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Prodotti Poupy per la sicurezza dei bambini

Annullare totalmente il rischio di infortunio non è possibile, ma possiamo abbassarne drasticamente le probabilità utilizzando i prodotti Poupy per la sicurezza dei bambini

La prevenzione è la prima arma nelle nostre mani per cercare di evitare infortuni domestici ai nostri bambini; la si mette in atto non solo avendo particolare riguardo nel gestire intelligentemente oggetti e materiali pericolosi, ma soprattutto utilizzando dispositivi specifici in grado di abbattere drasticamente il rischio. In tal senso i produtti Poupy rappresentano un validissimo aiuto, sono infatti studiati con i migliori standard qualitativi per prevenire situazioni critiche come: colpi accidentali negli spigoli di tavoli, mobili, ripiani – aperture indesiderate di cassetti, ante, frigoriferi, wc – inserimento di oggetti e dita nelle prese elettriche – chiusure accidentali di porte ecc.  Sul sito www.poupy.eu possiamo trovare, inoltre, numerosi articoli interessanti, tutti Made in Italy, per i nostri bambini.

La gamma di prodotti Poupy per la sicurezza dei bambini comprende:

Prodotti per la sicurezza dei bambini

Paraspigoli triangolari e paraspigoli arrotondati

Prodotti per la sicurezza dei bambini,

Prodotti per la sicurezza dei bambini

I paraspigoli triangolari sono particolarmente indicati per offrire protezione da superfici che presentano spigoli vivi molto definiti come, ad esempio, tavolini in vetro da salotto o ripiani sporgenti. I paraspigoli arrotondati, invece, sono più indicati per spigoli che presentano una stondatura, come molti tavoli in legno presenti nelle nostre cucine.

Chiusura universale per ante, porte, finestre, ecc

Prodotti per la sicurezza dei bambini 5

La chiusura universale è un dispositivo di sicurezza che impedisce ai bambini l’apertura di porte, ante, finestre, frigoriferi, water, ecc. Il montaggio è semplice e prevede pochi passaggi:

1, 2 Si inserisce la cinghia in dotazione nell’apposita sede del gancio a scatto, regolandone l’escursione in funzione dell’utilizzo.
3, 4 Il nastro biadesivo fornito in dotazione va applicato sulla parte inferiore del dispositivo di bloccaggio e sulla porzione estrema della cinghia.
5, 6 Si asporta la protezione del nastro bi-adesivo dalla cinghia, fissandola in posizione con una leggera pressione delle dita. Asportiamo anche la protezione dal dispositivo di bloccaggio.
7,8 Valutata la corretta posizione, applichiamo il dispositivo di fissaggio alla superficie e inseriamo il gancio a scatto per assicurare la chiusura.
9 Per aprire il dispositivo, dobbiamo esercitare una certa pressione (non alla portata di un bambino piccolo) sul gancio a scatto.

Copripresa

Prodotti per la sicurezza dei bambini, copripresa

Copripresa utili per impedire ai bambini di inserire le dita o altro oggetto appuntito nelle prese elettriche. Si adattano alle prese da 10A e 16 A con e senza messa a terra.

Segnale bimbo a bordo per macchina

Prodotti per la sicurezza dei bambini

Quando si è in viaggio è sempre opportuno segnalare agli altri conducenti che abbiamo bimbi a bordo e per farlo non c’è nulla di meglio che un pratico segnale grafico dotato di comoda ventosa adesiva da applicare al vetro posteriore dell’auto.

Sul sito www.poupy.eu possiamo trovare numerosi articoli interessanti, tutti Made in Italy, per i nostri bambini.

 

Stabilitura ad arenino | Come si prepara e come si applica

La stabilitura è lo strato finale di intonaco, applicato per rifinire lo strato grossolano che uniforma il muro e nasconde le tracce degli impianti

disegno muro in sezioneLa stabilitura ad arenino, conosciuta anche come “stabilitura civile”, si esegue su due strati di intonaco, il massiccio “rinzaffo” di aderenza e il protettivo “arriccio”. Non è altro che un intonaco a grana fine, costituito da una miscela di calce e leganti idraulici (calce idraulica) che può avere rugosità più o meno evidente.

Per  rasare muro con arenino il supporto deve presentarsi stabile e umido, quindi non troppo stagionato; è meglio stendere un primer prima di rasare il muro, per evitare la formazione di grosse zone soggette a distacco.

Se il sottofondo è irregolare e grezzo, la stabilitura da applicare deve avere una granulometria idonea a questa situazione; per contare su una durata maggiore è preferibile l’utilizzo di prodotti idrofugati.

Da sapere:

  • L’aspetto rustico si ottiene applicando una finitura rustica fine sull’intonaco di sottofondo, da stendere in due passate con una spatola metallica. Lavorando poi la superficie con un frattazzo di spugna bagnato si “tira” lo strato applicato per far meglio risaltare l’effetto bucciato.

