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Pellicole adesive per mobili | Cambiare look in poche mosse

Come cambiare faccia alla casa, al negozio, all’auto, alla barca con film autoadesivi di altissima qualità, nei colori e disegni più moderni, certificati ecosostenibili secondo i più rigidi standard internazionali

Nel corso di una ristrutturazione può essere importante modificare una situazione senza pesanti interventi strutturali: ricorrere alle pellicole adesive APA per muri e mobili che, applicate da un decoratore professionista, assicurano risultati di alto livello, può essere una soluzione intelligente, soprattutto in un periodo di crisi generale del settore edilizio.

APA, produttore italiano di pellicole adesive, da oltre trent’anni principale riferimento nel settore della decorazione e della grafica pubblicitaria, è un’azienda fondata nel 1978, leader per la produzione di materiali autoadesivi e la spalmatura di film cast di altissima qualità. Propone una linea di prodotti completamente dedicata all’interior design con pellicole adesive adatte a ogni esigenza e superficie, dalla riqualificazione di mobili al rivestimento di muri e pareti, dalla decorazione di vetri alla personalizzazione di pannelli e tessuti: c’è un film adatto per coprire qualsiasi tipologia di superficie, grazie a una gamma completa di pellicole da intaglio e da stampa.

Lo sviluppo tecnologico delle stampanti e degli inchiostri, unitamente all’ampia scelta di supporti da stampa, come carte, carte da parati, tessuti, film plastici, fanno sì che ogni ambiente o oggetto possa essere personalizzato con possibilità decorative praticamente senza limiti per la fantasia. APA garantisce che il processo produttivo e il prodotto finale sono rigorosamente ecosostenibili (lo attestano numerose certificazioni a livello internazionale).

Pellicole adesive per mobili per rinnovare la cucina

pellicole adesive
Ecco come un ambiente decisamente obsoleto per configurazione e colori può diventare piacevole e modernissimo con l’impiego dei film APA e senza nessun intervento strutturale: i film per interior decoration rivestono tutte le antine, mentre lo spazio tra piano di lavoro e pensili è tappezzato con un’immagine notturna di una metropoli i cui riflessi vivacizzano le antine dei mobiletti bassi.

In ogni ambiente

  • Le pareti interne ed esterne di qualsiasi ambiente (da quelli commerciali ai vani di una casa) possono essere decorate con le specifiche pellicole per dare un tocco originale.
  • Anche gli arredi (tavoli, armadi, mobili, sedie, ripiani, elettrodomestici ecc) possono essere integralmente trasformati nel loro aspetto per acquistare nuovo brio ed eleganza.

Pellicole adesive per gli elettrodomestici, radiatori… persino l’auto!

Il frigorifero ci ha stancato per il suo aspetto ingombrante e anonimo? Il calorifero è una macchia bianca sulla parete solo funzionale? Con le pellicole autoadesive APA si possono rivestire le superfici personalizzandole con disegni e immagini liberamente scelte. Anche l’auto, la moto, il camper, il caravan e la barca possono essere rivestiti integralmente o parzialmente con i film per wrapping per avere un look sempre nuovo, scegliendo disegni presenti a catalogo o facendo realizzare appositamente i film adesivi con soggetti personali.

Banco da falegname in kit di montaggio

Ampio, robusto, ben finito, funzionale e soprattutto economico: il banco da falegname  si monta in poche ore (si trova anche su internet) è distribuito da Sodifer

I falegnami hanno avuto tutto il tempo di affinare le attrezzature delle quali si servivano con il solito motto di usare nella maniera migliore quello che si ha a disposizione per ottenere la massima resa. Un buon esempio è il banco da falegname, perno attorno al quale ruotano tutte le attività. La sua apparente semplicità nasconde un’estrema versatilità che agevola sia i lavori manuali, sia quelli con utensili elettrici, permettendo di bloccare pezzi di forma regolare o irregolare, di dimensione piccola e grande, operando comodamente con entrambe le mani. Non pare difficile da realizzare da soli, una volta decise le misure giuste, trovato il materiale adatto e preparato le attrezzature idonee, ma dopo un rapido giro in internet si scopre che esistono banchi massicci e ben rifiniti in kit di montaggio a prezzi sui 180 euro. Questo banco da falegname è realizzato in legno di hevea, il ben noto albero della gomma, che dà un legno compatto e robusto. Il piano di lavoro è spesso sei cm e misura 140×50 cm con un’altezza di 86 cm. Le superfici sono levigate e trattate con un sottile strato di vernice trasparente. Sul piano di lavoro sono ricavati venti fori per i perni di arresto (i “cani”), utili per bloccare i pezzi lunghi con la morsa laterale e, nella parte posteriore, un incavo per riporre i ferri con scivolo di uscita per spazzare via più facilmente i trucioli. Nella parte inferiore sono ricavati tre cassetti scorrevoli su guide metalliche e un vano chiuso da uno sportello per riporre le attrezzature più voluminose.

