Tratto da “Rifare Casa n.97 – Gennaio/Febbraio 2025″
Autore: Nicla de Carolis
… questo citando Baudelaire; sembra cosa benaugurante parlare del colore che rende così belle e accoglienti le nostre case se utilizzato nel modo giusto come nei progetti di questo numero. Uno dei pionieri dell’uso abbondante dei colori negli interni è stato Ettore Sottsass, l’artista poliedrico, esponente del design radicale, in netta opposizione con il razionalismo e il funzionalismo degli oggetti, che ha disegnato anche mobili: il suo specchio Ultrafragola dall’iconica forma sinuosa di chioma di capelli femminili e il suo colore rosa ruppe la monotonia imperante nelle scelte di interior che negava l’uso dei colori. La sua abitazione, le cui foto sono esposte a Villa Necchi Campiglio, a Milano, da pagina 62, nell’ambito di una mostra sugli appartamenti milanesi progettati tra gli anni ‘30 e ‘70 da architetti di fama mondiale, ci dà l’idea della sua capacità di creare un insieme armonioso azzardando con abbinamenti di tinte forti. Da pagina 66 possiamo poi apprezzare una ristrutturazione in palazzo settecentesco piemontese con soffitti a volta e porte originali dell’epoca, entrambi rifiniti con un verde pastello, filettature in oro e iniziali dei proprietari in foglia d’oro riportate in un angolo della vela, come si usava un tempo. E qui la cucina moderna nera convive egregiamente con il secretaire stile impero e i soffitti a cassettoni con le pareti carta zucchero e arancione. Nel progetto di recupero di un appartamento moderno, da pagina 88, possiamo apprezzare il rosso Cartier di un’armadiatura, listelli di marmo bianco e nero posati nei quattro bagni con altrettante geometrie diverse e il vetro della scala è addirittura dicroico, cambia colore a seconda della luce e del punto di osservazione. Per finire con il colore, da pagina 102 la bellezza di carte da parati o pannelli in alluminio stampati, di forte impatto grazie ai soggetti originali e stampabili anche su richiesta, oggi utilizzati per rivestire solo una parete e sufficienti a conferire personalità a tutto l’ambiente. Certo non è così facile “comporre un insieme armonioso“ quando c’è tanta varietà ma, con gli spunti di questa rivista e il confronto con un bravo professionista, si può uscire dalla tristezza di ambienti anonimi, privi della luce e del calore che solo abbinamenti di stili diversi e tinte accese possono conferire alla casa.
Tavolino con panche fai da te per esterni interamente fatti con tavole di recupero da bancali. La costruzione è ripetitiva nella procedura, ma non nelle misure, dato che uno di essi destinato a essere un tavolino è più piccolo
Con l’aiuto di alcuni bancali abbiamo deciso di realizzare qualcosa di utile per arredare un angolo del giardino: un tavolino con panche fai da te.
Solitamente, se si usano per le costruzioni, i bancali vanno selezionati, scegliendo i migliori (meno sporchi e rovinati), ma in questo caso sono tutti in ottimo stato: quindi è sufficiente, una volta smontati, selezionare le tavole migliori.
In tutti i casi non ci si deve impressionare tanto per la sporcizia e per il grigiore del legno, semmai bisogna guardare alle spaccature e alle venature. Infatti, tra le prime operazioni da svolgere vi è la piallatura delle assi, con la quale si rendono lisce le superfici e se ne standardizza lo spessore, in modo da averle tutte uguali in tal senso (almeno quelle che devono esserlo).
Dato che la costruzione è rustica, non ci si deve preoccupare molto neppure dei fori dei chiodi presenti nelle tavole, anche perché cercando di fare le panche sufficientemente lunghe, è necessario sfruttare tutta la lunghezza delle assi recuperate, si possono solo intestare con la troncatrice, per renderne perfette e squadrate le estremità.
Per semplicità, tavolino e panche fai da te sono costruiti in modo identico, anche se il primo risulta leggermente più piccolo; quindi mostriamo in questo articolo soltanto la costruzione di una panca.
Recupero della materia prima dai bancali
Le dimensioni dei bancali, in particolare la lunghezza delle doghe che li compongono, sono molto importanti, perché determinano la lunghezza massima che possono avere le panche e il tavolino.Per smontare i bancali si fa leva con il piede di porco. Fatti i debiti conti, osservando il progetto su carta, si determina il quantitativo necessario di tavole, verificando man mano che si smontano, quali siano le migliori. Le tavole, un po’ sporche e ingrigite, hanno la superficie grezza. Il problema si risolve con 4 passate: le prime due con pialla a filo su una faccia e poi sul bordo (con la tavola in costa). La terza passata si effettua con la pialla spessore, che consente di portare le tavole tutte a 17 mm, tranne i sei traversi centrali da fare a 20 mm. L’ultima passata, che sistema il secondo bordo, si effettua con la sega circolare: l’intento è quello di rifilare le tavole, portandole tutte alla larghezza prestabilita di 90 mm, usando una guida laterale.
Preparazione dei pezzi: tagli e predisposizione incastri
Si tagliano le tavole alla lunghezza necessaria, seguendo il progetto. Per fare le sedi di alcuni incastri, invece, si usa la sega circolare da banco, rimuovendo la cuffia di protezione (attenti!) e alzando il disco a quota 20 mm (lo spessore delle traverse che devono trovarvi posto) per fare una serie di tagli affiancati e ottenere gli scassi.Per realizzare una panca fai da te servono: 8 tavole da 1160x90x17 mm; 4 tavole da 356x90x17 mm; 2 tavole da 390x90x20 mm; 4 travetti da 60x35x430 mm. Per il tavolino: 8 tavole da 1040x82x17 mm; 4 tavole da 314x82x17 mm; 2 tavole da 384x90x20 mm; 4 travetti 60x35x390 mm.
