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Come Costruire un mobile per la cucina con rotelle

Un elemento davvero utile, che può essere realizzato con facilità e una spesa contenuta

Costruire un mobile per la cucina, a prescindere dalle mode che vanno e vengono, risulta sempre di una grande utilità, soprattutto oggi che tendiamo a sederci a tavola e avere a portata di mano tutto il necessario senza doverci alzare. Questo mobile per la cucina ha in più, rispetto a quelli convenzionali, un design decisamente originale ed è caratterizzato dall’inserimento di una cassettiera, in metallo di colore rosso, in una cornice di ripiani e pannelli di listellare a finitura naturale.

Taglio e montaggio
Tutti i pannelli di listellare hanno spessore di 19 mm. I tagli sono rettilinei ma, come si conviene nel caso di complementi d’arredo semoventi, che si possono trovare anche in posizioni di passaggio, gli angoli esterni dei ripiani vanno stondati. Per alleggerire la struttura e nel contempo dare supporto ai piani d’appoggio, prepariamo due pannelli modanati, con una curvatura ampia, disposti uno posteriormente, nella parte sinistra, ed uno anteriormente, a destra. Tutti i pannelli in listellare sono fissati fra loro con inserti a lamelle e colla vinilica. Chi non disponesse dello strumento per la loro applicazione può comunque optare per le altrettanto valide spine di legno. Otteniamo una finitura a legno naturale, gradevole al tatto, con tre mani di impregnante trasparente inframmezzate da passate di carta vetrata fine.  Dopo aver fissato in posizione la cassettiera non resta che applicare le quattro rotelle piroettanti per consentire al carrello la totale libertà di movimento.

Cosa serve per Costruire un mobile per la cucina:

  • 1 cassettiera metallica (lunghezzaXprofonditàXaltezza) 285x400x330 mm;
  • Listellare faggio spessore 19 mm: 1 fondo 410×760 mm, 1 montante 410×650 mm, 1 410×550 mm, 2 ripiani superiori 320×410 mm e 2 inferiori 280×390 mm, 1 pannello modanato sinistro posteriore 180×650 mm ed 1 anteriore destro 180×550 mm;
  • Lamelle di giunzione;
  • Colla vinilica;
  • Viti da legno 3,5×16 mm;
  • Materiale di finitura;
  • 4 ruote piroettanti

Costruire un mobile per la cucina – Il progetto

progetto mobile cucina

Tracciatura e taglio curvo con l’alternativo

tracciatura su legno

  1. Sono numerosi i sistemi per tracciare linee curve, ma nel caso di un raggio di curvatura ampio e variabile nella progressione, da eseguire su di un pannello di dimensioni medio-piccole, la scelta migliore ricade sull’uso di un listello sottile e flessibile che possiamo fissare anche da un solo lato, mentre dall’altro lo teniamo in posizione per tracciare la curva.
  2. Il secondo pannello è più corto del primo, ma ha la stessa forma: quindi, dopo aver segnato il primo, passiamo subito al taglio in modo da avere un modello per non variare troppo sul profilo della curvatura. Il taglio è fatto col seghetto alternativo, avanzando molto lentamente lungo la linea.

Un blocco unico con le lamelle

unioni a lamello

  1. per procedere svelti, senza sacrificare la precisione, appoggiamo le parti da unire su una superficie piana e facciamo ampio uso di strettoi per tenere insieme i pannelli nelle varie direzioni.
  2. come sistema di giunzione ci affidiamo alle lamelle che risultano molto efficaci e rapide da utilizzare, sempre che si disponga dell’estensione per smerigliatrice angolare che ne crea le sedi. In alternativa possiamo usare comuni spine di legno.

Unire ferro e legno

mobile fai da te

La cassettiera trova alloggiamento fra i montanti del mobiletto. Per bloccarla nella sua sede, rimuoviamo i cassetti, pratichiamo quattro fori per lato con punta da ferro da 4 mm, mettiamola nella giusta posizione e inseriamo le viti dall’interno con l’avvitatore.

Rinnovare il frigorifero

Il frigorifero “bombato” è divenuto un oggetto “cult”, tanto che le aziende rimettono in produzione i loro modelli anni ‘60. Chi ne avesse accantonato uno, può rinnovare il frigorifero facilmente: basta dargli una sferzata di vivacità, rinnovandone il colore

Ecco un’altra situazione in cui si rende prezioso l’utilizzo di SottoSopra, il ciclo in due fasi (coloritura e finitura) costituito da innovativi prodotti bicomponente che garantiscono grandissima adesività su tutte le superfici, anche le più difficili come le ceramiche, massima coprenza, massima resistenza all’abrasione e ai comuni prodotti chimici di uso domestico, inclusi i detergenti più forti.  Nel caso in questione c’è la necessità di rinnovare il frigorifero che era stato accantonato per anni in cantina. L’oggetto, pur essendo ben conservato, presenta perdita di lucentezza della superficie smaltata; la vernice non è scrostata e quindi non ci sono evidenze di ruggine, ma la patina è opaca e in qualche punto pare sbiadito. Per rinnovare il frigorifero e inserirlo con fierezza nell’arredo di un appartamento è necessario intervenire rivitalizzandone il colore e la lucentezza.  In casi come questi il ciclo di trattamento SottoSopra è quanto di meglio si possa usare perché permette di scegliere da una vasta cartella colori che comprende tinte pastello, metallizzate e perlate, per stendere un colore bicomponente che attacca su tutte le superfici. Il ciclo si completa poi applicando la vernice di finitura trasparente, anch’essa bicomponente, a scelta lucida o satinata.

Rinnovare il frigorifero passo-passo

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  1. La confezione di Colore per Interni è costituita da un barattolo grande che contiene i flaconi dei due componenti epossidici. Il pigmento da aggiungere per ottenere la tinta scelta è fornito a parte, in boccette a grammatura calibrata per poter replicare anche in trattamenti successivi l’identica tonalità. Seguendo le istruzioni sul libretto incluso, si versa il pigmento nel barattolo B e si mescola sino a completa uniformità di colore.
  2. Si versa nel barattolo di latta il componente A e poi il B, quello con il pigmento, e si prosegue a uniformare il tutto. Al termine si aggiunge la quantità d’acqua indicata e si mescola.
  3. Non serve rimuovere alcuno strato di vernice dall’oggetto; basta una passata di spugna abrasiva per eliminare lo sporco resistente e, nel contempo, irruvidire la superficie.
  4. La stesura con rullo di spugna è la più semplice ed efficace; il prodotto non cola e ha una capacità coprente notevole.
  5. Con un rullo più stretto si passa nei punti più difficili
  6. Anche i  bordi poco accessibili vanno trattati, contando anche su una buona mascheratura delle parti che non vanno colorate o sporcate.
  7. Superfici semplici come questa consentono di stendere il colore nel migliore dei modi e potrebbe non essere necessaria neppure una seconda mano, eventualmente da dare dopo 6 ore dalla prima. La vernice di finitura è sempre bicomponente e si prepara con modalità analoghe a quella di fondo, tranne tutto ciò che concerne il pigmento che qui, ovviamente, non va messo. Durante la preparazione il prodotto emulsiona e assume aspetto bianco lattescente, ma durante l’essiccazione diviene del tutto trasparente. La stesura avviene con rullo identico al precedente.
  8. Al termine si rimuove tutto il nastro da mascheratura a protezione delle guarnizioni e delle parti da non colorare.
  9. Procediamo lentamente quando asportiamo il nastro per mascheratura.
  10. Il marchio della casa produttrice del frigo è formato da lettere in rilievo di alluminio, volutamente colorate insieme alle restanti superfici per eliminare l’opacità e le intaccature da ossidazione presenti. Per colorare diversamente le lettere si applica nastro da mascheratura in modo da proteggere meglio possibile la superficie del frigo anche fra un carattere e l’altro.
  11. Usando un rullo da cui la vernice sia stata ben scaricata, in modo che non coli, si passa sulle lettere con mano leggera.
  12. Avendo passato il rullo solo sulla superficie esterna delle lettere e non sui fianchi, il marchio assume evidenza, ma con una tridimensionalità più misurata rispetto a prima.

