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Come illuminare una mansarda | Le possibili soluzioni

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Con una buona illuminazione, il sottotetto può diventare uno spazio abitativo privilegiato: ecco come illuminare una mansarda

Come illuminare una mansarda? Recuperando un sottotetto, trasformandolo in uno spazio abitabile, guadagnando un ampliamento importante dell’abitazione e quindi un innalzamento del valore commerciale della stessa: inoltre, la luce all’ultimo piano è più diretta e, se si installano finestre zenitali, non è influenzata dall’orientamento dell’edificio, per cui è godibile durante tutto l’arco della giornata, lontano da sguardi indiscreti, e illumina in profondità gli ambienti. A ciò si aggiunga che, per i centri abitati, essendo l’ultimo piano più lontano dalla strada, si può beneficiare di una maggiore tranquillità.

La sostituzione di una vecchia finestra da tetto con una a risparmio energetico (di pari dimensioni) rientra nel miglioramento delle prestazioni energetiche dell’edificio, pertanto è soggetta alla detrazione del 50% per interventi eseguiti dal 1° gennaio 2018 e fino al 31 dicembre 2018 (prima era il 65%); l’IVA è agevolata al 10% sia sui materiali sia sulla manodopera. Fanno fede le date dei pagamenti, da effettuare con bonifico bancario o postale; l’agevolazione va inserita nella dichiarazione dei redditi con dati catastali e documenti di spesa, il rimborso viene equamente ripartito in 10 anni.

Le finestre da tetto sono gli elementi fondamentali per conseguire i massimi vantaggi in termini di comfort: una buona illuminazione permette di abbassare i consumi legati alla luce artificiale, non stanca la vista e consente una migliore percezione dei colori; l’ingresso della radiazione solare fornisce un contributo importante nell’apportare calore e limitare l’uso del riscaldamento, soprattutto nelle stagioni intermedie; la distribuzione delle finestre a diverse altezze favorisce la ventilazione naturale e il ricircolo dell’aria.

Illuminazione mansarda

L’irraggiamento solare, però, non è sempre fonte di comfort: le finestre da tetto devono disporre di sistemi di schermatura ancor più efficaci rispetto alle finestre verticali, per filtrare la radiazione solare nella stagione estiva; la ventilazione naturale integrata favorisce il raffrescamento degli ambienti.

Ci sono poi alcuni accorgimenti che possono ulteriormente incrementare la funzione delle finestre da tetto: per esempio, se la muratura che ospita la finestra ha uno spessore superiore a 30 cm, è importante che le pareti dell’imbotte risultino inclinate (divaricate) per non ostacolare la distribuzione della luce; qualora non fosse possibile installare finestre zenitali, gli ambienti più profondi possono essere illuminati tramite tunnel solari; la scelta di tonalità chiare e con un indice di riflessione elevato per le superfici interne e per gli arredi aumenta ulteriormente la luminosità negli ambienti.

Come illuminare una mansarda: l’installazione sul tetto

L’ingombro della finestra, rilevato all’interno nel punto prestabilito per l’installazione, va riportato poi sulla copertura prendendo come riferimento le teste delle travi sporgenti all’esterno; occorre riportare anche la distanza tra l’estremità inferiore della falda e il lato inferiore della finestra per rimuovere nella zona di installazione gli strati di copertura.
Si inizia la rimozione delle tegole sfilandole strato per strato portando via dal tetto quelle che non serviranno più.
Il varco dev’essere maggiore del necessario, per consentire, a lavoro ultimato, il ripristino degli strati di copertura. Le tegole necessarie a questo scopo possono essere accatastate sul tetto lontano dalla zona di intervento.
come illuminare una mansarda
Si tagliano con una sega circolare i travetti reggitegola per accedere allo strato sottostante di materiale isolante. Si incide con un cutter la parte di pannelli da togliere.
I pannelli da rimuovere possono essere in strato unico o doppio: vanno rimossi per poi tagliare anche i travetti perpendicolari che supportavano quelli reggitegola. Con un cutter si effettua il taglio della guaina impermeabilizzante.
come illuminare una mansarda
Sul tavolato si riporta il profilo del controtelaio e si apre con la sega circolare il varco vero e proprio che comunica con il locale sottostante. Se necessario, si rifinisce il perimetro del foro con un segaccio manuale.
Il controtelaio viene disposto in sede con gli accorgimenti del caso, su un rialzo di tavole che consenta il ripristino dello spessore di isolante sottocopertura; va ben allineato e fissato con i sistemi a corredo, guaina e isolante vanno sagomati per adattarli alla nuova situazione.
Seguendo le istruzioni di posa, si rifinisce il perimetro del foro finestra con le scossaline e i canali che devono consentire lo sgrondo laterale dell’acqua, da far defluire sopra la parte di copertura a valle della finestra. Anche per le tegole possono rivelarsi necessari tagli di adattamento.
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Le finestre… come illuminare una mansarda moderna

Le finestre Velux sono realizzate con legno di pino proveniente da foreste certificate e sottoposto a severi controlli di qualità per garantire un’estetica ottimale e le migliori prestazioni. L’anima di legno è comune a tutte le finestre, anche quelle rivestite esternamente di poliuretano bianco; per la finitura legno a vista vengono applicati due strati di vernice acrilica ad acqua, intervallate da levigatura.
Il rivestimento di poliuretano è ottenuto per stampaggio in un unico pezzo, senza giunture, e verniciato di bianco; questo particolare, unito alle linee arrotondate, costituisce un importante vantaggio non solo estetico, ma anche per la facilità di pulizia della finestra, che può essere installata senza restrizioni in ambienti umidi come bagni e cucine.
Il sensore di pioggia di cui dispongono le finestre elettriche e solari Velux ne comanda la chiusura automatica in caso di maltempo. In particolare, quello montato sulle finestre “Integra” solari è molto sensibile alla vibrazione sonora, perciò reagisce anche in presenza di forti rumori o vibrazioni provenienti dall’ambiente circostante e offre un livello di protezione superiore.
Le attività umane, anche la semplice respirazione, generano umidità che rende l’aria interna più densa di quella esterna. Un ricambio d’aria in più momenti della giornata è importante, per questo le finestre Velux hanno un’aletta di ventilazione, protetta da un filtro rimovibile, che al primo scatto permette il ricambio completo dell’aria anche a finestra chiusa; con un ulteriore scatto si attua l’apertura della finestra.

Confronto tra diverse tipologie di finestre per tetti

Ogni tipologia di finestra per tetti offre un diverso grado di illuminazione. La scelta della finestra giusta dipende dall’orientamento del tetto, dalla pendenza e dal tipo di luce desiderata.

