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Specchi fai da te | 4 costruzioni illustrate

Quattro ingegnose soluzioni per aggiungere specchi fai da te nel bagno o in ingresso: dilatano lo spazio e ci consento un rapido controllo del nostro aspetto in qualunque momento della nostra giornata

SOLUZIONE A – La prima carrellata di specchi fai da te parte con uno specchio reggimensola. Un telaio di MDF racchiude un pannello su cui è incollato un ampio specchio, in realtà due, interrotti da altrettante mensole di cristallo su cui appoggiare tutti gli accessori per la rasatura, per l’igiene e per la bellezza. Le mensole sono saldamente incastrate nella struttura di MDF; una lampada fluorescente fissata sul lato superiore del telaio illumina la zona.

Specchio reggimensola fai da te

Specchiarsi in specchi fai da te di propria realizzazione, nel vero senso della parola, non capita tutti i giorni… L’idea che proponiamo consiste proprio nel realizzare uno specchio dotato di mensole in vetro utilizzando pannelli in MDF e colla. A prima vista può sembrare piuttosto difficoltoso, ma in realtà si tratta solo di essere precisi nei tagli dell’MDF (il vetro per le mensole e gli specchi li facciamo tagliare su misura quando li acquistiamo). Il “segreto” della buona riuscita, che semplifica enormemente il lavoro, è quello di preparare due strutture a U in MDF, una grande e una più piccola. Una volta completate le due strutture a U che servono da supporto diretto per l’inserimento dei due specchi fai da te, si applicano i profili laterali, leggermente rialzati rispetto alle strutture, per garantire, appunto, l’inserimento degli specchi. Le due mensole si montano a incastro: la prima si inserisce tra le due strutture a U mentre la seconda mensola si incastra nella parte inferiore della struttura a U più piccola, per poi venire fissata in modo definitivo da un listello di MDF. Il fissaggio a parete viene eseguito utilizzando due tasselli a gancio da incastrare in due fori praticati nella parte interna del listello in MDF superiore. Sfruttando lo stesso principio, possiamo realizzare in alternativa allo specchio un mobiletto pensile, dotato di mensole di vetro.

specchio con mensole

come costruire un telaio per specchio

morsettatura del legno

Le misure dei pezzi che compongono lo specchio fatto in casa sono indicative: non è obbligatorio attenersi a esse, ma è importante tenere in considerazione un giusto fattore di proporzione. Il pannello di MDF da 16 mm costa circa euro 18 al mq. Lo specchio da 5 mm costa euro 35 al mq.

  1. I profili laterali interni si fissano all’ampio pannello in MDF con colla vinilica. Una buona morsettatura è indispensabile per garantire una perfetta tenuta. Si è così ottenuta la struttura a U di maggiori dimensioni.
  2. Il listello superiore va incollato a misura lungo il pannello e sulle teste dei profili laterali. Anche in questo caso è indispensabile mettere in morsa.
  3. La prima mensola di vetro va inserita tra la prima composizione a U (maggiore) e la seconda, sempre a U ma minore. Un lungo listello esterno (700 mm) blocca tutta la struttura.
  4. Si inserisce la seconda mensola di vetro, direttamente a contatto con la composizione a U piccola, per poi serrarla con un listello di MDF. Si morsetta il tutto.
  5. Una volta completata la struttura, la si può appendere a parete utilizzando due tasselli a gancio. Eventualmente è possibile predisporre un punto luce, da fissare sopra lo specchio. I cavi elettrici si nascondono nello spazio tra muro e pannello. 6. Non resta che fissare i due specchi tagliati a misura negli spazi appositamente predisposti. Per il fissaggio si utilizza nastro biadesivo oppure un adesivo siliconico (o acrilico).

SOLUZIONE B – la seconda soluzione per gli specchi fai da te è rappresentata Tre specchi di formato diverso (uno grande e due piccoli) sono fissati alla parete come se fossero cornici per specchi: nascondono però una struttura di legno, simile a un cassetto, chiusa frontalmente da un’anta incernierata sui cui è incollato con adesivo strutturale lo specchio. Una calamita per ogni mobiletto ne assicura la chiusura. Le pareti frontali sgombre, di un bell’arancione, si riflettono negli specchi e creano una continuità che rende i medesimi praticamente invisibili.

Specchi fai da te con pensili mimetici

cornici specchi

In bagno uno specchio in più fa sempre comodo. Una soluzione molto funzionale e poco complicata da mettere in pratica consiste nel costruire più mobiletti suddivisi in scomparti da fissare a parete, ricoprendo lo sportello con uno specchi fai da te di dimensioni maggiori di alcuni centimetri; il contenitore più grande va collocato sopra il lavabo, mentre gli altri due fanno da “satelliti”, disposti con lo stesso criterio che si utilizza appendendo i quadri. La sospensione a parete si effettua con piastrine forate (attaccaglie) che si agganciano ai tasselli a muro. I mobiletti pensili con lo sportello a specchio hanno una buona profondità per poter contenere tutto ciò che serve in bagno.

ripiano con specchio

materiali fai da te

Cosa serve per costruire specchi fai da te mimetici:

  • MDF da 4 mm (2 pezzi 750×650 mm e 4 da 240×240 mm);
  • listelli sezione 10×80 mm e 20×70 mm;
  • specchi spessore 4 mm con angoli arrotondati (1 da 800×700 mm e 2 da 300×300 mm);
  • 3 calamite;
  • 14 bulloni 3×20 mm completi;
  • viti 3×16 mm;
  • 7 cerniere;
  • chiodini 1,5×30 mm;
  • adesivo per specchi;
  • colla vinilica;
  • attaccaglie e tasselli
costruire una cassetta

incollare uno specchio

  1. Si costruiscono i telai a U dei tre mobiletti, inclusi i ripiani interni, dopo averne smussato di 20 mm l’angolo superiore dal lato dove è prevista l’articolazione dello sportello.
  2. Per l’assemblaggio è sufficiente incollare perpendicolarmente i listelli e stabilizzare l’unione con l’inserzione di alcuni chiodini, mantenendo la precisione nel formare gli angoli retti.
  3. Dopo aver incollato il quarto listello, più basso di 20 mm rispetto al resto del telaio, si applica il fondo, stendendo la colla vinilica sul bordo dei listelli e conficcando alcuni chiodini.
  4. Per poter fissare le cerniere allo sportello occorre incollare all’interno del medesimo due spessori (distanziati, tra loro e dai lati perpendicolari, dello spessore del telaio, a filo dello sportello per la lunghezza) che compensano la porzione triangolare asportata dai listelli trasversali.
  5. Bloccando lo sportello al telaio con morsetti si traccia la posizione delle cerniere e dopo aver praticato i fori si fissano al telaio con i bulloncini.
  6. Per fissarle allo sportello, avendo uno spessore sufficiente, si usano viti da 3×16 mm.
  7. Il mobile più grande può essere suddiviso in più scomparti prevedendo anche un separatore verticale. Considerato il maggior peso dello sportello, per un fissaggio più stabile è meglio utilizzare tre cerniere.
  8. Per ovvi motivi estetici, anche la parte interna deve essere smaltata, anche non dello stesso colore dell’esterno.
  9. Lo specchio dev’essere capovolto su una superficie morbida e pulita per evitare graffi e scivolamenti mentre si centra lo sportello, riportandone il perimetro sul retro.
  10. Si utilizza un adesivo strutturale per vetri e specchi; si congiungono con precisione le parti esercitando una pressione uniforme e asportando l’adesivo che fuoriesce lungo il bordo.
  11. Quando lo smalto è asciutto e l’adesivo ha fatto presa si può rimontare lo sportello completo di specchio; dal lato interno si inseriscono le rondelle e i dadi e si serrano i bulloncini con un cacciavite e una chiave a forchetta.
  12. Per mantenere chiusi gli sportelli si ricorre a una calamita per ciascun mobiletto. Per il fissaggio al muro è opportuno prevedere un paio di tasselli a vite che, una volta forato il fondo dei mobiletti, li blocchino a parete.

