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Controparete in cartongesso | Come posare le lastre isolanti

Una controparete in cartongesso è un ottimo metodo per isolare casa dagli sbalzi di temperatura e dai rumori che provengono dall’esterno o dagli altri appartamenti

Una casa, per essere un luogo comodo e confortevole, deve essere dotata di un buon isolamento. La soluzione? Una controparete in cartongesso.

Doppi vetri o serramenti speciali offrono una discreta protezione, ma da soli non bastano. Realizzare contropareti in cartongesso può essere una soluzione ideale per isolare casa dagli sbalzi di temperatura e dai rumori che provengono dall’esterno. Ma come si procede?

Innanzitutto per ottenere un valido risultato i pannelli di cartongesso isolante devono essere su tutte le pareti, soffitto compreso.

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  • Segaccio per legno
  • Lama temprata ad induzione
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  • Lunghezza mm 500
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  • Stucco in gesso temprato in plastica per un facile stucco di cartongesso impregnato con bordo semicircolare (HRK) e semicircolare appiattito (HRAK), senza bisogno di strisce di giunzione.
  • La spatola per fughe è impermeabile e quindi ideale per l'uso in ambienti umidi in cucina, doccia, bagno o WC.
  • Stucco di alta qualità: la spatola da parete si asciuga rapidamente e raggiunge un'elevata resistenza.
  • Facile da usare: la pasta impermeabilizzante per fughe è facile da applicare e levigare.
  • Non è necessario stuccare: la spatola di riempimento si restringe leggermente durante l'asciugatura, rendendo superflua l'applicazione di un altro strato.

Si interviene con pannelli che portano sul retro uno strato più o meno consistente (hanno uno spessore totale che va da 3 a 10 cm) di materiale coibente (poliuretano, polistirolo, lana minerale, ecc).

I pannelli isolanti devono essere immagazzinati di piatto e poggiati su listelli ad evitare flessioni o rotture.

Ma vediamo nel dettaglio come realizzare una controparete in cartongesso grazie alla guida illustrata

Tempo richiesto: 1 giorno

  1. Taglio lastra di cartongesso

    Il cartongesso isolante si taglia agevolmente con un segaccio per legno, meglio se a lama larga (per andare diritti) e a denti fini.

  2. Applicazione della colla per cartongesso

    Il fissaggio a parete richiede una colla speciale, già pronta per l’uso, o malta adesiva a base di gesso da distribuire a mucchietti in modo regolare.

  3. Applicazione del pannello a parete

    I pannelli vanno mantenuti a circa 1 cm dal pavimento; al momento della messa in opera con i mucchietti di colla sul retro, vanno appoggiati su due sottili listelli.

  4. Ripartire fissaggio con stadia

    Per meglio ripartire la pressione su tutta la superficie del pannello si usa una stadia di alluminio o un travetto di legno ben diritto facendola scorrere sul pannello.

  5. Applicazione retina nei giunti della controparete in cartongesso

    I pannelli sono stati accostati alla parete rispettando le linee verticali tracciate sul muro. A questo punto lungo le giunzioni si stende una rete che impedisce il successivo formarsi di crepe.

  6. Stuccaggio e rasatura

    La rasatura dei giunti della controparete in cartongesso, da effettuare con stucco per cartongesso steso con spatola (o manara sul nastro adesivo a rete), richiede almeno due passate successive.

Al termine delle operazioni, una volta realizzata la controparete, si procede dipingendo il cartongesso con il colore desiderato.

Costruire una cassapanca con pallet

Rustica per il tipo di materiale usato, ma alcune scelte costruttive e di finitura ne fanno un contenitore per giocattoli, funzionale e sicuro, quasi raffinato

L’unico timore di Franco Arbia che ha costruito questa cassapanca con pallet dotata di quattro ruotine piroettanti con lo scopo di contenere giocattoli, è che le nipotine lo trasformino in una carrozzina per muoversi per casa! Ma la robustezza dell’insieme, costruito con indistruttibile legno recuperato da bancali, con giunzioni fatte con spine e colla vinilica e rinforzate in alcuni punti con viti, potrebbe sopportare tranquillamente anche questo utilizzo.

Sono degne di nota le modalità costruttive adottate per i due fianchi e per il coperchio. Nel primo caso si tratta di listelli larghi 35 mm incastrati, alternativamente uno dentro e l’altro fuori lasciando una fessura di soli 10 mm, in precise sedi ottenute con la fresatrice in modo che i listelli risultino rigorosamente a filo dei montanti. Tutti incastrati esternamente i listelli del frontale, mentre il fondo risulta compatto.

