Il cemento cellulare (o gasbeton) non è solo leggero ed isolante, ma ha anche una notevole resistenza alla compressione ed è questa dote che lo vede protagonista del nostro progettino per una panca da giardino fai da te, simpatico complemento d’arredo per uno spazio all’aperto.
Per realizzare la panca da giardino occorrono due blocchi lunghi di gasbeton circa 620, larghi circa 450 e spessi circa 150 mm, qui ottenuti dall’accoppiamento, con l’adesivo specifico, di 8 lastre da 75x250x 625 mm, più facili da tagliare col seghetto alternativo.
I blocchi di cemento cellulare che caratterizzano i supporti della panca da giardino, una volta sagomati secondo il disegno e verniciati, si collegano con una traversa inferiore e con la panca, protette con impregnante ed olio e rette da piastrine ad L avvitate in tasselli ad espansione (quelli specifici per il cemento cellulare che ne evitano la fessurazione). Un pezzo di corda irrigidita con colla vinilica da esterni e fatta asciugare in forma fa da coda ai porcelli.
Progetto gambe panca da esterno a forma di porcellini
OGNI QUADRETTO 5X5 cm
Come lavorare il cemento cellulare per ottenere una panca da giardino fai da te
Il gasbeton Si lavora facilmente anche con gli attrezzi da falegname (tranne sgorbie e scalpelli) in quanto la sua relativa friabilità non danneggia i denti delle seghe o delle raspe.
i semiblocchi si sagomano con l’alternativo, con la sega a nastro o col voltino.gli spigoli si smussano con una raspa a mano o con una rotativa montata sull’albero flessibile.lo specifico adesivo per cemento cellulare unisce saldamente gli elementi dei porcellini.
Non sai dove comprare il gasbeton? Ecco alcuni consigli
Si fissano i supporti ad L cui si avvita la panca, costituita da quattro assicelle unite da due traverse.Si completa colorando il gasbeton con con uno smalto rosato.
Preziosa guida per costruire un mobile lavatrice utilizzando degli elementi in legno recuperati da vecchie persiane
Anche se ormai ci abbiamo fatto l’occhio, non si può dire che la lavatrice sia un gran bell’oggetto di arredo. Il nostro lettore Gino Selmi, per esempio, proprio non ne sopportava l’aspetto e quindi ha deciso di darle una nuova veste, costruendo un mobile lavatrice fai da te adatto al locale che l’accoglie (bagno o cucina) ed ancora più funzionale.
Aumentandone solo di poco le dimensioni originarie, con un grande cassetto ed un’alzata provvista di mensola portaoggetti e di due cassetti piccoli, si ricava molto spazio in più.
Le dimensioni finali del mobile lavatrice risultano 700x515x 1000 mm di altezza e dipendono da quelle dell’elettrodomestico utilizzato; occorre prevedere uno spazio libero di almeno 20 mm su ogni lato, perché la lavatrice non trasmetta vibrazioni al rivestimento, durante la centrifuga.
Il mobile per lavatrice fai da te è sprovvisto di fondo, per assicurare all’elettrodomestico il necessario raffreddamento, ed è fatto per essere indossato dall’alto, come un vestito.
Cosa serve per costruire un mobile lavatrice
Sega circolare da banco;
fresatrice;
seghetto alternativo;
pialla a filo e spessore o pialletto;
trapano;
avvitatore;
levigatrice rotorbitale;
Tavolette di recupero sezione 55×10 mm (32 pezzi da 440 mm; 26 da 230 mm);
listelli sezione 50×50 mm e 50×23 mm per i montanti;
listelli sezione 15×10 mm per le guide dei cassetti;
listelli sezione 20×20 mm per il telaietto dell’alzata;
listelli sezione 30×15 mm per le cornici dei cassetti;
massello abete spesso 15 mm per i lati ed il fronte dei cassetti;
Potente motore da 1200 Watt, per le applicazioni più impegnative in qualsiasi tipo di legno
Possibilità di scegliere la velocità corretta per ogni materiale grazie al dispositivo di preselezione della velocitÃ
Sostituzione della fresa semplice e veloce, grazie al bloccaggio dellâ€alberino integrato
Il sistema SDS Bosch consente un inserimento facile del copiatore senza necessità di attrezzi
Dotazione: POF 1200 AE, guida parallela, copiatore, fresa 8 mm, adattatore di aspirazione polvere, perno di centraggio, manicotto di guida, pinza di serraggio (3 pezzi), pinze, in scatola di cartone
Le tavolette di vecchie persiane, smontate, restaurate e inserite nei nuovi telai, si sono rivelate una soluzione pratica e gradevole. I lati dei cassetti sono in multistrato, pure di recupero. Per il telaio si utilizzano gli stessi montanti di larice delle vecchie persiane. Con una spesa effettiva di soli 20 euro si acquista la ferramenta, come le cerniere e le chiusure a calamita, la vernice di finitura ed i pomi dei cassetti.
Come costruire un mobile lavatrice fai da te
Il lavoro richiede un certo impegno ed un’attrezzatura completa: è necessario infatti ottenere scanalature sui montanti, in cui inserire le tavolette di rivestimento, incastri a tenone e mortasa per assemblare il telaio portante, incastri a mezzo legno per unire i fianchi dei cassetti.
Si può ottenere un risultato analogo, ma meno raffinato, sostituendo gli incastri con spine o viti. Le scanalature longitudinali sui montanti si possono eseguire con una semplice sega circolare da banco, provvista di regolazione della profondità di taglio e guida parallela.
Il telaio è formato da quattro montanti provvisti sul lato interno di scanalature profonde 10 mm e larghe quanto le tavolette utilizzate; i montanti sono collegati da quattro traverse laterali, due posteriori e tre anteriori: una di queste delimita il vano del cassetto. Prima di incollare definitivamente le parti del telaio occorre inserire tutte le tavolette di rivestimento nelle loro scanalature.
Prima di bloccare definitivamente il telaio con l’incollaggio, dobbiamo effettuare un assemblaggio di prova e controllare che tutte le tavolette entrino nelle scanalature dedicate; alcune traverse provvisorie, fissate con chiodini, tengono la struttura in squadra: questa è una condizione importante per verificare la chiusura delle ante.Il top in multistrato, prima di fissare definitivamente l’alzata con i casssetti, deve essere levigato e trattato con turapori; la levigatrice rotorbitale, usata con carta abrasiva di grana crescente, è lo strumento più adatto. L’alzata può essere semplicemente apoggiata sul piano; basta predisporre quattro spine sul lato inferiore, che si inseriscono in altrettanti fori praticati sul piano.
