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Levigatrice rotorbitale KA199 240W BLACK+DECKER Scheda Prodotto

Levigature perfette con la Levigatrice rotorbitale KA199 240W BLACK+DECKER

Nella levigatura delle superfici curve è importante avere un ottimo controllo dell’utensile ed essere prossimi all’area di lavoro per ottenere risultati senza imperfezioni.

La nuova levigatrice rotorbitale KA199 di BLACK+DECKER ha un design particolarmente adatto per queste situazioni: grazie alla speciale impugnatura gommata è possibile effettuare levigature ad una mano , inoltre l’interruttore a pressione è dotato di un efficiente sistema di bloccaggio: levigature prolungate più confortevoli senza rischi di accensione involontaria!

Il sistema di aspirazione della polvere integrato consente di mantenere l’area di lavoro sempre pulita e di trattenere al meglio le polveri all’interno del sacchetto raccoglipolvere. Le basse vibrazioni del prodotto contribuiscono a massimizzare il comfort in uso, mentre l’attacco carta a velcro rende la sostituzione dei fogli abrasivi semplice e rapido.

Levigatrice rotorbitale KA199

Cosa include la confezione:

  • Levigatrice rotorbitale KA199 240W
  • Sacchetto raccoglipolvere dotato di sistema filtrante
  • 1 foglio abrasivo a maglia lavabile e riutilizzabile più volte

Caratteristiche Tecniche della Levigatrice rotorbitale KA199

Potenza 240W
Velocità a vuoto (giri/min) 14.000
Grado di eccentricità 1,5mm
Diametro orbite 3,0mm
Diametro del platorello 125mm
Fissaggio carta Velcro

Consulta la scheda tecnica della Levigatrice rotorbitale BLACK+DECKER sul sito ufficiale

Tombola fai da te in legno | Costruzione passo-passo illustrata

Una grande tombola fai da te con 90 numeri girevoli permette a tutti di controllare i numeri già usciti, anche se ci si distrae per un attimo o il brusio non permette di udire distintamente il “croupier”

Il nostro lettore Claudio Pioli ha costruito una tombola fai da te in legno molto grande, con numeri di dimensioni tali da poter essere letti con facilità anche a distanza. Optato per tessere da 10×10 cm con numeri neri su fondo bianco, si è rivolto a una tipografia che in 10 minuti li ha stampati per la modica spesa di 3 euro e 20 centesimi.

L’idea è quella di realizzare un tabellone dove i 90 numeri, nella disposizione classica, siano riportati su altrettante tessere, ricavate da pannelli di MDF spessi 20 mm, imperniate su un asse metallico e in grado di ruotare di 360° in orizzontale: all’inizio i numeri sono rivolti sul retro e, man mano che se ne estrae uno, la casella corrispondente si ruota e il numero diventa visibile.

Rispetto alla larghezza delle tavole che compongono il telaio, le tessere della tombola fai da te sono collocate verso il bordo anteriore, in modo che la rotazione possa avvenire senza che sporgano dal bordo posteriore della cornice: in questo modo la tombola fai da te può anche essere appesa a parete.

Affinché questo sia possibile, lo spessore della cornice dev’essere almeno la metà della larghezza delle tessere più il loro spessore, vale a dire 7 cm. Ovviamente, sono le dimensioni delle tessere e il minimo gioco da lasciare tra le stesse a determinare la larghezza del telaio, mentre per l’altezza bisogna aggiungere lo spessore delle 8 tavole orizzontali che separano le decine. Il fil di ferro è del tipo utilizzato in agricoltura, Ø 2,7 mm, da cui si ottengono bacchette perfettamente dritte e sfilabili con un piccolo trucco.

