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Installare le applique

Installiamo due applique ai lati della porta, per creare un’atmosfera soffusa e dare più profondità alla stanza

Installare le applique è un lavoro che non presenta grandi difficoltà per un bricoleur; l’intervento più complesso è quello di far pervenire nei punti di applicazione le guaine murate con i relativi conduttori di fase, neutro e terra.

La tensione si preleva da una scatola di derivazione e, dopo gli opportuni collegamenti all’interruttore (o deviatore), perviene alle applique.
L’installazione, da effettuare dopo aver staccato la tensione all’interruttore generale, consiste nel fissare la placca con tasselli, collegare i cavi provenienti dalla guaina ai morsetti del portalampada e a quello di terra.

Si inserisce la lampadina (max 60 W) e si avvita il diffusore. Quindi si ricollega la tensione e si prova il funzionamento.

 

IL MONTAGGIO

 

  1. Poggiamo la piastra al muro, posizionandola in corrispondenza della guaina che fuoriesce dalla parete, e tracciamo i punti da forare mantenendola in orizzontale con la livella a bolla.
  2. Dopo aver praticato i fori sulla parete facendo attenzione a non intercettare la guaina con i cavi, inseriamo i tasselli. Materiali e attrezzi si trovano nei centri bricolage.
  3. Collochiamo in posizione la piastra dell’applique, inseriamo le viti negli appositi fori e quindi nei tasselli e procediamo con l’avvitatura senza stringere eccessivamente.

I COLLEGAMENTI ELETTRICI

 

  1. I fili elettrici che affiorano dal foro presente sulla piastra, vanno tagliati e spellati con lo spellafili. I conduttori di rame vanno attorcigliati.
  2. Sulle estremità di ogni filo si inseriscono piccole guaine isolanti in materiale plastico che, a fine lavoro, verranno fatte scorrere sui morsetti.
  3. I conduttori di fase e neutro si inseriscono nei morsetti del portalampada mentre quello di terra si fissa al morsetto della placca.
  4. Dopo aver avvitato la lampadina, concludiamo il lavoro posizionando il diffusore ed avvitandolo alle staffe della placca. 

 

UTENSILI
Livella a bolla, spellafili, cacciavite, avvitatore, tester

Candela decorata con foglia argento

Candela decorata con foglia argento, glitter e colori acrilici per un effetto a “spirale”

Le decorazioni con foglia d’oro e altre foglie metalliche necessitano sempre di essere applicate con la mistione all’acqua; anche in questo caso, se pur si tratta di una candela decorata con foglia argento, quest’ultima dovrà essere applicata con una mistione all’acqua, in modo tale che una volta accesa la candela possa bruciare tranquillamente.
OCCORRENTE:

  • candela bianca da decorare;
  • colori acrilici;
  • foglia argento;
  • mistione all’acqua;
  • glitter iridescenti;
  • pasta a rilievo trasparente per vetro;
  • pennellini;
  • nastro per mascherature.

LA CANDELA PASSO PASSO

  1. Applichiamo sulla candela le strisce di nastro per mascherare messo in modo da produrre un effetto “a torciglione”; il nastro va messo mantenendo le strisce parallele ed alla stessa distanza. Usando un pennello piatto stendiamo la mistione sulla superficie della candela rimasta libera.
  2. Quando la mistione è divenuta trasparente posiamo la lamina di foglia argentata sulla candela e facciamola aderire bene con un pennello asciutto e morbido. Bisogna attendere almeno 12-24 ore per il lento essiccamento della colla, dopodiché possiamo rimuovere il nastro per mascheratura.
  3. Con un pennello ed un panno morbido possiamo ripassare la superficie argentata della candela prima di colorare gli spazi fra le strisce con i colori acrilici. Per dare un effetto sfumato, mescoliamo parzialmente due tinte e procediamo prendendo ora un po’ più di un colore, ora un po’ più dell’altro.

