Oltre 1.300 metri quadrati per chi ama casa e giardino
Il nuovo negozio Brico Plus, affiliato a Brico io, di LUINO è frutto della collaborazione con La Quattro s.r.l., già affiliata a Brico io dal 2022. Luino è il quarto punto vendita. Con questa nuova apertura sale a 40 il numero degli affiliati, per un totale Italia di 119 punti vendita. La nuova apertura ha sede in un parco commerciale dove sono presenti anche un punto vendita Tigros ed Euronics. Dispone di un ampio parcheggio a disposizione della clientela. All’interno degli oltre 1.300 mq. destinati alla vendita troviamo più di 25.000 articoli nei reparti tradizionali e tecnici del “fai da te” affiancati dal corner “Area Kasa” per completare l’offerta dedicata al mondo casa dal tessile al piccolo elettrodomestico.
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Inoltre, il negozio dedica ampi spazi a prodotti promozionali e stagionali, per soddisfare le richieste dei clienti durante tutto l’anno e accompagnarli nei loro progetti di bricolage e cura della casa e del giardino. “Siamo certi che anche con questo nuovo punto vendita, grazie all’esperienza già consolidata nel settore, l’affiliato potrà essere un punto di riferimento sul territorio per le famiglie impegnate ogni giorno nella cura e nella manutenzione della propria casa e del proprio giardino – dichiara Lorenzo Bocchi Responsabile Sviluppo e Franchising di Brico io S.p.A.” I Servizi – Taglio legno su misura. Tintometro. Duplicazione Chiavi e radiocomandi. Lo staff – 7 addetti più il personale di regia Le Offerte – il volantino realizzato per l’apertura propone una serie di articoli a prezzi vantaggiosi selezionati tra i più rappresentativi dei reparti, con un occhio particolare alla stagionalità. Orario di apertura: dal lunedì al sabato dalle 8.00 alle 19.30 – domenica dalle 8.30 alle 19.30
I comuni miscelatori monocomando presenti in bagno (lavabo, bidet, doccia e vasca) funzionano grazie a una cartuccia che hanno all’interno: è lei che si occupa di aprire, chiudere e miscelare l’acqua fredda e calda. A seguito dell’usura e della formazione di calcare, dopo anni di onorato servizio, anche questi componenti possono mostrare malfunzionamenti ed è normale trovarsi in presenza di un rubinetto che gocciola.
Se questo si verifica, è meglio correre subito ai ripari con la sostituzione della cartuccia, che è operazione fai da te semplice, oltre che economica. Le cartucce all’interno del monocomando possono essere di tipo diverso. Se non si è sicuri del modello, è necessario smontarla e recarsi presso un negozio di idraulica con il campione, per poterla avere identica.
L’unica cosa a cui fare molta attenzione è di chiudere il rubinetto generale dell’acqua prima di procedere con lo smontaggio; il rubinetto principale potrà essere riaperto solo quando la cartuccia nuova è in posizione e saldamente tenuta dal suo dado di serraggio.
Guardare all’interno della sede serve anche per notare che uno o entrambi gli o-ring piccoli della cartuccia vecchia sono rimasti incastrati sul fondo; si rileva anche un eccesso di incrostazioni nelle zone in cui devono fare tenuta le giuarnizioni, meglio rimuoverlo con un liquido anticalcare. La cartuccia nuova, vista di fianco a quella vecchia, mostra tutte le guarnizioni, mentre nell’altra ne mancano due.
Come riparare un rubinetto che gocciola
Tempo richiesto: 30 minuti
Rimozione della leva di comando
Mostriamo le fasi dello smontaggio per risolvere il problema del rubinetto che gocciola (quelle del montaggio sono le stesse in senso contrario). Si inizia con la rimozione della leva di comando; il grano che la tiene è nascosto sotto il bottone bicolore che indica la posizione per avere acqua calda e fredda. Lo si rimuove andandoci sotto con delicatezza con il cutter.
Svitare della vite a grano
La vite a grano ha testa con impronta esagonale, per cui la si svita con una chiave a brugola di misura opportuna.
Estrazione leva di comendo
La leva del comando si estrae tirandola verso l’alto, essendo innestata direttamente nel quadrello di teflon che sale dalla cartuccia.
Rimozione del collare
Per arrivare alla grossa ghiera di ottone che blocca la cartuccia si deve ancora rimuovere un elemento con funzione estetica; si tratta di un collare che ha semplicemente il compito di raccordare al meglio la leva di comando con la base del rubinetto che gocciola.
Svitare la ghiera di ottone del rubinetto che gocciola
La ghiera di ottone che tiene la cartuccia va svitata con le pinze a pappagallo; si regolano in apertura per metterle nelle migliori condizioni di presa sulla misura del dado, quindi lo si agguanta saldamente e si tira in senso antiorario. Fare attenzione a come sono orientati i becchi delle pinze: per svitare vanno messi come nella foto, per avvitare nel senso opposto.
