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Testiera letto fai da te | 8 soluzioni diverse in 94 foto passo-passo

Indice dei contenuti

Guida alla costruzione di 8 testiere letto fai da te per letti matrimoniali e singoli

Alla ricerca di idee testate letto? Costruire una testiera letto fai da te non è difficile, infatti servono pochi elettroutensili e limitate conoscenze dei materiali per realizzare testate letto davvero originali e funzionali. La parte più visibile del letto è la sua testiera, che ne definisce lo stile e funge da elemento di raccordo con le pareti e l’arredo.

Proviamo ad immaginare testiere letto matrimoniale e singoli sperimentando arditi accostamenti di forme e materiali. I risultati sono sempre interessanti e indubbiamente molto personali. Se non abbiamo tempo sicuramente possiamo optare per le testiere letto ikea (scoprile qui), ma realizzarle fai da te è tutt’altra soddisfazione.

Testiera letto in legno grigliato

testiera letto legno grigliato
telaio per testiera letto

Con pochi tagli ed un rapido lavoro di assemblaggio, un grigliato prefinito assume la forma e la dimensione desiderate per diventare una testata letto particolarmente “leggera” alla vista, grazie alle numerose aperture che lasciano intravedere la parete. I grigliati prefiniti sono disponibili in svariate tipologie, forme e dimensioni presso centri di bricolage e si acquistano con una spesa contenuta.

Per il nostro scopo ne serve uno di pino grezzo. Per fissare la testiera letto fai da te utilizziamo alcuni listelli che assicuriamo alla parete mediante viti e tasselli a espansione; la testiera letto matrimoniale è collegata ai due travetti per mezzo di quattro piattine metalliche avvitate. I semilavorati sono venduti allo stato grezzo. Dopo l’assemblaggio delle testate letto matrimoniale possiamo finirli con una mano di turapori seguita, a piacere, da una verniciatura trasparente, da lucidatura a cera, o smaltatura nella tonalità preferita.

Cosa serve per costruire una spalliera letto in legno

assemblaggio grigliato in legno
  • Grigliato semilavorato grezzo da 1920×620 mm;
  • aste di legno sagomate ad U con scanalatura larga quanto lo spessore del grigliato;
  • una tavola da 20x115x1920 mm;
  • listelli 40×50 mm;
  • viti autofilettanti;
  • colla vinilica

Come realizzare il grigliato

costruzione di un telaio grigliato in legno
  1. Con la troncatrice radiale tagliamo con precisione, con un’inclinazione di 45°, le estremità delle aste con scanalatura.
  2. Applichiamo l’asta sopra il grigliato: sarà più semplice applicare i montanti verticali, tagliati a 45° solo sull’estremità superiore.
  3. Fissiamo anche le aste laterali al grigliato con colla vinilica, morsettando per 24 ore in modo da garantire un fissaggio perfetto.
  4. In corrispondenza del listello inferiore del grigliato applichiamo su ogni lato del profilo una vite autofilettante.
  5. Le aste sagomate contornano il grigliato sul lato superiore e sui fianchi, arrivando fino a pavimento. Appena sotto il grigliato avvitiamo la tavola larga 115 mm che irrobustisce e blocca l’intera testiera.

Testiera letto fai da te con parati e legno MDF

testiera letto matrimoniale

Le testiere letto si dividono in due grandi categorie

  • quelle che, insieme alla pediera, sono parte integrante del letto stesso
  • quelle che, essendo svincolate dal corpo del letto, sono semplicemente elementi decorativi applicati a parete.

La testiera letto fai da te qui rappresentata fa parte della seconda categoria: questa testiera letto singolo è infatti composta da quattro pannelli di MDF applicati a parete e rivestiti con carta da parati. Alla funzione estetica aggiungono la proprietà di distanziare i cuscini dalla parete . I pannelli di MDF devono essere trattati con un primer consolidante, prima della stesura della colla per parati, in modo da sigillare la superficie e rendere il fissaggio della carta  uniforme e permanente.

Cosa serve per costruire una testata letto fai da te con carta parati

pannelli in MDF
  • 4 pannelli di MDF 2000×600 mm;
  • rotolo di tappezzeria con motivi a nostra scelta;
  • colla specifica;
  • cutter,
  • trapano (o avvitatore a batteria)

Come applicare la carta ai pannelli MDF

applicazione carta da parati su pannelli MDF
  1. Per rendere uniforme la capacità d’assorbimento della colla da parati, trattiamo i pannelli con primer sigillante e consolidante.
  2. Stendiamo con il pennello uno strato uniforme di colla e applichiamo la parati dall’alto verso il basso, evitando la formazione di bolle d’aria.
  3. Asportiamo le eccedenze di carta da parati lasciandone una porzione sufficiente a rivestire i profili laterali.
  4. Lavoriamo con precisione utilizzando un cutter.
  5. Sulla superficie non a vista del pannello di MDF (nella parte alta) apriamo una coppia di fori ciechi utilizzando una punta Forstner.
  6. Il fissaggio del pannello alla parete avviene per sospensione, inserendo la testa di una vite sporgente (tassellata a parete) all’interno delle cavità realizzate.
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Testiera letto matrimoniale con tampone e foglia oro

testiera letto fai da te

Abbandoniamo momentaneamente trapani, legno e viti ed immergiamoci nella pura decorazione artistica, per realizzare una testiera del letto fai da te, di grande impatto estetico. Utilizziamo lunghe porzioni di di carta come supporto su cui realizzare alcune decorazioni a tampone, utilizzando gli smalti acrilici e le foglie d’oro. Il tampone utilizzato è di tipo pretagliato (con motivi decorativi predefiniti o personalizzabili), di grande dimensione, reperibile presso i negozi di belle arti.

La foglia d’oro è applicata, utilizzando l’apposita missione all’acqua, sui fogli di carta di riso con il tampone pretagliato, in modo da definire la porzione d’adesione della foglia uguale a quella del decoro del tampone. I fogli decorati vengono fissati a parete utilizzando un listello fatto passare all’interno di un orlo alla sommità dei fogli. Un lungo listello di legno viene fatto passare all’interno dell’orlo realizzato alla sommità dei fogli di carta di riso. In questo modo possiamo fissare la testiera del letto a parete, assicurando il listello a muro con tasselli e viti.

Cosa serve

foglia d'oro
  • Tampone pretagliato per decorazioni murali;
  • rotolo di carta di riso;
  • liquido adesivo per il fissaggio della foglia (missione);
  • foglia d’oro;
  • smalto acrilico

Come eseguire il tampone e la doratura

tampone e foglia d'oro
  1. Intingiamo leggermente il tampone nello smalto acrilico. Effettuiamo quest’operazione delicatamente, in modo da non sgocciolare eventuale smalto in eccesso.
  2. Riportiamo il tampone sul foglio in modo da trasferire lo smalto. Possiamo riportare i decori in ordine casuale oppure secondo uno schema preordinato.
  3. Puliamo accuratamente il tampone e riutilizziamolo per riportare la missione: in questo modo possiamo posizionare la foglia d’oro assicurandoci l’adesione solo delle porzioni definite dalla forma del tampone.
  4. Aspettiamo 5-10 minuti in modo da far agire la missione e, successivamente, lavorando con un panno morbido, passiamo ripetutamente sulla foglia d’oro, in modo da asportare le porzioni non incollate. Ripetiamo l’operazione per le altre foglie d’oro.
  5. Per ottenere ulteriore “movimento” nei fogli , realizziamo la frastagliatura dei bordi laterali strappandone una piccola porzione. Utilizziamo un piccolo pennello inumidito con acqua per definire la linea di rottura della carta.
  6. Alla sommità dei fogli realizziamo un orlo per l’inserimento del listello di legno che consentirà il fissaggio a parete. Ripieghiamo semplicemente un lembo di carta sulla parte posteriore del foglio ed assicuriamolo con nastro adesivo trasparente.

Testiera letto imbottita fai da te con tessuto patchwork

testata letto fai da te con tessuto
Hotel Tschuggen Grand Hotel
Lo spunto per questa realizzazione è stato ricavato dalle eleganti testiere dei letti dell’Hotel Tschuggen Grand Hotel di Arosa, Svizzera

Se vogliamo modificare periodicamente l’aspetto della testiera ecco l’idea (simile ad un modello di testiera letto ikea): realizzare testate letto imbottite con una struttura a reticolo all’interno della quale fissare (tramite velcro) pannelli di multistrato foderati con gommapiuma e rivestiti con tessuto decorativo. La struttura portante di questa testata letto imbottita è costituita da un doppio telaio di ramin, all’interno del quale viene realizzata una struttura a celle rettangolari, in grado di ricevere i pannelli. Questi, rivestiti con tessuto, possono dunque essere spostati a piacimento all’interno della struttura, per avere sempre una visione d’insieme differente.

Cosa serve per costruire testiera letto con tessuto

gommapiuma fai da te
  • 4 listelli di ramin 30×15 mm e lunghezza adeguata per la realizzazione del telaio esterno;
  • listelli di ramin 30×5 mm per il telaio interno;
  • tavolette rettangolari di multistrato;
  • fogli di gommapiuma da 15 mm;
  • graffatrice elettrica,
  • cutter elettrico,
  • piattine e squadrette metalliche;
  • tessuti decorati per il rivestimento (cuscini testate letto)
  • velcro

Come costruire il telaio della testiera letto con tessuto

progetto testiera letto
telaio in legno per testiera letto
  1. Prepariamo il telaio esterno unendo i 4 listelli da 30×15 mm con squadrette metalliche ad L fissate con viti autofilettanti. Questo telaio di supporto riceve al suo interno un ulteriore telaio di listelli da 30×5 mm, uniti a filo della faccia posteriore del supporto tramite graffettatura.
  2. Suddividiamo la porzione interna della struttura ottenuta in 20 porzioni rettangolari (5 in lunghezza e 4 in altezza) utilizzando i listelli di ramin da 30×5 mm. Anche in questo caso ricorriamo alla graffatrice elettrica per fissare i listelli tra loro e alla struttura di supporto. Lungo i perimetri assicuriamo spezzoni di velcro che ci serviranno per il fissaggio delle tavolette di multistrato foderate.
  3. Presentiamo la struttura a parete e controlliamone l’orizzontalità con la livella a bolla. Con una matita grassa segniamo i punti esatti in cui eseguire i fori per l’inserimento dei tasselli.
  4. Pratichiamo i fori d’invito per i tasselli utilizzando il trapano impostato sulla funzione “battente”.
  5. Puliamo accuratamente i fori ed inseriamo i tasselli, aiutandoci eventualmente con leggeri colpi di martello di gomma.
  6. Fissiamo definitivamente il telaio a parete serrando le viti all’interno dei tasselli.

