La colla cianoacrilica è nota come “istantanea” in quanto realizza la tenuta nel giro di pochi secondi
La colla cianoacrilica (o più comunemente la cianoacrilica) è disponibile in confezioni da pochi grammi (da 3 a 20) e a fronte del costo elevato ha il vantaggio che si utilizza a gocce, una quantità eccessiva di prodotto non farebbe altro che rendere difficoltoso l’incollaggio, l’adesivo indurirebbe solo in superficie e non in profondità.
La confezione più comune è provvista di un lungo beccuccio preinciso all’estremità per rivelare un foro di uscita piccolissimo, nel quale è preferibile inserire uno spillo dopo l’uso per evitare che si occluda.
Il cianoacrilato è completamente trasparente, reagisce con l’umidità dell’aria e, se utilizzato con attenzione, realizza incollaggi invisibili e impermeabili su svariati materiali, per alcuni dei quali (come il vetro) esistono formulazioni specifiche.
Le riparazioni resistono anche ai detersivi e al lavaggio in lavastoviglie. Una volta aperta, la confezione di adesivo cianoacrilato va collocata ben dritta in un luogo fresco e asciutto, dove si può conservare fino a 6 mesi; un trucco per prolungarne la durata fino a 4 volte è quello di riporla in frigorifero, avendo l’accortezza di sigillarla contro l’umidità e di riportarla a temperatura ambiente per utilizzarla.
Si tratta di un’eccellente colla per modellismo. Tra le più famose ricordiamo la colla attack (la famosa superattack), la colla neck e la colla Bostik istantanea
Se i pezzi sono coincidenti si può usare la cianoacrilica normale, se ci sono piccoli vuoti meglio quella in gel.Il minuscolo foro all’estremità del beccuccio permette di erogare una minima quantità di colla e distribuirla anche su spessori ridotti. Nel caso delle plastiche bisogna accertarsi che siano compatibili con la colla ed evitare colature che “brucerebbero” il materiale formando aloni opachi sulla superficie.Se possibile, è bene che uno dei pezzi da unire venga stabilizzato già prima di procedere all’incollaggio, per non sollecitare la giunzione finché risulta precaria.
Ottimo design – La colla per scarpe e altri materiali è dotata di un beccuccio extra-lungo creato appositamente per garantire applicazioni precise, anche per superfici difficili da raggiungere
Incollatutto – La colla attaccatutto forte è adatta a incollare diversi materiali: gomma, metallo, ceramica, legno, cuoio, pelle e vari tipi di plastica (tranne PE, PP, PTFE)
Durevole – La colla forte per tutto Super Attak combina la tecnologia del cianoacrilato per offrire una tripla resistenza: resiste ad acqua, shock e temperature estreme
Per ogni riparazione – Questa super colla incollatutto è ideale per riparare smartphone, tablet, pc, apparecchiature elettroniche, telecomandi e joystick
Contenuto – Loctite Super Attak Precision, colla cianoacrilica per applicazioni precise, colla per gomma con beccuccio lungo e tappo anti-otturazione, colla scarpe trasparente, 1x5g flacone
Set rapido: elimina il serraggio o riduce il tempo di serraggio
Eccellente resistenza al calore e ai solventi
Versatili: per incollare legno, MDF, granito acrilico, gomma naturale, PVC e molto altro ancora
Tripla distillazione per purezza e consistenza
Applicatore anti-intasamento per un facile utilizzo e riduzione degli sprechi
Piccole dosi per una presa immediata
Per rendere più facile e senza sprechi l’uso della colla cianoacrilica Bostik propone una confezione con tre tubetti da 1 grammo, praticamente una confezione monouso.Le colle cianoacriliche polimerizzano (cioè passano dallo stato liquido a quello solido) attraverso quattro fasi: la colla contenuta nel flacone rimane liquida perché lo stabilizzatore acido (rosso), impedisce alle molecole (gialle) di reagire. Quando viene utilizzata, l’umidità superficiale (blu) neutralizza lo stabilizzatore e inizia la polimerizzazione.Progressivamente, si formano numerose catene che sviluppano l’incollaggio.Se le superfici non sono ben pulite, l’adesivo polimerizza, ma non si lega al supporto e l’incollaggio risulta poco tenace o inesistente.Su plastiche difficili la molecola di colla “galleggia” e aderisce in minima parte: con la stesura di un primer adeguato si distende e la situazione cambia radicalmente.L’adesivo va applicato su una sola delle parti, nella quantità appena sufficiente.Dopo aver portato a contatto i pezzi bisogna tenerli premuti per circa 30 secondi per far diventare solida la giunzione.
Ci sono in commercio molte pitture per interni decorative che, vista la particolare suggestione estetica degli effetti visivi che propongono, sembrerebbero anche molto complesse da applicare; si avvalgono invece di tecniche applicative relativamente semplici che possono essere eseguite senza essere professionisti, con attrezzi comuni
Uscire dal mondo delle tinte uniche e uniformi per trasferire sulle pareti effetti a rilievo, riflessi luminescenti, sensazioni tattili simili alla pelle o al tessuto è una possibilità da sperimentare anche in proprio. Sono sempre più diffuse le pitture per interni decorative semiprofessionali pronte all’uso, grazie alle quali si possono realizzare superfici di aspetto differente semplicemente variando lo spessore della mano di fondo e l’attrezzo che ne caratterizza la struttura: pennello, rullo sagomato, tampone, spazzola, spugna ecc.
Le foto che mostrano i vari risultati finali ottenibili con le pitture per interni possono affascinare e nel contempo far pensare a una notevole difficoltà applicativa, ma oltre alle istruzioni e agli attrezzi spesso forniti insieme ai prodotti ci sono supporti video che illustrano chiaramente le fasi di posa, anche questi a corredo o facilmente reperibili sui siti delle aziende produttrici. Riportiamo alcuni esempi di queste originali tecniche di finitura delle pareti (si va dal graffiato al ferro arrugginito, dallo spatolato ai quadroni, ma molti altri ce ne sarebbero, basta sfogliare i catologhi delle principali ditte) con diversi gradi di difficoltà e qualche ulteriore personalizzazione che integra il ciclo applicativo con un pizzico di creatività, ingrediente indispensabile.
Importante è scegliere con attenzione pitture per interni con un effetto non troppo eccentrico (rischierebbe di stancarci presto), immaginare il risultato finale nei nostri spazi e con i nostri arredi, curare che il supporto sia asciutto e sano prima di applicarlo, seguire scrupolosamente tutte le indicazioni per una corretta stesura.
Esistono diverse tipologie di pitture per interni, in generale possiamo raggrupparle in:
pitture per interni a fondo materico
pitture per interni a effetto ferromicaceo
pitture per interni pronte all’uso
pitture per interni a rivestimento plastico
Pitture per interni a effetto graffiato (fondo materico)
Si stende il prodotto di fondo materico con il rullo; si possono ottenere vari effetti utilizzando rulli sagomati.