Montare il cassetto

montaggio cassetto

  1. I cassetti sono formati da quattro tavolette perimetrali di massello nelle quali è ricavata una fresatura per alloggiare il fondo. Tutti i pezzi del banco sono segnati con una sigla che ne facilita il riconoscimento e l’assemblaggio.
  2. Il frontale del cassetto con relativo pomello è applicato al telaio con viti inserite dall’interno in modo da non essere visibili. Tutto è tenuto insieme da otto viti autofilettanti che prendono posto in altrettanti fori già preparati.
  3. I cassetti scorrono su guide metalliche a L che vanno ad ancorarsi sotto il cassetto per garantire la massima robustezza. Quattro rotelle di plastica assicurano un movimento senza inceppamenti.

Montare la struttura del banco da falegname

tavolo da falegname

  1. Le due fiancate sono già preassemblate con viti inserite nei due travetti verticali. La rigidità di queste due parti è assicurata dagli spessi pannelli in multistrato.
  2. Il fondo del banco, in multistrato da 6 mm, alloggia in una scanalatura ricavata in tutto il perimetro e va inserito dopo aver collegato le due fiancate al traverso di base posteriore.
  3. Il traverso anteriore prende posto nell’incastro ricavato nelle due gambe frontali facendolo scorrere in orizzontale. La posizione esatta si raggiunge quando è possibile inserire la vite nei fori.
  4. Il bloccaggio delle parti si attua inserendo nel foro del traverso un dado M8 che viene poi impegnato dalla lunga vite a brugola. Con questo sistema è possibile serrare l’incastro molto più saldamente rispetto alle giunzioni con viti autofilettanti.
  5. Il divisorio che separa i due scomparti del mobiletto è incastrato in quattro incavi ricavati nei traversi, per cui non c’è bisogno di utilizzare viti per mantenerlo in posizione. Su di un lato del pannello sono preinstallate le guide che sorreggono i cassetti.
  6. Specularmente alla parte inferiore, si inserisce nella scanalatura superiore il foglio di multistrato che costituisce il coperchio del mobiletto nelle scanalature dei traversi. Malgrado sia molto ampio, la robustezza è assicurata dall’appoggio sul pannello centrale.
  7. Con le viti a brugola si termina il montaggio del traverso superiore che blocca definitivamente il pannello centrale del mobiletto e il coperchio. per inserire il dado ci si può aiutare con un paio di pinze con le punte.
  8. La parte inferiore del banco da falegname è terminata e si può già constatare la robustezza dell’insieme.

Montare il piano

montaggio tavolo falegname

  1. Il pesante piano di lavoro spesso 6 cm si appoggia direttamente sul basamento avendo cura di far combaciare i fori già praticati su entrambe le parti. Il centraggio può essere agevolato inserendo un cacciavite nei fori.
  2. Il grosso tirafondo da 8×60 mm si inserisce nei fori della base. Le forature sono molto precise e danno modo alla vite di impegnarsi solidamente nel legno senza rischiare di fendere le tavole.
  3. Con la chiave a bussola e il cricchetto si uniscono base e piano di lavoro in pochi minuti.
  4. Sulla gamba sinistra sono ricavati cinque fori in cui inserire dei pioli quadri: servono come appoggio quando si chiudono nella morsa pezzi particolarmente lunghi e si ha bisogno di mantenerli sufficientemente stabili ed in piano da poterli lavorare. I vari livelli sono necessari nel caso di pezzi ampi come finestre e telai.
  5. La morsa ha la ganascia di legno, ma tutto il meccanismo di sostegno e avanzamento è di metallo. Le guide e la madrevite sono fissate in una nicchia ricavata sotto il piano di lavoro.
  6. Le tavole da piallare si possono bloccare tra la morsa laterale e i perni metallici, chiamati “cani”. Sul piano di lavoro sono presenti venti fori in modo da poter lavorare con assi di qualunque lunghezza. 7. Per ultimo si monta lo sportello, avvitando le cerniere nei fori già presenti sulla gamba di sinistra. Il banco da falegname è ora pronto per essere utilizzato.