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Costruire un tavolo da giardino

Un insolito uso del cemento cellulare per un tavolo da giardino durevole ed economico

Quando capita che al termine di un lavoro grosso, magari una ristrutturazione eseguita da un’impresa, restino materiali inutilizzati di vario genere, scatta il guizzo di inventiva che ci porta ad adottare soluzioni insolite pur di riutilizzare le eccedenze ed evitare smaltimenti. Ecco quindi come costruire un tavolo da giardino per il quale sono stati utilizzati avanzi di blocchi di Gasbeton, tavole da 30 mm di due larghezze, 200 e 250 mm, e un travetto 70x70mm.

Cemento cellulare

Con il cemento cellulare si fanno le gambe del tavolo e delle panche. Per ottenere un perfetto allineamento bisogna disegnare a terra le linee perimetrali dei blocchetti, controllandone il parallelismo. Si parte inoltre dal presupposto di avere una superficie piana; eventuali piccole asperità sono assorbite dallo spessore della colla per Gasbeton, se così non fosse è necessario sagomare i blocchetti da incollare a terra, verificando poi che sia mantenuta la planarità e la quota sulla superficie superiore. Per fare il sostegno del tavolo si incollano in sequenza i blocchi interi, tre per parte, messi in costa sul lato lungo. Per quello delle due panche, invece, vanno accorciati quattro blocchi portandoli a 500 mm di lunghezza, che si incollano direttamente a terra, messi in piedi. Questi, due per ogni panca, devono restare a 200 mm circa all’interno, rispetto alla lunghezza della tavola. A colla asciutta, si intonaca il tutto per proteggere il materiale dalle intemperie.

Parti di legno

Per fare il piano del tavolo si uniscono con spinatura di costa le tavole larghe 200 mm, poi si irrobustisce il tutto avvitando due traverse 70x70x900 mm. Le sedute delle panche sono realizzare con le tavole da 250 mm di larghezza. Tutti i bordi vanno leggermente stondati con la levigatrice, poi si procede con il trattamento con protettivo effetto cera. Piano e sedute vanno fissati, preforando legno e Gasbeton, con tasselli ad espansione.

Cosa serve per costruire un tavolo da giardino

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  • Cemento cellulare spesso 120 mm: 10 blocchi da 250×650 mm;
  • Tavole spesse 30 mm: 5 da 200×1600 mm; 2 da 250×1600 mm.
  • Travetto sezione 70×70 mm: 2 traverse da 900 mm;
  • Colla specifica per cemento cellulare;
  • intonaco protettivo;
  • spine Ø 10×50 mm;
  • viti Ø 4,5×60 mm;
  • tasselli Fischer “N” Ø 8x100mm;
  • materiale di finitura per il legno

Tavolo da giardino fai da te

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  1. Il pre-posizionamento dei blocchi serve per controllare, con una tavola e la livella a bolla, che nella posizione definitiva le superfici superiori restino in perfetta orizzontalità. Se così non fosse è necessario abbassare il blocco che “cresce” tagliandolo nella parte a terra, in modo da assecondare anche gli eventuali rilievi del terreno.
  2. I blocchi si tagliano facilmente con un saracco; per andare diritti si bloccano con strettoi due listelli laterali, usandoli come guida per la lama. I listelli devono essere allineati con la traccia del taglio, fatta a matita.
  3. Le caratteristiche del cemento cellulare sono diverse da quelle degli altri materiali edilizi per quanto riguarda sia la muratura sia il rivestimento; per questi lavori esistono prodotti specifici di cui seguire con la massima precisione le istruzioni per l’uso, in particolare per la quantità d’acqua. L’uso del mescolatore montato sul trapano non solo riduce la fatica fisica, ma rende più omogeneo l’impasto.
  4. La colla si stende a terra e poi sopra ogni superficie che deve ricevere un successivo blocco. L’eccedenza va subito rimossa con la cazzuola.
  5. A colla asciutta si stende l’intonaco prima sui lati stretti (ovviamente occorrono listelli di sponda che sporgano di qualche millimetro rispetto ai blocchi, così da ottenere uno strato di uguale spessore su tutte e cinque le facce del blocco); poi, lasciato asciugare, su quelle larghe. Il prodotto è di grana molto fine; quando inizia “tirare” lo si può dolcemente levigare con un frattazzo di spugna inumidita.

Montaggio del piano in legno

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  1. Il lato su cui le tavole vanno unite deve essere squadrato a filo; si fora e, mettendo i marcatori, si segnano i punti da forare nella tavola a fianco. Le spine si inseriscono dopo aver messo un po’ di colla dentro il foro, poi se ne stende un filo sulla superficie e si uniscono le tavole.
  2. In alternativa, per una maggior durata del tavolo se collocato in zone con frequenti precipitazioni, si consideri di fissare le tavole alle traverse staccate l’una dall’altra.
  3. L’unione di più tavole per ottenere piani larghi richiede che vengano unite invertendone la direzione delle fibre (guardandole di testa si deve vedere qualcosa come //////\\). L’uso di spine può essere sostituito da linguette riportate facendo scanalature longitudinali nelle facce di giunzione.
  4. Giuntate le assi, il piano si irrobustisce con due traverse alle quali va fissato con le viti Ø 4,5×60 mm. La testa svasata va portata ad affondare leggermente nella superficie in modo da poter nascondere con stucco la loro presenza.
  5. Sul piano di legno, in corrispondenza della mezzeria della faccia superiore delle gambe di Gasbeton, si aprono fori Ø 8 mm, svasandone leggermente l’imbocco. Sistemato il piano (ma vale anche per le sedute) ben centrato sulle gambe, si proseguono i fori nel cemento fino alla lunghezza del corpo del tassello.
  6. Nei fori si inseriscono i tasselli completi di vite facendoli scendere nelle gambe. Qualche colpo di martello li fa entrare interamente e spinge fino in fondo la vite.
  7. La superficie di piano e sedute viene levigata. Con la carta abrasiva già un po’ consumata si stondano tutti gli spigoli.
  8. Più mani di impregnante effetto cera ad alta protezione del legno esposto all’aperto completano il lavoro.
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  • Pacchetto Lunghezza - 39.0 centimeters
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  • Tavolo componibile
  • Colore: bianco
  • Materiale resistente
  • Prodotto di qualità

Taglio laser personalizzato

Grazie al servizio online www.lasermio.com possiamo ordinare con facilità lavorazioni di taglio laser personalizzate su lamiera metallica senza vincoli di forma

taglio laser personalizzato, taglio laser, taglio personalizzato, servizio di taglio, laser, file dxf, dxf, lasermio, taglio su misuraDa sempre, i servizi “su misura” offerti dagli esercenti, dalle aziende, dai fornitori di servizi, rispondono a una esigenza fondamentale del cliente: trovare esattamente il prodotto che si cerca, ciò che si è pensato o magari solo immaginato. Non è assolutamente facile offrire servizi personalizzati di alta qualità in grado di soddisfare richieste diversificate: per questo motivo quando si trova, invece, un servizio “completo”, è giusto parlarne, doveroso approfondire.

Noi amanti del fai da te (ma anche architetti, ingegneri, progettisti e artigiani) da oggi abbiamo un nuovo alleato per tutto ciò che riguarda le lavorazioni di taglio laser su lamiera. Grazie al recente servizio online offerto da www.lasermio.com, disponiamo di uno “strumento potente” per editare, personalizzare e ricevere direttamente a casa ogni progetto relativo alla fornitura di lamiere metalliche tagliate al laser (dal singolo motivo decorativo, sino a progetti importanti come la realizzazione di cancelli con decorazioni intagliate).