La struttura della tombola fai da te

telaio di legno

  1. Le tavole, recuperate da bancali, vanno piallate e portate tutte allo stesso spessore, si stuccano anche i difetti più evidenti.
  2. Prima di trattare le tavole della tombola fai da te con tre mani di turapori e due di smalto bianco bisogna coprire con nastro maschera tutte le parti che vanno in contatto al momento del montaggio del telaio, perché la colla non farebbe buona presa sulla finitura: qui, in particolare, il lato interno di un montante con l’isolamento dei settori corrispondenti alle teste delle tavole orizzontali che separano le “decine”.
  3. Con le tavole orizzontali ancora grezze e sovrapposte si praticano i fori passanti per il fil di ferro che le deve attraversare e su cui ruotano le tessere della tombola fai da te.
  4. La stesura delle 5 mani di finitura della tombola fai da te prolunga i tempi d’esecuzione, in quanto interessa entrambe le facce e i bordi dei lati lunghi e bisogna aspettare che ogni superficie trattata asciughi.
  5. Si rimuove il nastro maschera e si effettuano le fresature per l’inserimento dei “biscotti” che permettono di realizzare giunzioni invisibili e robuste.
  6. Utilizzando abbondante colla vinilica si assembla il telaio e si serra il tutto con strettoi a cinghia e morsetti.
  7. Le tessere da numerare della tombola fai da te si ricavano da pannelli di MDF da 20 mm. Per praticità si applica la finitura sui pannelli ancora interi, solo su una faccia in quanto su quella opposta vanno incollati i numeri.
  8. Dai pannelli si ritagliano strisce larghe 100 mm che, a loro volta, vanno sezionate per ottenere le tessere.

Assemblaggio e numeri girevoli

taglio tessere della tombola

piagatura del tondino di ferro

taombola di legno fai da te

  1. Alle strisce di MDF non resta che applicare la finitura sui bordi, in quanto rimarranno a vista: si accostano le tavole faccia contro faccia e si serrano tra morsetti, ottenendo così un unico blocco che facilita l’applicazione di turapori e smalto.
  2. Si imposta la battuta della troncatrice in modo da ottenere tessere quadrate da 10×10 mm: verificata la precisione della prima, basta spostare via via la tavola contro la battuta e mantenerla contro la guida per avere pezzi esattamente uguali con i lati a 90 gradi.
  3. Le tessere vanno forate passanti per il passaggio del filo di ferro: occorre una dima da bloccare sul piano del trapano affinché il foro risulti centrato e allineato per ciascuna tessera. La precisione e la perpendicolarità sono particolarmente importanti in questo caso, dato che la punta a disposizione (Ø 3 mm) è lunga 100 mm e non è sufficiente ad attraversare la tessera in una sola passata, per cui la tessera va capovolta per intercettare e completare il foro sulla faccia opposta.
  4. Resta da applicare la finitura su due bordi, quelli risultanti dal taglio delle tessere, gli stessi attraversati dalla punta del trapano. Si può procedere come già visto, impacchettandole a gruppi per velocizzare il lavoro.
  5. I numeri della tombola fai da te sono stampati su carta robusta formato A4 a gruppi di 6: basta tracciare le linee divisorie a matita e separarli con un taglio netto utilizzando un cutter. Per non incidere la superficie sottostante si mette sotto i fogli una lastra di vetro, sulla quale la lama non riesce a produrre solchi che, oltre a danneggiare il piano, sarebbero d’intralcio per i tagli successivi.
  6. Per incollarli sulle tessere di legno si utilizza colla vinilica diluita, come per il découpage, avendo cura di stenderla bene soprattutto lungo il perimetro e di evitare bolle d’aria.
  7. Le aste sulle quali ruotano le tessere sono di fil di ferro robusto: il problema è renderle ben dritte, senza accenni di curvature.
  8. Il trucco utilizzato da Claudio consiste nel bloccare un’estremità dell’asta tra le ganasce della morsa, mentre l’altra viene stretta nel mandrino del trapano. Facendolo girare a bassa velocità, il fil di ferro si attorciglia su se stesso e si tende, per cui si ottengono bacchette diritte e ancor più rigide di prima. Alla fine si piega a L uno dei due terminali di ogni bacchetta.
  9. Per bloccare le bacchette della tombola fai da te e permettere che siano comunque sfilabili (per sostituire tessere o numeri eventualmente logori) si realizza nella tavola superiore del telaio una serie di asole in cui l’estremità della bacchetta, ripiegata, rimane bloccata.
  10. Si inserisce una prima bacchetta dall’alto e le si fa attraversare la tessera 1, poi la 11, la 21 e così fino alla 81; nella tavola inferiore il foro non è passante e la bacchetta va a battuta, poi si passa alla fila adiacente, fino a completamento. Mentre si fa passare la bacchetta, alla base di ogni tessera si mette una rondella di plastica, per ridurre l’attrito in rotazione.
  11. Per dare m
    aggiore stabilità alla tombola fai da te si avvitano quattro squadrette metalliche a L: due negli angoli superiori e due in corrispondenza della tavola orizzontale che divide le due decine più in basso.
  12. In questo modo resta spazio per una seconda coppia di squadrette, questa volta orientate in modo da permettere il bloccaggio del tabellone a un piano.