SOLUZIONE C – La terza soluzione degli specchi fai da te è rappresentata da un Semplice ed essenziale specchio che non ha cornice in primo piano, ma nello spessore: chi direbbe che proprio in quei pochi millimetri di spessore è nascosto un secondo telaio di poco più piccolo del primo, fornito di ripiani con ringhierine! In questo inimmaginabile nascondiglio possiamo conservare documenti, oggetti preziosi e altre cose che non vogliamo lasciare in vista.

Specchi fai da te fantasia

specchio con vano interno

Sembra un semplice specchio incorniciato con listellini di nemmeno 30 mm di spessore, ma nel suo spessore è celato un segreto, in quanto lo specchio vero e proprio è applicato su una cornice incernierata, lungo il bordo superiore, a una seconda cornice fissata alla parete. Questa fa da supporto a quattro ripiani protetti da una ringhierina; altre due ringhierine sono incollate una al listello di base (che diventa ripiano sfruttabile) e l’altra a quello di testa (sul fondo del ripiano). I due telai, realizzati con strisce di legno di soli 9 mm di spessore, si incastrano perfettamente l’uno dentro l’altro con pochissimo gioco. In questo modo lo specchio può essere ruotato verso l’alto, accedendo al vano interno. In questo spazio alcuni ripiani con ringhierina anteriore permettono di custodire documenti o oggetti piccoli e di valore.

telaio di legno

taglio

  1. I lati corti del telaio di supporto si costruiscono incollando due listelli spessi 9 mm ad angolo retto.
  2. Ai lati corti vanno avvitate le estremità dei listelli che formano i due lati lunghi del telaio.
  3. Lungo il bordo della cornice si applica un cordone di adesivo di montaggio adatto per bloccare vetri e specchi.
  4. La cornice dello specchio si collega al telaio con un pezzo di cerniera a metro, tagliata nella lunghezza opportuna.
  5. Al telaio di legno da fissare a parete è avvitata la cerniera a metro che, a sua volta, regge il secondo telaio con lo specchio.
  6. Lo specchio si solleva verso l’alto per accedere al contenuto del nascondiglio; l’assenza di impugnatura rende difficile immaginare che in quell’esiguo spessore possano nascondersi dei valori.

SOLUZIONE D – Facile trovare dal robivecchi o nella soffitta della nonna un armadio con le ante a specchio come era di moda una volta: lo specchio con la sua struttura e la sua cornice di legno diventa un originale complemento d’arredo per l’ingresso appoggiandolo semplicemente alla parete. La cornice di legno deve essere sverniciata e smaltata con una tinta chiara che lasci risaltare le modanature; il rametto con foglie in pasta da modellare è un tocco creativo della realizzazione, ma può essere sostituito con qualsiasi altro frutto del nostro estro.

Specchio Shabby Chic

 

specchio shabby chic

Un’anta di un vecchio armadio, dall’aria cupa e severa, si trasforma in un elemento d’arredo utile, ma anche decorativo, ingentilito dalle morbide tinte crema e lillà e dall’aggiunta di un delicato ramoscello. Può essere semplicemente appoggiata al muro o appesa con un robusto tassello.

fai da te

Per la realizzazione servono:

  • uno specchio (è facile trovare da un robivecchi un vecchio specchio originariamente inserito nell’anta di un armadio con la sua caratteristica cornice di legno),
  • pasta per modellare tipo legno,
  • primer,
  • smalto ad acqua crema e lillà Paramatti,
  • pennello,
  • pistola per colla a caldo,
  • cutter,
  • spatola,
  • stucco,
  • cacciavite,
  • ramoscello secco,
  • carta da pacco,
  • nastro da carrozziere,
  • carta vetrata

Riparare e smaltare

riparare il legno

  1. Con l’aiuto di un cacciavite rimuoviamo le cerniere che fissavano l’anta all’armadio e anche la serratura.
  2. Stucchiamo accuratamente le sedi della serratura e delle cerniere rimosse con uno stucco leggero in pasta.
  3. Con un foglio di carta da pacco e nastro maschera alto circa 50 mm proteggiamo lo specchio in modo da evitare di macchiarlo con lo smalto.
  4. Carteggiamo la superficie della cornice con carta vetrata a grana molto fine, per rimuovere tutte le tracce della vecchia vernice.
  5. Con un pennellino applichiamo sulla cornice una mano di primer che rende la superficie porosa e costituisce una base ideale per la verniciatura successiva. Quando il primer è asciutto, stendiamo una mano di smalto all’acqua color crema; lasciamo asciugare e se necessario stendiamo una seconda mano.
  6. Applichiamo il colore lillà sulle parti in rilievo, usando la tecnica del “pennello asciutto”: prima di stendere il colore, passiamo il pennello su un foglio di carta finché lascerà un traccia leggerissima; in questo modo il colore non entrerà nelle scanalature.

La decorazione

creare decorazioni

  1. Stendiamo un pezzetto di pasta da modellare tipo legno su una tavoletta di masonite, aiutandoci con un piccolo rullo: la sfoglia deve risultare piuttosto sottile.
  2. Premiamo una piccola foglia (vera o di stoffa) sulla sfoglia per imprimervi le venature e tagliamo la sagoma con il cutter; modelliamo allo stesso modo tutte le foglie necessarie.
  3. Finché la pasta è morbida, applichiamo le foglioline al ramo: modelliamole in modo che la loro posizione risulti naturale.
  4. Dipingiamo il ramoscello e le foglie con lo smalto color crema: per fare questo è consigliabile fissare il ramoscello su una base (ad esempio una spugna da fiorista) in modo che resti diritto.
  5. Con la colla a caldo attacchiamo il ramoscello alla cornice nell’angolo in alto a sinistra dello specchio.
  6. Rifiniamo lo specchio dipingendovi il ramo riflesso con lo smalto color crema, usando un pennello sottile.
specchio ad anta decorato

Tendenze attuali per specchi fai da te: idee innovative per il 2025

Nel panorama dell’arredo contemporaneo, gli specchi fai da te si rinnovano con soluzioni che uniscono funzionalità e design. Oltre a riflettere lo spazio e dare profondità agli ambienti, oggi gli specchi diventano veri e propri elementi multifunzionali. Una delle tendenze più apprezzate è l’integrazione della tecnologia: specchi dotati di illuminazione LED integrata, sistemi antiappannamento e persino connettività Bluetooth per riprodurre musica o ricevere notifiche mentre ci si prepara. Soluzioni ideali da integrare sia nei bagni moderni che negli ingressi hi-tech.

Grande attenzione anche ai materiali: si prediligono forme organiche e finiture naturali, come il legno grezzo o riciclato. Questo approccio si inserisce perfettamente nello stile “Primary Play”, che prevede linee morbide, colori vivaci e un design che strizza l’occhio alla spensieratezza dell’infanzia.

Chi ama il fai da te oggi può anche cimentarsi nella creazione di specchi utilizzando elementi di recupero, come vecchie persiane, ante di armadio o addirittura pallet, perfetti per realizzare specchi a tutta parete o con vani contenitori nascosti. Oltre al risparmio economico, si ottiene un oggetto originale e sostenibile.