Nel caso del coperchio rettangolare, con quattro tavole tagliate a 45 gradi, si ottiene un rombo con due vertici spuntati (oppure un esagono schiacciato, come si preferisce); al centro le tavole di riempimento sono disposte nel senso del lato lungo del rettangolo, mentre negli angoli del coperchio seguono l’andamento delle tavole disposte inclinate. Questo disegno, unito alle venature del legno con nodi più o meno evidenti e ai colori che vanno dal bianco al rossiccio delle tavole, realizzano un insieme di grande effetto. L’apertura è articolata con due cerniere d’ottone e con un pistoncino a gas che ne frena il sollevamento e mantiene il coperchio aperto in sicurezza.

Preparare e piallare il legno

Lo smontaggio dei pallet si esegue con un piede di porco con cui scardinare le assi e le tavole; non è un lavoro agevole perché spesso graffe o chiodi sono arrugginiti e ossidati all’interno del legno. Il materiale ottenuto dai bancali spesso si presenta sporco, con spaccature e profondi segni dei chiodi estratti, macchiato da scritte e pitture usate per contraddistinguerli.

Bloccate ogni asse e ogni tavola in in banchetto da lavoro, si passano le facce con un pialletto portatile per eliminare schegge grossolane o pietrisco fine che può essersi infilato nel legno. Il pialletto, quando incontra questi detriti, provoca scintille: quando questo non succede più siamo sicuri che le tavole sono pulite.

Per il passaggio successivo, cioè quello di portare tavole e assi allo spessore richiesto dal progetto della cassapanca, serve una pialla a spessore che, con pochi passaggi, ottiene un risultato di assoluta precisione. Per la realizzazione servono tavole spesse 16 mm, da tagliare in una fase successiva alla larghezza e lunghezza desiderate, e montanti con sezione 40×60 mm che verranno poi troncati alla giusta misura.

Cassapanca con pallet: assemblare la struttura e il coperchio

Tempo richiesto: 3 ore

  1. Ottenere montanti e listelli

    Con la sega da banco, per portare al giusto spessore, e la troncatrice, per tagliarli alla lunghezza o angolazione volute, si ottengono listelli e montanti delle dimensioni del progetto.cassapanca con pallet

  2. Ricavare nei montanti gli incastri

    Con la fresatrice si ricavano nei montanti gli incastri in cui inserire i listelli che costituiscono le pareti della cassapanca. Per le pareti laterali si usano listelli larghi 35 mm, con una distanza di 10 mm tra l’uno e l’altro, montati uno all’interno e uno all’esterno del fianco, ma sempre incassati nello spessore dei montanti per non avere sporgenze. Nel pannello frontale i listelli si montano tutti esternamente.cassapanca con pallet

  3. Avvitare il fondo ai due fianchi

    Grosse viti affondate nello spessore del fondo lo collegano saldamente ai due fianchi.cassapanca fai da te

  4. Realizzare il telaio del coperchio

    Il coperchio prevede un telaio rettangolare diviso da un listello centrale nel senso della lunghezza (tutti gli elementi sono larghi 35 mm). Le quattro “frecce” tagliate a 45 gradi delineano un grande esagono le cui due metà vengono tamponate con tavolette spinate tra loro.

  5. Rifinire il legno

    Una passata di cera naturale incolore dona lucentezza e protezione al legno (qui trattato nel lato interno) e fa risaltare le venature e le diverse colorazioni delle tavole usate per comporre il coperchio.cassapanca con pallet

Come autocostruirsi spine rudimentali ma efficaci

Si tratta di un attrezzo rudimentale costituito da una semplice piattina di ferro che presenta al centro un foro diametro 6 mm leggermente affilato. La piattina viene montata su un supporto di legno a forma di T che può essere bloccato nella morsa da banco.

Per la realizzazione delle spine, che presentano una superficie abbastanza ruvida in cui la colla vinilica fa miglior presa, basta puntare nel foro della piattina delle stecche di legno dolce sezione 7×7 mm e batterle con il martello (1); da sotto escono i tondini diametro 6 mm che si possono efficacemente usare come spine tagliandole a misura (2). Cosparsi di colla, senza preoccuparsi troppo della loro lunghezza, vengono inseriti e battuti all’interno del foro che collega i due elementi da unire (3) e con una lama da seghetto si tagliano a filo eliminando la parte superflua (4). Basta una veloce passata con carta vetrata per rifinire il punto di giunzione.

Cerniere a libro e a stantuffo per rifinire la cassapanca con pallet

Due cernere a libro ottonate articolano il coperchio alla struttura della cassapanca con pallet. Si noti il variegato effetto ottenuto con tavole di recupero che presentano venature e colori l’una diversi dall’altra.

Per mantenere il coperchio in posizione di apertura si utilizza un sistema telescopico a pistone che, montato su un solo lato corto della cassapanca, agevola il sollevamento del coperchio e lo mantiene aperto; per la chiusura, con rientro del pistone, occorre esercitare una certa pressione.