Cosa serve per applicare la stabilitura ad arenino

Preparazione e applicazione della stabilitura ad arenino

preparazione stabilitura arenino

  1. Per rasare una parete l’impasto deve avere una discreta consistenza e va preparato diluendo nella quantità indicata di acqua il prodotto in polvere, da amalgamare senza formare grumi con una frusta montata sul trapano.
  2. Preleviamo con la cazzuola una quantità opportuna di impasto e depositiamola sulla manara. Iniziamo applicando poco materiale e aumentiamo la quantità man mano che acquisiamo esperienza.
  3. Trasferiamo l’impasto sulla parete con passate successive della manara che lo regolarizzano e lo stendono in modo uniforme. Eseguiamo movimenti semicircolari dal basso verso l’alto.
  4. Prima della completa asciugatura passiamo il frattazzo di spugna per eliminare i risalti lasciati dalla manara. Le zone già troppo asciutte possono essere inumidite nebulizzando poca acqua.

Stabilitura su cartongesso

stabilitura cartongesso

Terminato il montaggio delle lastre, stucchiamo i giunti e le teste delle viti. Specifici rasanti permettono di realizzare una finitura ad arenino anche sul cartongesso, previa applicazione di primer che limitano l’assorbenza.

Finitura a calce

finitura a calce

Le finiture a base di grassello di calce assicurano la massima traspirabilità e la minor resistenza alla diffusione del vapore, quindi assecondano il passaggio dell’umidità dall’interno all’esterno, evitando formazioni di condensa.

Arenino colorato

arenino colorato

La miscela di calce e leganti idraulici per la finitura ad arenino può essere scelta in un’ampia gamma di prodotti non solo di colore biancastro, ma anche colorati.

Il vantaggio è quello di ottenere una superficie finita in un’unica passata, che può costituire un’ottima base per la realizzazione di effetti nuvolati, spugnati, tamponati con tonalità diverse sovrapposte dopo l’asciugatura dell’intonaco.

La superficie va comunque trattata con un primer che favorisca l’adesione.

Scopri la gamma di intonaci Knauf

Aspiratore Einhell TE-VC 2340 SA | Recensione completa

L’aspiratore è un ottimo ausilio per qualsiasi frangente ci si trovi ad affrontare, ma deve essere ben accessoriato, potente, capiente e versatile

Abbiamo già detto tante volte quanto sia importante avere in laboratorio un buon aspiratore; non è soltanto questione di pulire l’ambiente in cui si lavora, ma soprattutto di salvaguardare la propria salute, l’efficienza delle macchine con cui si opera e, non ultimo, la migliore esecuzione del lavoro. Durante un progetto di costruzione, si taglia, si pialla, si leviga, si fresa ecc. In ogni operazione si produce scarto in termini di polvere, segatura, trucioli.

Le particelle più leggere prendono il volo e, se non si porta una maschera protettiva, in parte vengono inalate; quelle pesanti, restando sul posto, tendono a inibire i movimenti della macchina, mettendola sotto sforzo; inoltre, distribuendosi sul piano di lavoro, impediscono di vedere distintamente come si sta procedendo.

Le possibilità con un aspiratore funzionale e potente

Anche se non è possibile tagliare una tavola senza lasciare per terra un po’ di polvere di legno, con un aspiratore funzionale e potente la dispersione resta minima. Quindi sì alla potenza, ma anche alla capienza del serbatoio e non solo. Fondamentale è la presa per l’elettroutensile con disponibilità di elevata potenza servita: quando si accende l’elettroutensile si avvia anche l’aspiratore e al suo spegnimento, dopo pochi secondi (il tempo di rimuovere le polveri ancora in sospensione), segue quello dell’aspiratore.

Non ultimo, per completare il quadro di un aspiratore eccellente per il proprio laboratorio, va aggiunta la possibilità di aspirare anche i liquidi, la presenza della funzione di soffiaggio, la disponibilità di un serbatoio inox da 40 litri con tappo di svuotamento, un ottimo rapporto fra potenza aspirante e consumo di corrente, una ricca dotazione di accessori solidi e fatti bene come quelli dell’Einhell TE-VC 2340 SA.

Come si presenta l’aspiratore Einhell TE-VC 2340 SA

La dotazione dell’aspiratore Einhell TE-VC 2340 SA comprende il filtro pieghettato, un sacchetto di raccolta, due tubi rigidi di aspirazione di cui uno estendibile, il tubo flessibile di aspirazione, il raccordo per il collegamento del tubo con gli elettroutensili, diversi accessori di pulizia fra cui una bocchetta combinata, una a beccuccio e una con spazzola. Nella confezione le ruote sono smontate.

Il montaggio delle ruote

Rimossi tutti gli accessori, sistemati per il confezionamento all’interno del contenitore, si ribalta sul bancone l’aspiratore per l’applicazione delle ruote, iniziando dalle posteriori, più grandi.
L’asse va inserito prima in una ruota, bloccandone la fuoriuscita con una copiglia di sicurezza, poi nella propria sede situata nel basamento.
L’asse sporge sul lato opposto e vi si applica la seconda ruota, fissando anche questa con un’altra copiglia e mettendo in mezzo una rondella. Tutto ovviamente in dotazione.
Il montaggio delle ruote grandi si conclude con l’applicazione delle due coperture di finitura, che si incastrano a scatto.
Le due ruote piccole hanno un perno che si inserisce a pressione nell’apposita sede, in posizione d’angolo del basamento. Queste sono pivotanti, ovvero ruotano liberamente di 360 gradi attorno al perno stesso. Troviamo che l’accoppiata di due ruote grandi fisse e due piccole pivotanti sia la combinazione migliore per spostare l’aspiratore nell’ambito del laboratorio.

