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Muretto prefabbricato per il giardino

850-0-muragliaIMGUna “muraglia” prefabbricata

Il muro di cinta viene preparato in azienda, trasportato sul posto e poi montato. Non è uno scherzo, è un vero muro di cemento, intercalato da pilastri che possono avere forma quadrata o esagonale, ma non sono necessarie lunghe fondazioni e casseforme per le gettate, i corsi di mattoni o pietre sono perfettamente allineati ed a piombo. 

La recinzione modulare cementizia Recap è formata da pannelli lunghi 4 metri con altezza compresa tra 1,50 e 2,45 metri, proposti con diverse estetiche per potersi integrare tanto in un contesto rurale quanto in uno moderno. La struttura di conglomerato cementizio armato permette di contenere lo spessore in soli 12,5 cm, la finitura può essere mono o bifacciale ed i pilastri portanti hanno una sezione di 40×40 cm. 

I materiali utilizzati sono specifici per garantire una lunga durata all’esterno; la soluzione a mattoni può mantenere l’aspetto fugato classico oppure l’intero manufatto può essere colorato con pigmenti in diverse cromie, concordabili con il cliente.
La prefabbricazione offre il vantaggio di poter garantire la qualità dei materiali ripetuta nel tempo: non è cosa da poco poter vedere già prima della posa quale aspetto avrà la recinzione, senza contare che i disagi ed i tempi di posa si riducono drasticamente. I prezzi variano a seconda della finitura e dell’estensione della recinzione, con o senza posa in opera da parte dell’azienda.
Recap

  1. Nei punti prestabiliti per la collocazione dei pilastri occorre realizzare i plinti 60x60x60 cm nei quali si inseriscono i tondini di ferro ø14 mm che costituiscono l’armatura dei pilastri.  
  2. I pannelli di calcestruzzo vengono sollevati con l’ausilio di una gru e posizionati facendoli scorrere nelle scanalature dei pilastri.
  3.  Normalmente si procede in sequenza (pilastro-pannello-pilastro e via di seguito); i pilastri sono attraversati per tutta la lunghezza da una cavità di 9×9 cm che ospita i ferri d’armatura.
  4. Entro la cavità va poi colato il cemento. 
  5. Il posizionamento del “cappello” su ciascun pilastro con una modesta quantità di malta conclude il lavoro.
  6. Il muretto prefabbricato è stabile e duraturo.

Come ripristinare il calcestruzzo

Il calcestruzzo armato è un materiale da costruzione composto da cemento, ghiaia, sabbia ed acqua nel quale vengono annegate barre di ferro, collegate in modo da formare un’ossatura di sostegno. Per molto tempo è stato considerato un materiale dalla durabilità illimitata, ma tanto il calcestruzzo quanto il ferro, se non adeguatamente protetti, possono subire l’azione degli agenti atmosferici e delle sostanze inquinanti. 

In particolare, lo scheletro metallico può ossidarsi e formare ruggine; questo processo comporta un aumento di volume, l’intonaco si gonfia e si stacca, lasciando lo strato di calcestruzzo che copre il ferro privo di protezione ed esposto all’aria ed all’acqua. Questo si verifica quando nel calcestruzzo, in seguito a tensioni strutturali, si formano fessurazioni attraverso le quali penetrano acqua ed altre sostanze aggressive presenti nell’aria, per cui la struttura metallica si altera: inizia così un degrado che può essere arrestato solo con un intervento radicale. Un tipico esempio è quello dato dai frontalini dei poggioli, spesso aggravato da un’impermeabilizzazione insufficiente del manto di copertura.

Il ripristino deve partire in profondità, asportando tutto lo strato di materiale degradato; l’accurata pulizia dell’armatura è fondamentale e dev’essere poi protetta dall’ossidazione, per questo esistono prodotti specifici, detti passivanti, che non possono in alcun modo essere sostituiti da comuni antiruggine o convertitori. Al termine del lavoro di ripristino ed intonacatura con prodotti adeguati, sulla rasatura è possibile applicare un protettivo a base di resine resistenti e composti pigmentati, migliorando anche l’estetica.

Tutto il materiale in fase di distacco deve essere asportato con attrezzi manuali e ricorrendo ad uno scalpellatore elettropneumatico leggero, per evitare di trasmettere forti vibrazioni alla struttura. Questa fase deve portare a liberare completamente l’armatura dallo strato di cemento; la stessa va poi spazzolata o sabbiata per eliminare il più possibile la ruggine, se la corrosione arriva in profondità (40% del diametro) occorre installare barre nuove. Sulle barre, vecchie e nuove, va stesa a pennello una speciale malta passivante (in foto è di colore azzurro) che blocca la corrosione e favorisce l’aggrappaggio delle malte da ripristino; trattandosi di un ripristino di superficie, privo di funzioni strutturali, i prodotti hanno caratteristiche elastiche, mentre per travi o pilastri si ricorre a prodotti premiscelati con fibre sintetiche. Il tutto viene poi rivestito con intonaci di finitura, a base di cemento e polimeri sintetici, allo scopo di preservare il manufatto dall’aggressione degli agenti atmosferici.
Recupero a cura del geometra Miranda Pantaleo.

Sverniciare legno e ferro | 3 tecniche e 7 metodi spiegati in dettaglio

Tutte le indicazioni fondamentali per rendere più efficace e semplice uno dei lavori più seccanti fra tutte le attività di recupero e restauro… sverniciare!

Saper sverniciare bene è fondamentale nei lavori fai da te e restauro, perché  prima o poi capiterà a tutti di voler recuperare qualche oggetto o struttura in legno o ferro. Si tratta di un’operazione piuttosto noisa, ma che bisogna sapere svolgere al meglio se si vuole ottenere un buon risultato finale.

Vernici e smalti, gioie e dolori

Da quando l’uomo ha inventato le vernici, le pitture e gli smalti ha scoperto anche che di questi prodotti non ce n’è uno che riesca a resistere alle intemperie più di qualche stagione: o sbiadisce, o si sfoglia o si crepa o si copre di muffe, muschi e funghi.

Sopra una superficie deteriorata non si può, per un risultato appena decente, applicare una o più mani di smalto, ma occorre provvedere all’eliminazione tramite sverniciatura del legno (o del ferro), quanto più completa possibile.

La cosa è tanto sentita che esistono laboratori specializzati proprio nella sverniciatura persiane ed affini che vengono immersi in vasche contenenti prodotti chimici, assai più energici di quelli per chi fa da sé, che asportano fino all’ultimo granellino di pittura lasciando il legno come appena uscito dalla segheria.

