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Lavorazione plexiglass su misura

Vi sarà sicuramente successo di imbattervi in un ambiente dove le componenti trasparenti fossero maggiori di quelle non trasparenti; una mostra, un grattacielo e perché no un museo dove l’esposizione è una caratteristica fondamentale.

Tanti anni fa, per allestire o costruire un ambiente con elementi trasparenti, era indispensabile utilizzare il vetro, con l’evoluzione tecnologica si è passati al più moderno plexiglass (PMMA).

Questo infatti si differenzia dal vetro per una migliore:

  • trasparenza;
  • resistenza;
  • leggerezza;
  • lavorazione;
  • rifrazione della luce;
  • riluttanza agli agenti atmosferici;
  • e per finire è molto più longevo

Nelle prossime righe parleremo degli impieghi più comuni e dei metodi di lavorazione del plexiglass

Quali sono i prodotti più realizzati con il plexiglass?

L’approccio ad un materiale come il plexiglass potrebbe destare confusione, le applicazioni pratiche sono potenzialmente infinite e il limite è posto solo dalla fantasia, ma come tutti i materiali anche questo ha i suoi vincoli e dei limiti da rispettare; è per tale motivo che viene impiegato in ambiti sicuramente più conformi alle proprie caratteristiche, vediamone qualcuno:

  • Finestre: il plexiglass nasce con l’esigenza di sostituire il vetro, donando trasparenze diverse e soprattutto più resistenza. È possibile utilizzarlo quindi per sostituire il vetro delle vostre finestre, in particolar modo quelle di dimensione non standard e personalizzate.
  • Teche: tra le applicazioni più usuali del plexiglass figurano le teche, piccoli o grandi contenitori completamente trasparenti che mettono in evidenza un oggetto. I musei utilizzano le teche in plexiglass per proteggere le opere più importanti, sfruttando la leggerezza e soprattutto la resistenza di questo materiale.
  • Tavolini: un tavolino su misura può risultarvi molto comodo se avete bisogno di qualcosa di leggero ma che non si rompa facilmente.
  • Cornici: le diverse trasparenze possibili del plexiglass vi consentono di poterlo impiegare come cornice di un quadro o di un determinato ambiente; dando quella sensazione di moderno ma mai invadente.
  • Box doccia: le grandi aziende ormai producono box doccia solo un plexiglass, il vetro per quanto sia bello da vedere è sicuramente più pericoloso, pesante ed avvezzo a sporcarsi facilmente. Un box doccia su misura con un pannello in plexiglass è la soluzione più intelligente per assicurarsi longevità ed affidabilità.
  • Mobili e mensole: un mobile interamente in plexiglass o arricchito con il legno può essere la soluzione perfetta per l’ambiente casalingo. L’adattabilità è un punto forte di questo prodotto, capace di mettersi in luce ma allo stesso tempo restare anonimo quando costruito come si deve. Le mensole sono parte integrante dell’arredamento e costruirne una o più trasparenti garantisce maggiore visibilità agli oggetti in esposizione.
  • Espositori e scatole: come anticipato precedentemente, soprattutto i musei utilizzano il plexiglass per esporre le opere, ma tale discorso si estende anche a negozi e altre attività.

Lavorazione plexiglass su misura

Come tagliare il plexiglass su misura

Una volta che avete compreso le possibili applicazioni di questo materiale è fondamentale porre l’accento sulla sua lavorazione. Esso, per quanto sia un materiale estremamente sicuro, necessita di accorgimenti ben definiti per ottenere un taglio di qualità.

Esistono principalmente due metodologie con cui potete tagliare il plexiglass: manuale e con il laser. Nel primo caso avrete bisogno degli utensili per provvedere al taglio in modo diretto, nel secondo caso invece, avrete bisogno di un’apparecchiatura dedicata capace di effettuare il taglio laser

Il taglio su misura manuale può risultare comodo per oggetti casalinghi e dall’utilizzo non professionale, adatto a superfici sottili e dalla qualità discutibile; se siete alla ricerca di un risultato perfetto e di qualità, il taglio laser del plexiglass è sicuramente la soluzione più opportuna. Per quanto riguarda quest’ultima possibilità, vi segnaliamo che è possibile far tagliare pannelli di plexiglass su misura, personalizzarli in base alle proprie esigenze e riceverli comodamente a domicilio, così da risparmiare tempo e fatica nella mobilitazione.

Come lavorare lastre e pannelli di plexiglass

Il PMMA si differenzia quindi dal vetro per alcune caratteristiche che lo rendono particolarmente utile in diversi campi, ma è importantissimo analizzare come è possibile lavorarlo per comprendere ancora meglio i possibili utilizzi.

È possibile innanzi tutto eseguire la marcatura laser, un procedimento che permette di incidere e personalizzare l’oggetto che si sta realizzando con il proprio logo, con una scritta, uno sfondo particolare o anche un disegno, rendendolo così unico. 

Un’ulteriore lavorazione interessante è la curvatura del plexiglass è che avviene tramite il riscaldamento e piega della superficie a seconda dell’angolo desiderato. La possibilità di curvare il PMMA può risultarvi molto utile se dovete impiegarlo in progetti di design, architettonici o in specifiche situazioni che valorizzino le caratteristiche del materiale stesso.

Il materiale si presta inoltre a molte altre lavorazioni, è possibile ad esempio incollarlo con speciali colle e solventi per il vetro acrilico, stamparlo in quadricromia, serigrafarlo, termoforarlo e anche fresarlo.

incollaggio plexiglass

È importante sottolineare quanto sia indispensabile adattare le funzionalità di questo materiale all’impiego che ne dovete fare, esso infatti propone un’infinità di soluzioni a cui bisogna necessariamente affiancare il bisogno di chi sta affrontando il progetto.

Un materiale, per quanto possa avere le migliori caratteristiche al mondo, necessita sempre di un’idea ed un progetto intelligente alla base per essere impiegato nel modo migliore.