L’installazione dei filtri

I filtri in dotazione, in realtà, sono due: oltre al già citato filtro pieghettato, viene fornito un filtro di spugna da mettere obbligatoriamente al posto del primo quando si aspirano i liquidi.
Il filtro pieghettato si calza attorno al cestello, mandandolo sino in fondo, poi si ferma con il tappo con chiusura a baionetta.
Per l’aspirazione delle polveri asciutte si monta anche il sacchetto di raccolta, che si innesta nella sporgenza del bocchettone di aspirazione, posto nella parete del contenitore inox.
Il gruppo motore, così allestito, si applica al contenitore, inserendo la protuberanza del filtro pieghettato in mezzo allo sviluppo del sacchetto di raccolta.
I tubi rigidi di aspirazione sono molto robusti, perché fatti di metallo. I due (uno curvo funge da manico, l’altro diritto da prolunga) si uniscono a pressione, avendo l’estremità leggermente conica da un lato e fatta a bicchiere dall’altro.
La prolunga diritta è telescopica: si allunga e si accorcia premendo il pulsante nero.
Nella testa del gruppo motore c’è un secondo attacco per il tubo flessibile: attaccandolo in questo punto l’aspiratore diventa un soffiatore.

Carrello portabarca fai da te | Progetto e indicazioni

Chiunque possieda una barca ed ha il problema di trasportarla e farla scivolare in acqua senza danneggiarla, può pensare di costruire un carrello portabarca fai da te

Questo carrello portabarca fai da te, costruito dal nostro lettore Marco Briccola in sole 12 ore con materiali di facile reperibilità, necessita di circa 100 euro per essere realizzato. Occorrono utensili per piegare, forare e tagliare il ferro, più una saldatrice: le saldature devono essere solide e stagne e le irregolarità si possono pareggiare con la smerigliatrice angolare (approfondisci come saldare a filo continuo oppure come saldare a gas).

Telaio su misura per il carrello portabarca fai da te

Per stabilire le dimensioni del carrello portabarca fai da te misuriamo la barca e realizziamo uno schema di progetto. Il rullo posteriore di scorrimento è un tubo in ferro riciclato di 80 mm di diametro saldato alle estremità a due spesse lamiere con foro centrale di 10 mm in cui si infila una barra filettata, ricoperto di gomma incollata con adesivo a contatto e bloccata con nastro adesivo.

E’ imperniato con dadi autobloccanti su due staffe di supporto, saldate a due pezzi di piattina forata per imbullonarla alla parte posteriore del carrello, ed è libero di ruotare sul suo asse. Il telaio si costruisce utilizzando in verticale la dimensione maggiore del tubo rettangolare 50×20 mm, per evitare flessioni; nella parte anteriore si realizza un manico per manovrare e si salda un anello di tondino per inserire una catena con lucchetto e fissare il carrello a muro.

Due pezzi di tubolare forati e saldati in orizzontale nella parte anteriore costituiscono l’appoggio per la piastra della ruota, un terzo regge il supporto poggiachiglia. Questo è realizzato con un tubetto diametro 20 mm piegato a M, a cui sono saldati alle estremità dei tondini filettati, rivestito di gomma e imbullonato al traversino. I supporti posteriori sono in piattina forata alle estremità, rivestita in gomma. Due buone mani di antiruggine completano l’opera.

Cosa serve per costruire un carrello portabarca fai da te:

  • Troncatrice per metalli;
  • smerigliatrice angolare;
  • saldatrice;
  • martelletto per scorie;
  • spazzola di ferro;
  • trapano;
  • morsa;
  • pinze per saldare;  
  • Tubo rettangolare in ferro sezione 50x20x2 mm, circa 10000 mm;
  • piattina in ferro sezione 2×20 mm, circa 1000 mm;
  • tubo Ø 80 mm lungo 400 mm;
  • angolare sezione 25x25x2 mm lungo 360 mm;
  • tubo Ø 20×1,5 mm lungo 300 mm;
  • tondino Ø 8 mm lungo 150 mm;
  • tubo in gomma Ø 25 mm spesso 3 mm lungo 1500 mm;
  • barra filettata M10x450 mm;
  • 2 ruote carriola gomma piena Ø 330 mm;
  • 1 ruota piroettante con piastra Ø 250 mm;
  • guaina in neoprene per idraulica;
  • nastro adesivo idrorepellente

Progettare un carrello porta barca fai da te

carrello per barca fai da te

Le giunzioni del telaio del carrello per barca fai da te

ginzioni carrello fai da te

Le giunzioni del telaio sono a tenuta stagna e i tagli seguono la forma del carrello; quelle all’angolo esterno del passaruota sono a 45°. Ai sostegni posteriori rivestiti in gomma è saldata un’appendice sagomata per contenere lo scafo.

ruote in gomma

Le due ruote alaggio fai da te posteriori sono comuni ruote da carriola di gomma piena, mentre quella anteriore, di diametro inferiore, è una ruota piroettante da carrelli industriali completa di piastra. Il rullo posteriore e il suo sistema di perni si costruiscono a parte. I punti di appoggio dello scafo sono tubi o piattine sagomati e rivestiti in gomma.