Come funziona il servizio di taglio laser personalizzato Lasermio?
Collegandosi al sito www.lasermio.com, la cui interfaccia utente risulta molto chiara e fluida, veniamo accolti da un ottimo video introduttivo che illustra le caratteristiche dei differenti servizi offerti. 

www.youtube.com/watch?v=UxWc5_QoEaM

Per accedere all’area di gestione dobbiamo registrarci (come privato o azienda) e cliccare su “Preventivo/ordine“. In questa sezione possiamo scegliere tra tre differenti sezioni, ognuna delle quali è specifica per un particolare servizio richiesto:

  • Pannelli per cancelli e recinzioni
  • Servizio di taglio su misura
  • Servizio di taglio su misura con Nester

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Pannelli per cancelli e recinzioni

Se dobbiamo creare un cancello personalizzato in lamiera metallica, questa è la sezione che ci interessa: possiamo scegliere tra le offerte proposte a catalogo oppure utilizzare il configuratore dedicato.

Proposte a catalogo
La scelta è tra tre differenti tipologie (pannelli per cancelli carrabili, pannelli per cancelli pedonali, pannelli per recinzione) ognuna delle quali propone diverse forme, ma con dimensioni standard (entro un certo range) e decorazioni incise al laser prestabilite.

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Configuratore
Utilizzando il configuratore, invece, possiamo personalizzare autonomamente il profilo, i decori e, fattore fondamentale, le misure esatte del nostro cancello o pannello per recinzione.

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Completate le fasi di scelta e personalizzazione si accede all’area preventivi, dove ci verrà indicato un prezzo competitivo per la nostra realizzazione.

Servizio di taglio su misura

Questa sezione rappresenta il “cuore pulsante” del servizio taglio laser personalizzato. È qui che risultano chiare ed evidenti tutte le potenzialità di Lasermio.com Si tratta, infatti, del luogo in cui possiamo “mettere su lamiera” ogni nostra idea, ogni cosa che “ci frulla per la testa”. La personalizzazione è totale, iniziando dalle dimensioni del foglio da incidere:

  • A4 – 210 x 297 mm
  • A3 – 297 x 420 mm
  • A2 – 420 x 594 mm
  • A1 – 594 x 840 mm
  • A0 – 840 x 1188 mm
  • Non standard – misure massime di 1500 x 3000 mm

dal tipo di materiale, che possiamo scegliere tra:

  • Ferro (S235 – Acciaio al carbonio)
  • Acciaio inossidabile (AISI 304 – finitura 28)
  • Alluminio
  • Cor-Ten
  • Ottone
  • Acciaio Inossidabile (AISI 304 – finitura satinato)
  • Rame
  • Ferro preverniciato (un lato)

dallo spessore del foglio (range in mm):

  • Ferro (da 0,8 a 10 mm)
  • Acciaio inossidabile (da 0,8 a 10 mm)
  • Alluminio (da 1 a 5 mm)
  • Cor-Ten (da 1,5 a 10 mm)
  • Ottone (da 0,5 a 2 mm)
  • Acciaio Inossidabile (1 mm)
  • Rame (da 1 a 3 mm)
  • Ferro preverniciato (0,8 mm)

Se non ci sono dubbi sulla scelta della dimensione, del tipo di materiale e del relativo spessore, ciò che potrebbe non essere di immediata comprensione è la dicitura “Seleziona il file Dxf dal tuo PC“. Si tratta, di fatto, dell’informazione più importante da fornire: Il file .dfx contiene il disegno del progetto che vogliamo realizzare: serve per “comunicare” al laser la linea di taglio da effettuare.

Cosa è un file .Dfx?
taglio laser personalizzato, taglio laser, taglio personalizzato, servizio di taglio, laser, file dxf, dxf, lasermio, taglio su misuraQuando si parla di file con estensione .Dfx (Drawing Interchange Format) si intende un formato specifico in grado di “comunicare” con altri programmi. Chi si cimenta con il disegno vettoriale o con la creazione di progetti Autocad, conosce bene questo tipo di file e non avrà problemi a generarlo in proprio (è consigliabile seguire le linee guida riportate qui).

Cosa fare dopo aver caricato il file .Dxf?
Una volta inserito il file e scelte tutte le specifiche, ci verrà fornita un’immagine del nostro progetto e il riepilogo delle caratteristiche desiderate con il preventivo.

Servizio di taglio su misura con Nester

taglio laser personalizzato, taglio laser, taglio personalizzato, servizio di taglio, laser, file dxf, dxf, lasermio, taglio su misuraSe dobbiamo tagliare più pezzi (uguali o differenti) risulta fondamentale ottimizzare il quantitativo di lamiera da utilizzare. Scegliendo il servizio di taglio su misura con Nester, potremo quindi tagliare più elementi minimizzando lo spreco di materiale, abbattendo i costi. Nester fa tutto in automatico, noi dobbiamo solo caricare i file .dxf, scegliere il numero di pezzi e il supporto. Il limite massimo impostato per il trasferimento dei file è di 15Mb.

Come procedere al pagamento

1

A prescindere dalla sezione in cui abbiamo generato il preventivo (Pannelli per cancelli e recinzioni, Servizio di taglio su misura, Servizio di taglio su misura con Nester), se decidiamo di acquistare possiamo scegliere di pagare con:

  • Bonifico
  • Carta di credito
  • PayPal

Entro 72 ore dalla ricezione del pagamento, Lasermio spedirà il pezzo tagliato al laser, all’indirizzo che abbiamo indicato.

Perché scegliere il servizio di taglio laser personalizzato Lasermio?

Come abbiamo avuto modo di vedere, i “plus” a favore di LaserMio sono molti e possiamo riassumerli in:

  • Servizio facile, veloce e sicuro;
  • Servizio ideale se abbiamo necessità di avere piccoli quantitativi in tempi rapidi;
  • Supporto totale per la gestione dei file .dxf;
  • Unico referente;
  • Ideale per gli hobbysti fai da te, ma anche per i professionisti come architetti, ingegneri e progettisti.

www.Lasermio.com è la scelta ideale per il taglio laser personalizzato!

Tornitura dissociata | Come si esegue

Con l’aiuto di due supporti autocostruiti si possono tornire i pezzi su facce opposte con effetti particolari

Con il metodo di tornitura tradizionale (longitudinale o tornitura trasversale) si lavora il pezzo, un tronco cilindrico o un listello quadro che sia, sul lato esterno, sagomandolo e praticando incisioni con l’aiuto di sgorbie e scalpelli dopo averlo fermato tra platorello e contropunta. Invece, con la tornitura dissociata, anziché un pezzo unico ne lavoriamo quattro bloccati insieme. Possiamo in un secondo tempo rivoltare la faccia lavorata verso l’interno, così da ripetere la sagomatura sulla faccia opposta e ottenere effetti originali.

Per fare questo dobbiamo semplicemente predisporre due “flange”, due appoggi dedicati, da porre alle due estremità, interponendoli a platorello e contropunta. Questi sono in grado di accogliere al millimetro quattro listelli quadri di sezione 50×50 mm, ben piallati e della lunghezza richiesta dal lavoro. Inserendo però dei riduttori da 10 o 20 mm si possono lavorare anche listelli di 40×40 o 30×30 mm. Nella tornitura dissociata è fondamentale la precisione delle misure.

Per l’incavo interno che ospita i pezzi si predispone una dima quadrata di legno con lato 100 mm e spessa 15 mm, intorno a cui va costruita la flangia. Per le basi occorrono due piastre di legno semiduro, come noce, faggio o castagno, con lato di 200 mm, spessore 20 mm e foro centrale M8.

Per la cornice laterale occorrono, per ciascuna piastra, 4 listelli spessi 15 mm. Bloccata la dima al centro della piastra, si montano intorno i listelli con colla e viti. A incollaggio avvenuto, attendendo circa 24 ore, si toglie la dima e si smussano gli angoli. Montando il pezzo semigrezzo sul platorello con brugola M8 lo si rende perfettamente circolare.

