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Come scegliere un compressore

Esistono diversi tipi di compressore: a vite, a pistone, con trasmissione a cinghia, monostadio, coassiali. Quali sono le differenze e quale è il più indicato per i nostri lavori?

Comprimere l’aria con un compressore e poi farla riespandere significa avere una forza propulsiva notevole, immediata e “pulita.” Ecco quindi che, da antichi strumenti come il mantice del fabbro, che aspirava l’aria e la soffiava sulla forgia, siamo arrivati ai moderni compressori con motore elettrico.

Possiamo definire il compressore ad aria come una macchina operatrice pneumofora, cioè una macchina che innalza la pressione di un gas con l’impiego di energia meccanica. Quando liberiamo il gas, nel nostro caso l’aria compressa, otteniamo nuovamente quasi tutta l’energia impiegata per comprimerla, per consumarla in modo utile.

Come scegliere un compressore?

Per trovare il compressore che meglio si adatta alle nostre esigenze dobbiamo stabilire con esattezza qual è il nostro fabbisogno di aria compressa in funzione degli usi a cui lo vorremmo destinare

Quali sono le tipologie principali di compressore?

I compressori si dividono in due categorie in base alla tecnologia costruttiva che li contraddistingue:

  • coassiali, il compressore è direttamente collegato al motore elettrico.
  • traino-cinghia, il compressore è collegato al motore elettrico tramite appunto una cinghia.

I primi sono più adatti ad utilizzi hobbistici o professionali ma discontinui, mentre i secondi rispondono ad esigenze specifiche di artigiani e piccole-medie imprese, impieghi in cui l’aria compressa è tra le fonti primarie di energia (si parla infatti di compressore professionale).

Compressori Coassiali

I più comuni compressori hobbistici coassiali con serbatoio, quelli che troviamo normalmente in vendita, funzionano grazie a una pompa a pistone, lubrificata a olio, azionata da un motore elettrico. La pompa comprime aria nel serbatoio per mezzo del movimento alternato del pistone stesso. L’aria in entrata, aria compressa, viene trasferita tramite un grosso tubo metallico dal cilindro al serbatoio.

Nel compressore volumetrico, un pressostato, di regolazione e sicurezza, gestisce l’alimentazione elettrica e provvede a interrompere il funzionamento del motore quando la pressione raggiunge un valore limite, circa 9 bar. Dopo il pressostato c’è un riduttore di pressione in uscita, con manometro di regolazione manuale. All’ugello di scarico si innesta un tubo flessibile, collegato all’attrezzo da usare. All’interno di questa categoria esistono anche i compressori piccoli e portatili.

Come è fatto un compressore coassiale

compressore coassiale

disegno schematico di un compressore coassiale
Schema di un compressore coassiale caratterizzato dalle dimensioni compatte e dall’abbondante alettatura che garantisce la dispersione del calore.

Sopra al classico serbatoio cilindrico del compressore coassiale è alloggiato il motore, protetto da un carter, ma in modo che filtro dell’aria e serbatoio dell’olio con spia rimangano accessibili. Dall’altra parte troviamo i due manometri, che segnano la pressione del serbatoio e quella in uscita, regolabile. Sono intervallati dal pressostato con funzioni di controllo e comando del motore in base alla pressione. All’uscita dell’aria si innesta un tubo flessibile, per utilizzare direttamente l’aria compressa o per collegarsi ad utensili, percussori, pistole a spruzzo con serbatoio che contengano liquidi a varie funzioni, come vernici o detergenti.

I serbatoi di questo tipo di compressori vanno dai 24 ai 50 litri ed i motori sono monostadio a uno o due cilindri con o senza lubrificazione. La lubrificazione convenzionale comporta il rilascio nell’aria compressa di minuscole particelle di olio; queste possono essere eliminate da appositi filtri all’uscita del regolatore di pressione; nel caso dei compressori oilless, a scapito di una leggera riduzione della portata (circa il 10%), si ottiene aria con assoluta assenza di olio che li rende particolarmente adatti ad operazioni di verniciatura ove l’assenza di olio è indispensabile.

I più comuni compressori coassiali in commercio sono in genere leggeri e compatti, montati su ruote e con maniglia per un comodo trasporto. Troviamo una vastissima gamma di modelli, con prestazioni e prezzi per tutte le esigenze.

Compressori silenziati monostadio a pistone lubrificato

I compressori silenziati monostadio a pistone lubrificato sono adatti all’utilizzo hobbistico e professionale leggero, possono essere a uno o a due cilindri, sia coassiale sia con traino a cinghia. Le loro peculiarità e punti di forza sono una tecnologia semplice e la facilità di produzione e montaggio, che gli conferiscono economicità e affidabilità.

Compressori ad aria Monostadio senza olio

Compressori ad aria Monostadio senza olio

Ci possono essere uno o due pistoni, ma la grande differenza è la mancanza della lubrificazione a olio che in questo caso è garantita da particolari cuscinetti a sfere o ad aghi di tipo autolubrificante, per le parti rotanti, e rivestimenti di materiale antifrizione, per pistone e cilindro.

circolazione aria in un compressore

Compressori a cinghia

compressori professionali a cinghia sono macchine destinate a una lunghissima durata, apprezzati da chi prevede di farne un utilizzo intensivo grazie alla possibilità di utilizzare numerosi utensili: con l’aria compressa si possono alimentare avvitatori a bussole, seghetti, chiodatrici, levigatrici di vario tipo e molto altro ancora. Nella maggior parte dei casi si tratta di compressori bicilindrici monostadio, ossia entrambi i pistoni hanno pari diametro e indirizzano la produzione d’aria al serbatoio, con vibrazioni minime, rumorosità ridotta e basse temperature d’esercizio, quindi con un’ottima resa. Infatti, quando l’aria per effetto della compressione viene riscaldata, tende a dilatarsi e a offrire maggior resistenza alla compressione stessa, oppure a occupare uno spazio maggiore all’interno del serbatoio. A parità di dimensioni del serbatoio, le macchine monostadio permettono una riserva d’aria superiore.