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Dissaldare componenti elettronici | Cosa c’è da sapere

Separare due pezzi saldati è facile, ma occorre dissaldare e quindi ripulirli dallo stagno

Gli appassionati di elettronica sanno bene che dalle schede degli apparecchi non più funzionanti si possono recuperare molti componenti utili per nuovi circuiti: per farlo bisogna dissaldare quest’ultimi dalla loro posizione, in modo che i piedini o gli zoccoli risultino il più possibile ripuliti dalle tracce di stagno.

Dissaldare componenti elettronici

In pratica dissaldare significa effettuare una saldatura al contrario: si ammorbidisce lo stagno con il saldatore, senza premere, e con l’altra mano lo si “aspira” con il dissaldatore prima che solidifichi nuovamente.

Il dissaldatore è conosciuto anche come “succhiastagno”, ha l’aspetto di un pennarello e, nella sua forma più comune, contiene un piccolo stantuffo che prima dell’utilizzo va spinto all’interno, in modo da poter aspirare lo stagno tirandolo all’esterno; l’azionamento può essere manuale, come una classica pompetta, o a molla.

Dissaldare componenti scheda madre

Non sempre però la dissaldatura è un’operazione semplice e scontata: le leghe di saldatura non sono tutte uguali e in alcuni casi sono difficoltose da rimuovere. Può essere utile far colare sulla saldatura una goccia di stagno in modo da inglobarla in essa e, riscaldando una seconda volta, riuscire ad aspirare l’intera massa. Per rimuovere alcune saldature da circuiti stampati è possibile ricorrere a una pistola ad aria calda, regolata su temperature opportune e munita di ugelli appositi.

Si attende che la punta del saldatore sia ben calda e la si porta a sfiorare la saldatura da eliminare; nell’altra mano bisogna avere il dissaldatore già pronto per aspirare lo stagno appena si liquefa e passa da opaco a lucido.
Se lo strumento è del tipo a molla, basta premere il pulsante e lo stantuffo viene richiamato all’indietro con uno scatto, generando all’interno la depressione necessaria ad aspirare lo stagno attraverso il foro in punta.
Lo stagno indurisce quasi istantaneamente all’interno del puntale, ma senza occludere il foro: si possono perciò dissaldare più contatti prima di svitare il puntale e scaricare i residui sottoforma di palline.
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  • FUNZIONAMENTO FACILE: Grazie all'elemento riscaldante integrato è possibile utilizzare la pompa dissaldante con una sola mano. In questo modo avrai sempre una mano libera.
  • FORTE POTERE DI ASPIRAZIONE: La forte potenza di aspirazione rimuove la saldatura facilmente e rapidamente.
  • TERMOSIFONE: L'elemento riscaldante serve a riscaldare la saldatura e a renderla nuovamente liquida.
  • GRANDE FLESSIBILITÀ: Questa pompa dissaldante manuale può essere facilmente azionata con una mano ed è adatta sia per utenti destrimani che mancini.
  • MATERIALE DUREVOLE: L'aspiratore elettrico è realizzato in PVC e metallo di alta qualità, che lo rendono robusto e durevole.
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  • Grazie alla punta dissaldante lunga e sottile è possibile lavorare anche su circuiti stampati di piccole dimensioni
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Come installare un cancelletto di sicurezza

Installazione passo-passo di un accessorio fondamentale per la tutela dei nostri bambini

Le scale, da sempre, possono rivelarsi fonte potenziale di pericolo per adulti e bambini. Se, per i più grandi, gli episodi di scivolamento e cadute accidentali possono essere “contenuti” grazie a una soglia di attenzione ed esperienza maggiore, per i bambini piccoli è opportuno azzerare il rischio, o quantomeno abbatterlo in maniera significativa, installando un cancelletto di sicurezza.

Il mercato dei cancelletti di sicurezza offre diverse alternative con prezzi e materiali differenti, che ovviamente si riflettono sull’effettiva capacità di offrire uno standard qualitativo in termini di riduzione del rischio.

Abbiamo installato e testato il cancelletto di sicurezza in metallo Poupy che riesce a conciliare facilità di installazione, materiali di prima qualità ed elevata sicurezza ad un prezzo accessibile.

Il cancelletto di sicurezza Poupy è dotato di dispositivi di chiusura e apertura che ne rendono molto difficile l’utilizzo da parte dei bambini al di sotto di 2 anni ed è utile non solo per impedire l’accesso alle scale, ma anche per limitare l’accesso ad altre stanze potenzilmente pericolose, come la cucina.

Il cancelletto di sicurezza Poupy è apribile facilmente (a doppio senso) con una sola mano per permettere il passaggio all’adulto. È dotato di prolunga da 100 mm, per l’installazione in punti larghi sino a 820 mm.

Sul sito www.poupy.eu possiamo trovare numerosi articoli interessanti, tutti Made in Italy, per i nostri bambini.

