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Come costruire un aquilone semplice fai da te in 10 passaggi

La costruzione di un aquilone fatta nel modo più semplice possibile; da qui si può solo crescere, aggiungendo via via la propria esperienza

Come costruire un aquilone? Spesso è una domanda che ci si pone, soprattutto se si hanno dei bimbi piccoli e li si vuole avviare alla manualità. In relatà l’aquilone è uno di quegli oggetti capaci di appassionare sia i grandi sia i più piccoli. È certo che vederlo “galleggiare” sulle folate di vento è una cosa magnifica, ma il divertimento inizia già nelle fasi della costruzione di un aquilone fai da te, in quanto la componente di inventiva e personalizzazione dell’oggetto è veramente elevata, sia nella forma, sia nelle dimensioni, sia nelle colorazioni.

Ovviamente imparare come costruire un aquilone professionale è tutt’altra cosa, ma iniziando da questo possiamo poi espertizzarci con realizzazioni più complesse. Fantastici, ad esempio, gli aquiloni artistici giapponesi

Ma come si costruisce un aquilone fai da te?
Tutta la realizzazione degli aquiloni per bambini è caratterizzata dalla ricerca della massima leggerezza. Il telaio ha il compito di fare da ossatura all’aquilone, tenendo in tensione il telo, sottoposto alla spinta del vento, e ai colpi presi nelle cadute a terra; questo deve essere quanto più leggero e robusto possibile, ecco perché si utilizza legno di balsa.

Per capire come fare un aquilone il telo che si aggancia al telaio ha lo scopo di fare da ala per il sostentamento nell’aria, mentre la coda ha quello di stabilizzare il volo; bellissimo è imparare a personalizzare i teli, usando pezzi di diversi colori o disegnando sulle superfici. La cordicella, nel nostro caso ne abbiamo usata una di nylon molto leggera, permette di governare l’aquilone, concedendolo al vento e recuperandolo, volta per volta; per questo conviene avvolgerla su un rocchetto o su una tavoletta di legno. Pronti? Vediamo allora insieme come costruire un aquilone.

Cosa serve per costruire un aquilone per bambini?

Per la realizzazione servono:

  • un grande foglio di carta velina colorata,
  • due tondini di balsa,
  • filo di nylon e colla vinilica;
  • riga, squadra, matita, forbici

Come costruire un aquilone

tracciatura tessuto aquilone

Piegato in due il foglio di carta, disegniamo un triangolo rettangolo con ipotenusa sul bordo piegato; la riga va allineata ad un estremo dell’ipotenusa; la squadra, tenuta contro la riga, deve andare a collimare con l’altro estremo dell’ipotenusa.

taglio tessuto aquilone

Tenendo ancora piegato il foglio in due, lo tagliamo seguendo bene le righe tracciate, per non fare scalettature e onde.

incollare stecche aquilone

Aperto il foglio in due incolliamo subito il tondino di legno di balsa longitudinale, mettendo poca colla lungo la piega.

fissaggio stecche aquilone

Prepariamo il secondo tondino di balsa tendendo fra i due estremi uno spezzone di filo in modo da tenerlo curvo.

come costruire un aquilone

Posizioniamo l’archetto sull’aquilone e incolliamolo agli estremi; al centro lo leghiamo con un pezzo di filo di nylon.

taglio carta

Tagliamo un buon numero di strisce di carta velina dall’avanzo del foglio utilizzato per l’aquilone.

Chiudiamo ad anello una prima striscia di carta e poi via via aggiungiamo le altre formando una lunga catena.

Con un’ultima striscia di carta, più lunga delle altre, uniamo la catena incollandola alla parte terminale dell’aquilone.

Concetti da tenere presente quando si costruisce un aquilone

Longitudinale: si riferisce ad una cosa posizionata lungo l’estensione maggiore, quella della lunghezza.

Balsa: pianta sempreverde della foresta pluviale sudamericana il cui legno è il più leggero al mondo (150-160 kg/m3); è la scelta ideale per le costruzioni di aeromodelli.

Come far volare un aquilone

Far volare un aquilone è facile, più difficile è imparare tecnica e gestualità, sicuramente formativa la visione del video seguente. Ecco un video per capire come si fa volare un aquilone

Consigli per gli acquisti di un aquilone

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Paul Günther 1136 - aquilone 3D per bambini, aquilone colorato, vela in poliestere di alta qualità, con maniglia di avvolgimento e corda, grande circa 102 x 320 cm
  • Aquilone 3D per bambini
  • Dimensioni: circa 63 x 95 cm di grandezza, compresa la coda lunga, motivo: aquilone
  • Vela bella e colorata e pali in fibra di vetro infrangibili
  • Completo di maniglia di avvolgimento, cordino e sacchetto di plastica, facile da assemblare e pronto al volo.
  • Adatto per bambini a partire da 6 anni e con velocità del vento da 14 a 45 km/h

Aspiratore 3770 Annovi Reverberi | Aspirazione senza compromessi

L’aspiratore 3770 è compatto, aspira solidi e liquidi, soffia e supporta elettroutensili