Come è fatto il compressore a cinghia?

disegno compressore a cinghia
Schema di un compressore a cinghia con motore e pulegge in vista, ma protette da una robusta struttura facilmente rimovibile.

Quali lavori si possono svolgere?

Gonfiare

gonfiare con compressore

L’uso più semplice dell’aria compressa è quello diretto: ad esempio per gonfiare le gomme con camera d’aria o tubeless, mediante ugello che si innesta sulla valvola, e con manometro di controllo della pressione nella gomma.

Soffiare

pulire con compressore

L’aria sotto pressione può essere convogliata per operazioni di pulitura, fine o grossolana, con grande efficacia soprattutto a superfici ben asciutte, raggiungendo anfratti, interno di meccanismi e manovellismi poco accessibili.

Scalpellare

scalpellare con compressore

Una speciale pistola, predisposta per l’innesto sul tubo flessibile che convoglia l’aria compressa, può essere munita di accessori: grazie alla percussione diventa più facile scalpellare una piastrella rotta.

Verniciare

verniciare con compressore

Grazie alla pistola a spruzzo, con serbatoio della vernice e ugello rotante e intercambiabile, otteniamo una verniciatura comoda e al tempo stesso efficiente e professionale, anche su superfici difficili e angoli nascosti.

Detergere

detergere con compressore

Con pistola e serbatoio appena un po’ diversi ecco un utensile per spruzzare con forza soluzioni detergenti su superfici anche molto sporche, abbinando la forza meccanica all’azione chimica di pulitura.

Avvitare

avvitare con compressore

Con un’altra pistola su cui si innestano varie bussole e brugole, è possibile serrare dadi e bulloni, in velocità e con molta più forza e sicurezza degli utensili manuali. Non a caso si usa anche per la Formula Uno!

Puliscifughe GE-CC 18 Li Solo di Einhell | Fughe perfette anche in esterni

Il puliscifughe GE-CC 18 Li è un elettroutensile studiato per la manutenzione negli spazi esterni, delle fessure e degli interstizi fra le piastrelle, dove si accumula sporco o si sviluppano erbe infestanti, molto difficili da estirpare

Il verde ha una vitalità inattesa; anche in questa estate torrida e siccitosa, ci sono erbe infestanti che riescono a farsi largo nelle zone meno ospitali per la vegetazione: nelle piccole crepe del cemento, fra le pietre dei muretti a secco, nelle fessure tra le fughe delle piastrelle dei marciapiedi, fra le piastre situate attorno alle piscine ecc. Sono piantine molto tenaci che non patiscono il sole cocente e la mancanza d’acqua; estirparle non è possibile perché hanno radici molto resistenti, ma c’è una valida soluzione, che permette di non utilizzare le dannose sostanze diserbanti: è il puliscifughe GE-CC 18 Li Solo di Einhell, uno strumento con spazzola rotante, studiato proprio per ripassare le fughe.

Funziona alimentato con batterie al litio (non incluse nella versione Solo) che fanno parte della famiglia Power X-Change, compatibili con un numero di elettroutensili per il laboratorio, la casa e il giardino che cresce ogni giorno. L’elettroutensile è molto comodo da utilizzare non solo perché funziona a batteria, e quindi non è vincolato a cavi di alimentazione, ma anche perché è leggero e ha un lungo manico con cui lo si aziona senza chinarsi; si può condurre con una sola mano e non grava per nulla sul braccio perché appoggia a terra con una ruota oltre che con la spazzola.

https://www.youtube.com/watch?v=PjfK9haAbe8
 

Azione sempre efficace

Nella confezione sono incluse due spazzole, una con setole di plastica e una con setole d’acciaio; in questo modo si può semplicemente pulire dallo sporco tenace oppure svolgere un’azione più aggressiva, che non rovina le superfici, ma riesce a eliminare velocemente la vegetazione che si forma negli interstizi.
Estratta dalla confezione, il montaggio della macchina è rapidissimo; sono inclusi una chiave a forchetta e un perno per la sostituzione della spazzola. Il puliscifughe GE-CC 18 Li Solo costa euro 64,95.

Preparazione al funzionamento

Si innesta il manico di prolunga telescopico nel raccordo con la testa della macchina, che contiene il motore.
La ruota ha un innesto a scatto e va applicata nell’apposita sede del corpo motore.
Sul lato dell’albero motore, si fissa con due viti la protezione della spazzola.

Cambio accessorio

La spazzola va messa nella sua sede prestando attenzione al senso di rotazione del motore, indicato sulla protezione trasparente e sulla flangia della spazzola stessa.
L’impronta a taglio nella spazzola e la conformazione del perno impediscono la rotazione a vuoto dell’una sull’altro. Per bloccare la spazzola, si avvita sul perno un dado flangiato, di tipo autobloccante.
Il bloccaggio del motore, per poter stringere il dado con la chiave a forchetta, si effettua inserendo il perno (in dotazione come la chiave) all’interno di un foro presente nell’albero.

Regolazioni del puliscifughe GE-CC 18 Li

Il manico telescopico ha una buona escursione e permette a chiunque, regolandolo, di trovare l’altezza più comoda per l’estensione del braccio.
Per le sessioni di lavoro più lunghe può essere utile utilizzare anche la seconda impugnatura che può essere aperta a diverse altezze, estesa sulla sinistra o sulla destra indifferentemente.

Come scegliere un mobiletto sottolavabo

Il mobile del lavabo è tra gli elementi di arredo bagno più comunemente acquistati, poiché consente di sfruttare spazio altrimenti inutilizzato e di nascondere un antiestetico sifone. Cosa occorre sapere prima di recarsi al negozio?