Caratteristiche tecniche del cancelletto di sicurezza in metallo Poupy:

  • Larghezza: 730 mm (estensibile fino a 820 mm)
  • Altezza: 786 mm
  • Profondità: 28 mm
  • Peso: 4,4 Kg
  • Conforme alla EN 1930:2000
  • Indicato per bambini fino a un’età massima di 24 mesi

Cosa troviamo all’interno della confezione:

  • Cancelletto di sicurezza
  • Distanziale da 100 mm
  • 4 cuscinetti + 4 rondelle adesive
  • 4 rotelle filettate di regolazione
  • 4 bulloni distanziali
  • 4 viti
  • 2 perni distanziali

Operazioni preliminari all’installazione del cancelletto di sicurezza

cancelletto di sicurezza per bambini

  1. Si avvitano sui bulloni distanziali le rotelle filettate di regolazione.
  2. I bulloni distanziali, provvisti di rotelle, si inseriscono nelle sedi del cancelletto.

Come si fissa la barra distanziatrice

cancelletto poupy

Prima di fissare il cancelletto occorre misurare la distanza tra la parete e la colonnina della scala. Se necessario, si può installare l’estensione in dotazione (consente di passare da un’apertura di 730 mm a una di 820 mm).

  1. Nelle sedi del cancelletto si inseriscono, a battuta, gli appositi perni di giunzione.
  2. I perni non fanno altro che tenere rigidamente l’estensione.
  3. Premiamo il distanziale al cancelletto, in modo che i perni si inseriscano completamente e risultino invisibili.
  4. In questo caso i bulloni distanziali si inseriscono nelle sedi dell’estensione (esattamente come si è fatto nella situazione precedente, nel caso in cui non è necessario applicare l’estensione).

Installare il cancelletto di sicurezza

installare un cancelletto

  1. Si mette in posizione il cancelletto (completo di bulloni distanziali) e, tenendolo in bolla, si marca a parete il contorno dei 4 cuscinetti.
  2. Dopo aver tolto la pellicola di protezione, si applicano le rondelle adesive ai cuscinetti.
  3. Per praticità, nell’esatta posizione in cui abbiamo marcato il contorno dei cuscinetti, possiamo applicare direttamente a parete le rondelle adesive (anziché sui cuscinetti). In questo modo avremo un riferimento diretto per praticare i fori con il trapano avvitatore.
  4. All’interno di ogni foro, dopo un’accurata pulizia, inseriamo tasselli a espansione e predisponiamo i cuscinetti (fissandoli alle rondelle adesive).
  5. Il fissaggio definitivo dei cuscinetti avviene grazie all’applicazione delle viti in dotazione.
  6. Si mette in posizione il cancelletto allargando i bulloni distanziali prima nella parte inferiore e poi in quella superiore. Da notare come il cancelletto tenda a rimanere divaricato nel punto di chiusura della porticina: mettendo in spinta i distanziali il divario deve andare a zero, così la porticina rimane chiusa.
  7. Per regolare i distanziali non occorre altro che agire sulle rotelle filettate di regolazione. (Attenzione: non estendere i bulloni di regolazione per più di 65 mm).
  8. Per aprire il cancelletto di sicurezza si spinge con il pollice il pulsante e contemporaneamente si solleva leggermente (c’è un rilievo di tenuta alla base).

Macchie di ruggine | come rimuoverle con FILANO RUST

FILANO RUST è lo specifico smacchiatore FILA per rimuovere le macchie di ruggine superficiali da marmo, granito, pietra naturale, agglomerati, gres porcellanato, ceramica, cotto e cemento che agisce in soli 15 minuti

A cosa serve

Filano Rust Rimuove le macchie di ruggine superficiali. Grazie alla sua formula non acida, è particolarmente indicato per superfici delicate come marmi lucidi.

I vantaggi

Consistenza viscosa: permette di agire direttamente sulla macchia da rimuovere, massimizzando l’efficacia del prodotto ed evitando gli sprechi. Agisce in pochissimi minuti: elimina le macchie in soli 15 minuti dall’applicazione.

Come si usa

No diluizione: pronto all’uso.

Applicazione

  1. Applicare il prodotto sulla macchia da rimuovere coprendola completamente.
  2. Lasciare agire circa 15 minuti.
  3. Il prodotto assumerà un’intensa colorazione viola, segno di reazione con la ruggine presente.
  4. Trascorso il tempo indicato, asportare il residuo di prodotto e sciacquare accuratamente con acqua pulita, lasciando asciugare.
  5. Se necessario è possibile ripetere l’applicazione.

[box type=”info” align=”aligncenter” class=”” width=””]Per maggiori informazioni visitare il sito del produttore FILA Solutions[/box]

 

Politura dei metalli | Come eseguirla correttamente

La politura è l’ultima tappa del lavoro, per avere superfici lisce e a specchio

La politura, o lucidatura, è una fase di pulizia che serve a eliminare i depositi, i segni lasciati dai passaggi precedenti e altre imperfezioni: passando dagli abrasivi a grana grossa a quelli via via più fini si ottiene una superficie molto liscia che può in seguito subire diversi trattamenti di finitura. Se è prevista una verniciatura è meglio lasciare la superficie un poco rugosa, per una migliore aderenza.