GLITTER PER SCINTILLARE

  1. A colore asciutto applichiamo un cordoncino di pasta per vetro (che aderisce perfettamente sulla cera) nel punto di passaggio fra le strisce sulla candela.
  2. Con un cucchiaino distribuiamo i glitter sulla pasta ancora fresca. Quando il colore a rilievo asciuga diventa trasparente lasciando a vista solo i glitter iridescenti.

Saldare ad arco

Le macchine per saldare ad arco sono le più diffuse e tecnicamente semplici da utilizzare; sia per uso professionale che da bricoleur

La diversità sta nelle prestazioni e di conseguenza nel costo d’acquisto.

Tra le macchine per saldare che sfruttano l’arco voltaico con elettrodi rivestiti, senz’altro le più semplici sono quelle con il tradizionale trasformatore.
Sono ancora diffusissime tra gli appassionati di bricolage perché uniscono la semplicità di utilizzo alla grande economicità d’acquisto a meno che non si tratti di apparecchiature di alta gamma.
Spesso è con macchine di questo tipo che si impara veramente a saldare perché non ci sono ausili elettronici che facilitano il compito (sistema anti incollamento dell’elettrodo, gestione intelligente dell’emissione della potenza, ecc.) presenti in tante saldatrici a inverter.
La saldatrice eroga corrente alternata; il trasformatore ha il compito di abbassare la tensione di rete incrementandone l’intensità, fornendo così un maggior amperaggio.
Questo si regola attraverso il volantino, in base al diametro dell’elettrodo ed allo spessore dei pezzi da saldare.
Durante questo processo il trasformatore produce una discreta quantità di calore che viene dissipato dalla ventola di raffreddamento; una protezione termostatica interviene in caso di surriscaldamento.

Leggi la nostra guida su come saldare correttamente

PESANTE, MA SEMPLICE

  1. Rimossa la scocca metallica di rivestimento, la saldatrice ad arco mostra tutta la semplicità del suo circuito, costituito da pochi componenti: in primo luogo il grosso trasformatore, il cui nucleo è mobile per poter variare l’intensità della corrente erogata, e la ventola di raffreddamento che entra in azione all’accensione della macchina.
  2. Nonostante la sua semplicità, la macchina è piuttosto pesante per via del trasformatore, ma questo è un pregio in quanto vuol dire che è ben dimensionato. Alcune macchine adottano avvolgimenti di alluminio anziché di rame in modo da risultare più leggere e maneggevoli.
  3. Agendo sul volantino frontale si fa scorrere il trasformatore variando l’intensità della corrente per adattarla al diametro dell’elettrodo utilizzato; in alcuni modelli, su una scala graduata, viene indicata la potenza selezionata e la corrispondenza con il diametro dell’elettrodo.

Oltre al volantino centrale, sul frontale della macchina sono posti l’interruttore di accensione e, agli angoli inferiori, l’uscita dei cavi che arrivano al morsetto della massa ed alla pinza portaelettrodo.

Per la colazione tovagliette di feltro

Apparecchiamo il tavolo della colazione con tovagliette di feltro dai colori vivaci, per iniziare la giornata con un pizzico di allegria. È un´idea fai da te facile da realizzare, bastano colla e forbici.

Il feltro non è un tessuto, ma una stoffa prodotta con l’infeltrimento delle fibre.

Il materiale che lo compone comunemente è la lana cardata di pecora: le fibre vengono bagnate, intrise di sapone e manipolate fino ad ottenere un prodotto compatto, resistente e impermeabile.
Con questo antico e versatile materiale che si presta per il bricolage creativo possiamo ottenere simpatici e coloratissimi servizi da tavola: si tratta di tovagliette di sagomate a piacere che possono essere arricchite con riporti per simulare le posate ed altri abbellimenti.
Per realizzarle bastano un buon paio di forbici e una colla universale.
Le tovagliette, disposte sulla tavola, ci faranno iniziare in
allegria la giornata di lavoro o di studio.