Dimensioni

Prima di andare in negozio, misurate le dimensioni del vostro bagno. L’ideale sarebbe provare a capire dove possono essere collocati i mobili e quanto spazio occuperanno. In questo caso è fondamentale essere preparati. Non dimenticate di considerare che il mobile ha bisogno di spazio per far scorrere i cassetti o aprire le ante. Inoltre, deve essere compatibile con il lavabo.

Adattate lo scarico al mobiletto

Il mobiletto sottolavabo nasconderà l’antiestetico sifone, quindi la maggior parte delle persone pensa di acquistare prima il sifone e poi di abbinarvi il mobile. Ma è sbagliato. Questo perché potreste scoprire che nessun mobile può adattarsi al sifone già installato e sareste costretti a farvene fare uno su misura, con costi elevati. Cercate sempre prima il mobile per lavabo e verificate se è possibile montarvi il sifone, solo allora è possibile montare lo scarico.

Spazio per riporre oggetti

Acquistiamo i mobili per il bagno a causa dello spazio. Per questo motivo, è bene tenere conto di ciò che si desidera conservare nel mobile che si é scelto per il lavabo. Scegliete la disposizione dello spazio interno di conseguenza. È possibile utilizzare cassetti, ripiani interni o una combinazione di entrambi. Sono molto apprezzati anche gli spazi aperti con organizzatori sotto forma di cesti, cestini o contenitori. Rendono molto più chiaro l’interno del mobile.

Materiale

Una parte importante della scelta del mobile per il lavabo è il materiale. In genere, l’umidità non giova ai mobili, è quindi importante assicurarsi che il mobile sia adatto a queste condizioni.

La scelta più comune è quella dei pannelli in fibra di legno a media densità (MDF) o dei pannelli truciolari laminati (LTD). Entrambi i materiali possono imitare l’aspetto popolare del legno. La loro resistenza all’acqua dipende dalla loro qualità, è quindi necessario verificare la presenza di eventuali trattamenti di superficie, come vernici o pellicole. Controllate anche se i bordi sono nastrati, perché anche in questo modo l’umidità può penetrare.

Molto apprezzati, a causa della loro convenienza, sono i mobiletti in plastica. Ma la durata di vita di questi prodotti è più breve. I mobili da bagno in legno massello hanno un aspetto molto di lusso, ma costano di più. I legni esotici sono resistenti all’umidità e tra questi, quello che lo é di piú é il teak.

Montaggio

Un mobiletto da lavabo può appoggiare a terra o essere appeso alla parete. Entrambe le opzioni hanno pro e contro. Il metodo classico, appoggiato al pavimento, è più semplice e permette di spostare il mobile. L’aspetto negativo è che al di sotto si può formare umidità, che col tempo danneggerebbe il mobile. La soluzione è un mobile con piedini, ma è più difficile far passare l’aspirapolvere sotto di esso durante le operazioni di pulizia. C’è inoltre il rischio che si ribalti. Sospenderlo alla parete richiede un intervento sul muro, ma non ci si deve preoccupare della muffa che si accumula sotto il mobile e gli spazi sottostanti sono più comodi da pulire.

Aspetto

Per quanto riguarda l’aspetto estetico, l’ideale è ovviamente che i singoli componenti del bagno si abbinino tra loro. Se non siete sicuri di poter abbinare il tutto, potete acquistare un set che comprende più mobili da bagno o un mobiletto sottolavabo completo di lavabo. Questo ha anche il vantaggio di un prezzo più basso e di eliminare la preoccupazione che il mobile e il lavabo non siano compatibili.

Packaging: una questione di qualità

Nel caso specifico delle viterie, la confezione ricopre un ruolo importantissimo; un’azienda, che peraltro ha sempre puntato sull’alta qualità del prodotto, ha compreso meglio di altre questo concetto e ha trovato eccellenti soluzioni per agevolare l’acquirente al momento della scelta e poi della fruizione, nel catalogare e utilizzare le viti, mantendo ordinato il laboratorio

L’insegnamento più evidente che riceviamo guardando lavorare i professionisti è l’utilizzo da parte loro di prodotti della massima qualità. Questa regola ormai è nota a tutti; ma se è facile potersi orientare, a seconda anche delle proprie tasche, su un elettroutensile di marca, meno banale è individuare e scegliere i prodotti di consumo, che siano di alta qualità. Nell’ambito della viteria, per fortuna, siamo facilitati da un’azienda storica che della qualità ha sempre fatto il suo vessillo e che non ha mai dimenticato le esigenze dei professionisti, ma anche di tutti coloro che hanno bisogno di costruire, installare, riparare con sicurezza del risultato, risparmiando tempo e fatica. L’azienda si chiama Mustad ed è tutta italiana.

Quanto abbiamo appena detto circa la qualità è già ampiamente tangibile osservando la confezione in cui sono contenuti i suoi prodotti. Questo non perché le scatole siano preziose, al contrario sono realizzate in semplice cartone totalmente riciclato, senza coloranti aggiunti e limitato utilizzo di inchiostro, in virtù della sostenibilità ambientale.

Ma, a parte la robustezza che le contraddistingue, le scatole Mustad sono importanti perché sono realizzate per aiutare l’utilizzatore in ogni momento: dalla scelta allo storaggio, dal trasporto alla fruizione del contenuto. Tutto quanto è dovuto a due fattori: da un lato la forma e la modalità costruttiva della scatola, dall’altro la posizione e il contenuto dell’etichetta, una fonte di informazioni utili e disponibili sempre. Infatti, anche impilando le scatole, la parte descrittiva del contenuto rimane perfettamente visibile sul frontale.