I montanti del telaio hanno la sezione a forma di L; ogni ala della L presenta una scanalatura in cui inseriamo le tavolette di rivestimento e le traverse superiori, queste ultime munite di tenone di larghezza e lunghezza adatta.Inseriamo, senza incollarle, le tavolette di rivestimento nelle scanalature dei montanti; in questo modo potranno seguire liberamente i minimi movimenti dovuti agli sbalzi di temperatura; la traversa superiore va invece incollata.
I telai dei due sportelli vengono realizzati successivamente, quando è ben definita l’ampiezza del vano da chiudere. I due sportelli ruotano su cerniere a libro avvitate sul lato interno; la chiusura è affidata a due scrocchetti magnetici. L’alzata sopra il top è formata da tre pannelli di multistrato spesso 18 mm; i due laterali sono sagomati con il seghetto alternativo, quindi rifiniti con carta vetrata.
All’interno dei pannelli predisponiamo un telaio entro cui scorrono i due cassetti piccoli formati da quattro lati, più un fondo in faesite, più un frontale che serve da battuta anteriore. I quattro lati hanno a 5 mm dal bordo inferiore una scanalatura profonda 5 mm, in cui si inserisce il fondo. Sui lati esterni dei fianchi si pratica una scanalatura in cui scorre la guida.
La profondità dei cassetti è volutamente ridotta, così che questi non arrivano sul fondo del mobile; lo spazio rimasto serve per accogliere i tubi di mandata e di scarico, oltre al cavo elettrico. Prima di calare il mobile sulla lavatrice, controlliamo che i tubi non presentino strozzature, ma siano avvolti in modo sufficientemente ampio.
Se si calpesta una superficie fredda, anche se ci si trova in un locale riscaldato, non si ha una sensazione di comfort assoluta: si rischia di alzare la temperatura per sopperire ad una carenza, spendendo di più e senza raggiungere lo scopo.
Questo succede quando il freddo arriva dal locale sottostante che può essere una cantina, un garage o un magazzino non riscaldati.
Nelle costruzioni non proprio recenti, tra gli interventi da eseguire per un buon isolamento si può riscontrare anche una situazione nella quale è necessario isolare il soffitto. Trattandosi di locali di servizio sono caratterizzati da soffitti piùttosto bassi, ma non tanto da impedire l’applicazione di pannelli isolanti in spessori compresi tra 60 e 100 mm.
Come isolare il soffitto con polistirolo
Qui sono stati utilizzati pannelli di polistirolo espanso sinterizzato autoestinguente rinforzato da uno strato di lana di legno di abete, mineralizzata e legata con cemento Portland. Dopo l’applicazione non sono necessarie ulteriori finiture, anche dal punto di vista estetico il risultato è apprezzabile.
Trattandosi di un’applicazione a soffitto, l’incollaggio dei pannelli andrebbe comunque stabilizzato con tasselli, tanto vale evitare di sporcare l’ambiente ed eseguire il lavoro soltanto con il fissaggio meccanico. Si possono utilizzare lunghi tasselli a vite o a percussione (come per il fissaggio dei battiscopa) con una larga rondella di plastica o teflon interposta sottotesta.
Le lastre di isolante possono avere i profili sagomati per ottenere un incastro, una sorta di maschio/femmina che facilita il montaggio e rende meno evidenti le giunzioni. Ai lati a contatto con le pareti va rimossa la sporgenza con un segaccio.
I pannelli vengono preforati a terra, in posizione centrale, con una punta da legno. Grazie agli smussi ai lati ed al peso ridotto non è si fatica a tenerli in posizione mentre si utilizza il preforo per eseguire la foratura del supporto con una punta da muro.
Anche se i pannelli non sono in grado di flettere, con un pò di precisione nei tagli è possibile posizionare a soffitto l’ultimo pannello di ogni fila solo facendolo entrare leggermente forzato tra la parete ed il pannello precedente. Il trucco va utilizzato una volta da un lato ed una volta dal lato opposto, alternando la posa.
Prestando la necessaria attenzione, a fine lavoro non si evidenziano irregolarità: l’aspetto del soffitto è uniforme, grazie anche ai punti di fissaggio ridotti al minimo; eventuali fessure che possono essere rimaste riguardano soltanto l’anima di polistirolo e non il rivestimento di fibra legnosa.
Grillo di Esinplast: ecco finalmente un fermapersine intelligente
Facilità di utilizzo e di installazione, alta durabilità e affidabilità, sono queste le caratteristiche che hanno reso i “Grillo” il fermapersiane automatico per eccellenza.
L’innovazione introdotta da Esinplast da questo particolare fermapersiane riguarda la possibilità di bloccare l’anta della persiana spingendola semplicemente verso il fermaimposte che si richiude bloccandola ed evitando così di sporgersi, come richiesto per i fermaimposte manuali.
Un fermaimposte testato severamente
Il fermapersiane Grillo è testato per garantire un’alta resistenza a tutti gli agenti atmosferici e ai continui apri e chiudi della persiana, è realizzato quasi esclusivamente in materiale termoplastico, evitando le problematiche legate alla formazione di ruggine.
I modelli disponibili per il fermapersiane automatico Grillo
La famiglia Grillo si compone di tre modelli Top, Midi e Maxi che si differenziano per la dimensione del battente che possono bloccare.
Super Top Grillo: sede anta regolabile da un minimo di 44 ad un massimo di 60 mm
Super Midi Grillo: sede anta regolabile da un minimo di 85 ad un massimo di 101 mm
(vedi scheda prodotto)
Super Maxi Grillo: sede anta regolabile da un minimo di 109 ad un massimo di 125 mm
(vedi scheda prodotto)
Il Grillo può essere applicato a qualunque tipologia di infisso, a prescindere dal materiale con cui è realizzato (legno, pvc, alluminio etc.). I fermaimposte Grillo possono essere acquistati online sul sito www.windowsimprove.com
Super Top GrilloSuper Midi GrilloSuper Maxi Grillo
Facile installazione fai da te
Il fermaimposte automatico Grillo è di facile installazione in quanto richiede solo la realizzazione di un foro nell’involucro edilizio per permettere l’inserimento del tassello necessario al suo avvitamento.
Versione con ammortizzatore
Disponibile con viti di diverse lunghezze per il fissaggio, il Grillo è disponibile anche in versione con ammortizzatore e/o con tassello maggiorato; la prima permette, oltre ad ammortizzare in fase di ricezione dell’anta, di eliminare il gioco ed eventuali rumori tra quest’ultima e il fermapersiane stesso stesso.