TOVAGLIETTA SAGOMATA

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  1. Tracciamo a matita su un cartoncino di dimensioni adeguate la sagoma della tovaglietta da realizzare.
  2. Con le forbici ritagliamo il cartoncino lungo i segni e prepariamo la dima. 
  3. Utilizziamo la sagoma per riportare il segno di taglio sul retro dei nostri fogli di feltro, uno blu ed uno arancione.
  4. Ora possiamo ritagliarli con le forbici o con l’aiuto di un cutter.

PETALI E POSATE

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  1. Prepariamo il fiore che incornicia il piattino della tazza. Per ottenerlo disegniamo un solo petalo sul cartoncino, lo ritagliamo e lo ricopiamo cinque volte sul feltro.
  2. Ritagliamo con il cutter ogni petalo e fissiamolo poi a rilievo con l’apposita colla per tessuti.
  3. Realizziamo il sottobicchiere stilizzando la forma delle ali di una farfalla
  4. Incolliamo centralmente il corpo di un colore contrastante. Anche in questo caso prepariamo prima la sagoma su cartoncino.

Come decorare con la tecnica degli stencil

Con la tecnica degli stencil possiamo realizzare decori sulle pareti, tenui, a contrasto con l’ambiente o in perfetta armonia.

La tecnica dello stencil permette di realizzare decori regolari e precisi sulle pareti di casa: l’importante è scegliere motivi e colori appropriati all’ambiente. Per un’entrata raffinata è indicato un motivo “a merletto” mentre per ambienti più giovani ci affidiamo ad allegri pois.

COME REALIZZIAMO IL MERLETTO BIANCO

STENCIL MERLETTO

Fissiamo la mascherella alla parete con nastro di carta e tamponiamo nelle aperture lo smalto acrilico bianco (non diluito) con il pennello a punta tonda, specifico per questo impiego.
Rimuoviamo la mascherella quando il colore non è ancora del tutto asciutto e ripuliamola con cura da residui di pittura.
Accostiamo la mascherella al decoro già realizzato, in modo da ottenere un motivo ininterrotto, e fissiamola nuovamente alla parete.
Ripetiamo l’operazione lungo tutta la parete da decorare, mantenendo sempre la stessa distanza tra la mascherella e lo zoccolo.

POIS D´ARGENTO…ED E´ SUBITO 70´S!

POIS STANCIL

Una semplice decorazione a pois è in grado di vivacizzare qualsiasi ambiente. La mascherella necessaria la possiamo ricavare da un ampio foglio di carta plastificata su cui intagliamo numerosi dischi posizionati con regolarità. Come fustella possiamo approntare un tubo con il bordo affilato, oppure un coperchietto metallico opportunamente elaborato o una fustella per idraulica.

FARE I POI SCON LO STANCIL

Con il rullo sintetico stendiamo sulla parete una o più mani di colore acrilico metallizzato argento nella tonalità più chiara.
Fissiamo la carta alla parete e coloriamo i pois nella tonalità di argento più scura, tamponando con il pennello.
Rimuoviamo delicatamente la carta quando il colore è quasi asciutto e ripetiamo l’operazione su tutta la parete.

Pupazzo polistirolo rivestito di paillettes

Decorazioni e regali simpatici per Natale? Pupazzo polistirolo rivestito di paillettes…multicolor e super allegro

Pazienza e precisione sono gli ingredienti principali per questo inusuale rivestimento di paillettes, ideato da Stefania Giacometti di Cossato, per rendere particolarmente vivace e luccicante il simpatico pupazzo di neve in polistirolo. 
OCCORRENTE

  •  sagoma tridimensionale di polistirolo raffigurante un pupazzo di neve;
  •  paillettes bianche, rosse e nere;
  •  spilli a testa tonda;
  • filo;
  •  forbici;
  • tre pon-pon colorati con strass.
 