 

Attenzione verso la qualità e verso la sostenibilità

Il marchio MUSTAD stampato sulla testa di tutte le viti è una “firma” a garanzia di qualità, affidabilità e sicurezza; inoltre le viti Mustad sono un prodotto completamente italiano. Numerose le certificazioni ottenute:

  • Certificazione Lloyd’s come Produttore di viti ISO 9001: 2015 e IATF 16949: 2016.
  • Garanzia di Prodotto Europeo EIFI.
  • Riconoscimento AQP (Assicurazione Qualità Prodotto) conferito dalle aziende del settore Automotive.
  • Marcatura CE relativa agli elementi di assemblaggio per la realizzazione di strutture portanti in legno, secondo la norma EN 14592:2009 (conferita dal CSTB Centre Scientifique du Bâtiment di Parigi).
  • DDP (Dichiarazione Di Prestazione) secondo regolamento europeo delle costruzioni 305/2011.

Rigoroso, inoltre, il rispetto delle normative che tutelano i lavoratori, l’ambiente e i clienti.

  1. Numero lotto produttivo. Per il cliente è garanzia del costante controllo lungo l’intera catena produttiva.
  2. Codice articolo. Un numero univoco che identifica il contenuto della scatola: utilissimo in caso di ordini al negozio o acquisti on line.
  3. Finitura. Descrizione del trattamento cui è sottoposta la vite, che può caratterizzarne la resistenza all’ossidazione, ma anche il colore.
  4. Misura vite. Un dato fondamentale, quindi espresso in modo ben visibile e a caratteri cubitali.
  5. Numero pezzi contenuti.
  6. Colore di fondo. Il colore dell’etichetta identifica una famiglia di prodotto: azzurro – Autofilettanti, arancio – Panelvit®, arancio con fascia verde – Panelvit® con impronta torx, grigio – Panelvit® inox.
  7. Utensile di avvitamento. L’utensile di avvitamento è indicato graficamente, con il disegno della faccia superiore della vite, e con il nome tecnico, inclusa la misura.
  8. Immagine prodotto. Il disegno della vite, vista di lato, rispecchia le caratteristiche delle viti contenute e mostra la forma della testa, della punta a ogiva e il filetto elicoidale.

La scatola: riduttivo definirla un semplice confezionamento

La forma squadrata del contenitore è la più indicata per ottimizzare il volume per le viti, ma risulta anche più facilmente manovrabile quando si devono portare più scatole e si ha libera una sola mano. Le scatole Mustad, dalla più piccola alla più grande, hanno tutte la medesima larghezza; questo permette un eccellente storaggio sugli scaffali del laboratorio, senza alcuno spreco di spazio.

Il cartone è molto robusto: le scatole piene resistono benissimo all’impilaggio senza deformazioni e sono fatte in modo da consentire l’apertura dello sportello anche se sovrapposte l’una all’altra. Tutta la parte frontale si apre verso l’esterno, mentre le pareti laterali collegate a questa fanno da contenimento; il lembo che rimane sopra il frontalino, richiuso all’interno, impedisce la fuoriuscita delle viti quando si porta la scatola a mano.

La scatola è fatta di cartone in tinta naturale, quindi senza coloranti aggiunti, ed è interamente prodotta con carta riciclata. I marchi sono stampati con una speciale tecnica che apporta quantità minime di inchiostro.

Erbe aromatiche su mensola fai da te sospesa

Una mensola fai da te che permette di risparmiare spazio, rapida e semplice da realizzare: si eseguono i fori in una tavola per inserire i vasi delle piantine in totale sicurezza, poi la si fissa al soffitto con quattro cavi d’acciaio

Quando si cucina si vorrebbe avere sempre tutto a portata di mano, compresi i vasi delle erbe aromatiche. La cosa è fattibile, soprattutto se si ha la fortuna di avere una bella finestra davanti al bancone dove si preparano i cibi. In questo caso, i vasetti con le erbe non vanno messi sul davanzale, dove sono sicuramente d’ingombro per aprire la finestra, bensì appesi al soffitto, ad altezza tale da non scontrarli con la testa, ma a distanza sufficiente dalla finestra per poterla aprire. Per appendere i vasetti, si realizza una mensola fai da te, usando una tavola di lamellare di abete, sulla quale si pratica un foro rotondo per ogni vasetto; l’intento è quello di inserire nei fori gran parte del vaso ed essere così sicuri che non ci sia possibilità di ribaltamento.

La mensola fai da te si sospende al soffitto tramite quattro tiranti, ognuno costituito da un cavetto d’acciaio da far passare attraverso un foro nel legno, lato mensola, e chiudendolo su sé stesso tramite morsetti. Al soffitto si applicano 4 tasselli con gancio aperto, in modo da poter rimuovere rapidamente la mensola, in caso di necessità.

Per fare i fori dei tasselli nella posizione corretta, una volta che la mensola è pronta per essere montata (ma prima di averle applicato i tiranti), si mette dentro il foro centrale un vasetto vuoto con una torcia accesa, puntata verso l’alto; quindi si sostiene la mensola a mano nella posizione voluta e si marca il centro della luce sul soffitto. Ora non resta che appoggiare la mensola fai da te nuda al soffitto, centrando il segno appena fatto nel foro di mezzo e marcare i punti dove mettere i tasselli inserendo la matita nei quattro fori presenti ai suoi angoli.

Cosa occorre

Utensili: trapano avvitatore a batteria; seghetto alternativo; levigatrice mouse a batteria; fogli carta abrasiva a grana 120; punte per legno e per muro; compasso; matita; metro flessibile; strettoi; cacciavite a croce.

Materiali: 1 tavola di abete spessore 22 mm larga 230 mm, lunga 1000 mm; cavo d’acciaio sezione 4 mm; 8 morsetti fermacavo; 4 tasselli a espansione per muratura, sezione 8 mm; 4 viti a occhiello o gancio per i tasselli, 6 vasetti.

 

Non i soliti morsetti

Sono numerosi i sistemi per fissare un cavetto d’acciaio a un supporto, facendolo passare in un foro o un anello, per poi bloccarlo su sé stesso. Nonostante sia ampia l’offerta di morsetteria adatta allo scopo, non sempre il risultato è gradevole alla vista, cosa che assume molta importanza in questo contesto, trattandosi di un’installazione in cucina, in posizione a elevata visibilità.