In laboratorio, quasi tutte le lavorazioni che bisogna eseguire per portare a termine un progetto comportano la produzione di trucioli e polveri, queste ultime talvolta insidiose anche per le vie respiratorie (siamo sinceri: quanti di noi indossano regolarmente mascherine protettive?). Poterne eliminare la maggior parte mentre vengono prodotti è imperativo per seguire agevolmente le tracciature ed evitare di disperderli in un’area ancora più vasta; in ogni caso alla fine di ogni sessione serve una pulizia generale per evitare che lo sporco si accumuli, perciò un aspiratore affidabile e corredato di accessori è un elettroutensile che nella scala degli “indispensabili” viene prima di molti altri elettroutensili. L’aspiratore 3770 è una macchina completa con un ottimo rapporto qualità/prezzo, in grado di soddisfare tutte le esigenze che possono presentarsi in laboratorio, in garage o in casa.

aspiratore 3770

Le quattro ruote, a sbalzo rispetto al serbatoio da 35 litri, lo rendono stabile in ogni situazione; i numerosi accessori trovano posto a bordo e ha un cavo elettrico di ben cinque metri che permette di arrivare in ogni punto del laboratorio o del garage da un’unica presa elettrica, senza bisogno di prolunghe aggiuntive.

Innestando il tubo in un altro ingresso posto sul coperchio, si attiva la funzione soffiante, utile per esempio per l’asciugatura di parti sottoposte a lavaggio o per pulizie in cui l’aspirazione può non essere efficace (piccoli oggetti che possono essere risucchiati, trucioli metallici ecc). A bordo dell’aspiratore 3770 c’è la presa elettrica per il funzionamento simultaneo con un elettroutensile, con spegnimento dell’aspiratore ritardato di 6 secondi per consentire al tubo di svuotarsi completamente.

Oltre alla dotazione di serie, ci sono molti accessori che possono estendere ulteriormente le possibilità di utilizzo: spazzola combinata per pavimenti (solo per utilizzo a secco) disponibile con Ø 35 o 40 mm, filtro spugna, filtro in stoffa lavabile, bocchetta fessure, spazzola rotonda Ø 35 mm, DrillDust Collector (permette di raccogliere più efficacemente la polvere prodotta da trapani e avvitatori), ventosa sturatubi, tubo telescopico in acciaio inox Ø 35×480-780 mm e la spazzola Sidekick Pro. Quest’ultima ha una triplice funzione: può sorreggere piccole mensole o listelli, permette di regolarne l’altezza grazie al supporto rotante a 360° e raccoglie la polvere di fori da trapano su pareti e soffitti.

L’aspiratore 3770 costa 119,90 euro. Annovi Reverberi

Ampia dotazione

aspiratore 3770
La dotazione standard dell’aspiratore 3770 include 2 metri di tubo antitorsione Ø 35 mm con gomito, due tubi rigidi in metallo cromato Ø 35 mm, filtro cartuccia ad alta efficienza, 10 sacchetti filtro da 35 litri, bocchetta grande per fessure, bocchettina, spazzola per pavimenti secco/umido, adattatore per elettroutensili.
Due robusti ganci permettono di scollegare la testa con motore e filtro dal fusto, anche con una sola mano, per lo svuotamento e la pulizia.
Il filtro a cartuccia può essere utilizzato per aspirazione a secco o a umido; può essere rimosso per la pulizia svitando la rondella inferiore di blocco.
Solo nell’aspirazione a secco, oltre al filtro cartuccia si può utilizzare un sacchetto filtro in carta o tessuto, da svuotare o sostituire prima che sia pieno.
L’attacco di aspirazione è posto appena sotto il coperchio; se si aspirano liquidi, un galleggiante interrompe l’aspirazione a contenitore pieno.
Per utilizzare la funzione soffiante il tubo va inserito nell’attacco posto sul coperchio a lato della presa elettrica per elettroutensile.
Quando il galleggiante interviene il motore gira più velocemente: l’aspiratore va subito spento e svuotato allentando l’apposito tappo inferiore.

Collegamento con elettroutensili

L’interruttore di accensione ha 3 posizioni (I-0-II): la posizione I serve per mettere in funzione l’apparecchio nell’utilizzo normale, la posizione II per l’utilizzo in abbinamento a un elettroutensile, collegato alla presa posta sul coperchio.

Se il raccordo all’estremità del tubo flessibile non è compatibile con l’attacco posto sul corpo dell’elettroutensile, si può utilizzare l’adattatore, tagliando via la parte in eccesso; con l’interruttore sulla posizione II, quando si preme il tasto di accensione dell’elettroutensile l’aspiratore si aziona automaticamente con un ritardo di circa 0,5 secondi.

Dopo lo spegnimento dell’elettroutensile l’aspiratore continua a funzionare per circa 6 secondi prima di arrestarsi, per consentire lo svuotamento del tubo.