Tipo di finestraQuantità di luce naturaleVantaggiSvantaggi
VasistasAltaOttima ventilazione e buona diffusione della luceRichiede spazio per l’apertura interna
BilicoMediaFacile da pulire e distribuzione uniforme della luceVista parziale verso l’esterno
AbbainoMolto altaMassima luminosità e impatto esteticoRichiede un intervento strutturale più complesso
LucernarioAltaInstallazione semplice e buona luce dall’altoNon sempre apribile, meno ventilazione

Se l’obiettivo è massimizzare la luce naturale, una finestra abbaino rappresenta la soluzione migliore. Per chi cerca una soluzione funzionale e meno invasiva, una finestra a bilico o un lucernario possono garantire una buona illuminazione senza alterare la struttura del tetto.

L’installazione di finestre per tetti consente dunque di massimizzare l’ingresso della luce naturale, migliorando il comfort abitativo e riducendo il consumo energetico legato all’illuminazione artificiale.

Come illuminare una mansarda: le soluzioni flessibili per il tetto

Ogni tipologia di tetto si presenta in modo differente, come struttura e come interasse tra gli elementi di sottocopertura. Il primo rilievo da effettuare riguarda proprio lo spazio tra i travetti, per scegliere la finestra conforme a questa misurazione; si possono inserire più finestre affiancate o sovrapposte per migliorare la distribuzione della luce, oppure valutare l’eliminazione di un travetto per aumentare la luminosità con un’unica grande finestra piuttosto che due affiancate. In base all’altezza d’installazione è da valutare anche il tipo di apertura più idoneo.

come illuminare una mansarda
Tre finestre incolonnate.
Apertura nel muro perimetrale.
come illuminare una mansarda
Apertura nel muro perimetrale e tre finestre tra quattro travetti.
Apertura nel muro perimetrale e grande finestra.

Perché l’illuminazione naturale è fondamentale

Le mansarde, per loro natura, sono ambienti posti direttamente sotto il tetto, spesso caratterizzati da soffitti inclinati e pareti basse. Senza un’adeguata illuminazione naturale, possono risultare spazi bui e poco vivibili.

come illuminare una mansarda

Soluzioni artificiali complementari

L’installazione di una finestra per tetti è la soluzione principale per illuminare una mansarda in modo naturale, ma ci sono momenti della giornata in cui la luce del sole non è sufficiente. Per garantire un’illuminazione ottimale anche di sera o nelle giornate nuvolose, è possibile integrare soluzioni artificiali che si combinano armoniosamente con la luce naturale.

Alcune opzioni efficaci includono:

  • Faretti da incasso o a binario: ideali per tetti inclinati, permettono di distribuire la luce in modo uniforme senza ingombrare lo spazio.
  • Strisce LED lungo le travi: creano un effetto diffuso che esalta l’architettura della mansarda e valorizza la luce naturale proveniente dalle finestre.
  • Lampade a sospensione per soffitti alti: quando la mansarda ha soffitti alti, una lampada a sospensione ben posizionata può migliorare la luminosità generale senza compromettere lo stile dell’ambiente.
  • Luci smart con regolazione di intensità: permettono di adattare la luminosità in base alla quantità di luce naturale presente, ottimizzando i consumi energetici.

Consiglio pratico: se la finestra per tetto è posizionata in modo da creare zone d’ombra in alcune parti della stanza, una soluzione efficace è collocare faretti direzionabili che bilancino la luminosità senza alterare l’effetto naturale della luce solare.

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I vantaggi di una mansarda ben illuminata

Una volta visto come illuminare una mansarda, è utile evidenziare i principali vantaggi che una buona illuminazione può offrire.

  • Risparmio energetico: una mansarda ben illuminata con luce naturale riduce il consumo di energia elettrica, abbassando i costi della bolletta.
  • Miglior comfort abitativo: una corretta illuminazione influisce positivamente sul benessere psicofisico, migliorando la qualità della vita all’interno della mansarda.
  • Valorizzazione estetica: la luce naturale esalta i materiali e i dettagli architettonici della mansarda, rendendo l’ambiente più accogliente e armonioso.
  • Maggior sfruttamento dello spazio: un ambiente luminoso appare più grande e vivibile, permettendo di utilizzare al meglio la mansarda per diverse funzioni, come studio, area relax o camera da letto.

Inoltre, se la mansarda è utilizzata per attività lavorative o ricreative, una buona illuminazione migliora anche la produttività e il comfort visivo, riducendo l’affaticamento degli occhi.

Leggi anche: Come isolare il sottotetto

Carrello bar fai da te | Costruzione passo passo

Un carrello bar fai da te è un progetto perfetto per unire creatività e praticità, donando un tocco di stile agli spazi domestici

Chi non possiede molte attrezzature e neppure un garage/laboratorio in cui utilizzarle, può tranquillamente affrontare la costruzione di questo carrello bar fai da te, procurandosi i materiali in un brico center in cui farsi tagliare a misura i pezzi. A quel punto il lavoro è fattibile anche in appartamento, con utensili di uso comune.

I fardasé attrezzati, invece, possono divertirsi a fare gli anelli con varie tecniche, nonché tagliare i pannelli di multistrato e il foglio di rame per la finitura metallica delle superfici. A tal proposito, va detto che la scelta del rame è puramente casuale: in alternativa si possono usare lamiera d’alluminio, acciaio, fogli melaminici, piallacci ecc, a seconda delle preferenze.

C’è una sola insidia nella costruzione: per ragioni estetiche, i due ripiani devono risultare paralleli sia nella vista laterale sia frontale. La cosa non è banale perché richiede la massima precisione nel tracciare e poi eseguire i fori negli anelli di legno e i prefori nei pannelli dei ripiani per l’applicazione delle viti di fissaggio.

Va attentamente calcolato anche lo sviluppo dell’anello che, nella sua parte bassa, finisce per lambire il pavimento. Guai se finisse per sporgere troppo…

Occorrente

Per realizzare il carrello bar fai da te è necessario munirsi dei seguente materiali e attrezzature:

carrello bar fai da te

Pannelli di legno multistrato spessore 18 mm:

  • 3 pezzi da 400×100 mm (A)
  • 2 pezzi da 400×600 mm (B)

Lamiera di rame spessore 1 mm (C):

  • 1 pezzo da 582×400 mm
  • 1 pezzo da 600×400 mm
  • 3 pezzi da 120×400 mm
  • 1 pezzo da 100×400 mm

Altro materiale:

  • 2 anelli di legno spessore 10 mm, diametro 700 mm (D)
  • 4 rotelle pivotanti Ø 40 mm con perno Ø 10 mm (E)
  • Viti truciolari 4×50 mm (F)
  • 8 viti in rame per lattoneria 4,5×60 mm con rondelle (G)
  • Smalto spray nero opaco (H)

Attrezzatura:

  • nastro maschera
  • riga
  • matita
  • punte per foratura
  • legno (Ø 3, 4 e 10 mm)
  • miniaspiratore a batteria con tubo flessibile
  • trapano avvitatore a batteria
  • levigatrice palmare a batteria
  • serie di bit di avvitatura
  • strettoi
  • squadra
  • adesivo di montaggio.

