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Cantinetta portabottiglie

Il copione del fai da te è perfettamente rispettato: vedendo, in casa di amici, un oggetto acquistato già pronto, ritenuto interessante, ma fragile e non bello, la mente si mette subito all’opera per capire come costruirne uno migliore, più bello e più solido. Naturalmente con materiale di recupero, a costo irrisorio. Così Davide Palermo ha realizzato questo supporto per bottiglie: con una struttura portante in piattina, ricavata da una ringhiera dismessa, e gli appoggi dalle solite assi di bancali, spendendo solo pochi euro per l’acquisto di ferramenta e vernici.

Il supporto
Tagliate le aste in piattina dalla ringhiera, con la smerigliatrice angolare o un seghetto si ricavano i pezzi necessari.
I quattro montanti vanno curvati ad un capo con l’aiuto di una dima per ottenere i piedi; i due elementi sommitali hanno invece una curvataura molto dolce.
I piedi a ricciolo devono essere il più possibile uguali tra loro. Per evitare asimmetrie conviene lasciare i montanti più lunghi del necessario e tagliarli a misura giusta solo dopo aver ricavato i piedi. L’altezza da terra del supporto è di 480 mm.
Le sponde
Nelle tavolette di legno tagliate a misura e levigate si tracciano, con il compasso o una dima in cartone, i quattro semicerchi con diametro 85 mm distanziati di 10 mm, per le due poggiafondo, e i quattro con diametro 35 mm, a distanza di 60 mm, per le poggiacollo.
Una volta rifinite si fissano al telaio con bulloni a legno muniti di dado cieco in ottone.

LA STRUTTURA DI PIATTINA METALLICA
1. Per piegare i pezzi a cerchio o ad arco ci si aiuta con una dima metallica, autocostruita con spezzoni di profilati, piattine e tondino saldati, bloccata sul banco mediante un morsetto inserito nel foro del tubolare. Il tubolare quadro fa da fermo e il tondino da appoggio per la curvatura.
2. I pezzi di ciascun fianco si saldano fra loro tenendo in posizione con strettoi e aiutandosi con distanziali in legno o ferro e pinze a scatto.
3. Collegati i fianchi con il longherone si smerigliano i punti di saldatura; si procede a rifinire con una mano di antiruggine e, il giorno dopo, con una di antichizzante.

Cisterna per il giardino

Quest’anno mi è stata regalata una cisterna che ho usato per la raccolta di acqua piovana dalla gronda ma con mio dispiacere la valvola di plastica che montava era rotta…
In zona non ho trovato nessun negozio di materiale edile o agricolo che ne vendesse uno nuovo cosi ho studiato il modo per autocostruirlo.
L’unica parte buona che ho riusato della vecchia valvola e il dado per l’avvitamento.
Da una tanica bucata ho ricavato il pezzo di plastica che regge a incastro il rubinetto, quest’ultimo acquistato al brico center assieme al raccordo per una cifra di 10€.
Assemblato il tutto con ausilio di guarnizioni fra gli elementi ho montato la nuova valvola alla cisterna. Soddisfatto per aver a disposizione 1000 litri di acqua da usare nel mio giardino per i prossimi mesi. ;)