Ora la nostra tombola fai da te è pronta, possiamo iniziare a giocare! Scopri le regole e la storia della tombola

Trapani senza spazzole (Brushless) Ryobi

Importanti novità entrano a far parte della famiglia 18V ONE+: nato il primo trapano nel settore consumer, con e senza percussione, ad avere il motore senza spazzole. Una miglioria che porta enormi vantaggi, grazie all’utilizzo di tecnologie applicate solo agli utensili del settore professionale

trapano ryobyL’impegno costante nella ricerca dà i suoi frutti e Ryobi continua a sorprendere sfornando novità di grande interesse. In questo caso si tratta di un vero e proprio primato, perché gli ultimi nati, che entrano in questi giorni a far parte della gamma 18V ONE+, sono due trapani, il modello R18DDBL e l’R18PDBL, che si fregiano di essere i primi con motore brushless (ovvero trapani senza spazzole) nel settore consumer.

I vantaggi dei trapani senza spazzole sono importanti:

  • meccanica con vita utile che si allunga sino a 10 volte,
  • autonomia sino a un 40% in più,
  • potenza sino a un 20% in più.

Lo “step” tecnologico è stato possibile solo applicando al segmento “fai da te” le più avanzate tecnologie del mondo professionale; oltre al motore senza spazzole, a bordo c’è una sofisticata scheda elettronica che gestisce e ottimizza il numero dei giri e interviene pure controllando la frizione. I due trapani senza spazzole sono caratterizzati da analoghi dati di potenza e possibilità di regolazione, tranne il fatto che il modello R18PDBL dispone anche della foratura con percussione. 

trapano brushless

I trapani senza spazzole sono disponibile anche in confezione con 2 batterie

trapano enza spazzole

Usato come avvitatore, il trapano permette un’ampia gamma di regolazioni di coppia che permettono molta precisione nelle situazioni più delicate e molta energia nei contesti che la richiedono. Il pulsante di avvio dà la possibilità di controllare perfettamente l’erogazione, consentendo di iniziare l’avvitatura nel modo corretto, evitando partenze troppo rapide. Per entrambi i modelli la coppia massima è di 60 Nm e le posizioni selezionabili sono 10. Le velocità del motore sono 2: nella prima il pulsante regola i giri da 0 a 440 al minuto, nella seconda da 0 a 1600 al minuto. Il mandrino è autoserrante e porta codoli sino a 13 mm di diametro; la capacità massima di foratura è di 50 mm nel legno, 13 mm nel metallo e 13 mm nel calcestruzzo per quello con la percussione. Il peso di entrambi i modelli senza batteria è di 1,5 kg. Facendo parte della famiglia 18V ONE+, i due trapani brushless possono essere acquistati senza batterie. R18DDBL-0 ha un prezzo di euro 129,90, ma è disponibile anche in confezione con 2 batterie 18V 2,5 Ah Lithium+ (mod. R18DDBL-LL25S) a euro 239,90. R18PDBL-0 (con percussione) ha un prezzo di euro 139,90, ma è disponibile anche in confezione con 2 batterie 18V 2,5 Ah Lithium+ (mod. R18PDBL-LL25S) a euro 249,90. Ryobi