Preparazione al fissaggio e finitura dei due anelli

carrello bar fai da te
Per ovviare alle difficoltà di una marcatura corretta dei fori per i ripiani, procediamo nel modo seguente: sovrapponiamo il pannello di multistrato a uno dei due anelli di legno, mettendo gli angoli del lato corto a filo della circonferenza esterna. Sulla faccia dell’anello, tracciamo a matita quattro linee (una per ogni angolo del multistrato) lungo il bordo dei lati lunghi del pannello.
Rispetto alle marcature appena fatte sulla faccia dell’anello di legno segniamo con precisione il punto in cui effettuare i fori per le viti; posizionando provvisoriamente un ripiano, messo in costa, si rileva che per centrarlo rispetto alla sua lunghezza, i fori vanno eseguiti circa 10 mm più internamente. Per questa modifica della marcatura ci aiutiamo con la squadra facendoli anche ricadere in posizione centrata sulla faccia dell’anello.
carrello bar fai da te
Non c’è bisogno di ripetere le marcature sul secondo anello; basta sovrapporre con precisione i due e bloccarli insieme con un paio di strettoi. Poi eseguiamo i quattro fori con trapano avvitatore e punta per legno di diametro 4 mm.
Uno per volta, mettiamo i due anelli su un foglio di cartone e li coloriamo con smalto spray all’acqua, finitura satinata. Per colorare l’altro lato attendiamo che la vernice sia essiccata completamente. Nell’attesa coloriamo anche le parti metalliche delle rotelle pivotanti, dopo aver protetto con nastro maschera le parti in gomma e in plastica.
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Montaggio dei ripiani e finiture carrello bar fai da te

Sul piano che va in sormonto tracciamo una linea a 90 mm dal bordo, lungo la quale facciamo tre fori con punta per legno da 4 mm di diametro. Quando si eseguono fori passanti è bene tenere pressato il pannello su un pezzo di scarto, così la punta, uscendo, non rovina la superficie inferiore.
Presi gli esatti riferimenti dei punti in cui ricadono le viti, nello spessore del pannello sormontato, si effettuano i prefori con punta di Ø 2,5 mm, per una profondità di 25 mm circa.
carrello bar fai da te
Uniamo i pannelli con un filo di adesivo vinilico e le viti truciolari da 4×50 mm. Se per avvitarle usiamo un trapano avvitatore, impostiamo una coppia di serraggio molto bassa, per evitare di spaccare il legno mettendole in trazione troppo forte. Un piccolo avvitatore è più che sufficiente per l’uso.
Nello spessore dei due pannelli che scendono sotto il ripiano inferiore del carrello bar fai da te dobbiamo fare i fori per l’innesto dei perni delle rotelle pivotanti. I fori devono essere equidistanti dal bordo esterno e centrati nello spessore di ogni pannello. Inoltre è bene che siano in asse rispetto al pannello stesso; quindi, tenuto fermo a gambe in sù il ripiano, mentre li eseguiamo dobbiamo tenere la punta del trapano perpendicolare.
carrello bar fai da te
Per rimuovere le imperfezioni dai bordi e dagli spigoli usiamo una levigatrice a delta con carta abrasiva fine; se la macchina ha raccordo di aspirazione, possiamo collegarla a un aspiratore ed evitare che la polvere si sparga ovunque.
Distribuiamo un cordone di adesivo di montaggio sulla superficie inferiore dei fogli di rame o altro metallo; prima di applicarli stendiamo l’adesivo con un pennello sino vicino ai bordi. È bene mettere in pressione le parti dopo l’unione.
Uno per volta fissiamo i due anelli sui fianchi dei due ripiani, usando le viti in rame e le loro rondelle. Anche in questo caso raccomandiamo la massima accortezza nel serraggio delle viti.
carrello bar fai da te
L’inserimento delle rotelle pivotanti conclude la costruzione. Il carrello bar fai da te per il soggiorno può essere messo in piedi.

Cos’è il PVC | Caratteristiche, utilizzi e vantaggi

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Tutti ne sentiamo parlare spesso, ma nel dettaglio cos’è il PVC? Si tratta di un materiale estremamente versatile, ideale per numerose applicazioni in ambito edilizio e non solo

Il PVC, o polivinilcloruro, è un materiale plastico ampiamente utilizzato in diversi settori grazie alla sua versatilità e resistenza. Derivato da materie prime come il cloro e l’etilene, il PVC si distingue per essere economico, durevole e adattabile a molteplici applicazioni.

Questo materiale ha trovato un ruolo di rilievo nella produzione di infissi, pavimenti, persiane e tapparelle, offrendo un’alternativa pratica e performante ad altri materiali tradizionali come legno e alluminio.

Cos’è il PVC: le caratteristiche

Il PVC si presenta come un materiale termoplastico, ovvero in grado di essere modellato e lavorato a diverse temperature. È particolarmente apprezzato per la sua resistenza agli agenti atmosferici, all’acqua e ai prodotti chimici. È disponibile in versioni rigide e flessibili, adattabili a diversi tipi di prodotti. La rigidità e la leggerezza lo rendono ideale per l’uso edilizio, mentre la flessibilità consente applicazioni in ambiti come i rivestimenti e le tubazioni.

Questo materiale si caratterizza anche per le sue proprietà ignifughe e isolanti, rendendolo sicuro e adatto sia per ambienti interni che esterni. Inoltre, è completamente riciclabile, contribuendo alla sostenibilità ambientale.

Principali utilizzi del PVC

Dopo aver visto che cos’è il PVC, vediamo quali sono i suoi principali utilizzi.

Infissi e finestre

Il PVC è uno dei materiali più utilizzati per la realizzazione di infissi e finestre. Le sue proprietà isolanti, sia termiche che acustiche, garantiscono un comfort abitativo elevato. Inoltre, richiede una manutenzione minima rispetto a materiali come il legno, risultando resistente all’umidità e all’usura del tempo.

