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Viti Torx per legno | Caratteristiche e utilizzo

Analizziamo in dettaglio le caratteristiche delle viti torx per legno evidenziandone pregi ed eventuali difetti

Le viti Torx per legno sono meno conosciute al grande pubblico rispetto alle viti con intaglio diritto e intaglio a croce, ma sono spesso la prima scelta dei falegnami e dei professionisti. Vediamo di capire perché.

Le viti torx per legno devono il loro nome alla possibilità di applicare un’elevata torsione alle viti, senza che esse si danneggino o si rompano. Proprio questa elevata resistenza a torsione fa si che siano tra le viti predilette, non solo per le lavorazioni del legno ma in alcuni casi anche del metallo.

Caratteristiche delle viti Torx per legno

Una delle caratteristiche più apprezzate è la loro capacità di garantire durante tutte le lavorazioni un serraggio preciso e sicuro, evitando scivolamenti danneggiamenti alla vite. Proprio per questo sono scelte per l’assemblaggio di diversi oggetti e arredi che abbiamo in casa, come ad esempio gli elettrodomestici.

Grazie alla forma della testa, l’ancoraggio avviene in modo preciso. Questo fa si che siano le viti con la maggiore versatilità.

Le categorie in cui si suddividono le TORX sono tre:

Resistorx esalobate

Sono le viti con un profilo classico e con il foro per il cacciavite a forma di stella a sei punte ma con la presenza di un incavo centrale, che fa si che si eviti il serraggio o lo svitamento con i classici attrezzi Torx.

Pentalobate

Queste viti non sono propriamente definibili Torx. Si presentano con il profilo a stella a cinque punte invece che a sei. Non si utilizzano mai per serraggi su legno, ma sono comunemente presenti nei dispositivi elettronici.

Torx Plus

Questa tipologia di vite Torx può avere le stesse caratteristiche sia delle Resistorx esalobate che delle viti pentalobate, ma rispetto alle viti precedenti si presentano con una testa più arrotondata.

Viti Torx: come avvitare e svitare

Che si voglia utilizzare le viti per lavori sul metallo o per lavori sul legno, bisogna tener conto che ogni tipologia di vite Torx, quindi le Torx Plus, le Resistorx, le Pentalobate, hanno bisogno di attrezzi differenti. Tra quelli che possiamo utilizzare ci sono i classici cacciaviti con punta Torx, oppure le chiavi a L, per far si che venga esercitata una maggior leva e una coppia superiore.
Nei negozi esistono anche attrezzi specifici come bussole o inserti che si possono montare sulle chiavi a cricchetto oppure i bit Torx specifici per avvitatori elettrici

Viti Torx per legno: come si utilizzano

Le viti TORX sono utilizzate maggiormente nel campo della carpenteria e nell’edilia proprio per la loro resistenza. Ma sono indicatissime anche per tutti i lavori fai da te in legno, in quanto possono essere utilizzate sia con legni morbidi che con i legni più duri, molto spesso difficili da lavorare.

Le migliori viti per legno Torx da utilizzare sono i modelli in acciaio al carbonio con zincatura, con questo modello non si ha nessun problema. Questa tipologia è utilizzata anche dall’edilizia, quindi è capace di resistere ai grandi carichi e risulta adattabilissima anche ai progetti più piccoli.
Se invece servono delle viti per delle realizzazioni particolari è consigliabile leggere attentamente le schede tecniche o chiedere consiglio ad un esperto, in quanto non tutti i modelli sono in grado di resistere a determinate tipologie di sforzi.

Tra i modelli di viti Torx per legno presenti sul mercato spiccano per qualità le Panelvit di Mustad, nella cui gamma ci sono diversi prodotti con cava Torx per applicazioni su legno, su parquet in esterno e in interno.

Utilizzi vari

Gli utilizzi delle viti Torx sono veramente ampi: si va da progetti in legno a quelli in metallo, che possono coprire qualsiasi fascia di prezzo.
Le viti Torx sono ottimali in ambienti dove le teste delle viti possono essere soggette ad un’elevata usura, come una passerella in legno per il mare, dove il passaggio delle persone determina lo sfregamento a causa della sabbia.

Riguardo i lavori in legno, grazie alle diverse dimensioni e lunghezze, si possono fare diversi lavori, come dei porticati, strutture per i giochi dei bambini; comunque delle strutture che sono soggette a forti sollecitazioni. Se invece si pensa un po’ più in piccolo come un tavolo artigianale o qualche elemento di arredo, esse rappresentano comunque un’ottima scelta

Anche con il metallo le viti Torx sono le migliori, infatti grazie alla particolare testa a sei punte, permettono il serraggio anche in condizioni di elevato calore, che con altre viti comporterebbe la rottura dell’intaglio, come quelle a stella.