Se, come in questo caso, si utilizzano spazzole a setole rigide, si ottengono effetti con andamento verticale, orizzontale o addirittura a quadroni.
Rivestimenti che imitano il cuoio, la corteccia, la pietra, il tessuto e altri materiali prendono vita in una serie di combinazioni condizionate solo dalla fantasia dell’applicatore.
Si termina con un rullo e ulteriormente lavorando con la spazzola a setole rigide.
Questa finitura è una delle tante ottenibili con il fondo materico Impronte Top e la finitura Rivela.
Tattoo (www.tattoovernici.it)
Pitture per interni a effetto ferromicaceo (effetto corten)
Per ricreare l’effetto acciaio corten servono: pannelli di MDF, tappini coprivite, pittura di fondo, spatola dentata.
I pannelli di MDF devono essere carteggiati lungo i bordi con un tampone di legno avvolto con la carta vetrata, in modo da smussare i profili e accentuare le la percezione delle fughe.
Ai tappini di plastica, solitamente utilizzati per ricoprire le teste delle viti, si tagliano via i gambi: devono solo fingere la loro funzione.
Si incollano con adesivo strutturale lungo i bordi in posizione regolare (costante distanza dal bordo, eguale distanza tra di loro).
Su pannelli di MDF o masonite da 60×60 cm, spessi 5 mm, si applicano lungo i bordi i tappini di plastica per simulare le borchie. Si stende una o due mani di fondo in quanto il legno grezzo assorbe molto.
A pannelli asciutti, si stende sul retro dei pannelli un adesivo strutturale (tipo Millechiodi) con l’aiuto di una spatola larga.
Dopo aver tracciato sul muro due linee perpendicolari, con l’aiuto di una livella a bolla (o laser) per avere un sicuro riferimento, si posizionano i pannelli distanziandoli di circa 3 mm con alcuni spessori per avere fughe regolari.
Si inizia ad applicare il colore scuro lungo i bordi, sui tappini e poi su una porzione di parete non molto estesa, in modo non troppo uniforme.
Si ripassa il colore con una seconda tonalità rossastra, con pennellate irregolari per ottenere le sfumature cangianti del ferro ossidato. Si procede a zone alternando e sovrapponendo i colori fino a completamento della parete.
Oxid è un prodotto a effetto ferromicaceo che permette di realizzare una moltitudine di effetti materici metallescenti e superfici a rilievo, utilizzando vari attrezzi. L’effetto corten prevede l’applicazione di un fondo (Impronte Under) e di due colori in successione. Tattoo (www.tattoovernici.it)
Pitture per interni pronte all’uso
Easy Putz è un prodotto pronto all’uso con un elevato potere riempitivo, ideale per compensare e ricoprire piccole fessure e irregolarità superficiali. Realizzato con minerali puri, è disponibile in due granulometrie (0,5 e 1 mm), si stende facilmente e ha una consistenza cremosa. Si può applicare a pennello o a rullo su cartongesso, intonaci a cemento, calce e intonaci a base di gesso; assicura una perfetta traspirabilità alle pareti ed ha un tempo di lavorabilità di circa 20 minuti, fattore che aiuta nella realizzazione di effetti a rilievo o materici. Prima dell’applicazione è preferibile applicare una mano di fondo. I colori della gamma Easy Putz si mescolano facilmente con la base per ottenere le tonalità desiderate, più chiare o più scure. Knauf (www.knauf.it)
Con l’aiuto di una lunga riga, posizionata esattamente in verticale e in orizzontale appoggiandola a una livella, si tracciano linee parallele in modo da ottenere bande spesse alcuni centimetri che alternano riquadri. Conviene segnare, all’interno di ogni settore, il colore da applicare per ottenere un accostamento di tonalità soddisfacente.
Si delimitano i settori ricoprendo le bande con larghe strisce di nastro per mascheratura, quindi si applicano i diversi colori in tutte le finestrature. Il nastro permette di realizzare bordi netti e precisi, senza sbavature.
Si lascia asciugare la pittura, poi si ricoprono con il nastro i riquadri per colorare le bande. La consistenza cremosa di Easy Putz permette di ottenere superfici ruvide picchettando il colore con un plafoncino.
Prima che il colore asciughi completamente si rimuovono con attenzione le strisce di nastro dai riquadri, se lo si fa ad asciugatura avvenuta qualche “crosta” potrebbe essere asportata dai bordi e il risultato non sarebbe regolare, costringendo a non facili ritocchi.
Pitture per interni a rivestimento plastico (effetto spatolato)
Rustico ad alto spessore è un rivestimento plastico a forte rilievo per finiture su muri esterni e muri interni; presenta un altissimo potere mascherante e, data la grande duttilità, consente diverse soluzioni estetiche. Può essere lavorato facilmente per lungo tempo dopo l’applicazione. Max Meyer (www.maxmeyer.it)
Con il nastro maschera di carta si delimita la zona che si intende trattare con l’effetto speciale.
Con i prodotti in pasta a base di quarzo e sabbie selezionate si possono realizzare supporti di vario tipo per le finiture. Si utilizza una manara liscia, sulla quale viene caricata una modesta quantità di prodotto.
Effettuando movimenti a ventaglio dal basso verso l’alto si stende uno strato spesso un paio di millimetri sulla parete, incrociando le passate. A questo punto si decide che aspetto avrà la parete, se completamente coperta, con evidenti le classiche “creste”, o con uno strato che manifesti zone più o meno cariche: l’importante è che la copertura non sia uniforme e che alterni superfici lisce ad altre rustiche.
Conviene rimuovere il nastro maschera nell’attesa che la copertura asciughi. Prima di pitturare nel colore desiderato, se non si è certi di avere la mano ferma, converrà rimetterlo lungo la linea di demarcazione tra una finitura e l’altra.
A fondo asciutto si passa direttamente all’applicazione della pittura nel colore desiderato con il rullo;
Le zone sottomesse di difficile copertura si possono picchettare con un pennello per arrivare nei punti più difficili.
Un Tocco di Stile: Glittertix è un additivo glitterato universale per idropitture e smalti all'acqua, che dona un effetto brillante e luminoso a pareti, mobili e oggetti in legno o metallo. Facile da usare, si mescola con vernici per ottenere un effetto glitterato uniforme senza bisogno di panni per ravvivare i glitter.
Versatilità Senza Limiti: Additivo glitter per pittura.
Prestazioni al Top: Emulsione neutra, atossico e sicuro per bambini, compatibile con prodotti a base d'acqua, disponibile in vari colori (Oro, Argento, Cangiante, Sabbia, Lilla, Bronzo, Rame, Madreperla, Glitter 3D).