Si segna sulle flange una numerazione da 1 a 4, da ripetere anche su ciascun pezzo in lavorazione: in questo modo siamo sicuri, quando li smontiamo e li giriamo, di rimetterli nella posizione giusta rispetto all’azione di tornitura.

Costruzione delle flange per la tornitura dissociata

tornitura dissociata

schema tornitura

1-2. La tavoletta quadrata che fa da dima in vista laterale e frontale. 3. Vista laterale della dima appoggiata e centrata sulla base della flangia; il foro al centro permette di centrarle perfettamente e bloccarle con bullone e dado. 4. Con la dima in posizione, vista frontale dei listelli posizionati tutti ad avvolgerla sul contorno. Vista frontale e laterale delle due flange completate. I listelli di contenimento messi sul contorno sono stati incollati ed avvitati; poi, prima ancora di rimuovere la dima, è seguita la sgrossatura di ogni flangia e il passaggio alla tornitura. Come completamento, la marcatura dei lati: essendo le flange speculari, sulla prima (5), nel cui centro va posto l’inserto M8 per il mandrino, sono segnati in senso orario; sulla seconda (6), nel cui centro va posto l’inserto per la contropunta del tornio, sono segnati in senso antiorario.

Lavori con la tornitura dissociata

candelabro fai da te

  1. La lampada a luce interna e il portacandele sono realizzati con la tecnica della tornitura dissociata, con elementi sagomati sia all’interno sia all’esterno.
  2. Con i quattro listelli quadri serrati con precisione nella scanalatura predisposta sulle flange, si tornisce quella che deve diventare la parte interna.
  3. Si volta verso l’interno ciascuna parte lavorata, si ricompone il tutto tra le due flange e si tornisce anche all’esterno; la numerazione dei pezzi e delle flange facilita il montaggio e l’orientamento dei pezzi.
SOGI M1-250 Tornio per metalli da banco 180 x 300 avanzamento automatico longitudinale
  • Altezza punte: 90 mm - Diametro tornibile sul banco max: 180 mm - Distanza tra le punte: 300 mm - Corsa contropunta cannotto: 55 mm - Passaggio barra: 20 mm - Dimensione utensile max: 8 x 8 mm
  • Altezza punte: 90 mm - Diametro tornibile sul banco max: 180 mm - Distanza tra le punte: 300 mm - Corsa contropunta cannotto: 55 mm - Passaggio barra: 20 mm - Dimensione utensile max: 8 x 8 mm
  • Altezza punte: 90 mm - Diametro tornibile sul banco max: 180 mm - Distanza tra le punte: 300 mm - Corsa contropunta cannotto: 55 mm - Passaggio barra: 20 mm - Dimensione utensile max: 8 x 8 mm
  • Attacco cono mandrino: CM 3 - Attacco cono contropunta: CM 2 - Filettature metriche (n° 10): 0,40 - 2,0 mm - Avanzamento longitudinale: 0,10 mm/giro
  • Corsa longitudinale del carrello: 300 mm - Corsa trasversale della slitta: 70 mm - Velocità mandrino (alti regimi): 100÷2500 giri/min - Velocità mandrino (bassi regimi): 100÷1100 giri/min
Tornio di precisione FD 150/E
  • Trasmissione a cinghia a 2 posizioni e regolazione elettronica della velocità; per torniture in piano, longitudinali, concave e coniche, per troncare e forare; completo di mandrino a tre griffe e contropunta girevole
  • Distanza tra le punte: 150 mm; altezza del centro sulla guida: 55 mm; altezza del centro su slitta: 33 mm; avanzamento longitudinale: 40 mm; avanzamento trasversale: mm 60; torretta portautensili in acciaio per utensili da 6 x 6 mm; assaggio barra: 8,5 mm
  • Trasmissione a cinghia a 2 posizioni con regolazione elettronica della velocità: posizione 1 = 800-2800/min; posizione 2 = 1500-5000/min.
Einhell TC-WW 1000 Tornio Per Legno
  • Supporto per pezzo da lavorare
  • Funzionamento a cinghie regolabili su quattro velocità
  • Supporto contropunta per fissaggio e centraggio del pezzo da lavorare
  • Facile da usare
  • Realizzato in materiale durevole
PROXXON 27020, Torni (5000 RPM), Verde
  • Strumenti domestici
  • Controllo della velocità tra 1.000 e 5.000 giri al minuto
  • Scopri la nostra gamma completa di prodotti
  • Il nostro obiettivo principale è la soddisfazione del cliente

Box per biciclette fai da te

Una semplice ed elegante box per biciclette per tenerle al coperto e all’asciutto occupando la minima superficie possibile

Box per biciclette, box bici, box fai da te, bon bici fai da te, deposito bici, costruire un box, ciclobox, ripostiglio per biciclette, bici al copertoPremettiamo che la realizzazione di un box per biciclette potrebbe, secondo i regolamenti edilizi dei singoli comuni, richiedere un’autorizzazione e che, in un condominio, va approvata dall’assemblea dei condòmini in quanto occupa spazi comuni. Superate le pastoie burocratiche, la realizzazione del box per biciclette non è né difficile né onerosa, si tratta solo di taglio e montaggio di tavole e listelli.

Il montaggio è affidato tutto quanto a viti e chiodi; chi sa e può, renderà più sicure le giunzioni con incastri a mezzo legno o a forchetta. La cosa più interessante della realizzazione sta nel fatto che per sistemare le biciclette in verticale non occorre sollevarle, basta spingerle dentro un’incastellatura studiata in modo tale che una volta superato agevolmente il “punto morto” è il peso stesso del veicolo a mantenerlo in posizione, senza ganci o altro del genere.

Appare evidente che, avendo in garage o nel box quel po’ di spazio sufficiente ci si può limitare a realizzare la sola incastellatura fissandola alle pareti del locale. lSecondo i casi la tettoia si fissa o con gettate di cemento (nel terreno) o con piastre zincate ad L e tasselli (su pavimenti duri).

Cosa serve per realizzare un box bici

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Il compasso da usare per la sagomatura dell’arco è un listello 10×50 mm, lungo almeno due metri, attraversato ad un capo da un chiodo che fa da perno al tracciato. A 1830 e 1900 mm dal chiodo apriamo due fori in cui possa passare la matita.

Per la tettoia: (Per ogni posto in più dei due previsti allungare di 70 cm gli elementi orizzontali G ed H, l’ondulato di copertura ed aggiungere un montante E ed un arco A. Un’anta della porta per ogni posto bici. Misure in mm)

  • abete, pino o larice sezione 45×245 (tavola da ponte) (3 archi A);
  • sezione 45×70 (2 montanti B da 1930; 2 montanti C da 1500; 2 traverse D da 1160; 1 montante centrale E da 2000;
  • sezione 45×45 (2 montanti F da 1900);
  • sezione 28×120 (1 traversa frontale G da 1480);
  • sezione 19×95 (19 elementi di fondo H da 1480; 38 elementi laterali J da 1300; 26 elementi K per le porte da 735; 2 rinforzi diagonali L da 1550; 4 montanti M da 1295);
  • sezione 19×45 (1 riscontro porta N da 1295).
  • Una copertura flessibile O e P lunga 1600 e larga a misura dell’arco più 50 mm.
  • Per gli elementi B, C, D, F, se da interrarne la base, aumentare la lunghezza di quanto occorre al bisogno.
  • 5 blocchi o getti di cemento per l’interramento o piastre metalliche ad L per fissaggio a filo terra;
  • 2 catenacci zincati o d’ottone;
  • 4 cerniere a libro 60×120;
  • viti Ø 4×20, 4×35, 4×40, 4×45, 4×50, 5×60, 5×70, 6×120;
  • viti zincate con isolante di plastica per fissare la copertura ondulata;
  • chiodi zincati Ø 2,2×45;
  • impregnante e vernice protettivi.