Rivestimento dei pannelli testiera letto fai da te con tessuto

tagliare la gommapiuma
  1. Presentiamo i pannelli di multistrato sul foglio di gommapiuma in modo da poter rifilare quest’ultimo a misura. Per quest’operazione utilizziamo il cutter elettrico.
  2. Ripetiamo l’operazione anche per il tessuto di rivestimento: è opportuno lasciare almeno 25 mm di abbondanza in modo da effettuare una foderatura a regola d’arte.
  3. Fissiamo il foglio di gommapiuma e il tessuto di rivestimento al pannello di multistrato con punti metallici, assicurati con la pistola graffatrice.
  4. Lungo i bordi laterali posteriori dei pannelli di multistrato fissiamo strisce di velcro
  5. …che ci consentiranno il fissaggio alla struttura di supporto.
  6. A questo punto possiamo fissare i pannelli rivestiti alla struttura di sostegno:
  7. essendo staccabili, è possibile realizzare differenti composizioni, in modo da ottenere sempre testiere letto differenti.
testiera letto componibile
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Testiera in legno con gommapiuma

testata letto fai da te

Una morbida testiera letto fai da te fissata al muro, anziché al letto, offre vantaggi di ordine sia pratico sia estetico; se il letto è montato su ruote, la testata letto staccata facilita gli spostamenti e, di conseguenza, le pulizie, specialmente nei casi in cui il pavimento sia coperto con una moquette. La testiera è formata da un pannello di legno, la cui faccia esterna è imbottita di gommapiuma o altro materiale simile, ricoperto di stoffa e ancorato a parete con tasselli ad espansione con gancio e piastrina.

Cosa serve

progettare testiere letto
  • 1 pannello di legno lamellare o MDF;
  • tavole di legno;  
  • staffe di sospensione ad asola;
  • piastrine sagomate;
  • pastiglie di lamello o spine;
  • colla vinilica;
  • tessuto;
  • feltro;
  • gommapiuma;
  • passamaneria

Come realizzare le unioni a lamello

unione a lamello

Scopri i dettagli dell’unione lamello

  1.  I tagli a 45° per le giunzioni del piano si possono far eseguire al momento dell’acquisto del legno.
  2. Per una stabile unione possiamo utilizzare gli inserti a lamello. Le sedi si aprono con l’apposita fresa.
  3. Le pastiglie di lamello  vanno bagnate nella colla prima di essere inserite: l’unione risulta salda e precisa.

Unione tramite spinatura del legno

unione con spine di legno

Rinunciando all’eleganza della giunzione a 45° possiamo assemblare le spondine del ripiano appoggiandole sul pannello di base e fissandole con una coppia di spine inserite in fori corrispondenti. Approfondisci la tecnica della spinatura del legno

Come realizzare il rivestimento e l’ancoraggio

  1. Sul piano di multistrato stendiamo uno o più feltri, poi la gommapiuma, poi il tessuto di rivestimento.
  2. Rivoltiamo il pannello e con la graffatrice fissiamo sia l’imbottitura che la stoffa di rivestimento dopo averla ripiegata sul retro e rifinita con una passamaneria.
  3. Per l’ancoraggio a parete servono un paio di staffe da avvitare sul retro del pannello.
  4. Le staffe per l’ancoraggio a muro vanno incassate a filo aprendo un incavo per il gancio del tassello.

Testiera letto fai da te recuperando vecchie porte in legno

costruire testiera letto

Testiera e pediera possono nascere anche da un paio di vecchie porte di recupero. La logica della trasformazione è semplice: due porte, opportunamente restaurate, vengono elaborate con l’aggiunta di finiture di legno che conferiscono ad esse la nuova funzione. Le porte devono essere di larghezze (che per il letto diventano altezze) diverse in modo che la testiera sia più alta. Le due facce “interne” di questi elementi principali vanno ulteriormente elaborate per ricevere i due longheroni laterali del letto e il supporto centrale, disposti ad una distanza tale che sia possibile inserire nella loro luce una rete per letto a due piazze I due longheroni laterali vengono montati utilizzando le apposite piastrine con doppio foro da applicare sulle facce delle porte. I longheroni, a loro volta, sono dotati all’estremità di elementi sagomati a gancio che si incastrano nelle piastrine.

Progettare una testiera letto fai da te recuperando delle porte

progettare un letto fai da te

Come trasformare le porte

  1. La porta destinata a diventare pediera viene arricchita con riporti sagomati di legno che simulano la presenza di due colonnine laterali e di un capitello aggettante sulla parte superiore. Anteriormente la porta riceve due lunghi listelli frontali, mentre due tavolette fungono da piede d’appoggio.
  2. Vista dell’elaborato profilo superiore della testiera realizzato per sovrapposizione di listelli rifiniti con bordini sagomati.
  3. La testiera, costituita da una porta di maggiore larghezza, viene ulteriormente prolungata in altezza con l’applicazione, nella parte inferiore, di un listello alto alcuni centimetri e spesso come la porta.
  4. Dopo aver montato le piastrine forate ed i ganci sui longheroni, le porte vanno carteggiate prima di applicare un fondo turapori. Infine si applicano due mani successive di smalto acrilico bianco di tipo satinato.

Come installare i longheroni ed effettuare il montaggio finale

  1. Sulle facce interne delle due porte vanno tracciate le posizioni delle piastrine sagomate destinate a sorreggere i longheroni. Con lo scalpello si sagoma il ribasso necessario al loro posizionamento.
  2. Avvitate in posizione le piastrine, si fissano sulle teste dei longheroni i supporti con ganci che andranno ad incastrarvisi formando la struttura del letto.
  3. Si assembla il letto incastrando i longheroni (con i listelli di supporto interni) nelle sedi preparate allo scopo. Il telaio deve risultare perfettamente rettangolare.
  4. Al centro di testiera e pediera avvitiamo due supporti metallici ad L perfettamente affacciati uno all’altro. Inseriamo almeno 4 viti autofilettanti per supporto.
  5. Nei supporti incastriamo il sostegno centrale il cui bordo superiore deve risultare a livello dei supporti interni dei longheroni (costituiti da due listelloni) per ricevere le reti o le doghe di legno.

Applicazione di doghe salvaschiena

Per ottenere il sostegno del materasso adottiamo una semplice tecnica “fai da te”. Utilizziamo una serie di listelli di faggio larghi circa 50-60 mm e spessi 1 cm. La loro lunghezza deve essere uguale a quella che intercorre tra la faccia interna dei longheroni e la mezzeria del sostegno centrale. Applichiamo una serie di questi listelli avvitandone l’estremità sia sul sostegno centrale sia sui supporti fissati sulle facce interne dei longheroni. Questo sistema garantirà un appoggio piatto, ma elastico, su cui collocare il materasso (anche a due piazze).

Testiera letto fai da te in finto rame

Prendendo spunto da un’opera di design realizzata in rame battuto, costruiamo questa bellissima testiera fai da te sostituendo al metallo il più economico MDF. L’utilizzo dei curvilinee permette di tracciare qualsiasi tipo di curva, in modo da poter realizzare una sagoma a nostro piacimento. Il seghetto alternativo risulta indispensabile per effettuare i tagli seguendo la traccia, mentre un’accurata finitura completa la realizzazione

Sagoma quadrettata

La testiera prende forma da una sagoma ricavata da una fotografia dell’originale, ingrandita e riportata su un grande foglio per essere riprodotta su un pannello di MDF che misura 1800x1300x18 mm.

Disegnare e tagliare la sagoma

  1. Dopo aver disegnato la testiera su di un foglio quadrettato, riproduciamola a grandezza naturale su di un foglio grande, suddividendolo in tanti quadrati quanti sono quelli del disegno.
  2. Fissiamo il foglio al pannello di MDF con nastro per mascheratura ed alcune puntine nelle zone centrali. Con un cutter ritagliamo la sagoma: la lama incide anche la superficie del legno e otteniamo la traccia per il seghetto alternativo.
  3. Ripassiamo la traccia ripetutamente con un gessetto. Spolverando il pannello, nei solchi lasciati dal cutter rimane una traccia bianca, più facile da seguire.
  4. Il pannello va rialzato con più spessori di uguale altezza, tali da permettere l’escursione della lama durante il taglio. Con il procedere del lavoro le zone già lavorate sono soggette a flessioni e gli spessori vanno spostati in modo da evitare che il pannello ondeggi o fletta mentre lavoriamo con il seghetto la parte rimanente. Per ritagliare le sagome chiuse occorre praticare un foro al loro interno, in prossimità della traccia, per far entrare la lama del seghetto, mentre per seguire le curve più accentuate bisogna completare il taglio in diverse riprese.

Il fissaggio a parete della testiera lo realizziamo praticando due fori lungo la mezzeria orizzontale, in vicinanza dei bordi. Presentiamo la testiera a parete, e pratichiamo su quest’ultima due fori ø 8 mm in cui inseriamo i tasselli. Fissiamo quindi la testiera a parete, avvitando le viti nei tasselli. Le sedi dei fori vanno svasate affinché le teste affondino nell’MDF. Un ritocco con stucco per legno e la successiva smaltatura nascondono i fissaggi.