Finitura Professionale: Crea un effetto decorativo brillante con punti di luce riflessa visibili subito dopo l'applicazione. Facile da usare e versatile, per pareti, mobili e oggetti. Sicuro per ambienti domestici e adatto per qualsiasi tipo di superficie trattata.
Un Marchio di Fiducia dal 1939: Dal 1939, TIXE è sinonimo di qualità e innovazione nelle vernici, offrendo prodotti specifici per interni, esterni e superfici difficili. Progetta vernici sostenibili per ogni esigenza.
Un escavatore giocattolo cavalcabile con tanto di benna e leve di manovra che azionano i bracci, realizzato interamente in acciaio e a misura di bambino
Quando si decide di fare un regalo ai figli o ai nipoti può capitare, attingendo a ciò che offre il mercato, di regalare qualcosa scontato o banale. Per non correre questo rischio si può optare per la realizzazione di un escavatore giocattolo su misura per loro.
Disponendo di vari spezzoni di tubolare da 40 mm avanzati da lavori precedenti, ispirandosi agli escavatori veri, si costruisce una base rettangolare sulle cui estremità si incassano le ruote per movimentare il gioco.
Al centro del telaio si salda il perno di rotazione sul quale si inserisce un tubo di diametro maggiore che regge l’escavatore composto dal corpo centrale con sedile, braccio, avambraccio, benna e leve di manovra con i rispettivi tiranti, oltre a uno snodo centrale che consente di ribaltare il braccio verso il sedile per ridurne l’ingombro a riposo.
Taglio, piega e tante saldature
Per costruire la base si tagliano cinque pezzi di tubolare quadro 40×40 mm per formare due longheroni laterali sui quali si saldano tre traversi all’interno. Su quello centrale si salda perpendicolarmente uno spezzone di tubo idrico.
Sulle estremità inferiori dei longheroni si aprono delle asole dove inserire le ruote in plastica Ø 50 mm. Vanno fissate con viti che attraversano lo spessore del tubolare quadro forato a 10 mm dai bordi e centro asole.
Il longherone mobile che regge il tutto presenta un ribassamento in punta dove si articola il braccio. Sulla faccia inferiore si salda perpendicolarmente un secondo tubo con diametro più grande rispetto al primo, che deve entrarvi per consentire la rotazione.
Il sedile è realizzato in plastica e viene fissato sul longherone a una altezza che permette di forzare la rotazione con i piedi a terra.
Il braccio dell’escavatore giocattolo si costruisce con due elementi sagomati in modo da ottenere la classica angolazione. Alle estremità dei fianchi verticali, vanno saldati in sporgenza quattro pezzi in ferro piatto da 40×8 mm forati ai margini per alloggiare i perni di snodo.
Per realizzare la benna, si taglia una striscia di lamiera rettangolare da calandrare sulla sagoma dei due fianchi tagliati a forma classica.
Si saldano i fianchi e si smerigliano tutte le giunzioni.
Su un foglio di lamiera sufficientemente spessa, si disegna la sagoma del meccanismo di blocco del braccio principale che si articola con un perno sul longherone del sedile.
Dopo il taglio della lamiera, occorre eseguire due pieghe a 90° sulle ali laterali, le quali in punta vanno forate per inserire il perno di fissaggio. Una terza piega a 180° si esegue sull’estremità centrale per agganciare la base del braccio principale.
Gli attacchi delle leve di manovra si realizzano con ferro piatto sagomato a esse per distanziare le leve tra loro rispetto all’asse del braccio.
Tutti gli elementi che compongono l’escavatore vanno smontati dopo le prove di funzionamento per essere verniciati nei due colori classici, il rosso e il nero.
Sistema di blocco articolazione
Poiché il braccio principale dell’escavatore viene azionato dalla leva di manovra sinistra solidale al pezzo, per evitare che il peso della benna e dell’avambraccio possono far perdere l’equilibrio all’operatore, lo snodo di base del braccio principale viene equipaggiato con un sistema mobile a bloccaggio rapido.
Questo è imperniato in modo tale che, in posizione di apertura, grazie al suo peso, il gancio in testa si incastri nell’asola di fermo del braccio impedendone l’abbassamento oltre il limite stabilito mentre ne permette il sollevamento totale.
“Tutti gli aerei possono e dovrebbero trasformarsi in case meravigliose, il pensionamento in un castello di classe aerospaziale dovrebbe essere il destino costruttivo di ogni aereo di linea. Non dovrebbero mai essere spazzati via senza senso”, così dice Bruce Campbell, un ingegnere elettrico in pensione che ha scelto un aereo come dimora pagando 100.000 dollari il vecchio Boeing 727 e altri 120.000 tra spese per la sua ristrutturazione e il suo trasporto nelle foreste dell’Oregon, lo stato costiero americano nel Pacifico di Nord-Ovest: oggi l’aereo è una casa unica al mondo dove l’ingegnere vive sei mesi all’anno. La superficie dell’aereo è sicuramente adeguata per accogliere una camera da letto, uno studio, la cucina e il salotto; all’interno Campbell ha conservato il maggior numero di arredi e accessori originali del vecchio Boeing 727 e nella toilette ha aggiunto una doccia. L’insieme, quanto ad estetica, è piuttosto spartano e disordinato, niente di paragonabile alle suite della first class sui migliori Airbus di oggi in volo da un continente all’altro, ma l’idea bizzarra dell’ingegnere americano è supportata da considerazioni pratiche da prendere in considerazione.
Questi veivoli sono opere magistrali di scienza aerospaziale, incredibilmente forti e duraturi nel tempo progettati per sopportare senza alcun problema tempeste e terremoti: “Non ha senso distruggere queste straordinarie strutture per poi costruire case con materiali scadenti, progettazioni e metodi costruttivi antichi e superati”, dice l’ingegnere. Sono centinaia gli aeromobili da smantellare a livello globale ogni anno e questo potrebbe essere un modo ecologico per riutilizzarli dando loro una seconda vita. Certo bisogna essere audaci per fare una scelta come quella di Campbell, però è vero che in edilizia si è molto lontani dal realizzare strutture con prestazioni così elevate. Questi colossi sono dei veri e propri contenitori sigillati e possono durare per secoli senza deteriorarsi; la loro coibentazione acustica e termica, data dai materiali speciali utilizzati ma anche da “cuscini”, posati tra la scocca esterna e i suoi rivestimenti interni, ci riporta al tanto importante tema del cappotto, il rivestimento esterno o interno con materiale isolante, che un’abitazione di oggi deve avere.