Versione con tassello maggiorato
La versione con tassello maggiorato consente di aumentare l’altezza di quella parte del fermaimposte che determina la tenuta dell’anta nel bloccaggio. Applicando lo specifico tassello, il Grillo può essere applicato facilmente anche su muri isolati con
cappotto termico.
Guida alla costruzione di una sdraio in legno con doppia seduta
Una sdraio in legno fai da te a due posti può raddoppiare il piacere di un momento di relax, all’ombra di un albero con una dissetante bevanda a portata di mano. La struttura della sedia sdraio in legno fai da te è identica a quella della sdraio in legno classica ad un 1 posto, aumentano solo la larghezza, che diventa di circa 1000 mm, e le sezioni dei listelli, poiché un’eventuale caduta a due produrrebbe un doppio di-sagio.
Cosa serve per costruire una sedia sdraio in legno
Gli utensili: Trapano a colonna; seghetto alternativo; fresatrice portatile; carta abrasiva.
Listelli di faggio sezione 45×25 mm (2 pezzi A lunghi 1050 mm; 2 pezzi B lunghi 860 mm; 2 pezzi C lunghi 530 mm; 2 pezzi D lunghi 530 mm);
listelli di faggio sezione 60×20 mm (2 pezzi E lunghi 470 mm);
listello tondo di faggio Ø 30mm (1 pezzo F lungo 948 mm; 1 pezzo G lungo 896 mm);
listello tondo di faggio Ø 25 mm (1 pezzo H lungo 1000 mm; 1 pezzo I lungo 948 mm; 1 pezzo L lungo 896 mm);
2 bulloni M 6×80 mm;
8 bulloni M 6×45 mm;
10 rondelle per M6;
colla;
turapori;
vernice opaca;
una pezza di stoffa 1200×850 mm
Come costruire una sdraio fai da te
La realizzazione di questa sdraio in legno è alla portata di tutti e ci costa circa 100 euro, utilizzando l’essenza legno migliore per questo tipo di costruzioni: il faggio evaporato. Si tratta di un legno privo di nodi ed esente da svergolature, adatto ad essere utilizzato in listelli, leggeri, resistenti e poco flessibili.
Altre essenze adatte allo scopo, in ordine decrescente, sono il douglas, utilizzato spesso per serramenti, ed il pino, decisamente il più economico, ma con cui avremo più scarti di lavorazione, a causa dei nodi.
L’attrezzatura necessaria per la costruzione di una sdraio in legno da giardino in legno
L’attrezzatura necessaria è ridotta: un trapano su colonna per i numerosi fori passanti ed un seghetto alternativo per i tagli è tutto quanto ci occorre; la fresatrice portatile, dotata di fresa a quarto di tondo e rotellina guida, è ideale per stondare gli spigoli dei listelli, ma si ottiene un risultato analogo, anche se meno preciso, con carta abrasiva montata su tampone.
Mecchie da legno e punte forsner
Per effettuare i fori, ciechi o passanti, da 25 e 30 mm, occorrono al minimo delle mecchie da legno; ma sono più consigliabili, in questo caso, le punte Forstner che, dotate di più taglienti, assicurano fori precisi e privi di sbavature. Poiché i listelli della sdraio sono tutti uguali a due a due, è conveniente effettuare il tracciamento dei fori dopo avere affiancato i listelli corrispondenti, per ottenere maggiore precisione.
La svasatura dei fori
Tutti i fori destinati ad accogliere i bulloni della sdraio in legno sono dotati di svasatura cilindrica per accogliere la testa del bullone o il dado: in questo caso, dopo avere tracciato il centro del foro, occorre praticare per prima la svasatura cieca, con la punta Forstner, dopo avere regolato la guida di profondità sulla colonna del trapano.
Successivamente, nel medesimo centro, si pratica il foro passante di diametro inferiore; il procedimento contrario impedisce di centrare con esattezza la punta Forstner e la svasatura può risultare asimmetrica.
Foriamo i listelli con punta da 25 mm in modo che il centro dei fori sia a 12 mm dal bordo; ogni foro dista dall’altro 130 mm.Con il seghetto alternativo effettuiamo tre tagli, vicino ad ogni foro, con un’angolazione di 30°.
L’incollaggio dei listelli per la sdraio basculante
I listelli, forati e stondati, si incollano alle traverse in tondo da 25 e 30 mm, mediante una buona colla vinilica, meglio se discreta-mente resistente all’umidità (la colla vinilica non è resistente in assoluto all’acqua). Inseriamo i telai di cui si compone la sdraio, formati dai listelli A, B, C e D, uno nell’altro, distanziandoli tra loro con scaglie di legno spesse 2 mm; serriamo il tutto con strettoi ed attendiamo l’essiccazione della colla.
Pratichiamo i fori passanti da 25 e da 30 mm in cui andranno inserite e incollate le traverse in listello tondo.
✔Materiale: Materiale durevole in metallo duro. Acciaio inossidabile e titanio individuale rivestito per una lunga durata di servizio; Velocità di rotazione: 800RPM.
✔Taglie: 15mm; 16 mm: 17 millimetri; 18 millimetri; 19 millimetri; 20 millimetri; 21 millimetri; 22 millimetri; 23 millimetri; 24 millimetri; 25mm; 26 millimetri; 28 millimetri; 30 millimetri; 32 millimetri; 35 mm. sono ben confezionate, singolarmente in sacchetto oliato e inoltre in scatole di plastica.
✔Se state cercando un abito economico , questa è raccomandata in quanto si adatta a una varietà di dimensioni e pratica tutti i fori richiesti.Guidato dal cerchio circolare, tira ogni arco di un cerchio, in qualsiasi direzione..
✔Costruito per uso professionale - assicura buche piatte e fori angolari veri, precisi e puliti con rapida rimozione dei rifiuti.
