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Brico io: nuova apertura ad Arzachena (SS)

1.500 metri quadrati per chi ama casa e giardino in Viale Costa Smeralda, 6

Il nuovo negozio Brico io di Arzachena è il secondo punto vendita realizzato in affiliazione con la famiglia Demuro, già proprietari del punto vendita Brico io di Palau aperto nel giugno del 2017 a ragione sociale RESARDA s.r.l..

Questa nuova apertura conferma a 114 i punti vendita ad insegna Brico io (79 a gestione del gruppo Brico io e 35 in affiliazione). Il punto vendita è facilmente raggiungibile, posizionato lungo un’arteria principale della città, la SS 125 Orientale Sarda.

All’interno degli oltre 1.500 mq. destinati alla vendita troviamo più di 25.000 articoli nei reparti tradizionali e tecnici del “fai da te”, con particolare attenzione al reparto autoaccessori ed una esposizione dedicata ai mobili in kit, affiancati dal corner L’Outlet del Kasalingo per completare l’offerta del mondo casa oltre alle aree dedicate ai prodotti promozionali e stagionali.

“Anche ad Arzachena, in collaborazione con la proprietà che in questi anni con il punto vendita di Palau ha maturato esperienza nel settore affiancando la profonda conoscenza del territorio, abbiamo realizzato un negozio confermando il nostro format di prossimità riservato alle medie superfici, vicine al centro abitato, vicino ai clienti, per risolvere le esigenze di prima necessità. – dichiara Paolo Micolucci Consigliere Delegato di Brico io S.p.A. – continuando così, insieme all’imprenditore, nella nostra mission: essere vicini alle famiglie che ogni giorno cercano soluzioni per la decorazione e la manutenzione della loro casa e del giardino”.

I Servizi Tintometro e Taglio legno su misura.

Lo staff 9 addetti più il capo negozio

Le Offerte il volantino realizzato per l’apertura propone una serie di articoli a prezzi vantaggiosi selezionati tra i più rappresentativi dei reparti, con un occhio particolare alla stagionalità.

Brico io ARZACHENA (SS) – Viale Costa Smeralda, 6 – Tel. 0789.1710895

Orario di apertura: dal lunedì al sabato dalle 8.00 alle 20.00 – domenica dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 20.00

Masterpiuma Power 5 di Montolit | Tagliapiastrelle… al top

Masterpiuma Power 5 è una macchina che racchiude tutti i pregi del modello P3, riferimento assoluto nel settore, e aggiunge ulteriori plus richiesti dai professionisti per affrontare le crescenti criticità imposte dalle tempistiche sempre più stringenti e dalle peculiarità delle piastrelle di oggi

Migliorare un prodotto eccellente e privo di difetti sembra impossibile, ma al costruttore l’impresa può riuscire se non ci si adagia sugli allori. Nello specifico non va trascurata la rapidissima evoluzione che subiscono i materiali con cui i produttori realizzano le piastrelle, impegnati da un lato sul fronte delle sottilissime, mentre, con maggiori spessori, sono alla ricerca di sempre nuovi effetti materici delle superfici, sino addirittura alle realizzazioni tridimensionali. Soprattutto quest’ultimo traguardo, ovvero costruire una tagliapiastrelle manuale che riuscisse a tagliare le durissime ceramiche a spessori variabili, poteva sembrare difficile da raggiungere. Montolit ha risolto il problema con il nuovo braccio di Masterpiuma Power 5, dotato di un portarotelle potenziato e ammortizzato, che permette di seguire in modo naturale il saliscendi sulla superficie della piastrella, durante l’incisione.

Il sistema è studiato per applicare una grande pressione senza fare alcuno sforzo; per non rovinare le piastrelle più sottili o meno dure, ci sono riferimenti lungo l’impugnatura che indicano la forza espressa mettendo la mano in quel punto, in modo da potersi regolare facilmente. Ma non è tutto.

Nuovo anche il doppio sistema di spacco che permette di sezionare senza alcun problema strisce strettissime di piastrella e, lavorando a 45°, consente di ottenere triangoli di piccolissime dimensioni. La rotella in titanio taglia indifferentemente materiali spessi e materici oppure sottili piastrelle di vetro, anche in mosaico. Poi le due ali di supporto che si aprono di 180°, lo scontro laterale che è ribaltabile pur mantenendo la misura impostata e, non ultima, la rapidità con cui la macchina diviene pronta all’uso: in pochi secondi si imposta la squadra a 0°, 45° oppure valori intermedi, anche fuorisquadra sull’altro lato, e si procede col taglio.

Masterpiuma Power 5 è disponibile in 5 diverse misure per andare incontro a tutte le esigenze: la più piccola (art. 63) a 0° taglia una lunghezza massima di 63 cm e a 45° arriva a 44×44 cm; la “75” (il modello della nostra prova) a 0° arriva a 75 cm e a 45° fa 53×53 cm; la “93” taglia 93 cm a 0° e 66×66 cm a 45°; la “131” taglia 131 cm a 0° e 92×92 cm a 45°; la “161” taglia 161 cm a 0° e 113×113 cm a 45°.

Il modello 75 con guida di scontro impostata a 0° e ali di supporto aperte; la macchina è robustissima e pesa solo 14 kg.
I due supporti laterali si sganciano con la pressione di un dito; dalla posizione di riposo, possono ruotare a piacimento sino a 180°.
Svitando la manopola si libera la rotazione della squadra di misura che normalmente ruota e può essere impostata fra 0° e 75°.
Sollevando l’apposito fermo la squadra può anche ruotare nel senso opposto per fare tagli fuorisquadra da 0° a -60°.
I riferimenti sull’impugnatura indicano le posizioni in cui, mettendo la mano, si sviluppa 4 volte, 7 volte e 10 volte la forza applicata.
Il sistema di ammortizzazione della rotella è dato da un perfetto bilanciamento, con l’aggiunta del gioco dentro un’asola con molla.
In dotazione la fiala di lubrificante per la rotella incisore, da applicare nell’apposita sede: basta una leggera pressione una tantum.
Dopo anni di utilizzo, se necessario, si può registrare il gioco sulla barra.