Per gli immobili di oggi i criteri costruttivi di coibentazione adeguata sono imposti per legge ma anche per regole di mercato, oggi nessuno comprerebbe una casa nuova senza questi requisiti. Mentre, per quelle d’epoca e per quelle costruite negli anni dell’edilizia selvaggia, sia pur per motivi diversi, sono tante le possibilità di riqualificazione in termini di risparmio energetico. Il cappotto di una casa è uno dei principali argomenti per migliorarne la vivibilità, ovviamente insieme agli infissi, al tetto e alle solette. In questo numero l’argomento cappotto è analizzato nelle sue diverse declinazioni che ci aiuteranno a valutare quale soluzione scegliere per trasformare la casa se non proprio in un ambiente sigillato come un Boeing ma in una “scatola” con pareti che mantengono temperature costanti in estate e in inverno.
Una parete decorata facile da realizzare, con idropittura o smalto acrilico e l’utilizzo dell’applicatore mohair
Se il nostro problema è quello di valorizzare quadretti poco appariscenti, la soluzione può consistere nella realizzazione di una parete decorata con una banda colorata orizzontale, all’interno della quale i quadri vengono appesi in modo che risultino centrati su di essa.
La banda si realizza con un’idropittura tinta con pigmenti o, meglio ancora, con smalto acrilico. La sua altezza non dovrebbe superare i 60 cm mentre la sua mezzeria orizzontale deve trovarsi a circa 160 cm dal pavimento. Risulta molto importante la perfetta orizzontalità dell’insieme che possiamo ottenere con riga e livella a bolla, ma ancor meglio con una livella laser.
La mascheratura
Il telo per mascheratura va applicato a parete lungo tutto il bordo inferiore della banda per evitare sgradite gocciolature. Invece il nastro va applicato superiormente.
Diritti con il laser
Il misuratore Zamo di Bosch si è fatto apprezzare dagli hobbisti per l’estrema semplicità di utilizzo: un solo pulsante per misurare lunghezze e distanze fino a 20 m in modo rapido e preciso, con lettura diretta sul display retroilluminato.
Può essere impiegato come livella laser per ottenere un’orizzontalità perfetta.
Tinteggiatura con applicatore mohair
Per pitturare la banda utilizziamo l’applicatore in mohair che si carica di pittura facendolo passare sull’apposito rullo dopo aver immesso la pittura.
Utilizziamo l’applicatore in mohair più piccolo vicino ai bordi, lavorando molto pazientemente lungo tutto lo sviluppo dei nastri di mascheratura.
Per tinteggiare la superficie interna impieghiamo un applicatore in mohair di maggiore dimensione con cui applicare più pittura.
Linguine all’astice: il sapore del mare e la pasta fresca si uniscono in un primo piatto sfizioso, da realizzare sulla griglia del barbecue
Ingredienti
Per 4 persone:
1 kg di astice
4 cucchiai di prezzemolo
2 spicchi d’aglio
Peperoncino rosso fresco, a piacere
2 l di brodo di pesce
6 cucchiai di olio extra vergine di oliva
225 ml di vino bianco secco
225 ml di salsa di pomodoro
Sale marino
400 g di linguine all’uovo fresche
Altro prezzemolo per guarnire
Linguine all’astice – Preparazione
Separiamo la testa dell’astice dalla coda e rimuoviamo le chele e gli arti. Tagliamo la testa a metà e la coda in quarti. Laviamo il prezzemolo e il peperoncino (rimuovendo i semi dal secondo). Sbucciamo l’aglio e tritiamolo finemente e facciamo lo stesso con il prezzemolo e il peperoncino. Portiamo il brodo di pesce a ebollizione.
Prepariamo il barbecue Weber per la cottura diretta sulla griglia (circa 180° C). Posizioniamo il wok sul barbecue e aggiungiamo l’olio, l’aglio e il peperoncino. Quando l’olio comincia a sfrigolare aggiungiamo i pezzi di astice e lasciamo cuocere per circa 1 minuto.
Sfumiamo con il vino bianco e facciamo evaporare per 2-3 minuti. Uniamo il brodo di pesce, la salsa di pomodoro e il prezzemolo. Appena riprende bollore aggiungiamo la pasta e altrobrodo. Lasciamo cuocere per 3-4 minuti sino a quando la pasta non è cotta.
Aggiungiamo un po’ di brodo, aggiustiamo di sale e condiamo con abbondante olio d’oliva. Cospargiamo di prezzemolo tritato e serviamo.
Barbecue e accessori
Spirit II E-220
https://www.youtube.com/watch?v=GGepC6mqqnM
I nuovi barbecue a gas Spirit
La gamma dei barbecue Spirit di Weber si integra con sei nuovi modelli, rinnovati sia dal punto di vista estetico che funzionale. Il design è più lineare, leggero ed elegante e il coperchio è stato leggermente ribassato per migliorare le prestazioni di cottura.
Spirit II E-320
I barbecue Spirit II offrono una vastissima scelta: 2 o 3 bruciatori, con o senza fornello laterale, griglia in ghisa o in acciaio, ripiani pieghevoli o fissi, alimentazione a gas metano o propano.
Su tutti i modelli Spirit II è inoltre integrato l’innovativo sistema GS4 comprensivo di: sistema di accensione elettronico, bruciatori ad alte prestazioni dal design esclusivo, sistema centralizzato di gestione della raccolta grassi e barre flavorizer che contribuiscono a conferire al cibo il caratteristico sapore della cottura alla griglia.
Lavorare la creta è un’attività che da grandi soddisfazioni, con un po’ di costanza possiamo imparare a modellarla a nostro piacimento per creare sculture in argilla
Lavorare la creta è una esperienza bellissima! Questo materiale che viene definito, appunto, “Creta” è l’appellativo che usualmente si utilizza per definire una roccia sedimentaria, anche se sarebbe più corretto chiamarla “argilla”. Creta e argilla definisco dunque lo stessa cosa.
Come lavorare la creta? Modellare la creta è bellissimo anche perché, se ci pensiamo bene, nessuno, messo davanti ad un pezzo di materiale plastico (plastico nel senso originario di modellabile; niente a che vedere con PVC, politene, bachelite ecc), resiste alla tentazione di prenderlo fra le mani e di arrotolarlo in palline, stenderlo in fili, schiacciarlo a focaccetta e di trasformarlo come meglio gli detta la fantasia e gli consente la manualità.
Cosa serve per lavorare la creta
L’attrezzo fondamentale per modellare creta sono le mani (una lavora e l’altra sostiene il pezzo) ma per alcuni lavori come gli scavi, il tracciamento di linee, dritte o curve, o di fori, la lisciatura di zone particolari si usano sgorbie ad occhiello, lisciatoi e spatole.
Come lavorare la creta
Lavorare l’argilla in blocco non è possibile in quanto spesso nel blocco si trovano sacche d’aria e impurità come sassolini, paglia ecc. I blocchi quindi vanno tagliati, col filo, a fette spesse un dito così da individuare e togliere le impurità maggiori, le fette vanno poi rimesse insieme cambiandole di posto e sbattendo il pacco sul banco da lavoro.
