
  • un cartoncino per ricavare la sagoma del coperchio;
  • compasso;
  • forbici, preferibilmente con lame seghettate;
  • nastrini di seta in colori assortiti;
  • elastici di piccolo diametro.
Come realizzare bomboniere fai da te
Come realizzare bomboniere fai da te

Come realizzare passo passo le bomboniere fai da te

realizzazione bomboniere

  1. Con il compasso tracciamo su un cartoncino un disco di diametro più grande rispetto al coperchio: ci serve per realizzare la sagoma di tessuto che riveste il coperchio.
  2. Pieghiamo in quattro parti il disco e appoggiamolo sul ritaglio di stoffa piegato a sua volta in quattro parti. Tagliamo seguendo il contorno e ricavando così un cerchio perfetto.
  3. Collochiamo i confetti all’interno del vasetto e chiudiamo con il coperchio. Quindi appoggiamo il ritaglio di tessuto che fissiamo con un elastico appena sotto il coperchio.

Occultiamo l’elastico con un nastro di seta colorata che può essere della stessa tinta del tessuto o in una contrastante. Chiudiamo con un piccolo fiocco a larghe volute. Le nostre bomboniere fai da te sono pronte!

decorazione-bomboniera

Come applicare le perline

Le perline sono delle liste di legno con un lato lavorato a linguetta e l’altro scanalato a misura della linguetta

Solitamente le perline vengono montate su un’intelaiatura fissata alla parete per realizzare un rivestimento di grande bellezza e “calore”,  mentre il telaio permette di inserire fra il rivestimento e la parete pannelli di polistirolo espanso o simili, con un eccezionale effetto di isolamento sia termico, sia acustico. I rivestimenti di pareti di perline di buona qualità se ben montati hanno una lunga durata e non richiedono alcuna manutenzione se non una spolveratura periodica. Il montaggio è un’attività abbastanza semplice alla portata di ogni fai da te. Gli scopi principali un rivestimento di perline sono due: coibentare e rifinire pareti irregolari o con vizi. A questi si aggiunge il fatto che una perlinatura ben ancorata al muro si presta ottimamente a reggere scaffalature, ripiani, bacheche ed armadietti, contribuendo a migliorare tanto l’estetica quanto la razionalità della parete.

Ancoraggio delle perline
Il rivestimento di perline non dovrebbe mai essere fissato direttamente alla parete perché assorbirebbe l’umidità ambientale o quella residua della muratura, deformandosi e riempiendosi di muffe. La regola d’arte prevede quindi che alla parete sia saldamente fissato un telaio di listelli più o meno spessi (comunque non meno di 10 mm) e che le perline vengano ancorate con chiodini o con le speciali piastrine al telaio che, per aumentare l’isolamento, può essere riempito di fogli di polistirolo espanso.

Quale direzione di posa?
Le perline di solito si posano in verticale, ma nulla vieta di sistemarle orizzontali o inclinate. Anche nella posa in verticale, comunque, i listelli d’ancoraggio non debbono essere continui ma a tratti che lascino liberi un paio di centimetri di muro, sempre per favorire la risalita e l’eliminazione dell’umidità.

Incastrare le perline
Nella posa in orizzontale, che ovviamente comincia dal basso, si tenga il maschio in alto. In quella verticale i destri cominciano dal lato sinistro della parete tenendo la scanalatura femmina a destra. Si fissa al telaio la prima perlina e vi si incastra il maschio della seconda, che si fissa a sua volta, e si continua fino ad arrivare a fine parete. L’ultima perlina viene tagliata per il lungo secondo lo spazio lasciato dalla penultima.

Come si posiziona il telaio che riceve le perline

telaio perline

Il telaio di supporto da applicare alla parete va realizzato con listelli di legno ben piallati e regolari. L’installazione dev’essere tale da non impedire all’aria di circolare dietro alla perlinatura per mantenere la parete sempre ben asciutta.