FILA e Green Pea: una forte partnership per un mondo più sostenibile

FILA, realtà imprenditoriale tutta italiana che, da 3 generazioni, si prende cura, protegge e risana tutte le superfici, con soluzioni professionali a basso impatto ambientale, è stata selezionata da Oscar e Francesco Farinetti, Founder e CEO di Green Pea, per diventare protagonista del primo Retail Park al mondo dedicato al tema del rispetto dell’ambiente, che aprirà i battenti il 9 dicembre a Torino.

L’Azienda, guidata dal 1970 dall’attuale Presidente Beniamino Pettenon, oggi coadiuvato dai figli Francesco ed Alessandra, entrambi con il ruolo di Amministratore Delegato, conserva immutata i valori di un tempo: eccellenza dei prodotti e delle soluzioni offerte, ruolo centrale dei valori della famiglia e di rispetto dell’ambiente e del territorio per creare un futuro positivo per le generazioni che verranno.

Nel nuovo store di 15.000 mq di Green Pea, al III° piano, nell’area Beauty – taste, read & beauty – verranno esposti e venduti i detergenti FILA biodegradabili e protettivi a base acqua per tutte le superfici. Prodotti selezionati in quanto rispettosi dell’ambiente, della persona, non nocivi per gli animali domestici, realizzati con nuove materie prime derivanti da parti organiche e vegetali, totalmente atossici e VOC, confezionati solo con imballi riciclabili.
Grazie alle caratteristiche dei suoi prodotti, FILA ha definito una partnership con Green Pea per la pulizia e la manutenzione delle superfici del Retail Park.

FILA Green Action non è uno slogan ma una precisa strategia aziendale che coinvolge tutti i settori dell’azienda, dalla produzione al consumo solo di energia rinnovabile, fino alla raccolta differenziata e controllata degli scarti di lavorazione; tutti i laboratori di ricerca e i centri produttivi sono esclusivamente in Italia e rispettano i più rigidi standard di sicurezza ambientale e sul lavoro; dal 2009, inoltre, l’azienda fa parte del Green Building Council Italia, associazione no-profit che sostiene lo sviluppo di edifici ecosostenibili e ha conseguito, nel 2014, l’importante certificazione ambientale ISO 14001.

“Abbiamo iniziato questo inedito percorso insieme a FILA – dichiara Oscar Farinetti, Fondatore di Green Pea – in quanto l’azienda mette al centro della propria attività la persona e il suo benessere, nel pieno rispetto dell’ambiente e del territorio, con un’organizzazione avanzata e globale, ambasciatrice del meglio del made in Italy nel mondo. Ed è proprio questo che ricerchiamo nei nostri partner”.
www.filasolutions.com

Atino: la nuova livella laser Bosch per tutte le applicazioni in casa

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Uno strumento che unisce diverse funzioni, pensato per la massima semplicità di utilizzo: permette di fare da soli le misurazioni che risultano molto immediate e precise, senza contare che non serve supporto perché aderisce alle superfici

Le operazioni più semplici che capita di fare in casa sono appendere quadri, fissare mensole e montare supporti per le tende; operazioni alla portata di tutti, che non presentano difficoltà, se non quella dei corretti allineamenti, solitamente richiesti per questioni estetiche e/o funzionali. In questi casi andare a occhio non è una buona idea; bisogna usare strumenti come la livella, meglio se laser. Da questo mese è disponibile la nuova livella laser Bosch Atino, validissima per i lavori in casa elencati sopra, perché è facile da posizionare, è immediata nel funzionamento, semplifica l’allineamento e incorpora un metro flessibile per marcare subito i punti da forare sulla parete. Ha un sistema a gel che le permette di aderire alle superfici lisce e un sistema con piastra e puntine per le superfici più strutturate.

Anello led rosso: linea non livellata; anello led giallo: linea quasi livellata; anello led verde: linea livellata

Una volta fissata a parete, si accende la livella e la si ruota per effettuare l’allineamento orizzontale, verticale o inclinato a 45°, aiutati dal segnalatore led che cambia colore e diviene verde solo a raggiungimento dell’impostazione perfetta. Nel mezzo la livella è vuota e presenta un riferimento centrale da cui partire nei rilevamenti; il metro flessibile, che si estende lungo la proiezione del laser, ha lo zero sul riferimento centrale, quindi, senza l’aiuto di nessuno, si possono marcare sulla parete più punti allineati e a distanza precisa uno dall’altro.

Adatta a superfici lisce o ruvide

Quando la livella laser Bosch Atino va posizionata su una parete con piastrelle di ceramica, su mobili o boiserie in legno, su superfici lisce pitturate, su pareti in cemento, marmo o pietra naturale, si utilizza il gel pad di cui è dotata, che ha una forte capacità di aggrappaggio su questi materiali. Quando ci si trova in presenza di carte da parati (carta, tessuto ecc) oppure di superfici intonacate, con ruvidità sino a circa 2 mm, si usa la piastra con puntine in dotazione. La livella Atino ha un prezzo consigliato al pubblico di euro 49,95.