Quanto costa tagliare il plexiglass su misura

Una delle domande che vi starete ponendo è quanto costa tagliare il plexiglass su misura, essendo un materiale particolarmente eclettico si è portati a pensare che il costo del taglio possa essere elevato, ma non è così.

Il paragrafo in cui vi abbiamo spiegato come tagliare il PMMA mette in evidenza due approcci diversi, sia quello manuale che quello laser hanno ovviamente costi diversi.

Se avete intenzione di tagliare il plexiglass manualmente è facile dedurre che il costo si limiti all’acquisto degli utensili necessari; il che significa che con relativamente pochi euro potrete tagliare la vostra lastra su misura.

Discorso diverso è se avete necessità di un lavoro perfetto e quindi tramite taglio laser. Qui dovrete affidarvi a professionisti del settore che hanno un’attrezzatura adeguata. Un taglio laser su misura, può avere costi leggermente superiori, ma garantisce un risultato in termini di qualità e risparmio di tempo sicuramente imbattibili.

Conclusioni

Il plexiglass è un materiale eccezionale ma deve essere utilizzato nel modo corretto, affidarsi a professionisti del settore è in molti casi la soluzione migliore, ma la grande duttilità lo rende un prodotto perfetto per il fai da te.

 

Xilofono fai da te | Costruzione passo-passo

Un progetto che accontenta gli amanti della musica e quelli del bricolage. Ecco una guida passo-passo su come costruire uno xilofono fai da te

Quando viene fatta vibrare una corda tesa, ne scaturisce un suono che può essere amplificato con una cassa armonica, questo è il funzionamento di fondo dello xilofono fai da te. A seconda dei materiali che compongono la cassa armonica e dalla sua forma, il suono assume caratterizzazioni molto diverse. Questo stesso principio viene rispettato se a produrre la vibrazione sonora sono elementi di natura differente: per esempio pezzi di canna di bambù.

Tutto ciò viene implementato in uno strumento musicale double-face: ogni lato produce suoni del tutto diversi, connotati da uno squisito sapore etnico. La costruzione prevede l’utilizzo di materiali di recupero come due vecchi cassetti, ritagli di legno, barre filettate, sfere di mouse, morsetti di ottone ecc.

Costruire uno xilofono fai da te

Tempo richiesto: 1 giorno

  1. Rimuovere il fondo al cassetto

    A uno dei due cassetti si rimuove il fondo.

  2. Tagliare due pannelli

    Si tagliano due pannelli di listellare di abete, sulle dimensioni esterne dei cassetti.

  3. Avvitare i pannelli ai cassetti

    Si avvitano momentaneamente i pannelli chiudendo una faccia di ogni cassetto.

  4. Unire i due cassetti

    Si uniscono i due cassetti fissando lateralmente due tavolette spesse 6 mm, che arrivano a filo sopra e sotto.

  5. Elementi speciali della costruzione

    Alcuni degli elementi speciali di questa costruzione: barra filettata M6, sfere recuperate da vecchi mouse di computer e una barretta di alluminio a sezione esagonale tagliata in pezzi uguali, poi tutti forati assialmente e filettati internamente con diametro M6.

  6. Dorare con vernice spray

    Gli spezzoni filettati di barra esagonale, insieme a due segmenti di tondino, vengono dorati con vernice spray in bomboletta.

  7. Forare la tavola della cassa armonica

    Si tolgono le tavole top dai due lati della cassa armonica e su una si pratica una serie di dieci fori di grande diametro, usando una mecchia, e una serie di dodici fori da 6 mm di diametro. La prima serie si effettua nella zona centrale della tavole, con fori allineati in 5 coppie da 2. Nella seconda, invece, mantenendo la simmetria, le coppie di fori si fanno partendo vicino al bordo e proseguendo verso l’interno sino all’ultima coppia.

  8. Inserire i bulloni e avvitare un foglio lamiera

    Nei fori da 6 mm si inseriscono bulloni per fissare le barrette esagonali, mentre i fori al centro si chiudono avvitando un foglio di lamiera sottile, cui si effettua una fitta serie di piccoli fori per lasciar passare l’aria.

  9. Assicurarsi che le barrette non ruotino sul legno

    Visto da sopra il top dello xilofono fai da te mostra le sei coppie di barrette che oltre a essere strette dal bullone M 6 sono anche incollate, in modo da non poter ruotare sul legno. Per applicare le corde d’acciaio, sulle barrette va fatto preventivamente un foro laterale passante, vicino a un’estremità. L’applicazione di un dado M6 anche su questo lato permette la realizzazione di un morsetto che stringe la corda tesa.xilofono fai da te

  10. Avvitare la brra M6 alle sfere del mouse

    Le sfere dei mouse vanno forate sino al centro e il foro va filettato in modo da potervi avvitare la barra M6. La bacchetta viene completata fasciando la barra con guaina termorestringente.

  11. Tagliare i segmenti di canna di bambù

    Si tagliano sette segmenti di canna di bambù di buona sezione; la lunghezza dei pezzi deve essere decrescente, in modo da produre suoni con differenti altezze. Con una lunga serie di tagli, accorciando ogni volta di poco ogni pezzo, si ottengono approssimativamente le sette note.costruire uno xilofono

  12. Forare l’altro lato della cassa armonica

    Il top della cassa armonica, sul lato delle canne di bambù, necessita di una foratura differente: i fori laterali di piccola sezione devono essere fatti a una distanza fra loro che permetta il posizionamento della relativa canna e del suo sistema di sospensione; per favorire l’amplificazione armonica, con una fresatrice a tuffo si esegue una serie di sette asole, orientate verso i fori laterali.

  13. Fissare i fogli di rete rigida nella parte inferiore

    Nella parte sotto del top si fissano tre fogli di rete rigida che impediscono l’entrata di oggetti, senza bloccare il passaggio dell’aria.