Togliere il dado di tenuta
Tolto il dado di tenuta in ottone la cartuccia è libera di uscire. Notare che non ci sono guarnizioni tra il dado e la cartuccia.
Estrazione della cartuccia
La cartuccia va estratta tirando verso l’alto, agguantandola per il quadrello che spunta, l’unico appiglio che si ha. Talvolta offre molta resistenza per le incrostazioni che possono esserci alla base; in tal caso si può provare dando qualche colpetto leggero sulla cartuccia in modo da favorire il distacco.
Inserimento della nuova cartuccia
Dopo aver pulito la sede, rimuovendo gli o-ring della vecchia cartuccia, si inserisce quella nuova, orientandola nel modo corretto. Arrivando in fondo è importante che sia diritta in modo da incastrarsi nelle sedi dove le guarnizioni fanno tenuta.
Testare il funzionamento del rubinetto
Terminato questo semplice intervento fai da te il rubinetto che gocciola è solo un ricordo e ricomincia a funzionare nel modo corretto, senza perdite e gocciolii fastidiosi.
Cartuccia di ricambio per rubinetto miscelatore cucina o bagno a leva singola.
Si prega di verificare il disegno tecnico per le dimensioni.
Se il miscelatore perde o non si chiude perfettamente, potreste aver bisogno di una di queste cartucce di ricambio, evitando così di sostituire tutto il rubinetto.
Adatta per rubinetti con miscelatore monocomando in cui una singola leva controlla la temperatura e il flusso dell'acqua.
【CARTUCCIA DI CERAMICA】 Il cuore di rubinetto. Una cartuccia combina acqua calda e acqua fredda all'interno del rubinetto e regola il flusso. Una cartuccia sembra motore di un'auto, deve funzionare in modo fluido e continuo. Pressione massima accettabile intorno a 3,5 Kpa. La temperatura massima accettabile è di circa 90 ° C.
【COME INSTALLARE】 Innanzitutto, la cartuccia ceramica deve essere compatibile con il rubinetto. In secondo luogo, assicurarsi che il perno di posizionamento in ceramica della cartuccia sia inserito (deve essere installato nel foro) e assicurarsi infine di aver stretto il coperchio di rame della cartuccia ceramica. Se il problema delle perdite d'acqua non è stato risolto, è necessario lucidare i perni di posizionamento dell'elemento ceramico della cartuccia e installarlo.
【RISPARMIA ACQUA】 Se si dispone di rubinetto che perde, questa cartuccia in ceramica sostitutiva potrebbe essere proprio quello che ti serve. Il tipo di cartuccia in ceramica può prevenire perdite d'acqua e risparmiare acqua. Ideale per rubinetti da cucina, rubinetteria da bagno, rubinetti lavabo, rubinetti da bagno e rubinetti monocomando.
【PRATICA E DUREVOLE】 Cartuccia ceramica di ricambio 35/40 mm, realizzata in PP e piastre in ceramica, materiale PP, resistente alle alte temperature, antigelo, sicuro e stabile, piastra in ceramica, elevata resistenza alla trazione, deformazione, resistenza alla corrosione, buona tenuta.
【COME SCEGLIERE UNA CARTUCCIA CERAMICA】 È necessario misurare il diametro del cilindro esterno della cartuccia ceramica della valvola dell'acqua. Il diametro della cartuccia ceramica comunemente usata è generalmente 35 mm e 40 mm. Se avete domande, non esitate a contattarci. Siamo felici di risolvere il problema per te. 3 anni di , rimborso di 90 giorni, supporto via email 24 ore su 24.
Sistema click che permette di parzializzare l'erogazione dell'acqua al 50% della portata
Asta di comando scarico e piletta in plastica da 1-1/4"
Tubi flessibili
Sistema di fissaggio easy fix
Come scegliere una cartuccia compatibile
Per scegliere una cartuccia compatibile, è fondamentale identificare il produttore del miscelatore, spesso indicato con un logo o un marchio visibile sul rubinetto. Se questa informazione non è disponibile, osserva attentamente la forma e le dimensioni della cartuccia esistente.
Le misurazioni chiave includono il diametro e l’altezza della cartuccia, oltre alla posizione e forma dei fori di ingresso dell’acqua. Quando possibile, porta il vecchio componente in negozio per confrontarlo direttamente con i modelli disponibili, garantendo una sostituzione perfetta.
Problemi che causano un rubinetto che gocciola
Un rubinetto che perde non è sempre causato da una cartuccia difettosa; altri componenti possono essere responsabili. Le guarnizioni, come gli O-ring, possono usurarsi o perdere elasticità nel tempo, compromettendo la tenuta.
L’accumulo di calcare, comune in aree con acqua dura, può impedire una corretta chiusura delle parti interne del rubinetto.