Casetta fai da te nel prato | Guida alla realizzazione

Ricevuto in regalo parecchio quanto ottimo materiale da costruzione, che sarebbe andato al macero, si realizza una casetta fai da te, un progetto che era in cantiere ma non imminente

Realizziamo una casetta fai da te da giardino con misure e caratteristiche adeguate allo spazio disponibile, ottenendo il miglior risultato sotto il profilo dell’ambientazione, senza contare che è possibile decidere a piacere la posizione delle finestre e della porta, mantenere una parte frontale aperta, come veranda protetta da ringhiera, e provvedere per altre decorazioni.

Bastano pochi pezzi di scarto per realizzare un semplice oggetto ornativo che immancabilmente fa felice qualsiasi bimbo.

Il materiale di costruzione è il legno, nello specifico travetti di abete, sezione 60×60 mm, ritenuti ottimi per realizzare la struttura portante dell’intera casa. A parte i nove sostegni messi per soprelevare di 30 centimetri la costruzione, lo scheletro di parti come la soletta, le pareti e il tetto è fatto con i travetti in questione. Per il rivestimento sono stati usati listoni di abete, tutti spessi 20 mm, ma di larghezze diverse. Il terreno poco drenante ha imposto di rialzare la casetta sui supporti, ancorandoli a robuste staffe con picchetti affondati profondamente nel suolo.

Base protetta con catramina

La soletta della pavimentazione viene realizzata in garage, approfittando della superficie piana del pavimento e i riferimenti delle piastrelle, che permettono di mantenere facilmente la squadratura durante il montaggio.

Andando sul luogo dell’installazione, la base fatta permette di posizionare con esattezza i 9 supporti verticali, alti 300 mm, che la tengono sollevata dal terreno. Effettuato il fissaggio, si danno su tutto 2 mani di catramina.

La pavimentazione consiste in 4 pannelli di OSB spesso 15 mm, che si fissano con viti applicate con una certa regolarità sul loro contorno.

Sviluppo in altezza della casetta fai da te

Come per la soletta, si procede in garage anche alla realizzazione delle strutture delle pareti della casetta fai da te, ovviamente una per volta, seguendo attentamente il disegno di progetto, ma confrontando costantemente le quote con le parti già costruite.

Le strutture portanti vanno in appoggio sul perimetro della pavimentazione; negli abbinamenti tra pareti limitrofe, le due laterali vanno in sormonto rispetto alla posteriore e alla frontale.

Montate le strutture portanti delle pareti si passa a quella del tetto, allestendo le varie travature delle falde: la trave di colmo, i suoi sostegni, le capriate e i rinforzi.

Rivestimento della casetta fai da te

Il rivestimento delle pareti è effettuato con listoni spessi 20 mm avvitati ai montanti. Le aperture, dove previste, sono delineate da elementi strutturali di contorno, per cui non ci sono difficoltà a completare il rivestimento lasciando liberi gli spazi delle finestre e delle porte.

Si parte con lo stesso tipo di rivestimento anche per la copertura del tetto, con listoni spessi 20 mm, ma poi si aggiunge una guaina autoadesiva ardesiata, come protezione dalle intemperie.

Le finiture degli infissi e accessori esterni

Lungo la linea di giunzione delle pareti limitrofe si applicano ampi paraspigoli di abete, mentre nel contorno delle finestre si avvitano 3 tavole (ai lati e sopra) a filo del foro, mentre sotto si installa una tavola più spessa, con bordi arrotondati, a mo’ di davanzale.

Le ante degli scuri finestre e la porta d’ingresso della casetta fai da te sono fatte ancora con listoni spessi 20 mm, di varia larghezza, uniti da traversi collocati internamente nel caso degli scuri ed esternamente nel caso della porta.

Non essendo previsti vetri alle finestre, per consentire il passaggio di un minimo di luce ad ante chiuse, si apre un foro a forma di cuore al centro di ognuna; tramite una fresatura superficiale, trovano sede un riquadro di plexiglas e un pannellino di compensato, quest’ultimo con la stessa apertura a cuore, entrambi bloccati da una cornice di listelli.

La costruzione si chiude facendo la ringhiera per la parte frontale della pedana, al di fuori della porta d’ingresso. Non resta che dare un paio di mani di impregnante, scegliendo il verde per gli infissi e la ringhiera.

Progetto di Renato Beni

Facciamo la doccia come preferiamo con Della Fiore

Box disponibile angolare, semicircolare, rettangolare o quadrato; porta scorrevole, doppia o a soffietto, con cristalli spessi 6 mm e scelta dei soffioni fra forma quadrata e rotonda

Fra le installazioni in bagno che il fardasé esegue in proprio, risparmiando sui costi, c’è quella del box doccia, tanto più se può contare su un prodotto disponibile in numerose varianti e unisce doti di qualità e particolare attenzione alla semplicità di montaggio. 

Parliamo della gamma Niki di F.lli Della Fiore, un box doccia proposto in quattro versioni: angolare, semicircolare, rettangolare e quadrata, in modo da rispondere a qualsiasi esigenza di collocazione. Inoltre è possibile scegliere tra la chiusura con porta scorrevole, doppia o a soffietto. I profili sono cromati lucidi. Le pareti e le ante, alte 190 cm, sono di cristallo temperato con spessore di 6 mm.