Pronti? Partiamo allora per capire come sverniciare il legno!

sverniciatura manuale

Le tre tecniche fondamentali per la sverniciatura legno o ferro

Chi fa da sé dispone di tre tecniche per eliminare la vernice:

  • per abrasione;
  • per riscaldamento;
  • per scioglimento;

Abrasione

L’abrasione è il sistema più usato, il più rapido ed economico, ma anche quello che se non si sta più che attenti può rovinare in un batter d’occhio il pezzo che si sta ripulendo. Richiede l’uso di levigatrici o di smerigliatrici e di carte abrasive, in fogli, a nastri o come altro meglio si adatti alla superficie da pulire.

Riscaldamento

Con la tecnica del riscaldamento la vecchia vernice viene rammollita da un getto d’aria calda ed asportata col raschietto, lavoro piuttosto lungo però adatto anche a superfici curve.

Scioglimento

Lo scioglimento è un procedimento chimico in cui un prodotto liquido, semiliquido o in pasta (sverniciatore per legno) applicato sulla vecchia vernice la disintegra al punto da poterla poi eliminare con l’acqua.

I 7 metodi principali per sverniciare

Facendo capo alle 3 “macrotecniche” possiamo definire le 8 metodi particolari sverniciare a regola d’arte con prodotti per sverniciare il legno

  1. svernicare con soda caustica (ovvero lo sverniciatore chimico)
  2. sverniciare legno con pistola termica
  3. sverniciare il legno con le levigatrici
  4. sverniciatura ad acqua
  5. sverniciatura a sabbia
  6. scartavetrare legno con raschietti e rasiere
  7. sverniciare ferro con smerigliatrice

Guarda come sverniciare il legno con un prodotto specifico Solvet

Vediamo ora tutti i metodi in dettaglio:

Sverniciare legno soda caustica

sverniciatore chimico
Gli sverniciatori legno chimici sono generalmente a base di soda caustica e tutti i loro contenitori portano a chiare lettere le avvertenze per l’uso. Che siano liquidi, semiliquidi o in pasta, a base di solventi o sverniciatori ad acqua (molto lenti questi), debbono essere usati con cautela. Ottimi gli sverniciatori chimici a base di cloruro di metilene prodotti da

sverniciare il legno con soda caustica
Lo sverniciatore legno rammollisce la vecchia vernice al punto da poterla togliere con una spatola (o strapparla come un nastro adesivo). Il legno va poi accuratamente lavato con abbondante acqua. Questa tecnica è molto valida per sverniciare legno laccato e sverniciare legno impregnato.

Sverniciare con il termosoffiatore (pistola termica)

togliere vernice con pistola termica

Tutte le vernici e gli smalti (tranne le poliuretaniche vetrificate in voga negli anni sessanta del secolo scorso) non reggono il caldo, per cui è facile eliminarle con le termopistole (detta anche pistola sverniciatore) ed i raschietti legno. Questi possono disporre di un attacco ad anello da montare direttamente sull’ugello della pistola, così da eliminare le vernici a spinta, o essere dotati di manico per lavorare tirando. La forma dei raschietti permette di lavorare anche negli angoli interni.

raschietto per sverniciare
Sverniciare legno pistola termica ed eliminazione con raschietto per legno.

Togliere vernice dal legno con le smerigliatrici

sverniciare persiane
Ripulire le stecche delle persiane è stato per anni un problema di difficile soluzione, ora risolto con speciali levigatrici a lamella che entrano fra le stecche.

La levigatrice orbitale non va usata su vernici in strato spesso perché il calore sviluppato dall’attrito le fonde in palline che poi rigano malamente la superficie.

Negli angoli l’unica levigatrice utilizzabile è quella con suola a delta che comunque non può arrivare a filo delle pareti dove si deve poi intervenire manualmente.

La levigatrice a nastro è decisamente quella più efficace soprattutto su superfici estese; qui con la piastra di guida che evita di asportare troppo materiale.

Questa levigatrice con mininastro in punta è in grado di asportare completamente le vecchie vernici anche a filo parete; va usata con cautela.

Sulle levigatrici rotorbitali il platorello ha la superficie predisposta per il fissaggio dei dischi abrasivi con il velcro. La doppia impugnatura consente un lavoro sicuro.

La lima elettrica con la sua lama stretta si rivela preziosa per ripulire piccole zone non raggiungibili con altri attrezzi. La sua potenza richiede mano molto leggera.

Ecco un attrezzo professionale per legno, metallo e pietra, con una testa abrasiva sagomata a seguire superfici curve, con azione non aggressiva.

Per lavorare all’aperto, lontano da prese di corrente, non mancano levigatrici orbitali (qui una a delta) alimentate da batterie ricaricabili con impugnatura ergonomica.

Sverniciare con l’acqua

Utensili come le idropulitrici sono in grado di erogare getti d’acqua con pressioni elevatissime, dell’ordine dei 120-160 bar, che a 10-15 centimetri dalla bocca della lancia sono ancora fortemente concentrati in uno spazio ristretto. Oltre allo sporco, una tale potenza permette di rimuovere dalle superfici qualsiasi elemento che non abbia un’adesione più che buona, come ad esempio le vernici che tendono a sfogliare.

Sverniciare con la sabbia

Se l’acqua da sola non è sufficiente, si può applicare all’idropulitrice il kit per la sabbiatura oppure costruire una sabbiatrice fai da te. La sabbia per lo scopo ha una granulometria adatta per essere veicolata dall’acqua e, insieme a questa, essere proiettata ad alta pressione dagli ugelli della lancia per sabbiare.

Scartavetrare legno con raschietti e rasiere

Il tocco finale della levigatura lo danno le rasiere, semplici pezzi di lamiera d’acciaio, di forma varia, coi bordi lavorati a scalino tagliente che, fatti passare esattamente a squadra sul materiale per scartavetrare il legno, ne eliminano ogni fibra sporgente.

Per rifinire il lavoro di smerigliatrici, levigatrici ecc che, per quanto ben usate, lasciano sempre qualche residuo di vernice e che comunque non potrebbero lavorare su listelli e battute, bisogna tornare all’antico ed usare il classico raschietto per sverniciare, oggi più pratici in quanto dotati di lame intercambiabili.

