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QuickFix di GROHE | Rinnovare bagno e cucina con semplicità

La nuova gamma QuickFix di GROHE per rinnovare bagno e cucina in modo facile e veloce!

I prodotti della gamma QuickFix offrono una soluzione facile e conveniente per rinnovare il bagno o la cucina e contengono QuickTool, QuickGuide e QuickVideo, un kit personalizzato che rende l’installazione di nuovi rubinetti incredibilmente semplice. Lo strumento 3in1 QuickTool combina tutti gli attrezzi necessari per installare o manutenere un rubinetto per il bagno della gamma GROHE QuickFix. Per i miscelatori da cucina, invece, il sistema di fissaggio è super facile e non sono necessari altri strumenti. Le QuickGuide, manuali chiari e semplici completi di immagini, guidano l’utente passo dopo passo durante l’installazione.

I QuickVideo sono tutorial con suggerimenti e trucchi utili, accessibili tramite un codice QR stampato sulla guida o sulla confezione del prodotto. La nuova linea GROHE Start – che offre tutti i vantaggi della gamma QuickFix – è la scelta ideale per coloro che vogliono dare un look fresco e rinnovato al bagno e alla cucina. La linea per il bagno offre una vasta gamma di rubinetti dal design moderno in diverse dimensioni, anche in versione con bocca estraibile per il massimo confort e praticità.

Con GROHE QuickFix i progetti di ristrutturazione fai da te sono facili da realizzare anche in cucina. Combinando praticità e design distintivo, il nuovo GROHE Start per la cucina offre la massima funzionalità senza rinunciare allo stile.

Preferisci guardare i video tutorial? Basta scansionare il QR-Code con il tuo smartphone e il team QuickFix ti guiderà attraverso l’installazione con suggerimenti e trucchi utili, adatti anche per i meno esperti.

Nelle confezioni dei miscelatori per lavabo QuickFix, trovi anche il QuickTool, uno strumento che rende l’installazione estremamente facile, combinando tutti gli elementi di cui hai bisogno per montare il tuo rubinetto in bagno.

Non sopporti di sfogliare lunghi manuali di istruzioni? La guida QuickGuide, un manuale di installazione chiaro e semplice da comprendere, rende il tuo progetto il più semplice possibile, facilitando l’installazione.

In bagno

Nell’ambiente bagno, l’installazione di un nuovo rubinetto della linea GROHE Start, è resa particolarmente semplice dall’utilizzo del QuickTool, uno strumento di installazione 3in1 che integra una chiave a bussola da 13 mm per il fissaggio del rubinetto; una chiave da 19 mm per stringere i tubi flessibili e una chiave da 22 mm per effettuare una periodica manutenzione al rubinetto (ispezione del rompigetto). Inoltre, con i manuali QuickGuide e i tutorial QuickVideo è tutto ancora più semplice.

In cucina

Con GROHE QuickFix i progetti di ristrutturazione fai da te sono facili da realizzare anche in cucina. Combinando praticità e design distintivo, il nuovo GROHE Start per la cucina è progettato per garantire la massima funzionalità senza rinunciare allo stile. Grazie al semplice sistema di montaggio integrato FastFixation Plus, l’installazione non richiede l’uso di attrezzi. Con il suo design elegante, la rubinetteria Start diventa la protagonista della cucina in tutte le attività quotidiane intorno alla zona lavello.

Con i nuovi Giraviti Torx cresce la gamma di utensili Fervi

Robusti, pratici ed ergonomici i nuovi Giraviti Torx dell’azienda emiliana rispondono alle esigenze professionali di officina e manutenzione, ma con un rapporto qualità/prezzo che li rende idonei anche per gli hobbisti e il fai da te più evoluto

Realizzati in cromo-vanadio, i giraviti C881- e C881/006 sono dotati di punta magnetica fosfatata di colore nero che garantisce la massima precisione di utilizzo, grazie anche all’impugnatura bicomponente che abbina l’elasticità della resina TPR alla resistenza al grasso tipica del polipropilene, garantendo così un grip ottimale in ogni condizione d’uso.

Attraverso un pratico foro sul manico, questi giraviti possono essere comodamente appesi in officina per tenerli sempre a portata di mano ma anche per rendere l’ambiente di lavoro più ordinato e professionale grazie all’elegante design bicolore in grigio e azzurro Fervi.