Il box Niki trova naturale completamento con i soffioni e i miscelatori della serie M’AMO, questi ultimi disponibili, oltre che per la doccia, anche per gli altri sanitari del bagno: lavabo, bidet e vasca.  

Miscelatori e soffioni coordinati

Le collezioni Brera e SanSiro fanno parte della linea M’AMO e sono realizzate in acciaio inox AISI 304 cromato. Il miscelatore da incasso per doccia, modello Brera (sopra), è disponibile con o senza deviatore.
Tutti i soffioni hanno il sistema anti-calcare softjet.
I modelli Brera hanno forma quadrata e sono disponibili con misure di 20×20 cm, 25×25 cm e 30×30 cm, mentre i soffioni San Siro (sotto), di forma rotonda, sono disponibili con diametro di 20 cm, 25 cm e 30 cm.

Bosch AdvancedTemp | Tutte le temperature della nostra casa

Bosch AdvancedTemp è uno strumento versatile che non solo misura, confronta e interpreta la temperatura delle superfici, ma rileva anche ponti termici e zone soggette a formazione di muffa

Ci sono strumenti che oggigiorno entrano sempre più a far parte della comune dotazione casalinga e non sono soltanto smartphone e tablet. Può sembrare strano ma anche i rilevatori di temperatura sono divenuti un “must”, per la sensibilizzazione crescente volta al risparmio energetico, che convince tutti a migliorare il grado di isolamento della propria abitazione, controllando dove avvengono le dispersioni. Inoltre è importante monitorare i vari ambienti della casa per verificare quanto stia succedendo con il susseguirsi delle stagioni e il passare degli anni: controlli in parte relativi all’efficacia degli interventi messi in atto e in parte necessari per un impiego più consapevole delle risorse impiegate. Il nuovissimo rilevatore di temperatura Bosch AdvancedTemp è uno strumento veramente completo: oltre alla misurazione delle temperature, con un range da -30 a 500 °C, è in grado di indicare la presenza di ponti termici, di prevedere la possibilità della formazione di muffe sulle superfici, di valutare il differenziale termico di un punto rispetto a un valore di riferimento.

Il tutto con modalità di lavoro semplici e intuitive. Pochi tasti funzione e un ampio display su cui si ripropongono sia i dati rilevati, sia il responso calcolato dal computer interno a seconda della funzione impostata. Lo strumento può effettuare anche la misurazione continua della temperatura di una superficie, spostando lentamente il laser alla ricerca di zone che presentino cali o aumenti rispetto al valore di riferimento.

Tre soli pulsanti, al di sotto del display, permettono di accendere lo strumento, scegliere la funzione e dare conferma del procedimento in corso. Al pulsante rosso sull’impugnatura il compito di effettuare l’acquisizione della temperatura, dopo l’avvenuta emissione del cerchio laser.

Dati tecnici: intervallo di temperature rilevate compreso fra -30 e 500 °C; precisione ± 1 °C; intervallo di umidità relativa rilevata 10-90%; display retroilluminato 92×128 punti; alimentazione 2 batterie AA alcaline (incluse); custodia morbida (inclusa).

Il rilevatore di temperatura Bosch AdvancedTemp ha un prezzo consigliato al pubblico di euro 125,99.

Tante occasioni per utilizzare il rilevatore

Il controllo della temperatura dei termosifoni avverte se ci sono problemi nella circolazione dell’acqua nell’impianto, dati, per esempio, da incrostazioni.

Gli angoli fra due pareti perimetrali di un’abitazione, sono quelli più soggetti alla formazione di muffe. Il fenomeno si può prevedere prima della sua insorgenza.

L’uniformità di emissione del riscaldamento a pavimento va controllata subito dopo l’installazione, ma è buona cosa monitorarla anche nel tempo. In questo caso si usa la misurazione continua della temperatura.

Ci sono numerosi utilizzi possibili e utili per il misuratore di temperatura, non ultimo quello di rilevare il reale valore di riscaldamento del forno e la temperatura superficiale delle pietre per la cottura dei cibi come la pizza.

Rilevazione ponti termici

Rilevazione muffe

Promozione Einhell Trapano a batteria

Fino al 31 gennaio 2023 sarà possibile acquistare il trapano a batteria Einhell TE-CD 18/45 3X-Li con 3 mandrini; 2 batterie 18V 2.0 Ah; caricatore; 22 accessori e valigetta inclusi a soli 139,95€ anziché 219,95€

Il trapano avvitatore a batteria Einhell TE-CD 18/45 3X-Li può essere utilizzato con tutte le batterie PXC che si basano sulla tecnologia agli ioni di litio di alta qualità, sono dotate di autoscarica zero e sono pronte per l’azione in qualsiasi momento. Il controllo elettronico della velocità con cambio a 2 velocità determina un funzionamento adattato al materiale e all’applicazione. La flessibilità trae vantaggio dal mandrino rimovibile, dall’attacco angolare a 90° per spazi ristretti e dall’attacco eccentrico per angoli e bordi. Questo trapano/avvitatore è dotato di illuminazione a LED. Per una facile manipolazione, lo strumento ha un design ergonomico e una presa morbida.