TANTI LUSTRINI…

  1. Cominciamo a rivestire il pupazzo di paillettes bianche, disponendole in modo da coprire parzialmente la bocca e gli occhi, per trasformarli in linee arcuate.
  2. Completiamo il rivestimento con paillettes bianche per la testa, le braccia e il corpo, useremo paillettes nere per le scarpe ed il cappello e quelle rosse per la fascia del cilindro.
  3. Attacchiamo sulla pancia del pupazzo i tre pon – pon colorati, come se fossero grandi ed appariscenti bottoni: usiamo tre spilloni da conficcare nel polistirolo.
  4. Leghiamo con il filo nero un ciuffo di erbe secche e rigide raccogliendole in una cannuccia appuntita. Conficchiamo la punta della cannuccia nel braccio del pupazzo.

Questo metodo di “copertura” del polistirolo possiamo declinarlo su varie forme, si trovano infatti in commercio svariate forme di polistirolo: gatti, papere, orsetti, cuoricini e sfere…immaginate un albero di Natale addobbato con delle palline piene di lustrini?! Che luccichio! Provare per credere!

Miscelatore doccia

Rendiamo più “moderno” il nostro bagno installando un miscelatore doccia

Se la nostra doccia è ancora a doppio comando per acqua calda e fredda, possiamo decidere di renderla più moderna con l’installazione del miscelatore doccia monocomando, molto più pratico, insieme alla nuova doccia con saliscendi. La parte più “difficile” è rompere la piastrellatura per mettere a nudo le tubazioni e, a lavoro ultimato, ripristinarla. La parte idraulica, invece, non presenta difficoltà particolari. Tolte le manopole e le mascherine dai rubinetti, dopo aver chiuso le adduzioni, allentiamo e togliamo i vitoni. Con mazzuolo e scalpello a punta piatta asportiamo le piastrelle necessarie per poter raggiungere le tubazioni. Facciamo attenzione a non scheggiare le piastrelle che vanno lasciate in opera. Rompiamo anche parte della parete in modo da raggiungere e mettere a nudo le tubazioni di adduzione e quella che alimenta il soffione.

MISCELATORE DOCCIA – ASPORTARE LE VECCHIE TUBAZIONI

miscelatore doccia

  1. Asportiamo il soffione e svitiamo il suo tubo di alimentazione dopo aver ruotato in avanti l’insieme.
  2. Agiamo con la pinza a pappagallo sui manicotti che fissano il gruppo dei rubinetti in modo da liberarlo e poterlo asportare.
  3. Utilizziamo nuovi manicotti filettati che si adattino alle dimensioni del monocomando. Opportunamente filettati e dotati di guarnizioni sigillanti, li avvitiamo sui tubi di adduzione di acqua calda e fredda.
  4. Presentiamo e montiamo il monocomando con due raccordi e, su di esso, il tubo di deflusso di acqua miscelata per la doccetta.

MISCELATORE DOCCIA – NUOVA PARETE E MONOCOMANDO

miscelatore doccia

  1. Ripristiniamo la muratura. In questo caso, invece di una piastrellatura, si è preferito un riempimento di malta ben lisciata rifinita a smalto. Posizioniamo il saliscendi che montiamo con due tasselli alla parete.
  2. Sigilliamo le uscite del tubo di deflusso e l’apertura del monocomando. Inseriamo le relative mascherine e colleghiamo il tubo flessibile, con doccetta, al tubo di adduzione.
  3. L’ultima operazione consiste nell’installare la mascherina del monocomando e collocare la manopola di azionamento. Ora possiamo rimettere acqua nell’impianto ed effettuare la prova di funzionamento.

Fare una zattera di bottiglie di plastica

Per un sano divertimento eco sostenibile, realizziamo una zattera di bottiglie di plastica. Evviva il riciclo!

Riuso e non solo riciclo: ecco come sfruttare per un sano divertimento la leggerezza e la tenuta stagna di un numero rilevante di bottiglie destinate, nella migliore delle ipotesi, ad essere triturate e rifuse.                                                             

Una randonnèe sul fiume Po organizzata dall’Agesci di Valenza e dalla Soms di Mugarone ha fornito l’occasione per riunire circa 120 appassionati su trentacinque tra barche, gommoni, canoe e piroghe, tre delle quali realizzate con bottiglie dell’acqua minerale. Gli scout del reparto Valenza 1, coordinati da Ettore Scaglione, si sono spesi nella costruzione fai da te di queste ultime imbarcazioni, leggere e artigianali, ma anche solide e capaci di tenere l’acqua senza problemi per tutti i 10 chilometri della discesa fluviale da Valenza a Mugarone.