  14. Installare i perni di sostegno delle canne di bambù

    I perni di sostegno delle canne di bambù sono fatti tagliando segmenti di uguale lunghezza da un tubo di ottone filettato internamente M4, tranne le due coppie relative alle canne più lunghe, sempre filettati M4, ma con sezione esterna maggiore. I sostegni sono avvitati da sotto e incollati per renderli maggiormente solidali con il top.costruire uno xilofono

  15. Forare la canna di bambù per il filo d’acciaio

    Per lasciare libera ogni canna di vibrare e non emettere, quindi, un rumore sordo, si fanno piccoli fori passanti alle estremità per far passare filo d’acciaio atto a legarle. Il filo dovrebbe essere armonico: si utilizza quello di una lunga molla, tagliandone gli spezzoni necessari.

  16. Installare le canne di bambù

    Le canne di bambù prendono posto sul top dello xilofono fai da te, messe in tensione fra i sostegni. Dall’anello armonico al sostegno si applica un sottile filo d’acciaio attorcigliato su sé stesso, messo in trazione e bloccato all’apice del sostegno, avvolgendolo attorno a una vite M4 che lo trattiene fra due rondelle.xilofono fai da te

Ribaltamento dello strumento

Con la sega a tazza si ricavano due dischi dal diametro di circa 80 mm, tagliandoli da un foglio di multistrato spesso 8 mm.

Si tagliano quattro tavole di uguale larghezza, mentre la lunghezza deve essere tale da poter contornare con un po’ di abbondanza la cassa armonica dello strumento. Al centro dei due pannelli più lunghi si pratica un foro di diametro 8 mm; serve per il passaggio del perno che permette il sostegno e la rotazione della cassa armonica, un lungo bullone M6 che si avvale anche dell’ausilio dei dischi di legno preparati prima, di rondelle e dadi.

l sistema di blocco della rotazione della cassa armonica è fatto con due blocchetti di legno massello spessi 10 mm, forati al centro, una barretta di alluminio filettata M6 per un buon tratto a un’estremità e una manopola con boccola con diametro interno di 6 mm con vite di ritegno.

I due blocchetti di legno si applicano sulla faccia esterna e interna del fascione con quattro viti per lato; si fa passare il perno con la molla che lo mantiene in pressione, in modo da sporgere posteriormente, penetrando in un foro fatto appositamente nella cassa armonica.

Assemblata la cassa armonica sul fascione di sostegno si possono applicare agli spigoli del suddetto le quattro gambe. In ultimo si montano i top sui due lati della cassa e lo xilofono fai da te è pronto a funzionare.

Progetto di Gian Franco de Faveri

Chiusura di sicurezza per frigorifero Sacar | Come si installa

Un accessorio che garantisce la massima sicurezza in casa impedendo aperture accidentali di frigoriferi, porte e cassetti

Installare una chiusura di sicurezza per frigorifero può essere utile per disporre di ambienti più sicuri, soprattutto per i più piccoli. Da sempre la casa è fonte di innumerevoli rischi potenziali, spesso annidati proprio laddove non si pone particolare attenzione. Le ante, i cassetti, gli sportelli, che nascondono cibo e oggetti vari, suscitano la curiosità dei più piccoli che vogliono esplorare il loro contenuto: per questo motivo è indispensabile rendere le chiusure di mobili ed elettrodomestici impossibili da aprire dai bambini.

Servono dispositivi intelligenti, che creano anche agli adulti qualche difficoltà in più al momento di accedere a questi spazi, ma abbattano drasticamente il rischio di infortunio. I prodotti per la sicurezza dei bambini devono essere di alta qualità, come la gamma Sacar, tra cui risultano molto utili i blocchi per ante con maniglie e le chiusure multiuso regolabili e adattabili a differenti situazioni.

Installare la chiusura di sicurezza per frigorifero

Tempo richiesto: 5 minuti

  1. Aprire il meccanismo bloccante

    Dopo aver pulito e sgrassato la superficie liscia dell’elettrodomestico sulla quale si installerà la chiusura multiuso si apre il meccanismo bloccante spingendo in avanti il pulsante grigio a forma di trapezio.

  2. Sollevare la placca sottostante

    Si capovolge il cinturino e, con l’aiuto di un cacciavite, si solleva la placca sottostante che lo terrebbe bloccato.

  3. Prendere le misure

    Si prendono le misure, in base alla posizione scelta, tra parete laterale e porta del frigorifero, e si individua quale parte di cinturino deve essere eliminata.

  4. Tagliare il cinturino in eccesso

    Con un paio di forbici affilate si taglia il cinturino flessibile alla misura definita e si richiude lo sportellino bianco che lo blocca a questa estremità.

  5. Rimuovere la pellicola copriadesivo

    Si rimuove la pellicola copriadesivo su entrambi i dispositivi alle due estremità del cinturino.

  6. Applicare sul frigorifero

    Si chiude il pulsante grigio e si fa aderire la chiusura di sicurezza per frigorifero nella posizione voluta premendo con decisione da entrambi i lati.

I nuovi progetti Bostik per il 2021!

Il 2021 sarà un anno ricco di nuovi progetti, che renderanno ancora più interessanti il sito e i profili social di Bostik.

Arcadia on the Road – Camper Transformation

Il primo progetto vede il rilancio della collaborazione con Alessandro Masi di Arcadia on the Road, già protagonista di diversi progetti nel 2020.

Il progetto 2021 è molto ambizioso e vedrà Alessandro impegnato per sei mesi nella trasformazione di un camper in un ambulatorio mobile.

Al termine del progetto il camper verrà donato da Bostik a OBM Buzzi OLUS, a supporto di un loro importante progetto umanitario.

Segui il canale Youtube di Arcadia on the Road

Segui i progetti su Facebook e… anche su Instagram!

I progetti stanno partendo in questi giorni. Per non perdere nemmeno una puntata visita la pagina Facebook e da quest’anno anche la pagina Instagram!