Impugnatura, avviamento, velocità della livella laser Bosch Atino

Tempo richiesto: 10 minuti

 

  • Led che indica il corretto allineamento

    Una volta che la livella è allineata (il LED diventa verde) si può utilizzare anche il metro per misurare punti e tracciare linee di marcatura utili successivamente per posizionare foto o montare mensole.

  • Perfetta adesione alle superfici

    Il duplice sistema di adesione alle superfici di Atino è molto performante e si adatta ai più disparati materiali, lisci o rugosi. In breve si impara a usare lo strumento con dimestichezza: anche applicare nella giusta posizione le maniglie a una nuova cassettiera diviene operazione banale.

  • Possibilità di estrarre il metro

    Il metro estraibile è utilissimo quando oltre ad allineare due oggetti si devono mettere anche a una distanza precisa. Il metro di Atino, lungo 1,5 metri, rende possibile l’operazione con la massima precisione, immediatezza e rapidità.

  • Non solo allineamenti orizzontali

    Il sistema di controllo dell’allineamento della livella lavora su precisi angoli: 0°, 90°, 180° e 270°. Offre così la possibilità di allineamenti orizzontali, verticali e inclinati nei due sensi. Nel caso di una serie di mensole, quindi, oltre a metterle tutte perfettamente orizzontali, la livella aiuta anche ad allinearle verticalmente e a distanziarle della stessa misura.

Circolo virtuoso e lungimiranza Far da sé

Tratto da “Far da sé n.511 – Dicembre 2020-Gennaio 2021″

Autore: Nicla de Carolis

Forse qualcuno di voi lo ricorderà, già nel 1988 la nostra casa editrice aveva pubblicato Usi intelligenti dei motori di recupero, un manuale che ha riscosso grande successo, oggi addirittura diventato una pubblicazione di culto in vendita su Ebay a 79,00 euro. Chi abbraccia e si appassiona al far da sé, hobby/stile di vita, imparando con il tempo nozioni pratiche e teoriche non solo sul come si fa ma anche sul come è fatto, arriva naturalmente a cercare di riparare ciò che è rotto o a recuperarne i pezzi utilizzandoli per qualcos’altro. Guardate il servizio di pag. 24 dove è documentata passo passo la riparazione dell’indistruttibile e giustamente costoso aspirapolvere Folletto, elettrodomestico che, soprattutto in passato, era fatto per durare, principio totalmente in antitesi alla regola dell’obsolescenza programmata voluta dall’economia dei consumi, regola senza la quale il ciclo della produzione non marcerebbe alla velocità desiderata.
Sembra però ci sia qualche ripensamento circa questa modalità di produzione/consumo, dettato dall’evidenza che le risorse nei Paesi del mondo industrializzato sono sovrasfruttate. L’Agenda 2030 per uno sviluppo sostenibile entro il 2030, appunto, il documento/impegno sottoscritto dai principali Paesi, vuole tra i suoi 17 obiettivi “garantire modelli sostenibili di produzione e consumo” passando da un’economia lineare (materie prime, produzione, distribuzione, consumo, rifiuti) all’economia circolare: un modello questo che implica condivisione, prestito, riutilizzo, riparazione, ricondizionamento e riciclo dei materiali e prodotti esistenti. “In questo modo si estende il ciclo di vita dei prodotti, contribuendo a ridurre i rifiuti al minimo” così recita la spiegazione che ne dà il sito del Parlamento Europeo.
La notizia recente è che per andare in questa direzione le aziende potrebbero ristrutturare i processi produttivi approvvigionandosi solo con materiali usati, dicendo così fine ai rifiuti; inoltre gli elettrodomestici rimarrebbero di proprietà delle aziende costruttrici e noi utilizzatori ne pagheremmo solo l’affitto; questo consentirebbe di produrre con materiali di gran lunga migliori prolungando la vita dell’elettromestico che verrebbe comunque alla fine riutilizzato per crearne altri.
In questo circolo virtuoso la lavatrice sarebbe quindi “eterna”… meraviglioso!
Ma i far da sé a questo circolo virtuoso, nel loro piccolo, sono arrivati prima, già in tempi non sospetti, convinti della bontà della loro scelta di riparare e recuperare non si sono curati di chi li prendeva in giro dicendo: “… ma non facevi prima a comprarlo nuovo?”.