Si taglia di nuovo il pacco a fette perpendicolari alle precedenti; si rimescolano le nuove fette, si rifà il pacco e lo si sbatte di nuovo sul banco. Il processo, che serve a rendere più morbida e soprattutto più omogenea l’argilla va ripetuto per una dozzina di volte (questo è anche il sistema da usare per mescolare fra loro argille diverse).
Il blocco così lavorato, avvolto con uno straccio umido ed inserito in un sacco di plastica ben chiuso, rimane utilizzabile a lungo.
Si comincia col costruirsi un supporto stabile da cui si alza un paletto di legno duro ben lisciato. Su questo si applica in più strati non molto spessi la creta necessaria a creare il busto e la testa. Il paletto deve raggiungere, all’incirca, mezz’altezza del capo. Siccome l’argilla asciugandosi si ritira, il paletto non rimane bloccato.
La testa nasce per applicazioni successive di pezzi più o meno grandi al grezzo centrale (all’interno deve comunque essere vuota per evitare problemi in fase di cottura).
Guidandosi nel lavoro con l’indispensabile schizzo preliminare, aggiungendo dove manca e togliendo dove cresce (lavorare sempre con creta umida).
SET PER MODELLARE DI ALTA QUALITÀ: Un fantastico set di strumenti modellismo argilla da 10 pezzi. Ogni strumento misura tra 14,4-16 cm ed è a doppia estremità per offrire più opzioni per la scultura. Gli strumenti argilla sono realizzati in legno durevole e robusto. Sono leggeri per facilità d’uso e lasciano una sensazione confortevole per una presa salda e a pieno controllo. Gli attrezzi per scultura sono privi di sbavature, non si piegano né si spezzano e sono facili da pulire.
STRUMENTI A DOPPIA ESTREMITÀ: Ogni strumento è a doppia estremità, il che significa che riceverai 20 attrezzi plastilina, offrendoti maggiore flessibilità in ciò che puoi creare. Le mirette per argilla hanno bordi sottili che li rendono precisi e ideali per progetti complessi. Puoi usarli per molte esigenze diverse tipo tagliare, intagliare, modellare, raschiare, goffrare, incidere, levigare o persino applicare dettagli fini. È perfetto anche per principianti che vogliono provare l’hobby.
KIT PER SCULTURE COMPLETO: Questo kit per scultura gesso fornisce una gamma completa di strumenti per modellare, scolpire e creare. Gli strumenti sono ideali per altri usi come scheggiatura, punteggiatura, rimozione di impronte digitali da pezzi finiti, lavori di ritocco e giunture di fusione. Sono realizzati con cura e ti aiuteranno a dare vita ai tuoi progetti. Include uno strumento ad ago per l’uncinetto e un coltello sbavatore per rimuovere l’argilla in eccesso.
PER TUTTI I LIVELLI DI ABILITÀ: Sebbene i nostri kit argilla facili da usare siano ideali per i principianti, questo set è progettato per ceramisti di tutti i livelli. Questo materiale per modellismo aggiungerà un effetto professionale al tuo lavoro. Può essere usato a casa o in un ambiente scolastico, ottimo per studenti d’arte. Un regalo premuroso per chiunque ami scolpire, modellare/cuocere l’argilla o la ceramica, sia per un compleanno che per qualsiasi altra festività.
SODDISFATTI O RIMBORSATI: Tutti i nostri kit completo attrezzi per ceramica venduti sono coperti da una garanzia di rimborso del 100% nel caso in cui non fossi soddisfatto del tuo acquisto. In tal caso, mettiti in contatto con noi e ti rimborseremo.
Kit estrusore per ogni tipo di pasta modellabile professionale, e in particolare per l'argilla polimerica fimo; si usa con paste allo stato non indurito
Nella confezione sono compresi 20 dischi intercambiabili che permettono di realizzare cordoni di pasta di dimensioni e forme diverse; il cutter è in omaggio
L'estrusore a manovella rende ancora più confortevole ed ergonomica la lavorazione del fimo e garantisce un minore sforzo
Si possono creare bellissime corde colorate senza alcuno sforzo; che si tratti di look retrò, di corde magiche o di elaborati disegni reticolari, la creatività non conosce limiti
Ideale per artisti e per chi usa fimo a livello professionale, l'estrusore è perfetto per chiunque voglia dare alla propria creatività l'occasione e lo strumento efficace per fare un salto di qualità
ARGILLA SENZA COTTURA AUTOINDURENTE: pronta per l’uso, questa creta autoindurente indurisce senza cottura in 4 o 5 giorni senza formare crepe: la presenza di fibre di cellulosa naturale consente un’essiccazione senza fessure, anche su grandi superfici. Una volta asciutta, si rivela molto solida.
UN MATERIALE POLIVALENTE: la natura argillosa di questo materiale gli conferisce un’ottima plasticità per la modellazione senza cottura e permette di realizzare dettagli accurati. D’altra parte, questa pasta per modellare indurente può anche essere stampata (raccomandiamo di usare stampi di gesso) e lavorata alla ruota da vasaio.
UN’INFINITÀ DI FINITURE: una volta asciutta, questa argilla autoindurente rossa può essere dipinta, verniciata, levigata, tagliata o forata. Può anche essere impermeabilizzata dopo la completa essiccazione (4-5 giorni) per realizzare recipienti a tenuta stagna per uso non alimentare.
ATTREZZATURA MINIMA: una volta che l’oggetto è finito, ti basta lasciarlo ad asciugare all’aria aperta per 4 o 5 giorni. L’essiccazione della tua argilla chamottata può essere accelerata mettendola davanti a una fonte di calore. È possibile aumentare la durezza completando l’essiccazione nel forno domestico tra 100 e 110°C.
LUNGA CONSERVAZIONE: questa creta da modellare si conserva inalterata all’interno del suo imballaggio originale per almeno 2 anni. Fino a quando non secca, questa pasta indurente all’aria può essere riutilizzata e conservata indefinitamente avvolta in un panno umido all’interno di un sacco di plastica chiuso ermeticamente.
Argilla senza cottura autoindurente: pronta per l’uso, questa creta autoindurente indurisce senza cottura in 4 o 5 giorni senza formare crepe l
Un materiale polivalente: la natura argillosa di questo materiale gli conferisce un’ottima plasticità per la modellazione senza cottura e permette di realizzare dettagli accurati. D’altra parte, questa pasta per modellare indurente può anche essere stampata (raccomandiamo di usare stampi di gesso) e lavorata alla ruota da vasaio
Una volta asciutta, questa argilla autoindurente bianca può essere dipinta, verniciata, levigata, tagliata o forata. Può anche essere impermeabilizzata dopo la completa essiccazione (4-5 giorni) per realizzare recipienti a tenuta stagna per uso non alimentare.