Monopattino fai da te | Costruzione passo-passo

Usando interamente materiale di recupero, si costruisce un monopattino con ruote da 12”, sfruttando pezzi di vecchie bici per bimbi e scarti di ferro del fabbro

Ad animare questo progetto non c’è soltanto la voglia di costruire che tipicamente contraddistingue i far da sé e gli amanti del bricolage, ma anche l’idea di costruire un monopattino fai da te con ruote particolarmente grandi, che agevolino lo scorrimento su terreni non regolari, aiutando a superare anche piccoli gradini che risultano invalicabili con i modelli convenzionali, dotati di ruote più piccole.

Ma come costruire un monopattino e da dove partire? L’impulso costruttivo nasce osservando la vecchia e inutilizzata biciclettina dei bambini, ormai tutti cresciuti, che ha due belle ruote da 12 pollici. Ovviamente, già che si usano le ruote, conviene usare anche l’avantreno, ovvero la forcella con lo stelo e il cannotto di sterzo; si prendono anche guaine e cavetti, manopole, leve dei freni, pinze, pattini e altri particolari. Ma per dare forma al monopattino si deve anche provvedere a un telaio portante orizzontale, cui fissare su un lato il forcellone per la ruota posteriore e sull’altro il montante di sostegno dell’avantreno, entrambi da realizzare. A questo scopo si va dal fabbro a recuperare alcuni pezzi di scarto.

Cosa serve per costruire un monopattino fai da te

  • Un pezzo tubolare 100×20 mm
  • Tubi cilindrici
  • Piatto 30×10 mm
  • Alcuni segmenti angolari spessi 5 mm
  • Una piastra di alluminio grecata antiscivolo

I pezzi vanno debitamente tagliati e saldati per unirli saldamente, tranne in un punto nevralgico per mantenere la possibilità di ripiegare il monopattino fai da te per metterlo comodamente nel bagagliaio dell’auto; si tratta di realizzare un robusto snodo alla base del piantone dello sterzo, con un sistema rapido di sgancio e blocco di sicurezza. Resta poi la possibilità di “infoderare” e ripiegare anche il manubrio, come in qualsiasi bicicletta.

Monopattino fai da te ripiegato nel bagagliaio dell’auto

Costruire un monopattino all’insegna di recupero e sicurezza

Tempo richiesto: 1 giorno

  1. Saldare le staffe al longherone portante

    Un segmento di tubolare di ferro, con sezione 100×20 mm, fa da longherone portante fra avantreno e retrotreno. Frontalmente si saldano due staffe, fatte con angolare spesso 5 mm, dimensionate e sagomate appositamente per realizzare lo snodo con il tubo della forcella.costruire un monopattino

  2. Dare la corretta inclinazione al cannotto dello sterzo

    Per dare la corretta inclinazione al cannotto dello sterzo e nello stesso momento assicurare la sua necessaria robustezza, si troncano a fetta di salame i tubi da unire che comprendono anche alcuni segmenti di rinforzo.

  3. Usare un bullone come fulcro di rotazione del piantone dello sterzo

    Lo snodo del piantone dello sterzo ha come fulcro di rotazione un bullone di grosse dimensioni serrato con rondelle e dado autobloccante, in modo da consentire il movimento, ma senza lasciare giochi. Al di sopra, come fermo di bloccaggio nella posizione di apertura, si usa un perno non filettato, che in punta ha un riscontro basculante, atto a impedire la sua fuoriuscita involontaria dalla sede.monopattino fai da te

  4. Possibilità di ridurre l’ingombro del monopattino chiuso

    Per ridurre ulteriormente l’ingombro del monopattino fai da te chiuso, si porta con sé una chiave esagonale che permette di liberare il manubrio abbassandolo e ruotandolo di 90° rispetto alla ruota.costruzione monopattino

  5. Installazione del sistema frenante di una bici

    Il sistema frenante, sulla ruota posteriore, è di tutto rispetto. Preso da una bici in disuso, è stato applicato saldando i suoi perni di attacco originali sui due bracci del forcellone, in posizione in cui fosse permesso registrare i pattini per farli scorrere sul cerchio.

  6. Installazione del parafango

    Il parafango è fissato con rivetti su una piattina curvata appositamente, avvitata anteriormente sulla pedana e posteriormente a un cavallotto di ferro saldato sul forcellone. La pedana è costituita da una lamiera antiscivolo d’alluminio, piegata in modo che fasci di misura la struttura portante che sta sotto.costruire un monopattino

  7. Pinza frenante anche sulla ruota anteriore

    Contrariamente a quanto si vede sui comuni monopattini, sul manubrio vi sono, per maggiore sicurezza, due leve del freno: anche la ruota anteriore, infatti, gode di una pinza frenante che è quella stessa della bici, di cui è stato usato cannotto di sterzo e avantreno intero.

  8. Aprire un’asola nella pedana per la guaina del freno posteriore

    Per il passaggio della guaina del freno posteriore, si apre un’asola nella pedana di alluminio entro la quale si fa passare, in modo che possa scorrere al di sotto e non offrire intralcio all’utilizzo del monopattino.monopattino fai da te

Progetto di Filippo Piacentini

Pompa sommersa ARUP 750 PT AR Blue Clean

Le caratteristiche tecniche e le particolarità di cui dispone ne fanno uno strumento utile in tutte le situazioni, d’emergenza o meno, in casa e in giardino

La pompa sommersa ARUP 750 PT di AR BLUE CLEAN può essere collocata in un luogo e restare sempre lì, per lavorare su comando ad esempio, oppure può essere utilizzata dov’è richiesta la rimozione di liquidi, in una sorta di situazione emergenziale. Nel primo caso, probabilmente, vi si collega un tubo in modo fisso, mentre nel secondo è più comodo disporre di un attacco rapido per innestare al volo qualsiasi tubo di cui si dispone.

Inoltre, le acque che si devono aspirare possono essere “chiare” o “scure”, a seconda della presenza e delle dimensioni dei corpuscoli in sospensione nel liquido. E vero che le pompe per acque scure possono aspirare senza problemi anche le chiare, ma la bocca di aspirazione deve essere necessariamente alta e non viene mai tolta tutta l’acqua presente.