Non per niente sono stati scelti questi morsetti a “uovo”, che fanno molto bene il loro lavoro di tenuta e, nel contempo, offrono un ottimo risultato estetico. I due gusci bombati accompagnano con la loro linea i cavetti in uscita, mentre all’interno una serie di rilievi provvede a bloccare saldamente i cavi, una volta serrata la vite. Il numero visibile sul guscio indica il diametro ideale del cavo da serrare, quindi sono disponibili in varie misure.

Costruzione e fissaggio della mensola fai da te

Tempo richiesto: 2 ore

 

  1. Tracciare le circonferenze

    Rilevato il diametro intermedio dei vasetti, si prendono le misure sulla tavola di abete per distribuirli uniformemente nella lunghezza. Individuati i centri dei fori, si tracciano le sei circonferenze con il compasso.
    mensola sospesa al soffitto

  2. Forare l’interno della circonferenza

    Si monta una punta da legno da 10-12 mm di diametro per fare un foro che lambisca ogni linea tracciata, ma all’interno della circonferenza.
    mensola fai da te

  3. Tagliare lungo la linea tonda tracciata in precedenza

    Il foro appena fatto serve per potervi inserire la lama del seghetto alternativo e iniziare a tagliare il legno lungo la linea tonda. Notare che, per la libertà di movimento della lama, la tavola è bloccata a sbalzo sul banco da lavoro, tramite un paio di strettoi. Il taglio va fatto muovendo lentamente il seghetto, con molta precisione sulla linea, in modo da non dover carteggiare molto in seguito.

  4. Rifinire i bordi

    La parte interna del foro va passata con la carta vetrata usata a mano, mentre per smussare i bordi si fa un ottimo lavoro con la levigatrice a delta, usata in punta. La levigatrice si usa anche per regolarizzare e smussare gli spigoli esterni della tavola.
    mensola fai da te

  5. Forare la tavola in prossimità dei 4 angoli

    Con una punta da legno di Ø 6 mm si fora la tavola in prossimità dei 4 angoli, quindi si fanno passare 4 spezzoni di cavo d’acciaio, fissandoli su sé stessi con i morsetti. Idem all’altro capo del cavo, per poterli agganciare all’uncino del tassello a soffitto. La lunghezza dei cavi dipende dall’altezza del soffitto del locale in cui si vuole installare la mensola fai da te sospesa.
    mensola fai da te sospesa al soffitto

Tutto ciò che serve per misurazioni “Easy”

Un trio di strumenti colmi di tecnologia, caratterizzati dalla semplicità di utilizzo; consentono di affrontare con sicurezza tutti i progetti di casa in cui serve misurare, allineare e forare in parete o soffitto

Affrontando i tanti lavori che facciamo per rendere la nostra casa sempre più bella e personale abbiamo sicuramente necessità di fare rilevamenti di vario tipo: primo fra tutti può essere la misurazione di una distanza per l’installazione, per esempio, di un oggetto a parete, cui può seguire la necessità di allinearlo ad altri presenti nelle vicinanze e, non ultima, quella di essere sicuri che nel punto cruciale non siano presenti sottotraccia conduttori elettrici o tubazioni degli impianti. A fare tutto questo non può essere un solo strumento, data l’alta specializzazione che necessita ognuna delle operazioni citate, ma Bosch mette a disposizione una serie di dispositivi che rientrano nella gamma Easy, quella contraddistinta dalla grande semplicità e immediatezza di utilizzo, senza perdere di vista la precisione che comunque è doverosa per portare a termine qualsiasi progetto nel migliore dei modi.

Per la misurazione c’è il distanziometro laser Zamo III con nuovo design e formato tascabile; offre misurazioni precise sino a lunghezze di 20 metri, ha una nuova funzionalità di calcolo delle aree e gode dell’utilizzo molto intuitivo grazie alla presenza di un solo tasto per le sue varie funzioni. È disponibile in versione Base oppure in versione Set, con 3 utilissimi accessori. Per la ricerca di metalli sottotraccia c’è il rilevatore Truvo con cui si scansionano pareti e soffitti prima di eseguire fori per appendere quadri o installare luci. Anche in questo caso l’utilizzo è garantito da un unico pulsante.

Per qualsiasi allineamento, durante le installazioni, c’è la livella laser multifunzione Quigo Green con le sue linee laser incrociate di colore verde intenso, ideali per lavorare in ambienti fortemente luminosi; il diodo laser verde offre una visibilità fino a quattro volte superiore rispetto alle linee laser di colore rosso e contribuisce ad estendere il raggio d’azione fino a 12 m.

Zamo: per misurare distanze

 
 
 

Il distanziometro laser Zamo III misura distanze fra 15 cm e 20 metri con una precisione di +/- 3 mm; ha anche la funzione di misurazione in continuo e quella di calcolo delle aree. In versione Set ha in dotazione tre adattatori brevettati Bosch: l’adattatore Nastro misura la distanza su superfici tonde, emisferiche o cilindriche; l’adattatore Rotella misura mentre scorre sulle superfici, lisce o irregolari, percorrendo linee diritte o curve; l’adattatore Bolla, con proiezione di una linea laser orizzontale e una verticale, è perfetto per allineare oggetti. Il distanziometro laser Zamo III in versione Base ha un prezzo consigliato di euro 61,99; in versione Set ha un prezzo consigliato di euro 104,99.

 

3 accessori Zamo Set

Zamo III in versione Set ha in dotazione tre adattatori brevettati Bosch. L’adattatore Nastro misura lunghezze nello sviluppo di una forma convessa, come una sfera, un cilindro ecc. Ha un range di misurazione che va da 5 mm a 1500 mm (1,5 m), con una precisione di +/- 1 mm/m. L’adattatore Rotella permette di misurare lo sviluppo di un percorso, rettilineo o curvo, su superfici lisce o irregolari; ha un range di misurazione da 1 mm a 20 m, con precisione di +/- 5 mm/m. L’adattatore Bolla permette allineamenti precisi con la proiezione di due linee, una verticale e una orizzontale; la portata è di 5 m con una precisione di +/- 1 mm/m.