✔Multiuso: Adatto per presse per fori, perforatrice pistola, per trapano per banchi, perforatrice verticale, per trapano elettrico a mano, per perforazione a motore motorizzato e per foratura a magnetismo a nastro per mobili, ecc. Perfetta per il montaggio di punta sferica, cassetto; perforazione su prodotti in legno, prodotti in plastica, legno e compensato ecc.
punta Forstner in CV per forature con o senza arresto di profondità in pannelli di masonite rivestiti di materia sintetica, legno e plastica; ideale per praticare fori per cerniere
disponibile in diversi diametri
codolo cilindrico, Ø 8 mm, per un serraggio rapido nel mandrino
Set di 15 set in scatola di legno rosso di alta qualità, con tappi di protezione
ausriss libero e pulito foratura nel legno morbido
Con punta di centraggio, 2 umfangschneiden e 2 frese principale chiuso, DIN 7483
Fresa per legno realizzata in speciale lega di acciaio per utensili: 40 45 10 12 15 16 18 20 22 25 26 28 30/35/50 mm
Estremamente attrito durch umfangschneiden a contrasto
Alle estremità posteriori dei listelli E pratichiamo un taglio longitudinale, seguendo il contorno precedentemente tracciato con una dima di cartone.Prima di effettuare i fori passanti che accolgono i bulloni, pratichiamo con la punta Forstner le svasature cilindriche cieche, profonde 5 mm.Per stondare gli spigoli dei listelli è ideale la fresatrice portatile con fresa a quarto di tondo e cuscinetto guida.
Hai bisogno di una fresatrice portatile? Ti consigliamo queste:
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Frese 6 e 8 mm, Guida parallela, Punta compasso, Ugello copiativo, Adattatore per aspirazione, Chiave di servizio per cambio frese, Protezione anti trucioli
Colleghiamo le coppie di listelli con le traverse in legno tondo, cospargendo sulle pareti del foro abbondante colla vinilica di buona qualità.
Inseriamo i telai così ottenuti uno nell’altro, distanziamoli tra loro con spessori da 2 mm e stringiamo con strettoi. I tre telai rimangono così incollati, esattamente come si troveranno quando la sdraio per esterni è chiusa, per almeno 12 ore.
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Colleghiamo i tre telai tra loro con i bulloni M6 a doppia vite, intercalando una larga rondella tra le parti in legno soggette ad attrito al fine di rendere scorrevoli i movimenti.Fissiamo i braccioli con i bulloni M6x80, utilizzando dadi autobloccanti; stringiamo il dado in modo da consentire la rotazione dei listelli.
La finitura
Prima di effettuare l’assemblaggio definitivo della sdraio in legno con bulloni, finiamo le parti in legno con una mano di turapori; carteggiamo con carta abrasiva grana 220 e stendiamo due mani successive di vernice trasparente satinata: la nostra sdraio da giardino fai da te è sufficientemente protetta per sopportare anche qualche acquazzone di fine estate.
L’applicazione della tela per la sdraio da esterni
Il telaio della sdraio in legno, verniciato ed assemblato, è pronto a ricevere la stoffa del colore preferito, ma comunque di tipo robusto e adatto a sostenere il peso di due persone.La lunghezza della pezza di stoffa per la sdraio in legno deve essere tale da risultare moderatamente tesa a telaio chiuso. Con la graffatrice fissiamo un’estremità della stoffa alla traversa inferiore, la avvolgiamo con un giro attorno alla traversa stessa e con chiodini da tappezziere, assicuriamo defintivamente la stoffa.dopo avere calcolato la stoffa occorrente, pieghiamo per 20 mm l’estremità superiore della pezza e fissiamola alla traversa superiore.
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Arredamento di una cucina e soggiorno open space: l’ultimo trend in design d’interni a cui è difficile resistere
L’open space è un concetto di architettura che definisce nello specifico tutti gli immobili caratterizzati da una pianta libera, dove solo il servizio igienico è isolato da pareti ad eccezione degli altri ambienti, che si fondono gli uni con gli altri. E’ così che cucina e soggiorno, i due fulcri principali della casa, possono creare un unico ambiente dando vita ad un’unica stanza bellissima da vedere ma soprattutto da vivere.
Se non avete a che fare con un immobile già predisposto, e non sapete come arredare cucina e soggiorno in un open space, potete ricreare questo ambiente nella vostra abitazione rivolgendovi ad uno specialista nell’arredamento e ristrutturazione cucine, che potrà fornirvi tutti i consigli più utili a livello architettonico per trasformare questa stanza isolata in un ambiente aperto, luminoso e avvolgente.
Arredare open space: focus su cucina e soggiorno
Innanzitutto è fondamentale scegliere lo stile per arredare open space in cucina e soggiorno, che deve essere perfettamente in linea con quello che è il nostro carattere e stile di vita. Una volta deciso il tipo di design a cui andremo ad ispirarci, lo adatteremo nello specifico nei mobili di cucina e soggiorno open space: è questo l’unico modo per evitare errori di cattivo gusto o ottenere come risultato un collage di complementi che non c’entrano nulla l’uno con l’altro.
Per quel che riguarda lo stile da seguire per arredare open space, è da preferire quello moderno-contemporaneo, ma non dimentichiamoci che anche il design industriale (composto da elementi per lo più in legno e acciaio), il minimal chic (che si identifica per le sue linee semplici e squadrate, prive di fronzoli), il rustico (che utilizza per lo più componenti in legno dalle linee tradizionali) e lo shabby chic (che si caratterizza da mobili anticati in legno bianco) potrebbero rivelarsi delle piacevoli sorprese. Se la vostra opzione dovesse ricadere sulle ultime due proposte, tuttavia, vi dobbiamo avvisare che la cura dei dettagli dovrà essere ancora più minuziosa, onde evitare cadute di stile.
I colori e l’importanza degli accessori per arredare open space
Nel momento in cui avete deciso qual è il vostro tipo di design preferito, dovrete passare alla scelta dei colori; per l’arredamento della cucina (e, di conseguenza, anche del soggiorno), è preferibile utilizzare un solo colore. O, al massimo, due. Assolutamente sconsigliato esagerare con la quantità di nuance diverse, altrimenti l’effetto Kandinskij è dietro l’angolo (peraltro molto stancante per l’occhio alla lunga).
La scelta dei complementi di arredo in un open space è un aspetto molto importante. Negli ambienti con cucina e soggiorno aperti, sarebbe meglio limitarsi nel numero di accessori decorativi per evitare un risultato caotico. Vi consigliamo, invece, di posizionare nei punti strategici pochi e ricercati elementi che, magari, riprendano le tinte dei mobili oppure che siano completamente a contrasto con le tonalità dell’arredo scelto.
Separare gli ambienti in un open space
Sebbene una cucina e soggiorno open space si adatti bene a immobili privi di pareti e a pianta larga, ciò non preclude la possibilità di separare gli ambienti.
Ma come fare? Semplice: vi basterà posizionare i complementi d’arredo in modo strategico, siano essi dei divani, la penisola della cucina, una libreria aperta da entrambi i lati, un separè dal sapore vintage o una fila di vasi monocromatici contenenti fiori colorati o piante sempreverdi.