Come si fanno le politure?

Per utilizzare gli elettroutensili ci sono appositi tamponi e platorelli per levigatrici rotorbitali e trapani su cui montare le cuffie d’agnello. Queste, prima di essere utilizzate vanno ricoperte con una pasta lucidante di composizione diversa a seconda dei casi; ogni cuffia va utilizzata per un determinato prodotto, in quanto i residui di prodotti differenti potrebbero annullare o alterare il loro effetto abrasivo.

Anche per le mole da banco si possono trovare cuffie per lucidatura, in questo caso di tessuto, di pelle o di feltro. Sulla smerigliatrice angolare, la cui velocità è eccessiva per utilizzare tamponi e cuffie, si possono montare speciali dischi di nylon impregnati di resina e granuli abrasivi; di fatto la politura e la smerigliatura, in molte situazioni, si intersecano. La sabbiatura è il procedimento più veloce per preparare grandi superfici, anche rimuovendo vecchie finiture.

Come si esegue una politura?

La patina superficiale che opacizza il metallo o una vecchia finitura possono essere rimosse inizialmente con le spazzole rotanti un po’ più aggressive, per poi passare a setole più morbide o a dischi per lucidatura.
Il platorello della levigatrice rotorbitale, oltre a ruotare, compie orbite ellittiche che incrociano le passate e lasciano la superficie priva di qualsiasi segno; si ottengono superfici specchiate, anche sulla carrozzeria.
Quando si utilizza la mola da banco è importante avere una base d’appoggio per il pezzo, mantenere la schermatura abbassata e indossare occhiali protettivi, per ripararsi dalla proiezione di piccole, ma pericolose, schegge.
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  • Chamois (viscosa)
  • 38.1 cm x 40.64 cm, 10 pezzi
  • Assorbe liquidi fino a 10 volte il suo peso; assorbe sporcizia particelle per eliminare abrasione; assorbe qualsiasi tipo di liquido
  • Dry off auto, finestre, piano di lavoro, e anche gli animali domestici; dettaglio pulito il veicolo, palestra/Athletic attrezzature, e molto altro ancora
  • Lavare in acqua e sapone e risciacquare con cura. Sempre appendere ad asciugare. Non lavare in lavatrice o a secco
Raschietto di feltro (di lana), blocco per politura, 10 x 5,5 cm, 12 mm spesso, bianco sporco - kit con 5 pezzi - Qualità "Made in Germany"
  • MATERIALE: Prodotto naturale di feltro di lana
  • QUANTITÀ: 5 pezzi
  • USO polivalente: bricolage, politura, racla, portaspilli…
  • COLORE: bianco sporco, 10 x 5,5 cm, 12 mm spesso
  • Qualità "Made in Germany"

Monoposto fai da te | Imitazione F1 in legno

Una straordinaria formula uno giocattolo in legno da far invidia alle rosse F1 da gara!

A Maranello se la vedessero se ne innamorerebbero subito, ne siamo certi… Sì, perché questa monoposto fai da te giocattolo che si ispira chiaramente alla Ferrari, è una piccola opera d’arte. Realizzata completamente in legno è un’imitazione riuscita delle “Rosse” di Sebastian Vettel e Kimi Räikkönen, che sfrecciano sulle piste del circuito F1.

La nostra monoposto fai da te ha ruote e sterzo che girano davvero e dimensioni adatte per essere cavalcata da un bambino. Le manca, però, un meccanismo per la trasmissione del moto, ragion per cui può avanzare solo a spinta. Ma se la monoposto fai da te viene messa sul supporto a dondolo, s’inserisce nella tradizione dei destrieri domestici, trasformando il cavallino (forse ormai antiquato) in una modernissima cavalcatura motorizzata.

Costruire una f1 come questa è un’opera impegnativa e lunga, che prevede l’uso di attrezzi anche non comuni, richiede un’abilità manuale collaudata e mette alla prova le capacità progettuali, sia preventive che attuative.

I pezzi hanno quasi tutti il profilo modanato (le misure indicate si riferiscono alle dimensioni massime del rettangolo in cui ciascuno è inscritto), alcuni vanno curvati, altri torniti e uno (il sedile) va lavorato manualmente a raspa. Le giunzioni sono, in compenso, per lo più semplici (incastri non ne servono e si tratta solo di incollare i pezzi costa a faccia o costa a costa, rafforzando in certi casi con viti o chiodi).

Qua e là per tenere in morsa ci vogliono attrezzi particolari (cinghia e cagne). Per lavorare le ruote è indispensabile essere versati nella tornitura. In ultimo, il fissaggio delle saette dell’asse anteriore richiede una guida di foratura inclinabile e graduata. Che dite? la nostra monoposto fai da te in legno sarà pronta per la Scuderia Ferrari?