Truvo: per sapere cosa c’è sotto

 
 
 

Il rilevatore digitale Truvo scansisce rapidamente pareti e soffitti, consentendo l’agevole localizzazione di oggetti metallici e cavi sotto tensione. L’interfaccia utente è rappresentata da un sistema con LED a semaforo: luce rossa quando viene rilevato un oggetto, gialla in prossimità di un oggetto e verde in assenza di oggetti; al feedback ottico è associato un utile cicalino. Il sistema effettua una calibrazione automatica; i materiali rilevabili sono metalli ferrosi, metalli non ferrosi, cavi in tensione. La profondità di rilevamento massima è di 70 mm per l’acciaio, 60 mm per il rame, di 50 mm per i cavi sotto tensione. Il rilevatore metalli Truvo ha un prezzo consigliato per il pubblico di euro 53,99.

Quigo: per allineare ogni cosa

 
 
 

Quigo Green si autolivella entro un campo di ± 4°, assicurando un corretto posizionamento di specchi, ripiani per scaffali, quadri, mobili, piastrelle ecc. La precisione, ulteriormente migliorata, è di ± 0,6 mm/m, su un raggio d’azione fino a 12 m. Per la massima praticità di impiego, questa versatile livella laser multifunzione è dotata di un supporto universale MM 2 e di una piastra adattatrice, per fissarla con facilità anche ad appigli di fortuna. Il campo di apertura orizzontale è di 85°, verticale 65°. Quigo Green è realizzata principalmente con materiali riciclati, sia per il corpo, sia per gli accessori e la confezione. Il consumo di energia è ottimizzato e usa soltanto 2 batterie AAA. Quigo Green ha un prezzo consigliato per il pubblico di euro 82,99.

Rastrelliera fai da te come scarpiera

Semplici tondi in ramin assemblati a forma di cavalletto con rastrelliera fai da te superiore, permettono di riporre in maniera pratica e sbrigativa otto paia di scarpe consentendo nel contempo una scelta veloce del modello da indossare

Scarpiere in commercio ne esistono molti modelli, con forme e capienze diverse, quasi tutte studiate per essere nascoste alla vista (specialmente il contenuto) dietro porte, ripostigli ecc. Non questa rastrelliera fai da te, che è realizzata proprio per restare in bella vista, costruita con semplici tondi in ramino assemblati a forma di cavalletto con due file di bacchette sfalsate tra loro, che ricorda le vecchie mangiatoie di fieno poste nelle stalle.

La forma inusuale (ma sinuosa) di questa scarpiera si compone di un corpo centrale dotato di quattro piedi di appoggio e una rastrelliera fai da te superiore disposta a V che, oltre ad assicurare la praticità di riporre otto paia di scarpe semplicemente infilate su ciascuna bacchetta, completamente in vista, nell’insieme forma un oggetto di arredamento moderno, facilmente collocabile negli ambienti riservati della propria casa.

La praticità d’uso nel riporre le proprie scarpe in vista facilita soprattutto l’individuazione del modello da indossare all’occorrenza senza la costrizione di aprire antine e cassetti vari delle scarpiere tradizionali. La sua realizzazione è molto semplice, anche se richiede precisione nell’esecuzione dei fori inclinati necessari per i piedi di appoggio e la rastrelliera fai da te ed è alla portata di tutti coloro che dispongono di un piccolo seghetto per legno e un trapano avvitatore (meglio se entrambi a batteria).

Importante l’inclinazione dei fori

Tempo richiesto: 4 ore

La costruzione richiede due pezzi di ramin: 1 tondo Ø 50 x1000 mm e 9 tondi Ø 12x 1000 mm. Due gli attrezzi indispensabili: seghetto per legno e trapano avvitatore.

  1. Tracciare le inclinazioni sulla faccia del tondo principale

    Si riportano sulla faccia del tondo principale gli angoli che indicano la posizione delle rette su cui tracciare i fori necessari per le bacchette e i piedi con le inclinazioni decise per ottenere una buona stabilità dell’oggetto (50° per i piedi e 30° per la rastrelliera fai da te); operazione semplificata se si costruisce una dima in cartoncino.

  2. Tracciare le due linee longitudinali

    Si tracciano sulla circonferenza del tondo le due linee longitudinali parallele. Su ogni linea si marcano i punti di foratura per le bacchette iniziando a 50 mm da un lato, con passo 120 mm e spazio finale di 110 mm; situazione inversa sulla seconda linea.

  3. Eseguire i fori

    Con punta per legno Ø12 provvista di fermo di battuta a 20 mm, si realizzano tutti i fori necessari; meglio se eseguiti con dima di foratura o trapano a colonna.
    rastrelliera fai da te

  4. Ricavare le bacchette e i piedi d’appoggio

    Si tagliano otto dei tondi Ø 12×1000 esattamente alla mezzeria per ricavare le 16 bacchette della rastrelliera fai da te e l’ultimo in quattro pezzi da 250 mm per i piedi d’appoggio in modo da non avere scarti.

  5. Stondare le estremità delle bacchette

    Si stondano tutte le estremità delle bacchette con carta abrasiva fine mentre sui quattro piedi d’appoggio si esegue un’ulteriore lavorazione in punta come per le bacchette da tamburo; si infilano a pressione nelle proprie sedi cosparse di colla.
    rastrelliera fai da te

Tecnologia Nanoblade

Novità mondiale Bosch! Una nuova tecnologia di taglio che si basa su una catena a circolazione continua, composta da elementi lunghi 4 mm; sfrutta i vantaggi del funzionamento della sega a catena portandoli, grazie alla miniaturizzazione, sul piano di un utilizzo semplice e sicuro.