La pompa sommersa ARUP 750 PT toglie dall’imbarazzo di tutte queste opzioni: aspira acque chiare e scure, ma rimuove il liquido sino al millimetro; dà la possibilità di regolare la soglia di intervento dell’interruttore galleggiante e permette di scegliere liberamente se usare un attacco a pressione o uno di tipo rapido. Costa euro 79,90.

3 opzioni per la pompa sommersa ARUP 750 PT che offrono tanta versatilità

Tempo richiesto: 15 minuti

 

  • Applicare un tubo a pressione

    Il raccordo in dotazione permette di scegliere se applicare direttamente un tubo a pressione, da bloccare poi con una fascetta.

  • Possibilità di adottare un attacco rapido

    In alternativa si può scegliere di mettere un attacco rapido, che si applica sul filetto a passo metrico; per questo, è necessario rimuovere con un cutter la parte iniziale del raccordo, che non serve.

  • Installare il maschio dell’attacco rapido

    Il maschio dell’attacco rapido si avvita direttamente sul filetto del raccordo, interponendo la regolare guarnizione di gomma. Così si può mettere e togliere rapidamente il tubo alla pompa.

  • Modulare l’accensione della pompa sul livello d’acqua desiderato

    Il cavo del galleggiante si può fermare lateralmente all’impugnatura, tenendolo più libero o meno: questo serve proprio per modulare l’accensione della pompa sul livello d’acqua desiderato.

  • Possibilità di tenere la pompa sollevata

    I tre piedini, che tengono sollevata la pompa dal piano d’appoggio per aspirare elementi in sospensione di grandi dimensioni, possono essere ripiegati all’interno. In questo modo si aspirano solo acque chiare, ma la pompa è in grado di rimuovere completamente il liquido presente.

Futon fai da te | Costruzione passo-passo

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Una struttura formata da due pannelli con forma di pentagono irregolare, tenuti distanziati da cinque travetti, viene costruita attorno al letto alla giapponese

Un futon fai da te come questo può ospitare indistintamente un maschietto o una femminuccia da quando sono abbastanza sviluppati da abbandonare la culla fino all’età adolescenziale; potenzialmente anche dopo, ma dall’età dello sviluppo in poi è immaginabile che abbiano esigenze un po’ diverse per la loro cameretta.

Il letto vero e proprio è di ispirazione giapponese, costituito da un semplice materasso (futon) adagiato su una struttura che lo rialzi un poco da terra (tatami); per un bimbo piccolo c’è parecchio spazio, ma se dovesse cadere dal letto, in realtà “scivolerebbe” sul pavimento senza alcun trauma. Per lo stesso motivo può utilizzarlo in sicurezza per il gioco, salendo e scendendo autonomamente anche se è in tenera età.

Come fare un futon fai da te? La particolarità sta nella struttura di contorno da realizzare, una sorta di baldacchino risultante dal collegamento di una testiera e una pediera con uguale sviluppo in altezza e sagomati a casetta, si tratta di una costruzione piuttosto semplice che prevede l’utilizzo di un cacciavite a batteria, di un seghetto alternativo (o AdvancedCut di Bosch) e di una graffatrice.

Il bello della costruzione di un futon fai da te è che i due pannelli possono essere personalizzati a piacimento: qui sono proposti arricchiti con tre box incastonati e con una cordoniera di luci led, ma si possono appendere pupazzi, fotografie, un supporto magnetico per calamite, mensole per piccoli oggetti o, per i più grandi, per appoggiare il cellulare. Dei tre box possono essere utilizzati il vano interno come contenitore e il lato superiore come piano d’appoggio; nella stagione estiva, i travetti che collegano i due pannelli possono fare da supporto a un grande telo a zanzariera, per dormire sonni tranquilli senza esporsi alle punture degli insetti.

Le scatole portaoggetti a sbalzo

Su due dei pannelli da 290×290 mm si tracciano, su lati contrapposti, tre fori a una distanza di 9 mm dai bordi: uno al centro e due a 50 mm dalle estremità. I fori passanti si aprono con una punta da legno Ø 3 mm, poi si svasa il foro in modo che la testa della vite vada a filo piano; lo stesso lavoro va fatto sui pannelli che misurano 290×210 e 210×210 mm.

I pannelli preforati si uniscono agli altri della stessa misura inserendo le viti Ø 4×40 mm nei prefori e facendole penetrare nello spessore degli altri due; si ottengono così tre box di misura diversa.

L’operazione di montaggio con avvitatura risulta più semplice se si lavora su un piano solido e uniforme.

Cosa occorre per realizzare un futon fai da te

Multistrato da 18 mm:
• due pannelli 2000×950 mm,
• 4 pezzi 290×290 mm,
• 4 pezzi 290×210 mm,
• 4 pezzi 210×210 mm
Travetti di abete 50×50 mm:
• 5 pezzi lunghi 2000 mm
Viti per legno a testa svasata:
• 36 da Ø 4×40 mm;
• 26 da Ø 4,5×40 mm

Realizzazione passo-passo del futon fai da te

Tempo richiesto: 8 ore

Cominciamo dalla realizzazione delle testiere a casetta e sede dei box (1-4) per arrivare all’assemblaggio dei travetti in angolo (5-9)

  1. Tracciare la linea di taglio per l’inclinazione del tetto

    Sui due pannelli di multistrato da 2000×950 mm si deve effettuare il taglio per l’inclinazione del tetto: si marca il centro su uno dei lati corti e un punto a 400 mm dall’estremità dello stesso lato su entrambi i lati lunghi, poi si tracciano due righe che uniscano i due punti laterali con quello centrale.futon fai da te

  2. Tagliare i pannelli

    Con il seghetto alternativo si effettua il taglio tenendo la lama un paio di millimetri all’esterno della tracciatura, in modo da avere margine per regolarizzare il bordo con la levigatrice.realizzare un futon fai da te

  3. Riportare il perimetro esterno dei box sul pannello

    I tre box possono essere posizionati a piacere (allineati, sfalsati, in diagonale) su uno dei pannelli, badando però che siano perfettamente paralleli ai lati lunghi; di ciascuno si riporta sul pannello il perimetro esterno.come fare un futon