Svernicare il ferro

La smerigliatrice angolare attrezzata con platorello e dischi abrasivi è ottima come togli vernice, ma va usata con mano leggera: la velocità di rotazione è molto alta e viene asportato molto materiale.

Ancora maggiore attenzione va applicata nel portare a ferro una parte rugginosa della carrozzeria di un’automobile, dove rilievi e profili vengono erosi molto più rapidamente delle zone piane. Ottimi anche gli sverniciatori chimici a base di cloruro di metilene

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Costruire contenitori raccolta differenziata fai da te

Bricolage e fai da te insieme nella costruzione di contenitori raccolta differenziata fai da te per il rispetto del pianeta!

La raccolta differenziata dei rifiuti comporta l’utilizzo di più contenitori di diversa capienza ed identificabili da colori convenzionali.
Quest’idea di fai da te ci permette di realizzarli in proprio spendendo poco o nulla, con un ingombro ridotto a terra e facilitando il trasporto di carta, vetro e plastica fino ai cassonetti posti in strada, magari non proprio vicinissimi.

Come si realizzano
Si tratta di realizzare tre contenitori raccolta differenziata sfruttando tubi di PVC di buon diametro che, utilizzando l’altezza, più che larghezza e profondità, contengono un buon quantitativo di rifiuti ingombrando pochissimo. I tre tubi sono di altezza diversa: chiunque, in base alle proprie esigenze, può destinarli in modo diverso. I tre tubi vengono forniti di tappo inferiore e dipinti in colore diverso.

Per mantenerli stabilmente al loro posto (magari dietro una porta) si fissa alla parete un listellone sagomato che ha tre incavi. In questi si inseriscono altrettanti pomelli fissati ognuno ad un tubo. Quando i contenitori per la raccolta differenziata sono pieni si sganciano dal supporto sollevandoli e si trasportano facilmente fino al cassonetto più vicino. Tutto semplice, veloce, pulito.

raccolta differenziata

Preparare i tubi

forare tubi pvc

  1.  A 350 e a 650 mm di distanza dalla base, foriamo i tre tubi in PVC per potervi inserire le viti che riceveranno i pomelli di fissaggio.
  2. Opposti a questi, pratichiamo altri due fori (ad altezza crescente in base alla lunghezza) in cui inserire le viti che fissano gli spallacci.
  3.  Lo spezzone di tubo filettato che fa parte del tappo viene cosparso di colla di montaggio e inserito nella parte inferiore del tubo, lasciando sporgere solo la filettatura.
  4. Una lieve carteggiatura della superficie crea una certa scabrosità che offre una presa migliore al primer e allo smalto acrilico.

Smaltatura

smaltare tubi pvc

  1. Dopo aver protetto la parte filettata con nastro di carta, si spruzza sulla superficie un primer che favorisce l’aggrappaggio dello smalto acrilico.
  2. Stendiamo sui tubi due mani di smalto acrilico. I colori possono essere scelti in funzione di quelli dei cassonetti in cui andranno versati i rifiuti.

I SUPPORTI A POMELLO

supporto per tubi

  1. Dal listello che utilizzeremo come supporto a parete ricaviamo tre dischi ø 40 mm. Poi tagliamo via la parte forata.
  2. Tagliamo il tondino di ramin in spezzoncini lunghi 50-60 mm e li foriamo al centro per tutta la loro lunghezza con una punta Ø 7 mm.
  3. Tagliamo il tondino forato ricavando due serie di dischi: tre lunghi 18 mm e due lunghi 30 mm.
  4. Assembliamo i tre supporti accoppiando un disco e un tondino da 18 mm. Nel foro inseriamo una vite che forniamo di rondella con ardiglioni per far presa sul legno.

Sostegno a parete

sostegno parete

  1. Pratichiamo sul listello di supporto tre fori ø 30 mm distanti 300 mm uno dall’altro. Tra essi pratichiamo due fori ø 7 mm per l’inserimento delle viti dei tasselli.
  2. I fori da 30 mm vanno trasformati in scanalature per mezzo di un seghetto alternativo equipaggiato con guida di taglio.
  3. I pomelli di sostegno vanno fissati ai tubi collocando all’interno un dado con rondella che impegna la vite del pomello.
  4. Il listello di sostegno si fissa a parete con tasselli forniti di lunga vite. Come distanziali utilizziamo i tondini forati, lunghi 30 mm. Applichiamo anche delle cinghie di nylon: dopo averle forate con la fustellatrice, le fissiamo ai tubi con vitine, dadi e rondelle, saranno le maniglie per il trasporto dei nostri tubi fino ai cassonetti.

Bricolage e fai da te insieme per il rispetto del pianeta!

Fardasé 2022 anche un po’ artisti

Tratto da “Far da sé n.523 – Febbraio/Marzo 2022″

Autore: Nicla de Carolis

Anno 48 si legge sulla copertina di questo numero di FAR DA SÉ, ma per noi della redazione è sempre vivo l’entusiasmo nel creare progetti nuovi, documentandoli con foto passo passo e video, scoprire dettagli di tecniche, nuovi trucchi che poi illustriamo negli articoli; ma, soprattutto, avere un riscontro del nostro lavoro con le realizzazioni che ci mandate, sempre più belle ed eseguite benissimo, è una motivazione molto forte e gratificante per cercare di dare il massimo nel produrre questa amata rivista.

Come avrete modo di vedere FAR DA SÉ si è rinnovata nel formato, nella grafica, si è arricchita nei contenuti ed è diventata bimestrale; il lavoro è stato tanto e noi della redazione ci auguriamo che i cambiamenti risultino anche per voi migliorativi. In particolare vi segnalo il bel reportage da pagina 54 che insegna a realizzare sculture fai da te con la motosega, sembra strano pensare che un utensile come la motosega possa trasformarsi in un attrezzo per creare arte. Il Chainsaw Carving (letteralmente «intaglio con la motosega») è nato in America negli anni ‘50 per poi diffondersi in tutto il mondo e anche qui da noi. Certo non è così facile fare delle vere e proprie sculture degne di essere catalogate come opere d’arte, ma cimentarsi per realizzare cose anche dalle forme più semplici è molto divertente (così dice per esperienza diretta il nostro redattore capo Manuel Bottino).

Su molti articoli troverete dei QR code che rimandano a video di approfondimento all’articolo, presenti sul nostro canale youtube BRICOPORTALE; qui troverete anche molti altri video di merceologie testate dal nostro laboratorio e spiegate in dettaglio, dagli utensili ai materiali, ai prodotti per un bricolage da esperti. Ma le novità su FAR DA SÉ sono tante ancora, a voi il piacere di scoprirle.