Pavimenti in PVC

Il PVC viene spesso utilizzato per i pavimenti grazie alla sua resistenza e alla facilità di installazione. I pavimenti in PVC sono disponibili in un’ampia gamma di colori e finiture, tra cui l’effetto legno o pietra. Si tratta di una soluzione ideale per ambienti domestici e commerciali, in quanto facile da pulire, impermeabile e resistente a graffi e urti.

cos'è il PVC

Persiane e tapparelle

Le persiane e le tapparelle in PVC rappresentano un’alternativa leggera e resistente rispetto a quelle in metallo o legno. Sono in grado di sopportare gli agenti atmosferici senza subire deformazioni o danni significativi. Inoltre, offrono un ottimo isolamento termico, contribuendo a migliorare l’efficienza energetica degli edifici.

Altri utilizzi del PVC

Il PVC trova applicazione anche nella produzione di tubazioni, rivestimenti murali, porte interne e complementi d’arredo. La sua versatilità lo rende adatto sia per soluzioni estetiche che funzionali.

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Vantaggi del PVC

Capire che cos’è il PVC significa anche individuare i vantaggi che lo contraddistinguono. A conti fatti i punti di forza sono numerosi. Innanzitutto, è un materiale estremamente resistente, che non si deforma con il tempo e richiede pochissima manutenzione. La sua capacità di isolamento termico e acustico lo rende ideale per migliorare il comfort abitativo. Essendo impermeabile, è perfetto per ambienti umidi, come bagni e cucine.

Un altro grande vantaggio è il rapporto qualità-prezzo. Rispetto ad altri materiali come il legno o l’alluminio, il PVC è decisamente più economico senza compromettere la qualità. La vasta gamma di colori e finiture disponibili lo rende adatto a qualsiasi stile architettonico.

Dal punto di vista ecologico, il PVC è riciclabile e può essere riutilizzato per la produzione di nuovi prodotti, riducendo l’impatto ambientale.

cos'è il PVC

Svantaggi del PVC

Nonostante i numerosi vantaggi, il PVC presenta alcuni limiti. Ad esempio, pur essendo resistente, può subire danni se esposto a temperature estremamente elevate. Inoltre, la qualità estetica potrebbe risultare inferiore rispetto a materiali naturali come il legno, soprattutto per chi cerca un effetto più autentico.

In alcune applicazioni, come gli infissi per edifici di pregio storico, il PVC potrebbe non essere considerato adeguato per motivi estetici o regolamentari. Infine, il processo produttivo del PVC, se non gestito correttamente, può avere un impatto sull’ambiente a causa dell’uso di cloro e altri prodotti chimici.

Manutenzione

Una delle caratteristiche più apprezzate del PVC è la sua facilità di manutenzione. Per pulire superfici in PVC è sufficiente utilizzare acqua tiepida e un detergente neutro. È importante evitare l’uso di solventi aggressivi o spugne abrasive, che potrebbero danneggiare la superficie.

In caso di macchie ostinate, si possono utilizzare prodotti specifici per la pulizia del PVC, facilmente reperibili in commercio. Una manutenzione regolare garantisce che il materiale rimanga in ottime condizioni per anni.

Costi del PVC

Chiarito che cos’è il PVC, è il momento di scoprire quali sono i prezzi di questo materiale. Iniziamo col dire che il PVC è noto per essere un materiale conveniente. Il costo varia in base all’applicazione e alla qualità del prodotto. Gli infissi in PVC, ad esempio, sono generalmente più economici rispetto a quelli in legno o alluminio, con prezzi che partono da circa 150 euro al metro quadrato.

I pavimenti in PVC, invece, possono costare tra i 10 e i 40 euro al metro quadrato, a seconda dello spessore e della finitura scelta. In ogni caso, il PVC rappresenta un ottimo investimento grazie alla sua durabilità e ai costi di manutenzione ridotti.

Dalle finestre ai pavimenti, passando per tapparelle e persiane, il PVC offre soluzioni pratiche, resistenti e convenienti. Con una manutenzione minima e un costo accessibile, il PVC si conferma una scelta intelligente per chi cerca funzionalità e durabilità. Tuttavia, è importante valutare attentamente le esigenze specifiche per scegliere il prodotto più adatto.

FILA Solutions diventa Società Benefit: un impegno per un futuro sostenibile

FILA Solutions, Azienda leader, punto di riferimento internazionale nei sistemi per la protezione e manutenzione di tutte le superfici, annuncia un importante passo verso un modello di business più sostenibile e responsabile: la trasformazione in Società Benefit. Questa scelta strategica sottolinea l’impegno dell’Azienda nel creare valore non solo economico, ma anche sociale e ambientale.

“Diventare Società Benefit per noi non è né un traguardo né un punto di partenza ma la formalizzazione di un impegno verso la sostenibilità aziendale che è sempre stato nel DNA di FILA”, dichiara Alessandra Pettenon, AD di FILA Solutions. “Crediamo fermamente che un’azienda possa generare profitto aumentando il benessere delle persone, tutelando al tempo stesso il proprio territorio e l’ambiente. Con questa trasformazione, formalizziamo il nostro impegno a operare in modo responsabile, integrando i nostri obiettivi strategici di business con quelli di sostenibilità”.

Le Società Benefit rappresentano una nuova generazione di imprese che, oltre al perseguimento del profitto, si impegnano a creare un impatto positivo sulla società e sull’ambiente. Questo modello di business integra nel proprio oggetto sociale obiettivi specifici di beneficio comune, come ad esempio:
• Sostenibilità ambientale: riduzione dell’impatto ambientale, promozione dell’economia circolare, utilizzo di energie rinnovabili.
• Responsabilità sociale: tutela dei diritti dei lavoratori, promozione della diversità e dell’inclusione, sostegno alle comunità locali.
• Governance trasparente: coinvolgimento degli stakeholder, rendicontazione degli impatti sociali e ambientali.
Questi obiettivi specifici vengono definiti nello statuto sociale dell’azienda. In questo modo, la creazione di valore economico diventa un mezzo per raggiungere un fine più ampio: migliorare la qualità della vita delle persone e proteggere l’ambiente.

Con la trasformazione in Società Benefit, FILA Solutions si impegna a rafforzare ulteriormente queste azioni e a definire nuovi obiettivi di sostenibilità misurabili e verificabili, dimostrando che è possibile creare valore economico senza compromettere il benessere delle persone e dell’ambiente.

Come pulire le grondaie in modo efficace

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Sapere come pulire le grondaie in modo efficace e programmare una manutenzione periodica garantisce, non solo risparmi economici, ma anche maggiore comfort e sicurezza per la tua abitazione

Una visita periodica alla fine dell’autunno per eliminare foglie e detriti dalle grondaie è fondamentale per evitare intasamenti e prevenire possibili macchie sul cornicione. Le grondaie, spesso trascurate per la loro posizione scomoda, diventano un problema solo quando si riempiono di foglie e l’acqua piovana inizia a tracimare.