Finitura della testiera letto

  1. L’MDF è molto compatto e si presta ad essere levigato e utilizzabile per le testate letto in legno facilmente per eliminare le irregolarità dovute al taglio ed ottenere bordi perfettamente lisci. Dopo aver spolverato la superficie, stendiamo una mano di cementite, preferibilmente a rullo per coprire il legno in modo uniforme, compresi i bordi, che è meglio trattare per primi con un pennello.
  2. Dopo una leggera carteggiatura per lisciare la testiera, per conferirle l’aspetto del rame stendiamo uno smalto all’acqua di colore rosso che fa da sottofondo alla finitura vera e propria, da farsi con uno smalto acrilico di consistenza piuttosto pastosa. L’applicazione si fa con un pennello a punta tonda picchettando la superficie, in modo da ottenere un effetto martellato che assomiglia ad una lamina di rame, senza coprire completamente il fondo rosso che forma ombre più o meno accentuate nelle diverse zone.

Spalliere letto in canne di bambù

testiera-letto-disegno

Bisogna affiancarle dopo averle tagliate ad altezze diverse e comporre la pannellatura su una struttura di base, provvista di piedi, per poi legarle con spago una all’altra. Poco sotto l’estremità superiore delle canne più corte si colloca un listello trasversale di rinforzo, anch’esso unito alla struttura con lo stesso spago. Il tutto si fissa a parete con tasselli.

Preparazione canne e base

taglio-canne

Tagliamo le canne in lunghezze diverse, secondo uno schema prestabilito a nostro piacere, inserendole nella guida tagliacornici. Utilizziamo una sega a dorso con lama rigida.

tavola-abete

Colleghiamo i piedi, tagliati ad altezza adeguata, ad una tavola di abete. Per una migliore stabilità applichiamo anche un cordone di colla vinilica sulla superficie di contatto.

appoggio

Infine fissiamo alla base, sempre con colla e viti, un listello di sezione sufficiente a costituire un appoggio per le canne ed evitare movimenti durante e dopo la legatura.

Come realizzare la testiera letto con bambù

pareggiare-canne

Pareggiamo le canne alla base prima di legarle una all’altra.

legare-canne

Collochiamo un listello sul retro, poco sotto l’estremità delle canne corte, e iniziamo a legarle una all’altra.

incrociare-passaggi

Incrociamo i passaggi e inglobiamo nella legatura il listello, fino a completare la testiera. Dopo aver tolto la base ripetiamo la legatura nella parte inferiore; qui non occorre incrociare lo spago perché non c’è il listello di tenuta.

testiera-letto-appesa

Il legno va protetto con impregnante, mentre le canne possono essere lasciate al naturale. Ricollochiamo la testiera nella base, appoggiamola al muro e, all’altezza del listello centrale, tracciamo i punti in cui praticare due fori laterali a parete per inserire i tasselli a gancio che hanno la funzione di mantenere la testiera aderente al muro.

Testiera letto fai da te artistica

La struttura portante della testiera letto fai da te è realizzata con un pannello di lamellare d’abete da 18 mm, la cui sagomatura non prevede difficoltà. Dovremo, invece, porre attenzione alla decorazione della testiera letto fai da te, per la quale si esige una certa abilità.

materiali
Servono: Un pannello di lamellare d’abete da 2000x1200x18 mm, impiallacciato di MDF; carta da pacco; smalti acrilici vari; pennelli piatti e tondi di varie misure; curvilinee, metro, levigatrice orbitale, seghetto alternativo, tamponi.

Testiera letto fai da te – Tracciatura e ricalco

traccia curva

Aiutandoci con i curvilinee tracciamo il profilo della sagomatura superiore. Non è necessaria la tracciatura completa, ma solo della metà: l’altra si ottiene per simmetria.

applica carta carbone

Il foglio con la traccia va deposto sul pannello di lamellare impiallacciato, interponendo alcuni fogli di carta carbone (almeno in corrispondenza della traccia).

ripasso matita dura

Ripassiamo con una matita dura sulla traccia in modo
da trasferirne l’andamento sul pannello grazie alla carta carbone.

collega foglio

Ribaltiamo il foglio sul pannello e ripetiamo la medesima operazione con la carta a carbone (la traccia si vede anche in trasparenza sul foglio).

 

La sagoma

sagoma testiera letto

Taglio e sagomatura

taglio e finitura pannello

  1. Con il seghetto alternativo, fornito di lama stretta, si taglia il pannello seguendo le tracce.
  2. Con una raspa si rifinisce il taglio, smussandone le irregolarità, arrotondando le curve e rendendo regolari le anse intagliate.
  3. Tutta la superficie di MDF va carteggiata con la levigatrice orbitale. Questo trattamento serve per far aggrappare meglio la pittura.
  4. Con carta vetrata si rifinisce ulteriormente il bordo del rivestimento di MDF.
  5. Gli angoli interni vengono resi più precisi e senza scalini agendo con uno scalpello piatto sulle due parti convergenti.
  6. Una mano di fondo acrilico prepara il pannello alle operazioni di finitura. Quando il fondo è asciutto si passa una carta abrasiva fine (n° 280-320).

Decorazioni con varie tecniche

sagoma decorazione

Con la matita eseguiamo (a mano libera o con i curvilinee) le sagome delle decorazioni da realizzare sul pannello.

decorazione con smalto acrilico

Utilizzando smalti acrilici all’acqua si stendono dapprima i fondi più scuri come quello lungo il bordo superiore.

effetti con pennello piccolo

Utilizzando smalti acrilici all’acqua si stendono dapprima i fondi più scuri come quello lungo il bordo superiore.

 

Il tampone

decorazione a tampone
Impiegando un tampone per decorazione tipo “veneziana” applichiamo prima un colore di fondo più chiaro e poi uno più scuro, la discontinuità dell’applicazione
forma interessanti chiaroscuri.
testiera letto

Copritestiera letto

Laddove il nostro letto è già dotato di testiera, ma questa non corrisponde a pieno ai nostri canoni estetici, è possibile intervenire con una soluzione semplice; si ricopre la testiera con un’apposita copritestiera.

In commercio si trovano diverse tipologie di copri testiera, ma in alternativa possiamo realizzarla a mano con stoffa, ago e filo.

Inoltre possiamo applicare alla testiera esistente un poggiatesta letto, di norma realizzato con cuscini o materiali morbidi, ideali per aumentare il comfort.

Casa flessibile ma sempre “casa, dolce casa!”

Tratto da “Rifare Casa n.99 – Maggio/Giugno 2025″

Autore: Nicla de Carolis

Dai tanti progetti di ristrutturazioni pubblicati negli anni salta subito agli occhi come l’evoluzione nella gestione degli spazi e degli arredi sia molto cambiata; complice anche la necessità di “far stare tutto” in metrature sempre più piccole, soprattutto nelle grandi città dove i prezzi di acquisto e di affitto degli alloggi sono decisamente alti.
Questo ha portato a ripensare le progettazioni degli interni per non sprecare neanche un metro quadrato in qualcosa che non abbia un utilizzo preciso: vengono ridotti al minimo gli spazi di passaggio, come i corridoi e, per avere due bagni, cosa oggi quasi indispensabile, si creano docce a ridosso delle finestre per non perdere l’utilizzo della parete o rubando un rettangolo dalla camera adiacente, magari quella da letto che diventa più piccola. Difficile riuscire ad avere una stanza dedicata alla lavanderia, quindi si organizzano soluzioni che riescono a coniugare funzionalità ed estetica in spazi davvero ridotti (vedi l’articolo da pagina 96).
Ma l’evoluzione più importate penso sia quella della cucina che oggi tutti vogliono a vista, senza pareti divisorie, con affaccio diretto sul soggiorno e arredata in continuità con esso: la cucina diventa così un’area più conviviale rompendo il significato di rappresentanza che aveva la sala da pranzo di un tempo. E per i più fortunati magari questo living ha un affaccio su una terrazza o un piccolo spazio all’aperto; anche qui i cambiamenti sono davvero notevoli perché la produzione di arredi, materiali e attrezzature per l’outdoor offre una scelta molto ampia e in grado di soddisfare piaceri come cucinare all’aperto, godersi un bagno in minipiscina con idromassaggio, rilassarsi all’ombra su divani rivestiti con tessuti ad hoc che nulla hanno da invidiare a quelli da interno (vedi l’articolo da pagina 62). Altro cambiamento altrettanto importante è dato dall’introduzione della domotica, argomento qui approfondito spesso, che ci consente di controllare magicamente ogni aspetto della nostra abitazione. E la casa di oggi deve anche soddisfare tante nuove esigenze e lo fa rendendosi flessibile con stanze multifunzionali ridisposte per svolgere lo smart working, per allenarsi come in palestra, per socializzare, per rilassarsi.
Gli architetti quindi, spesso spronati dagli spunti dei commitenti, hanno un gran da fare, non solo per recuperare spazio e trovare soluzioni sempre più funzionali, ma anche per progettare ambienti belli ed armoniosi che ci facciano dire con soddisfazione al nostro rientro tra le mura domestiche: “… casa, dolce casa!”

Riparazione del ferro da stiro | Tre casi di malfunzionamento

Analizziamo tre comuni casi di malfunzionamento che richiedono la riparazione del ferro da stiro, illustrando per ciascuno una soluzione efficace per ripristinarne il corretto funzionamento

Quando l’apparecchio non funziona come dovrebbe, il primo passo per avviare una corretta valutazione è l’ispezione visiva, utile per stabilire se può rendersi necessaria la riparazione del ferro da stiro.

Nel caso del ferro a vapore in esame, non si rilevano incrinature sulle parti in plastica, che potrebbero suggerire cadute accidentali, mentre il cavo di alimentazione risulta integro, anche nel tratto più sollecitato in prossimità dell’impugnatura, spesso soggetto a usura a causa degli attorcigliamenti durante l’uso.

Il pulsante di emissione del vapore, invece, è afflitto da una forte mobilità nella sua sede, segno di un cedimento interno che rende difficoltoso il suo azionamento: alla pressione, invece di scattare l’interruttore, tende a rientrare nell’impugnatura, come se non avesse un adeguato supporto interno.

Alla prova dell’accensione, il ferro non presenta problemi di alimentazione elettrica: la spia si illumina prontamente e la piastra si scalda con tempi del tutto regolari. Il problema è che, raggiunta la temperatura corretta nella caldaia, non viene erogato il vapore e, come prima cosa, si pensa al problema dell’interruttore sull’impugnatura.