Copritermosifoni

Pannelli traforato copritermosifoni che non impedisce la circolazione dell’aria

La prima cosa che occorre fare è sviluppare il progetto per calcolare quanto legno occorre comprare. Per il mio progetto per la realizzazione di copritermosifoni ho preso 1 mq di lamellare finitura frassino. In base al tipo di finitura che occorre fare, bisogna orientarsi un tipo di legno piuttosto che un altro. Se si pensa di fare una finitura a tinta unita, tipo bianca, ecc… può essere usato anche il comune MDF. Nel mio caso, dato che la finitura doveva essere il più possibile vicina al wenge, ho optato per un lamellare finitura legno naturale frassino. Dato che la tavola dovrà essere tagliata ed i bordi saranno ben visibili, mi sono fatto consigliare un adeguato bordino per rifinire tutti i frontali. Il bordo utilizzato è un legno molto morbido e privo di nodi che si chiama “ayous”. A questo punto si inizia il taglio delle tavole che comporranno i laterali e la mensola superiore.Il mio progetto prevede una parte più sporgente in modo da ricavare una mensola più lunga del termosifone stesso. In questo modo per armonizzare il tutto ho inserito altre due mensole sullo stesso lato.
Per unire il telaio sono stati utilizzati i tasselli dell’otto e con l’aiuto della dima si effettuano i fori su entrambe le tavole e si blocca il tutto con il vinavil.
Dopo aver bloccato tutto il telaio, si procede all’applicazione del listello di rifinitura, il quale viene fornito leggermente più largo dello spessore della tavola in modo che carteggiandolo si fonda con la tavola stessa. Infatti, il listello deve essere incollato calcolando il filo nella parte nascosta della tavola. Per esempio sulla mensola superiore il filo del listello dovrà risultare sulla parte bassa della mensola, in modo che quando verrà carteggiato per allinearlo alla tavola la giunzione sarà praticamente invisibile.
Successivamente si prendono le misure delle mensole da aggiungere calcolando lo spessore del bordino di rifinitura. Si applica il bordo anche sulle mensole. Occorre ricordare che, se presente il battiscopa, deve essere praticata una risega in basso al telaio della misura corretta che permette di accostare perfettamente alla parete la struttura.
Una volta preparato tutto, si carteggia e si passa alla verniciatura. Per effettuare il wenge, ho passato tre mano di vernice all’acqua dei seguenti colori e nel seguente ordine: nero, mogano, nero. Tra una mano e l’altra è stata effettuata una passata di cartavetrata fina.
Per rendere la struttura più stabile sono state inserite delle staffe a “L” e le stesse sono state utilizzate per le due mensoline di lato. Le mensoline oltre alla staffa hanno una vite passante dall’interno del telaio.
Le staffe sono inserite a filo con la tavola e pertanto devono essere praticati delle insenature sul legno in modo che non ci siano sporgenze che poi impedirebbero il corretto posizionamento della struttura.
A telaio ultimato, si procede con la realizzazione del frontale.
Nel mio caso è stata utilizzata una tavola 2 x 6 dello stesso materiale del listello di finitura, cioè ayous e al posto della classica griglia ottonata, un intreccio di legno naturale. Prese le misure si procede al taglio.
Le misure devono essere prese, calcolando un centimetro di sovrapposizione nei lati destro e sinistro, in quanto dovranno essere realizzate delle scanalature che serviranno da battuta. Per unire il telaio, sono state utilizzate due spine per parte del diametro del sei. Prima di assemblare il telaio si devono effettuare le fresature interne ed esterne. Se si opta per la griglia ottonata la fresatura interna non occorre in quanto lo spessore è minimo, ma nel mio caso la griglia in legno naturale occupa 1 cm e occorre fare una fresatina o aiutarsi con la sega circolare.Prese le misure della griglia si procede al taglio. Nel frattempo si blocca il telaio con il vinavil e si attende la completa asciugatura. Si inserisce la griglia nel telaio bloccandola con dei chiodini e della colla e si presenta sulla struttura. Se tutto combacia possiamo iniziare con la verniciatura.Ultimata la verniciatura, utilizzando la stessa tecnica della struttura, ho avvitato sui lati del frontale delle piccole staffe ad “L” che poi a sua volta sono state bloccate alla struttura portante. Ultimato il tutto non resta che posizionarlo. Per fruttare al meglio il calore del termosifone è stato apposto tra la parete e il termosifone un foglio di isolante riflettente acquistabile presso i negozi di bricolage.