Altri accessori per affrontare qualsiasi lavoro

La dotazione standard dell’aspiratore 3770 di Annovi Reverberi può essere ampliata con molti altri accessori: spazzola combinata per pavimenti (solo secco) disponibile con Ø 35 o 40 mm, filtro spugna, filtro in stoffa lavabile, bocchetta fessure, spazzola rotonda Ø 35 mm, DrillDust Collector (permette di raccogliere la polvere prodotta da trapani e avvitatori), ventosa sturatubi, tubo telescopico in acciaio inox Ø 35×480-780 mm e l’accessorio 3 in 1 per aspiratori Sidekick Pro.

aspiratore 3770

Quest’ultimo ha una triplice funzione: può sorreggere piccole mensole o listelli, permette di regolarne l’altezza grazie al supporto rotante a 360° e raccoglie la polvere di fori da trapano su pareti e soffitti.

Lastra Kasa Cleaneo | Per un’abitazione confortevole

Tutti i requisiti per una casa con una qualità di vita superiore riuniti in un’unica lastra: la Lastra Kasa Cleaneo di Knauf

Soprattutto nelle ristrutturazioni è frequente il ricorso a contropareti di cartongesso per disporre rapidamente di superfici subito pronte per le finiture, ma è importante sapere che con questo sistema si possono risolvere molti altri problemi.

La vasta gamma di lastre in gesso Knauf propone un prodotto pensato per soddisfare le esigenze dell’abitare confortevole: si tratta della Lastra Kasa Cleaneo ®, un prodotto che risponde a tutte le esigenze specifiche in ambito residenziale, facendo proprie le caratteristiche richieste a una casa che possa garantire una qualità di vita di alto livello.

Lastra Kasa Cleaneo

Tra queste, fondamentale è garantirsi ambienti privi di rumori molesti, siano essi provenienti dall’esterno, da altre proprietà adiacenti o da locali della stessa abitazione in cui si svolgono attività molto diverse; ma ci sono fonti di inquinamento silenziose e impercettibili dai nostri sensi che, nel tempo, possono avere conseguenze tutt’altro che trascurabili sulla salute.

Sono nei materiali che ci circondano tra le pareti domestiche, nelle loro finiture e, seppur in quantità modesta, sono una presenza che non si può evitare.

Queste sostanze però possono essere trasformate chimicamente in elementi inerti e la tecnologia Cleaneo® applicata alle lastre di gesso rivestito innesca questo processo grazie a un principio attivo, escludendo l’accumulo e la reimmissione negli ambienti delle sostanze inquinanti assorbite.

Lastra Kasa Cleaneo

Leggerezza e spessore ridotto devono comunque garantire elevata resistenza agli urti e alla sospensione dei carichi senza limitare la creatività nel realizzare pareti attrezzate: basta osservare alcune semplici regole nel dimensionare e nel distribuire i pesi e scegliere sistemi di fissaggio adeguati. Knauf

Perché scegliere Knauf Kasa

Purezza dell’aria

La tecnologia Cleaneo® abbatte odori e particelle inquinanti che si formano nell’ambiente per i contenuti di COV presenti in arredi e rivestimenti.

Resistenza meccanica

La composizione della Lastra Kasa Cleaneo ® aumenta la resistenza meccanica rendendo facile e sicuro appendere pensili, televisori e altri oggetti pesanti.

Comfort acustico

Rispetto alle lastre standard, le lastre Kasa evidenziano un miglioramento delle prestazioni acustiche da 4 a 11 dB per disporre di spazi più silenziosi.

Facilità di finitura

La superficie in cartone extrabianco dona l’effetto “lavoro finito” già in fase di avanzamento del cantiere e facilita l’applicazione del rivestimento finale.

Piletta Basket Bagno | Lira

Basket, la classica piletta di Lira, è disponibile anche nella versione Bagno, installabile su lavabi e bidet con foro scarico da 45mm.

Anche Basket Bagno è dotata del pratico tappo chiusura “no problem”, di semplice utilizzo e facilmente asportabile per una rapida ispezione e pulizia.

Le pilette Basket, come tutti i prodotti Lira, sono rigorosamente “made in Italy” e sono tecnicamente e qualitativamente ineccepibili.

Il premier Conte, il talento e la manualità

Tratto da “Far da sé n.497 – Agosto 2019″

Autore: Nicla de Carolis

Il nostro premier Conte (da non confondersi con l’allenatore Conte che dalla ricerca su google occupa tutta la prima pagina… il calcio prima di tutto), da giovane, ha frequentato il prestigioso collegio universitario Villa Nazareth della Chiesa Cattolica che accoglie alcune decine di studenti, scelti e sostenuti su basi di merito. Tra questi, negli anni ‘80, ci fu appunto Giuseppe Conte di Volturara Appula, in provincia di Foggia, che frequentava giurisprudenza alla Sapienza di Roma.
La struttura è una villa nella campagna romana un po’ fané dove chi entra segue i percorsi curricolari delle accademie di iscrizione, ma integra la preparazione con corsi, conferenze, testimonianze e ha a disposizione tutor e libri a volontà come alla Normale di Pisa; per questo il collegio viene definito “la piccola Oxford della campagna romana”. L’obiettivo della Onlus è scoprire e favorire lo sviluppo del talento in studenti dotati di particolare intelligenza e con scarsità di mezzi economici, nonché quello di mandare in posti di potere persone che condividano i principi cattolici, aspirazione legittima della Chiesa. “Il popolo ha bisogno di apostoli, di persone intelligenti, colte, virtuose, disinteressate ricche di iniziativa e di spirito di sacrificio, che sentano il desiderio di far del bene agli altri” così scriveva nel 1946 il fondatore di Villa Nazareth monsignor Domenico Tardini.