Sbarra per trazioni fai da te | Tutti i passaggi illustrati

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Come una vera e propria scultura moderna, la sbarra per trazioni fai da te abbellisce il giardino e aiuta a tenersi in forma

Perché è utile costruire una sbarra per trazioni fai da te? In un mondo che ha praticamente eliminato la fatica fisica, compagna millenaria dell’umanità, lasciandola appannaggio di poche attività lavorative di quelle che ora si chiamerebbero “di nicchia” e degli appassionati del fai da te che di sudare lavorando con le proprie mani non si lamentano quando addirittura non se ne gloriano, mantenersi in forma, mens sana in corpore sano, diventa sempre più difficile. Auto, ascensori e scale mobili infiacchiscono la muscolatura delle gambe; i lavori di scrivania e le sedute al PC ammosciano i ventrali e i dorsali; le attrezzature elettriche come seghe, fresatrici, toupies, pialle ecc. per quanto utilissime, non fanno certo bene ai muscoli delle braccia e della schiena (vuoi mettere col lisciare un trave col piallone da un metro in una fontana di trucioli!). La cosa non sarebbe poi tanto grave se, in netto contrasto, la società invece di accontentarsi di corpi fiacchi, schiene curve e pance prominenti non pretendesse che uomini e donne esibiscano fisici da atleti, muscoli ventrali simili a cavi d’ormeggio, bicipiti come angurie e cosce come vibranti piramidi a punta in giù. Quello che una volta era il frutto di zappa e vanga, di saracco e piallone, di mazza e forgia, per non parlare della pulizia dei pavimenti fatta con scopa e galera (così era, a ragione, chiamato l’attrezzo col quale si tirava la cera), ottime attrezzature per lo sviluppo di braccia, schiena e muscoli assortiti oggi viene raccolto in altri ambienti, come le palestre che infatti vedono una crescita esponenziale e si aprono anche nei centri più piccoli.

castello per trazioni
Solida ed elegante, la sbarra per trazioni fai da te consente di esercitarsi in tutti gli esercizi tesi a sviluppare armoniosamente la muscolatura sia di braccia e spalle,  sia delle cosce e degli addominali, ancora con la spalliera e con la panca, sia delle gambe, col passeggiatore a slitta elastica (in basso, dietro) che in più aiuta a mantenere sciolte le articolazioni dal bacino alle caviglie.

Ginnastica all’aperto con la sbarra per trazioni fai da te
Senza nulla togliere all’utilità delle palestre, sta di fatto che queste sono sempre locali chiusi con ricambio d’aria artificiale anche se efficiente, ambienti spesso poco gradevoli dal punto di vista estetico, non di rado affollati da habitués la cui forma perfetta mette a disagio chi da tale forma è ancora ben lontano. A questo aggiungiamo il fatto che frequentare le palestre richiede una spesa non indifferente, che non è sempre detto che la palestra sia comoda da raggiungere, che per forza di cose è necessario fissare giorni ed orari per gli allenamenti. A chi non ambisca a un fisico da Schwarzenegger, o della sua equivalente femminile, ma si accontenti di ottenere un corpo armonico con muscoli sodi e robusti e che questo risultato voglia raggiungerlo nella comodità di casa sua o, per meglio dire, nella serenità del suo pezzetto di giardino, è destinata la realizzazione di questa sbarra per trazioni fai da te che con i suoi due accessori e quelli che ciascuno potrà escogitare per suo conto (anelli, funi, ecc) permette di svolgere in modo tanto semplice quanto efficace tutti gli esercizi necessari ad ottenere il suo scopo, quando e quanto si vuole in un ambiente assai più gradevole di qualsiasi palestra.