Combi 4, combinata 4 lavorazioni in un’unica macchina

Probabilmente questo nome sarà stato usato tante altre volte, ma lo uso anch’io per la mia costruzione; avrete già capito che indica quattro lavorazioni su una sola macchina.
Questa primavera avevo acquistato una fresa a mano per il legno con poche decine d’euro; dopo averne saggiato l’utilità era maturata nella mia mente l’idea di costruire una semplice squadra da applicare ad un cavalletto oppure alla morsa per avere le mani libere.
Mentre mi trovavo in un brico, vidi il vostro manuale “Fresare il legno” e non me lo feci certo scappare!
Sul vostro manuale ho cominciato ad osservare le costruzioni proposte sempre con molta chiarezza, sia professionali che per hobbisti.
Dopo un paio di giorni, al mattino in attesa della colazione, ecco un’idea!
Ho notato che possedevo due carrelli a due ruote che avevo usato quando anni fa facemmo il trasloco.
Anche loro li avevo costruiti artigianalmente; ne ho fatto a pezzi uno ed è saltato fuori il piano di lavoro.
Il carrello era dotato di una robusta cerniera per il ribaltamento del fondo su cui caricare lavatrici ecc.
Esaminai il pezzo smontato e notai che era molto robusto; un piano abbastanza largo e con ben 2 mm. di spessore poi le nervature sui quattro lati lo rendevano adatto al mio lavoro.
Dopo averlo montato sul telaio, compreso la cerniera, ho valutato la praticità del ribaltamento per il montaggio o lo smontaggio degli elettroutensili ed ecco che ho pensato di applicare dei pistoncini idraulici per facilitare il tutto.
Mentre cercavo la giusta collocazione degli elettroutensili, ho notato che ne potevo sistemare quattro; tutti montabili o smontabili in pochi minuti.
La sega che potrebbe intralciare con assi larghe, ho pensato di farla rientrare sotto al piano, svitando una manopola da un lato; dall’altra parte è incernierata.
La guida delle due frese è stata costruita sovrapponendo tre tubi quadri da 40 e scorre per 30 mm. Altre due guide ottenute da un tubo quadro da 15 si muovono a piacimento per guidare listelli o assi. Ho applicato anche due aste millimetrate ottenute da due metri rotti, per la misura veloce.
Per l’aspirazione dei trucioli ho voluto esagerare applicando una legge della fisica in cui si dice che un liquido incanalato in pressione all’interno di un cilindro ne determina un flusso; “Principio di Bernoulli”, da quel principio nacque il flussometro di Venturi.
Io ho applicato quel principio alla mia Combi 4, costruendo un tubo adatto al flusso dell’aria, utilizzando inox ed anche una rocca per la lana avanzata alla mia suocera.
Collego la canna del compressore al tubo e solo con un bar di pressione scopro che aspira tranquillamente i trucioli più pesanti; nelle prove mi ha ripulito perfettamente la zona di lavoro del trapano a colonna, pieno di residui metallici che sono ben più pesanti. I trucioli finiscono in una cassetta di plastica che svuoto direttamente nella discarica nell’apposito contenitore.
Una valvola manuale ne regola il flusso al punto giusto per evitare spreco d’aria; così la produzione d’aria è sempre superiore al fabbisogno. L’aria torna ad uscire da tutti i lati del coperchio che rimane sollevato 6 mm. Ho collegato anche un comodo soffietto per la pulizia generale.
Per l’aspirazione delle due frese, si può spostare il bocchello di aspirazione dal coperchio superiore alla parte posteriore della guida, subito sotto alla fresa orizzontale.
Per usare correttamente le macchinette si è reso necessario un quadro elettrico con i relativi interruttori e spie.
Le spie sono un po’ rosse e un po’ verdi perché di recupero dalle mie cianfrusaglie.
Per la sicurezza ho usato due microinterruttori che ho trovato sempre tra i miei materiali.
Ho pensato di far correre una corda lungo i quattro lati su carrucole, (quelle dei fili per i panni), così con una semplice pressione o tiraggio della corda, si fermano tutti gli apparecchi elettrici.
Il secondo microinterruttore l’ho applicato alla copertura superiore in lexan, (policarbonato), con la stessa funzione. In sostanza è impossibile toccare gli utensili girevoli in movimento.
Intanto che ero dietro, ho costruito una lampada; potevo acquistarne una adatta allo scopo, ma ho preferito recuperare un raccordo flessibile per lavandini che mi capitava sempre per le mani.
Ho sagomato un pezzo di lamiera da 0,8 in inox per adattarvi il portalampada e poi ho fissato il flessibile sulla cassetta elettrica.
Per lo scorrimento dei listelli o assi ho pensato di fare dei rulli pressori che scorrono su cuscinetti per generare il minor attrito possibile; cosi è anche per i supporti, sia anteriore che posteriore.
Prende poco spazio e visto che il peso, pezzo dopo pezzo è considerevole e i piedi di gomma col loro attrito ne impediscono il trascinamento, vi ho aggiunto tre ruote che sollevano il tutto per circa 8 mm. e a posizione raggiunta rientrano facilmente manovrando le due leve in basso.
Hanno trovato posto anche due comodi ripiani per appoggiarvi le scatole con le frese ed i suoi attrezzi.