In questo articolo vediamo come pulire le grondaie, i vantaggi di questa pratica e i consigli per una buona manutenzione.

grondaie-disegno

Per rimediare, spesso è sufficiente un pezzo di filo d’acciaio piegato a gancio per liberare la parte alta della tubazione.

 

come pulire le grondaie

Un forte getto d’acqua può essere utilizzato per eliminare i frammenti di sporco rimasti. Se la grondaia non si libera completamente, può essere necessario smontare il pluviale, soprattutto nei punti in cui ci sono gomiti.

gabbietta-metallica

Per proteggere il pluviale dagli ingressi indesiderati, è possibile installare gabbiette di filo metallico all’uscita della grondaia. Queste gabbiette impediscono che foglie e detriti entrino nella tubazione, ma richiedono una pulizia regolare per mantenere il sistema efficiente.

Vantaggi della pulizia delle grondaie

Pulire regolarmente le grondaie offre numerosi benefici, sia per la casa che per l’ambiente circostante:

  • Prevenzione degli intasamenti: La rimozione di foglie e detriti garantisce un flusso regolare dell’acqua piovana, evitando ristagni e tracimazioni.
  • Protezione delle strutture: Le grondaie pulite impediscono infiltrazioni e macchie sulle pareti e sul cornicione, preservando l’integrità dell’edificio.
  • Risparmio economico: Una manutenzione regolare riduce la necessità di riparazioni costose dovute a danni causati dall’acqua.
  • Conservazione dell’ambiente: Un corretto smaltimento dell’acqua piovana previene l’erosione del terreno attorno alla casa e limita i danni al giardino.
FIRST PLAST PF26 Parafoglie per Canali di Gronda,…
  • Parafoglie adatto per canali di gronda e pluviali
  • Si applica facilmente all’imboccatura superiore degli…
  • Impedisce che i canali della grondaia si otturino
  • Trattiene foglie e detriti
  • Si consiglia la pulizia periodica
Protezione per Grondaia, 6 pezzi in Protezione per…
  • Trattiene Foglie e Detriti: I tappi anti foglie affidabili…
  • Parafoglie Adatto per Canali di Gronda e Pluviali:…
  • Protezione per Foglie di Scarico: Protegge il tubo della…
  • Impedisce che i Canali Della Grondaia si Otturino: Coperture…
  • Si Applica Facilmente all’imboccatura Superiore Degli…
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  • Efficace prevenzione dei detriti, impedisce a foglie e altri…
  • Uso: adatto per varie applicazioni, tra cui tubi della…
Relaxdays, Nero, Protezione Anti Grondaie, Lunga 6…
  • Accorciabile: la rete di protezione di 6 m in plastica è…
  • Drenaggio sicuro: la rete protegge la grondaia dalle foglie…
  • Griglia resistente: pratica protezione per grondaie -…
  • Montaggio semplice: con 15 ganci di fissaggio in plastica…
  • Protezione: striscia nera con piccole maglie per catturare…

Problemi causati dalla mancata pulizia delle grondaie

Ignorare la corretta procedura di come pulire le grondaie può portare a conseguenze negative per la casa e la sicurezza:

  • Danni strutturali: Gli intasamenti possono causare infiltrazioni d’acqua, con il rischio di danneggiare le pareti, il tetto e le fondamenta.
  • Rischio di umidità e muffe: L’acqua stagnante può favorire la formazione di muffe e compromettere la qualità dell’aria all’interno della casa.
  • Accumulo di ghiaccio in inverno: In climi freddi, le grondaie intasate possono trasformare l’acqua stagnante in ghiaccio, aumentando il peso sulla struttura e causando potenziali cedimenti.
  • Attrazione di insetti e animali: I ristagni d’acqua diventano un terreno fertile per zanzare e altri insetti, oltre a rappresentare un rifugio per piccoli animali.

Consigli pratici su come pulire le grondaie

Per chi si chiede come pulire le grondaie in modo sicuro ed efficace, ecco alcuni suggerimenti:

  1. Attrezzatura necessaria: Usa guanti resistenti, una scala stabile e un gancio in filo d’acciaio per rimuovere i detriti. Avere un secchio a portata di mano è utile per raccogliere le foglie.
  2. Pulizia con il getto d’acqua: Dopo aver rimosso i detriti più grandi, utilizza una canna dell’acqua con ugello regolabile per sciacquare e verificare il corretto flusso.
  3. Manutenzione preventiva: Installa gabbiette protettive all’imbocco del pluviale per evitare che foglie e detriti ostruiscano le tubazioni.
  4. Verifica delle condizioni: Controlla periodicamente che le grondaie siano ben fissate e prive di crepe o danni.
come pulire le grondaie

Quando affidarsi a un professionista

Non sempre è possibile eseguire la pulizia delle grondaie in autonomia, specialmente per edifici con tetti alti o accessi difficili. In questi casi, rivolgersi a un professionista garantisce un lavoro sicuro ed efficace. Inoltre, i professionisti dispongono di attrezzature specifiche, come sistemi di aspirazione e telecamere per ispezionare le tubazioni.

Domande frequenti su come pulire le grondaie

  • Ogni quanto bisogna pulire le grondaie? Idealmente, due volte l’anno: alla fine dell’autunno e all’inizio della primavera.
  • Posso evitare la pulizia installando una rete protettiva? Le reti protettive riducono il lavoro, ma è comunque necessario verificarne l’efficacia e rimuovere eventuali accumuli.
  • Quanto costa far pulire le grondaie da un professionista? Il costo dipende dalla lunghezza delle grondaie e dall’accessibilità, ma generalmente varia tra 3 e 6 euro al metro lineare.

Check-list per la pulizia delle grondaie

  1. Controlla la stabilità della scala prima di iniziare.
  2. Rimuovi foglie e detriti con un gancio in filo d’acciaio.
  3. Risciacqua le grondaie con un getto d’acqua.
  4. Installa gabbiette protettive per prevenire ostruzioni future.
  5. Programma una verifica periodica per garantire la massima efficienza.

Pulire le grondaie regolarmente è un’operazione fondamentale per mantenere la casa protetta da infiltrazioni, danni strutturali e problemi legati all’umidità. Con poche semplici azioni, come la rimozione di foglie e detriti e l’utilizzo di gabbiette protettive, è possibile assicurarsi che il sistema di drenaggio funzioni sempre al meglio.