Senza neppure aprire il guscio inferiore della macchina, infatti, ci concentriamo subito sull’impugnatura, aprendola, per mettere a nudo l’interruttore del vapore. Questo ci dà modo di metterlo a posto ma, purtroppo, scopriamo subito che il vapore non viene erogato neppure così.

Non resta che smontare interamente il guscio che riveste la caldaia del ferro a vapore per analizzare gli altri componenti della macchina, in particolar modo l’elettrovalvola, deputata all’erogazione del vapore.

Questo componente, avvitato direttamente nella caldaia, è un rubinetto a comando elettrico, azionato direttamente dal pulsante situato sull’impugnatura; ha una sua componente elettrica, che può bruciarsi, e una meccanica, che può bloccarsi.

A questo punto si entra nella fase cruciale della riparazione del ferro da stiro, iniziando con il test della sezione elettrica: se guasta, è possibile sostituirla senza rimuovere l’intera valvola, con una spesa contenuta; in caso contrario, sarà necessario procurarsi l’intero componente, leggermente più costoso. La sostituzione permette di ripristinare pienamente la funzionalità dell’apparecchio.

Il problema del pulsante allentato

riparazione ferro da stiro
Rimuoviamo il guscio frontale dell’impugnatura, allentando la vite (in questo caso una sola) che lo blocca. Siamo alla ricerca del perché il comando di emissione del vapore, un pulsante che dovrebbe essere ben fissato sulla parte, si muova così tanto nella sua sede, tanto da rendere difficoltoso il suo azionamento.
Il pulsante ha una ghiera esagonale che permette di avvitarlo sul supporto di plastica del guscio; la ghiera era del tutto allentata, quindi, premendo il tasto bianco, invece di scendere soltanto lui, scendeva in basso tutto il pulsante, senza che potesse avvenire il click dell’interruttore. È stato sufficiente riavvitare a fondo la ghiera, mettendo un filo di frenafiletti, in modo che il problema non si ripresenti a breve.
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Sostituzione solo del solenoide

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Aperto il guscio che riveste la caldaia, si prosegue con la fase centrale dell’intervento di riparazione del ferro da stiro, concentrandosi sull’elettrovalvola, unico elemento che si interpone fra il vapore in pressione e la sua erogazione tramite l’apparecchio. La troviamo collegata direttamente alla caldaia, lateralmente, e da questa parte il tubo che porta il vapore verso il ferro.
Per verificare il funzionamento dell’elettrovalvola, ovviamente a ferro completamente scollegato dalla corrente elettrica, si provvede a staccare anche i due faston frontali sulla parte elettrica del dispositivo (solenoide), per poter verificare con il tester la resistenza al suo interno. In questo caso il valore 1 indica che non c’è alcuna resistenza, quindi il solenoide è bruciato ed è da sostituire.
Il ricambio è un recupero e non ha valori identici al pezzo originale, ma la differenza è minima e può andare lo stesso. Il solenoide tolto è quello a destra; la freccia indica una parte rigonfia a seguito del surriscaldamento per la rottura.
riparazione ferro da stiro
Prima di fissare definitivamente il nuovo solenoide, si controlla se è sano, misurandone la resistenza con il tester: il valore indicato è verosimile per un buon funzionamento.
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Blocchiamo il solenoide applicando e stringendo il dado esagonale posto sopra. Richiudiamo il guscio della caldaia, accendiamo il ferro e testiamone la totale funzionalità.

Riparazione ferro da stiro: sostituzione dell’intera elettrovalvola

Il guscio dell’elettrodomestico è completamente aperto e abbiamo già testato il solenoide che mostra valori corretti di resistenza, eppure l’elettrovalvola non scatta. Evidentemente c’è un problema a livello meccanico, per esempio potrebbe essere bloccata dal calcare. In tutti i casi dobbiamo procurarci un ricambio, quindi la svitiamo dalla caldaia, usando una chiave a forchetta.
riparazione ferro da stiro
Avere in mano il pezzo originale serve soprattutto se abbiamo accantonato ricambi di altri elettrodomestici della stessa natura, per controllarne la compatibilità. Quello individuato, in effetti, non è identico e neppure nuovo, ma può fare al caso nostro.
Bloccato momentaneamente nella morsa il corpo della valvola, si avvolge il filetto con un nutrito numero di giri di nastro al Teflon, per tubazioni idrauliche.
riparazione ferro da stiro
Avvitiamo la valvola nel raccordo con la caldaia, facendo attenzione a procedere soltanto in avanti, sino a serraggio sufficiente: mai esagerare, portando la valvola a fondo, per poi dover svitare di mezzo giro per farla rimanere nella posizione migliore per le connessioni. Svitando all’indietro il teflon si trancia e c’è la probabilità che non riesca a tenere la pressione.
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Dopo aver innestato il tubo del vapore, bloccandolo con il suo collarino, applichiamo il solenoide, stringendolo con il suo dado, infine innestiamo i faston e richiudiamo il guscio. Con quest’ultimo intervento si conclude la riparazione del ferro da stiro, che torna a garantire un’erogazione di vapore regolare e prestazioni ottimali anche dopo un guasto complesso.

Leggi anche: Come riparare i faretti led

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Negozio qualificato: il riferimento per oggetti belli e buone maniere 

Tratto da “Casastile n.435 – Maggio 2025″

Autore: Nicla de Carolis

Una delle marce in più dei negozi che seguono Casastile è senza dubbio la competenza di quanti vi lavorano: conoscere bene i prodotti, sceglierli con accuratezza per consigliare, ma sapere anche come si utilizzano. Mi riferisco oggi in particolare al mondo art de la table e a tutto ciò che l’allestimento e le buone maniere implichino parlando di questo argomento. La tavola celebra la vita, la cultura e la bellezza: la riscoperta di questi valori per certi e la scoperta per tanti giovani cresciuti senza saper nulla di tali piaceri, nell’epoca del fast food, di piatti, bicchieri, tovaglie e quant’altro di plastica/carta, rappresentano una nuova opportunità di vendita. Certo bisogna saper raccontare tutto quello che c’è dietro un servizio in porcellana; la nostra copertina è dedicata a Exotic Jungle, servizio prodotto da Weissestal con decori magnifici per realizzare i quali sono necessari ben 27 passaggi di colore applicati a mano con cotture che rendono le superfici lisce e resistenti all’uso quotidiano.
Ma questo è solo uno degli spunti del numero per approfondire il mondo de l’art de la table e il ritrovato gusto per questo piacevole rito che mette insieme estetica e galateo; tutto ciò è confermato anche dal successo che hanno influencer esperti della materia sui social. Monica Iotti (intervista da pagina 34), portabandiera di un’eleganza a 360°, ora attiva anche con i suoi divertenti reel su Instagram, ha decine di migliaia di follower, anche giovani, che dimostrano quanto in un mondo dominato dal trash possa esserci interesse per questa materia.
Vendere quanto è necessario per imbandire una bella tavola, raccontando storia e lavorazione di cristalli, di porcellane, di argenti, insegnare la disposizione di ogni singolo pezzo secondo le regole, è uno dei plus del gestore competente in grado di catturare l’attenzione e fidelizzare il cliente.
Ma di sicuro sono tanti gli spunti e i prodotti che, adeguatamente presentati e illustrati nelle loro funzioni pratiche, grazie alla loro estetica possono diventare qualcosa di molto ambito; uno degli esempi in questo numero sono gli accattivanti piccoli elettrodomestici (da pagina 44) che sembrano appartenere alla categoria oggetti di arredo e addirittura oggetti cult in grado di dare un tocco in più in fatto di ricercatezza alle cucine, oggi diventate il punto di ritrovo, estensione del soggiorno.

Leggi la rivista

Disgorgante lavandino: la soluzione contro gli scarichi otturati

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Il disgorgante per lavandino rappresenta un alleato utile e spesso risolutivo contro gli scarichi otturati; ma è importante scegliere il prodotto giusto e utilizzarlo nella maniera corretta

Gli scarichi domestici sono soggetti nel tempo ad accumuli di sporco, residui alimentari, capelli o grassi, che possono compromettere il corretto deflusso dell’acqua. In questi casi, l’utilizzo di un disgorgante per lavandino rappresenta una delle soluzioni più rapide ed efficaci per eliminare l’ostruzione e ripristinare la normale funzionalità dello scarico.

L’uso di questi prodotti, se effettuato correttamente in base alla tipologia di intasamento, consente di evitare interventi invasivi e costosi. Tuttavia, è fondamentale comprendere quale tipo di disgorgante scegliere, come funziona e quali accorgimenti adottare per un utilizzo in sicurezza.

Le tipologie di disgorgante disponibili sul mercato

Sul mercato sono disponibili diverse varianti di disgorgante per lavandino, ognuna con caratteristiche specifiche in base alla composizione e all’utilizzo previsto. La classificazione principale distingue tra prodotti chimici e naturali.

I disgorganti chimici, generalmente a base di soda caustica, acido solforico o ipoclorito di sodio, sono noti per la loro efficacia immediata. Si presentano in forma liquida, in gel o granulare e agiscono sciogliendo i materiali organici che ostruiscono i tubi. Questa tipologia è indicata per gli intasamenti più persistenti, ma richiede cautela d’uso e rispetto delle indicazioni del produttore.

I disgorganti ecologici, invece, utilizzano enzimi o sostanze di origine naturale. Sono più delicati, ma rappresentano una scelta sostenibile per la manutenzione ordinaria. Pur agendo più lentamente, sono ideali per chi desidera prevenire le ostruzioni senza rischiare danni ai tubi o all’ambiente.

Come funziona un disgorgante per lavandino

Il principio di funzionamento di un disgorgante lavandino si basa sulla reazione chimica che scioglie o degrada le sostanze accumulate all’interno delle tubature. Nei prodotti chimici più aggressivi, questa reazione è esotermica: genera calore e agisce rapidamente sulla materia organica, liquefacendola.