Fai da te i pon pon di lana

Una nostra follower ci ha mandato le foto per realizzare dei semplici pon pon di lana fai da te.

Vi piacerebbe realizzare dei pon pon di lana semplici e veloci? Ecco come fare!

occorrente per  realizzare i pon pon di lana:

  • cartone
  • compasso
  • gomitoli di lana

Operazioni passo passo

  1. Sul foglio di cartone disegniamo con il compasso due cerchi uguali con un foro al centro
  2. Ritagliamo i due cerchi dal foglio di cartone e uniamoli faceno passare i fili di lana all’interno fino ad avvolgere tutta la superficie. Il foro centrale deve risultare pieno di lana.
  3. Con le forbici tagliare lungo il bordo del disco, infilare un filo di lana prima di sfilar con delicatezza il cartone. Annodare con nodi il filo.
  4. Arruffare il pon pon di lana e dargli una bella forma rotonda.

Il mobile nel sottoscala

La necessità aguzza sempre l’ingegno, e così Minea Scaranna, visto che il marito non ama i lavori di muratura e falegnameria, ha imparato a farseli da sola, come per questo ripostiglio realizzato con le ante a persiana e i binari per porte scorrevoli che si trovano già pronti in commercio.
Le misure delle ante sono standard e vanno adattate alle dimensioni e alla forma del vano.

Le misure e il montaggio
Si dispongono le ante davanti al vano e si valutano le dimensioni esatte cui adattarle.
Per realizzare il taglio, con seghetto alternativo, si usa un listello che fa sia da regolo sia da profilo di finitura.
Le due ante tagliate oblique sono fisse e si bloccano  in alto mediante tasselli, in basso con colla a caldo.
In questo modo eventuali “pentimenti” o cambiamenti di progetto durante le fasi del lavoro non lasciano fori visibili sul pavimento.
Si montano i binari orizzontali e vi si agganciano le ante mobili. Si rifinisce con profilo di listelli, che può servire anche da aggiustamento sul lato corto, se lo spazio non è esattamente proporzionale alla larghezza delle quattro ante.
La finitura è con vernice a piacere, che può anche essere abbinata alla base in muratura della scala.

Ripristino della macchina da cucire

Le macchine da cucire di un tempo sono molto ricercate come elementi decorativi per il soggiorno. Ma quelle veramente vecchie, più raffinate, decorate con disegni e motivi floreali e montate sui tavolini in ghisa, sono ormai introvabili.
E’ invece più facile trovarne una con ingombrante e antiestetico mobiletto squadrato, come è capitato a Roberto Stefanizzi che, appassionato di traforo e lavori in legno, non si è perso d’animo e ha pensato di costruire un mobile sagomato e decorato, con tre tavole di pino di recupero. Lo ha voluto aperto, in modo da riportare alla vista il telaio originale e i meccanismi di movimento.

UN NUOVO MOBILE
Si smontano dal vecchio mobiletto il corpo della macchina e il telaio. Per costruire il nuovo supporto si usano tre tavole di pino (il piano e le due gambe), che vengono lisciate a pialla.
Si realizzano dei modelli in cartoncino, che riportano il preciso profilo dei pezzi. In particolare il piano è sagomato secondo comodità d’uso e ha gli spigoli arrotondati; al centro c’è il foro rettangolare per l’alloggiamento della macchina. Le gambe misurano 320×700 mm, il piano 400×750 mm.
Si tagliano i pezzi con il seghetto alternativo e si montano con spine, inserite in fori predisposti con il trapano, e colla, tenendo in posizione con morsetti e controllando che siano in squadra. Il mobile viene trattato con impregnante color pino.

IL TELAIO INTERNO
Il telaio metallico, con il pedale per il movimento e la ruota che lo trasmetteva alla macchina tramite una cinghia, viene smontato dal mobiletto e poi nei suoi pezzi principali, aiutandosi eventualmente con del lubrificante per svitare le giunzioni indurite.
Si ripulisce dalla ruggine con carta vetrata o spazzola metallica e si tratta con un antiruggine brunito. Si rimonta poi il tutto e lo si assembla al nuovo supporto, con le stesse piastre e viti che lo univano al vecchio mobile.
Così si fa con il corpo macchina, a cui si dà una bella lucidata con olio paglierino o simili. Vanno inoltre lubrificate con olio fluido le parti in movimento per mantenere la macchina in perfetta efficienza.