  1. Tagliati a misura i listelli del telaio vi si aprono i fori per le viti dei tasselli con una punta dotata di svasatore. Se si intende inserire il polistirolo, conviene distanziare i listelli orizzontali di mezzo metro. L’orizzontalità dei listelli non è funzionale alla tenuta del rivestimento di perline, ma è comoda perché offre un robusto appiglio per appendervi armadietti, attraversando anche la perlina, o fissare mensole per applicare ripiani. Opportuno studiare la sistemazione prima di fissare il telaio.
  2. La sede per i tasselli si marca con un bulino attraverso i fori. Quindi si toglie il listello e si praticano tutti i fori necessari. I listelli vengono forati a misura dei tasselli che si vogliono (o che si possono, in rapporto al tipo di parete) usare. Qui foro Ø 6 mm per i tasselli fischer con fissaggio a martello. Se si usano tasselli di tipo diverso, il foro nel listello va fatto con una punta maggiore di 0,5 mm rispetto al diametro della vite, la cui testa va incassata sino a rimanere a filo del piano. La tenuta della perlinatura dipende solo dal corretto montaggio del telaio di supporto.
  3. Piccoli dislivelli della parete (frequenti nelle case meno recenti) si compensano inserendo dietro i listelli alcune zeppe di legno o di plastica che la pressione della vite mantiene in posizione.
  4. Per garantire, su pareti umide, una migliore circolazione d’aria a tergo del rivestimento, i listelli del telaio vanno applicati non direttamente a parete, ma su corti listelli che mantengono il telaio distaccato dalla parete. Su pareti asciutte (generalmente tramezze divisorie) e regolari si può fare a meno di tasselli, usando gli adesivi strutturali. Tutti i materiali si trovano nei centri bricolage.

Tagliare le perline

tagliare perline

  1. Per contrastare l’umidità le perline non vanno tagliate all’esatta altezza delle pareti, ma almeno un paio di centimetri più corte, per lasciare in basso e in alto lo sfogo per l’aria.
  2. Col saracco si taglia sulla faccia a vista in modo che eventuali sbrecciature interessino solo quella non a vista.
  3. Se si taglia con il seghetto alternativo la suola va poggiata sulla faccia non a vista.
  4. Il taglio più preciso si ottiene con la troncatrice che permette anche di tagliare con angolo costante perline che debbano seguire una linea inclinata come lungo una rampa di scale.

Applicazione al telaio

applicare perline

  1. La regola d’arte prevede che si parta da sinistra (da destra per i mancini) ed incastrando il dente della perlina libera nel canale di quella già fissata.
  2. Un pezzetto di legno di scarto è molto utile per aiutarsi ad incastrare una nell’altra le perline; meglio ancora se si tratta di un pezzo di perlina, con il dente intatto.
  3. In un laboratorio non ha molta importanza l’estetica per cui vediamo le perline fissate con viti a vista. In questo caso Ø 3,5×20, abbastanza piccole che l’avvitatore le mandi a filo piano. Sistema meno visibile ma altrettanto sicuro, l’inchiodatura con la graffatrice, col chiodino inserito alla traditora alla base del dente.
  4. Ancora più semplice l’applicazione dello zoccolino con un adesivo strutturale.

Applicazione con piastrine metalliche

perline

Una buona perlinatura fai da te esige di non avere alcun elemento di fissaggio in vista (a meno di utilizzare gli speciali chiodi con testa a borchia). Per farlo occorre utilizzare le apposite piastrine sagomate o procedere con una graffatura nascosta.

  1. Nel montaggio invisibile (o “cieco”) le perline si montano incastrando il maschio nella femmina e non viceversa. L’incastro si rafforza battendo dentro la scanalatura una striscia di perlina col dente.
  2. Si utilizzano le piastrine metalliche a dente da fissare al telaio.
  3. Si incastra la piastrina a dente dentro la femmina e la si fissa sul telaio con due chiodini. Il lavoro riesce meglio con l’apposito attrezzo.
  4. In alternativa alla piastrina si possono usare graffe lunghe e strette da piantare con una graffatrice elettrica che le faccia penetrare a fondo nel telaio.

Conclusioni
L’uso di un impregnante a protezione totale ed a solvente permette di trattare il rivestimento di perline dopo il montaggio, solo sulla faccia esterna. Volendo usare prodotti a base d’acqua occorre darli, su entrambe le facce, prima del montaggio da fare a vernice perfettamente asciutta.

Come costruire un banco da lavoro in ferro

È fondamentale disporre di un ampio banco da lavoro in ferro per il bricolage

Il primo passo è fare un disegno preciso e ordinato del grande banco da lavoro per il bricolage che vogliamo realizzare, dove si possano delineare con chiarezza le giunzioni dei singoli pezzi e tutte le misure necessarie: qui ci serve sia per procurare il tubolare necessario e tagliarlo nelle giuste lunghezze, sia per prevedere una corretta sequenza di montaggio.

Fondamentale è disporre di un ampio piano di lavoro. Questo è indispensabile per l’allineamento dei pezzi, tenuto conto che, man mano, la costruzione aumenta in dimensioni.

Pezzi ben bloccati

Prima di saldare due pezzi questi vanno messi in posizione e così bloccati saldamente con i morsetti. Nelle fasi iniziali, per garantire il mantenimento degli angoli corretti fra i segmenti da unire, è bene utilizzare anche una squadretta, sempre tenuta da morsetti, mentre diamo alcuni punti di saldatura, prima del passaggio definitivo.