Una volta che l’oggetto è finito, ti basta lasciarlo ad asciugare all’aria aperta per 4 o 5 giorni. L’essiccazione della tua argilla chamottata può essere accelerata mettendola davanti a una fonte di calore. È possibile aumentare la durezza completando l’essiccazione nel forno domestico tra 100 e 110°C.
Lunga conservazione: questa creta da modellare si conserva inalterata all’interno del suo imballaggio originale per almeno 2 anni. Fino a quando non secca, questa pasta indurente all’aria può essere riutilizzata e conservata indefinitamente avvolta in un panno umido all’interno di un sacco di plastica chiuso ermeticamente.
Modellare la creta
Per lavorare la creta occorre pazienda: le molecole dell’argilla sono lunghe e sottili e perché il materiale dia il meglio di sé le molecole debbono disporsi parallele. Questo si ottiene con la manipolazione, operazione lunga ed abbastanza faticosa da fare su pezzi grossi all’incirca fra la noce di cocco ed il pallone da calcio, tagliati via dal blocco.
Diverse (a sella, a spirale, a testa di toro) sono le tecniche di manipolazione per i lavori con la creta, ma tutte sono dirette appunto ad allineare le molecole, aumentando plasticità e duttilità della creta rendendola docile alla mano e facilitandone la cottura dei lavori con la creta.
Dal grezzo al finito
Quando la nostra scultura ha raggiunto le misure volute, comincia il lavoro di rifinitura che inizia con una lisciatura manuale che incorpori bene nella massa le varie aggiunte che sono state fatte e prosegue con lavoro di sgorbia e stecca per evidenziare i vari particolari del volto. Occorre mano ferma, magari retta dall’altra, ma leggera.
Per fortuna la creta perdona facilmente gli sbagli cui si rimedia senza problemi reimpastando un po’ di materiale sulla parte mal riuscita.
La preparazione alla cottura argilla
La creta, asciugandosi, si ritira ma il ritiro non è uniforme in quanto le parti esposte all’aria si asciugano prima di quelle interne e se lo spessore passa certi limiti il ritiro delle parti esterne crea vistose crepe. Per evitare il danno e facilitare la cottura, quindi, opere di questo tipo vanno svuotate. Si lascia “maturare” per un giorno la creta in uno straccio bagnato e poi si taglia via col filo una parte che abbia un contorno abbastanza uniforme da non dare problemi nel ricollocarla in sede. Questa ed il volto della statua si svuotano con un ferro ad anello fino a raggiungere uno spessore uniforme di un paio di centimetri.
Le due parti si riuniscono incollandole con creta semiliquida.
Si lasciano asciugare reggendo la calotta con un supporto.
Dopo qualche giorno l’opera è pronta per la cottura in una fornace specializzata
I materiali plastici
Farne un elenco completo è forse impossibile: i più comuni sono la creta, la pasta di pane e la pasta di sale, il das, la cera, la stearina e la paraffina, che una volta modellati mantengono, così come sono o dopo una cottura, la forma impressagli, mentre la plastilina e il pongo, pur ottimi da modellare, possono servire solo per creazioni provvisorie.
A parte le due paste, da creare al momento dell’uso, gli altri vengono venduti pronti o quasi. Il prodotto principe, quello più antico e più usato per la terracotta lavorazione, rimane la creta materiale e su questa si basa il servizio di queste pagine. Quanto diciamo per la creta vale, con minime modifiche, per tutti gli altri materiali.
Creta per modellare
La creta da modellare viene venduta nei negozi per belle arti in blocchi di circa 25 kg. Non esiste un solo tipo di argilla buono per tutti gli usi: i più facili da trovare sono le terraglie, le ball clays, le fire clays, il caolino, i grés, le bentoniti, ecc che, da sole o miscelate, permettono di ottenere l’enorme varietà (dal mattone alla tazzina di porcellana) dei prodotti ceramici materiale per scultura inventati nel corso dei millenni.
Una tettoia in legno grande, antistante il garage di casa per garantire il riparo dell’auto, sorretta da quattro pilastrini in massello ancorati su appositi plinti in cemento
La vita in periferia offre tanta natura, tanto verde, ma anche tanto sole e intemperie che ci costringono a salvaguardare le cose che ci circondano e che fanno parte della nostra vita come le auto che, se esposte al sole e alle intemperie, si degradano in tempi brevi. Per ovviare a questo pericolo abbiamo pensato bene di realizzare una tettoia in legnofai da te proprio davanti al garage di casa così da garantire all’auto un riparo anche se parcheggiata fuori.
Disponendo già di alcune travi in legno massello e procurato il resto dei materiali necessari, abbiamo costruito una solida tettoia in legno quattro per quattro metri, antistante il garage. La struttura si compone di quattro pilastrini di sezione 180×140 mm fissati su appositi plinti in cemento gettati. Questi richiedono la previa costruzione di casseri di armatura realizzati con pannelli di scarto, in modo da farli sporgere rispetto al piano stradale per compensare l’altezza dei pilastri di recupero.
La copertura realizzata in bachelite laminata di soli tre millimetri di spessore, poggia su travetti di sezione 120×100 mm che, a loro volta, sono fissati perpendicolarmente a due traverse di sezione 150×150 mm fissate sulle estremità dei pilastrini; il tetto viene impermeabilizzato con un telo anticondensa e un robusto telo in nylon tenuto ben teso e bloccato da due scossaline laterali in alluminio avvitate lateralmente ai travetti estremi. La zona sotto alla tettoia in legno viene impreziosita con la sistemazione del ghiaietto delimitato da un listello in linea con i plinti a confine della siepe laterale.
Vediamo ora nel dettaglio come costruire una tettoia in legno.
Costruzione dei casseri e getto plinti
Con pannelli in truciolare nobilitato di recupero, si realizzano i casseri per gettare i plinti le cui basi sono maggiorate rispetto alla sezione dei pilastrini.
I casseri vanno tenuti in bolla con due travicelli che poggiano oltre le buche.
Quindi si piazzano le staffe flangiate e si getta il calcestruzzo.
Prima impregnare i travetti
Dopo la preparazione di tutti i pezzi necessari con le dimensioni personalizzate, si levigano le superfici e si applicano due generose mani di impregnante trasparente.
Si posizionano i pilastrini in legno all’interno delle staffe flangiate solidali ai rispettivi plinti in cemento e dopo averle messe perfettamente in bolla si bloccano con adeguate viti da legno da ambo i lati.
I due traversi si montano sulle teste dei pilastrini con un trabattello e l’aiuto di una seconda persona; il bloccaggio si esegue con una lunga barra filettata al centro del pilastrino.
Lavorando sempre in due, si dispongono tutti i travetti sui traversi, ma si fissano solo quelli più esterni.