In presenza di grassi solidificati, capelli, resti alimentari o residui di sapone, il prodotto penetra nelle ostruzioni e le frammenta o dissolve, consentendo all’acqua di tornare a fluire liberamente. Nel caso dei disgorganti naturali o enzimatici, il processo è più lento ma più sicuro per l’impianto idraulico e per chi lo utilizza.

In entrambi i casi, l’efficacia dipende anche dal tipo di intasamento, dalla posizione del blocco e dalla quantità di prodotto impiegato.

disgorgante lavandino

Come utilizzare correttamente un disgorgante lavandino

Per garantire un utilizzo sicuro ed efficace di un disgorgante per lavandino è consigliabile seguire alcuni semplici passaggi:

  1. Leggere attentamente l’etichetta e le istruzioni fornite dal produttore.
  2. Indossare guanti e occhiali protettivi, soprattutto in caso di prodotti chimici.
  3. Versare la quantità indicata di prodotto direttamente nello scarico otturato, evitando schizzi o contatti con la pelle.
  4. Attendere il tempo di posa consigliato, che può variare da pochi minuti a diverse ore a seconda del tipo di disgorgante.
  5. Risciacquare con abbondante acqua calda per completare il processo di pulizia.

È necessario non utilizzare il lavandino durante l’attesa, per non interrompere la reazione. Ripetere il trattamento solo se indicato e mai combinare prodotti diversi, poiché la reazione tra sostanze incompatibili potrebbe essere pericolosa.

Quando evitare l’uso di disgorganti chimici

Nonostante l’efficacia, in alcuni casi l’uso di disgorganti chimici può essere sconsigliato o inefficace. In presenza di tubature vecchie o particolarmente delicate, il contatto con sostanze aggressive può causare danni strutturali.

Inoltre, se il blocco è profondo o causato da oggetti solidi, un disgorgante potrebbe non essere sufficiente. In questi casi, è preferibile ricorrere a strumenti meccanici, come la sonda flessibile o la ventosa a pressione, o in ultima istanza a un intervento professionale.

È buona pratica evitare l’uso frequente di prodotti chimici forti, privilegiando una manutenzione regolare con soluzioni meno invasive.

Infine, per il lavandino della cucina, onde evitare di accumulare residui di cibo, si può prendere in considerazione l’installazione di un tritarifiuti domestico per lavandino.

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Manutenzione preventiva degli scarichi

Prevenire è sempre meglio che curare. Per evitare l’uso frequente di disgorganti lavandino, è utile adottare buone abitudini quotidiane:

  • Non versare oli o grassi nello scarico, nemmeno diluiti.
  • Utilizzare filtri o retine per bloccare residui alimentari e capelli.
  • Far scorrere regolarmente acqua calda per evitare l’accumulo di sporco.
  • Effettuare una pulizia preventiva mensile con bicarbonato e aceto o disgorganti naturali.

Questi semplici accorgimenti riducono la formazione di blocchi e prolungano la vita utile degli impianti.

Alternative al disgorgante lavandino

In caso di ostruzioni lievi, è possibile utilizzare rimedi casalinghi con ingredienti facilmente reperibili. Una miscela di bicarbonato di sodio e aceto, seguita da acqua bollente, può rivelarsi efficace per liberare scarichi solo leggermente rallentati.

L’utilizzo di ventose a pompa, sturalavandini a pressione o serpentine flessibili è altrettanto valido, soprattutto per chi desidera evitare prodotti chimici. Queste soluzioni meccaniche non danneggiano le tubature e sono riutilizzabili nel tempo.

Concludendo, scegliere il prodotto giusto, utilizzarlo nel modo corretto e adottare pratiche preventive consente di gestire con successo i problemi legati agli intasamenti.

Una manutenzione consapevole, accompagnata da strumenti adatti e da una conoscenza delle diverse soluzioni disponibili, permette di mantenere gli impianti efficienti e ridurre la necessità di interventi d’urgenza.

FILA Solutions – protezione macchie

L’importanza di proteggere ma soprattutto fare manutenzione per mantenere la bellezza dei materiali naturali nel tempo è da sempre il core business di FILA Solutions, che propone, grazie ai i suoi prodotti, un “make up” continuativo e sempre all’avanguardia.

Tra i più “gettonati” per la protezione contro le macchie, l’Azienda propone MP90 ECO XTREME, idro oleo repellente ecocompatibile, con effetto naturale, che rappresenta la miglior difesa dalle macchie per pietra naturale, marmo e granito con finitura lucida, patinata, spazzolata e levigata fine opaca. Riduce l’assorbimento del materiale senza alterarne l’aspetto estetico e al tempo stesso impermeabilizza, protegge e semplifica la pulizia. È ottimo anche per le fughe, ceramiche craquelé, graniglie, marmo-resina, lapidi, ed è idoneo anche per il trattamento di cementine e pietre ricostruite. Con proprietà anti-graffiti, protegge la superficie e consente una facile rimozione dei graffiti in fase di pulitura.
MP90 ECO XTREME è un prodotto a bassissimo contenuto di VOC, a basso impatto ambientale con certificato INDOOR AIR COMFORT GOLD e privo di solventi idrocarburici; essendo a base acqua, sopporta situazioni di umidità residua, per cui l’applicazione può essere fatta dopo 24/48 ore dal lavaggio iniziale, rendendo il trattamento veloce e la superficie calpestabile dopo solo due ore.

Un’altra proposta FILA, ideale per pietra naturale e agglomerati, marmo e granito, cemento, tufo, wpc, cotto e klinker è FOB XTREME.

Per una protezione estrema idro oleo repellente, ostacola l’assorbimento di macchie comuni di origine oleosa e acquosa; adatto anche per il trattamento delle graniglie e delle cementine. La protezione ha un effetto naturale traspirante. Molteplici i vantaggi: non crea film superficiale e non altera l’ingelività del cotto, mantenendo il colore e l’aspetto originali. Con prestazioni ottimali sul cotto arrotato rustico e sul marmo anticato, è ideale il suo utilizzo in prossimità di cucine, barbecue e vialetti dove sostino le auto. Per superfici interne ed esterne, il prodotto è classificato A+ secondo la French Voc Regulation.

Riciclo creativo fai da te | Pneumatico puf + tavolino snowboard

Con un pizzico di fantasia e manualità, il riciclo creativo fai da te permette di trasformare oggetti inutilizzati in arredi e decorazioni originali, dando vita a creazioni uniche e sostenibili

Dare nuova vita agli oggetti destinati alla discarica è una pratica sempre più diffusa, non solo per una questione di sostenibilità, ma anche per il piacere di creare qualcosa di unico con le proprie mani. Il riciclo creativo fai da te consente di trasformare materiali di recupero in oggetti utili, decorativi o addirittura in veri e propri elementi d’arredo, con il vantaggio di contenere i costi e sviluppare abilità manuali.

Con un po’ di fantasia, strumenti di base e spirito d’iniziativa, anche un vecchio pneumatico o una tavola da snowboard possono diventare protagonisti di progetti originali e funzionali. Di seguito due idee semplici da realizzare, perfette per avvicinarsi al mondo del fai da te attraverso il riutilizzo intelligente.

Pneumatico puf

Utilizziamo un vecchio pneumatico come robusto elemento portante nella costruzione di una seduta tipo “puf”, un perfetto esempio di riciclo creativo fai da te. Il pneumatico, ben pulito da elementi estranei, va verniciato a smalto nel colore preferito, dopo la stesura di un primer che faciliti l’adesione della finitura alla gomma del pneumatico. Il colore può essere dato a pennello, ma la resa estetica è decisamente migliore se si dà con una pistola a spruzzo, senza contare che ci si mette molto meno tempo, dati i mille anfratti presenti sul battistrada.

Mentre il primer asciuga prepariamo la seduta del puf. In pratica dobbiamo ritagliare un disco di MDF (un legno ricostituito molto resistente e agevole da lavorare) oppure in multistrato. Il disco deve avere un diametro leggermente superiore all’apertura interna del pneumatico in modo che il bordo si appoggi sul risalto interno di gomma. Presa la misura del diametro interno del pneumatico e aumentato di 100 mm, tracciamo sull’MDF la circonferenza e tagliamo il disco con il seghetto alternativo con lama a denti fini che esegue un lavoro pulito.

Non discostiamoci dalla marcatura, ma stiamo sul bordo esterno della linea tracciata, in modo da avere successivamente il margine per una levigatura che elimini le imprecisioni e lo sbavo della lama. L’imbottitura del cuscino si ricava da un foglio di gommapiuma che dobbiamo tagliare dello stesso diametro del disco di MDF. Il rivestimento di stoffa del cuscino, invece, deve avere un diametro più ampio perché dobbiamo poterlo risvoltare sui lati e girarlo sotto l’MDF dove lo fissiamo con una graffettatrice. A questo punto la seduta è pronta per essere collocata al centro del pneumatico: il puf può prendere servizio in soggiorno o in altre stanze della casa.

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I materiali occorrenti sono: un pneumatico vecchio, un foglio di MDF, uno di gommapiuma e una pezza di stoffa.

Realizzazione fai da te

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Con la pistola a spruzzo diamo su tutta la superficie esterna dello pneumatico un primer che agevoli il successivo aggrappaggio dello smalto colorato.
Per tracciare la circonferenza del taglio, piantiamo un chiodo al centro del pannello e vi fissiamo la cordicella con una matita legata alla distanza giusta (raggio del disco).
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Il taglio del disco lo facciamo con il seghetto alternativo, tenendo fissato il pannello al piano di lavoro con morsetti per non farlo vibrare. Avanziamo piano e con precisione.
Appoggiamo il disco sulla gommapiuma e incidiamola facendo correre lungo la circonferenza la lama del cutter, muovendolo su e giù come un coltello.
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Stendiamo sul piano di lavoro il tessuto già tagliato a misura e mettiamo sopra i due dischi di gommapiuma e di MDF. Ripieghiamo sopra il tessuto e fissiamolo con la graffatrice, dando un punto ogni 30 mm.
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Tavolino snowboard

Questo tavolino da tè nasce semplicemente fornendo a una vecchia tavola da snowboard due coppie di gambe metalliche, in un perfetto esempio di riciclo creativo fai da te. Le gambe possiamo recuperarle da un vecchio sgabello o un tavolino, ma possono anche essere trovate nei mercatini.