  4. Tagliare per realizzare le finestrature

    Ora bisogna tagliare per realizzare le tre finestrature nel pannello che va ai piedi del letto. Il seghetto AdvancedCut 50 adotta una lama a catena con tecnologia Nanoblade, perciò permette tagli diretti nel piano senza dover praticare fori di ingresso della lama agli angoli, operazione necessaria se si utilizza un comune seghetto alternativo. Per avviare il taglio basta inclinare il seghetto all’indietro, facendolo appoggiare sul pannello grazie alla suola inclinata nella parte posteriore, avviare l’utensile prima che la lama vada a contatto con il materiale e farla affondare, per poi guidarla lungo la tracciatura come un qualsiasi seghetto alternativo. In questo caso ci si tiene all’interno della tracciatura, per poter regolarizzare i bordi facendo sì che i box si incastrino senza troppi laschi nelle aperture.

  5. Disegnare la sezione dei travetti sui pannelli e forare

    Per poter assemblare la struttura del futon fai da te bisogna disegnare sui pannelli, in corrispondenza dei cinque angoli, le dimensioni delle teste dei travetti di sezione 50×50 mm. Soprattutto nei tre angoli superiori, le teste vanno riportate nel modo più conforme possibile agli angoli. Si traccia quindi una diagonale all’interno di ciascuna sagoma e lungo essa si aprono i fori Ø 3 mm per due viti, a distanza calibrata.futon fai da te

  6. Forare le teste dei travetti

    La stessa diagonale si traccia sulle teste dei travetti (attenzione che il senso corrisponda a quelle già tracciate sul pannello), quindi si aprono i prefori per le viti Ø 4,5×50 mm.come fare un futon

  7. Assemblare i pannelli e i travetti

    Per iniziare l’assemblaggio è meglio avere a disposizione un aiutante: si fissa prima la trave di colmo, in modo che i due pannelli possano avere un’inizio di stabilità in posizione eretta (possibilmente accostandone uno a una parete); si avvitano poi i due a pavimento e, per finire, i due alla base delle “falde”.futon fai da te

  8. Forare il lato superiore dei box

    Lo sbalzo verso l’esterno dei tre box può essere diverso o uguale per tutti; in ogni caso sul lato superiore del box, dall’esterno, si traccia una linea con una squadra e lungo essa, a interassi calibrati, si aprono due fori passanti con punta Ø 3 mm.

  9. Centrare il box e avvitare

    Si centra ogni box all’interno della finestra, si fanno corrispondere i fori con lo spessore del pannello e si inseriscono dall’interno le due viti Ø 4,5×50 mm che rimangono nascoste; se il box risulta lasco, si può inserire una terza vite sul lato inferiore.come fare un futon

Realizzare la cordoniera di luci

Sul retro del pannello che fa da testiera del futon fai da te si disegna a piacere il percorso che dovrà seguire la cordoniera di luci, purché rimanga concentrato nella metà superiore del pannello stesso. In corrispondenza dei punti in cui devono essere inserite le lucine si praticano i fori per il loro inserimento e, man mano che si avanza nel lavoro, si fissano gli spezzoni di cavo con graffette, facendo attenzione a non pizzicare i conduttori.

Case in legno: comfort e FARDASÉ

Tratto da “Far da sé n.512 – Febbraio 2021″

Autore: Nicla de Carolis

Personalmente sarei per “zero consumo di suolo”, quindi sarei per recuperare l’esistente meritevole e demolire il brutto/energivoro/abusivo, ma non posso rimanere indifferente al fascino delle innovative costruzioni in legno di oggi. Leggendo e verificando dal vivo le prestazioni di una casa in legno prefabbricata, l’aspirazione di averne una è davvero forte. Nel dossier di questo numero analizziamo i tre sistemi di costruzione nonché le relative fasi e scopriamo tutti i segreti di queste case, un tempo connotate solo come chalet di montagna, dove il legno rimaneva a vista, ma che oggi vengono realizzate con linee architettoniche di ogni genere, intonacate o rivestite e non riconoscibili esteticamente rispetto agli edifici in muratura. I loro vantaggi però, rispetto a questi ultimi, sono incomparabili in termini di sostenibilità ecologica, perché vengono utilizzati solo materiali naturali (legno, lana di roccia, fibra di legno, cellulosa, sughero…) e, mentre la vita di una casa in muratura termina fisiologicamente con le macerie, per una in legno il materiale può essere riutilizzato innumerevoli volte. La struttura leggera e le caratteristiche tecniche permettono all’abitazione di resistere alle sollecitazioni prevenendo lesioni in caso di sismi. Inoltre una casa in legno offre un isolamento termico che consente di ridurre al minimo i consumi energetici in estate e in inverno e la temperatura è sempre confortevole. Chi entra in una casa in legno percepisce questa emozione sensoriale di comfort che in realtà è misurabile in modo scientifico: è la media tra la temperatura superficiale della parete dal lato interno e la temperatura dell’aria nei locali che dovrebbe essere inferiore a 2 °C e questo è esattamente ciò che si verifica in una casa in legno.

Credo che questo tipo di abitazioni sia molto in linea con i desiderata dei fardasé perché il legno è il materiale di cui conoscono bene le caratteristiche e le lavorazioni, e che viene utilizzato per la maggior parte delle realizzazioni; inoltre assistere alle fasi di montaggio di una casa prefabbricata è un invito a nozze per chi sa fare e vuole scoprire i dettagli costruttivi, quel che c’è dentro e dietro ogni singola funzionalità. È davvero interessante veder crescere rapidamente la casa mentre sono ben visibili materiali e impianti inclusi nei sandwich che compongono le pareti; questa modularità dà l’idea di poter essere gestita bene anche dalle competenze di un fardasé. D’altra parte chi non si è mai cimentato da solo o con l’aiuto di un amico nella costruzione di una casetta in legno… non per abitarci, ma solo come ricovero attrezzi o come rifugio per giocare e fantasticare da bambino?