Costruire trampoli fai da te in legno | Guida passo-passo

I pregi dei trampoli fai da te sono il costo limitato, l’altezza regolabile, entro i limiti della prudenza e dell’abilità, e la facilità costruttiva

Costruire trampoli non è difficile: l’unica piccola difficoltà sta nel forare con precisione gli elementi del reggipiede e i due piantoni; una semplice dima autocostruita rende possibile eseguire i fori dove devono essere. L’uso è più semplice di quanto possa sembrare a prima vista. Accostati i trampoli ai fianchi, tenendone la cima dietro la schiena, si sale su uno dei due poggiapiedi, si sposta leggermente in avanti il peso del corpo e, sollevandosi sulle braccia, si posa l’altro piede sul secondo trampolo. A questo punto è solo questione di equilibrio: si sposta il peso su un trampolo e aiutandosi con le braccia e le reni si sposta in avanti l’altro, iniziando a camminare. 

Cosa serve per costruire trampoli:

  • Sega per tagli a squadra;
  • trapano;
  • punta Ø 8 mm;
  • seghetto da metalli (eventuale);
  • cacciaviti;
  • levigatrice;
  • pennelli.
  • Listello sezione 35×35 mm meglio se di legno duro ed elastico (l’ideale sarebbe il frassino): 2 pezzi da 130 mm; 2 da 165 mm; 2 da 200 mm;
  • 2 piantoni da almeno 1800 mm;
  • 4 barrette filettate M8 x150 mm con 8 dadi a cupola e 8 rondelle, oppure 4 bulloni testa tonda con quadro sottotesta M8 x150 mm con 4 dadi e 4 rondelle;
  • 2 gommini paracolpi (o analoghi) con viti di fissaggio;
  • vernice di fondo e smalti o altro materiale di finitura

Per costruire trampoli serve un progetto

come costruire dei trampoli 1

Eseguire precise forature

trampoli fai da te

I tre pezzi di ogni poggiapiede si fissano fra loro ed all’asta con barre filettate tagliate a misura (1) o lunghi bulloni. L’interasse dei fori (2), qui di 120 mm, non è una misura vincolante: l’importante è che l’in­terasse sia uguale sia nei fori dei pezzi del poggiapiedi sia in quelli (3, 4 o più secondo l’altezza desiderata per i trampoli) dei piantoni. Con un’assicella e due listelli, quindi, si crea una dima (3) in cui i pezzi entrino di misura. La dima si poggia sui listelli dei poggiapiedi, a filo di un capo, e si fa il primo foro. Il secondo si fa (4) dopo inserito un perno nel primo. Per il piantone si procede allo stesso modo, partendo dal basso e saltando il primo foro.

Smaltatura e montaggio dei trampoli fai da te

colorare il legno

I piantoni e gli elementi dei poggiapiedi si levigano quanto meglio si può e gli spigoli dei piantoni si smussano, interamente sul lato esterno, solo dall’ultimo foro in alto su quello interno. La smussatura rende più comoda l’impugnatura delle aste ed evita strappi ai vestiti. A tutti i pezzi si dà una mano di fondo ben levigata, contro la formazione di schegge. La decorazione è ovviamente a piacere: qui i piantoni sono divisi in tratti più o meno lunghi, ma uguali a coppie (1), rossi, bianchi, verdi e azzurro-cenere, colori richiamati nei poggiapiedi (2), i piantoni, in effetti, sono stati prima interamente smaltati di bianco e poi (1) colorati. Inserite nei fori dei piantoni due barrette filettate, vi si calza l’elemento più lungo dei poggiapiedi poi, sopra un sottile strato di colla il secondo (2), su cui si incolla il terzo. Due dadi con rondella stringono assieme i pezzi e li mantengono in pressa (3). Due paracolpi di gomma avvitati sotto la base (3), completano il lavoro.

Se vi piacciono i trampoli, a questo link è possibile acquistare materiale per giocoleria sui trampoli!

🛠️ Aggiornamento tecnico 2025: costruire trampoli fai-da-te in legno con precisione e affidabilità

Evoluzione dei materiali e miglioramenti strutturali

Negli ultimi anni si è assistito a un’evoluzione nei materiali impiegati per la costruzione dei trampoli fai-da-te. Oltre al tradizionale legno di frassino, sono oggi preferiti legni duri come faggio o rovere, scelti per l’elevata resistenza meccanica e la buona risposta elastica sotto carico dinamico. Tali essenze, opportunamente stagionate, riducono il rischio di fessurazioni e migliorano la stabilità generale della struttura.

Per incrementare la resistenza alla torsione e alla flessione laterale dei piantoni, si consiglia l’adozione di profili leggermente maggiorati (es. sezione 40×40 mm), soprattutto per trampoli destinati a utenti adulti o per impieghi intensivi. L’inserimento di inserti filettati in ottone nelle sedi di fissaggio consente inoltre una maggiore tenuta e una migliore ripetibilità dei montaggi e smontaggi.

Tecniche avanzate di assemblaggio

Nel 2025, la precisione dell’assemblaggio è ulteriormente migliorata grazie all’impiego di dime modulari regolabili in MDF o plexiglass, che permettono una foratura perfettamente allineata con margine d’errore inferiore a 0,5 mm. Questo garantisce un innesto fluido dei poggiapiedi e una simmetria precisa tra i due lati.

Per l’unione degli elementi si tende ora a preferire bulloneria M10 a testa bombata con incasso a brugola, in sostituzione dei classici M8, per una maggiore robustezza strutturale. Le rondelle di sicurezza autobloccanti e i dadi a frizione vengono adottati per evitare allentamenti progressivi durante l’uso prolungato.

Ottimizzazione dell’ergonomia e finiture

Anche l’ergonomia dei trampoli è stata oggetto di attenzione: l’aggiunta di impugnature gommate antiscivolo nella parte superiore dei piantoni agevola la presa e riduce l’affaticamento muscolare. Gli spigoli vengono ora lavorati con raggiatura di precisione CNC per migliorare comfort e sicurezza.

Per le finiture, si predilige l’utilizzo di vernici poliuretaniche ad alta resistenza con filtri UV integrati, che proteggono il legno dall’umidità e dai raggi solari, prolungando la durata dei trampoli anche in condizioni di utilizzo all’aperto.

Arte del saper fare: intelligenza umana VS intelligenza artificiale

Tratto da “Far da sé n.542 – Aprile/Maggio 2025″

Autore: Nicla de Carolis

Partiamo dalle parole: tékne, l’arte del saper fare, dal greco antico Τέχνη, da cui a sua volta deriva la parola tecnico, “persona che detiene una particolare competenza in un’arte, o scienza, o disciplina, o attività, soprattutto nelle sue applicazioni pratiche…”. Ho rivolto a ChatGPT, il software di intelligenza artificiale che risponde alle domande degli utenti attingendo ai miliardi di informazioni che trova sul WEB, questa domanda che spesso mi sono fatta in presenza della complessità di certi lavori artigianali: “Come l’intelligenza artificiale si sostituirà completamente a un tecnico o a un artigiano, un elettricista, un idraulico, un falegname, ecc”.

Questa la parte saliente dell’argomentata risposta : “L’intelligenza artificiale (IA) sta rivoluzionando molti settori, ma la sua capacità di sostituire completamente un tecnico o un artigiano, come un elettricista, un idraulico, un carpentiere, un muratore o un falegname, è ancora piuttosto limitata. Questi mestieri richiedono un mix di abilità manuali, esperienza pratica e capacità di adattamento che attualmente le macchine faticano a replicare”. Devo di dire che la risposta mi ha lasciato piuttosto stupita per oggettività e precisione dei termini. ChatGPT aggiunge, per avvalorare la risposta: “… ci sono robot che eseguono lavori ripetitivi come posare mattoni, tagliare pezzi di legno, ma non riescono ancora a svolgere attività che richedono una capacità di problem-solving e adattabilità…”.