Ma ciò che ci colpisce di più sono queste sue parole: “Se io avessi i mezzi, io cercherei di fare un istituto che educasse i bimbi all’agricoltura. Questo istituto dovrebbe sorgere in campagna. La terra darebbe loro da mangiare e da vivere ai bimbi…”. Il monsignore dava importanza alla manualità nella formazione delle persone e ancora oggi Villa Nazareth ne conserva e preserva questa attenzione. Infatti agli ospiti del collegio, compatibilmente con l’impegno della vita universitaria, capita di tinteggiare hall e stanze, di raccogliere le olive negli uliveti del complesso residenziale, di montare e realizzare scenografie per le rappresentazioni teatrali. A differenza di tanti laureati o laureandi che solo perché studiano per prendere una laurea o perché l’hanno già presa non saprebbero far fronte ad alcune basilari faccende casalinghe, a Villa Nazareth ognuno si fa il bucato, stira, cucina, rassetta la propria stanza e si prende cura anche degli spazi comuni. Una scuola di vita che rende la preparazione di un giovane davvero unica e auspicabile per tutti.

Imparare a fare anche operazioni che implichino la manualità, non ci stancheremo mai di ripeterlo, è un tassello fondamentale nell’istruzione di un ragazzo con un’utilità che rende indipendenti nella vita di tutti i giorni. Inoltre, in un mondo in cui si parla solo di virtuale, di digitale, di terziario, di finanza che genera profitto, di spread ecc, cose che sembra ormai acclarato non siano fonte di felicità, è auspicabile che venga rivalutata la manualità; chi fa da sé sa quale sia la gratificazione data dal realizzare qualcosa di concreto rispetto al trascorrere ore davanti alla TV o sui social a mettere un “mi piace”.
A prescindere da un giudizio politico, se penso al premier Conte che imbianca una stanza o che si fa il bucato, il mio apprezzamento per lui guadagna punti.

Legno per tornitura | Qual è il migliore?

Il migliore legno per tornitura comprende le essenze più dure con venature in forte evidenza

Il legno per tornitura deve possedere, fra le sue caratteristiche, la proprietà di essere stagionato e compatto.

La stagionatura è essenziale perché in caso contrario, dopo la lavorazione, si potrebbero produrre delle spaccature, incurvature e torsioni, nel senso longitudinale dovute all’essiccazione e, poiché tali difetti non si possono successivamente eliminare, verrebbe compromesso il lavoro.

I legni teneri sono da scartare perché la loro lavorazione al tornio richiede altissime velocità e perché tendono a sgretolarsi nelle sagome ad angolo acuto; si possono usare solo per torniture cilindriche poco sagomate.

Parlando di legno per tornitura compatto si intende quello privo di nodi, in quanto, se è vero che questi impreziosiscono un lavoro di scultura, sono pericolosi nei lavori di tornitura del legno. Questi infatti variano la durezza del legno e l’utensile trova un ostacolo nel taglio che, addirittura, può farlo saltar via con conseguenze meccaniche imprevedibili, lasciando nel pezzo di lavorazione una cavità non ben riempibile.

Legno per tornitura – Duro o tenero

I legni, ai fini delle lavorazioni industriali, si classificano in duri, teneri e resinosi. Il legno per tornio dev’essere duro, e se la durezza è misurata in senso normale alle fibre può variare da 0,5 a 6 kg/mm2. Sono da preferire i legni di: pesco, mogano, rovere, castagno, noce, frassino, acero, ciliegio, faggio, olivo, bosso, ecc. 

L’operazione più importante da eseguire al tornio per legno è la sagomatura mentre quella più artistica è il mettere in risalto le fibre del legno, che, tranne pochi, tutti hanno più o meno marcate. Quindi la scelta del legno deve essere fatta dando la preferenza a quello che ha le fibre di colore contrastanti in modo da essere maggiormente evidenziate con la tornitura.

Per lavorare il legno al tornio con la tecnica longitudinale il pezzo deve essere disposto fra punta e contro-punta con venatura parallela all’asse della macchina mentre per le lavorazioni trasversali, la direzione delle fibre può essere sia longitudinale che trasversale.

Legno per tornitura al naturale

Il legno tornito in genere non va colorato o laccato perché la sua caratteristica consiste nell’esaltare le venature e le relative sfumature di colore; quindi dopo l’operazione di finitura esso si lascia al naturale o al massimo si ricopre con vernici trasparenti, mat o lucide

Nell’acquisto del legno occorre scegliere quello asciutto, senza nodi, senza fessure longitudinali e fenditure trasversali; evitare il legno con tronco curvato o con cuore decentrato perché ciò può originare, col tempo, deformazioni. Infine scartare i legni che presentano malattie quali  putrefazione, corrosione e tarlo.            