Affinché le imbarcazioni pneumatiche siano sicure è necessario usare solo galleggianti stagni e robusti, meglio se multipli: le bottiglie riciclate dell’acqua minerale sono l’ideale dato che il poliestere con il quale sono fatte è molto resistente e i tappi resistono senza problemi a pressioni oltre gli 8 bar. Poi l’alto numero di elementi, quasi 600 per ogni zattera, garantisce il galleggiamento anche in caso di urti o danni.
Riunite in gruppi di 19 con nastro da pacchi, le bottiglie sono inserite su tre listelli per mantenere un buon allineamento, ma la solidità è affidata a un rivestimento di rete per recinzioni che mantiene la coesione tra i singoli elementi. La struttura di sostegno, che permette di imbarcare l’equipaggio, è costituita da lunghe travi in legno e tavole trasversali.

BOTTIGLIE, RETE E NASTRO

  1. Ciascun elemento base usato per costruire i galleggianti è formato da 19 bottiglie dell’acqua minerale da 1,5 litri, legate in una matrice esagonale con un cavetto. Le bottiglie devono essere in buono stato e con il tappo serrato a fondo.
  2. Usando nastro da pacchi si avvolgono le bottiglie alle due estremità dell’elemento, tirando forte e abbondando con gli strati.
  3. Gli elementi sono tutti uguali tranne che quello di poppa, foderato con un sacco di plastica per “chiudere” il galleggiante, e quello di prua, nel quale le bottiglie sono scalate su due livelli in modo da formare una punta che possa fendere meglio l’acqua.
  4. I galleggianti si formano infilzando dieci elementi su tre lunghi listelli che li attraversano sfruttando gli spazi tra le bottiglie.
  5. Quando gli elementi sono nella giusta posizione si fasciano con rete metallica plastificata per recinzioni che assicura una buona coesione dell’insieme. I lembi della rete si uniscono con una nutrita serie di fascette da elettricisti.
  6. Ogni imbarcazione è costituita da tre galleggianti uniti da tavole trasversali e da travi longitudinali posti lungo ciascun galleggiante. In perfetto stile “scout”, le travi di rinforzo sono unitetra loro con cime anziché da chiodature che nell’acqua sarebbero attaccate dalla ruggine.

Il trimarano è completato legando strettamente le travi ai galleggianti con altre cime: in totale l’imbarcazione è formata da quasi 600 bottiglie per un volume totale di 850 litri, sufficienti per imbarcare in sicurezza un equipaggio di sei coraggiosi ragazzi.

Come fare una tornitura decorativa

Bastano alcuni utensili e tanta fantasia per realizzare una tornitura decorativa da maestro                                                        

Il tornio è una delle macchine più versatili per la lavorazione del legno, si pensi soltanto alle infinite possibilità che si aprono, ad esempio, nella realizzazione delle gambe di un tavolo. Sfruttando la rotazione impressa dal tornio possiamo aggiungere ulteriori e inaspettate tessiture alle superfici: bastano alcuni utensili e tanta fantasia, quella tipica del fai da te.La decorazione ad elica sfrutta lo stesso principio delle frese dentatrici con cui si costruiscono gli ingranaggi elicoidali, solo che non è necessario avere nessuna macchina complicata ad esclusione di un disco dentato che ruota liberamente su un’impugnatura. Se lo appoggiamo al pezzo in rotazione tenendolo inclinato di 15-20° si forma rapidamente una serie di incavature entro le quali il disco continua a ruotare, come farebbe una ruota elicoidale in una vite senza fine.
Spostandosi lateralmente il disegno può essere allargato a tutta la superficie in lavorazione realizzando una spirale continua. Se si inclina il disco in senso opposto e si ripete la lavorazione si ottiene una superficie “a diamanti” la cui dimensione è legata alla spaziatura dei denti del disco e alla sua inclinazione.

