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Cucina: dal caos dei fiamminghi alla linearità funzionale di oggi

Editoriale tratto da “Rifare Casa n.48 Novembre-Dicembre 2016”

Autore: Nicla de Carolis

Se si guardano le raffigurazioni delle cucine dipinte nei quadri fiamminghi (XV e XVI secolo) si ha l’immagine di un ambiente molto disordinato con grandi varietà e quantità di cibi, come notevole è il numero di persone che le popolano. Le cucine dei ricchi, ambientate in castelli e palazzi di pregio, assomigliavano a immense officine dove si preparavano sontuosi banchetti per centinaia di invitati ed erano situate sempre lontane dai saloni di rappresentanza e da pranzo. Erano di solito nei seminterrati o al piano terra per non turbare con rumori o con odori padroni di casa e ospiti. Ma questa era una cosa per pochi. La cucina è stata a lungo, per la maggior parte delle persone, un caminetto o una stufa a legna in una parte della stanza fumosa che fungeva da… living, diremmo noi oggi, dove si svolgeva la vita casalinga delle famiglie.

dipinto
Dipinto del pittore Pauwels Franck, più noto in Italia come Paolo Fiammingo (1540/1596) attivo a Venezia e allievo del Tintoretto.

Solo nelle case di città, a partire dall’inizio del ‘900, si sono visti i primi mobili da cucina e fuochi a volte alimentati a gas di città (invenzione di James Sharp nel 1837). In campagna e nei piccoli centri si preferiva ancora usare il camino a legna, poi anche qui si diffuse la cosiddetta cucina economica, oggi tornata di moda perché veramente “economica” in fatto di consumi, grazie alla sua funzione di piano cottura in ghisa, di forno, di riscaldamento, che nelle versioni moderne può addirittura scaldare l’acqua. Le innovazioni di maggior rilievo sono state il frigorifero nel 1860, per opera dell’ingegnere francese Ferdinand Carré, il forno a microonde nel 1945, inventato dall’americano Spencer, la macchina per il caffè espresso casalingo dal nome Gilda nel 1946, progetto dell’italiano Achille Gaggia, e la piastra a induzione nel 1990.

Per arrivare alle cucine super tecnologiche e attrezzatissime di oggi l’evoluzione è stata lunga, ma tutte queste innovazioni richiedono una progettazione complessa, forse la più complessa di tutti gli ambienti domestici. Come potrete vedere dallo speciale da pagina 14, si parte dalla sua composizione, lineare, a “L”, a “U”, parallela e a isola, in base allo spazio destinato a questo locale, per poi progettare la disposizione dei mobili e degli elettrodomestici che dovrà seguire regole precise di funzionalità affinché tutto sia al posto giusto. Si passa poi al progetto idraulico, a quello elettrico, con le tante nuove utenze possibili, all’impianto di aspirazione che oggi può addirittura arrivare dal piano cottura, senza dare il tempo ai vapori/fumi di fare tanta strada…

Liceo a “bottega” come Michelangelo e Leonardo

Editoriale tratto da “Far da sé n.467 Novembre 2016”

Autore: Nicla de Carolis

A Como, città lombarda del nord Italia, nota perché lo scrittore Alessandro Manzoni ambientò in questa zona I promessi sposi, ma anche per un artigianato di eccellenza con i suoi mobili in legno massiccio fatti a regola d’arte e i suoi pizzi, una zona di persone attive e amanti del fare, quindi, non a caso, la scuola “Oliver Twist” ha dato il via al primo Liceo dell’artigianato. La notizia è stupefacente perché accanto alla parola liceo, ovvero una scuola scelta da chi ha attitudine allo studio teorico dove i programmi sono propedeutici alla continuazione all’università, c’è la parola artigianale che identifica il concreto fare. Due vie che i modelli culturali attuali hanno sempre separato drasticamente, ma che il Liceo dell’artigianato di Como ha riunito riconoscendo la loro complementarietà nella formazione di un ragazzo.

I percorsi sono organizzati come vere e proprie botteghe artigianali, in cui i ragazzi da un lato acquisiscono conoscenze e abilità entrando in contatto con artigiani esperti e con le aziende per un’alternanza scuola-lavoro e dall’altro studiano italiano, matematica, informatica, fisica, scienze naturali, storia dell’arte per tutti i cinque anni, e nel biennio anche storia e geografia. Particolare attenzione viene data alla conoscenza della dimensione globale e quindi all’apprendimento della lingua inglese che viene potenziato con insegnanti di madre lingua per dare agli studenti, al completamento del ciclo di studi, la padronanza della lingua; una formazione, dunque, a 360 gradi come quella delle “botteghe” in cui, nel ‘400, si formavano Leonardo ingegnere, pittore e scienziato e Michelangelo scultore, pittore, architetto e poeta. I due geni immortali che per tutta la vita hanno coltivato, al pari, le attività manuali con gli studi e le ricerche teoriche; una “bottega” che ha in più l’innovazione tecnologica come lavagna interattiva, notebook e stampante 3D, e una lingua comune per comunicare con il mondo.

 

ragazzi
Nella foto i ragazzi della specializzazione in Arti dell’arredo ligneo, che insieme ad Arti della cucina e dell’accoglienza e Arti del tessile sono le tre possibilità di scelta al Liceo dell’artigianato.