La costruzione della sbarra per trazioni fai da te 
Va da sé che una cosa del genere va costruita sulle misure sia di chi la deve usare sia del posto in cui è possibile installarla e che quindi le indicazioni dell’elenco dei materiali sono da considerare solo come una guida da seguire “cum grano salis”, adattandole alla situazione ambientale e personale. Da non modificare, comunque, le sezioni dei vari pezzi calcolate per reggere il peso dinamico di utenti di stazza non superiore al quintale. Per un castello per trazioni fai da te più lungo occorre inserire una terza coppia di montanti con fori passanti per le barre orizzontali delle spalliere. Di per sé né la struttura fissa né la panca per addominali presentano difficoltà realizzative. Da tenere però presente l’assoluta necessità che montanti e sbarre siano perfettamente in bolla e piombo perché in caso contrario le sollecitazioni prodotte dai movimenti di chi usa il castello, malamente assorbite dagli incastri, scardinerebbero rapidamente, e pericolosamente, la struttura stessa. Più complessa, come descritta a fianco, la realizzazione del passeggiatore (o come si preferisca chiamarlo) che richiede qualcosa di più del semplice lavoro di tagli, fori e avvitatura occorrenti per castello e panca.

Cosa serve per costruire una sbarra per trazioni fai da te (misure indicativi in mm):

struttura in legno per trazioni

arco in legno

  • Sega per tagli diritti e curvi
  • trapano a colonna o con guida a tuffo
  • mecchia o sega a tazza Ø 43 mm
  • mazzuolo
  • avvitatore
  • Legno impregnato a caldo e sotto vuoto: 4 pilastri A 91x91x circa 3500; 2 longheroni B 45x95x2700; 2 montanti C 45x95x2400; 2 montanti D 45x95x1030; 4 tavole 45x195x1100 da cui ricavare gli archi E (o curve preformate)
  • Tondo Ø 43: 13 pezzi F da 850; 9 pezzi G da 686

Come realizzare la struttura portante

struttura portante in legno

  1. la sommità dei quattro solidi pilastri A va aperta a forchetta con uno scasso di 45×95 mm, a misura dei longheroni B da fissarvi con viti passanti  Ø 5×80 mm.
  2. i capi dei longheroni si arrotondano gradevolmente con l’alternativo, quelli delle spalliere si smussano a 45°.
  3. tanto le spalliere verticali quanto la griglia orizzontale vanno preparate prima del montaggio, aprendovi i fori ciechi Ø 43 mm profondi 20 in cui si calzano i capi delle sbarre, incollati e bloccati con viti Ø 5×60 mm inserite dall’esterno dei montanti e dei longheroni.

Il montaggio del castello per trazioni fai da te

montaggio castello per trazioni

montaggio struttura di legno per ginnastica

  1. le tre griglie vanno costruite per prime in quanto ci servono come guida per stabilire la posizione dei pilastri. Stesa in terra una spalliera vi si accostano due pilastri con lo scasso per i longheroni
    rivolto in su. Contro la sommità dei pilastri poggiamo la griglia superiore e piantiamo dentro gli scassi due picchetti che segnano la posizione della prima coppia di pilastri. Per l’altra coppia i picchetti vanno piantati, in linea coi pilastri stesi a terra, subito all’interno della griglia superiore.
  2. con una trivella Ø almeno 120 mm (occorre lasciare un certo gioco fra le pareti del foro ed i pilastri) apriamo in corrispondenza dei picchetti quattro fori profondi circa 90/95 cm (attenti a lavorare in verticale). Interrato il primo pilastro, il secondo si interra usando come distanziale una delle spalliere. Messa in piombo la coppia, la si blocca con una gettata di calcestruzzo (1 misura di ghiaietto-2 di sabbia-1 di cemento), controllandone la verticalità.
  3. lo stesso procedimento si usa per la seconda coppia di pilastri senza però ancora cementarli (le spalliere saranno avvitate, dall’interno ed affogando a filo piano la testa delle viti Ø 5×60 mm, dopo aver verniciato i pilastri).
  4. si calza dentro gli scassi la griglia orizzontale. Si controlla la verticalità della seconda coppia di pilastri e la si blocca col calcestruzzo. Dopo almeno tre giorni si smontano le tre griglie e si verniciano i loro montanti, i pilastri e gli archi. Asciutta la vernice, completiamo il lavoro avvitando le spalliere fra i pilastri, la griglia superiore dentro gli scassi e i quattro archi a griglia e pilastri.