Lastra Knauf GKB Advanced | Dividere una stanza con una parete a secco

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Per costruire una semiparete abbiamo utilizzato la nuova lastra knauf gkb advanced, più leggera a parità di spessore, ma con prestazioni migliorate

Insieme alla facilità di lavorazione e alla pulizia di cantiere, la leggerezza è da sempre un punto di forza dei sistemi costruttivi a secco, sia nelle fasi costruttive sia nell’incremento di carico del lavoro finito sulle strutture, fattore importante dal punto di vista antisismico.
Da alcuni mesi, inoltre, ci si può avvalere di una nuova lastra in gesso rivestito, la lastra Knauf GKB Advanced, la cui struttura modificata ne riduce ulteriormente il peso e ne incrementa alcune prestazioni: nell’utilizzo si traduce in minor sforzo e maggiore velocità di posa, nella logistica significa poter trasportare più lastre a parità di carico (quindi inquinare meno). Il minor impatto ambientale è dato inoltre dalla minore necessità di materia prima, minor volume da smaltire a fine vita del prodotto e dal ciclo produttivo che richiede minor calore nella fase di cottura del gesso.
Per valutare sul campo le prestazioni della nuova lastra, siamo andati alla scuola di posa di Knauf a Milano e abbiamo seguito le fasi costruttive di una tra le strutture più comuni che vedono l’impiego dei sistemi a secco: una parete divisoria con inserimento in intercapedine di uno strato isolante, realizzata in doppia lastra su entrambe le facce per ottenere una struttura idonea a sostenere carichi e a resistere meglio agli urti. Come sempre l’intercapedine generata dall’orditura metallica può essere utilizzata per la stesura di nuovi impianti: bisogna solo avere l’accortezza, nell’installazione dei montanti, di posizionarli con le aperture circolari funzionali al passaggio di tubi o guaine in basso o in alto, a seconda di come si sviluppa l’impiantistica.

I plus della lastra Knauf GKB Advanced

La nuova tecnologia Li-Tek permette di modificare la struttura molecolare della lastra rendendola più leggera per via della riduzione di massa: lo abbiamo verificato pesando una lastra Knauf GKB standard e una lastra Knauf GKB Advanced, entrambe da 1200×2500 mm, e la differenza di peso significa, in un lavoro continuativo, movimentare fino a 250 kg in meno in un giorno.
La minore massa rende la GKB Advanced più resistente allo stress meccanico e al fuoco: in una parete Knauf W112 come quella realizzata (singola orditura metallica e rivestimento in doppia lastra su entrambi i lati) si passa dai 60 minuti di resistenza al fuoco della lastra GKB standard ai 90 minuti della GKB Advanced. La nuova lastra, con bordi AK (assottigliati), è disponibile nelle dimensioni 1200X2000/2500/3000 mm, nello spessore di 12,5 mm.

Orditura e posa lastre

Tempo richiesto: 2 ore

  1. Predisporre le guide e i montanti

    Il lato inferiore delle guide e dei montanti a contatto con la muratura va rivestito con nastro adesivo acustico prima del loro fissaggio. Tracciati gli allineamenti, si fissano in sequenza la guida a terra, il montante a parete (che fa da riferimento e supporto per il terzo elemento), la guida a soffitto e l’eventuale montante terminale, se si tratta di una semiparete. Si inseriscono poi i montanti intermedi (interasse 60 cm) e si fissano alle guide in alto e in basso tramite punzonatura, esattamente a piombo. I montanti vanno tagliati con uno scarto di 1 cm per assorbire le vibrazioni; lo scarto va lasciato in alto, in basso devono appoggiare per garantire la portanza.

  2. Fissare le lastre

    Le lastre si appoggiano alle strutture, si rialzano da terra con il sollevalastre e si fissano con alcune viti prima di rimuovere il sollevalastre, poi si completa il fissaggio mantenendo un interasse di 40 mm tra le viti.

  3. Sfalsare in verticale gli strati di lastre

    Gli strati di lastre devono essere sfalsati in verticale sia su uno stesso lato sia un lato rispetto all’altro. Ciò significa che lo schema di posa del primo strato da un lato deve corrispondere al secondo sul lato opposto e viceversa; questo assicura la massima compattezza della parete. Pertanto, uno dei due strati si inizia con mezza lastra tagliata longitudinalmente.

  4. Stuccare i giunti

    Al termine si esegue la stuccatura dei giunti, annegando nello stucco l’apposito nastro in carta speciale Kurt, e delle teste delle viti. Nell’angolo tra parete e soffitto, prima di stuccare, si stende il nastro preincollato di separazione (Trennfix).

Resistenza agli urti e ai carichi

A scopo dimostrativo, per testare la resistenza della parete in doppia lastra GKB Advanced, in conformità con la normativa, sono stati effettuati due test. Quello relativo alla resistenza agli urti ha previsto il lancio contro la parete, da una distanza di circa 150 cm, di un peso di 5 kg; nella fattispecie è stato utilizzato un sacco di stucco Uniflott e a seguito dell’urto la superficie non ha subito il benché minimo danno.
Per il test di resistenza ai carichi, al centro dello spazio tra due montanti è stato inserito un tassello Hartmut, che si espande in intercapedine ed è provvisto di un piedino che si appoggia alla faccia interna della lastra. Al gancio inserito nel tassello sono stati appesi ben 50 kg (due dischi per bilanciere da 20 kg + due da 5 kg) e, dopo averli lasciati appesi diversi minuti, non si è manifestato alcun segno di cedimento.