Maggiore autonomia: avvita fino a 190 viti con una…
Avvitatura flessibile: con testa ad angolo e testa…
Dotazione Edizione Amazon: IXO 7, 1 testa ad…
Panche fai da te: il montaggio passo-passo
Per fissare i longheroni in sormonto sui traversi messi in costa, si usano lunghe viti tenendo strettamente uniti i pezzi con un morsetto angolare.I longheroni della cornice superiore sono le tavole in cui erano stati fatti gli scassi di incastro, che devono rimanere rivolti verso l’alto.Ai quattro angoli della cornice si avvitano i travetti che fungono da gambe delle panche e del tavolino. Nel farlo bisogna tenere le gambe verticali e parallele fra loro.Si applicano i due traversi superiori, fissandoli con un paio di viti a ogni estremità, poi si avvitano sul fianco le tavole della seconda cornice, verso i piedi. Per ultime si montano le quattro tavole che formano la seduta delle panche e il piano del tavolino.
Finitura delle superfici e cuscini
Essendo destinati a stare in esterni, i manufatti devono essere rifiniti con impregnante protettivo, in questo caso color noce scuro. Il pennellino sottile serve per riuscire a dare il prodotto negli spazi fra le doghe.Dando più mani di impregnante, intercalate con passate di carta vetrata medio-fine, si ottengono superfici gradevoli al tatto, perfettamente lisce e che trattengono meno le gocce d’acqua, quindi resistono meglio alle intemperie.Le superfici del legno lisce e vellutate sono un imperativo per questo tipo di manufatti, tuttavia le panche fai da te richiedono anche cuscini che rendano più morbida la seduta. Sono facilmente realizzabili su misura con gommapiuma e tessuto pesante di cotone bianco.
Scopri come pulire il metallo ossidato con metodi efficaci e semplici per farlo tornare splendente
Il metallo è un materiale resistente e versatile, ma con il tempo tende a ossidarsi, perdendo lucentezza e mostrando macchie scure o ruggine. Se ti stai chiedendo come pulire il metallo ossidato, sappi che esistono diverse tecniche fai da te, semplici ed efficaci, per riportarlo alla sua condizione originale.
Che si tratti di rame, ottone, ferro o acciaio, ti spiegheremo passo dopo passo i metodi migliori per eliminare l’ossidazione.
Perché il metallo si ossida?
L’ossidazione si verifica quando il metallo entra in contatto con l’umidità e l’ossigeno presenti nell’aria, generando una patina scura o della ruggine. Questo fenomeno naturale è più frequente nei metalli come ferro, rame e ottone.
Anche i metalli più resistenti come l’acciaio inossidabile possono opacizzarsi con il tempo. La buona notizia è che esistono numerosi rimedi casalinghi e prodotti specifici per eliminare l’ossidazione e ridare vita al tuo oggetto metallico.
Rimedi naturali
Aceto e sale
L’aceto è uno dei rimedi naturali più efficaci per eliminare l’ossidazione. Ecco come procedere:
Mescola aceto bianco e sale grosso in una ciotola fino a creare una pasta densa.
Applica la miscela sulla superficie ossidata con un panno morbido.
Lascia agire per circa 15 minuti.
Strofina delicatamente con una spugna o uno spazzolino per rimuovere l’ossidazione.
Risciacqua con acqua pulita e asciuga accuratamente.
Questo metodo è particolarmente indicato per rame e ottone.
Bicarbonato di sodio
Tra i nostri consigli su come pulire il metallo ossidato troviamo il buon vecchio bicarbonato. Questo è perfetto per rimuovere ossidazioni leggere e macchie superficiali. Procedi così:
Crea una pasta mescolando bicarbonato di sodio e un po’ d’acqua.
Applica la pasta sulla parte ossidata.
Strofina delicatamente con un panno morbido o una spazzolina.
Risciacqua bene e asciuga con cura.
Questa tecnica è utile per acciaio e metalli meno delicati.
Limone e sale
Il limone, grazie alla sua acidità naturale, è un eccellente alleato contro l’ossidazione. Ecco i passaggi:
Taglia un limone a metà e cospargi la superficie con sale fino.
Strofina il limone sulla parte ossidata esercitando una leggera pressione.
Lascia agire per 10-15 minuti e risciacqua con acqua pulita.
Asciuga bene il metallo con un panno morbido.
Questo rimedio funziona bene su rame e ottone, ma può essere utilizzato anche su piccole superfici di ferro.
Come pulire il metallo ossidato con prodotti specifici
Se i rimedi naturali non sono sufficienti, puoi ricorrere a prodotti specifici per la pulizia dei metalli. Esistono paste abrasive, spray e creme lucidanti formulati appositamente per rimuovere l’ossidazione senza danneggiare la superficie. Ecco come utilizzarli:
Applica il prodotto seguendo le istruzioni sulla confezione.
Usa un panno morbido per distribuirlo uniformemente.
Strofina delicatamente con movimenti circolari fino a eliminare le macchie.
Risciacqua o asciuga, se richiesto.
Questi prodotti sono ideali per acciaio, argento e altri metalli pregiati.
Prevenire l’ossidazione
Per mantenere il metallo splendente più a lungo, ecco alcuni consigli utili:
Asciuga sempre il metallo dopo averlo lavato o esposto all’umidità.
Applica una cera protettiva o un prodotto antiossidante per creare una barriera contro l’ossigeno.
Conserva gli oggetti metallici in luoghi asciutti e ben ventilati.
Evita l’utilizzo di spugne abrasive che potrebbero graffiare la superficie.
Con una manutenzione regolare, potrai prevenire la formazione di ossidazione e ruggine, mantenendo il metallo brillante e in perfette condizioni.
Ora che sai come pulire il metallo ossidato, non ti resta che scegliere il metodo più adatto al tipo di metallo che devi trattare. Che tu preferisca rimedi naturali come aceto, bicarbonato e limone, o prodotti specifici, l’importante è agire con delicatezza per non danneggiare la superficie.
Seguendo i consigli di prevenzione, potrai prolungare la vita dei tuoi oggetti metallici e mantenerli sempre splendenti. Non dimenticare: un po’ di impegno e cura fanno la differenza!