Altre tecniche decorative, utili per le lavorazioni di testa, consistono nell’incidere con le rotelle o con utensili vibranti una serie di segni più o meno fitti e allineati che danno una finitura ruvida o a “buccia d’arancia”. I legni migliori per le lavorazioni decorative sono quelli compatti e poco fibrosi, non necessariamente i più duri. Vanno bene acero, tiglio e faggio, ma anche noce, olivo, pero e ciliegio. Da evitare le resinose, il castagno e il rovere.

ATTREZZI SPECIALI

  1. I decoratori a lama elastica hanno la possibilità di montare testine con diversi profili per ottenere una finitura strutturata anche su superfici toroidali concave e convesse. L’asportazione discontinua dei trucioli dovuta alla vibrazione del gambo dell’utensile produce una superficie con dentellature irregolari.
  2. L’utensile necessario per le decorazioni a spirale è composto da una lunga impugnatura sulla quale si possono montare ruote con dentatura più o meno fitta.

ZIGRINARE LA SUPERFICIE…

  1. La tornitura decorativa parte dalla preparazione di un cilindro dalla superficie liscia e della dimensione desiderata. Si utilizzano normali sgorbie per legno, ben affilate e usate con sbalzi ridotti.
  2. L’intestatura della nostra scatolina cilindrica è seguita dall’indentatura decorativa. La lavorazione si può eseguire con decoratori a vibrazione il cui scopo è asportare irregolarmente il legno dalla superficie per avere scarificazioni di forma ripetitiva, ma non regolare.
  3. La lavorazione di testa con le ruote dentate lascia una serie di incisioni il cui angolo dipende dall’inclinazione dell’asse della ruota. Più passate si fanno, più il disegno si infittisce. La velocità di rotazione del pezzo non deve essere eccessiva per poter controllare agevolmente gli spostamenti dell’utensile.
  4. Con la ruota dentata posta ad un’inclinazione fissa, grazie al portautensili graduato, si inizia con l’incidere il legno tenendo la parte mediana dei denti appoggiata sul centro di rotazione del cilindro di legno. In questa fase non c’è asportazione di materiale. Abbassando la ruota al di sotto del centro di rotazione le cuspidi cominciano ad incidere la spirale mentre l’utensile gira.

…E TAGLIARE IL COPERCHIO

  1. La lavorazione con gli utensili vibranti e con le ruote può lasciare una lanugine impossibile da togliere con la carta abrasiva. Per la finitura di queste decorazioni si utilizzano spazzole fatte con fili di ottone.
  2. Spostando lentamente l’utensile a destra e sinistra la ruota allarga le incisioni a tutta la superficie proseguendo i solchi di quelle iniziali. Il risultato è una filettatura a molti principi il cui numero è legato all’inclinazione della ruota (maggiore l’inclinazione, minore il numero di principi).  Con un utensile da taglio si incide il legno per separare il coperchio della scatolina.
  3. La superficie superiore del coperchio è tornita con anelli concentrici lisci che mettono in rilievo le aree decorate.
  4. Montando il poggiautensili di testa si inizia a lavorare la scatolina con un utensile angolato per interni. Bastano poche misurazioni, anche con il manico della lima, per rendersi conto di quanto sia profonda la cavità e fermare la lavorazione in corrispondenza dell’inizio della spirale.