Anche un dado di serraggio allentato può provocare perdite, soprattutto se il rubinetto subisce frequenti sollecitazioni. Identificare correttamente il problema è fondamentale per scegliere la soluzione giusta e risparmiare tempo e denaro.
Alternative alla sostituzione della cartuccia
Se la sostituzione della cartuccia non è immediatamente possibile, ci sono alcune soluzioni temporanee. L’applicazione di un lubrificante siliconico sulle guarnizioni può migliorare la tenuta e ridurre il gocciolamento.
Inoltre, è utile rimuovere il calcare accumulato utilizzando un prodotto specifico anticalcare, applicandolo sulle parti interessate e lasciandolo agire per il tempo necessario.
Questi interventi possono fornire un “sollievo” temporaneo, ma è importante ricordare che non sostituiscono una riparazione definitiva.
Perché è importante riparare un rubinetto che gocciola?
Ignorare un rubinetto che gocciola può avere conseguenze significative. Dal punto di vista ambientale, un singolo rubinetto può sprecare migliaia di litri d’acqua ogni anno, contribuendo a un consumo non sostenibile. Inoltre, questo spreco si riflette direttamente sulla bolletta, con un incremento dei costi che potrebbe essere facilmente evitato.
Non meno importanti sono i danni collaterali: il continuo gocciolamento può causare macchie permanenti sul lavabo, portare alla corrosione del rubinetto o delle parti circostanti e aumentare la necessità di interventi più complessi nel tempo.
In un mondo sempre più rumoroso, la necessità di creare un ambiente silenzioso e confortevole è diventata essenziale. Se ti stai chiedendo come insonorizzare le pareti, questa guida ti fornirà tutte le informazioni necessarie per ottenere una parete insonorizzata e migliorare la qualità della vita all’interno della tua casa.
Perché insonorizzare le pareti?
L’insonorizzazione delle pareti è un processo che riduce la trasmissione dei suoni tra ambienti confinanti. Che si tratti di rumori provenienti dai vicini o di quelli generati all’interno della propria abitazione, un’adeguata insonorizzazione pareti è fondamentale per:
Migliorare il comfort acustico.
Garantire la privacy.
Aumentare il valore della proprietà.
Ridurre lo stress causato dall’inquinamento acustico.
Materiali per insonorizzare una parete
Per ottenere un muro insonorizzato, è necessario utilizzare materiali specifici che bloccano o assorbono i suoni. Tra i più efficaci troviamo:
Pannelli fonoassorbenti: Ideali per l’assorbimento dei rumori interni.
Lana di roccia o lana di vetro: Ottimi per l’insonorizzazione di una parete e l’isolamento termico.
Pannelli in cartongesso insonorizzante: Perfetti per realizzare pareti insonorizzate con una finitura professionale.
Membrane acustiche: Sottile ma altamente efficace per bloccare i rumori.
Schiume acustiche: Utili soprattutto per insonorizzare piccoli ambienti.
Tappetini antivibrazione: Essenziali per ridurre le vibrazioni e i rumori strutturali.
Come insonorizzare una parete: tecniche principali
1. Doppia parete
La costruzione di una doppia parete è una delle soluzioni più efficaci per ottenere una insonorizzazione pareti interne. Questa tecnica prevede l’installazione di una struttura separata con materiale fonoassorbente tra le due superfici.
2. Installazione di pannelli fonoassorbenti
I pannelli fonoassorbenti possono essere fissati direttamente alla parete esistente per migliorare l’isolamento acustico. Sono particolarmente indicati per insonorizzare pareti vicini o per ridurre i rumori provenienti da una strada trafficata.
3. Riempimento con materiali isolanti
L’uso di lana di roccia o altri materiali isolanti è ideale per insonorizzare una parete confinante. Questo metodo prevede la rimozione del rivestimento esistente, l’aggiunta del materiale isolante e il ripristino della finitura.
4. Membrane insonorizzanti
Le membrane insonorizzanti sono sottili ma altamente efficaci per ridurre i rumori. Possono essere installate dietro il cartongesso o direttamente sulla parete esistente per creare una parete insonorizzante.
5. Sigillatura delle fessure
Anche le piccole fessure e crepe possono compromettere l’efficacia dell’insonorizzazione. Utilizza sigillanti acustici per chiudere eventuali spazi aperti e migliorare l’efficienza dell’isolamento acustico pareti funziona.
Insonorizzare casa: consigli pratici
Se l’obiettivo è quello di insonorizzare la casa intera, considera le seguenti strategie:
Insonorizzare pareti confinanti: Focalizzati sulle pareti che separano la tua abitazione da altre unità abitative.
Insonorizzare muri interni: Ideale per evitare che il rumore si propaghi tra le stanze.
Porte e finestre insonorizzate: Non trascurare questi elementi, spesso punti deboli nell’isolamento acustico.