Taglia legno e derivati, materiali laminati e materie plastiche. Morbido avanzamento della lama con vibrazioni ridottissime; l’estremità, che taglia attivamente, agevola i tagli dal pieno. Sistema di montaggio SDS: la lama si sostituisce in modo rapido senza necessità né di oliarla né di affilarla.

AR Blue Clean 4.1 Wi-TOUCH | Tanta potenza e massimo controllo

AR Blue Clean 4.1 Wi-TOUCH è un’idropulitrice con doppio gruppo pompa-motore e Wi-Touch System, il sistema tecnologico progettato e brevettato da Annovi Reverberi che consente di modulare le performance direttamente dalla pistola tramite il Power Change, ottenendo così il massimo risultato, risparmiando tempo ed energie

Con l’evoluzione tecnologica, anche uno strumento apparentemente semplice come l’idropulitrice può aumentare sensibilmente le sue prestazioni, la sua versatilità e la semplicità di utilizzo. Tutto questo si può facilmente rilevare sull’AR Blue Clean 4.1 Wi-TOUCH, un’idropulitrice che fa parte della gamma DTS (Dualtech Tecnology System), il sistema tecnologico ad alta pressione brevettato Annovi Reverberi che include due gruppi pompa-motore (2 Power Units) nel dispositivo.

Grazie a questo, le performance sono raddoppiate, la forza e l’estensione del getto sono ottimizzate e la portata può arrivare a 810 l/h, il doppio rispetto a quella media di una idropulitrice home&garden. Il raggio d’azione del getto può raggiungere i 5 metri di distanza, per pulire con facilità anche le superfici molto estese in altezza.

Pressione massima 150 bar; portata massima 810 l/h; potenza assorbita 2,5 kW
 
 
Pistola Wi-TOUCH con prolunga
 
Schiumogeno alta pressione
 
Porta accessori integrato
 
 
Twin Nozzle, per velocizzare la pulizia di ampie superfici
 
In dotazione un tubo ad alta flessibilità lungo 8 m
 
Selettore ergonomico di controllo Wi-TOUCH mode
 
 
Manico telescopico con ganci per appoggiare la lancia orizzontalmente
 
Nel raccordo rapido di ingresso vi è un filtro dell’acqua ispezionabile

WI-TOUCH SYSTEM è l’innovativo sistema di controllo a distanza per idropulitrici progettato e brevettato da Annovi Reverberi che consente, abbinato al sistema tecnologico DTS, di modulare le performance dell’idropulitrice direttamente dalla pistola attraverso il “power change”. Grazie alla leva si controlla il passaggio tra modalità ECO soft cleaning, adatta alla pulizia di veicoli, staccionate, mobili da giardino, tende da sole e superfici delicate, e FAST cleaning, utile per le superfici più estese e per eliminare lo sporco più profondo da pavimentazioni di pietra o cemento, muri, rivestimenti e attrezzature.

Power For All 18V Alliance di Bosch | Nuovi seghetti più facili e performanti

Forte impulso di rinnovamento con due nuovi modelli a batteria Power For All 18V Alliance potenti e semplici nell’utilizzo, con tutte le carte in regola per collocarsi come alternativa ai modelli con motore a 220 V e come elettroutensili di riferimento nelle rispettive gamme Easy e Universal

Nel 1944 nasceva il seghetto alternativo e da allora questo immancabile elettroutensile si è diffuso in ogni laboratorio, entrando a far parte della dotazione di qualsiasi artigiano che lavori con legno, plastica e metalli, ma anche in quella di tutti i fardasé. Utilità, versatilità, sicurezza e facilità di utilizzo sono i motivi del successo del seghetto alternativo, uno degli strumenti più ampiamente diffusi dopo il trapano. Da sempre, i seghetti alternativi Bosch sono stati un punto di riferimento a tutti i livelli, dal settore consumer a quello professionale, e oggi sono al lancio due nuovi modelli alimentati con batterie della famiglia Power For All Alliance, capaci di alzare ulteriormente l’asticella con caratteristiche di primaria importanza.

Pur inserendosi nella gamma Easy e Universal della casa tedesca, infatti, i dati di targa e le potenzialità di queste due nuove macchine sono paritetici rispetto ai modelli più performanti, alimentati con corrente elettrica 220 V, della stessa categoria. EasySaw 18V-70, in pratica si colloca al livello del PST 650, un modello di grande successo, il più venduto in merito al rapporto qualità/prezzo. UniversalSaw 18V-100 si allinea sulle posizioni del PST 700 e del PST 800.

Entrambe le nuove macchine sono alimentate con batterie Power For All 18 V Alliance, compatibili con un grande numero di elettroutensili per il laboratorio, la casa e il giardino. Sono adatte per tagliare il legno nelle sue varie declinazioni, laminato, compensato, OSB, listelli, pallet ecc, ma anche alluminio, metalli e materie plastiche in genere. Il modello EasySaw 18V-70 ha una profondità massima di taglio di 70 mm; UniversalSaw taglia spessori sino a 100 mm.

EasySaw 18V-70

EasySaw 18V-70 è compatto e leggero; con il rivestimento SoftGrip sull’impugnatura e sulla parte frontale consente un’ottima presa; a questo si aggiungono l’interruttore di sblocco e l’interruttore di avviamento che rendono semplice a destrorsi e mancini effettuare i tagli più impegnativi, come quelli smussati, con il piedino inclinato a 45°.
Completano il quadro della grande semplicità di utilizzo che contraddistingue questo modello, l’avvio soft del motore, le vibrazioni notevolmente ridotte, grazie a un sistema di contrappesi, e il miglioramento del sistema di attacco SDS delle lame, ora molto più fluido. Con la funzione soffiatrucioli, durante il taglio rimane sempre perfettamente visibile la marcatura da seguire. Alla base dell’impugnatura una serie di led indicano lo stato di carica della batteria; l’attacco standard per aspiratori permette tagli puliti anche con legni di elevati spessori.
 