Lo strato isolante

Qualora fosse necessario isolare acusticamente i locali, prima di rivestire l’altro lato della parete si inseriscono in intercapedine i materassini nudi in lana minerale Mineral Wool, semplicemente pressandoli tra i montanti. La resina legante di questi pannelli è di origine vegetale, priva di formaldeide, acrilici e fenoli. I pannelli sono incombustibili e assicurano anche un buon isolamento termico. In questa fase è altresì possibile predisporre i tubi corrugati per una diramazione dell’impianto elettrico; nelle lastre andranno poi aperte di conseguenza le finestrature per le scatole elettriche per interruttori e prese. Nella parte bassa dei montanti si notano le aperture circolari per il passaggio degli impianti da una sezione all’altra della parete.
Nel rivestimento e nella stuccatura si ripetono le fasi precedenti, con gli sfalsamenti descritti.
Nel nostro caso si tratta di una semiparete divisoria, perciò la struttura va rivestita anche di testa con una striscia di lastra tagliata a misura. Prima della stuccatura di questa parte, gli spigoli vanno protetti con i profili paraspigoli in lamiera d’acciaio zincata.

Isolastre Knauf XPS | Isolamento efficace dall’interno

Realizzare un cappotto esterno per migliorare l’isolamento termoacustico non è sempre possibile, oltre a non essere risolutivo in tutte le situazioni; si può ovviare rivestendo con le speciali Isolastre Knauf le pareti interne

Vincoli architettonici e disaccordi tra condomini complicano la possibilità di isolare molti edifici dall’esterno, senza contare che oneri, permessi e opere accessorie (in primis i ponteggi) fanno lievitare notevolmente il costo dell’intervento. Va inoltre ricordato che il cappotto esterno porta sì una significativa riduzione delle dispersioni attraverso l’involucro, ma lascia irrisolte le problematiche di isolamento termoacustico tra unità abitative confinanti, vani scale e altri locali di servizio degli edifici.

Le Isolastre Knauf sono lastre di gesso rivestito, accoppiate con materiali isolanti, diversi per natura e disponibili in più spessori, che si applicano per incollaggio al lato interno delle pareti con una trascurabile riduzione dei volumi a fronte di un consistente e immediato miglioramento delle prestazioni termoacustiche; la loro posa è rapida e avviene in modo pulito, senza interferire in modo significativo con le attività degli occupanti. Cosa non da poco, l’intervento non comporta costi aggiuntivi e, oltre al miglior comfort, incrementa il valore commerciale dell’immobile.

Ecco la corretta modalità di posa in corrispondenza di angoli e spigoli, prendendo come spunto il caso tipico di un pilastro tra due pareti ortogonali.

Preparare il supporto

Per garantire un’ottimale presa del collante, il sottofondo va preventivamente trattato con un primer di tipo diverso a seconda che si tratti di un supporto assorbente o impermeabile. Il primo è Knauf Grundiermittel, a base di resina sintetica e altamente resistente agli alcali; se invece si ha a che fare con superfici molto lisce e con bassa capacità di assorbimento, occorre pretrattare con Knauf Betokontakt, a base di sabbia, quarzo e materiale sintetico, resistente agli alcali. Entrambi possono essere applicati a rullo, a pennello o a spruzzo.

Il taglio manuale delle isolastre Knauf XPS

I tagli di modesta entità, come quello della parte eccedente in altezza di uno degli elementi che avvolgono il pilastro, si eseguono più rapidamente a mano.

Si pone la lastra capovolta e si affonda il cutter nello spessore dell’isolante, facendolo correre lungo una staggia o una livella metallica, fino a incidere la lastra di cartongesso; si solleva la lastra in costa e si piega nel senso opposto a quello del taglio.

Si completa il lavoro tagliando lo strato di cartongesso con il cutter e rifinendo i bordi della zona di frattura.

Isolastre XPS in gesso e polistirene

Sono una perfetta combinazione di materiali che non rilasciano sostanze nocive e coniugano la capacità igroscopica del gesso con l’elevata resistenza termica e all’umidità del polistirene. Ottime prestazioni termiche, buona resistenza alla compressione, minore permeabilità all’aria, velocità e semplicità d’installazione.

In presenza di elementi architettonici, come i pilastri, è consigliabile iniziare da questi la posa dei pannelli. Volendo mantenere la continuità dell’isolante, per realizzare l’angolo A si asporta una striscia di solo cartongesso larga quanto lo spessore totale della lastra aumentato di 5-7 mm (spessore della colla); per realizzare lo spigolo B si asporta una striscia di isolante pari allo spessore totale della lastra (senza considerare la colla).