I Giraviti Torx C881-, disponibili nelle misure da T7 a T40, completano la gamma dei giraviti Fervi (a taglio, a croce ph/pz e da elettricista) e sono acquistabili singolarmente, oppure nella versione C881/006 in un pratico kit che, al prezzo consigliato di 10,50 Euro, contiene le misure T10, T15, T20, T25, T27 e T30.

Sul sito www.fervi.com è disponibile il catalogo completo dei prodotti, e nella sezione “Dove acquistare” è possibile trovare tutti i rivenditori sul territorio a cui rivolgersi per l’acquisto.

UniversalHumid di Bosch | L’umidità del legno è sotto controllo!

UniversalHumid permette di misurare e visualizzare sul display l’umidità del legno in modo semplice e immediato, attraverso una sonda con puntali; al fine di garantire la massima accuratezza nel rilevamento, è possibile selezionare due diversi gruppi di legno

Sono molte le situazioni in cui non si deve sottovalutare la percentuale di umidità del legno: quando si deve avviare un progetto di costruzione, procedere con la stesura del parquet, sapere se una superficie è pronta per la finitura, capire se in un ambiente ci sono le condizioni per l’accumulo di condensa, quindi di sviluppo di muffe, non ultimo, se la legna da ardere è sufficientemente secca ecc. In tutti questi casi si rivela utile il rilevatore Bosch UniversalHumid, impostabile con due campi di misurazione per meglio adattarsi al tipo di legno da analizzare: legno di tipo A (acero, betulla, larice, abete americano, ciliegio, abete rosso), con range di rilevazione compreso fra il 7,1% e il 74,7%, e legno di tipo B (frassino, pino, quercia, noce, faggio), con range compreso fra il 6,4% e il 61,9% di umidità.

Se non si conosce il legno da misurare, va tenuta l’impostazione sul tipo A. Lo strumento funziona tramite due puntali che vanno inseriti nel materiale per 3-4 mm, mentre il display mostra in modo molto intuitivo la misurazione effettuata. Il rilevatore di umidità UniversalHumid ha un prezzo consigliato al pubblico di euro 41,99.

La funzione Autotest verifica il funzionamento dello strumento di misura ed effettua la taratura. Per eseguirla si usa il cappuccio di protezione, appoggiando i puntali sugli appositi contatti metallici: il valore rilevato deve rientrare nei parametri ammissibili, indicati nel manuale.

Per affrontare lavori di costruzione, montaggio o ripristino di manufatti in legno va valutato il contesto in cui si opera: interni o esterni. Per ogni situazione ci sono valori di riferimento ideali dell’umidità, che permettono di non avere sorprese. In taluni casi, come quello dell’applicazione di un parquet, il rigore è d’obbligo. Si tenga conto che va sempre considerata una tolleranza di un ± 3% di scostamento dai valori indicati.

Facendo riferimento ad una casa, i tavoli, le sedie, gli armadi e anche le travature, dovrebbero aggirarsi intorno al 9% di umidità se si tratta di un ambiente riscaldato; in mancanza di riscaldamento, invece, il valore di riferimento è 12%. L’applicazione di un parquet va eseguita con legno la cui umidità è al 9%.
La valutazione dell’umidità della legna da ardere, spesso non considerata, è molto importante per avere massima efficienza di combustione e non imbrattare la canna fumaria, che va incontro ad accumulo di scorie sulle pareti. L’umidità del legno per questo uso deve avere una percentuale massima del 22%, ma ideale è un valore inferiore al 17%.
In esterni, i manufatti possono essere parzialmente protetti da tettoie o pergole; in questa situazione il valore di umidità ideale per la lavorazione si attesta attorno al 15%, tranne le pavimentazioni che dovrebbero stare attorno al 12%. Le costruzioni totalmente esposte hanno valori ideali dal 18% (case e box in legno) a un massimo del 20% (assiti).

Kwb | Lunga tradizione tedesca negli strumenti di misura

Un’ampia gamma di strumenti di misura adatti a tutte le rilevazioni del caso, usati da artigiani e professionisti in tutti i settori operativi. Facciamo una breve carrellata, mostrando le fasi di utilizzo di alcuni strumenti, scelti fra i più classici e altri meno conosciuti

Se nel campo degli orologi è di uso comune il neologismo “precisione svizzera”, in quello della tecnologia tout-court hanno sempre avuto una posizione primaria i tedeschi. La precisione senza compromessi è una caratteristica imprescindibile per tanti attrezzi di uso comune, ma ancora di più questo principio vale per gli strumenti di misura.