Questo banco da falegname in kit, nello specifico, è distribuito da Sodifer

Biscottini Tavolo alto da lavoro 184x92x74 cm Made in Italy | Isola cucina piano lavoro legno massello | Bancone cucina | Piano lavoro cucina legno
  • TAVOLI DA LAVORO - Realizzato interamente a mano, questo bancone da lavoro è una fedele riproduzione di un vecchio tavolo da falegname con morsa perfettamente funzionante
  • VERSATILE - Questo tavolo rustico si presta a diversi utilizzi come, piano di lavoro cucina, penisola tavolo, buffet mobile cucina e soggiorno, isola per cucina o tavolo bar alto
  • MATERIALE - Realizzato interamente in legno massello di tiglio, questa piano da lavoro cucina è estremamente solido e resistente
  • DIMENSIONI - Le mobile da cucina e salotto sono di 184x92x74 cm, dimensioni che lo rendono un'isola cucina piano lavoro grande adatta per tutti gli ambienti
  • ARTIGIANALE - Il tavolo da lavoro cucina è realizzato interamente a mano da esperti artigiani, la casa nei dettagli e la lavorazione Made in Italy lo rendono un elemento d'arredo unico
TecTake Banco da lavoro banco lavorazione del legno 117 x 47,5 x 83 cm
  • Superficie di lavoro chiara e spaziosa
  • Cassetto pratico e capiente
  • Piano intermedio
  • 4 blocchetti di legno per appendere lo strumento
  • Dimensioni d'ingombro (L x P x A): circa 137 x 50 x 87 cm
Biscottini Tavolo alto da lavoro 194x90x84 cm Made in Italy | Isola cucina piano lavoro legno massello | Bancone cucina | Tavolo in legno massello
  • TAVOLI DA LAVORO - Realizzato interamente a mano, questo bancone da lavoro è una fedele riproduzione di un vecchio tavolo da falegname con morsa perfettamente funzionante
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  • MATERIALE - Realizzato interamente in legno massello di tiglio, questa piano da lavoro cucina è estremamente solido e resistente
  • DIMENSIONI - Le mobile da cucina e salotto sono di 194x90x84 cm, dimensioni che lo rendono un'isola cucina piano lavoro grande adatta per tutti gli ambienti
  • ARTIGIANALE - Il tavolo da lavoro cucina è realizzato interamente a mano da esperti artigiani, la casa nei dettagli e la lavorazione Made in Italy lo rendono un elemento d'arredo unico

Divano di pneumatici

Come riutilizzare creativamente vecchie gomme e farne un divano di pneumatici

Che fare dei pneumatici quando arriva il momento di sostituirli? Buttarli? No di certo! Pensiamo invece a riciclare pneumatici per un recupero veramente originale, quasi di design, ovver un divano di pneumatici! La struttura è costituita da pannelli di multistrato. Un pannello è posto in orizzontale per sorreggere la seduta; l’altro, quasi in verticale, costituisce lo schienale. Sotto il pannello orizzontale fissiamo quattro ruote piroettanti. I pneumatici sono fissati ai pannelli con viti autofilettanti e grosse rondelle. I pneumatici sono dipinti con smalti acrilici e sono infine completati da sedute morbide formate da dischi in truciolare e gommapiuma rivestita di tessuto.

riciclare pneumatici

 

  • Per la realizzazione servono quattro pneumatici di recupero che laviamo accuratamente prima di trattarli con il colore acrilico.
  • Dopo aver realizzato le sagome principali con i pannelli di multistrato, tagliamo quattro pannelli circolari che posizioniamo sui pneumatici, per creare le sedute e i poggiaschiena. Foderiamo con gommapiuma spessa circa 10 cm.
  • Aggiungiamo un ulteriore rivestimento con stoffa di raso nera. Per il fissaggio utilizziamo la graffatrice.
  • La sagoma che costituisce la seduta del divano è rinforzata nella parte sottostante con quattro listelli. Su di essi fissiamo le ruote piroettanti.

divano pneumatici 3

 

L’autore di questa realizzazione è Gianluca Paradiso di Foggia.