Olivo

Fornisce legname a essenza dura e compatta. Di colore giallognolo, venato di righe più scure, è  profumato. Molto pregiato in ebanisteria, per intarsiare, costruire mobili e torneria.

legno per tornitura

Acero

L’acero fornisce legname di buona compattezza, ma non molto resistente all’umidità. Trattato e lucidato, assume una colorazione lattiginosa, rigata di delicate venature rosa. Le maggiori applicazioni sono gli intarsi nei mobili di lusso, le impiallacciature e l’ebanisteria.

legno per tornitura

Betulla

La betulla di fibra tenera, ma può essere lavorato con successo al tornio legno e il suo colore rosa chiaro, venato di marroncino, si presta alla produzione di pannelli in compensato.

Frassino

Si presta particolarmente ad essere lavorato. È di colore madreperlaceo venato con fibra molto tenace. Oggi il frassino è usato soprattutto per mobili, rivestimenti e arredamenti rustici.

legno per tornitura

Olmo

Fornisce legname duro e pregiato; la fibra è grossolana e tenace, compatta ed elastica. 

Resiste notevolmente all’umidità. Ha un colore marrone chiaro, venato di linee rossicce; trova largo spazio nei lavori di torneria, mobili e arredamenti rustici.

Ciliegio

Di media durezza, compatto, di colore rosso bruno venato. Si deforma facilmente e tende a tarlarsi. Il ciliegio viene spesso usato nei lavori di ebanisteria e nella costruzione di mobili.

legno per tornitura

Legno per tornitura – La durezza degli esotici

Nei lavori di tornitura legno sono da preferirsi i legni duri perché quelli teneri tendono a sgretolarsi durante l’azione dell’utensile, specialmente negli spigoli vivi. Con il legno duro, inoltre, si può lavorare a velocità più bassa. Spiccano per la loro durezza i legni esotici che, per questo, vengono ritenuti i più pregiati.

Questo splendido vaso in legno africano, dove il contrasto è dato dal legno esterno ed interno del tronco, ha un diametro di 114 mm ed è alto 165 mm.

La prova della biglia

Quanto è duro il legno che abbiamo a portata di mano? Possiamo verificare la durezza di un’essenza, in confronto ad altre, facendo cadere, su un pezzo di scarto, una biglia d’acciaio da un’altezza prestabilita; più il segno lasciato è profondo meno il legno è duro. 

Lamellare autocostruito

Possiamo realizzare in proprio un pezzo del prezioso lamellare assemblando tavolette di legno di essenze diverse scelte con cura (A) in modo che i colori diano un insieme armonico e di effetto (B). Prima di mettere il grezzo al tornio da legno si dà al pezzo una base ottagonale (C); il risultato finale (D) è un bel vaso.
L’incollaggio richiede una certa cura sia nella scelta dell’adesivo vinilico, sia nella pressatura. Gli spigoli del pezzo, una volta essiccato, devono essere smussati prima di iniziare a tornire il legno.
Sotto l’azione dell’utensile il pezzo composito si comporta come e meglio del massello.

Preziosissimo olivo

L’olivo è una pianta tipica del bacino del Mediterraneo, predilige climi aridi, ma non sopporta né il freddo né il caldo eccessivi. 

La fibra contorta, spesso con andamento a spirale, l’elevata durezza e l’alto contenuto oleoso (permette una eccezionale levigatura a specchio) ne fanno uno dei legni migliori per la tornitura

Come togliere la carta da parati | Procedimento illustrato

Il livello di difficoltà varia a seconda del tipo di rivestimento e degli strati, oltre che da quanto tenacemente aderisce al supporto; in questo articolo vediamo come togliere la carta da parati

Vi sarà capitato spesso di chiedervi come togliere la carta da parati senza commettere errori; di norma il foglio esterno viene via facilmente, mentre per eventuali strati sottostanti è più complicato.

Di carte da parati ce ne sono di vari tipi e quasi tutte, quando sono da rimuovere, devono essere bagnate o sottoposte all’azione del vapore.

Molte sono in doppio strato: una fodera sottile di carta incollata a parete e il foglio decorativo vero e proprio, di buono spessore, con una componente vinilica, liscio, goffrato o con motivi a rilievo. 

come togliere la carta da parati

Di solito, il foglio decorativo si rimuove facilmente a secco: basta infilare la lama della spatola sotto una giunta e sollevare un poco la carta per asportarne a strappo grandi porzioni, anche un foglio intero da soffitto a terra, se si lavora con un po’ di attenzione. 

Non è così per la fodera che, essendo la parte direttamente coinvolta nell’incollaggio, aderisce tenacemente alla parete e può essere rimossa solo dopo aver ammorbidito la colla. Bisogna bagnarla copiosamente con un rullo o una pennellessa, a porzioni di un paio di fogli per volta (120 cm per tutta l’altezza) e sollevarla finché è bagnata con l’aiuto della spatola, facendo attenzione a non produrre solchi nella parete. Sarà comunque necessario un sottile strato di rasatura a fine lavoro, preceduto dall’applicazione di un primer.