Prova di taglio a 0°

Mettiamo la piastrella allo scontro con la guida; la scala millimetrata aiuta a impostare l’entità del taglio.
Posizioniamo la rotella d’incisione sul bordo di attacco della piastrella.
Impugnando la leva nel punto che permette di fare la forza corretta, spingiamo la rotella d’incisione, facendo un’unica passata.
Con il portarotelle in posizione di finecorsa diamo un colpetto sull’impugnatura: il tampone applica la forza in modo da attuare uno spacco perfetto.

Prova di taglio a 45°

Svitando la manopola, regoliamo la guida con l’angolo di taglio desiderato.
Per dividere la piastrella a metà, mettiamola allo scontro con la guida e con il vertice sullo zero.
Mettiamo la rotella sul bordo della piastrella e poi spingiamo la leva facendo l’incisione lungo tutta la superficie. Considerata l’elevata durezza di questa piastrella, ma il suo basso spessore, abbiamo valutato di impugnare la leva in una posizione intermedia.
Lo spacco è avvenuto in modo perfetto, utilizzando l’apposito cavalletto aperto, con il solito colpo deciso sulla leva.

Libreria sospesa fai da te fatta su misura

Libreria sospesa fai da te realizzata con MDF spesso 16 mm più un pannello spesso 26 mm, tagliando i pezzi a misura e facendo una serie di lavorazioni con la fresatrice, usata a mano libera e montata sul banchetto, per modanare, rifilare e fare le sedi per i ripiani

Realizziamo il progetto di una libreria sospesa fai da te, innanzitutto si valuta la posizione in cui può essere messa nella stanza, quindi si prendono le misure dello spazio disponibile e, sulla base di queste, si delineano gli ingombri della libreria. Il materiale da usare è già stabilito, bisogna decidere il numero dei ripiani e il modo di unire il tutto, senza dimenticare qualche elemento decorativo che non guasta mai.

Tanto per dare un’idea delle dimensioni, l’altezza della libreria sospesa fai da te è stabilita in 1500 mm; la larghezza a livello dei fianchi è di 710 mm, mentre il top deborda di 10 mm per parte; la profondità è di 190 mm, mentre il top è 200 mm. Il numero di ripiani è 6, distanziati di 270 mm l’uno dall’altro, inclusi quello alla base e quello al top.

Per agevolare la tenuta laterale dei ripiani, sui lati interni dei fianchi si realizzano delle scanalature alte quanto è lo spessore del ripiano (16 mm) e lunghe quanto è largo il ripiano stesso. Si fanno con una fresa cilindrica di diametro 16 mm, impostando una profondità di lavoro di 5-6 mm. Al termine, si raddrizza la rotondità che rimane a un’estremità con scalpello e mazzuolo di legno. Dato che 5-6 mm di profondità, per un incastro che deve reggere il peso non indifferente dei libri, possono non essere sufficienti, in fase di assemblaggio si bloccano i ripiani con viti messe dall’esterno dei fianchi, mandando le teste sotto filo piano. Ogni occorrenza di vite visibile dall’esterno, va infine stuccata e resa invisibile con l’applicazione dello smalto bianco all’acqua, scelto come finitura a rullo per la libreria sospesa fai da te.

Taglio e modanatura della libreria sospesa fai da te

Dopo aver tracciato i tagli sui pannelli interi di MDF spesso 16 mm, si procede all’esecuzione con la circolare da banco, producendo prima lunghe strisce della larghezza voluta, da tagliare poi a misura nella lunghezza, usando una troncatrice radiale.
Il top si realizza tagliando un pannello di MDF di maggiore spessore (26 mm); per completarlo, si passano i bordi con fresatrice a tuffo, usando una fresa bombata con cuscinetto distanziale in testa.

La decorazione alla base

Usando il compasso, si traccia su un pezzo di MDF di scarto il profilo che si vuole dare alla decorazione per la base della libreria. Data la difficoltà a ripetere in modo speculare il medesimo motivo, su tutta l’estensione, conviene farne soltanto metà.
Con la sega a nastro si segue con buona precisione la linea tracciata, ma conviene stare comunque un millimetro o due all’esterno, per avere poi margine di manovra nel rendere armonioso il profilo.
Non avendo la macchina dedicata, per uniformare le curve si può usare il trapano a colonna, montando sul mandrino un rullo autocostruito con un cilindro di legno tenuto da un pezzo di barra filettata con dadi.
Quando la dima è perfetta nelle curve e negli spigoli, la si usa per riportare il motivo sul pezzo di MDF. Per completare tutta l’estensione, disegnata la prima metà si ribalta la dima e si disegna la seconda.
Torna in campo la sega a nastro, con cui si ritaglia il pezzo di MDF intero; in seguito, per perfezionarlo, si fissa con nastro biadesivo la dima su una prima metà del pezzo e si rifila usando la fresatrice montata sotto il banco.

Fresature, poi colore e assemblaggio

A distanze regolari, sulla faccia interna dei fianchi della libreria sospesa fai da te, si praticano le sedi per i ripiani con una fresa cilindrica di diametro opportuno.
Montando la fresa concava, invece, si arrotondano gli spigoli anteriori dei listelli che vanno poi applicati per rifinire i bordi frontali dei ripiani.
Prima dell’assemblaggio finale se ne effettua uno in bianco di prova; se è tutto ok, si rismonta il tutto per dare a rullo il colore ai pezzi separati; si danno più mani, intercalare da lievi carteggiature.
Il montaggio definitivo inizia dalla parte bassa della libreria sospesa fai da te, unendo in un unico colpo il frontalino sagomato al ripiano più in basso e, i due insieme, ai fianchi. Allo scopo bisogna appoggiare i pezzi su una superficie piana e usare molti strettoi per applicare la necessaria forza di adesione, attenti anche al mantenimento dello squadro fra gli elementi.
Salendo verso l’alto si inseriscono i ripiani nelle loro sedi, se necessario battendoli posteriormente con un martello di gomma.
Per sicurezza si fissano i ripiani anche con una vite per lato, applicata al centro, dall’esterno del fianco. Infine si incollano i bordini frontali di finitura.
L’ultimo pezzo che viene messo al suo posto è il top, che viene incollato sopra l’ultimo ripiano, messo a filo superiore dei fianchi.
 