Ripartire dal saper fare

Editoriale tratto da Far da sé n.452 di Luglio 2015

Autore: Nicla de Carolis

«Il modello della nostra dignità professionale rimane pur sempre Efesto lo Zoppo (dio greco degli artigiani, Vulcano per gli antichi Romani), orgoglioso del proprio lavoro se non della propria persona». «Ci salveranno il saper fare e la conoscenza diffusa». Così dice il noto professore Richard Sennett, autore del libro L’uomo artigiano (Feltrinelli, euro 25,00). «Trascorrere più tempo con le persone che sanno fare le cose e meno ad ascoltare i discorsi dei manager» e aggiungerei dei politici di oggi che, pur non essendo intellettuali, anzi, a volte veramente ignoranti, hanno in comune con questa categoria il “vezzo” di essere lontani anni luce da qualsisi attività che preveda il coordinare pensiero, creatività e attività manuale. Persone dalle cui parole, e ancor più dai fatti, si evince che vivono fuori da qualsiasi realtà, salvo rare eccezioni. Un discorso molto condivisibile quello di Sennett per noi che amiamo fare e rimaniamo affascinati e desiderosi di sapere come si fa per poi comunicarlo a quanti ci seguono. Già dal numero scorso, con l’articolo sulla curvatura del legno e la produzione dei mobili Thonet, abbiamo introdotto in FAR DA Sé lavorazioni speciali per la realizzazione di oggetti che rappresentano l’eccellenza in fatto di bellezza fatta a mano. Da pagina 6 di questo numero pubblichiamo lo spettacolare servizio sulla paziente fabbricazione artigianale, eseguita secondo una tecnica antica, delle formelle di graniglia con le loro decorazioni colorate, vere opere d’arte con cui realizzare un pavimento che rimarrà ai posteri… Ma la curiosità non si ferma alla riscoperta delle ricercate tecniche della nostra tradizione; siamo andati a esplorare anche il mondo degli artigiani digitali, o makers che dir si voglia. Persone preparatissime che riescono a coniugare una buona conoscenza di programmi per disegnare al computer con una certa manualità e riescono a creare mobili in legno incredibili (guardate la libreria da pag. 44, è un vero rompicapo…). Saper fare bene le cose per il proprio piacere: una regola di vita semplice e rigorosa che ha consentito lo sviluppo di tecniche raffinatissime e la nascita della conoscenza scientifica moderna. Ma non è il solo lavoro manuale a giovarsi della sinergia tra teoria e pratica. «Perché chi sa governare se stesso e dosare autonomia e rispetto delle regole» sostiene Sennett «non solo saprà costruire un meraviglioso violino, un orologio dal meccanismo perfetto o un ponte capace di sfidare i millenni, ma sarà anche un cittadino giusto». Parole perfette e concrete che indicano la via percorribile che da oltre 40 anni sosteniamo: chi ci conosce da poco può scaricare gratuitamente il libro Pensiero Far da Sé (dal nostro sito www.edibrico.it o dal QR Code qui sotto), dove questi concetti vengono fuori in maniera assolutamente anticipatrice.

Costruire un tavolino con pneumatici

Possiamo riciclare i vecchi pneumatici usati dell’auto con un’idea creativa facile per realizzare un tavolino da caffé

Costruiamo un tavolino con pneumatici con pochi e semolici materiali: due pneumatici di recupero consumati in modo uniforme, uno specchio tondo, nastro biadesivo, un ampio telo protettivo, una bomboletta di fondo ed una di colore a nostra scelta. In questo caso abbiamo scelto un bel rosso brillante che si adattava bene al nostro arredamento.
Con il telo si assicura una protezione adeguata mentre si colorano a  spruzzo le gomme.
La mano di fondo serve per ottenere una tinta finale più uniforme. Il nastro biadesivo immobilizza lo specchio.

Tavolino con pneumatici fai da te

verniciare pneumatici
Pochi semplici passaggi per realizzare un simpatico tavolino per il nostro salotto

 

  1. Alle gomme ben pulite si applica una mano di fondo.
  2. Si colora con tinta spray acrilica.
  3. Si mettono quattro pezzi di biadesivo.
  4. Si posiziona lo specchio.

Ti è piaciuta questa idea? Ne trovi altre nel libro Oggetti belli riciclando

Come riciclare pneumatici

Riciclare pneumatici? Ecco cosa possiamo farne di due usati, un originale complemento d’arredo, un pouf decisamente avveniristico

PARTIAMO…

  1. Costruiamo prima il top del pouf: posizioniamo il disco di MDF  (Medium Density Fibreboard o pannello di fibra a media densità), che possiamo tagliare noi stessi o farci tagliare in un centro bricolage, al centro del foglio di gommapiuma spessa circa 50 mm e segniamo con precisione il contorno con il pennarello.
  2. Tagliamo con le forbici la gommapiuma seguendo il segno tracciato con il pennarello, cercando di eseguire un taglio il più preciso possibile.
  3. Con le forbici pratichiamo un taglio inclinato regolare lungo il contorno del cerchio di gommapiuma, per arrotondare il bordo del cuscino.
  4. Collochiamo adesso il disco di MDF sul tessuto e ritagliamo un cerchio più grande, lasciando una decina di centimetri tutto attorno al disco.