Il primo intervento da eseguire consiste nell’asportare dalla tavola tutti gli attacchi per gli scarponi. Può non essere facile perché i sistemi di fissaggio sono molto saldi. Bisogna fare attenzione a non rovinare la testa delle viti di fissaggio perché poi risulta molto complicato asportarle. Se resistono conviene applicare un poco di WD-40 Super Sbloccante e lasciarlo agire per qualche minuto prima di riprovare.

riciclo creativo fai da te

Il passo successivo per questo progetto di riciclo creativo fai da te è individuare e marcare i punti da forare sulla tavola per applicare le viti che la fisseranno alle gambe. Nel farlo, teniamo conto che la posizione delle gambe, nella lunghezza della tavola, deve essere tale da fornire equilibrio e stabilità al futuro tavolino. Appoggiamo lo snowboard su un piano con la faccia superiore rivolta in basso e posizioniamo le gambe, rivolte verso l’alto.

Osserviamo il tratto di tubo a contatto con lo snowboard: se ha già fori passanti che ricadono sulla tavola, possiamo marcarla direttamente inserendo la matita nei fori stessi, altrimenti dobbiamo prima realizzare i fori delle viti e poi segnare i punti dove forare anche la tavola.

Fatti i fori sulla tavola, ne svasiamo l’imboccatura perché le viti che useremo per il fissaggio devono avere la testa conica, in modo da rimanere a filo piano, senza sporgere. Non resta che montare le due gambe e il tavolino è pronto all’uso.

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La tavola da snowboard ha proporzioni che la rendono adatta per questo recupero. Come gambe, sono da ricercare quelle di un vecchio sgabello.

Costruzione del tavolino snowboard

Come si può notare, gli attacchi per gli scarponi sono già stati rimossi dallo snowboard. Altra operazione preliminare, al momento della marcatura dei fori passanti da fare sulla tavola, è la misurazione dell’intero spessore della tavola stessa più il diametro del tubo, in modo da valutare la lunghezza delle viti che servono per il montaggio. Si tratta di viti a passo metrico, perché al di sotto vanno messe rondelle e dadi di serraggio, e con testa svasata. Per rendere salde le gambe consigliamo una sezione M6. Data la presenza di materiali compositi e, spesso, metallici, negli strati della tavola, effetuiamo il foro con una punta da ferro. Appoggiamo la tavola su un pezzo di legno di scarto in modo da ottenere un foro di uscita migliore.
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Prima di montare le gambe svasiamo sul top della tavola i fori effettuati montando l’accessorio svasatore sul trapano. Le viti vanno inserite dall’alto e fatte penetrare anche nelle apposite sedi delle gambe metalliche. Il fissaggio si realizza inserendo sul gambo (da sotto) prima una rondella e poi il dado di serraggio. Questo si avvita dapprima manualmente e poi si serra con la relativa chiave inglese.
Per un migliore risultato estetico e tattile, sostituiamo il comune dado con uno di tipo cieco (o “a cupola”). Questa scelta richiede una valutazione precisa della lunghezza delle viti che usiamo: se risultassero troppo lunghe, i dadi ciechi non riuscirebbero a stringere le gambe contro la tavola. In tal caso sarebbe necessario accorciarle quanto basta con un seghetto.
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Riparare parquet danneggiati | Tutti i passaggi per portarli a nuovo

Come intervenire in modo corretto per riparare parquet danneggiati e preservarne la durata

Il pavimento di legno, se ben mantenuto e rispettato, dura molti anni, anche se può capitare di dover intervenire per riparare parquet danneggiati. Tra i danni più frequenti vi sono quelli derivanti dall’esposizione del listello parquet a un prolungato clima secco, che può determinare la comparsa di fessurazioni, a volte anche importanti, tra le liste o le doghe del parquet, per non parlare di un parquet sollevato o parquet gonfiato che è davvero brutto da vedere.

In un parquet rovinato non sono rari i danni da caduta di oggetti, le abrasioni, i rigonfiamenti a causa dell’umidità che fa dilatare il legno. Rimuoviamo sempre la polvere con appositi panni attira-polvere e trattiamo fai da te (annualmente) il pavimento con prodotti protettivi e con apposito polish per pavimenti in legno.

Cosa bisogna sapere per il ripristino parquet

  • Per la “salute” del parquet è importante mantenere un corretto clima ambientale: umidità tra 45% e 60%, temperatura dell’aria fra 15 e 20 °C, mai inferiore ai 10 °C.
  • All’inizio della stagione fredda è bene riscaldare i locali gradualmente e applicare vaschette umidificatrici ai termosifoni, inoltre occorre arieggiare adeguatamente i locali nei vari periodi dell’anno. Nel caso di pavimenti radianti è consigliato l’uso di umidificatori ambientali nel periodo invernale.
  • Evitiamo di posizionare pesi rilevanti concentrati in piccole porzioni di pavimento. Non tralasciamo di applicare feltrini protettivi sotto i piedi di mobili, gambe di sedie ecc. Se le sedie sono provviste di rotelle di plastica è sempre preferibile che siano rivestite in gomma.
  • Collochiamo all’ingresso dell’abitazione uno zerbino mantenuto pulito per allontanare dalle suole delle scarpe polvere e particelle abrasive.
  • La presenza di animali domestici va gestita con particolare attenzione.
  • Per la pulizia non usiamo alcool, ammoniaca o solventi che possono danneggiare la verniciatura

Riparare parquet – Gli interventi classici

Tempo richiesto: 2 ore

  1. Eliminare segni profondi sul parquet

    La caduta di oggetti pesanti lascia sul parquet un segno profondo: la riparazione più elementare consiste nel coprire il foro con cera colorata in stick, quindi lucidarla con un panno di lana.

  2. Ripristinare segni da schiacciamento

    Per recuperare un’ammaccatura passiamo più volte il ferro con interposto uno straccio umido. Il calore e l’acqua tendono a far gonfiare il legno  livellando di nuovo la superficie.

  3. Sostituire una doga

    Una doga rovinata può essere rimossa con un delicato intervento di scalpello e sostituita con una nuova, precedentemente privata degli incastri, che incolliamo in posizione.

  4. Riparare fessure laterali

    Se in vicinanza delle pareti il parquet mostra delle fessure tra le doghe, utilizziamo l’apposito attrezzo che (dopo aver tolto il battiscopa) ci permette di ricompattarle strettamente.

  5. Ripristinare la lucentezza

    Nei punti in cui il pedonamento è alto il parquet può perdere lucentezza e mostrare segni di usura. Interveniamo applicando una vernice vetrificante in almeno due mani.

  6. Pulizia di mantenimento

    Il parquet va trattato con preparati pulenti una volta al mese. Oltre a eliminare lo sporco, il preparato si insinua negli interstizi migliorando la sigillatura di eventuali spazi vuoti.

Riparare parquet – Lamatura di rinnovo

lamatrice per parquet

Anche se un parquet viene curato e mantenuto, dopo alcuni anni di servizio può mostrare una certa usura, soprattutto in termini di differenza di consumo tra le diverse aree di un locale. Se il parquet lo “merita” conviene far eseguire una lamatura (la macchina lamatrice si trova anche a noleggio) che asporta la finitura e un certo spessore di legno (1-1,5 mm). Dopo aver pulito accuratamente si esegue un nuovo trattamento di finitura.

Scopri come posare il parquet flottante

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  • Impermeabile privo di solventi bi-elastico levigabile, verniciabile
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  • Passare il prodotto comprimendolo direttamente sulla superficie come una matita, fino ad ottenere il riempimento della parte da riparare. Attendere 2/3 minuti e passare un panno sulla parte trattata per togliere l’eventuale eccesso di prodotto.
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Dopo gli aspetti pratici, proseguiamo l’articolo introducendo ulteriori consigli da tenere a mente sulla riparazione dei parquet danneggiati.

Identificare correttamente il tipo di danno

Prima di procedere con qualsiasi intervento, è essenziale distinguere il tipo di danno presente sul parquet. Graffi superficiali, rigonfiamenti dovuti all’umidità, fessurazioni o macchie profonde richiedono soluzioni diverse. Riconoscere in modo accurato il problema consente di scegliere la tecnica più adatta per riparare parquet danneggiati, evitando errori che potrebbero compromettere l’aspetto del pavimento nel lungo periodo.

Utilizzare i giusti prodotti per la riparazione

Per ottenere un risultato efficace e duraturo, è fondamentale selezionare prodotti specifici per il tipo di parquet. In caso di graffi leggeri, bastano spesso cere coprenti o stick ritocco in tinta; per danni più seri, come tavole sollevate o rigonfiamenti, può rendersi necessario l’uso di resine, adesivi o stucchi professionali. Anche la scelta della finitura è cruciale: vernici, oli o cere devono essere compatibili con il trattamento originale per garantire un’ottima resa visiva.

riparare parquet danneggiati

Prevenire i danni futuri: buone pratiche quotidiane

Dopo aver provveduto a riparare parquet danneggiati, è importante adottare abitudini corrette per evitare nuovi problemi. Posizionare feltrini sotto ai mobili, evitare calzature con tacchi sottili o sassolini sotto le suole, e mantenere un livello costante di umidità negli ambienti sono accorgimenti semplici ma efficaci. Anche la pulizia gioca un ruolo decisivo: utilizzare detergenti neutri e panni morbidi aiuta a preservare il rivestimento superficiale nel tempo.

Quando è il caso di rivolgersi a un professionista

Non sempre gli interventi fai da te sono sufficienti. Se il danno interessa una superficie ampia, coinvolge più assi o riguarda la struttura sottostante, può essere opportuno affidarsi a un tecnico specializzato. Un esperto saprà valutare il miglior approccio per riparare parquet danneggiati, proponendo soluzioni su misura senza compromettere l’integrità del pavimento esistente.

riparare parquet danneggiati

Riparazione o sostituzione? Come decidere

In alcuni casi, soprattutto se il parquet è molto datato o ha subito danni estesi, può essere più conveniente optare per la sostituzione di alcune doghe piuttosto che ripararle. Con parquet prefiniti o incollati, la rimozione di singoli elementi è spesso possibile senza dover intervenire sull’intera superficie. Tuttavia, è fondamentale che il nuovo materiale sia compatibile per colore, formato e finitura, per garantire un risultato armonioso e visivamente coerente.