Errori da evitare
Quando si affronta l’insonorizzazione di una parete, è importante evitare errori comuni come:
Utilizzare materiali di bassa qualità.
Trascurare le vibrazioni, che possono propagare i rumori attraverso le strutture.
Non sigillare adeguatamente le giunzioni e i punti di contatto.
Tratto da “Far da sé n.540 – Dicembre/Gennaio 2025″
Autore: Nicla de Carolis
Il legno è stato utilizzato già dall’uomo primitivo per scaldarsi, per cacciare, per erigere palafitte, per creare imbarcazioni e in seguito per creare mobili, suppellettili, decori e in edilizia. Con la rivoluzione industriale, il legno ha perso parte della sua predominanza a favore dei metalli e delle nuove materie plastiche ma ha continuato a essere usato in edilizia, nell’arredamento e in molti altri settori. Oggi, in particolare, vista la maggiore attenzione alla sostenibilità, il legno è tornato in auge come materiale eco-compatibile e rinnovabile. Recentemente sono andata da www.ronchettilegnami.com, una rivendita storica di legnami a Cantù, in Brianza, primo distretto italiano in fatto di produzione di mobili, che fornisce artigiani, industrie ma anche “privati non professionisti”, un vero paradiso per chi ama lavorare questo materiale. Si può comprare la tavola della misura necessaria per ogni piccolo o grande progetto scegliendo tra oltre 60 specie presenti – provenienti da 4 continenti – che vanno dal rovere, al wengé, al ciliegio, al castagno, al palissandro. Una scelta in cui perdersi per chi è in grado di apprezzare e lavorare con passione questo materiale, il più utilizzato e amato dai fardasé: basta dare una rapida scorsa ai vostri progetti di questo numero (e di sempre) per avere questa certezza. A farlo preferire rispetto ad altri materiali sono le sue caratteristiche di lavorabilità, flessibilità, resistenza, isolamento termico, facile reperibilità, durata nel tempo, bellezza e profumo… ma di sicuro mi dimentico qualcuna delle sue peculiarità che rendono il legno e tutti i suoi derivati il re dei materiali da trasformare in qualcosa di bello, unico, eterno.
Tagliare, fresare, fare incastri, piallare, solo per citare le sue principali lavorazioni sono tutte funzioni realizzabili con una sola macchina, la combinata, uno strumento che prevede un investimento economico di una certa importanza che è sconsigliabile a chi è alle prime armi e deve ancora “scaldare i muscoli“, ma può essere molto utile a chi passa molto tempo in laboratorio a costruire cose grandi o anche piccole. Il dossier di questo numero è dedicato proprio alla combinata per legno, sogno di molti di voi; l’articolo, corredato di foto e spiegazioni, potrà essere di aiuto per affrontare l’impegnativo passo di un acquisto del genere. Del resto, con o senza combinata, “avanti a tutto legno” per divertirsi e trarre soddisfazioni dagli oggetti progettati e costruiti con tutti i tipi di attrezzature
Con una cornice portafoto di elevato spessore realizziamo una scatola luminosa fai da te su cui comporre testi a piacere applicando lettere su pellicola trasparente
Una scatola luminosa fai da te, magari animata da accensioni a intermittenza che cambiano a rotazione, è un’ottima idea per le serate speciali, soprattutto se dà modo di inserire in sovrimpressione una dedica composta con lettere amovibili. Va bene per le festività che si stanno avvicinando, ma anche per qualsiasi altra occasione come un compleanno o un’altra ricorrenza da festeggiare con amici e parenti.
Per realizzarla bastano poche cose e pochissimo tempo. Ci si deve procurare una cornice con una caratteristica importante: deve essere profonda. Nel suo spessore, infatti, oltre al vetro e a un foglio di carta, deve trovare spazio anche una striscia di led fissata su tutto il contorno.
Normalmente, nelle cornici fatte in questo modo, il sistema di bloccaggio di vetro, foto, cartoncino posteriore e passe- par-tout (se presente) è rappresentato da lamelle metalliche che si piegano per smontare il tutto e mettere dentro la foto; poi si rimettono dritte dopo il rimontaggio.
Le lamelle sono posizionate ad hoc per fare contenimento allo spessore previsto, per cui, nelle cornici profonde, sono messe molto internamente. Questa è la caratteristica che si va cercando nella cornice, perché la striscia led deve trovare spazio verso il retro, dietro al vetro e al foglio di carta bianca.
Il cartoncino rigido non si mette dietro al foglio bianco perché impedirebbe alla luce dei led di illuminare da dietro il quadro, ma il “lasco” che rimane per il mancato spessore serve per mettere anteriormente le stecche di alluminio.