Come installare una stufa a pellet

Normalmente quando si acquista una stufa a pellet è il rivenditore stesso che offre il servizio di installazione e prima accensione, tuttavia è bene sapere come si svolge il lavoro per avere un quadro generale delle predisposizioni necessarie. Quindi come installare una stufa a pellet in autonomia?

Tanto per cominciare la stufa a pellet ha bisogno di un collegamento alla rete elettrica, perciò occorre avere una presa di corrente libera il più vicino possibile; bisogna inoltre collocarla a ridosso di un muro perimetrale, nel quale dev’essere possibile aprire un foro per l’uscita dei fumi, a meno che ci sia già una canna fumaria idonea all’evacuazione dei fumi e alla quale non siano già collegati altri apparecchi riscaldanti posti su livelli diversi.

stufa a pellet

Tempo richiesto: 30 minuti

  1. Togliere eventuali supporti usati durante il trasporto

    Per garantire stabilità durante il trasporto la stufa è fissata al pallet di movimentazione con alcune viti inserite da sotto e bisogna rimuoverle per liberarla. In alcuni casi le sedi delle viti servono per avvitare i piedini d’appoggio. Prima di vedere come installare una stufa a pellet controllare che nel vano del focolare: li potrebbero essere contenuti, oltre al manuale di istruzioni, alcuni componenti che vanno montati in fase di installazione.come installare una stufa a pellet

  2. Realizzare un foro per l’uscita fumi

    Prima di realizzare il foro per l’uscita fumi a parete o a soffitto si verifica che nel punto stabilito non corrano cavi elettrici o tubazioni sottotraccia. Utilizzando l’estremità del tubo come maschera si traccia la circonferenza sulla parete: il foro si apre con una fresa a tazza di pari diametro.

  3. Montare il raccordo a T

    Sull’uscita fumi posteriore si monta il raccordo a T, orientando in basso l’estremità destinata a raccogliere la fuliggine.raccordo a t stufa a pellet

  4. Completare la linea di uscita fumi

    Si completa la linea di uscita fumi inserendo gli spezzoni di tubo uno sull’altro; se non sono stagni, le giunzioni si sigillano con silicone per alte temperature e si rivestono con nastro di alluminio.giunzioni tubo

  5. Collocare la stufa nella sua posizione definitiva

    A questo punto si può collocare la stufa nella sua posizione definitiva e inserire il tubo nel foro a parete; prima però bisogna valutare se sia necessario irrigidire la tubazione di scarico con collari che facciano presa lungo il suo sviluppo verticale e, nel caso, fissarli preventivamente a parete con tasselli a espansione.come installare una stufa a pellet

  6. Collegare la stufa alla rete elettrica e verificarne il funzionamento

    Si collega la stufa alla rete elettrica e si verifica che il display si accenda. Alla prima accensione si mette una piccola quantità di pellet nel cestello: il dosatore, essendo vuoto, richiede un po’ di tempo per riempirsi. Se la stufa non si accende si preme il pulsante di accensione per 15 secondi, così da rimuovere il messaggio di errore. La prima accensione conclude il processo di essiccazione del focolare, quindi è possibile avvertire un po’ di odore: ventilare il locale se necessario.

  7. Pulire lo scambiatore

    Nelle feritoie che sovrastano il portello ci sono due leve da tirare verso l’esterno alcune volte per pulire lo scambiatore. Si aspetta circa un minuto affinché lo sporco si depositi, poi si apre la porta del focolare e si aspira l’interno, rimuovendo il cestello e il cassetto raccoglicenere.pulire stufa a pellet

  8. Pulire il vetro con prodotti specifici

    Per pulire il vetro si utilizza un detergente liquido specifico per questo tipo di vetri. Le immagini mostrano come installare una stufa a pellet Netflame.

Di seguito riportiamo anche il video di come installare una stufa a pellet in autonomia.

Offerta
Nastro adesivo in alluminio con rete di rinforzo, 48 mm x 50 m, per impianti di ventilazione e condizionamento
  • Isolamento tecnico: lana minerale.
  • Larghezza: 48 mm.
  • Rotolo: 50 m.
  • Nastro in alluminio rinforzato.
  • Adesivo: gomma sintetica.
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  • Spessore totale 1.5 mm
  • Applicazione, sia all'interno che all'esterno, dell'esclusivo rivestimento TERM in smalto porcellanato
  • Certificati CE EN 1856-2 T200 P1 W V2 L80120 O(100) M

Come costruire una cassetta porta attrezzi in legno

Robusta, capiente e interamente costruita in legno di pino o lamellare, la cassetta porta attrezzi fai da te può essere attrezzata secondo i propri bisogni

Oggi quasi tutte le cassette porta attrezzi dei ferri sono di metallo o di plastica, razionali e perfettamente organizzate per accogliere ogni tipo d’attrezzo. Moltissime sono anche dotate di cassettini per le minuterie e ce n’è un tale assortimento che è ben difficile non trovare quella che vada bene per noi. I vecchi falegnami, la cassetta porta attrezzi in legno, se la facevano con le loro mani, sfruttando gli avanzi del legname usato per lavori di ebanisteria, in mogano e palissandro, anche intarsiate e intagliate a mostrare a domicilio del cliente il valore dell’artigiano.

A chi voglia seguire le orme dei vecchi artigiani proponiamo la realizzazione di una cassetta porta attrezzi in legno con un grande scomparto per i ferri e sei cassettini per minuterie dotati di un’ingegnosa chiusura a eccentrico, completata da un’utile vaschetta scorrevole per tenere a portata di mano ciò che occorre al momento. La costruzione non è particolarmente difficile, ma richiede un’accurata scelta del legname, precisione nel taglio e cura dei particolari.