Spettacolare progetto per capire come costruire una cucina in legno
Porsi la domanda di come costruire una cucina in legno può avere risvolti sicuramente pratici, soprattutto se si possiede un giardino e si vuole disporre di un punto di riferimento senza dover tornare ogni volta nella cucina di casa…
L’estate invoglia a mangiare all’aperto, in terrazza sotto un tendone o sotto arelle di cannicciato o in giardino, sotto un gazebo o una pergola di glicine o di vite. Il problema principale del mangiar fuori sta nella distanza del tavolo dai fornelli, poca se la cucina si apre sulla terrazza dove si vuol mangiare, assai maggiore se il pasto va consumato in giardino.
Chi cucina è obbligato a correre avanti e indietro per sorvegliare la cottura dei cibi e ovviamente viene escluso dalla conversazione conviviale che, confessiamocelo, è la parte più piacevole della riunione… ecco quindi che capire come costruire una cucina in legno è davvero utile.
Il trasporto delle pietanze dalla cucina al tavolo è spesso rischioso e non è raro che la fumante spaghettata anziché nei piatti dei commensali finisca sul prato a diventar cibo per gazze, storni, merli e soprattutto formiche. Quello che dovrebbe arrivare caldissimo, appena tolto dalla griglia o dalla piastra, puntine di maiale, agnello a scottadito, salsicce, eccetera rischia di intiepidirsi a scorno dell’abilità del rosticciere.
Cosa serve per costruire una cucina in legno
(per la cucina del modello, misure in mm)
Piano di lavoro in lamellare di faggio 38x600x1160
Listello sezione 57×57: 4 gambe da 746: 6 longheroni da 1002; 6 traverse da 441
Listello sezione 45×26: 2 sponde da 1002; 2 sponde da 441
4 bordini 20x25x1000;
26 assicelle 11x68x436 (ripiani inferiori);
4 listelli 26x46x1000 (ripiani inferiori);
lamellare o multistrato marino da 18 mm per gli accessori
Ferramenta: 4 ruote Ø 125 con attacco a piastra, alte 165; 4 maniglie (sponda piano di lavoro) di 337; 1 appendino a ganci fissi (davanti); 2 portaganci (sui lati corti del piano intermedio) da 437; 2 maniglie da trasporto (sui lati corti, in alto);
ciabatta multipresa con cavo e spina e fissacavo;
spine Ø 8 mm;
viti a numero e misura;
colla a prova di umidità
Come costruire una cucina in legno mobile
A tutti questi inconvenienti possiamo porre rimedio trasferendo accanto al tavolo i fornelli con questa robusta cucina in legno montata su ruote, proposta con forno elettrico e piano di cottura in vetroceramica che consentono di contenerne il peso rispetto all’alimentazione a gas, comunque sempre possibile, per i fornelli, trasportando a parte la bombola. C
Col gas sarà opportuno bordare con una cornice di lamiera di rame la finestra di inserimento così che il calore prodotto dalla fiamma si disperda ed il legno non si bruci.
La struttura delle cucina in legno
Premettiamo che capire come costruire una cucina in legno le misure fornite nell’elenco dei materiali sono puramente indicative, salvo che per la sezione e la natura degli elementi portanti, e che, seguendo le dimensioni del piano di cottura disponibile ed il tipo di arte culinaria preferito, le dimensioni della nostra cucina da campo possono, pur sempre nei limiti di un’agevole trasportabilità, essere variate a piacere.
Il manufatto è composto da tre ripiani retti da una robusta cornice e collegati da quattro gambe montate su ruote piroettanti con attacco a piastra.
Il ripiano superiore, di lamellare, è aperto da tre finestre: una rettangolare dove incastrare il piano di cottura, obbligatoria, e due, facoltative; rotonda una, dove incastrare un’insalatiera o una zuppiera in modo tale che restino stabili durante il trasporto ed una più o meno quadrata in grado di ospitare, altrettanto stabilmente, un tagliere di legno o granito, su cui poter affettare o tritare ciò che occorre.
Gli altri due ripiani sono in tavolette distanziate di circa un centimetro che lascino cadere al suolo briciole e simili. Nel modello un ripiano regge, sotto il piano di cottura, un forno elettrico e, col fondo incastrato in una tavola aperta da fori realizzati con la sega a tazza, bottiglie varie, l’altro ripiano ospita vasetti assortiti e gli ingredienti da usare nelle ricette. Inutile dire che la sistemazione e la destinazione dei due ripiani dipendono solo dalle necessità del realizzatore.
Come costruire una cucina in legno: la realizzazione del telaio
La cucina mobile è sottoposta ad un notevole carico sia statico (il peso del piano di cottura, del forno e di tutto il necessario per il pasto) sia dinamico in quanto non è detto che il percorso dalla casa al giardino sia liscio come il piano di un biliardo con conseguenti scossoni di tutta la struttura. È per questo che si debbono usare elementi costruttivi di buona sezione, in grado di reggere al tormento.
Nella sequenza fotografica è illustrato il sistema di montaggio più veloce ed economico, con unioni a mezzo di spine. Va da sé che il telaio risulterebbe assai più resistente se longheroni e traverse, opportunamente allungati di 114 mm, fossero incastrati nelle gambe con code di rondine a mezzolegno bloccate con spine.
La cornice superiore va tenuta un paio di centimetri al di sotto della sommità delle gambe.Il montaggio comincia dalle pareti corte stringendo le traverse fra le gambe con strettoi di opportuna lunghezza.Si aprono i fori, profondi circa 80 mm, per l’inserimento di spine Ø 8 mm lunghe almeno 90, da ricavare dalle barre e di cui smussare un capo col temperamatite.Spalmate di colla le zone di attacco e le spine, queste si inseriscono a fondo nelle loro sedi.Sega a dorso o seghetto alternativo tagliano poi a filo piano quanto ne sporge dal foro.I due telai così ottenuti si uniscono avvitandoli di testa ai sei longheroni affondando la testa delle viti per almeno un centimetro in un foro Ø 8 mm da chiudere poi con un pezzetto di spina con funzione ornamentale.è ovvio che per garantire la tenuta occorrono due spine o due viti per ogni unione fra gli elementi di sezione 57×57 mm mentre basta una sola vite, nascosta, per unire alle gambe quelli sezione 26×45.
Come installare le ruote piroettanti per spostare facilmente la cucina in legno
La mobilità della cucina è assicurata dalle ruote, almeno due piroettanti, di buon diametro e con attacco a piastra, meglio se triangolare, da avvitare sotto i quattro angoli del mobile. Nella foto si vede come le viti per i longheroni siano inserite in modo da non interferire con le spine per le traverse.