Fissaggio a parete della libreria sospesa fai da te

Due piastrine asolate sono applicate in alto nel retro della ibreria, per poterla appendere a parete con due tasselli, ma nella parte bassa si mette anche come solido appoggio, in posizione non visibile, un listello orizzontale fissato con 5 tasselli a espansione.

Progetto di Carlo Ferrari

Il “sistema” finestra: quali sono i materiali e le tipologie di vetro utilizzate

La finestra è un complesso sistema composto da telaio fisso e mobile, vetri, isolanti e guarnizioni che deve garantire la continuità delle prestazioni dell’involucro edilizio

L’aspetto estetico di una finestra ha un’indubbia importanza, ma nella scelta vengono ancor prima le prestazioni in fatto di isolamento, quindi i materiali che la compongono, gli spessori, la tipologia delle guarnizioni adottate: è in base a questi fattori che, a parità di dimensioni, si possono riscontrare prezzi molto diversi, mentre la scelta estetica ha un’incidenza minima sul costo ed è spesso limitata dal contesto architettonico. 

I punti di vista delle finestre sono però due, interno ed esterno, e talvolta devono garantire integrazioni differenti in uno stesso ambito: sono frequenti le ristrutturazioni che, pur contemplando ambienti moderni all’interno, devono mantenere un’architettura rustica o classica all’esterno, per scelta o per vincolo. Si tratta perciò di conferire al serramento un aspetto coerente con entrambi i contesti adottando, se occorre, finiture differenziate sui due lati quanto a fattura, materiali e colorazione, oltre a scegliere i materiali più idonei in base al clima della zona.

Oltre al livello di isolamento termico del serramento nel suo insieme, bisogna porre attenzione alle specifiche dei vetri: quanta luce lasciano entrare, che protezione solare offrono, la sicurezza (antieffrazione e anticaduta) e, in molte situazioni, la capacità di isolare dal rumore.

Tipologie di profilati

Legno
Per inibirne la tendenza a movimenti e invecchiamento si attuano processi di essiccazione e trattamenti con resine che lo rendono ignifugo, impermeabile, resistente ai raggi UV e riducono l’eventualità di regolazioni nei primi anni dall’installazione; a seconda dell’esposizione, può richiedere trattamenti di rinnovo. Lamellare o massello, di per sé è già un buon isolante.

Alluminio-Legno   
L’accoppiamento del legno sul lato interno e il rivestimento di alluminio all’esterno forma un serramento pregiato e resistente: il legno non è esposto alle intemperie ed essendo un materiale “caldo” trasmette benessere e si comporta come un isolante e assieme ai profili in alluminio a taglio termico – ad esempio quelli realizzati da EKU – garantisce alte performance termiche. Offre elevate prestazioni termoacustiche, ma comporta una spesa superiore alla media.

Alluminio
Essendo un conduttore naturale, per garantire isolamento termico e acustico viene inserita un’anima di materiale isolante tra esterno e interno, spesso poliammide; tuttavia, la facile lavorabilità permette di realizzare profili sagomati. Resistente, ha buone proprietà meccaniche, richiede poca manutenzione; i serramenti sono leggeri grazie ai profili cavi ottenuti per estrusione. Esempi di serramenti in alluminio di altissima qualità sono, ad esempio, quelli realizzati da EKU, la cui gamma di prodotti è molto ampia e spazia dai sistemi battenti e scorrevoli (anche minimali) alle porte interne ed esterne, portoni industriali, facciate in alluminio e verande.

PVC  
I profili si ottengono per estrusione, sono cavi e si possono sagomare in quanto è conformabile quando viene riscaldato. Ha buone caratteristiche di isolamento ma va protetto dall’invecchiamento per effetto dei raggi UV, rifinendolo con speciali vernici o applicando pellicole acriliche in grado di riprodurre l’aspetto del legno, pur conservando la possibilità di pulirlo con un semplice detergente.

PVC-Alluminio
Serramento in PVC rivestito all’esterno da un guscio di alluminio che permette di ottenere una vasta gamma cromatica, garantendo al contempo un’ottima resistenza al calore. L’alluminio infatti rimane stabile nel tempo anche nei colori dai toni più scuri.

Tipologie di vetro

Vetro singolo
Di fatto serramenti del genere si trovano solo in edifici di vecchia costruzione: da diverso tempo le soluzioni a vetro singolo non sono più adottate, perché ogni metro quadrato di superficie vetrata disperde circa 5 W/h di energia per ogni °C di differenza tra interno ed esterno (un’enormità!).

Vetro Camera
La funzione della vetrata isolante è di elemento di chiusura di un’apertura totalmente trasparente che permette di ridurre gli scambi termici tra due ambienti. La parte vetrata della vetrata isolante può funzionare anche come elemento di sicurezza (se i vetri sono temprati o stratificati. Le vetrate isolanti sono anche denominate IGU (Insulatin Glazing Unit) o DGU (Double Glazing Unit) se hanno due vetri o TGU (Triple Glazing Unit) se hanno tre vetri. L’aria racchiusa tra i due vetri che costituiscono la vetrocamera, garantisce un buon isolamento termico nelle zone a clima mediamente caldo. Il fattore solare è elevato, vale a dire che i raggi del sole attraversano il vetro e riscaldano gli interni (ma in estate è uno svantaggio).

Vetro doppio con gas Argon
Con gas Argon (o Kripton, se l’intercapedine è inferiore a 12-14 mm) in luogo di aria secca, le prestazioni isolanti della vetrocamera aumentano, diminuiscono però la trasparenza e il fattore solare, pur rimanendo buone. Si tratta della soluzione più utilizzata in zone pedemontane con inverni abbastanza freddi.