Le competenze manuali e l’esperienza maturata sul campo restano quindi insostituibili in situazioni non standardizzate per raggiungere un obiettivo; il pacchetto di capacità necessario per essere un artigiano/un tecnico e aggiungo, senza timore di essere smentita, un fardasé, è comunque fuori dalla preparazione dei più, parlo anche di persone molto istruite. Riconciliarsi con la cassetta degli attrezzi non è qualcosa di sminuente e poco chic; ora, confortati anche da quanto dice ChatGPT, pare proprio che questo tipo di saper fare rimanga una prerogativa distintiva della nostra intelligenza dalle mille sfaccettature, difficilmente replicabile, almeno per il momento. I vostri progetti pubblicati in ogni numero di FAR DA SÉ sono un esempio inconfutabile di come la mente umana di persone con conoscenze, esperienze concrete, versatilità, curiosità, possa generare idee e realizzare progetti in autonomia.
Concludo dicendo che sarò molto lieta e curiosa di poter godere del servizio di un robot dotato di quel tanto di intelligenza artificiale sufficiente per svolgere i lavori domestici, attività che certo non si possono definire creative e divertenti.

Pulizia piastre in ghisa | I segreti per una manutenzione impeccabile

La pulizia delle piastre in ghisa è un’operazione essenziale per preservarne le caratteristiche e prolungarne la durata

Le piastre in ghisa sono un elemento fondamentale per gli appassionati di barbecue e cottura alla griglia. Grazie alla loro capacità di mantenere e distribuire il calore in modo uniforme, consentono di ottenere cibi perfettamente cotti con una croccantezza e un sapore ineguagliabili. Tuttavia, per preservarne la qualità nel tempo, è essenziale eseguire una corretta pulizia delle piastre in ghisa, evitando l’accumulo di residui di cibo e prevenendo la formazione di ruggine.

Caratteristiche delle piastre in ghisa e utilizzo nel barbecue

Le piastre in ghisa sono realizzate con un materiale noto per la sua eccellente ritenzione del calore. Questo consente una cottura uniforme e una distribuzione efficace della temperatura, evitando sbalzi termici che potrebbero compromettere la preparazione dei cibi.

Utilizzate principalmente nei barbecue, le piastre in ghisa sono ideali per grigliare carne, pesce e verdure, garantendo una cottura omogenea e un sapore intenso grazie alla reazione di Maillard, che conferisce alle pietanze una crosticina dorata e croccante.

Procedimento per la pulizia delle piastre in ghisa

La corretta pulizia delle piastre in ghisa è importante per mantenerne l’efficienza e la durata nel tempo. Dopo ogni utilizzo, è consigliabile rimuovere i residui di cibo con una spatola o una spazzola apposita, preferibilmente quando la piastra è ancora tiepida. Successivamente, un panno umido o una spugna non abrasiva aiuteranno a eliminare eventuali tracce di grasso e residui più ostinati.

Se necessario, si può utilizzare acqua calda per ammorbidire lo sporco, evitando però l’uso di saponi aggressivi che potrebbero compromettere la superficie della ghisa.

IMPORTANTE: dopo la pulizia, è fondamentale asciugare accuratamente la piastra per prevenire la formazione di ruggine.

Prodotti da utilizzare per la pulizia: chimici e naturali

Per la pulizia delle piastre in ghisa, esistono diverse opzioni, sia chimiche che naturali.

Detergenti chimici per la ghisa

I detergenti chimici sono spesso formulati per agire in modo rapido ed efficace, specialmente per rimuovere residui ostinati e accumuli di grasso. È importante scegliere detergenti non abrasivi per evitare danni alla superficie in ghisa.

  • Detergenti sgrassanti non abrasivi: Questi detergenti sono progettati per dissolvere i residui grassi e gli oli accumulati sulla superficie della ghisa. Funzionano bene su piastre che hanno subito un uso intenso, rimuovendo le macchie più resistenti. Sono spesso disponibili sotto forma di spray e si applicano facilmente sulle superfici da pulire.
  • Detergenti specifici per ghisa o per cucina: Alcuni detergenti chimici sono progettati specificamente per la ghisa o per superfici da cucina. Questi detergenti si concentrano sull’azione sgrassante, ma sono delicati sulla superficie, evitando di danneggiarla o di lasciare residui tossici.
  • Detergenti a base di cloro o candeggina: Anche se generalmente non consigliati per l’uso quotidiano, possono essere utilizzati in casi di forte incrostazione o macchie difficili. Tuttavia, è fondamentale risciacquare accuratamente dopo l’uso per evitare il rilascio di vapori dannosi o l’alterazione del sapore dei cibi.
pulizia piastre in ghisa

Soluzioni naturali

I prodotti naturali sono una scelta ecologica ed economica per la pulizia delle piastre in ghisa. Questi non solo sono meno aggressivi, ma spesso offrono soluzioni altrettanto efficaci per le superfici più delicate.

  • Bicarbonato di sodio: Il bicarbonato di sodio è un ottimo abrasivo delicato che può essere usato per rimuovere le incrostazioni senza danneggiare la superficie in ghisa. La sua azione disincrostante lo rende ideale per eliminare i residui di cibo. Per utilizzarlo, mescolare il bicarbonato con acqua fino a ottenere una pasta. Applicare sulla piastra e lasciare agire per qualche minuto, poi strofinare delicatamente con una spugna non abrasiva. Il bicarbonato aiuta anche a neutralizzare gli odori.
  • Aceto bianco: L’aceto è un potente disinfettante e antigrasso naturale. È ottimo per sciogliere residui di olio e grasso, ed è efficace anche contro le macchie di ruggine leggere. Per utilizzarlo, basta versare una piccola quantità di aceto su un panno o una spugna e passarlo sulla piastra. Se necessario, lasciare agire per qualche minuto prima di risciacquare con acqua calda. L’aceto ha anche un’azione antibatterica che lascia la superficie pulita e igienizzata.
  • Succo di limone: Il limone ha proprietà disinfettanti e sgrassanti. Può essere utilizzato per rimuovere macchie ostinate e per dare una lucentezza alla ghisa. Il succo di limone può essere applicato direttamente sulla superficie o mescolato con bicarbonato di sodio per creare una pasta sgrassante e abrasiva.
  • Sale grosso: Il sale è un altro abrasivo naturale che può essere utilizzato per la pulizia della ghisa. È particolarmente utile per rimuovere incrostazioni di cibo e grasso. Si può utilizzare il sale grosso come esfoliante naturale cospargendo la superficie della piastra e strofinando con un panno morbido o una spugna. Questo metodo è efficace, ma meno abrasivo rispetto ai detergenti chimici.
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Oli e cere per la protezione

Una volta terminata la pulizia delle piastre in ghisa, è fondamentale proteggerle per evitare la formazione di ruggine e per mantenerle in buone condizioni.

Innanzitutto è importante assicurarsi che le piastre siano completamente asciutte, in modo da prevenire la formazione di ruggine. Un metodo efficace è quello di passarle su una fonte di calore per eliminare l’umidità residua.

In seguito si possono applicare prodotti per prolungare la vita della ghisa. Ecco diverse soluzioni naturali che possono essere utilizzate per questo scopo:

  • Olio vegetale o olio di semi di lino: Dopo aver pulito la piastra, è consigliabile applicare uno strato sottile di olio vegetale o di olio di semi di lino per evitare la ruggine e proteggere la superficie. Questo aiuterà anche a mantenere il benessere della ghisa nel tempo, facilitando la cottura e prevenendo la formazione di incrostazioni difficili.
  • Cera d’api: Alcuni preferiscono usare la cera d’api per proteggere la ghisa dopo la pulizia. La cera d’api crea uno strato protettivo che impedisce l’ossidazione e contribuisce a mantenere la piastra lucida.
pulizia piastre in ghisa e manutenzione

Prodotti a base di oli essenziali

Alcuni oli essenziali, come l’olio di tea tree, l’olio di lavanda o l’olio di eucalipto, possiedono proprietà antibatteriche e possono essere aggiunti a miscele di pulizia naturali per una pulizia più profonda e per lasciare un piacevole profumo sulla piastra.