Come togliere la tappezzeria con più strati di carta

Vediamo nel dettaglio come togliere carta da parati quando sono presenti più strati.

come togliere la carta da parati
Una nuova carta da parati viene spesso sovrapposta a tappezzerie preesistenti, come in questo caso. Il foglio decorativo più esterno viene via a secco, ma la rimozione degli strati sottostanti è molto più complicata.
come togliere la carta da parati
Lo spessore degli strati di carta è tale da poter essere aggredito con un robusto raschietto, così da velocizzare il lavoro; nelle zone in cui l’adesione è meno tenace vengono via più strati insieme, ma attenzione a non fare solchi nell’intonaco.
Quando la raschiatura non dà più risultati accettabili non resta che procedere con la bagnatura della superficie: il rullo va passato più volte sulla stessa zona per imbibire in profondità la carta.
Per evitare che l’acqua evapori prima di aver ammorbidito la colla si può rivestire la superficie con un telo di nylon, facendolo aderire con una spazzola a setole morbide; in questo modo si ha a disposizione un tempo più lungo per l’assorbimento.
come togliere la carta da parati
L’alternativa alla bagnatura consiste nell’utilizzo di una piastra a vapore; l’acqua va caricata nel serbatoio della macchina staccaparati che genera il vapore, convogliato alla piastra da tenere appoggiata sulla parete per diversi secondi; mentre la si sposta su una zona adiacente si può procedere alla rimozione di quella trattata per mezzo di un raschietto.

Rasatura e carteggiatura

Una volta visto come staccare la carta da parati passiamo alla rifinitura del muro.

La parete rimane scivolosa, per effetto della colla che è stata diluita con l’acqua; quando è asciutta è necessario stendere un primer di adesione prima di effettuare le stuccature più grossolane seguite dalla rasatura con un prodotto a base di calce.
Si lascia asciugare il rasante e si carteggia la superficie per renderla liscia e uniforme, con un abrasivo a grana 180; si spolvera con cura e si applica un fissativo.

Lo staccaparati

Per facilitare il lavoro si possono diluire 100 g di questa soluzione in 8-10 litri di acqua, bagnare la carta e lasciar agire 15-60 minuti prima di tentare la rimozione. 

Per parati pesanti si diluiscono 100 g in 5-8 litri d’acqua. Henkel

Macchina staccaparati e carteggiatrice per muro 

Sono macchine molto utili per rimuovere carta da parati e rifinire il muro, ma visto l’utilizzo occasionale può essere conveniente noleggiarle, se nella propria zona c’è un centro autorizzato.

La staccaparati a vapore Wagner W 16 si trova in vendita su Amazon a partire da poco più di 60 euro; ha un tubo di erogazione da 3,7 metri e due piastre a vapore, una da 20×28 cm e una da 18×8 cm.

Staccaparati a vapore Wagner W 16

Sempre su Amazon, la levigatrice telescopica per muro TC-DW 225 di Einhell, con snodo sferico della testa su cuscinetti e velocità regolabile, si trova a partire da 119,90 euro.

Levigatrice telescopica per muro TC-DW 225 di Einhell

Ora che sai come togliere la carta da parati scopri come tappezzare le pareti.

Soluzioni per la pulizia dopo la posa | Prodotti FILA

Tre prodotti FILA ideati per completare la posa pavimento e la sigillatura di sanitari, box doccia e infissi

Instant RemoverSilicone Refiner ed Epoxy Pro, tre prodotti Fila ideati per completare in modo perfetto la posa di pavimentazioni e la sigillatura di sanitari, box doccia e infissi, permettendo di ottenere il risultato estetico che posatore e committente si aspettano, soprattutto nella qualità delle fughe, con stucco cementizio ed epossisico, e della finitura dei giunti con ogni tipo di sigillante.

Instant Remover

Instant Remover è un detergente acido formulato per rimuovere i residui di stucco cementizio quando sia ancora fresco o abbia appena pellicolato. Si avvantaggia della Tecnologia Rapid Dry che è sinonimo di azione rapida, da usare contestualmente alla posa.

Questo pulitore istantaneo per stucco si usa nella fase conclusiva della posa delle piastrelle per rimuovere i residui di stucco cementizio anche additivato, quando sia necessario pulire il retro delle lastre di grande formato prima della posa, quando si debbano pulire gli attrezzi usati per la stuccatura. 

prodotti Fila

Può essere utilizzato su materiali come il grés porcellanato, la ceramica, il mosaico vetroso, il klinker

Notevoli le peculiarità di Instant Remover: non fa schiuma e non necessita di risciacquo; è sicuro per l’operatore e per l’ambiente; rispetta i materiali e le fughe; ha una resa elevata (a partire da 15 m2 per piastrelle di piccolo formato e 350 metri lineari per la pulizia della lastre di grande formato); non rovina profili in alluminio e acciaio; non emette fumi nocivi; è utilizzabile in ambienti interni ed esterni, a pavimento e a parete.

Per la pulizia delle fughe contestualmente alla posa

Un grande vantaggio di Instant Remover è l’eliminazione dei tempi di attesa: non appena si conclude la fase di stuccatura delle fughe ed eliminato l’eccesso di stucco, si può subito procedere con la pulitura. Ideale è iniziare quando l’impasto si addensa e diventa opaco, cosa che avviene in genere dopo circa 30 minuti in accordo con i tempi forniti dal produttore, dal momento dell’applicazione dello stucco nelle fughe.
Si interviene con una spugna inumidita o un frattazzo con spugna, avendo cura di risciacquarla frequentemente per mantenerla pulita.
Si spruzza Instant Remover in modo omogeneo sulla superficie, lungo le fughe.
prodotti Fila
Il prodotto va lasciato agire per alcuni minuti per via delle caratteristiche del materiale.
La pulizia con Instant Remover va fatta seguendo le istruzioni.
Per detergere definitivamente le piastrelle si usa sempre una spugna o un panno puliti, sciacquandoli in acqua.