Mentre il lavoro procede, anche se ci sembra che le parti stiano ferme da sole, serriamo comunque con morsetti i segmenti, diamo i soliti punti di tenuta e controlliamo i parallelismi prima della saldatura finale.

Costruzione del banco da lavoro in ferro

costruire banco da lavoro

  1. Diamo una passata di lima alle estremità del tubolare: oltre a rimuovere la sbavatura del taglio, riportiamo al vivo la superficie del ferro ottenendo un migliore innesco dell’arco nelle fasi d’attacco della saldatura. Il tubolare ha uno strato di lubrificazione che per comodità conviene rimuovere prima delle operazioni di montaggio. Usiamo fogli di carta assorbente ben imbevuti con diluente nitro.
  2. Prendiamo le misure con il metro flessibile e segniamo con un gessetto bianco i punti di collegamento di due elementi. Tracciamo le linee con una squadretta a sbalzo, diversa da quella più robusta che usiamo poi, bloccandola con i morsetti, per mantenere l’angolo corretto durante la saldatura.
  3. Dopo la fase di puntatura dei pezzi, verificato anche che l’angolo fra i due sia rimasto di 90°, procediamo con la saldatura completa dei lembi da unire. Dato che, nonostante la puntatura, la parte saldata del banco da lavoro tende a tirare ancora, facciamo un lato, poi giriamo i due pezzi e facciamo quello opposto, poi andiamo sul terzo lato e infine sul suo opposto.
  4. Rimossa la scoria formatasi sulla saldatura, usando prima la martellina e poi la spazzola di ferro, possiamo rifinire meglio il cordone spianandolo con la smerigliatrice angolare. Stiamo molto leggeri in quest’operazione evitando di andare troppo a fondo.

morsa

UTENSILI

Saldatrice, maschera, elletrodo, spazzola di ferro, lima, smerigliatrice, morsetto, squadra.

Banco da Lavoro con piano da 120x60cm, parete forata e ganci universali per attrezzi + 1 cassetto porta utensili + 2 mensole
  • Dimensioni Totali: 150x120x60 cm - Piano di Lavoro: 120x60cm
  • Struttura Solida, Stabile e Resistente
  • 12 ganci inclusi nella confezione
  • Packaging revisionato e super protettivo
  • Mensola Portaoggetti superiore + Vano Porta Utensili inferiore + Superficie forata con ganci porta attrezzi + 2 cassetti
Sale
BLACK+DECKER, Banco da Lavoro Workmate, Black/Wood, 15.5 x 84 x 12.5 cm. WM301-XJ
  • Telaio in acciaio resistente, doppi fermi a gomito per una presa più forte e maggiore versatilità
  • Pieghevole, non ingombrante e facile da trasportare
  • I pioli girevoli regolabili e le scanalature di ritenzione per la ganascia garantiscono versatilità di bloccaggio e presa affidabile del materiale
  • Piedini in gomma anti-sdrucciolo
Sale
Simon Rack Banco da lavoro per officina, capacità di carico 600 kg, 1445x1210x610 mm, Pannello Forato, Tavolo da lavoro fai da te, Blu/Legno - BT2
  • TAVOLO DA LAVORO - Con il tavolo da lavoro SimonRack potete creare il vostro spazio per tagliare, riparare e aggiustare tutto ciò che volete. Ha l'altezza giusta per lavorare senza piegarsi e mantenere una buona postura di lavoro. Include un cassetto con guide telescopiche per organizzare e/o riporre tutti gli strumenti di ferramenta necessari.
  • CAPACITÀ DI CARICO E DIMENSIONI - Il banco da lavoro da officina misura 1445x1210x610 mm (altezza, profondità, larghezza). CAPACITÀ DI CARICO e PUNTO DI FLESSIONE è di 600 kg per livello, ciò significa che quando il carico viene rimosso, il vassoio ritorna alla forma originale. Questo vantaggio garantisce una maggiore durabilità nel tempo ed un utilizzo prolungato dei nostri scaffali.
  • STABILITÀ - Il tavolo da lavoro non necessita di essere fissato a terra o appeso al muro perché non si inclina essendo completamente rigido. La sua superficie di lavoro è 1210x610 mm.
  • QUALITÀ EUROPEA - L'acciaio utilizzato per rispettare la norma EN 10130 è DC 01, consentendo il recupero dopo la flessione subita. I profili in acciaio S325 hanno spessore 1,5 mm con rivestimento Z275 sulle parti zincate, ma vengono realizzati in spessore 16 mm.
  • PRODUZIONE EUROPEA - Tutti i prodotti SimonRack sono fabbricati in Europa e hanno una garanzia di 5 anni.