Incluso con questo trapano/avvitatore ci sono due batterie PXC da 2,0 Ah, un caricabatteria rapido e un set di punte/bits da 22 pezzi in una pratica valigetta E-Box Basic.

Promozione valida fino al 31 gennaio 2023 presso i rivenditori aderenti

Caratteristiche tecniche

  • Membro della famiglia Power X-Change
  • Ingranaggio a 2 velocità per foratura e avvitamento potenti
  • Regolazione elettronica velocità per lavorazioni adatte a materiali e applicazioni
  • Sempre pronto all’uso grazie alla tecnologia agli ioni di litio senza scarica
  • Il mandrino rimovibile garantisce la massima flessibilità durante il lavoro
  • Prolunga ad angolo di 90° per avvitare e forare in spazi ristretti
  • Estensione Eccentrica per lavorare negli angoli e negli spigoli
  • Illuminazione a LED per un funzionamento ottimale nelle aree buie
  • Porta inserti per una pratica conservazione di inserti aggiuntivi
  • Estremamente comodo grazie al design ergonomico e al Softgrip
  • Completo di due batterie PXC da 2,0 Ah e un caricabatterie rapido
  • Incluso set di punte e bits da 22 pezzi
  • Fornito nella pratica valigetta E-Box Basic

 

Mobile angolare fai da te, a ripiani per i vasi di fiori

Realizziamo un mobile angolare fai da te fatto con tavole di lamellare di faggio, barre filettate, tubi in PVC e rotelle di recupero da pattini

Il progetto di questo mobile angolare fai da te è caratterizzato da una buona dose di inventiva, condita con la capacità di trovare soluzioni insolite. In questo caso, il progetto è una scaffalatura con sviluppo a L, da posizionare in un angolo della casa ed è fatta per sistemare diverse piante da interni, in modo che possano avvantaggiarsi tutte insieme dell’ottima esposizione di luce che ricade in quel punto. L’idea è quella di realizzare i ripiani con lamellare di faggio di buon spessore (27 mm), in modo che non ci siano flessioni, sostenuti da terra con piedini insoliti: rotelle recuperate da vecchi pattini ormai inservibili.

Le stesse rotelle sono servite anche da distanziali fra i due ripiani che si incrociano nell’angolo per formare la L e, dato che uno dei due rimane necessariamente più in alto rispetto al pavimento, in questo sono usate rotelle doppie come piedino a terra. Come elementi di sostegno dei ripiani superiori del mobile angolare fai da te si usano barre filettate di varia misura, a seconda dei pesi che ricadono sulla specifica parte, in combinazione con tubi di PVC che fungono da distanziali e, nel contempo, nascondono completamente le barre alla vista.

Mobile angolare fai da te
Le tavole di lamellare di faggio si tagliano alla misura voluta con la sega circolare condotta mediante una guida a binario che permette la massima precisione e linearità.
Alcuni angoli dei ripiani vanno stondati; si utilizza il seghetto alternativo, dopo aver tracciato la rotondità con un compasso. Al termine si leviga per uniformare il bordo.
Le rotelle dei pattini si applicano, previa foratura dei ripiani, fissandole con viti a testa tonda di misura adeguata in sezione e lunghezza, da bloccare nella parte sotto con rondella e dado. Rotelle sono messe anche come distanziali fra i ripiani, nella zona in cui questi si incrociano.

Tubi in PVC e barre filettate

Tempo richiesto: 1 giorno

 

  1. Delineare la sede dei tubi in PVC

    Stabilita la distanza fra i ripiani superiori, si tagliano segmenti di tubo in PVC di misura e, nel punto designato per la collocazione, si fa la sede (pochi millimetri) per l’inserimento del tubo stesso, usando una sega a tazza di pari diametro.

  2. Aggiungere un rinforzo dove è previsto un maggiore carico

    Dove è previsto un maggiore carico si mettono due barre filettate di tenuta e un tubo di PVC più ampio di sezione, per poterle coprire; altrimenti si usa una sola barra (a sinistra nella foto) e un tubo di sezione inferiore.
    Mobile angolare fai da te

  3. Realizzare le sedi per accogliere rondella e dado

    Sui ripiani del mobile angolare fai da te che stanno più in alto, in corrispondenza degli arrivi delle barre filettate, si realizzano sedi profonde 15 mm per accogliere rondella e dado. Il diametro della sede è da calcolare sulla misura esterna della chiave a tubo da utilizzare per serrare il dado, perché per il montaggio deve potervi entrare. Per eseguire il foro si usa una punta Forstner.