Riparare parquet danneggiati: attenzione agli errori comuni

Uno degli errori più frequenti consiste nell’intervenire senza aver pulito adeguatamente la superficie o senza lasciar asciugare il legno danneggiato da infiltrazioni. Anche la fretta nell’applicazione di finiture o l’uso di prodotti non idonei può compromettere la qualità della riparazione. Prima di agire, è sempre consigliabile informarsi a fondo o eseguire una prova su una parte nascosta.

Brico io apre il punto vendita diretto di San Giorgio di Piano (BO) e lancia Tooli, il primo agente di intelligenza artificiale in-store

Ha aperto ieri mattina, 10 aprile, a San Giorgio di Piano (BO), un nuovo punto vendita diretto di Brico io, catena italiana leader del bricolage di prossimità, che porta a 121 il totale dei negozi: 80 a gestione diretta (incluso San Marino) e 41 affiliati.
Dall’intelligenza artificiale alla realtà aumentata, passando per la digitalizzazione del negozio, il nuovo punto vendita di San Giorgio di Piano si caratterizza per una forte impronta tecnologica, frutto di una strategia di partnership aperta e condivisa con startup, fornitori e aziende esperte in tecnologia.
Sono diversi i progetti digitali presenti in negozio, tra cui la grande novità del primo agente di intelligenza artificiale in-store, Tooli, presentato in anteprima ieri mattina.

TUTTA LA TECNOLOGIA DEL NEGOZIO

CASSE SELF – Tra le novità tecnologiche presentate in negozio, si fanno notare le 2 nuove postazioni cassa assistita che, con una rotazione del banco, può passare alla modalità SCO (Self Check-out) con pagamenti elettronici: è il primo caso di cassa automatica presente nei negozi Brico io.

DIGITAL SIGNAGE – Il progetto, realizzato con la collaborazione di Henkel e Next Different, si concentra sull’evoluzione del digital signage.
Brico io ha implementato una tecnologia di “conversational signage” in 40 negozi: un sistema avanzato in grado di tracciare e monitorare l’audience che transita di fronte agli schermi digitali, raccogliendo dati sia quantitativi che qualitativi.
“Attraverso una telecamera e un sensore che riconoscono il tipo di cliente in base al segnale del suo smartphone, il sistema è in grado di proporre contenuti video personalizzati – afferma Paolo Micolucci, Consigliere Delegato di Brico io – questa strategia mira a rendere la comunicazione più efficace e coinvolgente, adattando il messaggio agli interessi specifici del potenziale acquirente”.

TOTEM INTERATTIVI – In negozio sono presenti 2 totem che trasmettono video dimostrativi dell’utilizzo di prodotti, completi di codice QR, che consentono ai clienti titolari della Brico io CARD di scaricare offerte e promozioni.

BARRE LED – Il progetto pilota è partito con l’installazione, in 5 scaffali selezionati, di altrettante barre LED: un’evoluzione “dinamica” dell’etichetta elettronica.
“La barra LED è uno strumento capace di trasmettere un contenuto digitale ed è in grado di fornire informazioni aggiuntive al consumatore e grande visibilità al fornitore partner – dichiara Agostino Russo, responsabile sistemi informativi di Brico io – Grazie alle animazioni e al codice QR, la barra LED può diventare un vero strumento pubblicitario in-store per i fornitori”.

IL LANCIO UFFICIALE DI TOOLI, IL PRIMO AGENTE A.I.

Ciliegina sulla torta, e fiore all’occhiello del punto vendita, il lancio ufficiale di Tooli, il primo agente di intelligenza artificiale in-store di Brico io. Questo progetto, sviluppato in collaborazione con Cean e Dinn! per quanto riguarda design e struttura, partner tecnologici come Google Cloud, GO Reply, Jakala, T2O e industriali come Henkel, Rapid, Saratoga, UHU-Bostik, rappresenta una vera e propria rivoluzione dell’esperienza d’acquisto, che va a completare il progetto TTX (Tech Touch eXperience) già presentato qualche mese fa, sempre solo nel comparto colle e siliconi.
“Tooli si presenta come un totem interattivo che intercetta il cliente e lo guida in un’esperienza completamente nuova – commenta Micolucci – Attraverso la scansione di un QR code con il proprio smartphone, il cliente può avviare una conversazione testuale con l’assistente digitale, ricevendo risposte e informazioni pertinenti al reparto in cui si trova (colle e siliconi). Ma l’innovazione non si ferma all’interazione virtuale: il progetto Tooli ha portato a una revisione completa dello scaffale, trasformandolo in uno spazio ibrido che integra etichette digitali e schermi informativi”.

FOCUS SUL PUNTO VENDITA DI SAN GIORGIO DI PIANO
Il nuovo punto vendita Brico io si estende su una superficie di 1.500 metri quadrati, di cui 200 riservati all’area garden.
L’edificio, di nuova costruzione e di proprietà di Coop Reno, dispone di un ampio parcheggio gratuito a servizio dei clienti.
Situato in una posizione strategica lungo la Strada Provinciale 4 Galliera, che collega Bologna a San Pietro in Casale, gode di un’eccellente visibilità e serve un’ampia area con un elevato bacino d’utenza.
“Questo nuovo punto vendita rappresenta un passo verso il futuro – dichiarano Mirko Del Vecchio e Girolamo Genna, direttori del negozio – Abbiamo concentrato in questo punto vendita diverse innovazioni tecnologiche: oggi siamo in grado di intercettare qualsiasi fascia di consumatore, anche quelle più giovani che sono abituate a usare la tecnologia in qualsiasi ambito, compresa l’esperienza di acquisto in negozio”.

La proposta merceologica
Oltre 25.000 articoli sono disponibili nei reparti tradizionali e tecnici dedicati al fai da te: utensileria elettrica e manuale, ferramenta, elettricità, idraulica, bagno e arredo bagno, organizzazione degli spazi, scaffalature, legno, vernici, giardinaggio e decorazione.
A completare l’offerta, i corner specializzati, sviluppati in collaborazione con partner esperti nei rispettivi settori, affiancano i reparti principali per offrire un’esperienza ancora più completa e qualificata.
Nell’area esterna sono a disposizione dei clienti due servizi h24: un Eco Compattatore Coripet per il ritiro ed il riciclo delle bottiglie di plastica ed il locker Inpost, con funzione di punto di ritiro e giacenza di pacchi.

I Corner
– Xauto dedicato al mondo degli accessori per auto e ciclo
– Bolle Blu detergenza della casa e della persona
– HomeSTILE arredo: librerie, tavoli, sedie e mobili di servizio
– Electro Lavatrici, TV e piccolo elettrodomestico
– Non solo ZAMPE animaleria

Lo staff
Il personale qualificato del punto vendita è a disposizione della clientela per offrire consulenze, suggerimenti mirati e preventivi gratuiti, garantendo un servizio attento e competente.

Le Offerte
In occasione dell’apertura, è stato realizzato un volantino promozionale con una selezione di articoli a prezzi vantaggiosi, scelti tra le proposte più rappresentative dei diversi reparti, con particolare attenzione ai prodotti stagionali.

Brico io San Giorgio di Piano (BO) – Via Caduti sul lavoro – Tel. 051.0396394
Orario di apertura: dal lunedì alla domenica, dalle 8.30 alle 20.00

Casetta per bambini fai da te | Tutti i passaggi illustrati

Questa casetta per bambini fai da te è robusta, per il divertimento dei più piccoli nella bella stagione, può diventare una camera per gli ospiti

Quando si ha un pezzo di giardino e si hanno dei figli o dei nipoti bisogna avere un cuore di pietra per respingere la richiesta di una casetta per bambini fai da te tutta per loro da montare sul prato o sotto gli alberi. In tutti i negozi di giocattoli di casette per bambini del genere ce n’è a bizzeffe, ma costano molto più di quanto valgono, sono tanto piccole che appena gli inquilini crescono sono da buttar via, non durano per più di un paio di stagioni.

La casetta per bambini fai da te di cui proponiamo la realizzazione, invece, intanto misura, al pavimento, circa 2400×2000 mm (abbastanza da farci dormire tre adulti), poi è sollevata da terra risolvendo ogni problema di umidità ed infine è tanto robusta da poter reggere senza problemi uno scivolo su cui i bambini potranno divertirsi un mondo.

In legname impregnato a caldo e sottovuoto, ed impermeabilizzata con feltro bituminoso (o simili), se ogni due o tre anni la si spennella con un paio di mani di impregnante protettivo potrà servire anche ai pronipoti e, chissà, ai loro figli.

La costruzione

L’inconsueta forma della casetta, praticamente quella di una casetta canadese da campeggio, è studiata per ottenere la massima rigidità; il triangolo infatti è l’unica figura geometrica indeformabile: questo permette di fare a meno di quelle staffe metalliche o di quegli incastri che sarebbero necessari per rendere stabile una costruzione con pareti verticali.

Qui tutte le unioni sono eseguite con viti fra pezzi semplicemente accostati; chi sa e può le renderà più professionali con incastri a mezzo legno o a tenone e mortasa rinforzati con spine passanti o con altri sistemi (vedi in particolare l’angolo superiore dei triangoli e l’attacco delle traverse K ed L).

Le fondamenta

La capanna è sollevata da terra su un telaio costituito da tre coppie di assi che collegano fra loro sei pilastrini profondamente infissi nel terreno.

A parte l’ovvia considerazione che i sei pilastri vanno sistemati perfettamente allineati e in quadro, va considerata anche la natura del terreno in cui vanno infissi. In terreni argillosi o rocciosi basta inserirli in fori da riempire di terra compattata, su terreni più sciolti e/o sabbiosi vanno calati nel calcestruzzo magro (1 parte di ghiaietta, 2 parti di sabbia, 1 parte di cemento) dopo averli dotati di sistemi di ancoraggio (grossi chiodi sporgenti o simili).