Buon anno e buon fardasé!

Cucina nascosta in un armadio | Costruzione fai da te dettagliata

Questa cucina armadio fai da te è una  soluzione salvaspazio “estrema” che sfrutta l’esperienza e le attrezzature per ambienti particolarmente ristretti, come i camper

Questa cucina nascosta in un armadio permette di avere un ambiente perfettamente attrezzato, a disposizione quando occorre e occultato quando non è in uso. Può essere utile in un monolocale o all’interno di un ambiente in cui si svolgono più funzioni in momenti diversi della giornata.

Per realizzare la cucina nascosta in un armadio  dobbiamo eliminare gli eventuali divisori interni e i loro sostegni per poter collocare un ripiano ad altezza opportuna e facilmente pulibile, tenendo conto che sotto di esso possa trovare spazio il frigorifero e, eventualmente, una bombola per alimentare il fornello.

Questo e il lavabo, del tipo a incasso, devono essere completi di tutto ciò che occorre per l’installazione e bisogna che siano disponibili gli attacchi di mandata e scarico dell’acqua.

In una cucina armadio fai da te efficiente occorre dividere lo spazio superiore al piano in cui sono inseriti lavello e fornello, per installare uno scolapiatti e un ripiano d’appoggio, fissandoli al fondo e al tetto del mobile con squadrette metalliche.

Il frigorifero va installato sotto i fuochi dopo aver realizzato i collegamenti idraulici di lavello e miscelatore. Oltre a montare le guarnizioni a corredo per i due componenti incassati, dobbiamo siliconare le zone di contatto tra ripiano e mobile per evitare possibili infiltrazioni d’acqua.

Dalla scatola di derivazione più vicina facciamo pervenire i cavi elettrici di buona sezione (a tal proposito leggi la nostra guida relativa al corretto dimensionamento dei cavi elettrici), in quanto dobbiamo alimentare il frigorifero e avere almeno una presa in più a disposizione e collegare anche l’aeratore, che deve scaricare all’esterno, e il faretto interno. Installiamo la ciabatta in un posto sicuro, lontano da possibili schizzi d’acqua.

Cosa occorre tenere presente prima di costruire una cucina nascosta in un armadio

  • Il frigorifero ha bisogno di smaltire il calore prodotto dalla refrigerazione, pertanto realizziamo un’apertura sul pannello posteriore dell’armadio.
  • Per collegare il lavello allo scarico utilizziamo un sistema salvaspazio che permette di addossare i tubi contro il fondo del mobile.

Cosa serve per realizzare la cucina a scomparsa

  • Seghetto alternativo, levigatrice, trapano, avvitatore
  • Chiave a pappagallo, livella, pennelli, spatola
  • Lavabo completo, piano di cottura 2 fuochi, frigo,miscelatore, scolapiatti
  • Listello 20×20 mm, piano di bilaminato, faretto, aeratore, presa a ciabatta, materiale elettrico
  • Piastrelle, colla, silicone

Come progettare una cucina in armadio

 

Top e lavorazioni interne

Tracciamo la sagoma circolare del lavabo della cucina nascosta in un armadio su un lato del piano interno di truciolare nobilitato, poi apriamo un foro in prossimità del bordo interno per inserire la lama del seghetto alternativo.

Realizziamo anche la sagoma rettangolare per il piano cottura; entrambe le sedi sono di circa 10 mm più larghe rispetto all’effettiva necessità. Serve anche un foro per il miscelatore.

Il piano deve appoggiare su tre spezzoni di listello 20×20 mm verniciati come l’armadio e avvitati al fondo e ai lati, controllando che siano perfettamente in bolla. L’altezza dal pavimento è 85-90 cm.

Prima di inserire il piano dobbiamo praticare, a lato della sede per il lavello, anche il foro per il miscelatore e rivestire il bordo frontale con nastro termofusibile da applicare con un ferro da stiro.

Dal piano in su, per un’altezza di circa 500 mm, rivestiamo con piastrelle bianche applicate in questo caso con colla elastica per parquet (legno-ceramica), che stendiamo con la spatola dentata, procedendo una fila per volta.

Aggiungiamo divisorio e mensola fissati con viti al fondo e al tetto dell’armadio. Nella confezione dello scolapiatti plastificato troviamo anche la vaschetta di scolo sottostante e i ganci in plastica di ancoraggio, con le viti per fissarli.

Collegamenti elettrici cucina armadio fai da te

Il faretto si incassa nel tetto dell’armadio, sopra il quale si effettua il collegamento al trasformatore. Con un microswitch si può comandare automaticamente l’accensione all’apertura dell’armadio. Lo schema mostra anche il collegamento dell’aeratore.

Installare il lavello e finiture

Il lavello tondo è completo di piletta e troppo pieno. Nel foro del troppo pieno inseriamo la mascherina che si fissa al tubo sul retro, collegato alla piletta, che completiamo con la griglia.

Il nastro specifico da applicare lungo il perimetro del foro ha lo scopo di far aderire, bloccare e sigillare il lavello e al tempo stesso impermeabilizzare e impedire infiltrazioni d’acqua.

I tubi di scarico sono già predisposti con attacchi maschio femmina che non necessitano di guarnizioni o sigillature. Tagliamo le parti eccedenti per adattarli alle dimensioni del sottolavello.

L’armadio deve essere predisposto per accogliere una cucina, con tutte le modifiche e l’igiene del caso. Smontiamo le porte e carteggiamo accuratamente le superfici per rimuovere la vecchia vernice e favorire l’adesione della nuova.

Applichiamo una mano di sottofondo bianco o grigio tipo cementite. Per il rivestimento finale scegliamo una tinta chiara e usiamo vernici atossiche, ad acqua anziché a solventi, meglio ancora se lavabili e resistenti al calore.

Il fornello a gas

Il piano cottura è a due fuochi, del tipo per camper, con manopole di comando da un lato e griglia poggiapentole. Si incastra nel truciolare fissandolo con la pasta resistente al calore ed è collegato a un tubo del gas che va a un rubinetto, per la chiusura di sicurezza. Deve sempre trattarsi di materiale a norma, certificato per gas, mai di attacchi improvvisati e tubi non idonei. Nel caso in cui non si disponga di impianto gas metano, il tubo di mandata si collega a una piccola bombola, posta nel vano sotto il lavello.