FODERIAMO IL SEDILE

  1. Appoggiamo il cuscino di gommapiuma sul disco di MDF e capovolgiamoli al centro del tessuto.
  2. Ripieghiamo il tessuto sul disco e fissiamolo con la graffatrice.

COLORIAMO LA BASE

  1. Spruzziamo sulle gomme il primer trasparente per plastica, tenendo la bomboletta a circa 30 cm di distanza e proteggendo il pavimento con un giornale. I primer aggrappanti sono prodotti utilizzati come base su superfici non porose come la plastica.Quando le gomme sono asciutte, spruzziamo uno strato di vernice al solvente metallizzata nera per ottenere un colore di fondo uniforme.
  2. Rifiniamo le gomme verniciando con il colore argento: utilizziamo un piccolo rullo sintetico ben sgocciolato. Il rullino deve essere quasi asciutto per mettere in evidenza il disegno del battistrada. Sovrapponiamo le due gomme e posizioniamo su di esse il cuscino: possiamo accomodarci! Bastano pochi utensili: forbici e graffatrice (ne troviamo diverse in qualunque centro bricolage) e pochi materiali (stoffa, gommapiuma, colori acrilici).

Porte scorrevoli a scomparsa – Come si montano

Ecco come procedere per montare le porte scorrevoli a scomparsa

Dove la sua installazione non è stata prevista in fase progettuale, c’è chi pensa ancora che montare porte scorrevoli a scomparsa a posteriori non sia possibile o che richieda particolari opere; in realtà, l’unico fattore che può impedire o rendere difficoltosa la trasformazione è un muro portante, in quanto per far sparire la porta dentro la muratura bisogna prima sfondare la struttura muraria per sostituirla con un cassonetto internamente vuoto.
Se il muro non ha soltanto la funzione di separare gli ambienti, ma ha anche quella di sostegno strutturale, bisogna sostituire l’architrave e puntellare l’apertura durante i lavori.
Il montaggio del cassonetto, sottile ma molto robusto, non richiede manodopera specializzata: basta, come ogni fai da te sa fare, essere in grado di mettere dei tasselli ad espansione e di stendere un po’ di intonaco, oppure raccordare pannelli di cartongesso con la restante muratura. Le dimensioni del cassonetto devono essere commisurate alla porta a scomparsa che si vuole montare: vi sono delle misure standard, ma è possibile avere su richiesta controtelai di dimensioni maggiori sia come altezza sia come luce.
Appoggiato il controtelaio sul pavimento se ne controlla l’allineamento a piombo ed in piano; se vi sono discrepanze è meglio dare preminenza al piano interponendo piccoli spessori.
Prima di fissarlo bisogna incastrarvi il traverso con il binario di scorrimento da congiungere al montante opposto, tenendo il tutto fermo con i distanziatori forniti nel kit acquistato nel centro bricolage.
Si procede intonacando il controtelaio e successivamente al montaggio della porta, che potrebbe essere quella preesistente modificata in maniera opportuna.
Tuttavia, spesso si fa meno fatica a costruirne una nuova, leggera ed essenziale, piuttosto che montare una porta scorevole a lavori di ristrutturazione fini, in quanto si tratta di preparare un telaio di listelli con un paio di rinforzi trasversali, rivestirlo sulle due facce con fogli di compensato incollato e fissato con chiodini ed applicare impugnature incassate e ganci di sospensione.
Tutto sommato è superfluo il montaggio di una serratura, a meno che la porta permetta di comunicare con un locale destinato alla privacy.

PREPARARE IL CASSONETTO DELLE PORTE SCORREVOLI A SCOMPARSA

  1. Si estraggono le zanche dal pannello del cassonetto, tirandole verso l’esterno con un paio di pinze o di tenaglie per poi adattarle in un’apertura della muratura, che bisogna sigillare con malta di cemento.
  2. Con gli accessori distanziatori in dotazione e l’aiuto di squadra e livella, sistemiamo il cassonetto puntellandolo provvisoriamente in posizione verticale nelle due direzioni, a formare un perfetto rettangolo.