Tempo richiesto: 2 ore

 

  1. Tagliare la lastra

    Per il taglio serve un supporto piano e rigido posto su due robusti cavalletti. Utilizzando la sega circolare munita di guida e regolando correttamente la profondità è possibile asportare solo una striscia di lastra, senza rovinare l’isolante.isolastra knauf xps

  2. Staccare l’isolante dalla lastra di cartongesso

    Allo stesso modo, per l’accoppiamento negli spigoli, si può tagliare l’isolante senza incidere la lastra di cartongesso. Per completare il distacco dell’isolante dalla lastra di cartongesso basta far scorrere la lama della spatola tra i due materiali.isolastra knauf xps

  3. Predisporre per l’incollaggio

    Per l’incollaggio si utilizza l’adesivo in polvere miscelato in acqua. Si marcano i punti in cui depositare i plotti, con interasse di circa 40 cm e si stende in ogni punto una spatolata sottile di colla per saturare l’isolante.

  4. Disporre i plotti

    L’interasse tra i plotti va ottimizzato caso per caso. Il consumo di colla è di circa 4-5 kg/m2.isolastra knauf xps

  5. Porre la lastra a terra

    Prima di applicare la colla, è preferibile porre la lastra a terra il più vicino possibile al punto d’installazione perché i plotti comportano un notevole aumento di peso.isolastra knauf xps

  6. Premere contro la parete

    La isolastra Knauf XPS va premuta contro la parete e battuta con il palmo della mano; con una lunga staggia munita di fiala la si assesta fino a quando risulta in bolla in orizzontale, in verticale e in diagonale.

Rinforzo, rasatura e nastri

Se si utilizza lo stucco Fugenfüller, ad ultimazione della fase di spolvero superficiale sull’acqua, occorre attendere un paio di minuti prima di amalgamare.

Prima di procedere alla fase di applicazione dello stucco, il paraspigoli viene tagliato considerando 1 cm in meno rispetto alla lunghezza effettiva. Si stende un primo velo di stucco dall’alto verso il basso, su entrambi i lati dello spigolo.

ll paraspigoli, ripiegato lungo la nervatura centrale, va fatto aderire allo stucco mantenendolo a filo del soffitto. Si preme il paraspigoli sullo stucco con la lama della spatola.

Per sfumare il sottile dislivello viene effettuato un secondo strato con ampiezza maggiore.

La striscia di nastro Kurt va tagliata prima dell’applicazione perché occorre ripiegarla in mezzeria. Nei nastri in rotolo, va ricordato che è sempre la faccia esterna che va rivolta a parete. Con la spatola occorre far aderire il nastro a destra e a sinistra evitando grinze, poi si ripassa con lo stucco.

Con lo stesso nastro si armano i giunti piani tra le lastre.

Se il soffitto è in muratura e non è prevista la realizzazione di un controsoffitto, prima di incollare le lastre bisogna rivestire l’angolo tra parete e soffitto con il nastro separatore Trennfix.

Set di sgorbie per tornio, per iniziare e imparare

Quattro utensili che non possono mancare nella dotazione di chi tornisce, soprattutto per chi inizia e deve fare pratica con le lavorazioni

In tutte le specifiche lavorazioni dei materiali c’è sempre una dotazione di base che non può mancare; nel caso della tornitura, oltre alla macchina e agli accessori di presa sul pezzo (mandrini, contropunte ecc), ci sono gli utensili da taglio. Abbiamo identificato quattro sgorbie per tornio che sicuramente sono fondamentali per l’esecuzione del lavoro, sia da parte del neofita, sia del professionista. Tutti, anche coloro che lo fanno solo per passione, con il tempo vedono aumentare la dotazione dei propri strumenti, cosa che avviene passando a lavorazioni più complesse, ma resta il fatto che all’inizio di qualsiasi progetto servono sempre quelli di base.

Il set indispensabile di sgorbie per tornio

Le quattro sgorbie che indichiamo sono: la sgorbia per sgrossatura, la sgorbia per profilare, la sgorbia a unghia per esterni e interni e il bedano. È evidente che le quattro indicate sono fondamentali, ma sicuramente non sufficienti ad affrontare tutti i lavori, per i quali possono essere necessari altri ferri, che mano a mano ci si deve procurare.

Questi sono ideali per imparare, se ci si sta avvicinando per la prima volta alla tornitura e continueranno a essere fedeli compagni per tutte le future occasioni di questo lavoro, essendo ideali per sgrossare il pezzo, per dargli la forma, per eseguire la presa a mandrino, per rifinirne i dettagli esterni nelle concavità e scavare l’interno delle ciotole. Tutti i maestri di tornitura consigliano di impratichirsi con queste operazioni più semplici, prima di passare a cose più difficili.