Si calcolano gli spazi equidistanti e uno alla volta si collocano i travetti intermedi verificandone il parallelismo; il fissaggio va eseguito con lunghe viti passanti.
Per realizzare la copertura si applicano diversi fogli in bachelite laminata da 3 mm fissati con chiodi al centro dei travetti.
Si stendono il telo traspirante impermeabile che forma la barriera al vapore e quello in nylon, si ritagliano le eccedenze e si fissano ben tesi con listelli e viti posti sui travetti estremi.
Le estremità dei teli vanno ulteriormente protette con due scossaline in alluminio avvitate lateralmente sui travetti più esterni.
Che sia piana o elaborata, cieca o vetrata, ogni porta può essere ulteriormente arricchita di dorature, smaltature particolari, pannelli in rilievo e bordini variamente sagomati
La categoria delle porte classiche è decisamente ricca e variegata: alterna sobrietà e geometrie semplici delle versioni che fino a qualche decennio fa erano incontrastate sovrane delle nostre case e si estende alle porte eleganti, signorili, arricchite con intarsi o particolari architettonici imponenti, tipiche dei palazzi storici.
Va precisato che le porteclassiche si identificano con porte a battente, per lo più in legno massiccio, appese a due o tre cardini: viste di fronte hanno solitamente forma rettangolare, ma sono possibili varianti ad arco.
L’anta può essere cieca o vetrata; nell’anta cieca possiamo fare un’ulteriore distinzione tra una porta piana, priva di specchiature e cornici interne, o a fodrina, a sua volta con specchiatura interna semplice o doppia.
Quanto alle versionivetrate, possono essere a vetro unico (con telaio robusto antisfondamento), semivetrate (con la specchiatura inferiore cieca) o all’inglese; quest’ultima un tempo era costituita da vari rettangoli di vetro racchiusi in un reticolo di listelli, oggi in molti casi si tratta di un vetro unico e il reticolo, superficiale, ha solo scopo ornamentale.
Un’ulteriore impronta stilistica è data dalla maniglia, evidente, ma variabile nello stile più o meno elaborato: una porta piana esige un’impugnatura minimale, mentre una a fodrina, arricchita con cornici a rilievo, richiede una maniglia più appariscente, incorporata in una maschera che ricopre anche la toppa.
Capitelli, cimase e cornici
I fregi che impreziosiscono le porte classiche, riproponendole nella veste imponente che avevano in passato, si addicono ovviamente agli ambienti che mantengono un legame architettonico e arredativo con la loro storia: capitelli, cimase, cornici seguono lo stile di base della porta e ne riprendono le velature, le dorature e le lavorazioni che, talvolta, tendono a esaltarne l’aspetto antichizzato.
Qui si impone una distinzione tra aziende artigianali che realizzano porte riproducendo fedelmente gli stili del passato e altre che, in parte artigianalmente, arricchiscono le porte con fregi che hanno il sapore dell’antico, ma non sono conformi ad alcuno stile, definiamola una “libera interpretazione” che porta a ottenere un oggetto apprezzabile per qualità e finitura, molto ricercato nell’Est europeo e nei Paesi arabi.
Questi arricchimenti, ottenuti con profili sagomati e modanati con frese professionali, interessano non solo la porta intesa come battente, ma tutta la sua struttura, cioè telaio e controtelaio compresi.
La decorazione così ottenuta si estende spesso alle pareti, ai soffitti e ai battiscopa che ne riprendono armonicamente alcuni elementi fino a spingersi talvolta alla creazione di elaborate boiserie.
Finiture sartoriali artigiane
La sontuosità di queste porte classiche che ripropongono lo stile rinascimentale è frutto dell’impiego di antiche tecniche artigiane nella lavorazione del legno, intagliato e valorizzato con patine e dorature nel rispetto della tradizione ebanistica toscana.
Particolare importanza ha la tecnica dell’intaglio “a scartoccio”, che permette di realizzare particolari architettonici complessi tipici dello stile barocco, caratterizzati da un andamento curvilineo e contorto, con forme che si avvinghiano: non solo ogni porta, ma ogni singolo particolare che la compone è un pezzo unico e irripetibile tal quale.
Qui non si tratta di seguire tendenze, gli stili del passato non possono essere adattati al contesto attuale, inquinandoli: alla base di queste lavorazioni ci sono conoscenze acquisite attraverso lo studio del repertorio stilistico che ci è stato tramandato. Certamente si tratta di porte che vanno inserite in contesti particolari e che passano ogni volta attraverso una consulenza continua dalla fase progettuale all’installazione, uno dei tanti fiori all’occhiello di quel made in Italy che stupisce il mondo. New Design
Con sgorbie e scalpelli si scavano preziosi fregi con tanto di spazio per il blasone o le sagomature dei pannelli.
Mano ferma per disegni e decori che danno risalto agli intagli.
Foglia d’oro o d’argento per dare a certi bassorilievi profondità e raffinatezza.
Trucco d’antico per porte classiche
Per valorizzare una porta un po’ anonima possiamo decorare secondo il nostro gusto o scegliendo tra le tante soluzioni possibili. Possiamo personalizzare le porte di ogni ambiente, con tecniche decorative facili e alla portata di tutti adeguando ciascun lato della porta all’ambiente in cui si trova e coordinandolo a zoccolini e infissi.
Possiamo cambiare radicalmente, con pannelli e cornici, una porta liscia o simulare materiali pregiati come la radica di noce su una comune porta in masonite. Per eseguire qualunque intervento è preferibile smontare la porta dai cardini e appoggiarla su due cavalletti: in alcuni casi è necessario anche togliere le maniglie e le serrature.
La maggior parte delle modifiche non richiede grandi lavori di falegnameria, se non abbiamo dimestichezza con il seghetto alternativo possiamo acquistare le cornici già pronte nei centri di bricolage e tagliarle con angolo di 45° con la cassetta.
L’attrezzatura utile si riduce a riga, cacciavite, cutter, pennello e carta vetrata
I prodotti per legno sono di facile reperibilità e si trovano in un vasto assortimento a prezzi accessibili.
Prepariamo i listelli tagliati nelle giuste dimensioni e i due pannelli; prepariamo la colla per la loro applicazione e i morsetti per tenerli in pressione. Tracciamo con il compasso un arco agli angoli dei pannelli e tagliamo con un cutter.
Prepariamo la base di tutto il riquadro, cornici comprese, con una mano di idropittura bianca.
Coloriamo di azzurro i pannelli e l’area esterna; poi di rosso un profilo della cornice. Quando la pittura è secca graffiamola lievemente con carta smerigliata e poi stendiamo un velo di flatting che dona un effetto giallo antichizzante.
Dopo aver concluso la decorazione della porta rimontiamo con un cacciavite la maniglia e la serratura con la sua mascherina.