INTONACARE E RIFINIRE

  1. Il cassonetto in cui sparisce la porta sostituisce una porzione di muro e, una volta intonacato, diventa tutt’uno con la parete. Per montare la struttura in bolla e lasciare una
    luce di misura giusta, si adottano gli stessi accorgimenti che servono per il fissaggio dei controtelai delle porte.
    Il controtelaio pronto va appoggiato direttamente sul pavimento e fissato a questo con tasselli ad espansione. Per questo scopo sul lato inferiore dei pannelli ci sono delle alette forate, in corrispondenza delle quali vanno praticati i fori ed inseriti i tasselli.
  2. La rete metallica che riveste entrambe le facce permette un facile ancoraggio dell’intonaco, quindi un’ottima finitura; il primo strato si stende con la cazzuola e si regolarizza con una riga di legno; la superficie risultante deve essere ruvida ma priva di vuoti o di eccedenze di intonaco. Il lavoro è alla portata di un buon fai da te.
  3. Ad intonaco rappreso, ma non essiccato, si passa alla rasatura, rifinendo la superficie con una malta più fine ottenuta con grassello di calce, da stendere mediante un frattazzo. In questo modo il rivestimento risulta robusto, ben ancorato alla struttura metallica.

Per tinteggiare o tappezzare la parete dobbiamo attendere la completa essiccazione dell’intonaco. Prima di montare la porta si toglie la mascherina che chiude lo spazio interno del cassonetto, si blocca il nasello di guida, si fissa parte del telaio maestro e si inseriscono i carrelli nelle guide di scorrimento. Solo al termine si può appendere il pannello scorrevole alla guida del cassonetto.

Scopri le porte scorrevoli a scomparsa Eclisse

Mobili decapati passo-passo

Oggetti e mobili decapati:  poche operazioni per esaltare il calore e la creatività proprie del legno.

decapageFino a non molti anni fa, per far risaltare le venature del legno, si usava trattare la superficie con la “biacca” (da sempre tradizionalmente bianca). Oggi, per ottenere dei mobili decapati, possiamo trattare qualsiasi oggetto con una tecnica particolare definita “decapé o décapage”. Il procedimento prevede quattro passaggi che consistono in una importantissima fase preparatoria dell’oggetto da trattare in modo da rendere lievemente scabre e incavate le venature più evidenti del legno affinché assorbano decisamente la prima colorazione che deve trasparire anche dopo le successive colorazioni. L’applicazione di una tinta colorata che imbeve le venature, di una mano di cera colorata e di una finitura con cera incolore (da eseguire con un panno morbido) completano questo lavoro che non è certo difficile, ma va eseguito con attenzione e nei tempi giusti per ottenere l’effetto desiderato. Andiamo alla scoperta dei mobili decapati.

prodotti per decapare
Due prodotti per  ottenere mobili decapati. La tinta colorata (da scegliere nelle tonalità preferite) e la cera per la finitura. Possiamo scegliere anche le cere dorate e argentate.

 

La tecnica nei mobili decapati

decapare un mobile

  1. Per ottenere mobili decapati portiamo in evidenza le venature del legno con alcuni passaggi di spazzola con setole morbide di ottone.

  2. Applichiamo la tinta colorata con uno straccio di cotone eseguendo una sola passata.

  3. Dopo aver fatto asciugare la tinta stendiamo la cera colorata effettuando piccoli movimenti circolari per farla penetrare meglio nel legno. 

  4. Dopo 10 minuti eliminiamo l’eccesso di cera colorata stendendo (con un panno morbido) la cera incolore per ottenere l’effetto satinato.

Decapare un mobile

decapè

Se possediamo un vecchio mobiletto inutilizzato (o che semplicemente ci appare spento e monotono), possiamo restituirgli nuovo vigore trattandolo con la tecnica decapé. Otterremo non solo un nuovo pezzo di arredo, ma potremo collocarlo in qualsiasi ambiente della casa perché farà sicuramente bella figura. L’importante è che il mobile sia in buone condizioni (eventualmente eseguiamo qualche trattamento di piccolo restauro prima di intervenire).

  1. Tingiamo il legno  con una tinta specifica (facoltativo)  usando un panno morbido ed evitando di applicare troppe passate.
  2. Stendiamo con un tampone la cera colorata (in questo caso bianca). Una sola passata è più che sufficiente. Lasciamo asciugare bene per almeno 5-10 minuti.