Leggi anche: Come riparare la grondaia

Progetti al femminile: un perfetto mix di funzionalità ed estetica

Tratto da “Come ristrutturare la casa n.1 – Gennaio/Febbraio 2025”

Autore: Nicla de Carolis

Il numero è interamente dedicato a progetti di donne architetto e la cosa è nata per caso, senza una selezione a monte in base al genere. L’obiettivo della redazione era dare una panoramica più ampia possibile in fatto di diversi stili, di soluzioni funzionali, di scelta dei colori, di spunti originali da copiare. La selezione fatta tra centinaia di progetti, è risultata essere tutta frutto di lavori di professioniste, il che ci ha piacevolmente stupito a conferma che in questi ultimi anni il numero di iscritte all’albo è decisamente cresciuto. Non che siano mancate nel tempo le archistar donne, da Gae Aulenti a Zaha Hadid solo per citarne un paio di fama internazionale, ma i lavori di qualità e gran varietà presentati in questo numero mettono in luce una particolare sensibilità nella gestione degli spazi e nella cura dei dettagli.
Questa capacità può derivare non solo dalle competenze tecniche acquisite, ma anche da una naturale predisposizione all’ascolto e alla comprensione delle necessità quotidiane dei commitenti dei lavori di ristrutturazione; il tutto con una visione globale e concreta che riesce a bilanciare estetica e funzionalità. Notevole anche l’attitudine alla selezione di arredi e finiture, abbinando con buon gusto elementi di design moderno con pezzi d’epoca o disegnati su richiesta, con risultati originali che rispecchiano e rispettano
la personalità e le esigenze di chi vive la casa.
Dalla limonaia a doppia altezza con soppalco ed enormi superfici vetrate, resa comunque calda e accogliente grazie ad abbondante uso di legno naturale per i pavimenti e gli arredi (da pagina 102), all’appartamento in casa d’epoca su due piani (da pagina 70) dove si sono mantenute le divisioni originarie, un’apertura ad arco e i meravigliosi voltini in mattoni e solo lavorando su materiali, luci, colori, sapiente abbinamento di mobili molto diversi tra loro, si è ottenuto un risultato che appaga l’occhio all’istante.
Non vogliamo certo discriminare per genere, quindi non ce ne vogliano i nostri amati architetti uomini, ma scorrendo la rivista non possiamo che apprezzare l’infinita varietà di questi lavori arricchiti di una grazia tutta femminile..

Colore è vibrazione “… armonia, melodia e contrappunto”.

Tratto da “Rifare Casa n.97 – Gennaio/Febbraio 2025″

Autore: Nicla de Carolis

… questo citando Baudelaire; sembra cosa benaugurante parlare del colore che rende così belle e accoglienti le nostre case se utilizzato nel modo giusto come nei progetti di questo numero. Uno dei pionieri dell’uso abbondante dei colori negli interni è stato Ettore Sottsass, l’artista poliedrico, esponente del design radicale, in netta opposizione con il razionalismo e il funzionalismo degli oggetti, che ha disegnato anche mobili: il suo specchio Ultrafragola dall’iconica forma sinuosa di chioma di capelli femminili e il suo colore rosa ruppe la monotonia imperante nelle scelte di interior che negava l’uso dei colori. La sua abitazione, le cui foto sono esposte a Villa Necchi Campiglio, a Milano, da pagina 62, nell’ambito di una mostra sugli appartamenti milanesi progettati tra gli anni ‘30 e ‘70 da architetti di fama mondiale, ci dà l’idea della sua capacità di creare un insieme armonioso azzardando con abbinamenti di tinte forti.
Da pagina 66 possiamo poi apprezzare una ristrutturazione in palazzo settecentesco piemontese con soffitti a volta e porte originali dell’epoca, entrambi rifiniti con un verde pastello, filettature in oro e iniziali dei proprietari in foglia d’oro riportate in un angolo della vela, come si usava un tempo. E qui la cucina moderna nera convive egregiamente con il secretaire stile impero e i soffitti a cassettoni con le pareti carta zucchero e arancione.
Nel progetto di recupero di un appartamento moderno, da pagina 88, possiamo apprezzare il rosso Cartier di un’armadiatura, listelli di marmo bianco e nero posati nei quattro bagni con altrettante geometrie diverse e il vetro della scala è addirittura dicroico, cambia colore a seconda della luce e del punto di osservazione.
Per finire con il colore, da pagina 102 la bellezza di carte da parati o pannelli in alluminio stampati, di forte impatto grazie ai soggetti originali e stampabili anche su richiesta, oggi utilizzati per rivestire solo una parete e sufficienti a conferire personalità a tutto l’ambiente. Certo non è così facile “comporre un insieme armonioso“ quando c’è tanta varietà ma, con gli spunti di questa rivista e il confronto con un bravo professionista, si può uscire dalla tristezza di ambienti anonimi, privi della luce e del calore che solo abbinamenti di stili diversi e tinte accese possono conferire alla casa.

Tavolino con panche fai da te per il giardino

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Tavolino con panche fai da te per esterni interamente fatti con tavole di recupero da bancali. La costruzione è ripetitiva nella procedura, ma non nelle misure, dato che uno di essi destinato a essere un tavolino è più piccolo

Con l’aiuto di alcuni bancali abbiamo deciso di realizzare qualcosa di utile per arredare un angolo del giardino: un tavolino con panche fai da te.

Solitamente, se si usano per le costruzioni, i bancali vanno selezionati, scegliendo i migliori (meno sporchi e rovinati), ma in questo caso sono tutti in ottimo stato: quindi è sufficiente, una volta smontati, selezionare le tavole migliori.

In tutti i casi non ci si deve impressionare tanto per la sporcizia e per il grigiore del legno, semmai bisogna guardare alle spaccature e alle venature. Infatti, tra le prime operazioni da svolgere vi è la piallatura delle assi, con la quale si rendono lisce le superfici e se ne standardizza lo spessore, in modo da averle tutte uguali in tal senso (almeno quelle che devono esserlo).

Dato che la costruzione è rustica, non ci si deve preoccupare molto neppure dei fori dei chiodi presenti nelle tavole, anche perché cercando di fare le panche sufficientemente lunghe, è necessario sfruttare tutta la lunghezza delle assi recuperate, si possono solo intestare con la troncatrice, per renderne perfette e squadrate le estremità.

Per semplicità, tavolino e panche fai da te sono costruiti in modo identico, anche se il primo risulta leggermente più piccolo; quindi mostriamo in questo articolo soltanto la costruzione di una panca.