Vetro triplo con Gas Argon 
L’isolamento termico migliora sensibilmente come anche l’isolamento acustico; è ideale per case passive, ma non è sempre consigliabile (maggior costo, minore luminosità). Nella stessa situazione, può convenire adottare vetri doppi per le finestre piccole e tripli per quelle di maggiori dimensioni (anche in base all’esposizione).

Iniziativa Bosch: senza cavo, senza IVA

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Dal 15 ottobre è attiva la campagna Bosch cashback “Senza cavo, senza IVA“, un’iniziativa promozionale che prevede il rimborso dell’IVA calcolato sul prezzo al pubblico pagato dal consumatore per l’acquisto di un prodotto della gamma 18V Bosch Home & Garden

Quanto dura?

La campagna é valida dal 15.10.2022 al 15.12.2022.

Chi può partecipare?

I consumatori privati che ricevono uno scontrino fiscale (no fattura) a seguito dell’acquisto di un prodotto della gamma 18V Bosch Home & Garden.

Quale prodotto è possibile acquistare?

Tutti i prodotti della gamma 18V Bosch Home & Garden ad esclusione delle batterie, caricabatterie, starter set ed elettrodomestici Bosch.

Come funziona?

  1. Conserva il tuo scontrino parlante** (con descrizione verbale o codice prod./ EAN del
    prodotto acquistato*)
  2. Registrati sul sito www.senzacavosenzaiva.it entro 7 giorni dalla data di acquisto
  3. Riceverai per mail (entro max. 24 ore) un link da cliccare per confermare la registrazione. Importante: la conferma deve essere inviata entro 24 ore dalla ricezione della mail.
  4. Riceverai entro 7 giorni la conferma di validità/non validità della richiesta.
  5. Riceverai il rimborso entro circa 40 giorni.

Entro quando è possibile richiedere il rimborso?

Entro 7 giorni di calendario dalla data di acquisto

Per quanti prodotti è possibile chiedere il rimborso?

Fino ad un massimo di n. 2 prodotti acquistati durante l’intero periodo in uno o due atti d’acquisto. Nel caso in cui risulti l’acquisto di più di n. 2 prodotti coinvolti nello stesso Documento d’Acquisto verrà rimborsato esclusivamente l’importo dell’IVA spesa per l’acquisto dei 2 prodotti di minor valore, fino ad un massimo di 235,00 euro cad.

Quali dati mi servono per richiedere il rimborso?

Per richiedere il rimborso dell’IVA é necessario fornire:

  • NOME e COGNOME
  • CODICE FISCALE
  • IBAN sul quale verrà effettuato il rimborso
  • SCONTRINO FISCALE PARLANTE
  • Altri dati relativi all’acquisto

Cosa si intende per scontrino parlante?

Lo scontrino parlante è un documento di acquisto dal quale si evince chiaramente di quale prodotto si tratti. Dovranno essere pertanto riportati uno dei seguenti dati: nome/descrizione/cod./cod. EAN.

Come viene calcolato l’importo del rimborso?

Il calcolo avverrà per mezzo della seguente procedura:

  1. divisione del valore del prodotto (comprensivo di IVA) per il coefficiente 1,22
  2. sottrazione al valore del prodotto (comprensivo di IVA) del valore ottenuto al punto 1
    Il risultato della divisione sarà arrotondato: per difetto, se la cifra dopo la virgola sarà inferiore a 5 o per eccesso, se la cifra dopo la
    virgola sarà superiore a 5. Il valore del rimborso sarà arrotondato all’unità più vicina.

Come e quando è erogato il rimborso?

Il rimborso verrà erogato entro 40 giorni di calendario dalla conferma della validità della richiesta.

Recesso, sospensione ed esclusione dal Cashback

Se lo scontrino non risponde ai requisiti sopra esposti non potrà essere erogato alcun rimborso. Per maggiori casistiche consultare
i «Termini e Condizioni» presenti sul sito www.senzacavosenzaiva.it/

Assistenza

Per info e supporto scrivi a info@senzacavosenzaiva.it o chiama il numero 0691810409 (dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 12 e dalle 14:30 alle 17)

T-Rex Montage di Soudal | Un tirannosauro a effetto ventosa

azT-Rex Montage è un potente adesivo di montaggio con elevata presa iniziale, caratterizzato dalla semplicità di utilizzo e formulato per aderire a quasi tutte le superfici

L’adesivo di montaggio è sicuramente la colla più versatile e più utilizzata non solo dai fardasé, ma anche dai tecnici installatori. Per essere una vera e propria colla di montaggio, un adesivo deve avere alte doti di presa iniziale, mediante il cosiddetto “effetto ventosa”, e, una volta essiccato, deve riuscire a esprimere una tenacissima forza di adesione fra i pezzi. Ma Soudal è andata oltre. È riuscita a coniugare in un unico prodotto una tale serie di proprietà, che si potrebbe quasi usare un unico adesivo per tutti gli utilizzi: il T-Rex Montage. Vediamo perché.

T-Rex Montage è un adesivo acrilico a base d’acqua, privo di solventi, con elevata forza adesiva e una presa iniziale estremamente alta (oltre 140 kg/m²). È bianco, la formulazione senza emissioni nocive è utilizzabile anche in spazi chiusi. È specifico per l’utilizzo in interni, ma resiste senza perdere le caratteristiche a temperature comprese fra i -20 °C e +70 °C. Aderisce a tutti i materiali fra cui legno e derivati, metalli, materie plastiche, polistirolo, vetro, materiali edili, isolanti, pietra, cemento ecc, basta che una delle due superfici sia porosa. Non aderisce a PE, PP, PTFE (Teflon®) e superfici bituminose.

Peculiarità

T-Rex Montage incolla perfettamente anche superfici non uniformi; funziona per applicazione diretta su uno solo dei substrati; è verniciabile con vernici a base d’acqua; ha potere riempitivo; non richiede alcun pretrattamento, basta che le superfici siano asciutte, sgrassate e prive di polvere; si può applicare con temperature dai 5 °C sino ai 30 °C; ha un tempo di apertura di 15 minuti; è disponibile in cartuccia da 380 g e in tubo da 200 g.