I gasbeton prezzi non sono elevati, ma prima di acquistare occorre conoscere diverse cose
Se sei interessato ai prezzi del gasbeton, sei nel posto giusto! Il calcestruzzo cellulare, noto anche come Gasbeton, Betoncell, Ytong e Siporex, è un materiale molto versatile e ampiamente utilizzato nel settore edile. Questi nomi sono in realtà marchi registrati di diverse aziende produttrici, ma tutti si riferiscono a materiali con caratteristiche simili.
Caratteristiche del Gasbeton
Il gasbeton è apprezzato per la sua leggerezza, facilità di lavorazione e proprietà isolanti. Ecco alcune delle sue caratteristiche principali:
Leggerezza: I blocchi di gasbeton sono molto più leggeri rispetto ai materiali tradizionali, il che facilita il trasporto e la manipolazione.
Isolamento Termico e Acustico: Grazie alla sua struttura porosa, il gasbeton offre eccellenti proprietà di isolamento termico e acustico.
Facilità di Lavorazione: Può essere facilmente tagliato, forato e sagomato con strumenti comuni, rendendolo ideale per progetti fai-da-te.
Tipologie di Gasbeton
Esistono diverse tipologie di gasbeton che variano per dimensioni e forma:
Blocchi: Disponibili in varie dimensioni, alcuni con maschiature e scanalature per facilitare l’incastro.
Tavelle: Sono particolarmente adatte per la realizzazione di strutture fai-da-te come muretti divisori, cucine in muratura e scaffalature.
Pezzi Speciali: Come angoli e giunti, utili per applicazioni specifiche.
Prezzi Gasbeton 2025
Blocchetti Cemento: Nel 2025, i prezzi dei blocchi in Gasbeton hanno subito alcune variazioni rispetto all’anno precedente, influenzati da fattori come l’inflazione, i costi delle materie prime e le dinamiche di mercato. Di seguito, una panoramica aggiornata:
Blocchi Gasbeton presso rivenditori locali:
Dimensioni 625x250x80 mm: Il prezzo per singolo blocco è di circa 3,60 €.
Dimensioni 625x250x100 mm: Il prezzo per singolo blocco è di circa 4,00 €.
Prezzi per metro quadrato (m²):
Spessore 80 mm: Circa 38 €/m².
Spessore 100 mm: Circa 40 €/m².
Spessore 200-250 mm: Circa 52 €/m².
Questi prezzi includono sia la fornitura che la posa in opera dei blocchi.
Prodotti speciali:
GASBETON® ACTIVE: Blocco super-isolante in calcestruzzo cellulare per murature esterne, progettato per offrire elevate prestazioni termiche. Per informazioni dettagliate su prezzi e specifiche, è consigliabile consultare il listino ufficiale del produttore.
Si noti che i prezzi possono variare in base al rivenditore, alla regione e alle quantità acquistate. Per ottenere informazioni più precise e aggiornate, è consigliabile consultare i listini ufficiali dei produttori o contattare direttamente i rivenditori locali.
Blocco Ytong: I prezzi dei blocchi Ytong variano a seconda della tipologia, delle dimensioni e dell’uso previsto. Per una panoramica aggiornata dei prezzi dei blocchi Ytong, consulta il listino prezzi ufficiale Ytong.
Gasbeton Bacchi: Per i prezzi aggiornati dei prodotti gasbeton Bacchi SPA, visita il sito di Bacchi SPA.
Come lavorare con il gasbeton
Il gasbeton è molto versatile e facile da lavorare. Ecco alcuni suggerimenti:
Taglio e Sagomatura: I blocchi hanno dimensioni standard di 60×25 cm e spessori variabili da 5 a 30 cm. Possono essere tagliati con un segaccio comune o una sega a mano.
Forature e Incavi: Per creare fori o scanalature, puoi usare frese e seghe a tazza.
Finitura: Per smussare gli spigoli, puoi utilizzare una raspa da legno o una carteggiatrice.
Vantaggi e svantaggi
Vantaggi:
Ottima capacità di isolamento termico e acustico.
Facilità di lavorazione e adattabilità a diverse applicazioni.
Prezzi generalmente competitivi rispetto ad altri materiali da costruzione.
Svantaggi:
Può essere meno resistente rispetto ad altri materiali in alcune applicazioni strutturali.
La qualità può variare a seconda del produttore, quindi è importante scegliere fornitori affidabili.
Il gasbeton rappresenta una scelta eccellente per molte applicazioni edilizie grazie alla sua leggerezza, facilità di lavorazione e proprietà isolanti. Con i prezzi competitivi del 2025 e la varietà di opzioni disponibili, è possibile trovare soluzioni adatte a qualsiasi progetto. Assicurati di considerare le caratteristiche specifiche del materiale e i tuoi requisiti di progetto per ottenere i migliori risultati.
Se hai ulteriori domande sui prezzi o sull’uso del gasbeton, non esitare a contattarci o visitare i link forniti per informazioni aggiornate.
Con pannelli di multistrato di due spessori e un po’ di listelli di ramin di diversa sezione, si costruisce questa vetrinetta per bagno fai da te, nata per essere collocata in appoggio, ma talmente robusta che può anche essere fissata a parete
Due pannelli di legno multistrato di pioppo di diverso spessore e qualche listello di abete sono sufficienti per realizzare in poco tempo questa vetrinetta per bagno, contando sul fatto che molte superfici sono poi costituite dai vetri: oltre alla porticina, anche i fianchi del mobile, e i due frontalini fissi laterali, leggermente rientranti rispetto a questa.
Quello che colpisce di questa vetrinetta per bagno fai da te è proprio la forma, con il volume centrale che si sviluppa in avanti, oltre alla scelta di applicare vetri anche nelle sezioni laterali, cosa che dona al manufatto leggerezza e grazia. La forma a due volumi non ha impedito il posizionamento alla base del mobile di una fascia dedicata ai cassetti, tre in tutto, di cui quello centrale risulta ovviamente più profondo rispetto ai laterali.