Kwb è un’azienda tedesca che gli artigiani e i fardasé conoscono bene per la qualità degli accessori che ha sempre prodotto. Acquisita da Einhell, la casa madre ha valorizzato ulteriormente il core business di kwb che oggi vanta un catalogo vastissimo di accessori e utensili manuali, di qualità elevata, sviluppati per il settore fai da te e quello professionale.

  • Goniometro tracciatore

    Strumento di misura molto efficace, che permette di rilevare la misura di un angolo, bloccare con la manopola la misurazione, riportarla sul modello da ripetere senza alterazioni del dato. La particolare conformazione dello strumento permette anche di tracciare le linee sui vari supporti. Euro 4,80
    goniometro kwb

  • Falsa squadra

    Altro strumento di misura per la rilevazione degli angoli, ma questa volta senza il dettaglio del valore. È sostanzialmente utile per “copiare” l’angolo e riportarlo su un supporto o un pezzo grezzo al fine di riprodurne l’identico andamento. Euro 9,95
    falsa squadra kwb

  • Squadra da carpentiere

    Squadra di metallo, di dimensioni medie o grandi, con o senza risvolto di battuta sul lato corto. Molto utili le asole che permettono marcature su valori standard, come anche di tirare linee parallele al bordo, sul valore selezionato. Questo avviene mettendo la punta della matita in un’asola e trascinando la squadra tenendola contro il bordo. Euro 2,95
    squadra da carpentiere kwb

  • Livella con il cordino

    Si tira il cordino, tendendolo bene, fra un elemento di riferimento e un paletto piantato a terra; la livella serve per verificare che il cordino sia orizzontale. In questo modo si possono erigere pareti con mattoni, blocchetti, ma anche tavole di legno, sicuri che ogni corso sia perfettamente in piano. Euro 4,95
    livella con corda kwb

  • Metro a rotella per spazi ampi

    Disponibili in varie lunghezze, i metri a rotella sono indispensabili quando le distanze si fanno corpose. Questo accade solitamente prendendo misure in esterni, per esempio in cortile, sulle terrazze, in giardino, per valutare quantitativi di prodotti da stendere o di materiali per fare una costruzione o un allestimento. Da Euro 15,00
    metro a rotella kwb

  • Misuratore di umidità

    Per conoscere il tasso di umidità di materiali come il legno, suoi derivati e delle superfici in genere, anche costituite da materiali edili. Lo strumento ha due puntali di rilevazione e un ampio display LCD che mostra in modo intuitivo il valore misurato. Euro 28,95
    misuratore di umidità kwb

Decoupage su legno

La tecnica per cambiare il volto di mobili e oggetti di casa: ecco come fare il decoupage su legno

Il découpage su legno è una tecnica ideale per decorare mobili e oggetti in legno e per conferire alla casa un aspetto originale. Con questa particolare tecnica è possibile riportare a nuova vita quegli oggetti da tempo relegati in soffitta o che si credeva non servissero più.

Ecco come realizzare decoupage fai da te su legno.

Il materiale per decoupage è il seguente:

  • carta per decupage o ritagli di giornale
  • colla vinilica e acqua oppure colla vernice satinata
  • forbici
  • pennello piatto
  • vernice trasparente acrilica

Découpage – La procedura

Materiali per découpage su legno
I fogli di carta scelti possono avere colori sgargianti che, combinati tra di loro con effetto patchwork, risultano particolarmente vivaci. Per oggetti piccoli (in questo caso rivestiamo con il découpage anche un martello, pennelli e matite), si procede tagliando tante striscioline di carta dello spessore di circa 1,5 centimetri. Se non riusciamo a tagliarle diritte a mano libera, possiamo prima disegnare le righe sul retro e poi ritagliarle o in alternativa utilizzare cutter e righello.
Stendiamo un velo di colla vinilica diluita (1 parte di acqua e 5 di colla), oppure colla vernice satinata e applichiamo le varie strisce di carta preparate precedentemente. Cerchiamo di accostare i colori per ottenere un effetto armonioso e vivace allo stesso tempo. Evitiamo di lasciare spazi vuoti sovrapponendo leggermente i ritagli a mano a mano che li accostiamo. I fogli di carta sono molto sottili; se l’attrezzo su cui eseguiamo il découpage è troppo scuro o ricco di scritte occorre dare, prima di iniziare il lavoro, un fondo bianco al fine di evitare effetti in trasparenza indesiderati.
Stendiamo su tutta la superficie uno strato di colla vinilica o vernice satinata vetrificante e protettiva. Infine applichiamo due mani di vernice acrilica trasparente, dopodiché lasciamo asciugare.