  4. Applicare rondelle e dadi

    Man mano che si sale con i ripiani, prima di inserire il relativo tubo di PVC, bisogna applicare rondelle e dadi per bloccare la parte sottostante.
    Mobile angolare fai da te

  5. Forare i ripiani intermedi

    Due ripiani intermedi hanno estensione laterale che impone di applicare un supporto per evitare la flessione dei sostegni sotto il peso dei vasi. Non si mettono altre barre, bensì un bastone tondo passante, per il quale è necessario eseguire fori nei ripiani.

  6. Applicare le viti di tenuta laterale

    I bastoni non sono altro che manici di legno di due vecchie scope; al di sopra dell’ultimo ripiano vengono lasciati sporgere per alcuni centimetri, lasciano a vista la rotondità. In corrispondenza del ripiano, però, è necessario applicare una vite di tenuta laterale.
    Mobile angolare fai da te

  7. Stendere la finitura sui tubi in PVC

    Terminata la prova in bianco dell’intero allestimento, si smontano i tubi per stendere come sfondo la finitura a smalto color avorio, per poi spruzzare la decorazione nera effetto marmo.

  8. Trattare i ripiani con vetrificante per parquet

    Previa carteggiatura, i ripiani sono trattati con due mani di vetrificante per parquet ad alta resistenza, scelto per poter posizionare i vasi senza troppe precauzioni e non correre il rischio di rigare la superficie.

Progetto di Juri Zani

Brico io: nuova apertura ad Arzachena (SS)

1.500 metri quadrati per chi ama casa e giardino in Viale Costa Smeralda, 6

Il nuovo negozio Brico io di Arzachena è il secondo punto vendita realizzato in affiliazione con la famiglia Demuro, già proprietari del punto vendita Brico io di Palau aperto nel giugno del 2017 a ragione sociale RESARDA s.r.l..

Questa nuova apertura conferma a 114 i punti vendita ad insegna Brico io (79 a gestione del gruppo Brico io e 35 in affiliazione). Il punto vendita è facilmente raggiungibile, posizionato lungo un’arteria principale della città, la SS 125 Orientale Sarda.

All’interno degli oltre 1.500 mq. destinati alla vendita troviamo più di 25.000 articoli nei reparti tradizionali e tecnici del “fai da te”, con particolare attenzione al reparto autoaccessori ed una esposizione dedicata ai mobili in kit, affiancati dal corner L’Outlet del Kasalingo per completare l’offerta del mondo casa oltre alle aree dedicate ai prodotti promozionali e stagionali.

“Anche ad Arzachena, in collaborazione con la proprietà che in questi anni con il punto vendita di Palau ha maturato esperienza nel settore affiancando la profonda conoscenza del territorio, abbiamo realizzato un negozio confermando il nostro format di prossimità riservato alle medie superfici, vicine al centro abitato, vicino ai clienti, per risolvere le esigenze di prima necessità. – dichiara Paolo Micolucci Consigliere Delegato di Brico io S.p.A. – continuando così, insieme all’imprenditore, nella nostra mission: essere vicini alle famiglie che ogni giorno cercano soluzioni per la decorazione e la manutenzione della loro casa e del giardino”.

I Servizi Tintometro e Taglio legno su misura.

Lo staff 9 addetti più il capo negozio

Le Offerte il volantino realizzato per l’apertura propone una serie di articoli a prezzi vantaggiosi selezionati tra i più rappresentativi dei reparti, con un occhio particolare alla stagionalità.

Brico io ARZACHENA (SS) – Viale Costa Smeralda, 6 – Tel. 0789.1710895

Orario di apertura: dal lunedì al sabato dalle 8.00 alle 20.00 – domenica dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 20.00

Masterpiuma Power 5 di Montolit | Tagliapiastrelle… al top

Masterpiuma Power 5 è una macchina che racchiude tutti i pregi del modello P3, riferimento assoluto nel settore, e aggiunge ulteriori plus richiesti dai professionisti per affrontare le crescenti criticità imposte dalle tempistiche sempre più stringenti e dalle peculiarità delle piastrelle di oggi

Migliorare un prodotto eccellente e privo di difetti sembra impossibile, ma al costruttore l’impresa può riuscire se non ci si adagia sugli allori. Nello specifico non va trascurata la rapidissima evoluzione che subiscono i materiali con cui i produttori realizzano le piastrelle, impegnati da un lato sul fronte delle sottilissime, mentre, con maggiori spessori, sono alla ricerca di sempre nuovi effetti materici delle superfici, sino addirittura alle realizzazioni tridimensionali. Soprattutto quest’ultimo traguardo, ovvero costruire una tagliapiastrelle manuale che riuscisse a tagliare le durissime ceramiche a spessori variabili, poteva sembrare difficile da raggiungere. Montolit ha risolto il problema con il nuovo braccio di Masterpiuma Power 5, dotato di un portarotelle potenziato e ammortizzato, che permette di seguire in modo naturale il saliscendi sulla superficie della piastrella, durante l’incisione.