 
 
Legno
Materiali edili
Materie plastiche
 
Pietra
Intonaco
 
Metalli
Truciolare e derivati

Predisposizione per l’erogazione

Con il cutter si taglia via il sigillo sulla punta dell’attacco filettato.
Avvitato il beccuccio erogatore, si inserisce la cartuccia nella pistola, con lo stantuffo completamente arretrato, poi lo si manda in appoggio dietro la cartuccia.
Con il cutter si taglia in misura minore o maggiore la punta del beccuccio per regolare la quantità di prodotto erogato.

Dosare e distribuire a seconda del materiale

Il tipo di materiale, a seconda se è più rugoso e materico oppure liscio e compatto, richiede una maggiore o minore quantità di prodotto per la migliore adesione. Quando non si ha esperienza in questo senso, è opportuno effettuare qualche prova, prima dell’incollaggio definitivo. Tuttavia c’è anche una modalità preferenziale per la distribuzione dell’adesivo. A lato mostriamo alcuni esempi, cui fare riferimento anche con altri materiali e applicazioni.

Quando si ha un elemento con larghezza limitata e sviluppo in lunghezza, si distribuisce l’adesivo con un cordone a zig zag, più o meno stretto, a seconda della rugosità della superficie.
I pannelli presentano una superficie di adesione piuttosto estesa, ma è sufficiente depositare alcuni mucchietti di adesivo nella zona centrale e fare un cordone a zig zag su tutto il perimetro.
Per incollare elementi con superficie e forma irregolari, l’ideale è distribuire l’adesivo in piccoli mucchi non troppo vicini ai bordi.

I principali utilizzi di T-Rex Montage

Si cerca sempre di distribuire l’adesivo sul pezzo prima di applicarlo sul sottofondo, ma ci possono essere casi, nelle riparazioni e nei riempimenti, nei quali il prodotto viene fatto filtrare nello spazio, talvolta esiguo, fra i pezzi da incollare. Lo sviluppo di una certa pressione fra i pezzi uniti è solitamente consigliato; nel caso di pannelli ampi e rigidi, si consiglia anche di battere con un martello di gomma per agevolare l’effetto ventosa dell’adesivo.

Per il fissaggio dei battiscopa si stende a zig zag il cordone di adesivo sul retro di ogni segmento, dopo averlo tagliato a misura.
Ideale per i rivestimenti di pavimento e parete, in forma di lastre sottili in materiali sintetici e legno.
Per l’installazione o la riparazione, in caso di distacco, di mensole per i davanzali finestra oppure per l’uscio di una portafinestra.
Per stabilizzare un faretto incassato nel cartongesso o nella boiserie, nel caso i fissaggi esistenti non riescano a sostenerlo.
Per incollare a parete pannelli di ogni genere (isolanti termici e acustici), ma anche boiserie e decorazioni di polistirolo.
Per il fissaggio di gradini in legno sul sottofondo di cemento, assicurarsi soltanto di disporre di una superficie piana.

T-Rex Montage in versione RECYCLED 80%

È ormai pronto per il lancio il nuovo T-Rex Montage Recycled 80%, un adesivo di montaggio a base acrilica ad alte prestazioni e privo di solventi: potente quanto il T-Rex Montage, ma quasi interamente prodotto con materiali riciclati.

Soudal ha sviluppato il primo adesivo circolare a base acrilica senza solventi sul mercato. T-Rex Montage Recycled 80% è un adesivo di montaggio realizzato con l’82% di materie prime riciclate, di cui il 35% a base biologica; inoltre, il prodotto è confezionato in una cartuccia fatta di PCR all’80%. PCR (Post-Consumer Recycled material) è plastica ottenuta dal riciclaggio di materiali come PET, PE, PP, HDPE ecc, derivati da prodotti di consumo come contenitori per il pranzo, bottiglie di shampoo, bottiglie di acqua minerale ecc.

Il successo ottenuto da Soudal è quello di essere riuscita nell’intento di dare un’alternativa circolare agli attuali adesivi di montaggio senza solventi, offrendo un prodotto con le stesse prestazioni degli attuali adesivi di montaggio a base d’acqua, posizionato allo stesso livello di prezzo. Per noi farsasé un modo semplice e conveniente di scegliere una soluzione circolare per i nostri progetti: un contributo attivo per un ambiente più sostenibile, disponibile per tutti, senza costi aggiuntivi.

3 capisaldi per un futuro sostenibile

Nella produzione di T-Rex Recycled 80%, Soudal si è impegnata con tre diverse azioni in modo da ottenere i massimi vantaggi ambientali:

  1. riduzione delle emissioni di CO2 durante i processi di produzione;
  2. utilizzo massiccio di plastica riciclata post-consumo (PCR);
  3. riduzione del consumo di acqua durante il processo di produzione.

È così che per ogni singola cartuccia di T-Rex Recycled 80% utilizzata si emettono 81,4 g in meno di CO2, si utilizzano 37,6 g in meno di plastica vergine, si risparmiano 900 ml di acqua.

I riconoscimenti da parte degli organi di controllo qualità ambientale sono dovuti alla formulazione contenente il 35% di materie prime bio, all’utilizzo dell’82% di materie prime di riciclo e grazie all’80% di riciclabilità della confezione.

T-Rex Montage Recycled 80% Adesivo di Montaggio ha ricevuto l’etichetta World Alliance for Efficient Solution dalla Solar Impulse Foundation nel luglio 2021. Il team di esperti dell’ente certificatore ha ritenuto il T-Rex una soluzione economicamente valida che contribuisce efficacemente alla protezione dell’ambiente.

Utensili fai da te in ferro: piccoli attrezzi fatti per durare

Piccola costruzione di due utensili fai da te che racchiude alcune insidie: la modalità di giunzione dei pezzi, per esempio, se non si possiede una saldatrice, ma anche le questioni estetiche come le simmetrie e le piegature tutte uguali

I più comuni attrezzi che si usano per invasare e per mettere a dimora le piantine nelle aiuole sono spesso di qualità molto scadente e diventano inservibili in breve tempo. Decidiamo, quindi, di realizzare due utensili fai da te, quelli che si usano più frequentemente, usando un materiale che assicuri robustezza e durata nel tempo: l’acciaio inox.