Tutorial Decoupage cassettiera

Per fare decoupage mobili possiamo realizzare una cassettiera colorata per dare un tocco allegro e originale alla nostra casa.
Rivestiamo i cassetti con fogli interi di carta dello stesso motivo accostati tra di loro. Ripieghiamo gli angoli e incolliamoli sui bordi con l’aiuto di pennello e colla.
Ritagliamo la carta sul foro che funge da maniglia e ripieghiamo gli angoli incollandoli all’interno del cassetto.

Legno grezzo o laccato

Questa tecnica di decoro su legno può avvenire sia su legno grezzo che su legno laccato, ma la procedura varia a seconda del materiale:

  • Decoupage su legno grezzo: si procede con il metodo di cui sopra.
  • Decoupage su legno laccato: prima di procedere è necessario preparare il legno, carteggiandolo e stendendo una mano di cementite.

Risolvere i muri crepati

Case sicure o castelli di carte?

Dalle grotte preistoriche alle moderne abitazioni, l’uomo ha mantenuto il bisogno di un rifugio che lo facesse sentire al sicuro. Oggi spesso serve ricorrere a sistemi d’allarme e telecamere per proteggersi dal mondo esterno, dimenticando che la presunta roccaforte può nascondere una potenziale trappola.

Il riscontro di errori costruttivi, le modifiche della struttura e gli eventuali eventi sismici rendono obbligatoria una verifica della solidità dell’edificio, ma anche la comparsa di crepe non dev’essere sottovalutata: quest’ultima denota quasi sempre un cedimento delle fondazioni che richiede opere di consolidamento del terreno su cui insiste la casa.

Per conoscere il livello di solidità di un edificio occorre anzitutto risalire all’epoca di costruzione ed ai materiali utilizzati, ricostruire storicamente l’uso che ne è stato fatto e le eventuali modifiche apportate nel tempo. Si analizza ogni singolo componente orizzontale e verticale utilizzando diverse tecnologie che permettono di esplorare le cavità con sonde, simulare onde d’urto, effettuare prelievi da sottoporre a test di compressione.

Fessure o crepe vengono valutate visivamente e, talvolta, monitorate con un sistema piuttosto semplice: in una crepa profonda viene murato un pezzo di vetro in posizione verticale, la crepa viene lasciata a vista e se nell’arco di alcune settimane la “spia” di vetro si rompe vuol dire che c’è stato un movimento della struttura.

Tutte le analisi del caso vanno affidate ad un professionista riconosciuto che redige una relazione dettagliata del livello di sicurezza con l’elenco ed il dimensionamento degli interventi da eseguire, siano essi migliorativi, di riparazione o di adeguamento, specie per modifiche che abbiano comportato un aumento superiore al 10% del carico sulle fondazioni. Nella relazione viene inoltre specificato se occorre effettuare un collaudo a fine lavori.

IL TETTO
Le strutture non devono essere spingenti e sono da preferire quelle di legno, più leggere ed elastiche rispetto al cemento. In zone che hanno subìto eventi sismici, queste ultime hanno fatto riscontrare danni maggiori; inoltre, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, possiedono buona resistenza al fuoco.
IL SOLAIO
Se è di legno e manifesta tendenza a flettersi si possono inserire ferri piatti nei punti di maggior flessione, direttamente nelle travi; nel complesso, quale che sia la sua natura, non dev’essere troppo rigido per non trasmettere le sollecitazioni orizzontali ai muri portanti.
I PILASTRI
Se alle estremità presentano fessurazioni è un segnale di cedimento dovuto alle sollecitazioni cui sono sottoposti (schiacciamento); si applicano rinforzi metallici al loro perimetro, di tipo diverso a seconda che siano o meno isolati e di come sono collegati ad altre strutture.
ARCHI E VOLTE
Queste strutture spingono lateralmente sulle murature tendendo ad allontanarle; si compensa con l’inserimento di tiranti metallici o con una tecnica di consolidamento che prevede la sostituzione di piccoli tratti orizzontali lesionati con altri nuovi e più tenaci.
I COLLEGAMENTI
Eventuali rinforzi sono da valutare caso per caso ed in base alle porzioni di struttura da stabilizzare (muri, solai, pilastri, con relative parti adiacenti orizzontali o verticali); se la qualità della muratura non è buona bisogna effettuare una bonifica della parte interessata.
LE FONDAZIONI
Il cedimento della struttura, per motivi geologici o indotti da opere mal eseguite, è segnalato da crepe, come se la casa si strappasse. Si consolidano le fondazioni con l’inserimento di micropali, o iniettando speciali resine per riempire i vuoti creatisi.