Realizzazione passo passo
Per costruire questa scatola luminosa fai da te abbiamo utilizzato: metro a stecche, matita, penna per colla a caldo GluePen, minisega a catena EasyCut, guanti, occhiali e tappi antirumore. Fra i materiali: striscia led, cornice per foto, lettere su cartoncino, profilati di alluminio 1×20 mm, foglio A3.Smontiamo completamente la cornice e usiamo il vetro come dima per marcare il foglio bianco e ritagliarlo della stessa misura.Rimesso al suo posto il vetro e subito a contatto con questo il foglio bianco, incolliamo all’interno della cornice la striscia led partendo quasi dal centro di un lato lungo.La striscia led percorre tutto il perimetro della cornice e si interrompe quasi al centro del lato dov’è iniziata. Nell’esiguo spazio che separa i due estremi si pratica lo scarico per il passaggio del cavo di alimentazione della striscia.Dopo aver saldato i due conduttori del cavo di alimentazione ai terminali del led, concludiamo il lavoro nel retro incollando sul bordo un cartoncino che ha la funzione di impedire la proiezione della luce dei led sul muro dietro la scatola luminosa.Usiamo ancora la minisega EasyCut per tagliare tre spezzoni di profilato di alluminio della stessa larghezza del vetro.Procedendo una stecca per volta, distribuiamo adesivo lungo la mezzeria della stecca di alluminio. Mentre si procede, per evitare che la colla a caldo si raffreddi, teniamo puntato un phon per capelli sulla zona da cui si è partiti.Inarchiamo le stecche e mettiamo le estremità fra cornice e vetro prima su un lato e poi sull’altro, poi premiamo delicatamente per lasciare fra stecca e vetro lo spazio utile per inserire le lettere. La distanza fra le stecche deve essere valutata sull’altezza delle stesse. La scatola luminosa fai da te è completata.
Un approfondito articolo per imparare a costruire una sabbiatrice fai da te
In questa sabbiatrice fai da te l’aria a 8 atmosfere proveniente da un compressore prende due vie: da un lato viene mandata nella bombola contenente sabbia; spinta nel tubo di uscita, la sabbia viene investita dal secondo flusso d’aria con cui si mescola con forza dirigendosi all’erogatore.
Sabbiatrice fai da te – Il principio di funzionamento
Usando comune materiale idraulico per la sabbiatrice artigianale si realizza il punto focale della costruzione che fa capo a un raccordo a 4 vie: da un lato arriva l’aria regolata alla pressione max di 8 atm, un’uscita la dirige verso il serbatorio della sabbia, una verso il gruppo d’erogazione, l’ultima verso il rubinetto di scarico pressione. Tutte le condotte in questa sezione sono rigide, realizzate con tubo di rame giuntato con riduzioni, raccordi nipplo e nastro teflon.
Il compressore non fa parte del sistema: la sabbiatrice ha alla sua base un attacco di entrata aria che si collega mediante tubo di gomma a un qualsiasi compressore da garage. Dall’attacco dell’aria compressa, l’impianto della sabbiatrice prosegue immediatamnente verso la valvola di regolazione della pressione, che viene tenuta su un valore di 8 atmosfere.
La coppa posta sopra il serbatoio fa da contenitore per la sabbia, ma soprattutto da imbuto per agevolarne l’ingresso nel tubo che porta in basso. Una valvola impedisce all’aria compressa di uscire verso la coppa; appena sotto c’è ingresso dell’aria compressa tramite raccordo a T.
Quando l’aria in pressione entra dall’alto nella bombola spinge la sabbia a fuoriuscire in basso dove, investita da un flusso di sola aria compressa proveniente dal raccordo a 4 vie, forma la corretta miscela aria-sabbia entrando nel tubo d’erogazione della pistola sabbiatrice
Una sabbiatrice fai da te può essere realizzata al fine di fare decorazioni su superfici di granito e di pietra oppure, ad esempio, per sverniciare superfici come carrozzeria di auto e moto. Esiste anche la sabbiatrice per legno, per lavorazioni più delicate su questo materiale. Infine, esiste anche la sabbiatrice ad acqua..ma ne parleremo in un’altra guida.
La pressione d’esercizio nelle sabbiatrici fai da te
Il principio di funzionamento della sabbiatrice fatta in casa si basa su due flussi d’aria che un compressore spinge a 8 atmosfere: uno va nella bombola con la sabbia spingendola verso l’uscita dove viene investita dal secondo flusso. L’impatto genera una corretta miscela aria-sabbia che prosegue la sua corsa nel tubo di erogazione che porta alla pistola. In questo modo la sabbia riceve una notevole spinta, venendo proiettata a una pressione superiore rispetto a quella di una comune sabbiatrice che invece utilizza il principio della depressione.
Dopo essersi assicurati che l’estintore sia completamente scarico, lo si smonta: quello che serve è la sola bombola.