Gli utensili fai da te in questione sono una palettina e un rastrellino per sarchiare; per realizzarli ci servono soltanto un pezzo di tubo di diametro 20 mm, spessore 2 mm, una bacchetta (tondino) da 6 mm di diametro e un pezzo di lamiera da 2 mm di spessore. Il tubo serve per fare le impugnature dei due attrezzi; la lamiera per fare la pala e il tondino per fare i rebbi del rastrellino.

Il progetto di questi utensili fai da te non presenta difficoltà evidenti, ma non è scontato che alla fine si ottenga un buon risultato estetico. Questo è uno di quei casi di realizzazione considerata “banale”, per la quale non è prevista gloria, ma la critica sì: chiunque, noi stessi per primi, può notare, se presenti, i difetti di finitura, l’asimmetria della pala, le pieghe non coerenti dei tre rebbi del rastrellino ecc. Un modo, in vero molto rigido, per essere imparziali nel giudicare il proprio lavoro è quello di domandarsi a quale prezzo acquisteremmo l’oggetto, se lo trovassimo sugli scaffali di un centro brico.

A parte queste forzature, che hanno un senso solo per il rapporto banalità/difficoltà del progetto, come oggettivo impedimento va detto che per fare un lavoro veramente definitivo bisognerebbe possedere una saldatrice a filo continuo e avere dimestichezza con la saldatura dell’acciaio inox, che non è proprio cosa di tutti. Ovviamente si può provedere alla giunzione dei pezzi di questi utensili fai da te in modo alternativo, ma in questo caso le difficoltà aumentano. Non sono difficoltà oggettive; si tratta di giunzioni tecnicamente semplici, ma va considerata la forte leva che si attua con il manico sia sulla pala sia sui rebbi del rastrellino, cosa che, col tempo, riesce a rendere vani molti degli stratagemmi più comuni di unione dei pezzi.

Al termine dell’articolo forniamo una soluzione alternativa alla saldatura, che nelle prove fatte ha dato risultati molto confortanti: l’utilizzo di un adesivo bicomponente. Consigliamo a chi voglia cimentarsi seguendo questa strada, di procurarsi uno dei nuovi adesivi di questo genere, che abbia anche caratteristica di riempitivo. Non è necessario che sia trasparente, anche se esteticamente non guasta.

La paletta

Tagliamo uno spezzone di tubo inox lungo 150 mm per realizzare il manico della paletta, poi un secondo della stessa lunghezza per fare quello del rastrellino. Abbiamo usato la smerigliatrice angolare montata su un accessorio per troncare.
Bloccati i due pezzi di tubo nella morsa, assotigliamo un pochettino il loro tratto iniziale, usando uno svasatore e una mola a smeriglio per trapano.
La manovra precedente ci serve per poter piegare più facilmente l’imboccatura del tubo, ma solo a una delle due estremità. Lo facciamo stringendo il tubo nella morsa da banco.
Disegnato il contorno dell’utensile fai da te, lo ritagliamo dopo averlo fissato su una tavoletta di legno; usiamo un seghetto alternativo con lama per metalli.
Perfezioniamo il bordo della paletta con un disco con carta abrasiva montato sulla smerigliatrice angolare.
Per piegare la paletta in senso longitudinale, la blocchiamo nella morsa, prendendola sino alla mezzeria e la colpiamo con il martello, interponendo un pezzo di legno di scarto.
Prepariamo il manico all’unione con la paletta facendo un foro su un lato soltanto della parte appiattita precedentemente.
Lo scopo del foro è quello di eseguire la saldatura dei due pezzi proprio attraverso la sua apertura. Abbiamo usato una saldatrice a filo continuo.
Ancora con il disco abrasivo rimuoviamo l’eccedenza di saldatura che fuoriesce dalla rotondità dell’impugnatura.

Il rastrellino per sarchiare

Tagliamo i pezzi necessari da bacchette di tondino da 6 mm di diametro; usiamo un seghetto manuale con lama per metalli.
Facciamo la punta a un’estremità di ogni spezzone realizzato. Per fare presto usiamo una mola da banco, altrimenti si può mettere uno per volta il pezzo nella morsa e darci di lima.
Ogni bacchetta va piegata nella parte appuntita per circa 45 mm. Per farle tutte uguali, basta stringerle nella morsa lasciandone spuntare un identico quantitativo calibrato e colpire col martello.
Per fare la seconda lieve piega a 2 delle 3 bacchette, blocchiamo nella morsa la loro parte piegata a L e procediamo nella piegatura usando un pezzo di avanzato di tubo inox.
Prima di inserire all’interno dell’impugnatura le bacchette che formeranno i rebbi del rastrellino, facciamo diverse tacche sui loro steli picchiando sul tondo con la parte posteriore del martello.
Inseriti i 3 tondini nell’impugnatura, bisogna fissarli: un’alternativa alla saldatura può essere quella dell’incollaggio con un adesivo bicomponente, che conviene far entrare dalla parte posteriore dell’impugnatura, riempiendola interamente.

Progetti che riempiono il cuore di gioia

Inaugurata il 22 settembre scorso nel comune di Alfedena (AQ) una nuova scuola primaria dalle caratteristiche virtuose

In un “oceano” di cattive notizie che spaziano dalla crisi bellica alle manovre inflattive, dalla ridotta disponibilità di materie prime all’indeterminatezza degli approvvigionamenti energetici, rare isole di salvezza esistono ancora… qualche notizia è ancora in grado di “scaldarci” il cuore. Un esempio calzante è la notizia dell’apertura, il 22 settembre scorso, di una scuola primaria dalle caratteristiche virtuose nel comune Alfedena (AQ) in Abruzzo.