QUANDO E PERCHÉ LSI VERIFICANO MURI CREPATI

Nessuna fessurazione o crepa più che superficiale, ovvero estesa oltre lo strato di finitura, va sottovalutata. Le più significative sono quelle che si estendono in diagonale sul muro partendo da un angolo, ad esempio quello superiore delle spalline dei serramenti, in quanto identificano quasi sempre un cedimento della fondazione. Pur avendo costruito secondo le regole e con una corretta analisi geologica del terreno, questo può succedere a causa di forti infiltrazioni nel sottosuolo, crescita radicale di piante o vibrazioni significative, come quelle prodotte da tratti ferroviari adiacenti.

Isolamento con pannelli in facciata

Inizialmente, realizzare un rivestimento a cappotto richiedeva di rinunciare ad una finitura “rustica” dell’abitazione: ai pannelli isolanti non era consigliabile applicare pietre o mattoni, l’alternativa era il cappotto interno, con riduzione dei volumi ed efficacia inferiore.

Tra i sistemi che hanno permesso di superare questo ostacolo, Isovista® è una soluzione che merita di essere presa in considerazione: si realizza l’isolamento termico e si dispone già della finitura a mattoni con un’unica posa. I pannelli di materiale isolante sono già forniti con un rivestimento di listelli di terracotta dello spessore di 20 mm che hanno l’aspetto di veri mattoni e mantengono inalterate le proprie caratteristiche nel tempo, insensibili al gelo ed agli agenti atmosferici.   

Lo spessore del materiale isolante (polistirene espanso) è compreso tra 30 e 120 mm per soddisfare le diverse esigenze ed il peso complessivo varia, di conseguenza, tra 27 e 29 kg/mq. I bordi verticali sono sagomati ad incastro e facilitano la tipica posa “a mattone” fornendo anche una valida guida nell’avanzamento del lavoro; ciascun pannello lineare misura 100×60 cm ed ha un peso compreso tra 14,5 e 15,5 kg, pertanto risulta abbastanza maneggevole in fase di posa. Inoltre, è disponibile uno speciale elemento sagomato a 90° per il rivestimento degli spigoli.

Isovista® è perciò una valida alternativa, se l’estetica lo consente, al cappotto tradizionale che prevede, dopo il fissaggio dell’isolante, l’armatura dei giunti con successiva intonacatura, rasatura e finitura superficiale, comportando una dilatazione dei tempi di posa. Dopo l’incollaggio i pannelli Isovista® vanno stabilizzati con tasselli inseriti in punti prestabiliti e le teste delle viti si ricoprono con speciali tappi; la stuccatura delle fughe conclude definitivamente il lavoro. Mister Brick (www.isovista.com)

  1. Iniziare in perfetta linearità è fondamentale: occorre fissare esattamente in bolla il profilo di partenza lungo tutto il perimetro.
  2. Il collante va steso a strisce su tutto il perimetro del pannello, più tre fasce centrali per garantire una perfetta adesione.
  3. Dovendo rivestire superfici ortogonali si inizia sempre dallo spigolo; il pannello va premuto energicamente con le mani.
  4. Si fora il muro attraverso le rondelle di ancoraggio, si inseriscono le viti con i tasselli e si fissa stabilmente il pannello.
  5. I pannelli possono essere tagliati nella misura voluta utilizzando una mola con disco per pietra, rifinendo con un segaccio.
  6. Il taglio verticale permette di concludere il rivestimento con perfezione in corrispondenza di angoli interni.
  7. Prima di passare alla fila superiore, il bordo va cosparso di collante per evitare la formazione di ponti termici.
  8. Si completa con la preparazione dello stucco e la fugatura, spianando la superficie e completando con spazzolatura.

Il rivestimento Isovista® può essere utilizzato anche per isolare i muri perimetrali dall’interno; si può fare ricorso a pannelli di basso spessore ed ottenere al contempo una parete dal piacevole aspetto rustico.