Sul fondo si pratica un foro di diametro 23 mm usando una fresa per acciaio montata sul mandrino del trapano. Il foro serve per poter saldare un raccordo filettato da 1” e 3/4 per collegare il T superiore, quello di adduzione sabbia e aria compressa.
All’estremità opposta della bombola, bisogna tagliare via una parte del raccordo esistente perché il filetto non è compatibile con gli attacchi idraulici da collegarvi; al moncone che resta si salda un tubo con filetto corretto (una saldatura a filo continuo va bene, anche se l’ideale sarebbe una saldatura a gas)
Per realizzare la base d’appoggio della sabbiatrice si sfrutta un pezzo di convogliatore recuperato da una vecchia caldaia. Si salda sulla parte superiore un segmento di scatolato a cui va poi fissata la valvola di regolazione della pressione, mentre il tubo rotondo, da fissare in altro punto, fa da colonna portante per la bombola e il contenitore della sabbia.
La bombola è sostenuta da due anelli di ferro a cui si saldano pezzi di barra filettata. Ogni barra va poi fatta passare in fori eseguiti all’altezza giusta sul tubo di sostegno e bloccata con dado e controdado.
La scodella semisferica in cui si versa la sabbia va forata sul fondo con la sega a tazza. Un leggero aumento del diametro del foro viene attuato a mano con una lima.
Lo scopo del foro è l’inserimento di un raccordo di giunzione maschio-maschio: sopra si blocca alla scodella con un dado a ghiera, mentre sotto il filetto si offre all’avvitatura della valvola di chiusura.
La bombola e le altre parti di metallo, tranne la scodella, i tubi e i raccordi si smaltano usando un prodotto in bomboletta spray.
La base aggiunta alla sabbiatrice è il recupero di una macchina medicale in disuso, interamente fatta di acciaio inox e proprio adattata allo scopo.
La sicurezza prima di tutto nella sabbiatura fai da te Benché sia concepita per lavorare a una pressione che non supera le 8 atm, per questioni di sicurezza, il serbatoio utilizzato è quello di un estintore della capacità di 2 kg, collaudato per resistere a pressioni che si aggirano sulle 20/25 atm. Per la costruzione, quindi, si usa una valvola di sicurezza tarata su 8 atm; servono poi un regolatore di pressione completo di manometro e di filtro anticondensa, una pistola per sabbiare, completa di ugelli di ceramica, e una serie di raccordi idraulici di varia forma e dimensione per i collegamenti necessari.
Sabbia per sabbiatrice, quale scegliere?
Durante il funzionamento della sabbiatrice fai da te, il rubinetto di scarico dell’aria del circuito deve rimanere chiuso; così pure la valvola di adduzione della sabbia al serbatoio per permettere al sistema di entrare in pressione. Quando è necessario ricaricare la sabbia essiccata silicea (ideale per sabbiare), bisogna scaricare l’aria dal circuito utilizzando il rubinetto apposito installato sulla sabbiatrice fai da te.
Sabbiatrice prezzo
I prezzi delle sabbiatrici possono variare da poche centinaia di euro a diverse migliaia, in funzione della pressione d’esercizio, della capienza e della precisione nella lavorazione. Generalmente una buona sabbiatrice per uso hobbistico costa circa 600 euro.
CB Sabbiatrici è sicuramente un punto di riferimento per chi è interessato all’acquisto
Sabbiatrice usata
In commercio si trovano molte sabbiatrici usate, è sicuramente utile effettuare una ricerca in tal senso prima di acquistarne una nuova!
FERVI presenta 10 nuove soluzioni per la Linea Hard Storage e 3 nuove soluzioni per la Linea Waterproof Storage, tutte dedicate ad artigiani e professionisti, per assicurare un trasporto degli attrezzi pratico e sicuro in qualsiasi situazione
FERVI, azienda emiliana di macchine, utensili e attrezzature per il settore MRO e fai-da-te, amplia la propria gamma di storage professionale con nuovi modelli di borse, cassette, vasche e valigie portautensili. Alla Linea Soft Storage lanciata qualche mese fa, si aggiungono quindi le linee Hard Storage e Waterproof Storage.
La Linea Hard Storage comprende cassette portautensili (anche con manico in alluminio), vasche con ruote, e un carrello mobile. Le cassette portautensili sono compatte e resistenti, e consentono di organizzare al meglio la disposizione degli attrezzi grazie a 2 organizer e alla vaschetta interna. I modelli disponibili sono 4: TB01, TB02, TB03 e TB04, ognuno caratterizzato da dimensioni e capacità diverse. Pensate per durare a lungo nel tempo, queste cassette montano robuste cerniere in metallo. Le cassette portautensili con manico in alluminio sono dotate di 3 organizer, di vaschetta interna, di cerniere in metallo, di un design rinforzato e di manico in alluminio per una presa comoda e sicura. I tre modelli disponibili sono TB11, TB12 e TB13.