Specchio in cornice dorata
Per “raddoppiare” lo spazio dell’ingresso di casa ecco l’idea: applicare alla porta uno specchio e impreziosirlo con una ricca cornice dorata che si ispira a quelle dell’800. Procuriamoci uno specchio di misura adeguata (centrato nella porta lasciando fuori la maniglia) e fissiamolo sul battente della porta con il silicone specifico per specchi oppure con nastro biadesivo. Questa è un’operazione da eseguire con la porta tolta dai cardini e posta su due cavalletti.
Se la porta è in buone condizioni possiamo lasciarla così com’è, se invece vogliamo rinnovarla completamente possiamo rismaltarla accordando il colore a quello della cornice.
In commercio si trovano aste da cornici lavorate con profili diversi e disponibili al naturale o già dorate (a partire da euro 2,00 il metro).
Se disponiamo di cornici grezze scegliamo uno smalto color oro da stendere con il pennello. La cornice si applica alla porta con un adesivo di montaggio.
Per ottenere l’effetto dorato sui listelli di legno trattiamoli con gli smalti color oro da stendere con il pennello. Qualunque listello di cornice acquistato già pronto lo possiamo personalizzare cambiandone il colore con gli smalti.
Sul retro dello specchio si stendono alcuni cordoni di speciale adesivo oppure si applicano strisce orizzontali di nastro biadesivo specifico (distanti tra loro 20 cm) e poi si posiziona lo specchio centrandolo sulla porta.
Fissiamo la cornice stendendo adesivo adeguato. Stendiamo un filo di colla o sul retro del listello o direttamente sulla superficie facendo aderire le due parti con una leggera pressione. Rimuoviamo l’eccesso di colla con uno straccio bagnato.
Nel disegno è raffigurata la porta con vista in sezione dei vari elementi assemblati.
Porte classiche in stile impero
Gli stucchi, tornati di gran moda, abbelliscono non solo pareti e soffitti, ma anche le porte. Sono disponibili in diversi formati e si possono abbinare per ottenere infinite combinazioni.
Sovraporte, cornici, mensole, fregi possono essere lisci oppure variamente elaborati o con motivi floreali. Si va dai richiami classici o rinascimentali fino a decorazioni in stile Liberty, oppure pezzi piani, geometrici adatti a qualsiasi ambiente.
Una volta erano solo in gesso, ma ora la soluzione più appropriata è il poliuretano ad alta densità che è sufficientemente leggero per essere maneggiato e applicato senza problemi, utilizzando il collante adatto. È anche sufficientemente compatto per essere tagliato con un segaccio e rifinito con la pittura.
In questa porta classica, adatta a un salone con arredamento in stile impero, dobbiamo prevedere non solo le cornici per il vano porta, ma anche due stipiti a forma di colonna con capitello e un architrave come sovraporta.
L’installazione è molto semplice e possiamo effettuarla incollando gli stucchi al pannello della porta e fissando con colla acrilica direttamente alla parete le colonne e l’architrave.
In questo caso gli stucchi vengono lasciati bianchi per dare un’impressione marmorea e farli risaltare sulle pitture più scure della porta e del muro, ma possiamo anche pensare di pitturarli nel colore preferito. Non solo le porte classiche, ma anche le porte di ambienti più moderni possono essere arricchite con decori diversi: in commercio troviamo listelli modanati e cornici lisce e continue in legno, plastica e metallo.
Per decorare il pannello di una porta iniziamo dai quattro spigoli fissati al pannello con colla siliconica.
Inseriamo sui lati le cornici che tagliamo con precisione servendoci di un seghetto da ferro, ideale per tagli puliti.
Per rendere invisibili le giunture dobbiamo stuccarle con una spatola e, infine, ritoccarle con un pennellino leggermente inumidito.
L’idropulitrice 4.0 Twin Flow permette di attivare 1 o 2 power units e ottenere prestazioni superiori del 50% rispetto a una macchina tradizionale
La 4.0 Twin Flow è una delle idropulitrici dotate di DTS (Dualtech System), un sistema brevettato da Annovi Reverberi che consente di modulare le performance della macchina attraverso l’utilizzo di una o due unità di potenza.
Scegliendo la modalità fast cleaning (2 power units) si ottiene un incremento delle prestazioni del 50%, grazie alla doppia portata d’acqua con aumento di intensità ed estensione del getto.
Ampia dotazione
Due i risultati: pulizia eccellente anche sullo sporco più ostinato, risparmiando tempo e fatica; possibilità di lavare velocemente anche le superfici più ampie e alte, poiché il getto arriva fino a 5 m di altezza.
Due power units per diversi utilizzi
Nella posizione 1 Eco Soft Cleaning si attiva una sola power unit: il lavaggio è indicato per auto, moto, biciclette e tutte le superfici che risultano più delicate.
Nella posizione 2 Fast Cleaning si attivano le due power units della macchina per eliminare macchie e sporco profondo da pavimentazioni di pietra o cemento, rivestimenti e muri di mattoni, attrezzature da costruzione.
L’accessorio twin nozzle
L’accessorio Twin Nozzle, incluso nella confezione, è utile per aumentare l’efficienza e la qualità di pulizia di grandi superfici, risparmiando tempo e fatica (fino al 70% del proprio tempo). Risulta particolarmente indicato per il lavaggio di muri in cemento o mattoni, pavimentazioni esterne, piscine, ampie stutture in legno o PVC e molto altro.
Tutto sempre in ordine
Il cavo di alimentazione elettrica è lungo 5 metri; si raccoglie attorno a due perni.
Il serbatoio del detergente, completo di ugello e di regolazione dell’erogazione, trova posto nel retro della macchina.
Sul lato destro si applica il fodero portalancia.
Nel retro c’è un contenitore porta accessori apribile per la custodia dei getti rotanti e dell’adattatore Twin Nozzle.
L’adattatore con attacco rapido, da avvitare alla presa di alimentazione dell’acqua, è di plastica trasparente per poter vedere lo stato del filtro.
Pistola e lancia sono due elementi separati; si uniscono con innesto a baionetta. La guarnizione oring garantisce la per-fetta tenuta della giunzione.
Un’estremità del tubo ad alta pressione si innesta nella sede sotto l’impugnatura della pistola. Per il distacco bisogna premere il pulsante di sblocco.
L’altra estremità del tubo ad alta pressione si innesta alla base della macchina. L’operazione si agevola premendo il pulsante di sgancio del tubo.
Per raccogliere il tubo ad alta pressione nell’avvolgitore bisogna liberarlo alle estremità; la manovella velocizza il recupero dei suoi 8 metri di lunghezza.
Per condurre la macchina come se fosse un trolley, si sfrutta l’estensibilità dell’impugnatura, che si sgancia premendo il pulsante laterale.