Nella realizzazione del progetto “La mia scuola illuminata”  la municipalità abruzzese è stata affiancata dall’Associazione dei Comuni Virtuosi e da VELUX, azienda che ha contribuito alla progettazione illuminotecnica della scuola e alla fornitura gratuita dei lucernari, inseriti in grande numero per portare all’interno degli ambienti scolastici luce e ventilazione naturali, a beneficio degli studenti

Siamo profondamente orgogliosi di essere annoverati tra quei comuni che hanno accettato la sfida della sostenibilità ambientale – ha dichiarato Luigi Milano, Sindaco di Alfedena – come mostra anche questa partnership che ci ha permesso di portare a compimento un ambizioso progetto come quello della realizzazione del nuovo edificio scolastico, mettendo così in evidenza l’importanza della luce naturale, della sua diffusione e valorizzazione all’interno delle scuole. Attenti al benessere dei nostri alunni e docenti e, consapevoli dell’importanza di garantire elevate prestazioni energetiche all’interno delle strutture scolastiche, abbiamo intrapreso questo percorso, affiancati dalla professionalità di VELUX Italia e dal determinante sostegno dell’Associazione dei Comuni Virtuosi. Siamo felici e li ringraziamo per aver creduto in noi e per aver permesso che si diffondesse anche nella nostra piccola realtà la visione di una scuola efficiente anche dal punto di vista energetico, al fine di garantire un corretto equilibrio psicofisico per i nostri piccoli studenti.” 

La collaborazione tra VELUX e l’Associazione dei Comuni Virtuosi, è di lunga data e si pone come obiettivo principale la diffusione di una cultura sulla luce naturale, che si traduce in benessere psico-fisico, risparmio energetico e sostenibilità. 

“Collaboriamo da dieci anni con l’Associazione dei Comuni Virtuosi. È una realtà di cui condividiamo a pieno valori e filosofia – ha dichiarato Marco Soravia, Amministratore Delegato VELUX Italia –  Il nostro Gruppo è impegnato in tutto il mondo in progetti a sostegno di enti indipendenti e associazioni, con una particolare attenzione alla sostenibilità e all’Ambiente. In questa occasione siamo ancora più contenti per aver dato un contributo importante a un progetto rivolto ai più giovani e alla loro formazione; il futuro sappiamo che è proprio nelle loro mani.” 

Portare luce naturale dentro a una scuola è un sogno che si avvera – ha affermato Marco Boschini, Coordinatore nazionale della rete – perché tiene insieme sostenibilità ambientale e comfort per la comunità che vive e cresce in quegli ambienti. È un caso che farà scuola, per i tanti edifici pubblici dei nostri Comuni Virtuosi, che potranno beneficiare del buon esempio di questa storia e replicarlo altrove”. 

A guidare il team VELUX in questo progetto, l’architetto Giulio Camiz: “Nella scuola di Alfedena siamo intervenuti con l’intento di migliorare la resa scolastica dei ragazzi, migliorando il comfort visivo. Per farlo, in questi ultimi due anni, abbiamo affiancato progettisti e Autorità, lavorando su studi illuminotecnici e analisi ad hoc. La presenza significativa di finestre da tetto, donate al Comune a titolo totalmente gratuito, ha rappresentato un grande salto di qualità per il progetto, che speriamo possa esser un esempio da replicare nell’edilizia scolastica Italiana.”  

Ecologia e sostenibilità: i fardasé sono sempre avanti!

Tratto da “Far da sé n.527 – Ottobre/Novembre 2022″

Autore: Nicla de Carolis

“Chissà che un domani non ci tocchi ringraziare sceicchi ed emiri per averci dato un salutare scossone durante gli anni bui delle crisi petrolifere ed averci aperto gli occhi sulla necessità di isolare le nostre abitazioni invece di consumare gasolio da riscaldamento”. Era l’incipit di un articolo dal titolo ISOLARE IL SOTTOTETTO su FAR DA SÉ gennaio 1987, 35 anni fa. Parlando di anni bui, si faceva riferimento alle due crisi petrolifere, quella del ‘74 e quella del ‘79, quando si verificarono aumenti del prezzo del petrolio risibili per le quotazioni dei nostri giorni, ma molto importanti per allora.

Queste parole fanno venire i brividi, pensando alla situazione di oggi e a quanto negli anni avremmo potuto fare se avessimo tenuto conto almeno di queste avvisaglie: fornitori poco affidabili e prezzi non controllabili. Per non parlare della necessità, ora improrogabile, di eliminare i combustibili fossili e passare alle energie rinnovabili, problema di cui, a quel tempo, la maggior parte delle persone non aveva la percezione, mentre oggi è noto a tutti anche a causa del cambiamento climatico. In 40 anni si sarebbe potuta incrementare abbondantemente la produzione di energia elettrica con le rinnovabili, con nuove centrali idroelettriche e a biomassa, oltre che con pale eoliche e pannelli fotovoltaici e altri sistemi ancora più innovativi.

Ma ciò che stupisce e, se ce ne fosse bisogno, conferma la bontà dei princìpi, la sensibilità e la capacità di guardare lontano dei fardasé è che da sempre riciclano, non sprecano e riparano, mentre tutto ciò è stato “scoperto” e predicato solo ultimamente dai nostri maestri di pensiero/politici/Unione Europea. A riprova di questa lungimiranza, ci sono le realizzazioni vostre e nostre, pubblicate già a partire dagli anni ‘80, con interventi per migliorare l’involucro della casa: pareti, tetto, aperture, vespaio e poi i primi impianti solari per produrre acqua calda e i pannelli fotovoltaici che qualcuno di voi si è addirittura autocostruito. Anche qui opere che solo da poco tutti gli altri stanno cominciando a conoscere.

Nel dossier da pag. 14 troverete il meglio di questi interventi per realizzarli da soli o per sapere cosa chiedere all’artigiano che lo farà sotto il vostro occhio attento e competente.

 

Lettino prendisole fai da te o tavolo per esterni?