Recupero della materia prima dai bancali

panche fai da te con bancali
Le dimensioni dei bancali, in particolare la lunghezza delle doghe che li compongono, sono molto importanti, perché determinano la lunghezza massima che possono avere le panche e il tavolino.
Per smontare i bancali si fa leva con il piede di porco.
panche fai da te con bancali
Fatti i debiti conti, osservando il progetto su carta, si determina il quantitativo necessario di tavole, verificando man mano che si smontano, quali siano le migliori.
Le tavole, un po’ sporche e ingrigite, hanno la superficie grezza. Il problema si risolve con 4 passate: le prime due con pialla a filo su una faccia e poi sul bordo (con la tavola in costa).
La terza passata si effettua con la pialla spessore, che consente di portare le tavole tutte a 17 mm, tranne i sei traversi centrali da fare a 20 mm. L’ultima passata, che sistema il secondo bordo, si effettua con la sega circolare: l’intento è quello di rifilare le tavole, portandole tutte alla larghezza prestabilita di 90 mm, usando una guida laterale.

Preparazione dei pezzi: tagli e predisposizione incastri

Si tagliano le tavole alla lunghezza necessaria, seguendo il progetto. Per fare le sedi di alcuni incastri, invece, si usa la sega circolare da banco, rimuovendo la cuffia di protezione (attenti!) e alzando il disco a quota 20 mm (lo spessore delle traverse che devono trovarvi posto) per fare una serie di tagli affiancati e ottenere gli scassi.
panche fai da te
Per realizzare una panca fai da te servono: 8 tavole da 1160x90x17 mm; 4 tavole da 356x90x17 mm; 2 tavole da 390x90x20 mm; 4 travetti da 60x35x430 mm. Per il tavolino: 8 tavole da 1040x82x17 mm; 4 tavole da 314x82x17 mm; 2 tavole da 384x90x20 mm; 4 travetti 60x35x390 mm.
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Panche fai da te: il montaggio passo-passo

Per fissare i longheroni in sormonto sui traversi messi in costa, si usano lunghe viti tenendo strettamente uniti i pezzi con un morsetto angolare.
panche fai da te
I longheroni della cornice superiore sono le tavole in cui erano stati fatti gli scassi di incastro, che devono rimanere rivolti verso l’alto.
Ai quattro angoli della cornice si avvitano i travetti che fungono da gambe delle panche e del tavolino. Nel farlo bisogna tenere le gambe verticali e parallele fra loro.
Si applicano i due traversi superiori, fissandoli con un paio di viti a ogni estremità, poi si avvitano sul fianco le tavole della seconda cornice, verso i piedi.
panche fai da te
Per ultime si montano le quattro tavole che formano la seduta delle panche e il piano del tavolino.

Finitura delle superfici e cuscini

Essendo destinati a stare in esterni, i manufatti devono essere rifiniti con impregnante protettivo, in questo caso color noce scuro. Il pennellino sottile serve per riuscire a dare il prodotto negli spazi fra le doghe.
Dando più mani di impregnante, intercalate con passate di carta vetrata medio-fine, si ottengono superfici gradevoli al tatto, perfettamente lisce e che trattengono meno le gocce d’acqua, quindi resistono meglio alle intemperie.
panche fai da te
Le superfici del legno lisce e vellutate sono un imperativo per questo tipo di manufatti, tuttavia le panche fai da te richiedono anche cuscini che rendano più morbida la seduta. Sono facilmente realizzabili su misura con gommapiuma e tessuto pesante di cotone bianco.

Come pulire il metallo ossidato | Tecniche e rimedi fai da te

Scopri come pulire il metallo ossidato con metodi efficaci e semplici per farlo tornare splendente

Il metallo è un materiale resistente e versatile, ma con il tempo tende a ossidarsi, perdendo lucentezza e mostrando macchie scure o ruggine. Se ti stai chiedendo come pulire il metallo ossidato, sappi che esistono diverse tecniche fai da te, semplici ed efficaci, per riportarlo alla sua condizione originale.

Che si tratti di rame, ottone, ferro o acciaio, ti spiegheremo passo dopo passo i metodi migliori per eliminare l’ossidazione.

Perché il metallo si ossida?

L’ossidazione si verifica quando il metallo entra in contatto con l’umidità e l’ossigeno presenti nell’aria, generando una patina scura o della ruggine. Questo fenomeno naturale è più frequente nei metalli come ferro, rame e ottone.

Anche i metalli più resistenti come l’acciaio inossidabile possono opacizzarsi con il tempo. La buona notizia è che esistono numerosi rimedi casalinghi e prodotti specifici per eliminare l’ossidazione e ridare vita al tuo oggetto metallico.

Rimedi naturali

Aceto e sale

L’aceto è uno dei rimedi naturali più efficaci per eliminare l’ossidazione. Ecco come procedere:

  • Mescola aceto bianco e sale grosso in una ciotola fino a creare una pasta densa.
  • Applica la miscela sulla superficie ossidata con un panno morbido.
  • Lascia agire per circa 15 minuti.
  • Strofina delicatamente con una spugna o uno spazzolino per rimuovere l’ossidazione.
  • Risciacqua con acqua pulita e asciuga accuratamente.

Questo metodo è particolarmente indicato per rame e ottone.

Bicarbonato di sodio

Tra i nostri consigli su come pulire il metallo ossidato troviamo il buon vecchio bicarbonato. Questo è perfetto per rimuovere ossidazioni leggere e macchie superficiali. Procedi così:

  • Crea una pasta mescolando bicarbonato di sodio e un po’ d’acqua.
  • Applica la pasta sulla parte ossidata.
  • Strofina delicatamente con un panno morbido o una spazzolina.
  • Risciacqua bene e asciuga con cura.

Questa tecnica è utile per acciaio e metalli meno delicati.

Come pulire acciaio

Limone e sale

Il limone, grazie alla sua acidità naturale, è un eccellente alleato contro l’ossidazione. Ecco i passaggi:

  • Taglia un limone a metà e cospargi la superficie con sale fino.
  • Strofina il limone sulla parte ossidata esercitando una leggera pressione.
  • Lascia agire per 10-15 minuti e risciacqua con acqua pulita.
  • Asciuga bene il metallo con un panno morbido.

Questo rimedio funziona bene su rame e ottone, ma può essere utilizzato anche su piccole superfici di ferro.

Come pulire il metallo ossidato con prodotti specifici

Se i rimedi naturali non sono sufficienti, puoi ricorrere a prodotti specifici per la pulizia dei metalli. Esistono paste abrasive, spray e creme lucidanti formulati appositamente per rimuovere l’ossidazione senza danneggiare la superficie. Ecco come utilizzarli:

  1. Applica il prodotto seguendo le istruzioni sulla confezione.
  2. Usa un panno morbido per distribuirlo uniformemente.
  3. Strofina delicatamente con movimenti circolari fino a eliminare le macchie.
  4. Risciacqua o asciuga, se richiesto.