Come garantire la massima sicurezza per i bambini?

  • Smussare tutti gli spigoli a vista.
  • Bloccare con sicurezza i gradini della scala.
  • Levigare ed incerare lo scivolo.
  • Fissare al terreno le basi della scala e dello scivolo

DIFFICOLTA’: media. Faticoso l’interramento dei pilastri; per il resto solo lavoro di taglio e avvitatura. TEMPO: circa venti ore. COSTO: costruire la casetta per bambini fai da te costa circa 500 euro.

Progettare una casetta per bambini fai da te

disegno casetta di legno

telai trinagolari di legno
TELAI TRIANGOLARI

Cosa serve per costruire una casetta per bambini fai da te (misure in mm):

PER LA CAPANNA

  • Tavole sezione 45×95: 6 spioventi (A) da 2000, 2 rami per la finestra (B) da 640, 1 montante finestra (C) da 465, 1 montante porta (D) da 1285, 1 contromontante (E) da 835, 6 pilastrini (F) da 1300
  • 20 tavole (G) 28x120x2000 (pavimento);
  • 6 tavole di base (H) 21x91x2830;
  • 4 frontoni (J) 21x91x2100;
  • 6 tavole distanziali (K) 38x57x933;
  • 4 tavole distanziali (L) 38x57x890;
  • 4 puntoni (M) 38x57x220;
  • 4 listelli (N) 21x43x1960;
  • 4 triangolini (O) 45x45x 2100.
  • Listelli sezione 15×43 con battuta 5×10: 4 (P) da 333, 2 (P1) da 376, 1 (Q) da 750, 1 (R) da 750, 1 (S) da 500, 1 (T) da 1135
  • Listelli fermavetro (U e V) sezione 15×15;
  • 4 pannelli multistrato (Y) da 15x122x2000;
  • circa 3,6 m² di perline da esterno (Z);
  • circa 12 m² di feltro bituminoso (con colla e chiodi) o di tegole canadesi;
  • vetro acrilico da 3 mm per le finestre;
  • cardini e catenaccio per la porta ;
  • viti; chiodi; colla; impregnante.

PER LO SCIVOLO

  • 4 montanti (A1) 21x41x2850;
  • 4 basi scivolo (B1) 21x91x500;
  • 9 pioli (C1) Ø 28×436;
  • Scivolo (D1) in masonite temperata 3,5x500x2440

Il materiale elencato esclude l’uso di incastri e affida l’unione dei pezzi a viti e chiodi. Possiamo però incastrare a mezzo legno la sommità dei montanti A e le traverse MKKM, KK ed LL sull’estradosso dei triangoli, sempre a mezzo legno, facendole con tavole intere 38x57x2440 mm al colmo e 38x57x2000 al centro e in basso.

Assemblaggio telai triangolari

costruire una casetta di legno

  1. Gli elementi fondamentali della casetta per bambini fai da te sono i tre telai a triangolo rettangolo isoscele con i cateti di 2 metri in tavole spesse 45 mm (tavole da ponte) e l’ipotenusa, di 2,83 metri, costituita da due tavole spesse 21 mm fra i cui capi entrano quelli dei cateti, a sandwich. Incastrando in alto i cateti a mezzo legno non se ne tagliano i capi a 45°. La bisellatura a 45° è invece necessaria per i capi inferiori dei cateti e quelli della doppia ipotenusa.
  2. Nella facciata posteriore della casetta per bambini in legno troviamo tre finestrelle rette da telai di tavole di cui qui vediamo quello centrale. Anche in questo caso è possibile affidarsi ad incastri, a mezzo legno o a tenone e mortasa per unire i rami della Y ai lati del triangolo; a 1/3 legno per unirli, a sandwich, al ramo verticale, chiuso in basso fra le due tavole dell’ipotenusa. Lo scarico triangolare dell’asta della Y conviene farlo dopo il montaggio.
  3. Completati i telai triangolari, li usiamo per stabilire sul terreno la posizione dei pilastrini di sostegno. Il pannello di multistrato per la squadratura e due tavole di scarto tagliate a misura per la distanza garantiscono l’esatta posizione delle due facciate. Il punto in cui piantare i pilastrini si marca con picchetti inseriti fra le tavole di base (ben visibili a destra) dei triangoli ed al centro delle tavole distanziali.

Montaggio e impermeabilizzazione del tetto

casetta per bambini fai da te

  1. Aperti con la trivella a mano Ø 120 mm (in terreni compatti conviene noleggiare una trivella motorizzata o rassegnarsi a fare molta fatica) i fori profondi circa 800 mm in corrispondenza dei picchetti, si passa a preparare il supporto interrando o cementando i sei pilastrini di sostegno. Prima di bloccarli nel terreno occorre scrupolosamente controllarne l’ allineamento frontale e la verticalità. Un’eventuale terza terna (per i più fanatici della stabilità) va spostata di un mezzo palmo rispetto alla mezzeria per non interferire coi montanti della porta e della finestra.
  2. Siamo arrivati alla fase più delicata del lavoro, quella da cui dipende la stabilità della casetta per bambini fai da te. Decisa l’altezza del supporto morsettiamo alla prima coppia di pilastri una tavola col bordo superiore esattamente orizzontale, 95 mm più in basso dell’altezza fissata. Usando come guida del saracco uno spezzone di tavola larga 95 mm poggiato sull’asse di riferimento tagliamo a misura i pilastrini e su questi incastriamo ed avvitiamo o spiniamo una delle due facciate. Ripetiamo il lavoro di taglio dei pilastrini per le altre due coppie e incastriamo gli altri due triangoli, senza però fissarli. Aiutandoci con una staggia ben diritta allineiamo a quello fissato gli altri due, facendoli scorrere sulla tavola di riferimento fino alla perfetta coincidenza. È solo a questo punto che possiamo fissarli definitivamente.
  3. Collegati i tre triangoli con le traverse, al colmo, a metà spiovente ed in basso, avvitandoli oppure incastrandoli a mezzo legno, e fissato il pavimento come vedremo più avanti, tagliamo i quattro pannelli di multistrato alla lunghezza degli spioventi. Blocchiamo in posizione il primo anteriore (se qualcuno ci dà una mano è meglio) con qualche strettoio, tenendone un lato corto esattamente a filo con la traversa di colmo e avvitiamolo alle traverse affogando la testa delle viti. Ripetiamo l’operazione con gli altri tre pannelli e foderiamo il tetto col feltro bituminoso o le tegole canadesi.

Stop alla pioggia
Le falde del tetto, proposte in multistrato, ma realizzabili anche in MDF o in listellare, vanno prima protette su entrambe le facce con due o tre mani di impregnante, anche incolore e poi rivestite o economicamente, con feltro bituminoso incollato a freddo, inchiodato e bloccato da listelli triangolari o più esteticamente, con tegole canadesi, sempre da incollare ed inchiodare.

Comfort all’interno

casa di legno per bimibi

  1. Nella parete posteriore della casetta per bambini fai da te si aprono tre finestre quadrate, una di circa 600 mm di lato e due di circa 280, con i lati paralleli alla pendenza del tetto. I vetri, acrilici, sono tenuti in posizione da una cornice di tavole e da listelli fermavetro. La luminosità dell’ambiente dipende dall’esposizione ai punti cardinali.
  2. L’ampiezza del pavimento permette di stendere non solo materassini da campeggio ma, per maggior comodità degli ospiti, anche normali materassi (preferibilmente di spugna sintetica perché più comodi da trasportare). Nel progetto non è prevista altra fonte di luce se non le finestre, ma far arrivare alla capanna un cavo elettrico, intubato ed interrato, non è certo un problema. Il cavo, ovviamente, dev’essere a tre conduttori di sezione 1,5 mm² (è vero che la capanna è tutta di legno, ma un impianto di messa a terra ci vuole lo stesso).
tetto casetta di legno

Lo scivolo è formato da una scala a pioli, inseriti in fori ciechi e bloccati con viti e/o tiranti metallici, e dallo scivolo vero e proprio, una striscia di masonite (o di lamiera) avvitata sotto i montanti, che abbracciano quelli della scala. Siccome lo scivolo poggia sul tetto non c’è pericolo che si stacchi sotto il peso dei bambini.

Il pavimento

pavimento in legno

I listoni da 28 mm vanno tagliati a misura dopo aver montato i tre triangoli sui pilastrini. Si fissano, con chiodi a spirale o, meglio, con viti ben affogate, sul bordo delle tavole che formano l’ipotenusa dei triangoli.

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Idee extra 2025: tendenze emergenti e ispirazioni internazionali

Nel panorama delle casette per bambini fai da te, si fanno largo nuove tendenze ispirate allo stile “Primary Play”, un approccio che abbina colori brillanti e forme giocose per stimolare la fantasia e la socializzazione. Questa corrente, molto apprezzata su piattaforme come Pinterest, propone ambientazioni allegre e dal forte impatto visivo, perfette per incoraggiare il gioco libero e creativo all’aperto.

Anche sul fronte dei materiali, l’attenzione si sposta verso soluzioni sempre più ecologiche e di design: spopolano casette in legno certificato FSC, il bambù e il sughero, materiali non solo sicuri per i bambini, ma anche rispettosi dell’ambiente. Queste scelte rendono la costruzione non solo più sostenibile, ma anche esteticamente raffinata e in sintonia con la natura circostante.

Per chi desidera arricchire ulteriormente l’esperienza di gioco, è possibile integrare all’interno della casetta elementi educativi come pannelli sensoriali, angoli lettura e persino piccoli orti verticali. Tutto ciò contribuisce a creare un micro-mondo su misura per il bambino, stimolante sotto ogni aspetto.

Infine, sempre più famiglie optano per casette ispirate ai giocattoli sostenibili ed eco-responsabili, progettando spazi che riflettano i medesimi valori educativi e ambientali. Queste soluzioni aiutano a trasmettere messaggi positivi già dai primi anni di vita, in modo semplice e naturale.