FERVI_Linea Hard Storage_TB21
Le vasche con ruote prevedono due modelli: uno con capacità da 54 lt (TB21) e uno da 92 lt (TB22). Grazie alle ruote rivestite di cingoli in gomma, queste vasche sono pratiche da spostare, mentre le cerniere in metallo e il foro per il lucchetto consentono una chiusura sicura. Inoltre, il coperchio è dotato di organizer integrato per piccoli accessori e presenta una serie di scanalature a V, ideali come supporto per tagliare tubi e assi. Il carrello mobile 2 in 1 (TB31) è dotato di vaschetta interna, 2 organizer estraibili, maniglia richiudibile a scomparsa e ruote con cingoli in gomma. Progettato per offrire la massima praticità di trasporto, organizzazione degli utensili e protezione del contenuto grazie a cerniere in metallo e asole per lucchetto.
La Linea Waterproof Storage comprende invece tre valigie resistenti all’acqua ed ecologiche, realizzate con plastica 100% riciclata. I modelli (M290EKO, M415EKO e M520EKO) sono dotati di valvola di depressurizzazione, interno personalizzabile a seconda del tipo di attrezzatura da trasportare grazie al sistema a spugna pretagliata a cubetti, in grado di accogliere e proteggere qualsiasi tipo di utensile e oggetto. Per la loro resistenza agli urti, alla polvere, all’acqua e ai fattori atmosferici, queste valigie sono ideali per l’utilizzo in diversi settori e applicazioni.Per maggiori informazioni sulla gamma storage visitare il sito www.fervi.com oppure rivolgersi al rivenditore FERVI più vicino.
l recupero di diversi pali e tavole provenienti da imballaggi industriali ha consentito di costruire un carrello portatutto in legno per un pesante fornetto
Potendo disporre di casse per imballaggi industriali, che dopo il trasporto di grossi macchinari vengono smaltite, si ottiene una ricca riserva di legname di formati e dimensioni validi per le costruzioni fai da te. Per costruire il carrello portatutto, abbiamo recuperato diversi pali con sezione 80×80 mm circa e tavole di spessore 30 mm con cui abbiamo deciso di costruire un carrello portatutto in legno, specifico per le dimensioni e il peso di un forno per pizza EffeUno (profondo 650 mm, largo 550 mm e pesante 25 kg).
Unico inconveniente, trattandosi di materiale da imballaggio, tutto quanto è legno grezzo, quindi richiede come minimo la piallatura e la levigatura per poter essere utilizzato, oltre alla necessità, quasi sempre presente, di uniformarlo a misure prestabilite. In questo caso le gambe del carrello portatutto devono avere sezione quadrata e, ovviamente, devono risultare identiche.
Non disponendo di una pialla a spessore, l’operazione di piallatura risulta impegnativa, perché si deve procedere gradualmente ed effettuare misurazioni a ogni passaggio. Nel caso delle tavole si presenta lo stesso discorso, soprattutto quando devono essere affiancate per formare un unico piano.
Per il resto, questo progetto, che ha un design rustico ma moderno, non presenta grosse difficoltà e richiede soltanto la “solita” precisione nei tagli e nelle giunzioni, nonché attenzione nel rispettare allineamenti e squadrature.
Le soluzioni per il montaggio sono efficaci e semplici. Felice la scelta di mettere un ripiano estraibile sotto il top, utilissimo come piano d’appoggio operativo; il piano si muove su binari a scorrimento per cassetti e ha le massime dimensioni ottenibili, considerando lo spazio fra le gambe e la lunghezza dei binari stessi.
Completano il carrello l’impugnatura fatta con un tondino di legno a sezione 25 mm, alcuni pannelli portautensili da cucina, fatti forando tavole di legno, e altri applicati a scopo puramente estetico.
Vediamo ora nel dettaglio come costruire un carrello portatutto in legno.
Costruzione passo passo
Per ripulire e uniformare alla medesima sezione i pali di legno grezzi, si deve procedere con molta cautela, facendo passate leggere e regolari, verificando con frequenza le misure.Considerando l’altezza delle rotelle da mettere sotto e lo spessore del top, le gambe vengono tutte troncate a una lunghezza di 750 mm.Per fare i listelli di sezione inferiore (45×45 mm) si tagliano longitudinalmente i pali grezzi con la sega circolare da banco.I listelli trasversali, che uniscono le gambe formando la struttura di sostegno, sono uguali a coppie (frontali e laterali), nella fascia superiore e inferiore.Per costruire il carrello portatutto si realizza il piano inferiore fissando 4 tavole usando soltanto adesivo di montaggio. Le due tavole esterne sono tagliate per abbracciare i montanti.Il ripiano intermedio è fatto con 6 tavole più strette, mentre il ripiano estraibile sotto il top è un unico pannello di lamellare che scorre mediante guide per cassetto.Il top è fatto giuntando in costa diverse tavole di abete di uguale spessore ma larghezza diversa. Si fissa con 4 viti applicate agli angoli, direttamente sulle gambe.Si sagomano due tavole, si forano nello stesso punto (Ø 25 mm) e si fissano internamente ai montanti con due viti per parte; questo per realizzare l’impugnatura del carrello, inserendo nei fori un tondo di legno di pari sezione.