  3. Eliminiamo l’eccesso di cera bianca e, sempre col tampone, stendiamo della cera incolore, in pasta o liquida. 

Colori e tonalità particolari per i mobili decapati

tinte per decapare
Eseguendo le tecniche descritte nelle pagine precedenti si può avere l’esigenza di ottenere colori e tonalità particolari. A questo scopo utilizziamo i pigmenti in polvere che vanno aggiunti miscelati alle varie tinte (specifiche per la tecnica che si sta eseguendo) fino all’ottenimento dell’esatto colore desiderato.
Maggiori informazioni sui prodotti specifici a questo link

Come realizzare bomboniere fai da te

Le bomboniere segnano alcune tappe della nostra vita: battesimo, matrimonio, laurea, nozze d’argento, d’oro… Realizziamo queste allegre e dolci bomboniere fai da te con le nostre mani

bomboniere fai da te

Materiali di recupero per realizzare le bomboniere fai da te:

  • vasetti di vetro di piccole dimensioni;
  • diversi ritagli di tessuto a fantasia e in tinta unita;
  • un cartoncino per ricavare la sagoma del coperchio;
  • compasso;
  • forbici, preferibilmente con lame seghettate;
  • nastrini di seta in colori assortiti;
  • elastici di piccolo diametro.
Come realizzare bomboniere fai da te
Come realizzare bomboniere fai da te

Come realizzare passo passo le bomboniere fai da te

realizzazione bomboniere

  1. Con il compasso tracciamo su un cartoncino un disco di diametro più grande rispetto al coperchio: ci serve per realizzare la sagoma di tessuto che riveste il coperchio.
  2. Pieghiamo in quattro parti il disco e appoggiamolo sul ritaglio di stoffa piegato a sua volta in quattro parti. Tagliamo seguendo il contorno e ricavando così un cerchio perfetto.
  3. Collochiamo i confetti all’interno del vasetto e chiudiamo con il coperchio. Quindi appoggiamo il ritaglio di tessuto che fissiamo con un elastico appena sotto il coperchio.

Occultiamo l’elastico con un nastro di seta colorata che può essere della stessa tinta del tessuto o in una contrastante. Chiudiamo con un piccolo fiocco a larghe volute. Le nostre bomboniere fai da te sono pronte!

decorazione-bomboniera

Come applicare le perline

Le perline sono delle liste di legno con un lato lavorato a linguetta e l’altro scanalato a misura della linguetta

Solitamente le perline vengono montate su un’intelaiatura fissata alla parete per realizzare un rivestimento di grande bellezza e “calore”,  mentre il telaio permette di inserire fra il rivestimento e la parete pannelli di polistirolo espanso o simili, con un eccezionale effetto di isolamento sia termico, sia acustico. I rivestimenti di pareti di perline di buona qualità se ben montati hanno una lunga durata e non richiedono alcuna manutenzione se non una spolveratura periodica. Il montaggio è un’attività abbastanza semplice alla portata di ogni fai da te. Gli scopi principali un rivestimento di perline sono due: coibentare e rifinire pareti irregolari o con vizi. A questi si aggiunge il fatto che una perlinatura ben ancorata al muro si presta ottimamente a reggere scaffalature, ripiani, bacheche ed armadietti, contribuendo a migliorare tanto l’estetica quanto la razionalità della parete.

Ancoraggio delle perline
Il rivestimento di perline non dovrebbe mai essere fissato direttamente alla parete perché assorbirebbe l’umidità ambientale o quella residua della muratura, deformandosi e riempiendosi di muffe. La regola d’arte prevede quindi che alla parete sia saldamente fissato un telaio di listelli più o meno spessi (comunque non meno di 10 mm) e che le perline vengano ancorate con chiodini o con le speciali piastrine al telaio che, per aumentare l’isolamento, può essere riempito di fogli di polistirolo espanso.

Quale direzione di posa?
Le perline di solito si posano in verticale, ma nulla vieta di sistemarle orizzontali o inclinate. Anche nella posa in verticale, comunque, i listelli d’ancoraggio non debbono essere continui ma a tratti che lascino liberi un paio di centimetri di muro, sempre per favorire la risalita e l’eliminazione dell’umidità.

Incastrare le perline
Nella posa in orizzontale, che ovviamente comincia dal basso, si tenga il maschio in alto. In quella verticale i destri cominciano dal lato sinistro della parete tenendo la scanalatura femmina a destra. Si fissa al telaio la prima perlina e vi si incastra il maschio della seconda, che si fissa a sua volta, e si continua fino ad arrivare a fine parete. L’ultima perlina viene tagliata per il lungo secondo lo spazio lasciato dalla penultima.

Come si posiziona il telaio che riceve le perline

telaio perline

Il telaio di supporto da applicare alla parete va realizzato con listelli di legno ben piallati e regolari. L’installazione dev’essere tale da non impedire all’aria di circolare dietro alla perlinatura per mantenere la parete sempre ben asciutta.