Per ogni posto bici: (calcolare la larghezza della pista di scorrimento in base a quella dei copertoni) aumentata di 10/15 mm)

  • Tavole spesse 19 (3 elementi verticali A da 1900; 3 elementi orizzontali B da 836; 2 braccia C da 700;
  • 2 tappi D a misura;
  • 2 volpi E da 830;
  • 1 base per le volpi F da 900);
  • 2 piastre forate zincate 2x90x180;
  • viti Ø 4×20, 4×45 e 4×50;
  • materiale di protezione e finitura

Box per biciclette con struttura ad arco

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  1. Il pezzo D viene fissato fra i montanti B e C, avvitandolo di testa con viti Ø 6×120 mm. Più sicuro e non molto più difficile, allungandolo di 140 mm, unirlo con incastro a mezzo legno rinforzato con spine trasversali.
  2. Sul telaio ad U formato da base e montante appoggiamo una tavola A in modo che il suo bordo superiore sfiori le estremità dei montanti B e C. Con un listello lungo un paio di metri tracciamo due archi di cerchio. Sui capi della tavola tracciamo i bordi esterni dei montanti. Facciamo i due tagli sbiechi con la troncatrice e i due curvi con l’alternativo. Il pezzo ci serve come guida di taglio per gli altri archi.
  3. Poggiamo l’arco sui montanti C e D e seguiamone il bordo inferiore con la matita in quello corto. L’altro capo si taglia al filo esterno di quello lungo.
  4. L’arco si fissa ai montanti con viti Ø 6×120 di testa sul B e Ø 5×70, di sbieco sul C. Anche qui vale quanto detto per la foto 1; in questo caso non occorre accorciare il pezzo A, ma allungare di circa 70 mm i due montanti

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  1. Conviene rifinire i due telai esterni, stuccando le giunzioni e verniciandoli, prima di procedere al montaggio.
  2. Le tavole, larghe 95 mm, si inchiodano all’interno dei telai, distanziandole di 5 mm. Un listello stretto contro il montante posteriore aiuta a porle al filo esterno del telaio.
  3. Una piccola complicazione è la sagomatura con l’alternativo delle ultime cinque tavole che poggiano sull’arco.
  4. Nelle porte le tavole sono strette fra loro. Cominciamo col fissare la prima e l’ultima tavola ai montanti M. Un montante va a filo del capo delle tavole, l’altro va spostato all’interno di tanto quant’è lo spessore della parete del box per biciclette.
  5. Una volta fissate le tavole ai due montanti M, rinsaldiamo e teniamo in squadra l’anta con una tavola diagonale inchiodata.

Il sostegno per le biciclette

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  1. L’idea geniale della realizzazione sta nei sostegni delle biciclette fatti in modo tale da non richiederne né sollevamento né aggancio. La larghezza della rotaia va calcolata in base alla misura degli pneumatici aumentata di 10/15 mm. Lunghezza ed altezza delle braccia C dipendono dalla lunghezza della bici e dal diametro delle ruote.
  2. Tre tavole avvitate a formare una U formano la rotaia. La tavola del dorso può differire in larghezza per adattarsi al copertone. L’avvitatura è la soluzione più semplice ed idonea.
  3. L’unione fra il ramo verticale e quello orizzontale della L richiederebbe incastri difficili: piastre metalliche zincate, rettangolari o ad L, risolvono il problema.
  4. Per mettere a posto la bicicletta basta farla scorrere dentro la rotaia, semplicemente spingendola. Quando la ruota posteriore si incastra nel pezzo inclinato il centro di gravità della bicicletta viene a trovarsi all’esterno del fermo D, per cui la bicicletta rimane stabile senza bisogno di agganci. Per estrarla basta tirarla per il sellino e farla scivolare all’indietro.
  5. Le misure dei rami della L valgono per ogni bicicletta; quelle della volpe E/F cambiano in base al diametro delle ruote.
  6. Prima di fissare il sostegno al fondo della capanna conviene controllare che accetti bene la bici cui è destinato. Questo va fissato al fondo del capanno con tre o quattro viti Ø 4×40 mm che ne attraversano il dorso. Il ramo orizzontale è meglio che resti sollevato da terra di 5 o 10 mm.

Assemblaggio box per biciclette fai da te

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  1. Tutti i pezzi della capanna: da sinistra un’anta, il longherone frontale e l’arco centrale appoggiati sul fondo, mostrato dal suo lato esterno e capovolto. Dal centro del fondo sporge il capo del montante destinato a poggiare a terra (su una pavimentazione rigida) o ad incastrarsi sui getti di cemento. A destra le due pareti.
  2. Perché il nostro box per biciclette non si sgangheri al semplice aprire le porte, occorre che sia saldamente ancorata al suolo (qui su blocchi di cemento) e che le pareti siano perfettamente a piombo. Montata la prima parete vi avvitamo contro il fondo con viti Ø 5×70 mm che attraversano i montanti F e penetrano nel rivestimento di tavole.
  3. Contro il bordo libero del fondo, o meglio contro il suo montante F ancora libero, accostiamo la seconda parete bloccandola con morsetti. Fissiamola prima a terra sempre controllandone piombo, squadro e (con la tavola G come distanziale) l’esatta distanza dalla parete già fissata. Avvitiamola, dall’interno, al montante del fondo.
  4. La struttura si completa inserendo prima fra le pareti la tavola frontale G da fissare con viti Ø 5×60, poi fissiamo il terzo arco, tagliato all’esatta misura, collocandolo fra il montante centrale del fondo (viti Ø 6×120) e la tavola frontale (vitiØ 5×70 mm). Inutile ripetere che chi sa e può trasformerà queste unioni in incastri.
  5. Data la curvatura della parte superiore del capanno è necessario usare un tipo di copertura flessibile e che possa essere ancorato senza difficoltà alla struttura. Qui viene proposto l’uso di una plastica ondulata, comoda ed economica, disponibile in teli lunghi fino a 4 metri. Per tagliarla occorre una lama a denti fini meglio se in HM.
  6. Per garantire lo scarico all’esterno del capanno la lastra deve sporgere lateralmente e frontalmente rendendo invisibili gli archi. Per guidare l’avvitatura basta applicare sulla lastra tre nastri di carta maschera fissandoli ai punti di attacco degli archi (davanti o dietro), sovrapponendo la lastra e tirando i nastri fino ai punti d’attacco opposti.
  7. Le porte si articolano su cerniere a libro, zincate od ottonate, abbastanza robuste da reggerne il peso, Maggior affidamento darebbero delle paumelles (le cerniere normalmente usate per le porte interne) che però comportano la necessità di scavare, nei montanti delle porte e delle pareti, la sede per incassarvi le ali dei cardini.
  8. Concludiamo con l’applicazione alle porte di due catenacci e di una o due maniglie. Un catenaccio viene fissato, verticale, all’interno di un’anta, facendolo entrare in un foro aperto nel bordo inferiore della tavola frontale. L’altro, eventualmente munito di occhielli per un lucchetto, si fissa orizzontale all’altra anta.

Box per biciclette

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Diorami fai da te

Simpaticissimi diorami fai da te che rappresentano nei minimi particolari gli ambienti domestici

Il modellismo è nato contemporaneamente al lavoro in grande e vi si sono dedicati già gli Egizi trenta o quaranta secoli fa, i Cinesi ed ogni altro popolo che abbia costruito oggetti o edifici e che, per motivi tecnici o per puro piacere estetico, li ha riprodotti in miniatura, realizzando diorami fai da te. Letteralmente “Diorama” significa riprodurre in scala ridotta un’ambientazione (sia essa reale o di pura fantasia). Prendendo spunto dai tipici quadretti tridimensionali tirolesi che generalmente illustrano cucine con camino, le tipiche Stube, possiamo realizzare diorami fai da te per riprodurre con la massima fedeltà gli altri ambienti della casa, interpretati in stile semirustico o borghese.  Qui presentiamo diorami fai da te che rappresentano due ambienti, una stanza per il cucito ed una cucina; di altri diamo solo l’immagine finale per ammirare l’abilità e la pazienza .