Le parti piane orizzontali del mobile sono realizzate con legno multistrato spesso 22 mm, come anche alcuni pezzi verticali a carattere strutturale: per esempio i fianchi alla base, le tramezze interne di separazione fra i cassetti e i montanti che fiancheggiano lo sportello. Il dorso della vetrinetta per bagno, i cassetti e le cornici dell’antina sono fatti, invece, con multistrato spesso 10 mm. Il resto è tutto fatto con listelli di ramin di varia sezione.
I vetri fissi sono bloccati con piccoli listelli profilati a quarto d’uovo, con estremità tagliate a 45°, fissati con sottili chiodini senza testa.
Costruzione passo passo
Per fare la base, il piano intermedio e il top del mobile, si tagliano tre pannelli rettangolari identici di multistrato da 22 mm di spessore, poi si sagomano tutti rimuovendo due uguali porzioni riquadrate negli angoli anteriori.Per l’appoggio corretto dei vetri si crea una cornice con i listelli di ramin e poi si aggiungono altri listelli, più sottili, per realizzare una battuta. Tutti questi sono fissati con viti (i più grandi) e con chiodini senza testa (gli altri), con aggiunta di colla vinilica.Nella parte alta della vetrinetta per bagno, il top è avvitato sui due fianchetti mediani e sui quattro listelli montanti agli angoli che fanno parte della cornice dei vetri laterali.Sullo spazio disponibile si realizza di conseguenza la cornice in ramin dell’antina. I listelli hanno angoli tagliati a 45° e le giunzioni sono fatte con quattro viti, una per ogni angolo, messe dal fianco. Le sedi viti devono essere svasate per avere le teste sotto filo piano, in modo da poterle nascondere con un po’ di stucco per legno.La prova di posizionamento della cornice dell’antina è fondamentale per verificare che ci sia un minimo spazio di gioco per la sua movimentazione; in caso di imperfezioni si può anche provvedere levigando quanto basta la cornice per il perfetto inserimento. Nel contempo è l’occasione per marcare la posizione delle cerniere sulla cornice e sul montante al quale vanno fissate. I cassetti della vetrinetta per bagno sono interamente fatti con multistrato da 10 mm: pareti tutte (laterali, posteriore e interne), fondo e frontalino, che va in battuta sui fianchi. Con l’intenzione di colorare il tutto con smalto bianco non ci sono problemi per i fissaggi fatti con chiodi senza teste, poi stuccati per non rilevare neppure i piccoli avvallamenti.
Questa vetrinetta fai da te è l’idea perfetta per aggiungere funzionalità e un tocco di stile unico al tuo bagno.
Le feste si avvicinano e con loro il desiderio di avere una casa scintillante e perfetta. L’argenteria, con il suo fascino senza tempo, è un elemento fondamentale per allestire una tavola elegante e raffinata. Ma come far tornare a splendere i nostri preziosi oggetti in argento, magari un po’ anneriti dal tempo? Che siano posate, candelieri o gioielli, questi oggetti donano un tocco di magia a ogni ambiente. FILA Solutions, che accompagna i consumatori praticamente in ogni esigenza domestica, propone un prodotto ad hoc: FEBOL, facilissimo da applicare e che non graffia le superfici. Pronto all’uso, si versa un po’ di liquido su di uno straccio e si strofina. Dopo alcuni minuti si lucida con un panno pulito e asciutto e … come per magia tutto torna a brillare. FEBOL conserva la brillantezza dei materiali ed è adatto anche a rame, ottone e peltro.
In un’epoca dominata dalla plastica e dall’acciaio, il richiamo dei metalli antichi come rame, ottone e peltro esercita un fascino irresistibile, ma il rame si ossida facilmente e crea una patina verde, così dicasi anche dell’ottone e del peltro, che richiedono una pulizia accurata e una cura costante. La polvere, le impronte digitali e le sostanze grasse possono opacizzarne la superficie e comprometterne l’aspetto. Per pulirli correttamente è fondamentale utilizzare prodotti specifici e delicati, evitando l’uso di detersivi aggressivi e abrasivi che potrebbero danneggiare la patina e opacizzare la superficie. Ecco che FEBOL è a supporto di ogni consumatore.
FEBOL: pulizia Lucidante Per Metalli Preziosi
Pulisce e lucida argento, ottone, rame e peltro. conservanto la brillantezza dei materiali. E’ facilissimo da applicare; non graffia le superfici.
Nodiluizione: pronto all’uso.
Applicazione: agitare prima dell’uso. Versare un p. di FEBOL su di uno straccio e strofinare. Attendere alcuni minuti e quindi lucidare con un panno pulito ed asciutto.
Per riscaldare un ambiente sovrastante una cantina o un garage si può arrivare a spendere fino a 1/6 in più, dovendo contrastare la sensazione di freddo avvertibile dal pavimento: bisogna intervenire e isolare il garage, in particolare il soffitto del locale di servizio
Tra gli interventi da eseguire per beneficiare di un buon isolamento termico, in costruzioni non proprio recenti, è facile che ci sia da isolare il garage per risolvere una situazione come quella considerata: la sensazione di “piedi freddi” non è piacevole e anche se il termometro interno ci segnala una temperatura adeguata non avvertiamo alcun comfort.
I locali di servizio presentano, di solito, soffitti piuttosto bassi, ma non tanto da impedire l’applicazione di pannelli isolanti spessi 60-100 mm: qui sono stati utilizzati pannelli di polistirolo espanso sinterizzato autoestinguente rinforzato da uno strato in lana di legno di abete, mineralizzata e legata con cemento Portland.
Dopo l’applicazione dei pannelli non sono necessarie né stuccature né ulteriori finiture, anche dal punto di vista estetico il risultato è apprezzabile; l’incollaggio diventa superfluo in quanto, trattandosi di una posa a soffitto, i pannelli andrebbero comunque stabilizzati con tasselli, tanto vale ricorrere solo al fissaggio meccanico.