  • Olio di tea tree: Questo olio essenziale ha forti proprietà antimicrobiche ed è utile per disinfettare la superficie e prevenire l’accumulo di batteri.
  • Olio di lavanda o eucalipto: Oltre a profumare la superficie, questi oli hanno anche proprietà disinfettanti e aiutano a mantenere la ghisa in ottime condizioni.

Spazzole e utensili da pulizia

Oltre ai prodotti chimici o naturali, l’uso di strumenti adeguati è cruciale per la pulizia delle piastre in ghisa. È fondamentale utilizzare spazzole o spugne che non danneggino la superficie.

  • Spazzola di acciaio inox: Le spazzole con setole in acciaio inox sono utili per rimuovere la ruggine o gli incrostamenti più difficili senza graffiare la superficie in ghisa. Vanno però usate con cautela, in quanto l’uso eccessivo potrebbe rovinare il rivestimento della piastra.
  • Spugne abrasive: Una spugna abrasiva (non troppo aggressiva) può essere utile per rimuovere i residui di cibo o grasso senza graffiare la superficie della ghisa.

In sintesi, esistono numerosi prodotti e soluzioni naturali efficaci per la pulizia delle piastre in ghisa, che vanno dalla chimica, con detergenti specifici, ai rimedi naturali come il bicarbonato, l’aceto e il limone. Inoltre, non bisogna dimenticare la protezione post-pulizia per mantenere la ghisa in ottime condizioni.

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Consigli aggiuntivi per una perfetta conservazione

Oltre alla pulizia e alla manutenzione regolare, è consigliabile riscaldare le piastre per qualche minuto prima di ogni utilizzo, in modo da eliminare eventuali residui di umidità accumulati. Inoltre, evitare sbalzi termici troppo bruschi aiuta a prevenire crepe o danni strutturali. Con una corretta cura, le piastre in ghisa manterranno le loro proprietà nel tempo, garantendo prestazioni ottimali per ogni grigliata.

Una cura costante si traduce in prestazioni migliori e in una maggiore longevità del barbecue, garantendo sempre il massimo piacere nella preparazione dei cibi alla griglia.

Come aggiustare una cerniera lampo: guida completa

Imparare come aggiustare una cerniera lampo è una competenza utile che permette di risparmiare denaro e prolungare la vita di oggetti e vestiti

La cerniera lampo, genericamente indicata con “zip”, è stata una delle più geniali invenzioni ora utilizzata in miliardi di applicazioni diverse. In plastica o metallo, svolge per molto tempo il suo ruolo di chiusura/apertura ma può capitare che si inceppi, quindi è utile sapere come aggiustare una cerniera lampo.

Anche la zip necessita di una certa manutenzione nel tempo per poter fornire il suo servizio senza difficoltà. Gli interventi su di essa potremmo distinguerli in due categorie: la manutenzione della cerniera lampo ordinaria e quella straordinaria.

Come aggiustare una cerniera lampo?

Tempo richiesto: 1 ora

Lo scopo di capire come aggiustare una cerniera lampo è quella di mantenere sempre facile l’azionamento della cerniera, soprattutto su quegli indumenti o altri oggetti che non vengono utilizzati spesso e che possono, a lungo andare, manifestare difficoltà di scorrimento delle cerniere. Nel caso, non infrequente, che una zip mostri difficoltà di scorrimento l’intervento deve essere più mirato. Vediamo quindi come aggiustare una cerniera lampo

  1. Eliminare i corpi estranei

    Innanzitutto bisogna verificare che nel punto di indurimento o di blocco non vi siano corpi estranei (es. fili di tessuto) inseriti tra i denti. Eventualmente tagliarli ed estrarli con le pinzette.

  2. Spazzolatura delle dentature

    A cerniera completamente aperta si può effettuare una spazzolatura delle dentature con un vecchio spazzolino da denti per eliminare eventuali lanugini, polveri o altri elementi di disturbo.

  3. Eliminare fili superflui

    Con le forbicine conviene tagliare eventuali fili del capo che si trovano nelle immediate vicinanze per evitare che questi si inseriscano tra i denti.

  4. Lubrificazione energica

    Come aggiustare una cerniera lampo?Si parte con una lubrificazione più a base di WD-40 Multifunzione. Per evitare di bagnare ed eventualmente macchiare il tessuto conviene applicare il liquido su uno straccio (non “sfilaccioso”) e poi passare questo lungo tutta la dentatura aprendo e chiudendo la cerniera più volte.

  5. Cerniera lampo bloccata

    Se una cerniera è bloccata e il cursore non si muove si può provare ad applicare una goccia di WD-40 multifunzione sul punto in questione, dopo aver riparato il tessuto con pezzi di carta opportunamente collocati. Si lascia agire per qualche minuto e poi si aziona la cerniera.

  6. Cerniere impermeabili

    L’applicazione di un lubrificante al Silicone è indicato per cerniere su capi o oggetti che vengono a contatto con l’acqua come scarpe, stivali, impermeabili (ecc) perché il prodotto ha una particolare capacità protettiva nei confronti dell’umidità.

  7. Chiedere le cerniere

    Quando si lava un capo con una cerniera bisogna sempre ricordarsi di metterlo in lavatrice con la cerniera chiusa perché se rimane aperta si potrebbero avere maggiori rischi di inceppamento. Dopo ogni lavaggio, comunque, una leggera lubrificazione, come quelle indicate, è assolutamente consigliabile.

  8. Lubrificazione a secco della cerniera lampo

    A pulizia completata abbiamo due ottimi sistemi per effettuare una lubrificazione a secco e completare il processo di come aggiustare una cerniera lampo , efficace e duratura. Uno consiste nel passare lungo la dentatura il corpo di una candela di cera premendo un poco per farne rilasciare delle piccole scagliette. Chiudendo e aprendo più volte la cerniera si distribuisce la cera su tutto lo sviluppo e si realizza una buona lubrificazione. Un altro sistema consiste nel passare sulle dentature un pezzo di sapone perfettamente asciutto: anche questo rilascia particelle in grado di lubrificare i denti.

Come aggiustare una cerniera lampo

Vantaggi nel riparare la cerniera lampo: Risparmio, riciclo e sostenibilità

Oltre a migliorare la funzionalità della zip, aggiustare una cerniera lampo ha anche importanti vantaggi economici e ambientali. Vediamo quali sono:

1. Risparmio economico

Riparare una cerniera lampo danneggiata è molto più economico che sostituire l’intero capo o l’oggetto che la contiene. Spesso, una cerniera danneggiata può sembrare un motivo per buttare via il prodotto, ma con una semplice riparazione, è possibile riportare l’oggetto in condizioni perfette. Inoltre, il costo di una cerniera e delle attrezzature necessarie per la riparazione è minimo rispetto a quello di un nuovo capo d’abbigliamento o accessorio.

2. Riutilizzo e riciclo

Riparare le cose anziché gettarle è una scelta che promuove il riutilizzo. Aggiustare una cerniera significa prolungare la vita dei tuoi vestiti, borse, zaini e altri oggetti, riducendo la necessità di acquisti frequenti. Questa è una pratica che contribuisce al riciclo dei materiali e al minor spreco di risorse, con un impatto positivo sull’ambiente.

3. Sostenibilità

La sostenibilità è un altro aspetto fondamentale del riutilizzo. Quando ripari una cerniera lampo, eviti che l’oggetto venga smaltito prematuramente, riducendo il carico di rifiuti. Inoltre, meno oggetti vengono prodotti, meno risorse naturali vengono consumate. Riparare, anziché sostituire, fa parte di una filosofia green che può essere applicata in tutti gli ambiti della vita quotidiana.