 

Tra i promotori di questo liceo davvero speciale c’è il noto architetto ticinese Carlo Botta: «Ho fatto l’apprendista, sono stati tre anni fondamentali, ed è quella la strada da cui sono davvero partito. Soltanto più tardi mi sono iscritto a un liceo artistico per poi iscrivermi ad architettura a Venezia. Ma senza quell’esperienza pratica, concreta, all’università non sarei riuscito, non ce l’avrei fatta con tanta naturalezza, perché per fare un lavoro bisogna almeno intuire come occorre farlo. Se conosci la finalità, il modo di costruire, sei avvantaggiato».

Da sempre sosteniamo l’importanza, nella realizzazione di un progetto, del sapere come si fa e del farlo, ma questo è un tassello importante anche in assoluto perché favorisce il ragionamento e il lavoro del cervello nell’affrontare e risolvere problemi pratici. L’augurio è che il modello di Liceo artigianale di Como si diffonda rapidamente tra le scuole italiane.

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Manutenzione della caldaia

La manutenzione della caldaia dev’essere svolta da un tecnico specializzato e deve rispettare le normative in vigore. In proprio, però, è possibile eseguire una serie di interventi di pulizia mirati che manterranno la nostra caldaia efficiente a lungo.

Partendo dal presupposto fondamentale che quando si parla di manutenzione della caldaia occorre fare scrupoloso riferimento alla normative vigenti in materia di controlli sull’efficienza energetica (Decreto ministeriale 10 febbraio 2014) e che a partire dal 1° giugno 2014 gli impianti termici devono essere muniti del nuovo libretto e per i controlli di efficienza energetica devono essere utilizzati i nuovi modelli ci limitiamo, in questo articolo, a dare consigli pratici sulla manutenzione della caldaia da un punto di vista di pulizia periodica che è possibile svolgere in piena autonomia.

La pulizia preliminare

Una pulizia preliminare è sempre consigliabile dato che il passaggio dell’aria diretta al bruciatore fa depositare inevitabilmente su tutti i componenti interni un discreto quantitativo di polvere. Se possediamo una caldaia
a camera di combustione stagna, è opportuno dare un’occhiata anche alla griglia di ingresso dell’aria, all’esterno dell’edificio, che potrebbe essere ostruita da polvere o foglie e dare origine a fastidiosi blocchi al momento del riavviamento. Riserviamo particolare attenzione alla canna fumaria che deve essere pulita frequentemente soprattutto se la caldaia non è a gas, ma funziona con altro combustibile. Ribadiamo che, la manutenzione della caldaia fatta in proprio non può sostituirsi al periodico controllo obbligatorio dei fumi e del funzionamento generale, da parte di un tecnico abilitato.

Cosa è utile sapere prima di procedere alla manutenzione della caldaia:

  • Le caldaie a gas per il riscaldamento domestico possono essere a pavimento o a muro e alimentate a gas metano fornito dalla rete o dal gasdi un bombolone autonomo.
  • Esistono altri tipi di caldaie (a gasolio, a legna, a pellet, combinate, ecc.) in cui la parte relativa al bruciatore è molto diversa, ma è sostanzialmente simile quella relativa alla circolazione dell’acqua nell’impianto.
  • Facciamo verificare da un tecnico, almeno ogni due anni, la pressione interna del polmone di compensazione.

Cosa serve per effettuare la manutenzione della caldaia:

  • Aspirapolvere
  • Spazzola
  • Scovolino
  • Cacciaviti

Manutenzione della caldaia – cosa troviamo al suo interno

come è fatta una caldaia

Come effettuare la manutenzione della caldaia

pulizia caldaia

  1. Nella zona di accensione del bruciatore si accumula un polverino che periodicamente dobbiamo rimuovere utilizzando una spazzola antistatica, da passare nelle fessure del bruciatore.
  2. Per accedere all’interno della caldaia dobbiamo asportarne il mantello esterno allentando viti o clip. In alcuni modelli il mantello è incastrato in appositi perni sagomati.
  3. Tolto il mantello si evidenziano tutti i meccanismi interni della caldaia. Prima di effettuare qualsiasi operazione accertiamoci di aver tolto tensione agendo sul quadro elettrico generale.
  4. Per eliminare la polvere utilizziamo un pennellino (che non rilasci setole) o, meglio ancora, un aspirapolvere con un beccuccio sottile in modo da poterlo infilare più facilmente negli spazi stretti
  5. L’erogazione del gas della fiamma pilota, dev’essere assicurata con una periodica pulizia previo spegnimento e relativo raffreddamento. Passiamo nei beccucci uno scovolino per pipe.
  6. Il cronotermostato che controlla e regola la caldaia va esaminato e testato almeno una volta l’anno per verificare, termometro e orologio alla mano, se aziona la caldaia e la spegne.

Acqua e aria nei tubi

aria tubi radiatori

Per verificare che non sia presente aria nei tubi bastano poche e semplici operazioni:

  1. scarichiamo eventuali sacche d’aria presenti in ogni radiatore aprendo la valvolina di deflusso. Teniamo sotto di essa un bicchiere e chiudiamola quando esce solo acqua.
  2. le valvole automatiche di spurgo dell’aria si inceppano facilmente. Sono presenti nelle parti più elevate delle tubazioni e possono essere azionate manualmente.
  3. se il manometro dell’acqua indica una pressione bassa si apre il rubinetto di alimentazione fin quando la pressione non ritorna sui valori normali.