Muretto prefabbricato per il giardino

850-0-muragliaIMGUna “muraglia” prefabbricata

Il muro di cinta viene preparato in azienda, trasportato sul posto e poi montato. Non è uno scherzo, è un vero muro di cemento, intercalato da pilastri che possono avere forma quadrata o esagonale, ma non sono necessarie lunghe fondazioni e casseforme per le gettate, i corsi di mattoni o pietre sono perfettamente allineati ed a piombo. 

La recinzione modulare cementizia Recap è formata da pannelli lunghi 4 metri con altezza compresa tra 1,50 e 2,45 metri, proposti con diverse estetiche per potersi integrare tanto in un contesto rurale quanto in uno moderno. La struttura di conglomerato cementizio armato permette di contenere lo spessore in soli 12,5 cm, la finitura può essere mono o bifacciale ed i pilastri portanti hanno una sezione di 40×40 cm. 

I materiali utilizzati sono specifici per garantire una lunga durata all’esterno; la soluzione a mattoni può mantenere l’aspetto fugato classico oppure l’intero manufatto può essere colorato con pigmenti in diverse cromie, concordabili con il cliente.
La prefabbricazione offre il vantaggio di poter garantire la qualità dei materiali ripetuta nel tempo: non è cosa da poco poter vedere già prima della posa quale aspetto avrà la recinzione, senza contare che i disagi ed i tempi di posa si riducono drasticamente. I prezzi variano a seconda della finitura e dell’estensione della recinzione, con o senza posa in opera da parte dell’azienda.
Recap

  1. Nei punti prestabiliti per la collocazione dei pilastri occorre realizzare i plinti 60x60x60 cm nei quali si inseriscono i tondini di ferro ø14 mm che costituiscono l’armatura dei pilastri.  
  2. I pannelli di calcestruzzo vengono sollevati con l’ausilio di una gru e posizionati facendoli scorrere nelle scanalature dei pilastri.
  3.  Normalmente si procede in sequenza (pilastro-pannello-pilastro e via di seguito); i pilastri sono attraversati per tutta la lunghezza da una cavità di 9×9 cm che ospita i ferri d’armatura.
  4. Entro la cavità va poi colato il cemento. 
  5. Il posizionamento del “cappello” su ciascun pilastro con una modesta quantità di malta conclude il lavoro.
  6. Il muretto prefabbricato è stabile e duraturo.

Come ripristinare il calcestruzzo

Il calcestruzzo armato è un materiale da costruzione composto da cemento, ghiaia, sabbia ed acqua nel quale vengono annegate barre di ferro, collegate in modo da formare un’ossatura di sostegno. Per molto tempo è stato considerato un materiale dalla durabilità illimitata, ma tanto il calcestruzzo quanto il ferro, se non adeguatamente protetti, possono subire l’azione degli agenti atmosferici e delle sostanze inquinanti. 

In particolare, lo scheletro metallico può ossidarsi e formare ruggine; questo processo comporta un aumento di volume, l’intonaco si gonfia e si stacca, lasciando lo strato di calcestruzzo che copre il ferro privo di protezione ed esposto all’aria ed all’acqua. Questo si verifica quando nel calcestruzzo, in seguito a tensioni strutturali, si formano fessurazioni attraverso le quali penetrano acqua ed altre sostanze aggressive presenti nell’aria, per cui la struttura metallica si altera: inizia così un degrado che può essere arrestato solo con un intervento radicale. Un tipico esempio è quello dato dai frontalini dei poggioli, spesso aggravato da un’impermeabilizzazione insufficiente del manto di copertura.

Il ripristino deve partire in profondità, asportando tutto lo strato di materiale degradato; l’accurata pulizia dell’armatura è fondamentale e dev’essere poi protetta dall’ossidazione, per questo esistono prodotti specifici, detti passivanti, che non possono in alcun modo essere sostituiti da comuni antiruggine o convertitori. Al termine del lavoro di ripristino ed intonacatura con prodotti adeguati, sulla rasatura è possibile applicare un protettivo a base di resine resistenti e composti pigmentati, migliorando anche l’estetica.