  1. Tagliati a misura i listelli del telaio vi si aprono i fori per le viti dei tasselli con una punta dotata di svasatore. Se si intende inserire il polistirolo, conviene distanziare i listelli orizzontali di mezzo metro. L’orizzontalità dei listelli non è funzionale alla tenuta del rivestimento di perline, ma è comoda perché offre un robusto appiglio per appendervi armadietti, attraversando anche la perlina, o fissare mensole per applicare ripiani. Opportuno studiare la sistemazione prima di fissare il telaio.
  2. La sede per i tasselli si marca con un bulino attraverso i fori. Quindi si toglie il listello e si praticano tutti i fori necessari. I listelli vengono forati a misura dei tasselli che si vogliono (o che si possono, in rapporto al tipo di parete) usare. Qui foro Ø 6 mm per i tasselli fischer con fissaggio a martello. Se si usano tasselli di tipo diverso, il foro nel listello va fatto con una punta maggiore di 0,5 mm rispetto al diametro della vite, la cui testa va incassata sino a rimanere a filo del piano. La tenuta della perlinatura dipende solo dal corretto montaggio del telaio di supporto.
  3. Piccoli dislivelli della parete (frequenti nelle case meno recenti) si compensano inserendo dietro i listelli alcune zeppe di legno o di plastica che la pressione della vite mantiene in posizione.
  4. Per garantire, su pareti umide, una migliore circolazione d’aria a tergo del rivestimento, i listelli del telaio vanno applicati non direttamente a parete, ma su corti listelli che mantengono il telaio distaccato dalla parete. Su pareti asciutte (generalmente tramezze divisorie) e regolari si può fare a meno di tasselli, usando gli adesivi strutturali. Tutti i materiali si trovano nei centri bricolage.

Tagliare le perline

tagliare perline

  1. Per contrastare l’umidità le perline non vanno tagliate all’esatta altezza delle pareti, ma almeno un paio di centimetri più corte, per lasciare in basso e in alto lo sfogo per l’aria.
  2. Col saracco si taglia sulla faccia a vista in modo che eventuali sbrecciature interessino solo quella non a vista.
  3. Se si taglia con il seghetto alternativo la suola va poggiata sulla faccia non a vista.
  4. Il taglio più preciso si ottiene con la troncatrice che permette anche di tagliare con angolo costante perline che debbano seguire una linea inclinata come lungo una rampa di scale.

Applicazione al telaio

applicare perline

  1. La regola d’arte prevede che si parta da sinistra (da destra per i mancini) ed incastrando il dente della perlina libera nel canale di quella già fissata.
  2. Un pezzetto di legno di scarto è molto utile per aiutarsi ad incastrare una nell’altra le perline; meglio ancora se si tratta di un pezzo di perlina, con il dente intatto.
  3. In un laboratorio non ha molta importanza l’estetica per cui vediamo le perline fissate con viti a vista. In questo caso Ø 3,5×20, abbastanza piccole che l’avvitatore le mandi a filo piano. Sistema meno visibile ma altrettanto sicuro, l’inchiodatura con la graffatrice, col chiodino inserito alla traditora alla base del dente.
  4. Ancora più semplice l’applicazione dello zoccolino con un adesivo strutturale.

Applicazione con piastrine metalliche

perline

Una buona perlinatura fai da te esige di non avere alcun elemento di fissaggio in vista (a meno di utilizzare gli speciali chiodi con testa a borchia). Per farlo occorre utilizzare le apposite piastrine sagomate o procedere con una graffatura nascosta.

  1. Nel montaggio invisibile (o “cieco”) le perline si montano incastrando il maschio nella femmina e non viceversa. L’incastro si rafforza battendo dentro la scanalatura una striscia di perlina col dente.
  2. Si utilizzano le piastrine metalliche a dente da fissare al telaio.
  3. Si incastra la piastrina a dente dentro la femmina e la si fissa sul telaio con due chiodini. Il lavoro riesce meglio con l’apposito attrezzo.
  4. In alternativa alla piastrina si possono usare graffe lunghe e strette da piantare con una graffatrice elettrica che le faccia penetrare a fondo nel telaio.

Conclusioni
L’uso di un impregnante a protezione totale ed a solvente permette di trattare il rivestimento di perline dopo il montaggio, solo sulla faccia esterna. Volendo usare prodotti a base d’acqua occorre darli, su entrambe le facce, prima del montaggio da fare a vernice perfettamente asciutta.