Date le strette relazioni che legano i pezzi fra loro, cambiare le dimensioni indicate nel dettagliato elenco del materiale, tranne l’altezza delle pareti, sarebbe piuttosto complicato, per cui consigliamo di non modificarle. Si preparano la base, il ripiano intermedio e i tre divisori verticali dei cassettini e dopo aver verificato “in bianco” che i pezzi si accordino alla perfezione si procede a unirli con spinatura o con tasselli piatti e buona colla (piena di ferri la cassetta deve sopportare un notevole peso).

Di cassetti ce ne sono due lunghi quanto è larga la cassetta e quattro lunghi la metà (ovviamente se ne possono fare solo otto piccoli oppure aumentare, fino a quattro, quelli grandi); ognuno è costituito da una cassettina con le pareti di legno spesse 5 mm e il fondo di compensato.

A 6 mm dalla parete frontale, aperta da un foro passante diametro 5 mm, si incolla una controparete; nell’intercapedine trova posto l’eccentrico di chiusura il cui asse attraversa la parete frontale, il controfrontale e si fissa dentro la maniglietta.

Cosa occorre per realizzare la cassetta porta attrezzi in legno

cassetta porta attrezzi in legno
  • Legno pieno, lamellare o multistrato, meglio se di essenza dura, spessore 18 mm: 2 fianchi (1) 215×380 mm;
  • spessore 13 mm: 1 base (2) 215×415 mm; 1 ripiano (3) 189×415 mm, 4 sponde (4) 70×415 mm, 3 divisori (5) 50×215 mm;
  • spessore 10 mm: 8 controfrontali (6) per cassetto;
  • spessore 5 mm (per sei cassettini): 4 fianchi (7) 40×200 mm; 8 fianchi (8) 40×100 mm; 18 frontali (9) 82×40 mm; 2 fondi cassetto (14) 92×200 mm; 4 fondi cassetto (15) 92×100 mm; 2 pareti vassoio (10) 55×187 mm; 2 frontali vassoio (11) 55×90 mm; 2 bordini (12) 15×207 mm; 2 bordini (13) 15×120 mm; 1 fondo vassoio (16) 100×187 mm.
  • Legno pieno, preferibilmente faggio: 8 maniglie (17) 15x15x50 mm; 8 eccentrici (18) diametro 40×4 mm; 1 impugnatura (19) diametro 30 o 35×435 mm; 6 spine lisce per eccentrici diametro 5×25 mm; spine o tasselli piatti per unire i pezzi; colla vinilica; materiale di finitura.

Installazione e controlli di sicurezza

cassetta porta attrezzi in legno

La costruzione del portaoggetti è semplicissima: si tratta di una cassettina i cui bordi superiori sono completati con un listellino di sezione più ampia così da appoggiare sulle sponde laterali.

Una rotella a eccentrico, comandata dalla maniglietta e riparata dalla controparete, chiude i cassettini durante il trasporto.

Realizzazione dei fianchi e delle giunzioni della cassetta porta attrezzi fai da te

Tempo richiesto: 4 ore

  1. Tagliare i due fianchi

    Si tagliano a misura i due fianchi sagomandone a triangolo isoscele con i due lati uguali appena curvati la parte alta; si usa il seghetto alternativo che segue con precisione la tracciatura identica sui due pezzi; si tagliano anche le quattro tavolette di sponda (si può variare l’altezza dei primi e la larghezza delle seconde per aumentare o diminuire la capienza della cassetta).cassetta porta attrezzi fai da te

  2. Levigare lo spessore dei pezzi

    Tutti i lati stretti dei pezzi, cioè lo spessore, si levigano con cura, con il trapano a colonna che monta un tamburo abrasivo, facendoli scorrere contro questo accessorio in rotazione.cassetta porta attrezzi in legno

  3. Smussare i bordi esterni

    I bordi esterni dei due fianchi si smussano leggermente con la fresatrice per ammorbidire e rendere esteticamente migliore la linea della cassetta.cassetta porta attrezzi fai da te

  4. Forare la parte alta per l’impugnatura

    La sede dell’impugnatura si apre con una punta Forstner o una fresa per cerniere a incasso, montate su un trapano a colonna, centrandola sulla parte alta dei due fianchi. Come impugnatura si presta bene anche un bastone per tende o un manico da scopa con diametro 35 mm; tagliato lungo 435 mm, si fissa nel foro cieco del fianco che verrà assemblato per ultimo con colla vinilica.

  5. Aprire la battuta di fermo dei cassettini

    Nel bordo interno basso delle due sponde inferiori si apre la battuta di fermo per gli eccentrici dei cassettini.

  6. Associare la spinatura alla colla vinilica

    Una cassetta per i ferri sopporta un carico rilevante: i pezzi vanno perciò uniti con spinatura a vista o lamello rinforzando la giunzione con colla vinilica.

  7. Iniziare il montaggio

    Il montaggio comincia unendo i piani con i divisori, poi si fissa il primo fianco, vi si incollano sponde e impugnature e su tutti questi elementi l’altro fianco che chiude la costruzione.cassetta porta attrezzi in legno

  8. Utilizzare i morsetti per fissare la colla

    Una corretta tecnica di incollaggio vuole molti morsetti, possibilmente uno a ogni spina o lamello, stretti solo quanto basta affinché la colla si spanda uniformemente su tutto il perimetro di presa; ogni sbavatura di colla va subito tolta con uno straccio umido per non pregiudicare mordenzatura e verniciatura.cassetta porta attrezzi fai da te

Cassettini con eccentrici di chiusura

cassettini in legno
I pezzi che compongono il cassetto della cassetta porta attrezzi in legno

Costruita la cassettina se ne forano insieme frontale e controfrontale, si incolla nell’eccentrico la spina, la si fa passare attraverso i pezzi forati, la si fissa nella maniglia e infine si monta la controparete.

Si devono mantenere allineati i controfrontali dei cassetti, anche quelli puramente ornamentali, che si trovano dietro i cassetti lunghi e nei quali la maniglietta è fittizia.

cassetta porta attrezzi fai da te

Gli eccentrici, girando, fanno presa in una battuta aperta alla base delle sponde inferiori.