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I vantaggi dei controtelai per porte scorrevoli

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Ristrutturare la propria casa è un’opportunità per creare nuovi spazi in maniera essenziale, moderna ed elegante. I controtelai per porte scorrevoli rappresentano una soluzione perfetta per guadagnare spazio e per creare una nuova e funzionale continuità tra gli ambienti domestici

Le caratteristiche principali di un controtelaio sono la facilità di montaggio e manutenzione, la sicurezza, la durata nel tempo e, infine, la fluidità di scorrimento. In particolare, i controtelai per porte scorrevoli di Ermetika si distinguono per l’ottima qualità e la tecnologia avanzata, ma anche per l’artigianalità industriale e il design ecosostenibile.

Soluzione ideale sia per porte con stipiti e coprifili sia per porte filo muro, il controtelaio Ermetika è facile da montare, anche per la sostituzione di una porta a battente. È perfetto per qualsiasi tipo di ambiente, dalla cucina al bagno, alle camere da letto. Basta scegliere il prodotto giusto!

Controtelai per porte a scomparsa con stipiti e coprifili

Il controtelaio per porta scorrevole classica Evolution di Ermetika è un prodotto tradizionale con stipiti e coprifili, ideali per la creazione di un’ambiente elegante e confortevole.

I vantaggi principali di questo prodotto sono:

  • Facilità di posa in opera: ciascun prodotto garantisce la sua corretta installazione. Inoltre, viene inserito il distanziale inferiore per creare maggior stabilità in fase di assemblaggio, oltre che per agevolare la messa a piombo e a livello.
  • Perfezione tecnica: la struttura del controtelaio non ha punti di saldatura perché è utilizzata la tecnica della clinciatura o saldatura a freddo, che non danneggia la superficie del prodotto.
  • Stabilità assoluta: la doppia struttura verticale garantisce rigidità strutturale. I profili porta stipiti sono stati progettati in lamiera ripiegata con spessore complessivo di 1,2 mm.
  • Indeformabilità: vengono inseriti 12 rinforzi orizzontali ancorati direttamente sul pannello laterale, cosa che garantisce una resistenza eccellente alle spinte laterali.
  • Semplicità: il traverso superiore a montaggio “easyclip” consente di assemblare velocemente il controtelaio, mentre il profilo a strappo nella base permette di rimuovere parte dell’estremità inferiore del cassonetto. Ciò risolve eventuali problemi di quota in caso di errata posa in opera.
  • Design e fluidità: il binario in alluminio anodizzato con speciali alette “salva-design” rende il controtelaio per porte scorrevoli ancora più minimal e i carrelli in nylon “easy roll” di portata certificata di 100 kg assicurano uno scorrimento fluente e silenzioso della porta.
  • Adattabilità: a seconda delle esigenze costruttive inerenti alle tipologie di pareti (intonaco o cartongesso), i controtelai hanno caratteristiche diverse: nel caso dell’intonaco, il falso telaio viene fornito con una rete porta intonaco per migliorare l’adesione alla struttura e la distribuzione uniforme della malta; per il cartongesso, il telaio viene preparato per l’incastro perfetto delle lastre.

Controtelai per porte scorrevoli filo muro

I prodotti filo muro di Ermetika consentono la creazione di porte minimaliste, prive di finiture esterne. Si distinguono dai controtelai per porte scorrevoli con stipiti e coprifili per:

  • Allineamenti perfetti: gli angoli dei profili perimetrali di alluminio sono stati studiati per assicurare il perfetto allineamento dei vertici del telaio. È stata inserita anche una battuta di riscontro in legno per facilitare l’assemblaggio della porta e della serratura.
  • Facile manutenzione: è possibile estrarre il binario al fine di agevolare l’applicazione di accessori e la sostituzione dei carrelli.
  • Cura dei dettagli: il profilo superiore salva-design in PVC verniciabile si mimetizza con la parete, eliminando le eventuali fughe orizzontali visibili col passaggio della luce e avvantaggiando l’installazione della porta.
  • Finiture eccezionali: i profili perimetrali dei controtelai Ermetika sono fatti in robusto alluminio concavo da stuccare e idropitturare.

Controtelai in Kit: una soluzione pratica e funzionale

Esiste anche una versione in kit sia dei controtelai per porte scorrevoli con stipiti, l’Evokit, sia per porte scorrevoli filo muro, l’Absolute Evokit! Rappresentano una comoda alternativa, in quanto possono essere trasportati e immagazzinati in modo molto più semplice. Disponibili solo per pareti in cartongesso, questi prodotti sono adattabili alle misure 100 e 125 mm.

Inoltre, presentano tutte le caratteristiche e le qualità degli altri modelli, permettendo di avere ambienti spaziosi e continui. Uniscono tutti i vantaggi di un controtelaio in kit alla perfezione estetica delle porte scorrevoli con stipiti e filo muro. Facili e veloci da installare, assolutamente pratici e contemporanei.

Insomma, se si sceglie di ristrutturare casa, ci sono molteplici prodotti su cui puntare per riqualificare la propria abitazione: dalle porte scorrevoli classiche per un effetto elegante e uno stile intramontabile, alle porte scorrevoli filo muro per essere al passo con le tendenze del momento in modo sofisticato!

Sanifloor Plus⁺ Tray di Sanitrit

Sanifloor Plus⁺ Tray di Sanitrit, marchio leader a livello mondiale nel settore degli apparecchi sanitari di SFA Group, è la soluzione completa per realizzare una zona doccia dove prima non era possibile. Sanifloor Plus⁺ Tray è composto da pompa, piatto doccia e piletta, tutto il necessario per installare una nuova doccia senza grandi operazioni di muratura. Il piatto doccia ha uno spessore di 5,5 cm ed è disponibile in 4 versioni: 80×80, 90×90, 100×80 e 120×80 cm.

Sanifloor Plus⁺ Tray è dotato di sistema di rilevamento Wireless, posizionato tra la piletta e la pompa, che permette performance di funzionamento uniche nel mercato: l’acqua che entra nel sifone attiva automaticamente la pompa utilizzando il sistema di rilevamento incorporato nello scarico; l’acqua viene poi aspirata e evacuata alla condotta principale.

Quante volte si è desiderato avere una doccia confortevole e di design in uno spazio che originariamente non era stato pensato per uso bagno?  Con Sanifloor Plus⁺ Tray è possibile. Sanifloor Plus⁺ Tray dà la possibilità di realizzare una pratica doccia, secondo le proprie esigenze, superando i vincoli degli scarichi. Inoltre, grazie all’utilizzo del principio di funzionamento per aspirazione e non per caduta, Sanifloor Plus permette l’installazione di un piatto doccia ultrapiatto/filo pavimento.