Cosa serve per costruire una monoposto fai da te (numeri riferiti al disegno sottostante):

  • Pino spesso 19 mm: 4 elementi dondoli (1) 130×1250 mm, 4 giunti d’angolo (2) 28×90 mm, 2 poggiapiedi (3) 100×340 mm, 2 fiancate (4) 195×823 mm, 1 chiusura anteriore cofano (5) 50×64 mm, 2 elementi sostegno piantone sterzo (6) 115×198 mm, 1 chiusura posteriore cofano e sostegno anteriore sedile (7) 131×203 mm, 1 sostegno posteriore sedile (8) 162×174 mm, 2 montanti interni ed esterni (9 e 10) 45 e 20×155 mm, 2 fiancate (11) 155×155 mm, 2 montanti in diagonale (12) 79×155 mm, 2 montanti porta-asse (13) 136×168 mm, 1 copertura posteriore (14) 168×300 mm, 2 spessori aggiuntivi (15) 185×365 mm, 1 tacchetto riempimento posteriore (16) 45×46 mm, 1 sedile (17) 200×610 mm, 2 nervature triangolari interne (18) 70×70 mm, 1 sostegno mezzotondo interno (19) 42×76 mm, 4 dischi freni (20) 100×100 mm, 30 elementi ruote (21) 195×195 mm, 4 dadi (22) 52×52 mm.
  • Multiplex spesso 10 mm: 4 sostegni (23) 100×130 mm, 1 fondo posteriore (24) 400×785 mm, 1 fondo anteriore (25) 147×385 mm, 1 schienale (26) 150×192 mm, 1 piastra alettone anteriore (27) 105×340 mm, 2 elementi laterali alettone anteriore (28) 75×140 mm, 2 elementi giunzione alettone anteriore (29) 58×105 mm, 2 fiancate esterne alettone posteriore (30) 210×250 mm, 2 fianchi interni alettone posteriore (31) 75×155 mm, 2 listelli curvi alettone posteriore (32) 40×195 mm, 2 rondelloni per asse posteriore (33) 65×65 mm, 2 elementi sterzo (34) 150×150 mm, 1 pomolo sterzo (35) 30×30 mm.
  • Compensato da curvare spesso 4 mm: 1 cofano (36) 175×575 mm, 2 pezzi aerodinamici (37) 120×330 mm, 1 copertura mezzo conica (38) 410×460 mm, 1+1+1 spoiler (39, 40 e 41) 192, 105 e 90×240 mm.
  • Listello tondo Ø 30 mm: 2 traverse dondoli 284 mm.
  • Listello tondo Ø 20 mm: 3,5 m per il piantone, gli assi e le saette.
  • Multistrato spesso 10 mm: 2+2 distanziatori pezzi aerodinamici 20×65 e x95 mm.
  • Ferramenta e varie: 4 spine Ø 10 mm come comandi sterzo, 4 tirafondi, viti per truciolare, colla vinilica, smalto rosso, nero e grigio.

disegno formula uno

La monoposto fai da te ha una forma affusolata

curvare il legno

Sagome di masonite o MDF sottile (1) aiutano a individuare la forma voluta, senza sprecare materiale più prezioso, e permettono di incidere preventivamente, con il cutter, i singoli profili sui pannelli, in modo da garantire che, durante il taglio con il seghetto alternativo, la lama non sbrecci il legno. I pezzi verticali sono fissati al fondo (2) con colla e viti da sotto, mentre fra loro sono solo incollati. Per serrare in fuori squadra si usano le cagne, dette anche molle da corniciaio, che si mettono e levano con l’apposita pinza (3). Per i pezzi da curvare (4) si usa o compensato sottile normale (che può essere opportuno bagnare), oppure quello specifico per questi usi, più flessibile. La prima curvatura si ottiene serrando il pezzo fra morsetti, quella definitiva risulta da sé nel momento in cui lo si incolla sugli altri. Qui l’unico mezzo adatto per serrare è la cinghia (5), avvolta in più spire. Qualche chiodino aiuta la tenuta e, una volta tolto, non lascia quasi segni sulla cinghia stessa.

Alettoni e corpo macchina

alettone anteriore formula 1

alettone posteriore in legno

formula 1 fai da te

Lo spoiler anteriore (1) va fissato sotto il fondo, il posteriore (2) ha nei fianchi una gola, che va a prendere sulla chiusura di coda. Il corpo principale della macchina (3) è composto da una parte anteriore affusolata, con cofano e sedile, e una posteriore, più larga ed elaborata, sulla quale va poi montato il tunnel per il risucchio dell’aria dietro la testa del pilota (qui chiuso e impiegato come schienale). Collegano le due parti i pezzi curvi aerodinamici applicati ai fianchi. Alcune operazioni nel montaggio del corpo macchina e dei suoi annessi seguono una sequenza più o meno obbligata. I fori per gli assi, le saette e il piantone vanno aperti prima di qualunque assemblaggio fisso. Il supporto per il piantone dello sterzo va sistemato al suo posto prima che il cofano sia definitivamente chiuso e la stessa cosa vale per l’alettone anteriore, che così può essere avvitato dall’interno (anche quello di coda si blocca da dentro, ma lì la macchina resta sempre
aperta).