Il rifugio sull’albero

Come ogni bravo nonno fai da te, Luigi Recchia è sempre in cerca di idee per far giocare la nipotina, ed ecco questa piattaforma su di un albicocco del giardino. Il materiale di partenza è  legname di recupero da bancali.
Con travetti avvitati fra loro si crea il telaio di base, un profilo di forma adatta all’albero, munito di traversi di rinforzo. Si sorregge mediante cavetti zincati assicurati ai rami superiori e puntoni incastrati sui rami inferiori, senza danneggiarli.
Su questa struttura si realizza un pavimento di assicelle, avvitate o inchiodate, adattate per forma o dimensioni a coprire tutti gli spazi liberi dai rami.
Una copertura in avanzi di linoleum incollati fa da pavimento antiscivolo, impedendo al bambino di sbucciarsi cone le schegge o inciampare nelle fessure.
Lungo tutto il perimetro si fissa un listello che fa da zoccolo di sicurezza, da spessore e da rinforzo;  su questo si avvita la staccionata, una serie di assicelle arrotondate ai bordi superiori, collegate da un listello trasversale in alto.
Si lascia uno spazio per l’ingresso, un cancelletto che apre verso l’interno ed è chiuso da una robusta leva esterna. Alla piattaforma si accede con scala a pioli.
Si deve collaudare la robustezza e la solidità, possibilmente in grado di reggere anche un adulto, e l’assenza di viti o chiodi sporgenti. Inoltre il bambino dovrebbe avvicinarsi al gioco solo in presenza di adulti e la scala essere sempre rimossa in loro assenza, in modo da evitare pericolose tentazioni. Anche l’altezza da terra deve essere proporzionata all’età del bambino.

Dondolo per 4

Al solito il riciclaggio consente di avere realizzazioni belle e robuste a costi molto bassi. Infatti per costruire questo dondolo Davide Palermo ha acquistato solo 4 tavole di abete da 4000 mm, la ferramenta e le vernici: una spesa neanche da paragonare a quella dell’acquisto di un dondolo già fatto.
il telaio
Disegnato uno schema, si tagliano i pezzi con la troncatrice nelle misure necessarie. Per ciascun lato si bloccano le due gambe a V, con angolo di 30°, con l’aiuto di strettoi e di una dima triangolare in legno.
Si saldano le gambe in alto e si aggiungono i tre traversi di rinforzo, dall’alto verso il basso, sempre tenendo in posizione. t Disposti i due lati alla distanza prestabilita, su un pavimento completamente piano, controllando con la livella, si bloccano mediante strettoi e aste o tavole di legno nella parte esterna e si procede a fissare i due traversi superiori, già saldati fra loro, e la traversa posteriore di rinforzo. Con due piattine sagomate a cerchio aperto e saldate ai lati della struttura si realizzano i “portalattina”.
il sedile
A parte si crea il telaio del sedile, iniziando con cornici esterne, separando seduta e schienale, con i pezzi perfettamente in squadra, rinforzati poi con i vari traversi. In particolare il sedile deve essere più robusto ed ha una barra longitudinale di rinforzo nonché linguette in piattina agli angoli. Si uniscono le due metà e si completa con le strutture laterali reggi bracciolo in piattina. Si procede a smerigliare tutte le saldature per lisciarle.
Si tagliano le tavole d’abete nelle dimensioni necessarie per seduta, schienale e braccioli. Si carteggiano i pezzi, si smussano gli angoli e si arrotonda con la fresatrice.
assemblaggio e finitura
Si fora l’intelaiatura in modo da inserire le viti a gancio con moschettoni e fissare la catena. Si forano anche i traversi di schienale e seduta per le tavole. Effettuate queste prove si smonta, si rifiniscono separatamente i pezzi: le tavolette con due mani di impregnante cerato, il telaio metallico con smalto antichizzante su sottofondo di antiruggine. A vernice asciutta si fissano le tavolette di legno con viti nei fori predisposti e si procede al montaggio definitivo.

Maschera Carnevale

Disegna e ritaglia la sagoma di un pipistrello su un cartoncino.
Colora i contorni e la parte centrale con il pennarello nero.
Decora le ali con del glitter in polvere nero.
Fai due forellini laterali.
Fai passare attraverso i fori un elastico.
Ora è pronta da indossare.
Buon carnevale!

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