 
 

Dati tecnici

  • Numero giri a vuoto 0-2600
  • Profondtà taglio legno 70 mm
  • Profondità taglio alluminio 15 mm
  • Profondità taglio metallo 6 mm
  • Peso senza batteria 1,3 kg
  • Peso con batteria 1,7 kg
  • Dotazione lama (1) T144D

Il seghetto alternativo EasySaw 18V-70 ha un prezzo consigliato per il pubblico di euro 69,99 (senza batteria e caricabatteria)

UniversalSaw 18V-100

Il seghetto alternativo UniversalSaw 18V-100 offre tutti i vantaggi e le peculiarità del modello EasySaw, cui aggiunge la maggiore potenza, che gli permette un più elevato spessore di taglio, ma anche la presenza della funzione pendolo che permette di avanzare meglio e più velocemente proprio con i materiali più spessi.
Inoltre, con questo modello è inclusa una dotazione più ricca, che include 4 accessori. La protezione antitrucioli, uno schermo da applicare frontalmente per convogliare meglio la polvere quando si usa l’aspiratore. L’accessorio CutControl, un grande aiuto per seguire con precisione la marcatura nei tagli rettilinei, mediante un’estensione frontale che funge da collimatore. La protezione antischeggia, per un taglio con bordi senza scheggiature sul lato superiore. La copertura piedino, una protezione da applicare sotto la piastra d’appoggio quando si lavorano superfici molto delicate, evitando in questo modo do rovinarle.
 
 
 

Dati tecnici

  • Numero giri a vuoto 0-2600
  • Profondità taglio legno 100 mm
  • Profondità taglio alluminio 18 mm
  • Profondità taglio metallo 8 mm
  • Peso senza batteria 1,6 kg
  • Peso con batteria 2,0 kg
  • Dotazione lame (2) T144D

Il seghetto alternativo UniversaSaw 18V-100 ha un prezzo consigliato per il pubblico di euro 89,99 (senza batteria e caricabatteria)

Kit per la rigenerazione di filetti Fervi | Per quel bullone che non tiene più

Vediamo come funziona e cosa contiene questa scatola “magica” che permette di rigenerare diverse misure di filetto. La procedura prevede l’allargamento del foro per inserire un inserto filettato che riporta il pezzo in lavorazione allo stato di origine; capace quindi di ricevere l’avvitatura della vite o del bullone che c’erano o di tipo identico

Una delle cose che teme di più chi svolge lavori di manutenzione e riparazione meccanica è il cedimento del filetto femmina, ovviamente non quando si tratti di un dado, ma quando si trovi nello spessore di una parte costituente un oggetto. La soluzione di allargare il foro per filettarlo alla misura superiore impone di aumentare pariteticamente la taglia del bullone e, se anche la manovra fosse consentita dalla conformazione degli accoppiamenti, quasi sempre il risultato non è valido esteticamente.

Come soluzione definitiva per questo genere di problemi, Fervi mette a catalogo una nutrita gamma di kit per la rigenerazione di filetti, capaci di fronteggiare tutte le più frequenti situazioni. Abbiamo provato il Kit riparazione filetti metrici F-Coil art. E010 che contiene 5 set completi per la rigenerazione di altrettante misure di filetto: M5, M6, M8, M10 ed M12.

Per ogni misura ci sono gli utensili necessari per l’intervento; sono una punta per trapano, un maschio, un utensile di montaggio e un attrezzo di rottura, più un certo numero di inserti filettati inox. Per svolgere il lavoro serve un trapano, possibilmente a colonna in modo da forare correttamente, e un giramaschi, non incluso nel kit.

La procedura inizia allargando il foro che presenta il filetto spanato, per eseguire una nuova filettatura di dimensioni maggiori; la fase è propedeutica per poter rigenerare il filetto con l’avvitatura di un inserto che riporta il diametro del foro alla misura originaria, ivi compresa la filettatura metrica. In questo modo il pezzo può ricevere il bullone originale, se non danneggiato, oppure uno identico nuovo.

Tutto ciò che serve per la riparazione

Il Kit riparazione filetti metrici F-Coil E010 è adatto alla rigenerazione delle filettature M5, M6, M8, M10 ed M12. Fornisce 5 punte HSS (Ø 5,2 – 6,3 – 8,3 – 10,4 – 12,4 mm), 5 maschi (M5x0,8 – M6x1,0 – M8x1,25 – M10x1,5 – M12x1,75), 5 utensili di montaggio e 5 attrezzi di rottura di misure adeguate, infine gli inserti filettati inox, che sono 25x nelle misure da M5, M6, M8, M10, e 10x nella misura M12. Attualmente il kit art. E010 è in promozione al prezzo di euro 122,00.

Una procedura semplice e intuitiva

Tempo richiesto: 1 ora

 

  1. Verificare il diametro

    Anche se non si hanno dubbi, è sempre meglio verificare il diametro del filetto che si è spanato.

  2. Allargare il foro

    Sulla base della misura presa, si sceglie la punta del kit con il valore superiore più vicino e si allarga il foro nel pezzo da riparare.

  3. Filettare il foro

    Si filetta il foro appena allargato scegliendo il maschio in dotazione abbinato alla punta utilizzata al passo precedente. Un goccio d’olio aiuta l’azione di filettatura.

  4. Regolare l’arresto di profondità

    Si regola l’arresto di profondità con la chiave a brugola in dotazione, in modo che la parte superiore arrivi perfettamente a filo piano.

  5. Avvitare l’inserto filettato

    Si avvita l’inserto filettato corrispondente alla filettatura eseguita mandandolo a fondo sino allo scontro dell’arresto di profondità.

  6. Rimuovere l’estensione trasversale

    Con l’attrezzo di rottura si rimuove l’estensione trasversale che permette all’inserto di essere posizionato avvitandolo, ma ostruisce su un lato l’imboccatura dell’inserto; si ottiene così la totale pervietà, necessaria per il libero accesso della vite.