Piano di lavoro e tagliere
Mentre il piano di lavoro è in lamellare, gli altri due sono grigliati di tavolette fissate su due longheroni, distanziate di circa 10 mm. Colla e graffe (o chiodi o viti) uniscono i pezzi.Il tagliere a vassoio si ricava, fondo e spondine, da una tavola di lamellare da 18 mm, materiale da usare anche per l’eventuale portabottiglie o per il cassettino per i vasetti (meglio che lasciarli sciolti sul piano).
I particolari del piano
La finestra da aprire nel lamellare da 38 mm per il piano di cottura va a misura della sua parte da incassare, più stretta di quella a vista. Tracciatane sul piano la sagoma, tenendo conto anche dell’eventuale sporgenza della cornice, la si apre col seghetto alternativo dopo aver aperto negli angoli quattro fori Ø 10 mm.Se lo spessore dell’elettrodomestico supera i 38 mm occorre aprire nei longheroni superiori del telaio, con lavoro di mazzuolo e scalpello o con una buona fresatrice, lo scarico che permetta di alloggiarlo a filo piano.le sponde alte 45 mm del tagliere-vassoio, qui di 550x 330 mm con una maniglia di 90×440 mm debbono reggere ai colpi del pestacarne o al movimento della mezzaluna: sono nello stesso lamellare da 18 mm ed unite con molte spine nascoste, 5 sui lati lunghi e 3 sui lati corti, stretti ed a loro volta spinati fra quelli lunghi.Fissate bene le sponde col mazzuolo il tagliere va poi messo sotto pressa o stretto da morsetti.
La finitura della cucina in legno fai date
Visto che il mobile è destinato ad usi alimentari sono da escludere impregnanti a solvente. Il piano superiore, se dotato di appoggio per il tagliere, può essere verniciato a flatting o protetto con olio impregnante, per il resto si consiglia l’applicazione, a caldo, di paraffina o stearina.
Installazione di ringhierine e ganci
due coppie di ringhierine metalliche (qui maniglie da armadio ma ciascuno potrà usare ciò che meglio gli garbi) a bordare gli angoli posteriori del piano impediscono che pentole od altro ne scivolino fuori.il piano, completato e rifinito, si fissa ai longheroni con viti Ø 6×90 mm, 4 per lato, inserite dal basso svasando il foro d’entrata per tenerne la testa a filo piano.sostegni per ganci ad S fissati fra le gambe (altre maniglie da armadio) permettono di appendere con comodità mestoli, schiumarole, forchettoni e quant’altro occorre per la cucina. Gli strofinacci, invece, è più comodo appenderli sul davanti a ganci, singoli o montati in serie su una base, fissati al longherone superiore.
Et voilà, ecco Come costruire una cucina in legno!
Il ciclo SottoSopra comprende una serie di prodotti studiati per il rinnovamento di qualsiasi superficie e oggetto. “Sotto” la base colorata, “Sopra” la finitura trasparente: li abbiamo usati nel nostro laboratorio con test severi e con risultati sorprendenti!
Il ciclo SottoSopra è una novità Gapi Paints che abbiamo testato con grande entusiasmo, date le peculiarità e le possibilità di impiego del prodotto, che permette di rinnovare qualsiasi superficie della casa: mobili, componenti come il bancone cucina o i sanitari, persino le piastrelle del bagno. Per “Sotto” si intende il colore di base, da applicare direttamente sulle superfici da rinnovare. La seconda fase è la stesura del “Sopra”, ovvero la finitura trasparente di protezione, che può essere opaca, satinata, lucida. Tutti i prodotti sono a basso impatto ambientale, privi di solventi, inodori e in fase di certificazione HACCP.
Guarda il video di applicazione del ciclo Sottosopra
L’epossidico all’acqua Colore per Interni satinato è la base di tutto il ciclo SottoSopra. Garantisce una perfetta adesione delle finiture, oltre che sui normali supporti, cemento, intonaco, cartongesso, gesso, legno, polistirolo anche su quelli considerati difficili come ceramica, acciaio inox, marmo, lamiera zincata, vetroresina, vetro e alluminio grezzo. Il prodotto è perfettamente lavabile, anche con detergenti e solventi, ma nel contempo garantisce una perfetta traspirabilità del supporto al vapore acqueo.
Le latte sono disponibili in tre confezioni: 0,25 – 0,5 – 2 litri. La resa è di 10 m2/l. Nel caso della scrivania di queste pagine abbiamo usato una latta da 0,25 l, che ci è bastata anche per il frontale della cassettiera e abbiamo ancora avanzato parecchio prodotto.
Per le colorazioni Gapi ha studiato un sistema con pigmenti in granuli, precisissimo per l’ottenimento della stessa tonalità anche in tempi successivi. I granuli sono infatti calibrati per le varie quantità di prodotto base (0,25 – 0,5 – 2 litri) e una chiara cartella colori mostra come vanno combinati i pigmenti e in quale quantità per ottenere le 210 diverse tinte della cartella colori Gapi.
L’idea di confezionare il pigmento in flaconi da 2, 4, 8, 16, 32 grammi è ciò che semplifica moltissimo la preparazione e la ripetizione della stessa tinta in tempi succesivi, in quanto il sistema prevede l’utilizzo di tutto il contenuto del flaconcino, con quantità esatte di base.
Per attribuire alla superficie un aspetto lucido e proteggerla ulteriormente rendendola lavabile anche con i detergenti, si applica il prodotto di finitura; in questo caso il “Sopra” è Pareti e Mobili, una resina di finitura poliuretanica bicomponente, trasparente, all’acqua; è inodore e disponibile nelle versioni lucida, satinata e opaca, non richiede alcuna diluizione.
SottoSopra – L’applicazione
La realizzazione ha richiesto un barattolo di Colore per Interni da 0,25 l, 2 flaconi di pigmento (4 g di arancio, 2 g di nero), un barattolo di Resina di finitura all’acqua da 0,25 l
All’interno dei barattoli ci sono i due componenti, A e B, e le istruzioni dettagliate e chiare, per non commettere errori.
Non serve carteggiare o dare alcun primer sulla superficie da rinnovare, basta sgrassarla bene con alcool etilico.
Si versa l’intero contenuto di pigmento nella vaschetta del componente B, il contenitore più piccolo, e si mescola sino a ottenere la totale uniformità.
Si versano i due componenti nel barattolo vuoto: prima il contenuto del barattolo grande…
… poi di quello piccolo.