Per lo scopo possiamo utilizzare lunghi tasselli a percussione di materiale plastico che abbiano un colore simile a quello dello strato di lana di legno: se i pannelli sono battentati e incastrabili tra di loro basta un solo tassello centrale per ognuno, mentre se hanno i profili squadrati è meglio metterne un paio.
Isolare il garage – Taglio e incastro dei pannelli isolanti
Se i pannelli sono battentati, a quelli che vanno lungo il perimetro, a contatto con le pareti, bisogna asportare il dente laterale.
I pannelli vanno preforati a terra con punte da legno: il foro passante si utilizza poi per marcare quello a soffitto, ovviamente con punta da muro.
Con i tasselli a percussione, dopo aver accostato il pannello agli altri, basta qualche colpo di martello per inserirli e farli espandere.
I pannelli vanno sfalsati sulle file: ciò significa che un pannello per fila va tagliato a misura e la parte necessaria a completare la lunghezza di una fila va posata una volta alla fine e una volta all’inizio.
Rilevata la misura, si può effettuare il taglio con il seghetto alternativo: se si è scelto uno spessore superiore a 70-80 mm l’escursione della lama non permette di tagliare il pannello in una sola passata, lo si può completare tagliando il polistirolo con un segaccio.
Forzandolo leggermente, il pannello tagliato si incastra alla perfezione.
Isolare il garage con prevenzione antincendio
Per isolare il garage, si possono utilizzare i pannelli Multipor, costituiti integralmente da materiale di origine minerale che conferisce compattezza e resistenza meccanica: sono ecocompatibili e riciclabili, la loro struttura porosa permette di avere un isolamento acustico oltre che termico. Sono inoltre ignifughi (reazione al fuoco A1), idrofughi e altamente traspiranti, quindi utilizzati in cantine, garage o passaggi sotterranei assicurano elevate prestazioni e sicurezza. Se vengono applicati a intradosso solaio, fino a uno spessore massimo di 14 cm e nel caso in cui vengano lasciati a vista, è sufficiente incollarli a soffitto, senza la necessità di alcun tassello, verificando che la superficie risulti pulita e priva di parti inconsistenti. Xella Italia
Il taglio dei pannelli si effettua facilmente con una sega a dente sottile, appoggiando il pannello su un piano rigido; il taglio si regola poi con un frattazzo fine.
Il collante si prepara miscelando 20 kg di prodotto in polvere con 8 litri d’acqua pulita; il composto ottenuto si stende su almeno il 70% della superficie del pannello, con una spatola dentata (con risalti di 10-12 mm). Si possono affiancare sul piano di lavoro più pannelli per velocizzare la stesura del collante.
Per mettere in posizione un pannello lo si fa aderire al soffitto col palmo delle mani mediante una leggera pressione uniforme su tutta la superficie, mantenendolo distanziato da quelli adiacenti di un paio di centimetri.
Si fa quindi scorrere il pannello a contatto con gli altri, ottenendo un’adesione per effetto ventosa. I pannelli a soffitto possono essere lasciati a vista e tinteggiati con pittura traspirante per omogeneità cromatica. Per spessori maggiori di 14 cm è necessario usare il pannello Multipor denominato “Speciale DAA-dh” e applicare la malta di incollaggio con spatola con dente da 12 mm. In alternativa si può usare il pannello “Standard” e tassellare ogni singolo pannello. Nel caso di rasatura con malta leggera (fino a 5 mm) deve essere applicata una rete d’armatura in fibra di vetro, tassellata al supporto con il sistema di fissaggio illustrato nelle fasi applicative seguenti.
Si stende uniformemente un primo strato di malta su tutta la superficie isolata. Si applica la rete in fibra di vetro resistente agli alcali. quindi si incide la rete e si fora opportunamente pannello e supporto per il successivo inserimento del tassello a fungo.
Si fissa la vite con avvitatore e si stende il secondo strato di malta su tutta la superficie coprendo anche i tasselli.
Isolare la serranda
Gli isolanti sottili riflettenti sono costituiti da un sandwich di fogli di materiale riflettente alternati a ovatta, schiume o lana di pecora. A seconda dei tipi, lo spessore varia e può arrivare al massimo a 30 mm.
Si incollano i bollini biadesivi sul lato interno della porta del garage, ogni 500 mm in senso orizzontale e ogni 700 mm in senso verticale. La superficie dev’essere pulita e sgrassata.
Attorno alla maniglia bisogna concentrare qualche bollino in più; sugli spigoli e negli incavi degli elementi di irrigidimento si aggiunge il nastro biadesivo.
I teli di isolante termoriflettente si tagliano nella lunghezza necessaria, ritagliandoli in corrispondenza della maniglia e dei tiranti.
I teli vanno applicati sopra i bollini adesivi in senso orizzontale, iniziando dalla parte inferiore della porta.
Si mantiene teso il telo e lo si preme sull’adesivo, applicando poi il nastro per fissarlo in modo stabile.
Con il nastro bisogna sigillare tutte le giunzioni e applicarlo inoltre lungo i montanti e intorno alla porta per garantire la tenuta dell’isolante.
Vantaggi dell’isolamento
Isolare il garage offre numerosi benefici, sia pratici che economici. Un soffitto ben isolato migliora il comfort abitativo delle stanze sovrastanti, eliminando la fastidiosa sensazione di pavimenti freddi. Questo intervento contribuisce anche a un notevole risparmio energetico, riducendo le dispersioni di calore e abbattendo i costi di riscaldamento.
Inoltre, l’isolamento agisce come barriera acustica, attutendo i rumori provenienti dal garage. Oltre a proteggere le strutture dal degrado causato dall’umidità e dalla condensa, isolare il soffitto del garage incrementa il valore complessivo dell’immobile, rendendolo più efficiente e confortevole.