Questi prodotti sono ideali per acciaio, argento e altri metalli pregiati.

Come pulire il metallo ossidato argento

Prevenire l’ossidazione

Per mantenere il metallo splendente più a lungo, ecco alcuni consigli utili:

  • Asciuga sempre il metallo dopo averlo lavato o esposto all’umidità.
  • Applica una cera protettiva o un prodotto antiossidante per creare una barriera contro l’ossigeno.
  • Conserva gli oggetti metallici in luoghi asciutti e ben ventilati.
  • Evita l’utilizzo di spugne abrasive che potrebbero graffiare la superficie.

Con una manutenzione regolare, potrai prevenire la formazione di ossidazione e ruggine, mantenendo il metallo brillante e in perfette condizioni.

Ora che sai come pulire il metallo ossidato, non ti resta che scegliere il metodo più adatto al tipo di metallo che devi trattare. Che tu preferisca rimedi naturali come aceto, bicarbonato e limone, o prodotti specifici, l’importante è agire con delicatezza per non danneggiare la superficie.

Seguendo i consigli di prevenzione, potrai prolungare la vita dei tuoi oggetti metallici e mantenerli sempre splendenti. Non dimenticare: un po’ di impegno e cura fanno la differenza!

Gasbeton prezzi 2025

I gasbeton prezzi non sono elevati, ma prima di acquistare occorre conoscere diverse cose

Se sei interessato ai prezzi del gasbeton, sei nel posto giusto! Il calcestruzzo cellulare, noto anche come Gasbeton, Betoncell, Ytong e Siporex, è un materiale molto versatile e ampiamente utilizzato nel settore edile. Questi nomi sono in realtà marchi registrati di diverse aziende produttrici, ma tutti si riferiscono a materiali con caratteristiche simili.

Caratteristiche del Gasbeton

Il gasbeton è apprezzato per la sua leggerezza, facilità di lavorazione e proprietà isolanti. Ecco alcune delle sue caratteristiche principali:

  • Leggerezza: I blocchi di gasbeton sono molto più leggeri rispetto ai materiali tradizionali, il che facilita il trasporto e la manipolazione.
  • Isolamento Termico e Acustico: Grazie alla sua struttura porosa, il gasbeton offre eccellenti proprietà di isolamento termico e acustico.
  • Facilità di Lavorazione: Può essere facilmente tagliato, forato e sagomato con strumenti comuni, rendendolo ideale per progetti fai-da-te.

Tipologie di Gasbeton

Esistono diverse tipologie di gasbeton che variano per dimensioni e forma:

  • Blocchi: Disponibili in varie dimensioni, alcuni con maschiature e scanalature per facilitare l’incastro.
  • Tavelle: Sono particolarmente adatte per la realizzazione di strutture fai-da-te come muretti divisori, cucine in muratura e scaffalature.
  • Pezzi Speciali: Come angoli e giunti, utili per applicazioni specifiche.

Prezzi Gasbeton 2025

Blocchetti Cemento: Nel 2025, i prezzi dei blocchi in Gasbeton hanno subito alcune variazioni rispetto all’anno precedente, influenzati da fattori come l’inflazione, i costi delle materie prime e le dinamiche di mercato. Di seguito, una panoramica aggiornata:

Blocchi Gasbeton presso rivenditori locali:

  • Dimensioni 625x250x80 mm: Il prezzo per singolo blocco è di circa 3,60 €.
  • Dimensioni 625x250x100 mm: Il prezzo per singolo blocco è di circa 4,00 €.

Prezzi per metro quadrato (m²):

  • Spessore 80 mm: Circa 38 €/m².
  • Spessore 100 mm: Circa 40 €/m².
  • Spessore 200-250 mm: Circa 52 €/m².

Questi prezzi includono sia la fornitura che la posa in opera dei blocchi.

Prodotti speciali:

  • GASBETON® ACTIVE: Blocco super-isolante in calcestruzzo cellulare per murature esterne, progettato per offrire elevate prestazioni termiche. Per informazioni dettagliate su prezzi e specifiche, è consigliabile consultare il listino ufficiale del produttore.

Si noti che i prezzi possono variare in base al rivenditore, alla regione e alle quantità acquistate. Per ottenere informazioni più precise e aggiornate, è consigliabile consultare i listini ufficiali dei produttori o contattare direttamente i rivenditori locali.

Blocco Ytong: I prezzi dei blocchi Ytong variano a seconda della tipologia, delle dimensioni e dell’uso previsto. Per una panoramica aggiornata dei prezzi dei blocchi Ytong, consulta il listino prezzi ufficiale Ytong.

Gasbeton Bacchi: Per i prezzi aggiornati dei prodotti gasbeton Bacchi SPA, visita il sito di Bacchi SPA.

Come lavorare con il gasbeton

Il gasbeton è molto versatile e facile da lavorare. Ecco alcuni suggerimenti:

  • Taglio e Sagomatura: I blocchi hanno dimensioni standard di 60×25 cm e spessori variabili da 5 a 30 cm. Possono essere tagliati con un segaccio comune o una sega a mano.
  • Forature e Incavi: Per creare fori o scanalature, puoi usare frese e seghe a tazza.
  • Finitura: Per smussare gli spigoli, puoi utilizzare una raspa da legno o una carteggiatrice.

Vantaggi e svantaggi

Vantaggi:

  • Ottima capacità di isolamento termico e acustico.
  • Facilità di lavorazione e adattabilità a diverse applicazioni.
  • Prezzi generalmente competitivi rispetto ad altri materiali da costruzione.

Svantaggi:

  • Può essere meno resistente rispetto ad altri materiali in alcune applicazioni strutturali.
  • La qualità può variare a seconda del produttore, quindi è importante scegliere fornitori affidabili.

Il gasbeton rappresenta una scelta eccellente per molte applicazioni edilizie grazie alla sua leggerezza, facilità di lavorazione e proprietà isolanti. Con i prezzi competitivi del 2025 e la varietà di opzioni disponibili, è possibile trovare soluzioni adatte a qualsiasi progetto. Assicurati di considerare le caratteristiche specifiche del materiale e i tuoi requisiti di progetto per ottenere i migliori risultati.

Se hai ulteriori domande sui prezzi o sull’uso del gasbeton, non esitare a contattarci o visitare i link forniti per informazioni aggiornate.gasbeton prezzi

Approfondimento tecnico sul cemento cellulare

Costruzione di un divano per esterno in gasbeton

Tavolino in gasbeton

Come costruire una libreria in gasbeton