Materiali di recupero  per i diorami fai da te
Se le realizzazioni hanno richiesto molto impegno di fantasia e di abilità manuale, nullo o quasi è l’impegno finanziario. Tranne la cornice, tutto il materiale usato proviene da altri scarti di lavorazione, scatole da scarpe, minuterie metalliche, straccetti e ritagli, avanzi di carta da parati ecc, o è costato pochissimo: pezzetti di balsa, plastica autoadesiva, adesivi, flatting. 

Cosa serve per realizzare diorami fai da te

diorami fai da te 2

  • fogli per découpage,
  • colori acrilici,
  • accessori vari
  • legno di balsa
  • stoffe assortite
  • colla vinilica
  • vernice trasparente
  • forbici,
  • pinzette diritte e a becchi curvi,
  • cutter,
  • tronchesino
  • colori per modellisti

Una sartoria nel libro

diorami fai da te 1

diorami fai da te  18

Per la copertina del finto libro occorre scegliere la carta per découpage, stabilire il disegno e rivestire il cartone secondo le regole; occorre proteggere il tutto con diverse mani di vernice e lasciare asciugare. Si dipinge l’interno come se fosse una stanza, si inserisce una macchina da cucire in scatola addobbata con stoffe, filo, metro, forbici e quant’altro suggerisce la fantasia; si aggiungono alcune stoffe montate su cartoncino o arrotolate su spiedini di legno. Si proteggono tutte le pareti con vernice trasparente all’acqua.

Diorama fai da te cucina

diorami fai da te 3

Preparata una scatola di cartone a misura della cornice scelta, la si riveste esternamente con carta a piacere, meglio se da parati. Si dipingono o si incollano le piastrelle per il pavimento e per una parte delle pareti utilizzando la pasta sintetica; si pittura il resto o si incolla carta da parati adeguata. Si preparano le parti della stufa con legno di balsa o cartoncino resistente e le si dipingono di nero. Si abbellisce la stufa con accessori vari e si impreziosisce la stanza con decori, poster, tappeti, asciugamani. Inserito il vetro nella cornice si incolla il tutto sulla scatola.

diorami fai da te  14

  1. Da un foglio di cartone abbastanza consistente si ritagliano le quattro pareti della scatola lunghe quanto le battute interne dei lati della cornice, diminuite dello spessore del cartone se le disponiamo “a correre” o, su due soli lati opposti, del doppio dello spessore se le disponiamo “a chiudere”.
  2. Un filo di colla a rapida presa sui bordi corti delle pareti permette di ottenere una scatola senza fondo i cui quattro lati sono incollati l’uno all’altro. Alla scatola così ottenuta va incollata da una parte la cornice e dall’altra il fondo.
  3. La scatola entra a misura nella battuta posteriore della cornice nella quale sarà incollata al termine del lavoro. Sui bordi della scatola che, incastrata nella cornice, resta in quadro, incolliamo il fondo, tagliato con una certa abbondanza e, a colla asciutta, ne rifiliamo col cutter i bordi lungo le pareti.
  4. Tutto l’esterno della scatola viene foderato con strisce di carta che, oltre allo scopo decorativo, servono anche a irrigidirla e tenerla in quadro; la minima superficie di contatto dell’adesivo, infatti, non garantirebbe la tenuta.
  5. Trattandosi di una cucina, è opportuno piastrellarla, in basso con piastrelle larghe ed in alto con piastrelline. La piastrellatura si fa incollando dentro la scatola strisce di carta opportunamente decorata.
  6. Le strisce, tagliate della larghezza esatta, vanno lasciate un po’ più lunghe dello stretto necessario. Si incollano partendo da una parete, stendendole con cura fino all’angolo evitando pieghe, passando poi al pavimento, risalendo infine sulla seconda parete e rifilando l’eccedenza (più facile togliere quanto cresce che aggiungere quanto manca).

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  1. Da un foglio sottile di balsa si ricavano i pezzi della cucina economica che comprendono le pareti, il piano di cottura, lo sportello del forno ed i due frontali del cassetto per la cenere e di quello dello scaldavivande.
  2. Nella parete frontale della cucina si apre uno scarico che mostra i piedi. Le pareti sono unite fra loro a chiudere i fianchi tra le facciate. Lo sportello del forno e i frontali dei cassetti sono semplicemente incollati.
  3. La cappa è un ritaglio di lamiera sottile di ottone sagomata con le forbici e modellata su un dito. Viene poi incollata alla parete di fondo, dopo aver posizionato anche il tubo della stufa, fatto con un cilindretto di plastica.
  4. Le rondelle a ventaglio, nei loro vari diametri, si prestano a riprodurre i poggiapentole con un effetto abbastanza realistico per una cucina a gas, ma non per una stufa economica coi suoi anelli concentrici difficili da riprodurre.
  5. Nei negozi di giocattoli si trovano pentole, pentolini e stoviglie varie. La scala di riduzione dell’intero locale è stata calcolata proprio in base alle misure di questi piccoli accessori, che una goccia di adesivo strutturale mantiene in posizione.
  6. La vernice nera, ad acqua, viene assorbita dal legno lasciando una finitura opaca che riproduce bene l’aspetto di una cucina economica usata a lungo. Per fissare alla scatola la cucina completata, si stende sul suo retro la colla con un pennello.

diorami fai da te  17

Completati il montaggio e la decorazione della cucina si conclude il lavoro incollando sui bordi della scatola la cornice. Il tutto può essere appeso al muro (predisporre solide attaccaglie prima di rivestire l’interno della scatola) o poggiato sul bordo di un ripiano. Per poggiarlo su un tavolo bisogna fissare al bordo posteriore della base un listello spesso quanto la sporgenza della cornice rispetto alla base. Il risultato ripaga largamente la fatica e la pazienza usate.

diorami fai da te 4

Diorama ambulatorio medico

diorami fai da te 5

In questo caso l’autrice ha riprodotto con un elevato spirito di osservazione ed un’estrema cura dei dettagli uno degli ambienti che meno si vorrebbero frequentare: l’ambulatorio medico. Da notare la cura dell’arredamento: non mancano il rotolo di carta da stendere sul lettino, lo stetoscopio, la pavimentazione in piastrelle di grés: unici particolari cui ha dovuto sopperire con fantasia (né poteva fare altrimenti) il campionario di farmaci dentro il bellissimo armadietto a tre ante vetrate.

Il salotto a righe

 

diorami fai da te 9

Incredibile la pazienza con cui sono stati realizzati il divano e la poltrona, corredati dei loro cuscini. Lo scaffale in tavolette di balsa richiama i mobili dell’Ikea ed i libri, uno perfino aperto, contenuti in questo scaffale ed in quello più piccolo hanno un aspetto davvero realistico. Perfettamente realizzato anche il tavolino con due cassetti (supponiamo non apribili, ma non si può dire) ed il piano di balsa bordato da listelli di ramino o faggio.

Chiosco dell’erborista

diorami fai da te 10

Dentro un’elegantissima edicola, frontalmente chiusa da vetrine sormontate da lunette, troviamo una razionale scaffalatura ricolma di cartocci in cui, mezzo secolo fa o giù di lì, i negozianti custodivano le sementi e le granaglie. Fra i cartocci troviamo le bustine di semi di fiori, ovviamente illustrate, e subito sotto le cassette con i bulbi ed i tuberi. Una cesta con teste di girasole completa l’opera.

Fiera paesana 

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In un vasto spazio contornato da padiglioni si assiepa una folla indistinta. Sulla destra un “palazzo delle nazioni” da cui garriscono al vento bandiere fra le quali si distinguono chiaramente quella statunitense, svizzera, austriaca e tedesca. In primo piano un cavaliere che, con un compagno sceso un po’ più avanti, si prepara al concorso equestre. 