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Una costruzione che abbina un piano d’appoggio, che per un terzo si solleva, con gambe che possono assumere due lunghezze, ripiegandosi o meno su loro stesse. Realizziamo un lettino prendisole fai da te che all’occorrenza può essere impiegato come tavolo per esterni

Questa costruzione può essere interessante per chi non dispone di tanto spazio in esterno, per esempio su un terrazzo, oppure nel caso lo spazio sia poco per il rimessaggio invernale, soprattutto per complementi d’arredo ingombranti come i tavoli e i lettini da sole. Avere un unico oggetto, utilizzabile come lettino prendisole fai da te o tavolo per esterni, dimezza il problema ma, visti i pesanti aumenti delle materie prime (e fra queste anche il legno), diciamo che le due funzioni in un solo oggetto, possono essere un tangibile vantaggio anche sotto il profilo economico.

Il progetto prende forza dal fatto che un lettino prendisole fai da te e un tavolo per esterni possano avere dimensioni e caratteristiche in comune, per quel che riguarda il piano d’appoggio, fatto con doghe distanziate in modo che, in caso di pioggia, l’acqua si fermi sopra il meno possibile.

Ben diversa, invece, è la differenza che c’è fra i due oggetti, per quel che riguarda la dimensione in altezza, proprio per una questione funzionale, che non conosce compromessi. La soluzione per questo problema è il trasformismo delle gambe, capaci di essere del tutto estese, per uso tavolo, e ripiegate su loro stesse, per uso lettino.

In questo articolo non ci soffermeremo, quindi, sulle più ovvie procedure di costruzione e assemblaggio dei pezzi, a parte qualche dettaglio, ma più compiutamente, per mettere in evidenza il sistema scelto per l’estensione e il blocco delle gambe (sistemi ce ne possono essere anche altri) e quello per sostenere lo schienale del lettino, su vari gradi di inclinazione.

Concludiamo con una considerazione sulla solidità del lettino prendisole fai da te / tavolo per esterni. Se a un tavolo è richiesta robustezza perché è brutto sentirlo “ballare” quando ci si appoggia, per un lettino ancor di più perché ci grava il peso di tutto il corpo. Per questo, si tende a incrementare le sezioni dei listelli e gli spessori delle tavole, con la conseguenza di rendere l’oggetto estremamente pesante da spostare. Per questo diamo le misure del tavolo/lettino illustrato, che rappresenta un buon compromesso per le taglie “medie”: chi vorrà prendere spunto da questa costruzione, valuti sulla base del proprio peso se sia il caso o meno di incrementare di qualche millimetro sezioni e spessori in gioco.

 

Osservazioni

La costruzione si esegue con pochissimi elettroutensili: basta una sega troncatrice per legno e un trapano a colonna, mentre un trapano-avvitatore torna utile per eseguire i prefori nel legno e successivamente avvitare le tante viti che vanno messe.

La precisione è necessaria, come sempre, ma nel caso in questione la si deve osservare soprattutto per la corrispondenza dei fori delle spine, sia con le gambe estese sia ripiegate, e poi per dare la giusta inclinazione ai denti della cremagliera.

Montaggi strutturali, ma assecondati alla funzionalità

Le gambe fisse si lasciano più lunghe delle pieghevoli di circa 25 mm. Prima di assemblare i sostegni si devono forare i 4 traversi (2 per ogni lato) per inserire la spina di bloccaggio in estensione e gli 8 montanti (4 per ogni lato) per il bloccaggio delle gambe ripiegate su loro stesse.
Per collegare le gambe sui due lati si applica un fascione per parte, avvitandolo al listello montante con due viti a testa liscia 80×8 mm, rondelle e dadi autobloccanti. Fondamentale è l’utilizzo sempre dell’adesivo, meglio se in classe D3 o D4, vista l’esposizione all’aperto del manufatto.
I pannelli che concorrono a formare il piano del tavolo/lettino prendisole fai da te sono fatti unendo le doghe, a 5 mm l’una dall’altra, con tavole al traverso, fissate da sotto con viti. Due di questi pannelli sono vincolati da cerniere a libro e su di uno si monta il sostegno per la posizione inclinata dello schienale, con altre 2 cerniere.
Il posizionamento delle tavole della cornice, tagliate a 45° alle estremità, non è a totale sormonto della base d’appoggio, perché questa deve servire anche come supporto dei pannelli a doghe, che trovano posto all’interno della cornice stessa.

Per inclinare lo schienale del lettino prendisole fai da te

Il telaio montato dietro il pannello, destinato a fare da schienale del lettino, deve trovare appoggio in diversi punti per offrire una scelta di maggiore o minore inclinazione.
L’appoggio lo realizziamo con due listelli che fissiamo fra un traverso, messo appositamente, e il fascione posteriore; sul bordo superiore dei listelli ritagliamo una speciale cremagliera.
I vari denti della cremagliera devono avere un specifica inclinazione per offrire appoggio coerente all’inclinazione del telaio, qualsiasi sia il suo angolo di incidenza. Cioè, l’estremità del telaio deve sempre combaciare con la sede che trova.

Per estendere e bloccare le gambe nelle due posizioni

Per lo spostamento del lettino applichiamo due rotelle pivotanti solo dalla parte dello schienale; le fissiamo sul lato inferiore della traversa che unisce le gambe fisse, in modo che sporgano leggermente rispetto all’appoggio della gamba a terra. Per questo motivo, a seconda dell’altezza delle rotelle stesse, dobbiamo assicurarci, in fase di assemblaggio delle gambe, che la traversa sia alla distanza giusta dall’estremità.
Per tenere ripiegate le gambe per un uso del manufatto come lettino, le spine sono inserite nei montanti delle gambe.
Tolte le spine dai montanti, la parte inferiore delle gambe si libera e può essere portata in estensione.
Per bloccare le gambe in posizione estesa, inseriamo le spine dall’alto, nei fori praticati appositamente nei traversi. Le spine sono fatte con un tondo da 20, leggermente levigato per permetterne il passaggio di misura nel foro, senza lasciare troppo lasco. Un’ulteriore piccola spina, inserita in quella principale, fa da fermo, impedendole di fuoriuscire di sotto.