4. Mantenimento del valore sentimentale o estetico

Alcuni oggetti, come un capo d’abbigliamento particolare o una borsa di valore, possono avere un valore sentimentale. Sapere come aggiustare una cerniera lampo in questi casi significa non solo salvaguardare la funzionalità del prodotto, ma anche preservare il suo valore affettivo ed estetico.

Come prevenire il malfunzionamento delle cerniere

Mantenere le cerniere in ottime condizioni è molto più facile se si seguono alcuni accorgimenti preventivi:

  • Chiudi sempre la cerniera prima di lavare: Quando metti un capo in lavatrice, assicurati che la cerniera sia chiusa. Una zip aperta può danneggiarsi durante il lavaggio, e un’eventuale bassa qualità del tessuto potrebbe anche rompersi.
  • Sostituisci le cerniere usurate: Se la cerniera è particolarmente vecchia o danneggiata, è meglio sostituirla prima che diventi inutilizzabile. Questo vale soprattutto per articoli di valore che desideri mantenere intatti.
  • Lubrificazione periodica: Anche se non ci sono problemi evidenti, è sempre una buona idea applicare periodicamente un po’ di lubrificante per evitare che la zip si blocchi o si inceppi.
manutenzione cerniera lampo

Imparare come aggiustare una cerniera lampo è una competenza utile che non solo ti permette di risparmiare denaro e prolungare la vita dei tuoi oggetti, ma contribuisce anche a pratiche più sostenibili e rispettose dell’ambiente.

Con pochi e semplici accorgimenti, puoi evitare che una zip inceppata rovini il tuo giorno. Inoltre, la manutenzione regolare della cerniera lampo è un piccolo gesto che fa una grande differenza in termini di durata e funzionalità.

Riparare una cerniera invece di sostituirla è una scelta che ti permette di risparmiare e al contempo rispettare l’ambiente, facendo di te un consumatore più consapevole.

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  • Sembra che tu abbia scelto la tua cerniera preferita, l’accessorio che…
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  • Come funziona: i denti della cerniera si incastrano e sono separati da…
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  • Materiale di alta qualità: La cerniera è realizzata in metallo di…
  • Ampiamente usato: i tenditori della cerniera sono adatti per varie…
  • Facile da installare: basta premere leggermente il gancio metallico e…

E se le cerniere fossero quelle dei mobili? Leggi le nostre guide su come scegliere le cerniere per ante e su come montare le cerniere a libro.

Come Verniciare il Legno: La Guida Definitiva per un Risultato Perfetto

Come verniciare il legno: la guida definitiva per un risultato perfetto

Verniciare il legno sembra facile, ma ottenere una finitura liscia, resistente e dall’aspetto professionale richiede più di un semplice pennello. Il vero segreto non sta nell’ultima mano di vernice, ma in tutto ciò che viene prima.

Che tu voglia dare nuova vita a un vecchio mobile, proteggere un manufatto grezzo o semplicemente cambiare colore a una porta, questa guida ti accompagnerà passo dopo passo. Dimentica striature, bolle e superfici ruvide: ti sveleremo il processo completo, dalla preparazione alla finitura, per un risultato impeccabile.

Prima di iniziare a verniciare il legno: scegliere la finitura giusta

La prima scelta da fare è l’effetto finale che desideri. Ogni prodotto ha uno scopo preciso.

Effetto DesideratoProdotto ConsigliatoCaratteristiche Principali
Vedere la venatura, colorandoImpregnante o MordenteColora il legno in profondità senza creare una pellicola superficiale. Necessita di una finitura protettiva.
Vedere la venatura, proteggendoVernice Trasparente (Flatting)Crea una pellicola protettiva resistente (lucida, satinata o opaca) che lascia visibile la venatura.
Colore pieno e coprenteSmalto per legnoCopre completamente la venatura con un colore solido e una finitura molto resistente. Ideale per rinnovare.
Effetto naturale e “caldo”Olio o Cera per legnoNutrono il legno e offrono una protezione leggera, con una finitura molto naturale al tatto e all’aspetto.

Passo 1: la preparazione del legno (il 70% del lavoro)

Questa è la fase più importante. Una preparazione meticolosa è la garanzia di una finitura perfetta. Non avere fretta.

A) Pulizia e sgrassatura

La superficie deve essere perfettamente pulita. Usa un panno con acqua e un detergente sgrassante (o poche gocce di ammoniaca in acqua) per rimuovere polvere, sporco e grasso. Lascia asciugare completamente.

B) Sverniciatura (se il legno è già verniciato)

Se la vecchia vernice si scrosta o è rovinata, va rimossa.

  • Pistola termica: Scalda la vernice e rimuovila con un raschietto.
  • Sverniciatore chimico: Applica il gel, lascialo agire e rimuovi tutto con una spatola. Se la vecchia vernice è in buono stato, puoi saltare questo punto e passare direttamente a una carteggiatura profonda.

Vedere un professionista all’opera è il modo migliore per capire la tecnica. Questo video mostra come rimuovere la vecchia vernice in totale sicurezza.

C) Stuccatura e riparazioni

Ispeziona il legno: ci sono buchi di tarli, crepe o ammaccature?

  • Usa uno stucco per legno (del colore del legno se userai una finitura trasparente, o neutro se userai uno smalto).
  • Applica lo stucco con una piccola spatola e lascialo asciugare bene. Carteggia l’eccesso per renderlo a livello.

D) Carteggiatura

Questo passaggio è fondamentale. Rende la superficie liscia e permette alla vernice di “aggrapparsi”.

  • Legno grezzo: Inizia con una carta vetrata a grana media (120) e poi rifinisci con una fine (180 o 220).
  • Legno già verniciato (in buone condizioni): Carteggia con grana fine (180-220) per rendere la superficie opaca e porosa.
  • Procedi sempre seguendo la direzione della venatura del legno!
  • Alla fine, rimuovi tutta la polvere di carteggiatura con un panno antistatico o un aspiratore.

Una buona carteggiatura è il segreto per una finitura liscia. Osserva in questo video il movimento corretto da eseguire e come verificare la levigatezza della superficie:

Passo 2: applicare il fondo (primer, turapori, cementite)

Il fondo, o primer, è una mano preparatoria che isola il legno e crea una base perfetta per la finitura.

  • Per finiture trasparenti (impregnante, flatting): Usa un turapori. Sigilla i pori del legno, evita che assorba troppa vernice e facilita la carteggiatura.
  • Per smalti colorati: Usa un fondo specifico (o cementite). Uniforma il colore, migliora l’adesione dello smalto e garantisce una finitura omogenea.

Applica una mano di fondo, lasciala asciugare e carteggia leggermente con carta finissima (240-320).

Passo 3: l’applicazione della finitura scelta

Ora il legno è pronto per ricevere il suo “vestito” finale.

Applicazione a pennello o rullo

  1. Mescola bene il prodotto.
  2. Applica una prima mano sottile e uniforme, stendendo il prodotto nella direzione della venatura. Usa pennellate lunghe e regolari. “Tira” bene la vernice per evitare accumuli.
  3. Lascia asciugare completamente (rispetta i tempi sulla confezione!).
  4. Carteggia di nuovo, leggerissimamente, con carta a grana finissima (320-400). Questo passaggio elimina la “peluria” del legno sollevata dalla prima mano e rende la superficie liscia come il vetro. Pulisci la polvere.
  5. Applica la seconda mano di finitura. Per un risultato ultra-resistente, puoi applicare anche una terza mano, sempre carteggiando leggermente tra una e l’altra.

Ottenere una finitura a specchio con il pennello è possibile. Il segreto sta nella tecnica di stesura e nella giusta pressione. Questo tutorial lo dimostra perfettamente.

Applicazione a spruzzo

Per una finitura perfettamente omogenea, specialmente su superfici complesse, la pistola a spruzzo è l’ideale. Diluisci la vernice come indicato e applicala con passate leggere e incrociate.