Finitura delle perline in legno

Le perline sono ancora oggi uno dei tipi di rivestimento più diffuso ma, poiché una parete tutta di legno si addice a un ambiente rustico o a una baita di montagna, si tende a trattare queste liste di legno e il loro caratteristico incastro con i più svariati prodotti di finitura spaziando da quelli che coprono completamente il materiale a quelli che ne lasciano a vista la venatura, in quest’ultimo caso conservando o coprendo il colore del legno

Le perline sono assi di legno spesse da 8 a 12 mm, fresate sui lati lunghi a maschio e femmina così da incastrarsi le une nelle altre. Le diverse lunghezze disponibili, fino a 4 metri, permettono di rivestire intere pareti senza giunzioni nel montaggio in verticale, che è la posa più comune; tuttavia possono essere montate anche in orizzontale, in diagonale, a tolda di nave ecc. Con l’aumentare della lunghezza, aumenta però anche il rischio di svergolature che possono causare difficoltà di montaggio e di incastro: evitiamo di acquistare perline lunghe che si presentano sciolte, preferiamo quelle impacchettate a gruppi di 8-10 per limitare questo inconveniente. Anche se acquistiamo perline di prima scelta, esiste la possibilità che contengano nodi evidenti: se sono impacchettate il difetto non è riscontrabile e bisogna tenerne conto in base alla finitura che intendiamo applicare. I nodi, infatti, si presentano più scuri e spesso scabri, talvolta costituiscono un punto debole in quanto sono passanti e non ben solidali con il legno circostante. l Questo può costituire un problema se intendiamo mantenere l’aspetto naturale del legno: la tonalità chiara della finitura evidenzia il contrasto cromatico tra la superficie compatta e i nodi. Se, invece, intendiamo stendere una finitura delle perline coprente quale può essere uno smalto, possiamo stuccare e carteggiare le imperfezioni, riuscendo anche a compattare nodi poco stabili. La finitura delle perline si può effettuare prima o dopo la posa, a pennello o a spruzzo: se si tratta di rivestire un soffitto è preferibile rifinire le perline una a una prima della posa, solo sulla faccia a vista, per evitare di lavorare in posizione scomoda. Tra una mano e l’altra è sempre bene effettuare una leggera carteggiatura per ottenere come risultato finale una superficie liscia; in linea di massima sono da preferire le finiture satinate a quelle lucide, per evitare sgradevoli riflessi causati dall’illuminazione naturale o artificiale.

Leggi la nostra guida su come verniciare il legno

Verniciare il legno | Guida completa illustrata

Finitura delle perline in legno

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  1. La carteggiatura è l’operazione preliminare a ogni trattamento di finitura. Deve essere leggera, ma accurata per asportare ogni traccia di sporco. Anche tra una mano e l’altra di impregnante o di pittura non coprente è bene ripassare con una carta vetrata molto fine per lisciare il pelo rizzato dalla pittura.
  2. L’impregnante, lucido o satinato, stende su tutto il legno un velo protettivo lasciando perfettamente a vista la venatura; si possono scegliere tinte che, stando sulle tonalità del legno naturale, possono essere più chiare o più scure.
  3. Possiamo decidere di coprire il legno usando uno smalto del colore preferito, sempre nella versione lucida o satinata; in questo caso due mani di pittura danno alla superficie una finitura compatta e uniforme. Che si tratta di perline di legno lo mostra solo la sottile scanalatura di giunzione tra un elemento e l’altro.
  4. Esistono invece pitture che, pur essendo disponbili in tutte le tinte, non sono coprenti e lasciano intravedere le venature del legno. L’effetto finale è più tenue, ma anche più caldo e personale di quello dato da uno smalto coprente.
  5. Se il legno presenta tracce di sporco, macchie di resina o colla deve essere prima di tutto lavato e risciacquato; quando è perfettamente asciutto va levigato con carta vetrata grana 240 passata accompagnando la direzione della fibra.
  6. Il colorante si applica con un pennello moderatamente intinto senza tirarlo troppo; si può usare anche una spugna o uno straccio.
  7. La pittura tende ad alzare il pelo del legno; tra una mano e la successiva può essere necessaria una passata leggerissima di carta vetrata. Usiamo un tampone di legno per essere sicuri di agire con uniformità sulla superficie.
  8. Quando il colore è omogeneo (passare uno straccio elimina i segni del pennello se sono troppo evidenti) e perfettamente asciutto può essere protetto e valorizzato con una finitura o una cera incolore.

Finitura delle perline per il bagno e la cucina

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  1. Una facile trasformazione permette di cambiare a fondo il look della cucina. Bastano poche perline, opportunamente trattate contro l’umidità e pitturate in una tinta forte e contrastante con il resto dell’arredamento, per dare vivacità a un angolo prima spento. Un bordo di plastica in tinta legno isola il rivestimento dagli schizzi più consistenti di acqua e fa da collegamento tra il lavello d’acciaio e la parete in perline blu. La barra portaoggetti e i numerosi ganci di acciaio aggiungono una nota di modernità.
  2. Se tutti i mobili e i pensili della cucina hanno le calde tonalità del legno, il rivestimento di perline può stare in tono adottando colori chiari tendenti al beige. Il rivestimento copre la fascia che separa piano di lavoro dai pensili e non si spinge in alto come si tendeva a fare con il rivestimento di piastrelle.
  3. Anche in bagno le perline, trattate con un buon protettivo antiumidità e rifinite con una pittura che non sia troppo coprente, ma tenda a lasciar intravedere il legno, fanno la loro bella figura. In questo caso il rivestimento ricopre anche le pareti della vasca da bagno; pesanti battiscopa e bordini di finitura sottolineano ancora il materiale. La stessa tinta è stata usata anche per lo specchio e per le mensoline: essendo una tinta molto chiara e luminosa, si ha una percezione dello spazio come fosse più ampio.

Finitura delle perline, perline, perline di legno

Anche quando pensiamo a soluzioni nuove per decorare la nostra casa molto spesso trascuriamo il soffitto per il quale una mano di bianco è quasi sempre più che sufficiente. Ma il soffitto è un elemento importante per creare un ambiente armonioso e gradevole, tant’è vero che quando vi applichiamo qualcosa cattura subito l’attenzione. Per una soluzione originale possiamo rivestirlo di perline pitturate di bianco, posate direttamente sul soffitto o, se troppo alto, su con una controsoffittatura in cartongesso. Alcune perline, disposte in modo casuale, possono essere colorate in altra tinta per movimentare il rivestimento che, altrimenti, potrebbe sembrare troppo uniforme.

Aspiratrucioli fai da te

Autocostruzione di un intelligente accessorio da interporre tra la macchina che lavora il legno e l’aspiratore: permette di recuperare trucioli e segatura, riutilizzabili per pulizie o per fabbricare tronchetti accendifuoco, ed evita intasamenti del tubo di raccolta e dei filtri

Alcune lavorazioni del legno, specialmente la piallatura e la fresatura, producono trucioli grossolani che possono intasare il tubo di un comune aspiratore: in questi casi si utilizzano gli aspiratori ciclonici, collegati tramite tubi di grosso diametro (100 mm o più).

I modelli in commercio hanno uno sviluppo verticale: sopra c’è un sacco di tessuto microporoso che lascia uscire solo l’aria (teoricamente), mentre i corpi solidi, mossi dalla forza centrifuga, ruotano all’interno di un vano conico che li convoglia verso il basso, in un contenitore (o sacco) di raccolta.

Se nel nostro laboratorio la produzione di trucioli si limita a poche passate di piallatura a spessore, possiamo costruire un aspiratrucioli fai da te ugualmente funzionale, con il vantaggio che possiamo sfruttarlo anche mentre utilizziamo la circolare, la levigatrice, il seghetto alternativo: la segatura raccolta può essere utile per assorbire unto o rimuovere macchie ostinate dal pavimento.