LO SCAVO

  1. La scatolina può essere scavata, senza smontarla dalla sua iniziale posizione, con un utensile angolato munito di tagliente ad angolo acuto. Durante il normale avanzamento si procede dal centro verso l’esterno avanzando progressivamente fino alla profondità rilevata, corrispondente all’inizio della spirale.
  2. Con un utensile per finitura a lama circolare si rifinisce l’interno della cavità controllando che lo spessore rimanga costante lungo tutta la lunghezza del cilindro. Durante questa fase è consigliabile fermarsi di tanto in tanto per asportare i trucioli che si fermano sulle pareti interne.
  3. Con gli utensili a curvatura a raggio multiplo si possono rifinire superfici sia piane sia curve. L’angolo a spigolo vivo è l’ideale per tornire la battuta del coperchio della scatolina. Per cambiare la curvatura del tagliente è sufficiente allentare la vite a brugola e ruotare la lama nella posizione desiderata.
  4. Con l’utensile a curvatura multipla si lavora lungo la linea mediana per avere un’ottimale asportazione del truciolo. In tutte le lavorazioni di rifinitura, specialmente di testa, è necessario lavorare con la mano molto leggera per evitare di strappare la fibra del legno.

UNA RASPA AFFILATRICE SPECIALE

  1. Gli utensili per tornire il legno devono essere sempre ben affilati per poter dare superfici lisce ed evitare di dover applicare troppo sforzo sul pezzo. L’affilatore diamantato si usa come una lima, lavorando la superficie da arrotare con movimenti oscillatori. E´ preferibile lucidare la parte piana e non toccare le superfici curve per mantenere la forma dell’utensile.
  2. Per ravvivare il filo degli utensili da decorazione si può sfruttare l’appoggio del poggiautensili. L’affilatore è composto da una serie di minuscole cellette di abrasivo diamantato intervallate da spazi vuoti per favorire l’espulsione della polvere.
  3. Le ruote per decorazioni asportano il legno con il margine inclinato dei denti: l’affilatura di quest’area può avvenire muovendo la ruota a mano oppure facendola girare contro un pezzo di scarto montato sul tornio mentre si appoggia l’affilatore sul bordo in rotazione.

TORNITURA A SPIRALE

  1. Per ottenere anelli intrappolati si parte da un pezzo di legno sano e compatto dal quale trarre un cilindro regolare e senza nodi. La sgorbia viene tenuta molto inclinata per tagliare nettamente le fibre.
  2. Si utilizza una sgorbia più spessa e si abbassa il tagliente in modo da raschiare di più i trucioli e ottenere una superficie più levigata. In questa particolare lavorazione è consigliabile usare legno molto compatto e stagionato per evitare deformazioni degli anelli, una volta staccati dal nucleo.
  3. Con la sgorbia a impronta mezzatonda si cominciano a incidere dei mezzi anelli nel legno aprendo contemporaneamente sui due lati lo spazio per l’utensile rifinitore.
  4. Il gancio presente sull’utensile rifinitore è abbastanza sottile per scavare l’interno dell’anello. Il corretto utilizzo prevede di ruotare l’impugnatura attorno alla parte di anello già formata in modo da conservare la forma circolare.

Parete rustica ricostruita

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Facile tecnica bricolage

Le pareti con pietre a vista ricordano murature antiche e donano calore e personalità anche alla più anonima delle stanze.

Volendo rivisitare l’estetica della porzione di parete compresa tra il top e i pensili, possiamo realizzare un rivestimento con “pietra ricostruita” (in vendita nei centri bricolage). Si tratta di frammenti di pietra naturale (90% circa) che vengono amalgamati con leganti speciali come argilla, cemento e ossidi di ferro (10%) per dar vita a blocchetti singoli o assemblati su fogli a mosaico. Hanno caratteristiche tecniche sorprendenti: sono impermeabili, ignifughi, antigelivi, sottili, facilmente lavorabili e colorati con tutta la gamma naturale.

I passaggi

  1. Stendiamo su un piano i fogli che devono essere collocati ai bordi e con una moletta incidiamo le parti debordanti (che servono per realizzare gli incastri tra foglio e foglio). Asportiamo le parti incise ottenendo una linea diritta.
  2. I fogli si applicano a parete dopo aver steso con la manara dentata uno strato di adesivo specifico.
  3. Le sagomature permettono ai vari fogli di incastrarsi in modo da rendere il rivestimento, alla vista, come una parete compatta di pietra.
  4. A presa avvenuta stendiamo una pasta riempifughe che va eliminata dalla superficie con una spugna ed uno straccio umidi. Nulla di complicato per un fai da te!