Il legno è vita, è storia, un materiale nobile che da sempre coniuga bellezza e funzionalità. Da sempre affascina con la sua bellezza autentica e la sua calda accoglienza e merita di essere preservato come si deve. Materiale antico e contemporaneamente innovativo, il legno sta vivendo una rinascita nelle costruzioni moderne; la sua duttilità, estetica e sostenibilità lo rendono una scelta sempre più popolare per chi desidera un’abitazione che coniughi comfort e rispetto per l’ambiente. Si adatta a qualsiasi stile architettonico, dal rustico al contemporaneo e può essere utilizzato sia per la struttura portante che per finiture interne ed esterne. Ottimo isolante naturale, rende l’ambiente interno confortevole in ogni stagione, riducendo anche i consumi energetici e al tempo stesso regola l’umidità e rilascia sostanze benefiche, contribuendo a creare ambienti sani e vivibili.
Per preservarlo e proteggerlo dall’usura del calpestio, dallo sporco e dalle macchie, FILA Solutions ha realizzato una linea di prodotti specifici ed ecosostenibili, adatti a qualsiasi ambiente interno ed esterno.
Per pulire a fondo i pavimenti in parquet verniciato, laminato e trattati ad olio o a cera, SPLENDIDWOOD è la risposta! Pulisce il legno su tutte le superfici della casa, dai pavimenti alle tavole, le porte e i mobili; pronto all’uso si asciuga in fretta senza lasciare aloni e si presenta in una praticissima confezione con impugnatura ergonomica e dosatore a spruzzo.
PARQUETWAX, invece, è un trattamento di finitura per legno effetto lucido, che protegge e allunga la vita ai pavimenti, ripristinando la protezione originaria quando comincia a dare segni di usura. Facile da applicare, ha un buon grado di autolucido ed è repellente a sporco e polvere.
Per la finitura a cera e a olio dei pavimenti in legno FILA consiglia NATUREWOOD, eco cera rigenerante a base acqua che nutre in profondità il legno e rinnova la protezione dalle macchie e dallo sporco, uniformando la colorazione della superficie.
FILA garantisce una protezione ai massimi livelli anche per mobili, porte, ripiani e oggetti d’arredo, grazie all’azione di FORMULALEGNO, il trattamento polish per la manutenzione quotidiana, che pulisce e dona splendore alle superfici in legno verniciato e naturale.
Tratto da “Rifare Casa n.96 – Novembre/Dicembre 2024″
Autore: Nicla de Carolis
L’acronimo SPA, salus per aquam, salute attraverso l’acqua, come dicevano i nostri antenati latini, sta a indicare uno spazio dove si gode del benessere che l’acqua, in tutte le sue declinazioni, ci può offrire. Poi c’è anche chi vuol far risalire il termine a Spa, la cittadina belga nota a partire dal sedicesimo secolo per le proprietà minerali delle sue acque. Ma noi continuiamo parlando degli usi dei nostri avi che credevano fermamente in questa regola praticando l’idroterapia e costruendo lussuosi edifici termali in ogni angolo dei loro domini, con funzioni igieniche e sociali, con annessi gli spazi dedicati all’otium, il tempo libero. La cosa fantastica era che tutti potevano godere di questi piaceri e pare proprio che le ore trascorse alle terme nella giornata fossero almeno due, beati loro… Bagno caldo, bagno tiepido, bagno freddo e poi la sala riscaldata con aria calda o vapore. Parlando di impianti un particolare accenno merita l’ipocausto, un efficiente sistema di riscaldamento che permetteva di far circolare aria calda sotto i pavimenti e nelle cavità delle pareti di un ambiente. L’aria proveniva da un grande forno, alimentato dagli schiavi, di solito posizionato in uno spazio sotterraneo e risaliva tramite alcuni condotti in laterizio.
Quanto alla SPA di casa, sicuramente aspirazione di molti, gli obiettivi sono sempre gli stessi, farsi coccolare dall’acqua con un idromassaggio, in una sauna secca o in un bagno turco, viziati da cromoterapia e profumazioni sensoriali. Senza bisogno degli schiavi, in maniera molto più semplice rispetto ai nostri antenati, oggi possiamo dedicare spazi anche piccoli della casa all’installazione di sistemi in grado di far concludere la nostra giornata rilassandoci; per sapere come progettare la zona benessere troverete tutte le informazioni, dagli impianti necessari, ai consumi, alle migliori proposte sul mercato nell’articolo da pagina 92.