Costruire una levigatrice a nastro

Un motore di lavatrice recuperato, due rulli per nastri trasportatori, spezzoni di lamiera e di profilato bastano per costruire una levigatrice a nastro fai da te dalle prestazioni industriali

Come costruire una levigatrice a nastro?

Un paio di rulli per nastro trasportatore e un motore di lavatrice recuperato sono il punto di partenza per realizzare un’ottima levigatrice a nastro autocostruita da montare sul banco. Si prepara una culla rettangolare di tubo quadro, lunga a piacere e larga quanto la misura dei rulli con i loro supporti a cuscinetto; ad un’estremità della culla si salda un pezzo di robusta lamiera grande quanto occorre per imbullonarvi sopra uno dei due rulli al cui asse, prolungato, calettiamo la puleggia di trascinamento, a sua volta collegata col motore con una cinghia trapezoidale.

Sempre col tubo quadro si prepara un’altra culla, più piccola, che entri di misura fra i lati lunghi della prima e, dopo avervi saldato sopra un pezzo di lamiera, vi si fissa l’altro rullo. Questa culla deve scorrere, agevolmente ma senza gioco, fra i lati della prima alla quale è collegata con un’asta filettata che, attraversato uno dei lati corti, si avvita in un bullone saldato al corrispondente lato del carrello.

Il piano di scorrimento della levigatrice a nastro autocostruita

Per finire il lavoro basta inserire al centro della cornice maggiore un piano di scorrimento per il nastro abrasivo, costituito da un paio di supporti a “L” saldati alle traverse della culla, sormontati da legno, a misura, meglio se in truciolare nobilitato che assicura una maggiore scorrevolezza al nastro. Due testate in lamiera o compensato o masonite, che possano essere facilmente smontate hanno funzione sia di protezione sia di raccolta della segatura.

In questa levigatrice a nastro la polvere generata (e nella levigatura è veramente tanta!) viene aspirata da un sistema di tubi idraulici in PVC collegato ad un aspiratore; soluzione questa adottabile solo nel caso in cui la macchina sia montata su un suo specifico sostegno. Puleggia e motore vanno protetti con un carter dal grosso della segatura.

Cosa serve per realizzare una levigatrice a nastro autocostruita

  • Tubo quadro (1 da 30x20x1500 mm, 1 da 25x 10×460 mm);
  • 2 piastre ferro 5x70x220 mm;
  • 1 puleggia Ø 40 mm gola a V;
  • 1 cinghia trapezoidale;
  • 1 tenditore a vite;
  • 1 tavolino di recupero a misura;
  • tubo gas (2 pezzi da 3/4” 120 mm; 2 da 1/2” 180 mm);
  • 1 motore lavatrice completo;
  • 2 rulli per nastro trasportatore completi di cuscinetti e supporti 80×100 mm;
  • truciolare nobilitato da 18x130x500 mm
  • 1 carter in lamiera;
  • rivetti; tubi e raccordi PVC Ø 30 mm;
  • viti; bulloni; dadi; cerniere;
  • 1 manopola; nastro abrasivo;
  • interruttore bipolare; cavo 3×0,75; spina

 Il progetto

schema levigatrice a nastro

levigatrice fai da te

  1. Il carrello di tensione del nastro abrasivo è azionato da una barra filettata, con un pomello, che, avvitandosi trascina il carrello verso la testata della levigatrice.
  2. La puleggia, all’altra estremità della levigatrice a nastro, va coperta con un carter, qui in lamiera forata. Sotto il nastro si intravede il piano di sostegno montato su supporti ad L capovolta. La levigatrice a nastro autocostruita è pronta per entrare in azione

Per garantire un buono scorrimento è sempre fondamentale lubrificare nastri trasportatori.

Sale
Einhell 4460640 Levigatrice Orbitale, 230 V, Tre Fogli Abrasivi Inclusi, Rosso
  • Ottima per levigare superfici piatte
  • Cambio rapido della carta grazie al velcro
  • Adeguato per carta abrasiva senza velcro
  • Impugnature grandi ed ergonomiche
  • Collegamento diretto all' aspirapolvere
BLACK+DECKER Levigatrice Mouse Multifunzione
  • Piastra adatta per utilizzo sulle superfici con angoli
  • Adeguato per lavorare a una mano
  • Punta rimovibile per attacco profilo levigatura dettagli
  • Attacco carta abrasiva a velcro per sostituzione rapida e tenuta ottima in levigatura
  • Blocco dell'interruttore per uso continuo