Casi specifici

Verniciare il legno per esterni: cosa cambia?

Il legno all’esterno è aggredito da sole, pioggia e umidità. Il ciclo di verniciatura deve essere più robusto:

  1. Applica almeno due mani di impregnante specifico per esterni, che protegge in profondità da muffe e raggi UV.
  2. Applica almeno due mani di finitura protettiva per esterni (flatting), che crea una pellicola elastica e impermeabile.

Come verniciare il legno grezzo vs. legno già verniciato

  • Legno Grezzo: Segui tutti i passaggi, partendo dalla carteggiatura con grana media. Il fondo (turapori o primer) è fondamentale.
  • Legno Già Verniciato: La preparazione è la chiave. Se la vecchia vernice è in buono stato, basta una bella carteggiata per renderla opaca. Se è rovinata, devi sverniciare completamente prima di iniziare il ciclo da capo.

Pittura legno a pennello

Tempo richiesto: 1 ora

 

  1. Sgrassare la superficie

    Le crepe ed i nodi vengono sigillati con lo stucco. Prima però la superficie del mobile va sgrassata con acqua e ammoniaca.Pittura legno a pennello

  2. Riparare le piccole scheggiature

    Per riparare piccole scheggiature si usano le paste di legno plasmanti che si lasciano lavorare molto bene con la spatola e si collegano alla perfezione con le parti adiacenti.Pittura legno a pennello

  3. Applicare il fondo livellante

    Si applica un fondo livellante, che poi si carteggia per lisciare la superficie prima di applicare lo smalto legno con un pennello piatto in più mani successive.Pittura legno a pennello

  4. Applicare la vernice trasparente e colorata

    La vernice trasparente per legno dev’essere preceduta da un’accurata lisciatura della superficie e dall’applicazione di una mano di impregnante turapori. La prima mano di verniciatura deve essere seguita da una accurata lisciatura che elimina la peluria raddrizzata e indurita dalla prima mano.Pittura legno

  5. Applicazione della gommalacca

    La gommalacca è una resina naturale che si acquista in scaglie e si scioglie in alcool. Si imbeve un batuffolo di cotone o di lana avvolto in una pezzuola di cotone: questo tampone, passato con movimenti paralleli e regolari sul legno (fino a quattro o cinque strati successivi), rilascia la gommalacca.Pittura legno

Domande frequenti sulla verniciatura del legno

Cosa bisogna fare prima di verniciare il legno?

La preparazione è tutto: Pulire e sgrassare, riparare i difetti con lo stucco, e soprattutto carteggiare a fondo per rendere la superficie liscia e porosa.

Che tipo di vernice devo usare per il legno?

Dipende dall’effetto. Per un colore coprente usa lo smalto. Per mantenere la venatura a vista usa l’impregnante seguito da una vernice trasparente (flatting).

Come posso verniciare il legno già verniciato?

Se la vecchia vernice è solida, basta carteggiare bene per opacizzarla prima di applicare un fondo e la nuova finitura. Se si scrosta, devi prima rimuoverla completamente con uno sverniciatore.

Orologio di design fai da te | Costruzione passo passo

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Realizzare un orologio di design fai da te con materiali di recupero è un’ottima soluzione per ottenere un complemento d’arredo originale

La costruzione di questo orologio di design è un progetto semplice che può essere realizzato interamente con materiali di recupero, a patto di avere dimestichezza e attrezzatura per il taglio del legno; in alternativa, le tavole si possono acquistare in un centro fai da te in cui sia possibile farsele tagliare a misura: ne servono 4 di multistrato e 2 di legno massello. Per il resto serve uno spezzone di tubo di rame, 2 tappi di sughero e il meccanismo di un orologio al quarzo, oltre a materiale vario di consumo come colla vinilica, una manciata di viti e una bomboletta di vernice nera spray.

Una volta che si hanno i pezzi tagliati, l’attrezzatura necessaria è un trapano avvitatore, una levigatrice mouse, punte per legno, bit di avvitatura, qualche strettoio, matita e squadra. Questo orologio di design fai da te è stilizzato: il meccanismo risiede dietro una tavola posta trasversalmente, affiancata da un’altra leggermente più stretta, sostenute da una cornice di tavole assemblate come le sponde di un cassetto.

Un tubo di rame incrocia le prime, in posizione disassata, con sola funzione estetica, ma non marginale. Tutte le tavole orizzontali dell’orologio hanno uguale lunghezza, perché nel montaggio della cornice le due verticali vanno in sormonto alle orizzontali. È previsto che la cassa dell’orologio di design sia quadrata; quindi, basterà tagliare le 2 tavole verticali più lunghe delle altre di un valore uguale al doppio dello spessore delle tavole stesse (per es: se le tavole sono spesse 18 mm, le verticali devono essere più lunghe di 36 mm).

Attenzione a fare i fori passanti per il fissaggio del tubo di rame nella posizione giusta: per non sbagliare è meglio mettere le due tavole una sull’altra e forarle insieme. Per ottenere che la superficie del legno verniciato risulti gradevole e liscia al tatto, è necessario stendere una mano di turapori, poi levigarla prima di verniciarla.

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Le tavole rustiche

Per ricreare l’effetto del legno vecchio e usurato dalle intemperie partendo da materiale in buono o perfetto stato, servono tavole di legno massello. Solo il legno nella sua forma naturale, infatti, consente di mettere in evidenza le fibrature.

Per farlo si deve spazzolare energicamente la superficie lungo vena; così facendo, la parte più tenera fra le fibre viene via per prima, lasciando in rilievo la componente più solida.

L’azione può essere fatta a mano, con una spazzola di ferro, oppure con uno strumento elettrico, per esempio un trapano con montata una spazzola radiale oppure con la rusticatrice, macchina fatta appositamente per tale scopo.

La cassa dell’orologio di design

Orologio di design fai da te
Sui pezzi della cornice, prima dell’assemblaggio, marchiamo i punti in cui vanno predisposti fori passanti per l’applicazione delle viti di fissaggio. Quelli in cui dobbiamo essere assolutamente precisi sono i due fori per il fissaggio del tubo di rame.
Scelta la dimensione delle viti da utilizzare, pratichiamo i fori passanti usando una punta da legno di pari sezione o appena superiore (0,5 mm). Per evitare un brutto foro di uscita della punta, fermiamo il pezzo da forare su uno di scarto.
Orologio di design fai da te
Prima di applicare le viti per montare i quattro pezzi della cornice, stendiamo una striscia di adesivo vinilico nel punto di contatto. Facendolo, teniamo presente che due lati (opposti) vanno in sormonto sugli altri due.
Per ottenere una superficie liscia e gradevole al tatto, conviene sempre fare un passaggio di levigatura con carta vetrata fine, magari dopo aver steso a pennello una mano di turapori.
Orologio di design fai da te
Con il fondo preparato con turapori e levigatura, otteniamo anche una maggiore semplicità di stesura della vernice coprente spray: ne basterà molta meno per avere l’effetto voluto e risulterà più uniforme.

Allestimento del “quadrante”

Dopo aver misurato il diametro del colletto di uscita dei perni lancette, foriamo la tavola del quadrante scelta per sostenere il meccanismo dell’orologio di design.
Orologio di design fai da te
Fissiamo le tavole del quadrante usando due squadrette per ognuna, avvitate da dietro alle loro estremità. Su ogni lato mettiamo due viti sulla tavola e due sull’interno cornice.
Per fissare il tubo di rame, prima di alloggiarlo, incastriamo con forza dentro le sue estremità due tappi di sughero: le viti di fissaggio non hanno difficoltà a penetrare il sughero e fanno sufficiente presa per tenerlo in posizione.
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La sede del meccanismo

Nell’ultimo passaggio montiamo il meccanismo dell’orologio inserendolo da dietro e lo fissiamo avvitando il suo dado nel colletto. Concludiamo applicando a incastro le lancette. Attenzione che il colletto del meccanismo potrebbe non essere lungo a sufficienza per superare lo spessore della tavola.