Problemi causati dal mancato isolamento
Non isolare il garage può provocare diverse problematiche. La dispersione termica è uno dei principali svantaggi: il calore delle stanze superiori si trasferisce verso il garage, aumentando i costi del riscaldamento. Inoltre, l’assenza di isolamento favorisce la formazione di condensa e umidità, con il rischio di muffe e danni strutturali nel tempo.
Anche il comfort abitativo ne risente: le stanze sopra il garage risultano spesso fredde e poco accoglienti, nonostante l’utilizzo del riscaldamento. Ignorare l’importanza dell’isolamento può anche portare a una degradazione più rapida dei materiali e a costi di manutenzione più elevati.
Quali materiali scegliere
La scelta dei materiali giusti è fondamentale per isolare il garage in modo efficace. Tra le opzioni più comuni troviamo i pannelli di polistirolo espanso, ideali per interventi fai da te grazie alla loro leggerezza e facilità di installazione. I pannelli in lana di roccia, invece, offrono un eccellente isolamento acustico oltre che termico, ma richiedono una posa più accurata.
Anche gli isolanti termoriflettenti, pur avendo uno spessore ridotto, sono utili per migliorare le prestazioni termiche del garage senza sacrificare spazio.
Quanto si risparmia isolando il soffitto del garage?
Isolare il garage può tradursi in un notevole risparmio economico. Una riduzione della dispersione termica può abbattere i consumi energetici del 15-20%, portando a bollette più leggere.
Inoltre, l’isolamento protegge le strutture da danni legati a umidità e muffe, riducendo i costi di manutenzione nel lungo periodo.
In un’ottica di investimento, il miglioramento dell’efficienza energetica e del comfort abitativo può aumentare il valore dell’immobile, rendendolo più appetibile sul mercato.
Bosch, insieme a Nipoti di Babbo Natale, fa rivivere a “nonna” Maria l’emozione dei viaggi e la passione per la fotografia
Maria Frigerio ha 82 anni e da 4 anni risiede nella RSA Fondazione Anna Borletti di Arosio (Como). Mariuccia, come tutti la chiamano, fin da piccola ha una grande passione: la fotografia. La prima macchina fotografica la riceve in regalo da ragazza grazie a una raccolta punti. Negli anni ‘90 decide di fare del suo hobby una professione. Lascia il suo lavoro di ufficio nell’attività di famiglia e, insieme al marito Ivan, apre un negozio di stampe fotografiche nel centro di Cantù. Mariuccia e Ivan non hanno figli, ma insieme condividono una vita piena di avventure e soddisfazioni, fino al giorno in cui Ivan vola in cielo “per fare le foto al paradiso”. Con la sua reflex e il cavalletto Mariuccia gira il mondo, immortalando i paesaggi e i sorrisi dei bambini. Egitto, Togo, Benin sono alcuni dei viaggi che più le sono rimasti nel cuore. Quando le chiedi che cosa più le manca oggi, lei decisa risponde “La mia macchina fotografica e l’Africa”.
Mariuccia è una delle protagoniste della campagna di comunicazione “Non basta il pensiero”, promossa dal Gruppo Bosch in Italia insieme a “Nipoti di Babbo Natale”, il progetto benefico portato avanti da Un Sorriso in Più Onlus. L’iniziativa della Onlus consente di diventare “nipote” di una persona anziana ospite nelle RSA italiane esaudendo un suo desiderio e instaurando così una relazione unica. Bosch ha voluto ascoltare e raccontare la sua storia per poi realizzare un suo desiderio speciale, legato ai suoi ricordi più belli. Grazie all’aiuto della famiglia e del personale della RSA Fondazione Anna Borletti, sono stati recuperati alcuni degli scatti che Mariuccia non vedeva da tempo, per realizzarne una mostra fotografica all’interno della RSA.
Complice di questa sorpresa Simone Demontis, 29 anni, Brand Manager della divisione Elettroutensili di Bosch Italia che, in veste di “nipote” ha allestito e personalizzato l’installazione. Simone, oltre a essere un esperto di Fai da Te condivide con Maria la stessa passione per la fotografia. È stato lui, infatti, a sorprenderla facendole rivivere per un giorno l’emozione dei suoi viaggi e l’orgoglio di vedere i suoi scatti esposti.
La campagna di comunicazione “Non basta il pensiero” fa parte delle attività di CSR del Gruppo Bosch in Italia. Lanciata nel mese di novembre sui canali social e interni dell’azienda, la campagna ha lo scopo di sensibilizzare il pubblico sul ruolo e sulla condizione degli anziani nella nostra società attraverso il racconto emozionante di alcuni ospiti delle RSA sul nostro territorio. “Non basta il pensiero” vuole essere proprio un invito a riscoprire i sogni, le storie e le esperienze degli anziani che, specialmente nel periodo di Natale, rischiano di sentirsi più soli. La storia della signora Maria Frigerio e la realizzazione del suo desiderio testimoniano il bisogno degli anziani di sentirsi ancora importanti e offre uno spunto di riflessione autentico sul tema della terza età.
Con una larghezza di 15 mm e un’altezza di 10 mm, i listelli si sono rivelati ideali per realizzare il gambo di un’abat-jour in legno dalla forma sinuosa e accattivante
Il torciglione di listelli è ormai un classico che trova applicazione nella realizzazione, sempre molto creativa, di numerosi oggetti come alberi di Natale stilizzati, gambe di tavolini da salotto, soprammobili di vario tipo; il tutto connotato da varianti e proporzioni confacenti al caso specifico. Con lo stesso sistema costruttivo si può realizzare anche il gambo di sostegno di questa abat-jour in legno fai da te, usando in modo semplice ma efficace pochi materiali e pochi attrezzi, ottenendo un eccellente risultato estetico.
In effetti, come più volte abbiamo sottolineato, quando si realizzano oggetti per la casa è molto importante l’estetica e la finitura: le proporzioni devono essere corrette, come certe simmetrie che non sfuggono all’occhio e le superfici devono essere lisce e con spigoli finemente stondati, anche quando è richiesto che siano abbastanza vivi.