Si miscela sino a ottenere un impasto uniforme, raschiando bene fondo e pareti del barattolo. Il composto va fatto riposare per 5 minuti, dopodiché si aggiunge il quantitativo d’acqua indicato sul barattolo B, si torna a miscelare e il prodotto è pronto.
A seconda del quantitativo di colore preparato, si sceglie una vaschetta per rullo più o meno grande, quindi si versa l’intero contenuto preparato.
La stesura del prodotto è semplicissima perché copre molto, ha una densità perfetta, quindi non cola e non schizza.
Nel tempo di “apertura” del prodotto bisogna portare a termine la stesura su tutta la superficie dell’oggetto, completando ovviamente anche i bordi e altre zone meno visibili.
La procedura di preparazione della finitura trasparente è analoga alla base colorata, tranne per il pigmento che in questo caso non c’è. Asciutta al tatto in 3 ore, asciuga del tutto in 24 ore.
Guida alla costruzione di un pratico spostavasi legno con ruote
La costruzione di uno spostavasi fai da te può risultare davvero utile per coloro che possiedono in giardino o in terrazza delle piante in vaso sensibili agli sbalzi climatici, come i classici alberelli di agrumi, perché durante la stagione invernale deve sicuramente spostarli in un luogo riparato dal freddo e, possibilmente, soleggiato.
Ma gli arbusti crescono, con il tempo si rendono necessari rinvasi in recipienti più grandi e gli spostamenti cominciano a diventare problematici. Il nostro lettore Aldo Trevet ha pensato di costruire uno spostavasi fai da te per sistemarvi la sua pianta di limone, rigogliosa e troppo cresciuta per essere trasportata a mano, e muoverla così senza sforzo.
Già che c’era, a questo sposta vasi fai da te in legno ha aggiunto un telaio per proteggere le piante dalla grandine, a cui purtroppo la sua zona va molto soggetta, con una rete apposita. Sullo stesso telaio si può applicare di volta in volta tessuto-non tessuto per riparare dal gelo, o reti di protezione contro insetti e uccelli. La struttura portante è costituita da due forcelle a cui sono collegate, tramite staffe metalliche, le ruote imperniate sull’asse di tondino, e su cui poggia il fondo del cassone squadrato, munito due impugnature orizzontali per il trasporto e dei quattro montanti reggirete.
Cosa serve per costruire uno spostavasi fai da te
Gli utensili: Trapano con punte da legno e sega a tazza; sega; morsetti; seghetto alternativo; levigatrice; cacciavite o avvitatore; pennello.
I materiali: Pannelli in compensato o multistrato di recupero, spessi 15 mm; listelli sezione 30×40 mm; travetti sezione 40×80 mm; spezzone tondino diametro 40 mm; 2 cuscinetti a sfere; 2 staffe metalliche reggitubo; viti; colla; rete antigrandine; impregnante.
Il legname di partenza è tutto di recupero, ma robusto, e la lavorazione si effettua con le più comuni attrezzature da falegnameria, senza richiedere particolari abilità. Il risultato è una carriola dalla struttura essenziale e squadrata, ma pratica ed efficiente per il trasporto in zone diverse del giardino. Interessante e utile è il telaio di difesa antigrandine con rete, che può diventare supporto anche per altri tipi di protezione: antigelo, antivento, ombreggiante.
Come costruire uno spostavasi in legno
Il legname impiegato è tutto di recupero: pannelli, per esempio da imballaggi o vecchi mobili, e listelli e travetti dai soliti bancali. L’intera struttura in questo caso è alta 1900 mm, le dimensioni del cassone sono 600x600x500 mm, ma naturalmente ognuno può adattare le misure alle proprie esigenze, tenendo conto comunque che la carriola deve essere maneggevole, non troppo grande, poco pesante e non sbilanciata.
Con la sega tagliamo, nelle lunghezze che ci occorrono, i quattro travetti che costituiscono forcelle e impugnature e i quattro listelli come montanti della rete. Dai pannelli ricaviamo invece il fondo e le quattro pareti del cassone. Le ruote sono ottenute dagli stessi pannelli con il seghetto alternativo, possibilmente sovrapponendo due piani e fissandoli con morsetti per effettuare un unico taglio, per maggior precisione. Sono forate al centro per inserirvi il tondino che fa da asse e i cuscinetti, e sono rinforzate sul lato interno da due tavolette fissate con viti.
Listelli e travetti vanno levigati ed eventualmente piallati per eliminare irregolarità. Ripassiamo tutti i pezzi, specie i bordi di taglio, con la levigatrice orbitale. Sul fondo del cassone pratichiamo una serie di fori per impedire il ristagno dell’acqua piovana e di irrigazione.
L’assemblaggio del portavasi
Alle forcelle fissiamo contemporaneamente, con viti passanti infilate dal basso, il fondo e le pareti del cassone, che si uniscono poi anche fra loro sempre con viti. Il sistema asse più ruote è invece fissato sul lato anteriore delle forcelle mediante staffe metalliche di supporto avvitate dal basso. Aggiungiamo i quattro montanti avvitati sul cassone, e quindi i due travetti orizzontali sporgenti che costituiscono le impugnature. Rifiniamo con diverse mani di impregnante. La rete si mantiene ferma in posizione con spaghi, fil di ferro o laccetti.
Guida completa per eseguire una manutenzione perfetta della bici
Quando si parla di “manutenzione bicicletta” si fa riferimento, in linea generale, alle attività ordinarie di pulizia e lubrificazione periodica, escludendo gli interventi specifici di natura meccanica (catena esclusa) che, sebbene debbano essere eseguiti anch’essi con discreta periodicità, rientrano nella manutenzione straordinaria (in funzione del tipo di bicicletta, e dell’utilizzo più o meno gravoso).
Manutenzione bicicletta: le fasi principali
Sgrassamento e asportazione residui dalla catena
Detergenza e lavaggio generale
Lubrificazione catena e componenti per utilizzo in condizioni asciutte
Lubrificazione catena e componenti per utilizzo in condizioni bagnate
Lubrificazione catena e componenti per utilizzo in qualsiasi condizione
Le fasi sopraelencate, benché possano sembrare scontate, richiedono una buona conoscenza dei prodotti giusti e dei passaggi da eseguire per ottenere un ottimo risultato. Soprattutto gli ultimi tre punti inerenti la lubrificazione della catena, devono essere eseguiti tenendo conto delle condizioni ambientali (bagnato o asciutto) in cui andremo a utilizzare la bicicletta.