Il sistema è studiato per applicare una grande pressione senza fare alcuno sforzo; per non rovinare le piastrelle più sottili o meno dure, ci sono riferimenti lungo l’impugnatura che indicano la forza espressa mettendo la mano in quel punto, in modo da potersi regolare facilmente. Ma non è tutto.

Nuovo anche il doppio sistema di spacco che permette di sezionare senza alcun problema strisce strettissime di piastrella e, lavorando a 45°, consente di ottenere triangoli di piccolissime dimensioni. La rotella in titanio taglia indifferentemente materiali spessi e materici oppure sottili piastrelle di vetro, anche in mosaico. Poi le due ali di supporto che si aprono di 180°, lo scontro laterale che è ribaltabile pur mantenendo la misura impostata e, non ultima, la rapidità con cui la macchina diviene pronta all’uso: in pochi secondi si imposta la squadra a 0°, 45° oppure valori intermedi, anche fuorisquadra sull’altro lato, e si procede col taglio.

Masterpiuma Power 5 è disponibile in 5 diverse misure per andare incontro a tutte le esigenze: la più piccola (art. 63) a 0° taglia una lunghezza massima di 63 cm e a 45° arriva a 44×44 cm; la “75” (il modello della nostra prova) a 0° arriva a 75 cm e a 45° fa 53×53 cm; la “93” taglia 93 cm a 0° e 66×66 cm a 45°; la “131” taglia 131 cm a 0° e 92×92 cm a 45°; la “161” taglia 161 cm a 0° e 113×113 cm a 45°.

Il modello 75 con guida di scontro impostata a 0° e ali di supporto aperte; la macchina è robustissima e pesa solo 14 kg.
I due supporti laterali si sganciano con la pressione di un dito; dalla posizione di riposo, possono ruotare a piacimento sino a 180°.
Svitando la manopola si libera la rotazione della squadra di misura che normalmente ruota e può essere impostata fra 0° e 75°.
Sollevando l’apposito fermo la squadra può anche ruotare nel senso opposto per fare tagli fuorisquadra da 0° a -60°.
I riferimenti sull’impugnatura indicano le posizioni in cui, mettendo la mano, si sviluppa 4 volte, 7 volte e 10 volte la forza applicata.
Il sistema di ammortizzazione della rotella è dato da un perfetto bilanciamento, con l’aggiunta del gioco dentro un’asola con molla.
In dotazione la fiala di lubrificante per la rotella incisore, da applicare nell’apposita sede: basta una leggera pressione una tantum.
Dopo anni di utilizzo, se necessario, si può registrare il gioco sulla barra.

Prova di taglio a 0°

Mettiamo la piastrella allo scontro con la guida; la scala millimetrata aiuta a impostare l’entità del taglio.
Posizioniamo la rotella d’incisione sul bordo di attacco della piastrella.
Impugnando la leva nel punto che permette di fare la forza corretta, spingiamo la rotella d’incisione, facendo un’unica passata.
Con il portarotelle in posizione di finecorsa diamo un colpetto sull’impugnatura: il tampone applica la forza in modo da attuare uno spacco perfetto.

Prova di taglio a 45°

Svitando la manopola, regoliamo la guida con l’angolo di taglio desiderato.
Per dividere la piastrella a metà, mettiamola allo scontro con la guida e con il vertice sullo zero.
Mettiamo la rotella sul bordo della piastrella e poi spingiamo la leva facendo l’incisione lungo tutta la superficie. Considerata l’elevata durezza di questa piastrella, ma il suo basso spessore, abbiamo valutato di impugnare la leva in una posizione intermedia.
Lo spacco è avvenuto in modo perfetto, utilizzando l’apposito cavalletto aperto, con il solito colpo deciso sulla leva.

Libreria sospesa fai da te fatta su misura

Libreria sospesa fai da te realizzata con MDF spesso 16 mm più un pannello spesso 26 mm, tagliando i pezzi a misura e facendo una serie di lavorazioni con la fresatrice, usata a mano libera e montata sul banchetto, per modanare, rifilare e fare le sedi per i ripiani

Realizziamo il progetto di una libreria sospesa fai da te, innanzitutto si valuta la posizione in cui può essere messa nella stanza, quindi si prendono le misure dello spazio disponibile e, sulla base di queste, si delineano gli ingombri della libreria. Il materiale da usare è già stabilito, bisogna decidere il numero dei ripiani e il modo di unire il tutto, senza dimenticare qualche elemento decorativo che non guasta mai.

Tanto per dare un’idea delle dimensioni, l’altezza della libreria sospesa fai da te è stabilita in 1500 mm; la larghezza a livello dei fianchi è di 710 mm, mentre il top deborda di 10 mm per parte; la profondità è di 190 mm, mentre il top è 200 mm. Il numero di ripiani è 6, distanziati di 270 mm l’uno dall’altro, inclusi quello alla base e quello al top.