Tornire le ruote della monoposto fai da te

tornire il legno

boccola in ferro

Per non dover eliminare troppo materiale durante la tornitura, conviene partire da pezzi con profilo già piuttosto circolare, che si possono ottenere tagliando con l’alternativo una serie di dischi e anelli (1), e incollandoli poi assieme (2). Questo sistema permette, inoltre, di evitare l’acquisto di una grossa trave e di ottenere ruote più leggere grazie ai vuoti interni in corrispondenza degli anelli. La tornitura (3) va fatta con il regime di giri più basso perché, dato il raggio notevole, la velocità di rotazione periferica è piuttosto elevata. Siccome le ruote devono risultare tutte di ugual diametro, la misura non può essere affidata all’occhio, ma va controllata con il calibro a compasso (4). Per la tornitura a sbalzo (5) delle estremità rientrate e, poi, delle scanalature sul battistrada, non potendo ottenere dal pezzo un codolo con cui montarlo sul mandrino a boccola (6), ma anzi dovendo aprire nelle ruote un foro centrale per l’asse, si tornisce un pezzo apposito, da frapporre, che da un lato entri nella boccola e dall’altro abbia un codolo adatto al buco (7). Il progetto prevede ruote sfilabili e libere di ruotare fra il disco, incollato sull’asse, e il dado di tenuta, fissato allo stesso con un bullone tirafondi. Per ridurre l’attrito è bene ungere o incerare l’asse.

Formula uno fai da te su dondolo

dondolo in legno

formula uno giocattolo

Siccome la macchina ha il baricentro piuttosto arretrato, per il supporto a dondolo conviene disegnare un profilo con spessore massimo in corrispondenza del centro di gravità dell’auto e curva variabile, accentuata sul retro, più piana davanti. Il forte spessore dei pattini si ottiene accoppiando due tavole per ciascuno, il profilo identico lavorando tutti e 4 i pezzi assieme. Le traverse che li uniscono s’infilano in fori ciechi, i supporti su cui appoggia l’auto sono tenuti saldamente in verticale dai giunti d’angolo (1 e 2). La modanatura anteriore accoglie l’asse, quella posteriore è molto più larga (3) per far spazio al rondellone. Il dondolo è completato da due tavolette poggiapiedi.

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Cromature: come lucidarle

Polvere, aria salmastra, asfalto, ruggine sono pericolosi nemici per le parti cromate: ecco un’utile guida per lucidare cromature di auto, moto, biciclette

Lucidare cromature è un’operazione necessaria quando il tempo, la polvere e gli agenti atmosferici hanno attenuato la brillantezza delle parti cromate. La continua manutenzione, a partire dalla costante pulizia, evita agli agenti esterni di danneggiare le superfici cromate. Queste, con il passare del tempo, sono sottoposte a una certa abrasione da parte di sassolini e polvere.

Nelle microfratture che si generano si insinua l’acqua che, ossidando il metallo sottostante, provoca i classici puntini e bolle distaccando la parte cromata dal supporto. Quando si “mettono via” la moto o la bici durante i mesi invernali bisogna lucidare le cromature ed effettuare un accurato lavaggio. Per difendere le parti cromate dall’eventuale umidità del locale di rimessaggio, possiamo stendere su di esse un velo di olio di vaselina con un panno.

La vaselina forma un sottilissimo strato impermeabile all’umidità dell’aria. Prima di riutilizzare il mezzo effettuiamo un altro lavaggio per eliminare la vaselina che tratterrebbe la polvere. In commercio esistono numerosi prodotti per lucidare le cromature da applicare con appositi panni, previo accurato lavaggio seguito da una buona asciugatura.

Cosa serve:

  • Shampoo per carrozzeria
  • Liquidi e paste protettivi, lucidanti per cromature
  • Panni per applicazione

Lucidare cromature – Le fasi

  1. Gli agenti atmosferici e l’abrasione provocata dal ghiaietto stradale rendono la cromatura opaca e punteggiata di numerose macchioline di ruggine su tutta la superficie.
  2. Prima di ogni altro intervento è essenziale procedere a un approfondito lavaggio che effettuiamo con acqua tiepida e shampoo per carrozzeria. Infine asciughiamo accuratamente la cromatura.
  3. Con un panno morbido e non peloso stendiamo sulla superficie un preparato lucidante e disossidante per parti cromate. Lo depositiamo con piccoli movimenti circolari in uno strato sottile.
  4. Una lucidatura molto più approfondita la possiamo ottenere montando la cuffia di agnello sulla levigatrice roto-orbitale che azioniamo alla velocità minore spostandoci lungo la superficie cromata.
  5. Lasciamo asciugare alcuni minuti e poi ripassiamo uno straccio asciutto che asporta il prodotto effettuando una prima lucidatura. Possiamo ripetere l’operazione sui punti che appaiono più danneggiati.
  6. Il risultato finale offre una cromatura rimessa al suo stato originale, brillante e liscia. Periodicamente effettuiamo la stessa operazione anche se non rileviamo danni particolari.

Con il Polish

Se la cromatura è molto danneggiata possiamo far precedere all’intervento con il lucidante un’applicazione di polish per auto che ha un certo potere abrasivo (1). Le operazioni da compiere sono le medesime, ma il passaggio finale possiamo effettuarlo anche solo con il panno passato più volte sulla superficie cromata (2).