I prodotti giusti per la manutenzione bicicletta ordinaria
I prodotti della linea Wd-40 bike risultano particolarmente indicati per eseguire la manutenzione bicicletta ordinaria, essendo ideati appositamente per questo fine e testati dai migliori esperti di ciclismo con risultati ottimali. La gamma comprende 5 prodotti specifici:
Wd-40 bike detergente
Wd-40 bike sgrassante
Wd-40 bike lubrificante catena per ogni condizione
Wd-40 bike lubrificante catena per condizioni asciutte
Wd-40 bike lubrificante catena per condizioni bagnate
Manutenzione bicicletta: sgrassamento e asportazione residui dalla catena
Wd-40 Bike Sgrassante, a base di solventi, agisce rapidamente per rimuovere grasso, olio e sporco. Agisce al contatto senza lasciare residui e non necessita di risciacquo. Vantaggi del prodotto: Azione rapida – Non lascia residui – Riduce l’usura.
Raccomandato per:
Catene, Cambi, Gruppo rapporti e Corone
Dopo aver appoggiato la bicicletta su un cavalletto spruzziamo generosamente Wd-40 Sgrassatore sul deragliatore e sulle pulegge.Per rimuovere l’accumulo di sporco di ostinato agiamo con un spazzolino.Lasciamo agire la soluzione qualche minuto. Il liquido inizia ad ammorbidire e sciogliere sporco grasso e olio per asportarli facilmente dal deragliatore.Ultimiamo la lavorazione sciacquando le parti trattate con un getto d’acqua.
Manutenzione bicicletta: detergenza e lavaggio generale
Wd-40 Bike Detergente è stato concepito per rimuovere fango, polvere, catrame e lo sporco ostinato dalla bici, lasciandola perfettamente pulita. La formula polivalente lo rende sicuro su fibra di carbonio, titanio, alluminio, acciaio, cromo, gomma, plastica e superfici verniciate. Vantaggi del prodotto: Detergente polivalente – Compatibile con tutti i materiali – Facile da usare, spruzzare e risciacquare.
Raccomandato per:
Telai, Pedali, Manubri, Selle, Ruote, Raggi
Dopo aver posizionato la bicicletta sul cavalletto, sciacquiamola completamente con acqua pulita.Applichiamo Wd-40 Detergente generosamente su tutta le bicicletta, lasciando agire il prodotto per alcuni minuti.Per rimuovere lo sporco più ostinato e le incrostazioni utilizziamo un pennello a setole grosse, agendo ripetutamente sulle zone interessate. Il prodotto è studiato per rimuovere efficacemente e rapidamente sporco, fango, grasso e incrostazioni.Sciacquiamo abbondantemente con un getto d’acqua per eliminare qualsiasi traccia di sporco e prodotto detergente.Concludiamo passando uno straccio pulito per asciugare la bicicletta e renderla splendente.
Lubrificazione catena e componenti per utilizzo in condizioni asciutte
Wd-40 Bike Lubrificante Catena per condizioni asciutte è stato specificatamente ideato per l’utilizzo della bicicletta in condizioni polverose e asciutte. La sua formula contiene PTFE che penetra nelle maglie della catena e crea una fine pellicola lubrificante senza attirare polvere. Vantaggi del prodotto: Lubrificazione a lunga durata – Cambio morbido – Riduce l’attrito e l’usura della catena – Migliora l’efficienza della catena.
Raccomandato per:
Catene, Cambi, Pignoni, Leve, Gruppo rapporti
Dopo aver collocato la bicicletta su un cavalletto, applichiamo il prodotto direttamente sulla catena, girando lentamente i pedali in senso orario.L’applicatore a goccia dev’essere posizionato a circa 5 cm dalla puleggia inferiore del deragliatore; distribuiamo il prodotto direttamente sulla superficie interna della catena per una lubrificazione in profondità.L’olio penetra direttamente nelle maglie della catena prima di asciugarsi, lasciando una pellicola attiva molto sottile per una lubrificazione duratura. In prodotto previene l’accumulo di polvere o sporco e riduce la frizione e l’usura sulla catena.
Lubrificazione catena e componenti per utilizzo in condizioni umide
Wd-40 Bike Lubrificante Catena per condizioni umide. Questo prodotto è specificamente sviluppato per l’uso della bici in condizioni di umidità e fango. Penetra efficacemente all’interno della catena e fornisce un’eccellente lubrificazione respingendo l’umidità e proteggendo dalla corrosione.Vantaggi del prodotto: Lubrificazione a lunga durata – Riduce frizione e usura della catena – Cambio morbido – Protegge contro la ruggine.
Raccomandato per:
Catene, Cambi, Pignoni, Leve, Gruppo rapporti
Dopo aver collocato la bicicletta su un cavalletto, applichiamo il prodotto direttamente sulla catena, girando lentamente i pedali in senso orario. L’applicatore a goccia dev’essere posizionato a circa 5 cm dalla puleggia inferiore del deragliatore; distribuiamo il prodotto direttamente sulla superficie interna della catena per una lubrificazione in profondità.L’olio penetra direttamente nella maglie della catena e l’aggiunta di PTFE aiuta a fornire protezione e lubrificazione duratura. Risulta molto resistente all’acqua e fornisce un’ottima protezione contro la ruggine assicurando un fluido scorrimento della catena per lungo tempo.
Lubrificazione catena e componenti per utilizzo in qualsiasi condizione
Wd-40 Lubrificante Catena al PTFE è perfetto per ciclisti che amano stare all’aria aperta in tutte le condizioni atmosferiche. La sua formula al PTFE fornisce un’eccellente lubrificazione sia in condizione asciutte sia umide, riducendo l’attrito e l’usura della catena della bicicletta. Penetra nelle giunture della catena e, dopo l’asciugatura, lascia una pellicola protettiva duratura che aiuta a prevenire la corrosione. Vantaggi del prodotto: Eccellente lubrificazione in ogni condizione meteorologica – Rende il cambio più morbido – Previene usura e ruggine.
Raccomandato per:
Catene, Deragliatori, Punti di articolazione, Cavi, Cambi
Spruzziamo il prodotto a circa 5 cm dalla puleggia inferiore del deragliatore, applicandolo direttamente sulla superficie interna della catena, girando lentamente la ruota posteriore in senso orario.L’olio penetra direttamente nella maglie della catena e la sua miscela unica con PTFE garantisce una lubrificazione duratura e una minore usura. Resistente all’acqua fornisce protezione contro, polvere, ruggine, sporco. Ideale tutto l’anno in condizioni umide e asciutte.