Silicone Refiner 

Silicone Refiner è un prodotto che perfeziona la finitura superficiale del sigillante, dopo l’applicazione nel giunto, rendendola liscia e ben modellata.

prodotti Fila

È compatibile con tutti i tipi di sigillanti in commercio, non lascia residui, rispetta le superfici; è sicuro per l’operatore e l’ambiente, non rovina i profili di alluminio e di acciaio.

Per tirare e lisciare il silicone appena steso

Come gli altri prodotti Fila illustrati, anche Silicone Refiner va applicato appena conclusa una precedente posa, in questo caso la stesura del cordone di silicone attorno a un box doccia.
prodotti Fila
Si spruzza il prodotto sul giunto prima che il sigillante formi la pellicola superficiale. Silicone Refiner rientra nella Tecnologia Rapid Dry, per l’asciugatura ad azione rapida.
Subito dopo si esegue la lisciatura utilizzando una spatolina con sagoma radiale, adatta all’angolatura del giunto.

Il prodotto è adatto per l’utilizzo in interni e in esterni, a parete e a pavimento.

Epoxy Pro 

Epoxy Pro elimina i residui di stucco epossidico sia fresco sia consolidato ed è utilizzabile anche per pulire gli attrezzi di stuccatura, dopo l’uso. Ha consistenza viscosa, quindi è ideale per l’uso a parete.

prodotti Fila

Rispetta i materiali e le fughe; è indicato per grès porcellanato, ceramica smaltata, mosaici in vetro, klinker smaltato. Si spruzza in modo uniforme sulla superficie, si lascia agire per 2-3 minuti (20 minuti se lo stucco è secco), si passa un tampone in Scotch-Brite e si risciacqua con cura.

Pergolato fotovoltaico fai da te

In previsione dell’installazione dell’impianto fotovoltaico, ecco come realizzare una tettoia con misure calibrate sulla disposizione e il numero dei pannelli previsti. Contestualmente si ottiene un’ampia zona coperta sotto la quale ricoverare gli attrezzi

Questo progetto per la realizzazione di un pergolato fotovoltaico fai da te è del nostro lettore Andrea Pasquinelli, il cui intento è stato quello di servire la sua abitazione di un impianto per la produzione di energia elettrica con pannelli fotovoltaici e, nello stesso tempo, realizzare un ricovero alle varie attrezzature di corredo al trattore.

Struttura di legno solida

L’idea è quella di predisporre un’ampia e robusta struttura di legno, dimensionata appositamente per fare da appoggio alla serie di pannelli fotovoltaici di cui è progettata l’installazione. La struttura viene realizzata con la corretta inclinazione e orientata verso sud, mantenendo l’altezza sufficiente per essere sfruttata, al di sotto della copertura, come altrettanto ampio ricovero degli attrezzi.

Per ancorare la struttura di legno si sfrutta la presenza di un muro di “blocchi cassero” riempiti di calcestruzzo, già esistente; mentre sui lati liberi si usano pali di castagno ancorati al terreno grazie a staffe d’acciaio costruite con profilato a “C” di 80×40 mm e gettate in opera. L’intervento ha richiesto anche la realizzazione di una pavimentazione estesa a tutta la tettoia in modo che le attrezzature ricoverate restino in un ambiente sufficientemente asciutto.

Come è fatto il tetto

pergola fotovoltaica

  1. La prospettiva dell’applicazione dei pannelli fotovoltaici ha permesso di evitare l’esecuzione di una copertura classica. Sulle travi principali, viene disposta la serie di travetti di misura intermedia, collocati a distanza di 800 mm uno dall’altro.
  2. Il legno viene trattato con impregnante protettivo all’acqua, quindi resta a disposizione dei tecnici installatori dell’impianto fotovoltaico che fissano direttamente sui travetti i profilati di sostegno dei pannelli, distanziati con precisione, in modo che la successiva applicazione dei pannelli possa realizzare una copertura regolare e uniforme di tutta la tettoia.

Il pavimento

pavimentazione pergolato

  1. Una rete di tubi, molto ben distribuita, raccoglie le acque piovane che defluiscono nei canali di scolo con grata posizionati ad hoc. La pendenza, un centimetro a metro, porta a perdere nella scarpata a valle della tettoia.
  2. A una prima gettata di “magrone”, utile a uniformare il basamento, segue la posa delle gabbie di ferro che armano la gettata finale. Data l’ampia estensione della pergola fotovoltaico e l’impossibilità di usufruire di un’autobetoniera, perché il terreno non ha accesso carrabile, si impone la separazione del lavoro in 4 quadranti, separati da un giunto di dilatazione, ognuno di 2,5 mc di calcestruzzo.