Nel caso si usi legno al naturale, come nel lavoro di queste pagine, è doveroso scegliere una specie nobile. Non a caso, qui si sono scelti listelli di ciliegio per parquet, sapendo di poter contare su materiale selezionato, stagionatissimo, diritto e senza imperfezioni, facile da lavorare e bello a vedersi già così, senza finitura.
Per fare il gambo dell’abat-jour in legno si uniscono i listelli, tutti della medesima lunghezza, in modo sfalsato con angolo costante. Per giuntarli correttamente, i listelli si forano al centro con una punta di diametro 6 mm, in modo che possano essere infilati uno dopo l’altro su un tubetto di pari diametro che, oltre a tenerli in posizione, serve come via di transito del filo elettrico per l’accensione della lampadina collocata all’estremità superiore.
Il tubetto che sporge inferiormente si innesta sulla base quadrata, fatta anch’essa con gli stessi listelli. Il portalampada da scegliere è di quel genere con ghiera a vite che consente di applicarvi e fissare un paralume standard, acquistato di misura proporzionata all’abat-jour. Lo stesso portalampada, nella parte bassa, si fissa sul breve tratto di tubetto che sporge sopra i listelli tramite un corto spezzone di tige (tubetto filettato esternamente per questi usi).
Costruzione passo passo
Il sostegno e la base d’appoggio
I listelli di parquet in ciliegio massello, unica risorsa utilizzata per la parte in legno della lampada, hanno una dimensione all’origine 10x15x280 mm.Uno per uno sono levigati accuratamente a mano, con carta vetrata fine, per rendere le superfici adeguatamente lisce.Se ne scelgono 14 e si tagliano a metà ottenendo 28 pezzi lunghi circa 140 mm, poi si forano esattamente al centro con punta di Ø 6 mm.
Bloccando un primo listello nella morsa, si inserisce il tubetto di alluminio Ø 6 mm e si comincia l’incollaggio dei listelli l’uno sull’altro: lo spigolo esterno di quello sotto serve come riferimento per l’allineamento dello spigolo interno di quello successivo. Man mano si tengono fermi con una molletta; al termine si applicano due strettoi, uno per parte.
La base dell’abat-jour in legno si fa unendo 9 listelli affiancati, di cui solo quello centrale è forato al centro, e realizzando una cornice intorno con altri listelli bisellati a 45° alle estremità. La cornice è in doppio strato.
Il blocco di listelli fissati in torsione si unisce alla base inserendo il tubo nel foro al centro, dopo aver spalmato di adesivo vinilico la faccia inferiore del primo listello.
La parte elettrica
Si fa passare il cavo elettrico 2×0,75 mm2, più che sufficiente, essendo bassa la potenza della lampadina di queste lampade.Smontato il portalampada, vi si avvita sino a fondo il pezzetto di tige acquistato insieme, che permette il fissaggio con colla sul tubetto Ø 6 mm.I fili che fuoriescono nella parte alta si collegano ai terminali del portalampada; non c’è un senso o una polarità: uno da una parte e uno dall’altra.Tirando da sotto (con delicatezza) il filo, si porta il blocchetto con i terminali nella sua sede, quindi si avvita la parte alta del portalampada che ferma il tutto.Sotto al basamento dell’abat-jour in legno il filo che esce dal tubetto gira e si fa entrare in un foro praticato a metà di uno dei fianchi, facendolo uscire di lato.A circa 20 cm dalla base si tronca il cavo elettrico per collegare i conduttori a un terminale dell’interruttore e a un cavallotto di rame. Dall’altro terminale dell’interruttore e dal cavallotto partono i conduttori della restante parte di cavo elettrico.All’interno del suo guscio, l’interruttore prende posto al centro, mentre il cavallotto ha il suo spazio di lato. Il cavo in ingresso e in uscita è bloccato dai fermacavi.Il cavo, lungo quanto serve, viene terminato con una spina da 10 A, in questo caso a pipa, per occupare meno spazio.
Divertirsi a realizzare candele artistiche artigianali di ogni genere è facile e divertente
Per realizzare candele artistiche fai da te è oppurtuno conoscere un po’ di più su questi “oggetti”. Può sembrare strano ma oggi si consumano molte più candele artigianali che ai tempi in cui queste erano uno dei pochi mezzi di illuminazione disponibile.
Come in ogni attività che comporta una certa dose di talento artistico quello che non si può insegnare è proprio il passaggio dalla tecnica all’arte della realizzazione delle candele artistiche lavorate a mano. Delle vere sculture in cera.
La moderna candela stearica nasce alla fine del primo quarto dell’Ottocento in ovvia concomitanza con la scoperta che da particolari lavorazioni dei grassi di scarto delle macellerie (ed altri del genere) si poteva economicamente ottenere una sostanza translucida in grado di sostituire la costosa cera d’api e l’ancor più caro spermaceti fino allora usati per fabbricare candele che dessero una luce chiara e senza fumo (o quasi).
Fino ad allora, infatti, la candela, quella buona, di cera d’api, era riservata ai ricchi. I meno ricchi si arrangiavano con le puzzolenti candele di sego (largamente usate per illuminare caserme ed ospedali chissà con quanto piacere di malati e militari), con lumini e lampade ad olio e, da poco tempo, con i primi lumi a petrolio che univano alla puzza una luce rossastra e il costante pericolo di provocare incendi.
Candele nella storia
Sappiamo che la candela nasce nel Medio Evo, ma non sappiamo né dove né quando. La Menorah, il candeliere a sette braccia della fede di Abramo, era alimentato ad olio. Primo cenno certo dell’esistenza delle candele lo abbiamo con la festa della Candelora (il 2 di febbraio), festa in cui si benedicevano le candele, tassativamente di cera vergine, rito documentato dall’undicesimo secolo della nostra era (1001/1100), ma che pare nato nella chiesa d’Oriente (con o senza le candele ?)