Tutto il materiale in fase di distacco deve essere asportato con attrezzi manuali e ricorrendo ad uno scalpellatore elettropneumatico leggero, per evitare di trasmettere forti vibrazioni alla struttura. Questa fase deve portare a liberare completamente l’armatura dallo strato di cemento; la stessa va poi spazzolata o sabbiata per eliminare il più possibile la ruggine, se la corrosione arriva in profondità (40% del diametro) occorre installare barre nuove. Sulle barre, vecchie e nuove, va stesa a pennello una speciale malta passivante (in foto è di colore azzurro) che blocca la corrosione e favorisce l’aggrappaggio delle malte da ripristino; trattandosi di un ripristino di superficie, privo di funzioni strutturali, i prodotti hanno caratteristiche elastiche, mentre per travi o pilastri si ricorre a prodotti premiscelati con fibre sintetiche. Il tutto viene poi rivestito con intonaci di finitura, a base di cemento e polimeri sintetici, allo scopo di preservare il manufatto dall’aggressione degli agenti atmosferici.
Recupero a cura del geometra Miranda Pantaleo.

Sverniciare legno e ferro | 3 tecniche e 7 metodi spiegati in dettaglio

Tutte le indicazioni fondamentali per rendere più efficace e semplice uno dei lavori più seccanti fra tutte le attività di recupero e restauro… sverniciare!

Saper sverniciare bene è fondamentale nei lavori fai da te e restauro, perché  prima o poi capiterà a tutti di voler recuperare qualche oggetto o struttura in legno o ferro. Si tratta di un’operazione piuttosto noisa, ma che bisogna sapere svolgere al meglio se si vuole ottenere un buon risultato finale.

Vernici e smalti, gioie e dolori

Da quando l’uomo ha inventato le vernici, le pitture e gli smalti ha scoperto anche che di questi prodotti non ce n’è uno che riesca a resistere alle intemperie più di qualche stagione: o sbiadisce, o si sfoglia o si crepa o si copre di muffe, muschi e funghi.

Sopra una superficie deteriorata non si può, per un risultato appena decente, applicare una o più mani di smalto, ma occorre provvedere all’eliminazione tramite sverniciatura del legno (o del ferro), quanto più completa possibile.

La cosa è tanto sentita che esistono laboratori specializzati proprio nella sverniciatura persiane ed affini che vengono immersi in vasche contenenti prodotti chimici, assai più energici di quelli per chi fa da sé, che asportano fino all’ultimo granellino di pittura lasciando il legno come appena uscito dalla segheria.

Pronti? Partiamo allora per capire come sverniciare il legno!

sverniciatura manuale

Le tre tecniche fondamentali per la sverniciatura legno o ferro

Chi fa da sé dispone di tre tecniche per eliminare la vernice:

  • per abrasione;
  • per riscaldamento;
  • per scioglimento;

Abrasione

L’abrasione è il sistema più usato, il più rapido ed economico, ma anche quello che se non si sta più che attenti può rovinare in un batter d’occhio il pezzo che si sta ripulendo. Richiede l’uso di levigatrici o di smerigliatrici e di carte abrasive, in fogli, a nastri o come altro meglio si adatti alla superficie da pulire.

Riscaldamento

Con la tecnica del riscaldamento la vecchia vernice viene rammollita da un getto d’aria calda ed asportata col raschietto, lavoro piuttosto lungo però adatto anche a superfici curve.

Scioglimento

Lo scioglimento è un procedimento chimico in cui un prodotto liquido, semiliquido o in pasta (sverniciatore per legno) applicato sulla vecchia vernice la disintegra al punto da poterla poi eliminare con l’acqua.

I 7 metodi principali per sverniciare

Facendo capo alle 3 “macrotecniche” possiamo definire le 8 metodi particolari sverniciare a regola d’arte con prodotti per sverniciare il legno

  1. svernicare con soda caustica (ovvero lo sverniciatore chimico)
  2. sverniciare legno con pistola termica
  3. sverniciare il legno con le levigatrici
  4. sverniciatura ad acqua
  5. sverniciatura a sabbia
  6. scartavetrare legno con raschietti e rasiere
  7. sverniciare ferro con smerigliatrice

Guarda come sverniciare il legno con un prodotto specifico Solvet

Vediamo ora tutti i metodi in dettaglio:

Sverniciare legno soda caustica

sverniciatore chimico
Gli sverniciatori legno chimici sono generalmente a base di soda caustica e tutti i loro contenitori portano a chiare lettere le avvertenze per l’uso. Che siano liquidi, semiliquidi o in pasta, a base di solventi o sverniciatori ad acqua (molto lenti questi), debbono essere usati con cautela. Ottimi gli sverniciatori chimici a base di cloruro di metilene prodotti da

sverniciare il legno con soda caustica
Lo sverniciatore legno rammollisce la vecchia vernice al punto da poterla togliere con una spatola (o strapparla come un nastro adesivo). Il legno va poi accuratamente lavato con abbondante acqua. Questa tecnica è molto valida per sverniciare legno laccato e sverniciare legno impregnato.