Fissare i pilastri del pergolato fotovoltaico

pergolato fotovoltaico 5

  1. I due muri di conteniento già esistenti risultano utilissimi per fungere da sostegno del pergolato fotofoltaico, in virtù della casuale ottima esposizione al sole e della necessità di fornire alla stessa un’inclinazione che è quasi coincidente con l’andamento in discesa di una delle due pareti.
  2. I pilastri non vincolati al muro necessitano di un solido fissaggio a terra, realizzato con staffe d’acciaio. Predisposte le buche ampie e profonde quanto basta, si posizionano le staffe facendo in modo che abbiano tutte la medesima quota (si usa come riferimento una lenza), quindi si getta il calcestruzzo.
  3. I pilastri vincolati alla parete hanno staffe fatte diversamente che si bloccano al muro stesso mediante barre filettate e fissaggio chimico. La piastra sottostante fa da appoggio per il pilastro.
  4. Dato il peso notevole, per una sola persona, le travi vengono posizionate tramite un argano improvvisato prolungando il sollevatore del trattore.
  5. I pilastri a parete hanno staffe nella parte alta che permettono il distanziamento in modo da far rimanere il pilastro perfettamente verticale. Il fissaggio alle staffe avviene tramite barre filettate passanti attraverso il pilastro e serrate con un dado da una parte e uno dall’altra.
  6. Stessa cosa per i pilastri liberi che, tenendoli a piombo, vengono imbullonati alle staffe con due barre ognuno.

Pergola fai da te

travi di legno

  1. Le travi sono realizzate con la segatronchi. Qui vediamo il momento in cui vengono scortecciati mediante un aggiuntivo per motosega reperito in fiera.
  2. Le ampie campate del gazebo fotovoltaico impongono di mettere un pilastro centrale su cui appoggiare le estremità interne delle travi. A unire saldamente le teste di travi e pilastro si fanno delle staffe a T, piatte, con fori atti all’inserimento di barre filettate da stringere con dadi.
  3. Per fare i fori perpendicolari alla superficie della trave, si usa una guida a tuffo per trapano, su cui si monta una punta da legno normale. La punta non è lunga a sufficienza per trapassare la trave, ma sufficiente a fare un foro che guida nella giusta direzione la punta lunga, montata su un altro trapano.
  4. Le travi più piccole, che completano la struttura di sostegno, sono fissate con grosse viti da legno con testa svasata e impronta torx che permette il massimo della resa nell’abbinamento bit-vite.
  5. Terminato il montaggio è buona norma effettuare la stesura di un’ultima mano di impregnante che accresce lo spessore di quello dato in precedenza, completando la copertura in quei punti in cui, per svariati motivi, si siano dovute fare modifiche o adattamenti.

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  • Questo tetto di bambù sarà un grande supplemento decorativo per il giardino o di qualsiasi altro spazio esterno.
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  • Il montaggio è semplice poiché gli accessori sono inclusi nella consegna.
  • Il legno è un prodotto naturale e può presentare imperfezioni.
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Premio TOP 100 2019 per l’innovazione | Nespoli Deutschland

Nespoli Deutschland ha ricevuto il premio TOP 100 durante la ventiseiesima edizione del contest per l’innovazione.

Il premio è stato consegnato il 28 Giugno a Francoforte dal popolare giornalista TV Ranga Yogeshwar e da Prof. Dr. Nikolaus Franke, a capo della commissione scientifica del concorso.

Con il premio TOP 100 si definisce annualmente, in maniera scientifica, la gestione delle innovazioni all’interno delle aziende di medie dimensioni e il loro relativo successo. Durante questo processo di valutazione, Nespoli ha convinto in modo particolare nella categoria “innovation fostering top management”. 

Principale motore dell’innovazione in azienda è, infatti, Alessandro Nespoli. Terza generazione alla guida dell’azienda di famiglia, Alessandro crea in prima persona un ambiente perfetto per lo sviluppo di nuove idee.

L’ispirazione per nuovi prodotti arriva dal dipartimento vendite, dal contatto diretto con i più grossi centri di fai da te, dai professionisti del settore e produttori di pitture.

Tra le più importanti innovazioni ricordiamo RollMatic®FreshBox®, rulli trattati al Teflon™, manici LaserTouch® ed AirTouch®.

Come ricorda Bert Bergfeld, direttore della filiale tedesca “L’innovazione è sempre stata una delle competenze principali di Nespoli Group. È per questo che siamo orgogliosi di ricevere il premio TOP 100. Ci incoraggia a proseguire con lo sviluppo di idee e prodotti innovativi”.
Dal 1993, Compamedia organizza il premio TOP 100 per le capacità innovative e gli straordinari successi delle innovazioni delle SMB Tedesche.

Cos’è TOP 100

Dal 2002, Prof. Dr. Nikolaus Franke è capo della commissione scientifica del contest. Franke è fondatore e membro del consiglio di amministrazione dell’istituto per l’imprenditorialità e l’innovazione presso l’università commerciale di Vienna.

Il mentore di TOP 100 è il popolare giornalista Ranga Yogeshwar. I partner sono la società Fraunhofer e BVMW (un’associazione nazionale di PMI). Manager Magazin, Impuls e W&V sono media partner del concorso.

Maggiori informazioni su www.top100-germany.com