Come si fanno candele artistiche?
Come creare candele artistiche? Tutti i progressi della tecnica, le più sofisticate macchine utensili, i procedimenti più complessi con o senza controllo numerico non hanno minimamente influenzato la fabbricazione delle candele artigianali che oggi si fabbricano ancora come al tempo della prima crociata, solo un po’ più rapidamente e neanche tanto.
Si parte dallo stoppino che è una trecciola di lino o di cotone (canapa solo per le candele di sego), imbevuta di sali minerali affini al salnitro che le danno una certa rigidità e ne regolano la combustione riducendo la produzione di fumo (per spegnere una candela, ad ogni modo, il sistema migliore è di stringere la fiamma fra pollice e indice bagnati di saliva).
Ci sono due soli sistemi per fare le candele fatte a mano, ad immersione ed a colata, il primo usato per candele artistiche l’altro per quelle correnti. In entrambi la cera (o il suo equivalente) si fa sciogliere a bagnomaria ad una temperatura variabile secondo il prodotto fra i 50 e i 70 C°, fino a quando cioè assume più o meno la viscosità del miele.
Ad immersione
Nel primo sistema si attacca in fondo allo stoppino un peso e lo si cala nella cera fusa. Si ritira lo stoppino coperto di cera e lo si raffredda in acqua; lo si rimette nella cera, lo si estrae e lo si raffredda, tante volte quante bastano ad ottenere il diametro voluto. E’ così possibile, usando cere di diversi colori, ottenere candele artistiche intagliate, hanno un bell’effetto decorativo.
Con questa tecnica, disponendo di cere di diversi colori, è possibile realizzare oggetti veramente unici. Occorre avere un secchio o un catino pieno d’acqua fredda. Si immerge l’anima nella cera di uno degli scomparti, la si tira subito fuori e la si raffredda nel catino. Ogni bagno aggiunge uno strato spesso circa un mm (poco più, poco meno, secondo il tipo di cera usata): per avere strati più spessi non si deve lasciare più a lungo la candela nella cera fusa dove si rammollirebbe ma fare un numero maggiore di bagni dello stesso colore. Ecco come fare candele artistiche.
★ARTE FATTA A MANO – Queste candele uniche, Rotonde e Senza Profumo, a colonna sono delicatamente scolpite con sofisticati motivi in ARGENTO, e le bellissime curve e immagini si abbinano perfettamente ai toni delicati della cera. E’ adatta a tutti gli ambienti e dedica uno stile artistico alla tua vita di tutti i giorni.
★DECORAZIONE PER LA CASA – Ideale per le Vacanze, Matrimoni, Feste o Altre Occasioni. Elegante centrotavola illuminerà la vostra sala da pranzo e la mensola del caminetto.
★COMBUSTIONE DI LUNGA DURATA – Ore di Combustione: 120 ore o più, 495g*2, D: 7cm, Alt.: 13cm.
★MATERIALE – Stoppino in Cotone, Cera di Paraffina
★SODDISFAZIONE AL 100% - La nostra promessa è quella di fornire un’elevata qualità di prodotti e servizi. Forniamo un rimborso completo e reso per qualsiasi problema riscontrato dopo aver ricevuto il prodotto
Creare che atmosfera romantica con rose fragranza profumata cera reale 3d fiamma tremolante LED candele pilastro che comprendono un telecomando, amerai il timer di spegnimento automatico.. sono perfette per matrimoni e feste o una serata abbastanza per due. Abbiamo solo ad aggiungere qualche finta Candlelight alla tua vita senza il pericolo di incendio
Tecnologia 3d Ture fiamma è il nostro brevetto, rendendo giveu candele senza fiamma praticamente indistinguibili, accuratamente replicare la forma tridimensionale, colore e luce intermittente di una fiamma vera. 360 gradi visivo fiamma offrono un diverso utilizzo esperienze
Si aggrappa a una romantica Fantasy con un pizzico di fragranza Rose, le nostre candele si aggiunge un meraviglioso lieve odore per creare l' atmosfera in cui sono immessi, senza profumazioni oltre la superficie. Godetevi questa funzione due in uno e hanno sempre la tua casa fresco e dolce.
Funzione di controllo remoto e controllo remoto per ogni candela, include un 10 consentendo per una libera e preference-tailored esperienza. Telecomando funzioni: ON/OFF, 4-, 6- e funzione timer consente di programmare le candele in incrementi da ore, costante/luce soffusa, luminoso/dim
Sicuro al 100%. Tutti i vantaggi delle candele tradizionali e nessuno dei negativi. Abbiamo a cuore la propria sicurezza e un rischio di incendio non dovrebbe essere una preoccupazione. No More dripping-hot cera, niente più fumo o preoccuparsi di addormentarsi senza eliminare le candele. Nota: poiché essi sono realizzati con vera cera che può fondere in alcune condizioni
A colata
La produzione candele lavorate a mano con il sistema a colata prevede uno stampo, cilindrico per le candele correnti, delle forme più varie per quelle da arredamento, attraversato assialmente dallo stoppino e nel quale si cola la cera fusa. Nell’industria si hanno stampi multipli in cui lo stoppino attraversa un pistone conico (la punta della candela) che a cera solida si alza, sfornando in un colpo solo dozzine di pezzi.
Una griglia a pettine afferra e solleva il gruppo di candele seguito dagli stoppini, il gruppo dei pistoni si abbassa ed il procedimento si ripete.
Candele decorative intagliate
lo strumento principe per intagliare con delicata precisione la cera è il coltellino a lama fissa e ben affilata compreso nel kit.
Un bagno dopo l’altro, le colature creano sotto la candela una specie di stelo, comodo per maneggiarla ma che poi va tagliato via.
Per un certo tempo (dipende dal diametro della candela) la cera resta morbida da poterla arricciare, curvare annodare.
Per scanalature arrotondate che il coltello non riuscirebbe ad ottenere si usa la miretta, una specie di sgorbia cilindrica, compresa nel kit.