Orologio di design fai da te

Di questo possiamo tener conto sin dall’inizio, scegliendo una tavola sottile; in alternativa risolviamo scavando una nicchia dietro la tavola (con uno scalpello o una fresatrice a tuffo) che sia ampia tanto da contenere il meccanismo e profonda abbastanza perché il colletto esca sul davanti.

Clicca qui e scopri come realizzare orologi fai da te

Strategia heritage: la forza dei marchi storici

Heritage marketing è quell’attività di comunicazione del patrimonio storico di un brand per rafforzarne il suo posizionamento sul mercato. Nessuna nazione può battere il nostro Paese per numero e qualità di aziende manifatturiere/artigianali che hanno fatto dei loro prodotti un marchio/nome, utilizzato spesso anche per identificare un prodotto analogo di altra marca: pensiamo ad esempio alla MOKA, la caffettiera ideata da Alfonso Bialetti nel 1933 e prodotta in più di 320 milioni di esemplari, la parola è ormai sinonimo di caffettiera. Da pagina 58 ci sono delle interessanti interviste a manager di aziende blasonate, italiane e non, che gelosamente conservano esperienza e sviluppano innovazione per conferire ai prodotti l’affidabilità, la certezza della provenienza e la lunga durata richiesta dai clienti, oggi più di prima. Sì perché prodotti iconici, con prezzi adeguati ad una qualità in termini di materiali, fabbricazione, design, a volte addirittura tramandabili, sono in linea con un progetto di sostenibilità che i tempi impongono. Nell’articolo da pagina 52 abbiamo poi una carrellata di oggetti, fotografati nell’esclusiva esposizione di Milano Home, oggetti di arredo, o forse meglio opere d’arte, realizzati da aziende che hanno centinaia di anni; Seguso, la celebre vetreria di Murano, ha una storia di ben 23 generazioni. Ma ci sono anche imprese riconosciute come storiche in altri settori come Barazzoni, solo per citarne uno, che, con la sua esperienza centenaria, continua nella ricerca proponendo pentole con nuovo rivestimento ceramico molto performante, anche in termini di cucina più sana, pentole che in più hanno manici staccabili per ottimizzare lo spazio quando si ripongono.
Le opportunità di creare l’interesse della clientela non si ferma certo qui: altro argomento portante di questo numero è “vivere all’aperto” contraddistinto dalla sempre più diffusa esigenza di arredo bello e in armonia con l’interno della casa, dalla risposta delle aziende con infinite proposte e dalla visione di uno specialista del settore da pagina 16.

Leggi la rivista

Una sala da bagno nello stile della casa d’epoca

Tratto da “Come ristrutturare la casa n.2 – Marzo/Aprile 2025″

Autore: Nicla de Carolis

Le prime sale da bagno, realizzate tra la fine dell’800 e l’inizio del ’900, erano considerate un lusso riservato alle abitazioni delle classi più abbienti. In quel periodo, l’igiene personale stava iniziando a essere vista come una necessità, tuttavia, la presenza di un bagno interno alla casa non era affatto scontata; quindi, al di là dei gabinetti con WC, stanzini maleodoranti perché senza finestre e tantomeno sistemi di aspirazione, con scarichi improbabili, spesso esterni alla casa e condivisi, la gente si lavava, ogni tanto, nelle tinozze. Quelli che abitavano nelle città potevano andare negli alberghi diurni, strutture sotterranee, note per le finiture di lusso, luoghi ammirabili ancora oggi perché sapientemente ristrutturati e adibiti a sedi di attività culturali. Qui si poteva fare un bagno, una doccia, la pedicure e la manicure, ma c’erano anche barbieri e parrucchieri, le terme, la lavanderia, i calzolai, i lustrascarpe e le cabine telefoniche, erano quindi anche punti d’incontro.

Tornando però alle sale da bagno delle case importanti, realizzate prima della seconda guerra mondiale, notiamo che erano arredate secondo gli stili vittoriano, liberty, art déco, in armonia con il resto dell’appartamento. I sanitari erano in ceramica, spesso squadrati con angoli arrotondati e la vasca da bagno, in ghisa smaltata e con piedi decorati, era il pezzo centrale della stanza. Accanto si trovava il lavabo, a colonna o retto da struttura in metallo, corredato da specchiere e porta-asciugamani in ferro battuto o ottone. Il water era di solito separato, solo in alcune case collocato nella stessa stanza ma delimitato da parete e porta. I rubinetti, capolavori di maestria artigianale delle storiche fonderie italiane, erano a doppia manopola.
A completare il tutto boiserie in legno o piastrelline colorate, posate a spina di pesce o bianche bisellate, divisori in vetro con profilati neri, vasi monoblocco o con cassetta di scarico alta e tante altre ricercatezze tipiche del periodo. Nella fortunata ipotesi di disporre di un appartamento d’epoca in cui fare un restauro conservativo, per la stanza da bagno bisognerebbe mantenerne lo spazio originale, un bagno d’epoca non può essere piccolo; rifatti gli impianti resta solo l’imbarazzo della scelta di pavimenti, rivestimenti, sanitari e rubinetti; da pagina 64 troverete un ampio dossier dedicato alle bellissime serie vintage in commercio.

Fervi lancia due nuovi elettroutensili

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La gamma di elettroutensili FERVI si allarga con due nuovi prodotti pensati per coprire specifiche esigenze professionali: il nuovo miscelatore 1400W e la lucidatrice 1300W

FERVI, azienda operante nel settore della fornitura di macchine, utensili e attrezzature per il settore MRO e per il fai-da-te evoluto, ha ampliato la propria gamma di elettroutensili con due nuovi prodotti progettati per migliorare l’efficienza e la precisione nelle operazioni di miscelazione e lucidaturail miscelatore 1400W 140mm e la lucidatrice 1300W 150mm. 

Il nuovo miscelatore da 1400W (Art. FFMI14003V-K) è lo strumento ideale per miscelare materiali come vernici, malte e colle. Grazie alle due velocità a vuoto (0-480 giri/min e 0-800 giri/min), consente un’ampia versatilità di utilizzo, mentre l’attacco M14 lo rende compatibile con fruste fino a 140 mm di diametro, garantendo prestazioni elevate e adattabilità a diverse esigenze di lavoro.

L’attrezzo è inoltre dotato di partenza graduale e velocità variabile per un controllo ottimale del processo di miscelazione, pratico selettore di velocità per adattarsi a materiali diversi, funzione di blocco per un’attività continua senza affaticare l’operatore e un’impugnatura ergonomica morbida per un maggiore comfort durante l’uso prolungato. 

FERVI_Miscelatore FFMI14003V-K

La nuova potente lucidatrice da 1300W (Art. FFOP16003V-K) è progettata per offrire una finitura impeccabile su tutte le superfici (carrozzerie, chassis, pavimenti, rivestimenti). Con una velocità regolabile tra 400 e 3000 giri/min, permette di lavorare con precisione su diversi materiali. L’attacco M14 e il supporto per piattelli fino a 180 mm assicurano massima compatibilità e versatilità, con la possibilità di utilizzarla anche per le operazioni di smerigliatura con gli appositi accessori.

Le caratteristiche principali includono un sistema a velcro per un cambio rapido degli accessori, una funzione lock-on per un funzionamento continuo senza interruzioni, un blocco dell’albero per una sostituzione facile e veloce dei dischi, un mantenimento della velocità costante anche sotto carico per risultati uniformi, ma con la possibilità di variare la velocità per un controllo preciso in ogni applicazione.

FERVI_Lucidatrice FFOP16003V-K

Per maggiori informazioni www.fervi.com