Tempo di lettura: 5 minuti

  1. Bedano, cesello o troncatore

    Molto versatile, si utilizza in diverse situazioni: riportare le misure dei diametri sul pezzo in lavorazione, intestatura di pezzi, preparazione di prese mandrino (sia parallele sia a coda di rondine), fare incisioni più o meno profonde e strette, che possono essere poi allargate con le sgorbie, rifinire superfici piatte, curve e convesse.bedano

  2. Sgorbia per profilare

    Questo utensile è utilizzato principalmente nella tornitura tra le punte, per dare all’oggetto la forma desiderata. Infatti, la forma della sezione, unita all’angolo di affilatura molto acuto, compreso fra i 30° e i 45°, permette di ottenere dettagli minuti e difficilmente ottenibili con altri utensili.sgorbia per tornio

  3. Sgorbia per sgrossatura

    È la sgorbia che si usa sempre per iniziare il lavoro di tornitura, quando il pezzo è ancora irregolare. La robustezza, le dimensioni e l’angolo di affilatura di questa sgorbia sono fatti per consentire di regolarizzare il pezzo anche se ha la corteccia, se ha ancora spigoli e se non gira bilanciato a causa dell’irregolarità della sua forma.sgorbia per tornio

  4. Sgorbia per scavare

    È la sgorbia più versatile. Simile a quella per profilare, ha i labbri più pronunciati, la gola molto stretta e l’affilatura a unghia. Con queste caratteristiche, che le conferiscono anche una notevole rigidità, si presta ottimamente alla tornitura trasversale (a traverso vena) e alle operazioni di scavo di ciotole e vasi.sgorbia a scavare per tornio

Nelle foto: sgorbie per tornio di Gamma Zinken.

Acqua di Madras: detergente all’acqua ossigenata

Neutro, è ideale per pulire e disinfettare tutte le superfici lavabili lasciando una fragranza ipoallergenica dal sentore “fresco pulito”. Acqua di Madras, biodegradabile al 100%, è il primo prodotto per disinfettare in modo efficace pavimenti e superfici lavabili (ripiani, tavoli, sedie, mobili, bagni, porte, indumenti, scarpe) eliminando germi, virus e batteri.

Acqua di Madras è disponibile in tre comode confezioni: 750 ml spray pronto all’uso, 1 litro e 2 litri concentrato da diluire in acqua (50 ml di prodotto con 450 ml di acqua). Pratico, sicuro e facile da utilizzare: basta spruzzare le superfici con il prodotto, attendere qualche secondo e poi rimuovere il prodotto con carta o panno.

Per disinfettare i pavimenti in gres porcellanato, ceramica, pietra, marmo e derivati, cotto anche cerato basta distribuirlo in modo uniforme sulla superficie con uno straccio, attendere qualche secondo e sciacquare con acqua addizionata con un tappo misurino di prodotto concentrato.

Per maggiori informazioni visitare il sito di Madras.

Come montare una plafoniera a soffitto

Montare una plafoniera è alla portata di tutti, vediamo come procedere passo-passo

Per Montare una plafoniera occorrono poche e semplici operazioni. Le plafoniere recenti hanno un numero di componenti limitato e sono studiate per essere montate in modo veloce. Spellati i conduttori si inseriscono fase e neutro nei morsetti dello zoccolo della lampadina e si bloccano con le rispettive viti. La terra si collega ad una parte metallica della plafoniera.

Se questa ha il corpo di materiale plastico la terra non serve. Terminato il montaggio, si ridà corrente solo dopo avere avvitato la lampadina e applicato il vetro diffusore.

disegno plafoniera

Come montare una plafoniera a soffitto

come installare una plafoniera
  1. dopo avere appoggiato in posizione la plafoniera si segnano con la matita i due punti in cui praticare i fori per i tasselli.
  2. utilizzando una punta da muro da 6 mm di diametro forare sui punti tracciati; con l’accessorio raccogli polvere si evita di sporcare.
  3. nei due fori si inseriscono le parti di plastica dei tasselli ad espansione fino a portare la loro estremità a filo della superficie esterna.
  4. riposizionata la plafoniera si inseriscono le viti dei tasselli negli appositi fori e si serra con il cacciavite fino a bloccarli saldamente.
  5. si spellano le estremità dei fili di neutro e di fase (il giallo-verde è la terra) e si inseriscono nei morsetti dello zoccolo, serrando a fondo le viti che li trattengono.
  6. dopo avere avvitato la lampadina ed eseguito una prova di accensione si riapplica il diffusore che di solito si blocca a scatto.

Diverse tipologie di plafoniera

tipi di plafoniera

In commercio è possibile trovare differenti tipologie di plafoniera:  plafoniera classica (1), modelli dal design più raffinato e moderno (2), fino a quelle più originali e sofisticate (3).