Per agevolare la tenuta laterale dei ripiani, sui lati interni dei fianchi si realizzano delle scanalature alte quanto è lo spessore del ripiano (16 mm) e lunghe quanto è largo il ripiano stesso. Si fanno con una fresa cilindrica di diametro 16 mm, impostando una profondità di lavoro di 5-6 mm. Al termine, si raddrizza la rotondità che rimane a un’estremità con scalpello e mazzuolo di legno. Dato che 5-6 mm di profondità, per un incastro che deve reggere il peso non indifferente dei libri, possono non essere sufficienti, in fase di assemblaggio si bloccano i ripiani con viti messe dall’esterno dei fianchi, mandando le teste sotto filo piano. Ogni occorrenza di vite visibile dall’esterno, va infine stuccata e resa invisibile con l’applicazione dello smalto bianco all’acqua, scelto come finitura a rullo per la libreria sospesa fai da te.

Taglio e modanatura della libreria sospesa fai da te

Dopo aver tracciato i tagli sui pannelli interi di MDF spesso 16 mm, si procede all’esecuzione con la circolare da banco, producendo prima lunghe strisce della larghezza voluta, da tagliare poi a misura nella lunghezza, usando una troncatrice radiale.
Il top si realizza tagliando un pannello di MDF di maggiore spessore (26 mm); per completarlo, si passano i bordi con fresatrice a tuffo, usando una fresa bombata con cuscinetto distanziale in testa.

La decorazione alla base

Usando il compasso, si traccia su un pezzo di MDF di scarto il profilo che si vuole dare alla decorazione per la base della libreria. Data la difficoltà a ripetere in modo speculare il medesimo motivo, su tutta l’estensione, conviene farne soltanto metà.
Con la sega a nastro si segue con buona precisione la linea tracciata, ma conviene stare comunque un millimetro o due all’esterno, per avere poi margine di manovra nel rendere armonioso il profilo.
Non avendo la macchina dedicata, per uniformare le curve si può usare il trapano a colonna, montando sul mandrino un rullo autocostruito con un cilindro di legno tenuto da un pezzo di barra filettata con dadi.
Quando la dima è perfetta nelle curve e negli spigoli, la si usa per riportare il motivo sul pezzo di MDF. Per completare tutta l’estensione, disegnata la prima metà si ribalta la dima e si disegna la seconda.
Torna in campo la sega a nastro, con cui si ritaglia il pezzo di MDF intero; in seguito, per perfezionarlo, si fissa con nastro biadesivo la dima su una prima metà del pezzo e si rifila usando la fresatrice montata sotto il banco.

Fresature, poi colore e assemblaggio

A distanze regolari, sulla faccia interna dei fianchi della libreria sospesa fai da te, si praticano le sedi per i ripiani con una fresa cilindrica di diametro opportuno.
Montando la fresa concava, invece, si arrotondano gli spigoli anteriori dei listelli che vanno poi applicati per rifinire i bordi frontali dei ripiani.
Prima dell’assemblaggio finale se ne effettua uno in bianco di prova; se è tutto ok, si rismonta il tutto per dare a rullo il colore ai pezzi separati; si danno più mani, intercalare da lievi carteggiature.
Il montaggio definitivo inizia dalla parte bassa della libreria sospesa fai da te, unendo in un unico colpo il frontalino sagomato al ripiano più in basso e, i due insieme, ai fianchi. Allo scopo bisogna appoggiare i pezzi su una superficie piana e usare molti strettoi per applicare la necessaria forza di adesione, attenti anche al mantenimento dello squadro fra gli elementi.
Salendo verso l’alto si inseriscono i ripiani nelle loro sedi, se necessario battendoli posteriormente con un martello di gomma.
Per sicurezza si fissano i ripiani anche con una vite per lato, applicata al centro, dall’esterno del fianco. Infine si incollano i bordini frontali di finitura.
L’ultimo pezzo che viene messo al suo posto è il top, che viene incollato sopra l’ultimo ripiano, messo a filo superiore dei fianchi.
 

Fissaggio a parete della libreria sospesa fai da te

Due piastrine asolate sono applicate in alto nel retro della ibreria, per poterla appendere a parete con due tasselli, ma nella parte bassa si mette anche come solido appoggio, in posizione non visibile, un listello orizzontale fissato con 5 tasselli a espansione.

Progetto di Carlo Ferrari

Il “sistema” finestra: quali sono i materiali e le tipologie di vetro utilizzate

La finestra è un complesso sistema composto da telaio fisso e mobile, vetri, isolanti e guarnizioni che deve garantire la continuità delle prestazioni dell’involucro edilizio

L’aspetto estetico di una finestra ha un’indubbia importanza, ma nella scelta vengono ancor prima le prestazioni in fatto di isolamento, quindi i materiali che la compongono, gli spessori, la tipologia delle guarnizioni adottate: è in base a questi fattori che, a parità di dimensioni, si possono riscontrare prezzi molto diversi, mentre la scelta estetica ha un’incidenza minima sul costo ed è spesso limitata dal contesto architettonico. 