Caratteristiche tecniche

Alimentazione (V/Hz)220-240 / 50
Potenza motore (W)400
Temperatura max delle acque reflue (C)35°

Sauna fai da te | Guida dettagliata all’autocostruzione in 35 passaggi

Per costruire una sauna fai da te finlandese occorre una grande profusione di tavole e travetti d’abete con cui si stende la pavimentazione, la divisione interna e il rivestimento delle pareti

Essere bravi far da sé rappresenta un grosso vantaggio anche per la possibilità di trovare soluzioni e gratificare i propri hobby, nonché le abitudini di vita. Costruire una sauna fai da te finlandese rappresenta una bella sfida, ma di cento non impossibile.

Il nostro lettore Luciano Tonni, per esempio, ha una vera passione per la sauna e, dopo aver valutato per parecchio tempo dove allestirne una nella propria abitazione (il problema non è di facile soluzione perché necessita avere lo spazio sufficiente in una zona adeguata), su suggerimento della moglie, si è deciso di costruire la sauna fai da te un un locale esterno adibito a deposito, poco utilizzato, che un tempo era il vecchio porcile.

Sauna fai da te  – Il video

Il nostro lettore Luciano, che non ama eseguire complessi progetti per i lavori che affronta, stende un semplice bozzetto su cui riporta i punti principali della costruzione, che sviluppa in corso d’opera, trovando mano a mano la soluzione ai problemi che si presentano.

Il lavoro di costruzione della sauna finlandese viene realizzato solo nei fine settimana, in un periodo di circa tre mesi. Il locale scelto ha più o meno forma di cubo, con le tre dimensioni (larghezza, lunghezza, altezza) di circa 2 metri lineari, con la porta di ingresso sul lato sud e una finestrella, successivamente chiusa, sul lato ovest.

Tipi di sauna da casa

sauna in casa

La sauna (anche una sauna fai da te) è una cabina di legno e vetro in cui è presente una particolare stufa che rende l’aria calda e secca. Un box adatto a questo trattamento può essere installato anche in uno spazio modesto e non necessariamente in bagno, ma bisogna tenere presente che ogni seduta di sauna va seguita da una doccia.

Se l’intallazione delle saune in casa  è adiacente a un bagno ci sono meno problemi per i collegamenti idraulici di adduzione e scarico, mentre se avviene in altri locali bisogna verificare che siano possibili tali allacciamenti; esistono cabine con spazi separati sauna/doccia che possono essere collocati al posto di una vecchia vasca da bagno, ottenendo il massimo della funzionalità.

Per il funzionamento della stufa è sufficiente predisporre un normale allacciamento elettrico, ma occorre valutare a monte che la potenza elettrica installata sia sufficiente. La stufa presente nella classica sauna “finlandese” può essere sostituita da lampade a infrarossi che irradiano il calore in modo diverso e, per certi aspetti, producono benefici diversi da una sauna tradizionale.

Sauna finlandese

La sauna fai da te qui rappresentata è di tipo finlandese, quindi si realizza con il legno; come essenza, si sceglie l’abete, rigorosamente non trattato, ma se ne possono usare anche di altro tipo, come la betulla, il cedro o il pino cembro, che risultano però più costosi. È la sauna propriamente detta.

A forzare la traspirazione della pelle è la temperatura, che raggiunge gli 80-100 °C, mentre l’umidità, mediamente oscillante fra il 10-20%, sale soltanto quando si rovescia acqua sulle pietre roventi (laviche o peridotitiche) della stufa, che può essere elettrica o a legna. A portata di mano, quindi, un mastello e un cucchiaio, entrambi di legno. La più alta temperatura si ha in alto; occorre un tempo di preriscaldamento della cabina che va da 45 a 60 minuti

sauna finlandese
sauna classica

Sauna a infrarossi

sauna a infrarossi

Non è necessario un preriscaldamento dell’ambiente in quanto le radiazioni infrarosse vengono assorbite principalmente dal corpo stesso e in breve tempo riscaldano l’aria circostante; la temperatura si raggiunge gradatamente in circa 25 minuti e in genere non supera i 50 °C.

Caratteristica è la totale assenza di vapore (caldo assolutamente secco); il maggior calore si sviluppa all’altezza del corpo. Occupa meno spazio di una sauna tradizionale, (a partire da 70×70 cm) e richiede un normale allacciamento a 220 V.

Biosauna

biosauna

Sono saune da casa in cui la temperatura non supera i 50-60 °C, mentre l’umidità può arrivare al 65-70% ; la caratteristica è l’equilibrio tra temperatura e umidità, ma può essere utilizzata come sauna (arrivando fino a 110 °C) o come ambiente a umidità elevata (ma inferiore al bagno turco).

Perché costruire una sauna fai da te

Il concetto di sauna, così come l’etimologia della parola stessa, deriva dai popoli nordici, antenati dei Finlandesi. La pratica primordiale era dettata dalla necessità di scaldare l’ambiente in cui vivevano per sopravvivere alle difficili temperature invernali.

Solo più tardi, ci sono testimonianze risalenti già al XII secolo, nella progettazione delle abitazioni, i Finlandesi hanno contemplato la separazione dei normali locali dalla sauna, elemento divenuto irrinunciabile, per tradizioni e abitudini di quel popolo.

Come costruire una sauna fai da te finlandese

  1. Il deposito utilizzato per essere adibito a sauna da esterno resta vicino all’abitazione, ma si deve attraversare una breve tratto di giardino per accedervi. La cosa è positiva perché nei mesi freddi il contrasto caldo/freddo agevola la riattivazione della circolazione, mentre nei mesi caldi si può tenere fuori dalla sauna un secchio di acqua fredda da rovesciarsi addosso.
  2. Il locale viene pavimentato e rivestito con perline di abete e diviso in due da una parete, sempre di perline, ben coibentata; la parte più interna, cui si accede con una porta con vetri ben isolata, è quella dove si pratica la sauna, la restante parte è adibita a zona relax, con una panca e il quadro di controllo.
sawo sauna
  1. Il particolare mostra come la struttura della porta sia molto semplice, ma rispecchi in tutto e per tutto quelle delle tipiche saune finlandesi. Le perline maschiate rivestono un telaio di robusti travetti di abete; tutto è reso più solido da vari rinforzi, applicati soprattutto nella zona delle cerniere, dove il peso della porta si fa maggiormente sentire.
  2. Vige la regola del minimalismo e dell’efficienza: l’illuminazione è a basso consumo, affidata a lampade montate semplicemente con un portalampada e un breve tige filettato bloccato a una staffa angolare con due grossi dadi.
  3. I costi sostenuti riguardano il legno e la ferramenta per il montaggio (400 euro), più la stufa per sauna da 2,3 kW, i cavi elettrici e la guarnizione porta resistenti al calore (600 euro).