Sverniciare con il termosoffiatore (pistola termica)

togliere vernice con pistola termica

Tutte le vernici e gli smalti (tranne le poliuretaniche vetrificate in voga negli anni sessanta del secolo scorso) non reggono il caldo, per cui è facile eliminarle con le termopistole (detta anche pistola sverniciatore) ed i raschietti legno. Questi possono disporre di un attacco ad anello da montare direttamente sull’ugello della pistola, così da eliminare le vernici a spinta, o essere dotati di manico per lavorare tirando. La forma dei raschietti permette di lavorare anche negli angoli interni.

raschietto per sverniciare
Sverniciare legno pistola termica ed eliminazione con raschietto per legno.

Togliere vernice dal legno con le smerigliatrici

sverniciare persiane
Ripulire le stecche delle persiane è stato per anni un problema di difficile soluzione, ora risolto con speciali levigatrici a lamella che entrano fra le stecche.

La levigatrice orbitale non va usata su vernici in strato spesso perché il calore sviluppato dall’attrito le fonde in palline che poi rigano malamente la superficie.

Negli angoli l’unica levigatrice utilizzabile è quella con suola a delta che comunque non può arrivare a filo delle pareti dove si deve poi intervenire manualmente.

La levigatrice a nastro è decisamente quella più efficace soprattutto su superfici estese; qui con la piastra di guida che evita di asportare troppo materiale.

Questa levigatrice con mininastro in punta è in grado di asportare completamente le vecchie vernici anche a filo parete; va usata con cautela.

Sulle levigatrici rotorbitali il platorello ha la superficie predisposta per il fissaggio dei dischi abrasivi con il velcro. La doppia impugnatura consente un lavoro sicuro.

La lima elettrica con la sua lama stretta si rivela preziosa per ripulire piccole zone non raggiungibili con altri attrezzi. La sua potenza richiede mano molto leggera.

Ecco un attrezzo professionale per legno, metallo e pietra, con una testa abrasiva sagomata a seguire superfici curve, con azione non aggressiva.

Per lavorare all’aperto, lontano da prese di corrente, non mancano levigatrici orbitali (qui una a delta) alimentate da batterie ricaricabili con impugnatura ergonomica.

Sverniciare con l’acqua

Utensili come le idropulitrici sono in grado di erogare getti d’acqua con pressioni elevatissime, dell’ordine dei 120-160 bar, che a 10-15 centimetri dalla bocca della lancia sono ancora fortemente concentrati in uno spazio ristretto. Oltre allo sporco, una tale potenza permette di rimuovere dalle superfici qualsiasi elemento che non abbia un’adesione più che buona, come ad esempio le vernici che tendono a sfogliare.

Sverniciare con la sabbia

Se l’acqua da sola non è sufficiente, si può applicare all’idropulitrice il kit per la sabbiatura oppure costruire una sabbiatrice fai da te. La sabbia per lo scopo ha una granulometria adatta per essere veicolata dall’acqua e, insieme a questa, essere proiettata ad alta pressione dagli ugelli della lancia per sabbiare.

Scartavetrare legno con raschietti e rasiere

Il tocco finale della levigatura lo danno le rasiere, semplici pezzi di lamiera d’acciaio, di forma varia, coi bordi lavorati a scalino tagliente che, fatti passare esattamente a squadra sul materiale per scartavetrare il legno, ne eliminano ogni fibra sporgente.

Per rifinire il lavoro di smerigliatrici, levigatrici ecc che, per quanto ben usate, lasciano sempre qualche residuo di vernice e che comunque non potrebbero lavorare su listelli e battute, bisogna tornare all’antico ed usare il classico raschietto per sverniciare, oggi più pratici in quanto dotati di lame intercambiabili.

Svernicare il ferro

La smerigliatrice angolare attrezzata con platorello e dischi abrasivi è ottima come togli vernice, ma va usata con mano leggera: la velocità di rotazione è molto alta e viene asportato molto materiale.

Ancora maggiore attenzione va applicata nel portare a ferro una parte rugginosa della carrozzeria di un’automobile, dove rilievi e profili vengono erosi molto più rapidamente delle zone piane. Ottimi anche gli sverniciatori chimici a base di cloruro di metilene

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