I punti di vista delle finestre sono però due, interno ed esterno, e talvolta devono garantire integrazioni differenti in uno stesso ambito: sono frequenti le ristrutturazioni che, pur contemplando ambienti moderni all’interno, devono mantenere un’architettura rustica o classica all’esterno, per scelta o per vincolo. Si tratta perciò di conferire al serramento un aspetto coerente con entrambi i contesti adottando, se occorre, finiture differenziate sui due lati quanto a fattura, materiali e colorazione, oltre a scegliere i materiali più idonei in base al clima della zona.

Oltre al livello di isolamento termico del serramento nel suo insieme, bisogna porre attenzione alle specifiche dei vetri: quanta luce lasciano entrare, che protezione solare offrono, la sicurezza (antieffrazione e anticaduta) e, in molte situazioni, la capacità di isolare dal rumore.

Tipologie di profilati

Legno
Per inibirne la tendenza a movimenti e invecchiamento si attuano processi di essiccazione e trattamenti con resine che lo rendono ignifugo, impermeabile, resistente ai raggi UV e riducono l’eventualità di regolazioni nei primi anni dall’installazione; a seconda dell’esposizione, può richiedere trattamenti di rinnovo. Lamellare o massello, di per sé è già un buon isolante.

Alluminio-Legno   
L’accoppiamento del legno sul lato interno e il rivestimento di alluminio all’esterno forma un serramento pregiato e resistente: il legno non è esposto alle intemperie ed essendo un materiale “caldo” trasmette benessere e si comporta come un isolante e assieme ai profili in alluminio a taglio termico – ad esempio quelli realizzati da EKU – garantisce alte performance termiche. Offre elevate prestazioni termoacustiche, ma comporta una spesa superiore alla media.

Alluminio
Essendo un conduttore naturale, per garantire isolamento termico e acustico viene inserita un’anima di materiale isolante tra esterno e interno, spesso poliammide; tuttavia, la facile lavorabilità permette di realizzare profili sagomati. Resistente, ha buone proprietà meccaniche, richiede poca manutenzione; i serramenti sono leggeri grazie ai profili cavi ottenuti per estrusione. Esempi di serramenti in alluminio di altissima qualità sono, ad esempio, quelli realizzati da EKU, la cui gamma di prodotti è molto ampia e spazia dai sistemi battenti e scorrevoli (anche minimali) alle porte interne ed esterne, portoni industriali, facciate in alluminio e verande.

PVC  
I profili si ottengono per estrusione, sono cavi e si possono sagomare in quanto è conformabile quando viene riscaldato. Ha buone caratteristiche di isolamento ma va protetto dall’invecchiamento per effetto dei raggi UV, rifinendolo con speciali vernici o applicando pellicole acriliche in grado di riprodurre l’aspetto del legno, pur conservando la possibilità di pulirlo con un semplice detergente.

PVC-Alluminio
Serramento in PVC rivestito all’esterno da un guscio di alluminio che permette di ottenere una vasta gamma cromatica, garantendo al contempo un’ottima resistenza al calore. L’alluminio infatti rimane stabile nel tempo anche nei colori dai toni più scuri.

Tipologie di vetro

Vetro singolo
Di fatto serramenti del genere si trovano solo in edifici di vecchia costruzione: da diverso tempo le soluzioni a vetro singolo non sono più adottate, perché ogni metro quadrato di superficie vetrata disperde circa 5 W/h di energia per ogni °C di differenza tra interno ed esterno (un’enormità!).

Vetro Camera
La funzione della vetrata isolante è di elemento di chiusura di un’apertura totalmente trasparente che permette di ridurre gli scambi termici tra due ambienti. La parte vetrata della vetrata isolante può funzionare anche come elemento di sicurezza (se i vetri sono temprati o stratificati. Le vetrate isolanti sono anche denominate IGU (Insulatin Glazing Unit) o DGU (Double Glazing Unit) se hanno due vetri o TGU (Triple Glazing Unit) se hanno tre vetri. L’aria racchiusa tra i due vetri che costituiscono la vetrocamera, garantisce un buon isolamento termico nelle zone a clima mediamente caldo. Il fattore solare è elevato, vale a dire che i raggi del sole attraversano il vetro e riscaldano gli interni (ma in estate è uno svantaggio).

Vetro doppio con gas Argon
Con gas Argon (o Kripton, se l’intercapedine è inferiore a 12-14 mm) in luogo di aria secca, le prestazioni isolanti della vetrocamera aumentano, diminuiscono però la trasparenza e il fattore solare, pur rimanendo buone. Si tratta della soluzione più utilizzata in zone pedemontane con inverni abbastanza freddi.

Vetro triplo con Gas Argon 
L’isolamento termico migliora sensibilmente come anche l’isolamento acustico; è ideale per case passive, ma non è sempre consigliabile (maggior costo, minore luminosità). Nella stessa situazione, può convenire adottare vetri doppi per le finestre piccole e tripli per quelle di maggiori dimensioni (anche in base all’esposizione).