L’importanza della porta della sauna per casa

Prima della produzione delle vetrate isolanti e dei sistemi ermetici, le saune avevano porte in legno quasi cieche o con un piccolo oblò per limitare le fughe di calore. Oggi, con le capacità isolanti del cristallo temperato, non solo la porta può essere a tutto vetro, ma anche parte del perimetro, il tutto equipaggiato con guarnizioni che garantiscono la tenuta. Questo, ovviamente, per quanto riguarda le saune poste in ambiente interno, quelle in esterno mantengono l’aspetto tradizionale e, inoltre, necessitano di uno spessore di isolamento praticamente doppio.

ingresso sauna

Come isolare una sauna fai da te

sauna isolamento

Il locale sauna deve essere opportunamente isolato: migliore è la coibentazione, tanto prima si raggiungono le temperature desiderate, risulta più facile il mantenimento della temperatura all’interno della sauna e, di conseguenza, si riduce il consumo energetico.

Per la coibentazione delle pareti perimetrali e del soffitto della sauna si utilizzano lana di roccia o di vetro, sughero, fibra di legno (comunque isolanti naturali), vanno evitati i materiali di derivazione chimica come il polistirolo perché, riscaldandosi, potrebbero rilasciare sostanze nocive all’interno della sauna; non dimentichiamoci che è un ambiente totalmente naturale!

Costruzione della cabina sauna e zona relax

costruire una sauna fai da te
  1. Dopo averlo svuotato, il locale va interamente ripulito, rimuovendo anche i possibili ganci e chiodi che sporgono dalle pareti.
  2. Si stende l’intelaiatura di supporto per il pavimento, utilizzando listelli da 50×50 mm e da 25×50 mm, inserendo pannelli di lana di roccia come isolante. Sopra si applicano le tavole maschiate da 25 mm di spessore, larghe 140 mm, fissandole alle estremità con viti autofilettanti 3×40 mm a vista, mentre nei punti centrali si pratica un preforo in diagonale, appena sopra il dente della maschiatura, per mettere le stesse viti, ma in modo non visibile.
  3. I due trogoli dell’ex porcile si lasciano integri e si nascondono con una struttura in listelli 50×50 mm, ricavando così un’utile panca.
  4. Si marcano a terra e a soffitto i punti di fissaggio dei montanti
  5. che si ancorano con staffe a L.
  6. Si fissano le varie traverse e si monta provvisoriamente il telaio della porta.
Come costruire una sauna 3
  1. Si inseriscono nei riquadri dell’intelaiatura l’isolante (ad esempio lana di vetro) e uno strato di pellicola di alluminio con funzione di barriera contro l’umidità.
  2. Le pareti si rivestono con perline maschiate spesse 14 mm e larghe 130 mm. Essendo molte di recupero, quando sono lunghe abbastanza si mettono verticalmente, altrimenti in orizzontale. Prima di completare il rivestimento si fanno passare i conduttori elettrici termoresistenti degli impianti.

Come costruire la porta coibentata per sauna fai da te finlandese fai da te

sauna finlendese fai da te
  1. Recuperato un vecchio vetrocamera con una crepa da un lato (poi nascosta dal rivestimento in perline), si produce un alloggiamento per il vetro praticando una fresatura in due listelli di abete.
  2. I listelli si fissano all’interno del telaio della porta in modo da tenere nella giusta posizione il vetro.
  3. Si riveste la porta da un lato usando le perline.
  4. una volta girata, si imbottiscono gli spazi vuoti con lana di roccia, arrivando a lambire i due fianchi del vetro, poi si termina il lavoro di perlinatura. La porta si fissa alla struttura della sauna con tre cerniere in ferro verniciate di nero, utilizzando bulloni a testa tonda e incastro quadro M6 e altri dadi ciechi in ottone.
seduta per sauna
  1. La seduta nella sauna è formata da tre telaietti in listelli 50×50 mm fissati alla struttura, sormontati da tavole da 20 mm di spessore e 110 mm di larghezza, distanziate fra loro di circa 20 mm; la pedana appoggiata a pavimento ha un telaio in listelli 25×50 mm sormontati dalle medesime tavole della seduta. Quest’ultima non appare simmetrica perché di fronte alla sezione meno profonda deve trovare posto la stufa, quindi si lascia un po’ più di spazio per le gambe.
  2. I paralumi per la sauna e per la zona relax sono fatti avvitando una serie di listelli di abete a due pezzi arcuati, ritagliati da un pannello di multistrato. I due pezzi arcuati corrispondono a un quarto di cerchio. Due piccole staffe sono utilizzate per l’ancoraggio in posizione d’angolo alla parete perlinata, dove prima si applicano i portalampada visti nella pagina precedente.
  3. La protezione per la stufa è costituita da un telaio di listelli 20×30 mm su cui si fissano listelli da 10×30 mm lunghi 450 mm distanziati fra loro. La protezione si sviluppa su due lati, con andamento a L. Sulla sommità della struttura si avvitano due listelli da 20×60 mm uniti a 45 gradi. Nella costruzione non si usano colle, ma solo viti, a causa delle alte temperature che si sviluppano nella sauna.

Come costruire una sauna fai da te se non sia ha tempo? Beh… basta comprarla, ance a prezzi piuttosto accessibili. Scopri la vera sauna finlandese

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La sauna nella tradizione occidentale

Nell’occidente questa pratica trae origine dagli insegnamenti di Ippocrate e Galeno e ha conosciuto la sua massima diffusione con il calidarium, tepidarium e frigidarium delle terme romane e con l’hammam turco (dall’arabo “scaldare”), ma di cui si trova traccia anche in altre tradizioni, dal mushiboro giapponese, al banja russo, alla capanna del sudore degli Eschimesi o degli Indiani d’America, al temazcal messicano.