Coperchio a incastro per l’aspiratrucioli fai da te

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  1. Con il flessometro rileviamo il diametro esterno e interno del bidone che vogliamo utilizzare.
  2. In base alle misure disegniamo due cerchi su un pannello di legno truciolare e ritagliamone i contorni.
  3. Esattamente al centro, foriamo i due dischi per potervi inserire una spina di legno Ø 6-8 mm, senza incollarla.
  4. Sulle due facce da portare a contatto stendiamo diversi cordoni di colla vinilica.
  5. Uniamo i due dischi grazie alla spina centrale, battiamo con il mazzuolo per distribuire la colla e serriamo tra morsetti fino a completa asciugatura.
  6. Estraiamo la spina e utilizziamo il foro come guida per una sega a tazza Ø 100 mm.

Il ciclone che separa i trucioli dall’aria

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  1. Per conformare il ciclone  del nostro aspiratrucioli fai da te supponiamo di utilizzare un foglio di acetato piuttosto spesso.
  2. Quello che dobbiamo ottenere è un tronco di cono che ha la base minore Ø 100 mm e la base maggiore Ø 200 mm e, nel nostro caso, un’altezza di circa 280 mm: dobbiamo perciò ottenere una figura solida partendo da una figura piana (il foglio di acetato), per cui dobbiamo tracciare lo sviluppo della superficie laterale del tronco di cono. La procedura da seguire si trova sui libri di geometria o su internet; realizziamo il disegno su un foglio di cartone per ricavare una dima. Per tracciare i due archi tra i quali è compreso lo sviluppo del ciclone abbiamo bisogno di un ampio compasso, che possiamo ottenere rapidamente con un pezzo di spago, legando a un’estremità una matita e all’altra un chiodino.
  3. Appoggiamo la dima sul foglio di acetato e fissiamola lungo il perimetro con strisce di nastro di carta, quindi ritagliamo il foglio seguendo la forma.
  4. Chiudiamo i lembi del foglio di acetato e formiamo il tronco di cono, sovrapponendoli leggermente e chiudendo la linea di giunzione con due strisce di nastro adesivo telato, una all’interno e una all’esterno, verificando che il diametro minore permetta al ciclone di inserirsi nel foro praticato al centro del coperchio del serbatoio. Rileviamo la misura del diametro superiore e, sempre da un pezzo di truciolato, ritagliamo un disco che abbia un diametro inferiore di pochi millimetri.
  5. Il disco si incastra nella bocca superiore del ciclone rimanendo un poco sottomesso rispetto al bordo: lo fissiamo con strisce di nastro telato applicate lungo il perimetro, in modo da sigillarlo completamente per non avere perdite di aria. Al centro, con una sega a tazza, apriamo un foro di diametro adeguato al bocchettone del tubo collegato all’aspiratore.
  6. Poco sotto il disco, lateralmente, apriamo nell’acetato un foro per l’inserimento del bocchettone all’estremità del tubo collegato alla macchina.
  7. Azionando l’aspiratrucioli fai da te e mettendo in funzione la macchina i trucioli e gran parte della segatura cadranno nel bidone, solo un poco di polvere finirà nel sacchetto dell’aspiratore.

Progetti simili

Segnaliamo questa bellissima guida in inglese per la costruzione di un separatore di polveri fai da te

Fondale fotografico fai da te

Il fondale fotografico fai da te è un accessorio facile da costruire che può rivelarsi particolarmente utile: talvolta avere la possibilità di escludere lo sfondo garantisce una qualità migliore delle fotografie

Le macchine fotografiche digitali compatte e gli smartphone che scattano immagini con una risoluzione in continuo miglioramento danno ottimi risultati anche a chi non ha particolare dimestichezza con la fotografia: ce ne accorgiamo dal materiale che arriva continuamente in redazione di Bricoportale da parte dei lettori più affezionati e intraprendenti. Spesso però le fasi costruttive vengono fotografate nel caos tipico, seppur comprensibile, di un laboratorio in attività; la stessa foto dell’oggetto finito viene scattata al volo tra oggetti estranei, sminuendone l’importanza. A parte questi casi specifici, anche chi è semplicemente appassionato di fotografia sa quanto sia importante disporre, quando possibile, di un fondale fotografico fai da te neutro che concentri l’attenzione sull’azione o sul soggetto: un fondale costituito da un semplice telaio rivestito con un tessuto opaco, in tinta unita e chiara, senza arrivare al bianco, permette sicuramente un risultato migliore.  Le dimensioni possono essere adattate allo spazio disponibile: ciascuno può decidere di utilizzare vari sistemi per appendere il fondale o per far rientrare i piedi d’appoggio.

Fondale fotografico fai da te – Come è fatto

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Il telaio del fondale fotografico fai da te ha una funzione puramente strutturale e rimane nascosto, per cui si possono utilizzare listelli economici di legno grezzo, senza alcuna finitura, ma che è bene “traguardare” prima di iniziare le lavorazioni, ovvero verificare che non siano incurvati. Per questo fondale di generose dimensioni sono stati usati listelli da 50x35x2400 mm per la cornice e da 20x35x1500 mm per i rinforzi interni a essa, mentre le due “gambe” sono ottenute da tavolette 70×15 mm: 800 mm di lunghezza per quella orizzontale che incorpora le ruote, più un rinforzo orizzontale e uno verticale fissato al telaio, collegati da una saetta lunga circa 480 mm. Il tessuto va fissato sul retro del telaio, ben teso per non produrre ombre, con bullette o puntine da disegno

Fondale fotografico fai da te passo-passo

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  1. Utilizzando la fresatrice capovolta, con sistemi di fissaggio differenti in base all’attrezzatura disponibile, questa si trasforma in una piccola toupie che permette di realizzare incastri a mezzo legno precisi e ben squadrati alle estremità dei listelli che compongono la cornice del telaio.
  2. Ovviamente bisogna predisporre un sistema di battuta e guida del listello in lavorazione che permetta di iniziare la fresatura nella zona più interna in modo perfettamente perpendicolare alla larghezza del listello, eliminando una porzione di legno pari a metà dello spessore e uguale alla larghezza del listello concorrente.
  3. L’elevata velocità di rotazione della fresatrice assicura il risultato migliore, con più passate parallele della fresa cilindrica; ciò non toglie che l’incastro possa essere realizzato anche a mano, con una sega a pettine, oppure con la circolare da banco, anche in questo caso con più passate parallele della lama, completando l’asportazione del legno con uno scalpello affilato e levigando le superfici.
  4. L’unione dei 4 listelli di cornice si effettua stendendo sulla zona di contatto la colla vinilica e serrando i pezzi con un morsetto;
  5. Mentre la colla inizia a far presa, l’unione va solidarizzata con l’avvitatura di una squadretta angolare, poi si toglie il morsetto e si inseriscono 2-3 viti in diagonale attraverso l’incastro.
  6. I collegamenti angolari sono robusti ma, date le dimensioni, il telaio nel suo complesso rimane flessibile, pertanto si rendono necessarie 4 saette interne, anche per poter mantenere teso il tessuto.
  7. Stabilita la lunghezza delle saette, se ne bisellano le estremità in modo da collegare dall’interno due lati contigui del telaio, bloccandole con viti inserite dall’esterno.
  8. Con le tavolette da 70×15 mm si preparano i rinforzi triangolari destinati a unire il telaio, sul lato posteriore, alle tavolette che incorporano le ruote piroettanti. I lati inclinati, anche in questo caso, devono avere le estremità bisellate per essere incollati agli altri due e stabilizzati con viti alla traditora.
  9. Dopo il fissaggio al telaio si montano le tavolette con le ruote, in modo che abbiano uno sbalzo anteriore di circa 50-60 mm rispetto alla cornice; si conclude con il fissaggio del tessuto con bullette o puntine da disegno, la cui testa allargata garantisce una tenuta migliore rispetto ai punti metallici che potrebbero lacerare il tessuto.