Proprietà terapeutiche della sauna

Il corpo umano, in questo ambiente, è indotto alla traspirazione, ottenendo i benefìci dati dall’eliminazione di acqua, tossine e altre sostanze, nonché il raggiungimento di uno stato di relax e benessere generale. Intervallando sedute di forte traspirazione con irrorazione di getti d’acqua fredda avviene anche una benefica attivazione della circolazione sanguigna e linfatica. Molti studi attribuiscono ad alcuni tipi di sauna notevoli proprietà terapeutiche.

Tecnicamente oggi, soprattutto per l’utilizzo personale, la sauna è un accessorio della sala da bagno e la sua installazione non richiede particolari accorgimenti. In taluni casi è sufficiente un collegamento elettrico, con una potenza di assorbimento anche inferiore ai 2 kW/h per le saune a infrarossi; la potenza sale mediamente attorno ai 4-4,5 kW per le più grandi saune finlandesi a misura di abitazione privata. Esistono anche le saune a legna.

Sauna e bagno turco

Dalle spa alle beauty farm oggi il bagno turco è uno dei trattamenti di bellezza più diffusi per i suoi vantaggi dal punto di vista estetico e psicofisico. Il vero bagno turco dovrebbe essere fatto interamente di muratura, ma molti produttori forniscono elementi prefabbricati, talvolta modulari, che ne rendono possibile la realizzazione senza interventi strutturali anche in appartamento. L’installazione richiede la collocazione di una caldaia con generatore di vapore alimentata a corrente e della disponibilità dei comuni allacciamenti idraulici.

Il pavimento deve essere impermeabilizzato e avere lo scarico dell’acqua, le pareti devono essere ben coibentate e impermeabilizzate, il soffitto inclinato o a volta, la porta di accesso dotata di un’adeguata tenuta. Questi elementi garantiscono il mantenimento di una temperatura media di 40-50° C con un livello di umidità attorno al 100%.

Il corpo umano avvia una forte traspirazione con espulsione di tossine, i pori si dilatano e la pelle elimina le impurità; in ogni singola seduta, alternando almeno una decina di minuti di sudorazione a docce con getti d’acqua fredda, si tonificano i tessuti migliorando la circolazione sanguigna e linfatica. Ai generatori di vapore a parete arrivano tutti gli allacciamenti, nascosti e protetti dal contenitore fornito anche di sedili reclinabili. In molti contenitori trovano posto condutture per l’erogazione d’acqua, a pioggia dall’alto o a getto orizzontale.

Come allestire un Hammam

hammam fai da te

L’allestimento di una sauna e bagno turco in casa richiede l’isolamento di uno spazio che può essere anche molto esiguo, preferibilmente all’interno di una stanza da bagno o un’altra dove comunque siano disponibili gli allacciamenti idraulico ed elettrico. I piccoli generatori sono molto comodi perché in un unico blocco è contenuto tutto il necessario. Nel caso la cubatura del bagno turco sia estesa, invece di installare impianti particolarmente potenti, è anche possibile inserirne medio-piccoli.

Le pareti del bagno turco debbono essere ben coibentate. Nulla vieta di erigerle con mattoni forati o altri laterizi, cui applicare pannelli di materiale isolante e, infine, rivestirle con una normale piastrellatura (preferibile il classico mosaico a tessere quadrate). In alternativa, molte aziende produttrici offrono elementi modulari da assemblare, anche in kit, che una volta montati risultano già del tutto rifiniti. La porta deve garantire una chiusura abbastanza stagna per trattenere all’interno del bagno turco la concentrazione di vapore e l’alta temperatura.

Sostenibilità: quante cose possiamo fare !

Tratto da “Rifare Casa n.79 – Gennaio/Febbraio 2022″

Autore: Nicla de Carolis

L’argomento di cui si parla di più, oltre al COVID, è la crisi climatica determinata dalle emissioni di anidride carbonica, di metano e protossido di azoto aumentate significativamente dall’inizio dell’ultimo secolo a causa delle attività dell’uomo con l’uso dei combustibili fossili per l’industria, i trasporti, l’agricoltura e naturalmente gli edifici residenziali con i consumi per scaldare, rinfrescare, illuminare etc. Come noto questi gas a effetto serra, emessi dalla combustione, catturano il calore impedendogli di dissiparsi e causano l’aumento delle temperature medie che porta a fenomeni sempre più frequenti, alcuni riscontrabili anche nel nostro Paese, come inondazioni, siccità, dissesto idrogeologico, fusione dei ghiacciai, peggioramento della qualità dell’aria e quindi diffusione di malattie, crisi dei sistemi agricoli, crisi idrica, estinzione di specie animali e vegetali etc.

Alla luce di questi eventi tangibili stiamo tutti maturando una coscienza ecologica che ci porta nell’agire quotidiano a cambiare le nostre abitudini, prendendo in considerazione cose di cui negli anni ‘60 nessuno si curava: allora l’appartamento andava bene anche se le pareti perimetrali erano costruite con mattoni sottili rimanendo così gelate d’inverno e bollenti d’estate, tanto si poteva mandare il riscaldamento e il raffrescamento a manetta. Oggi controllare i consumi di gas e di elettricità è diventato un imperativo, più che mai con gli aumenti in corso, quindi tutti siamo consapevoli di quanto sia importante avere una casa ben coibentata, con un cappotto esterno o un isolamento interno che tenga conto di tutte le superfici, compreso soffitto e pavimento. Il dossier da pagina 30 è dedicato ai prodotti non solo isolanti ma anche ecologici, perché realizzati con materiali naturali che fanno respirare la casa; una guida completa per scegliere interventi risolutivi ai fini del risparmio per il condizionamento della casa in tutte le stagioni.

L’altro punto dolente, sempre parlando di casa, sono i consumi per l’illuminazione che se non aggiornati con le nuove fonti luminose contribuiscono a rendere molto salata la bolletta. Le lampadine di vecchia generazione a incandescenza o alogene, ancora presenti in tante case, con la loro produzione in piccola parte di luce e in gran parte di calore, sono responsabili di consumi 5 volte superiori a quelle di nuova generazione a LED. Quindi da pagina 110 trovere un articolo che fa luce sull’argomento, nonché una parata di bellissime lampade a soffitto, applique a muro, piantane, lampade con la musica, che scaldano, che purificano l’aria, meraviglia… Ma, come vedrete, in questo numero sono tanti gli altri spunti per guadagnare in comfort, risparmiare e fare la nostra parte con scelte più sostenibili!