Panca per addominali fai da te

materiale per realizzare una panca per addominali

panca per addominali fai da te

La panca per gli addominali è costituita da una tavola retta da due longheroni e coperta da un materassino fermato da una cornice di angolari. Ad un capo i longheroni sono intagliati in modo da potersi agganciare sulle sbarre della spalliera. Due ganci metallici avvitati sotto i longheroni permettono di appendere la panca alla spalliera quando non la si usa. Per eliminare la pancia dovuta al rilassamento delle due fasce muscolari che percorrono verticalmente l’addome, la panca si rivela una carta vincente. Va comunque usata alternandola con la spalliera: a questa ci si appende con le braccia, si alzano le ginocchia e poi si cerca di stendere le gambe a squadra. Con la panca si lavora al contrario: si poggiano gli scassi su una sbarra della spalliera, si infilano i piedi sotto la sbarra successiva e, tirando proprio con gli addominali, si cerca di sollevare il busto, tenendo le braccia incrociate dietro il collo (le prime volte conviene stendere le braccia in avanti). In un modo si sollecita l’attacco superiore della fascia muscolare; nell’altro quello inferiore. Più in alto si appoggia la panca, maggiore lo sforzo occorrente a sollevarsi.

Cosa serve per costruire la panca per addominali:

  • 1 pannello A di multistrato di betulla o faggio da 15x500x1800;
  • 2 longheroni B di abete 21x43x 1800;
  • 2 angolari C 25x25x1810;
  • 2 angolari D 25x25x510;
  • 1 materassino da ginnastica E (spessore sui 15 mm) 510×1800;
  • 2 ganci metallici F

Passeggiatore a slitta fai da te

passeggiatore a slitta fai da te

Quest’originale passeggiatore a slitta fai da te può essere usato per camminare o correre da fermi se lo si mette a squadra o per sciogliere caviglie, ginocchia ed anche, mettendolo, come nella foto, parallelo alla struttura. Consiste in una base fissa sul cui piano superiore sono avvitate due strisce metalliche e da una slitta, mobile su rotelle, che un cordone elastico vincola alla base, permettendole una corsa più o meno lunga secondo la tensione data al cordone. Questo entra con un percorso ad S dentro una testata della base, corre sotto il piano, esce dal foro centrale, gira sotto il piano della slitta su un rullino, rientra nel foro centrale, corre sotto il piano ed esce, ancora con un percorso ad S, dall’altra testata. Per regolarne la tensione basta tirarlo e fermarlo con un nodo.

disegno passeggiatore fai da te

Cosa serve per costruire il passeggiatore a slitta fai da te:

  • Lamellare da 28: 1 piano base A 250×1600; 1 piano slitta B 260×500; 2 testate D 150×250.
  • Pino, larice o abete di prima scelta: 2 fiancate base C 45x95x1600; 2 fiancate slitta E 21x91x500; 2 supporti F 21x91x350.
  • Circa 2,5 metri di cordone elastico (tipo marina) G Ø 8;
  • 4 rotelle fisse H alte circa 40;
  • 8 supporti a squadra J circa 30×40;
  • 4 bulloni a gambo liscio K M8x80 con dadi autobloccanti;
  • 2 strisce metalliche L circa 2x25x1600 da fissare con viti con la testa affogata a filo piano o da incollare con adesivi strutturali;
  • 1 rullino da avvitare sotto la slitta

Misuratore laser Bosch PLR

Un’idea in controtendenza: rendere accessibile a tutti l’utilizzo di uno strumento tecnologicamente sofisticato com’è il distanziometro laser. Basta che l’uso sia intuitivo, che si possa azionare con un solo tasto, che sia piccolo e maneggevole

Mai stato così semplice misurare una distanza!”. Con questo slogan la casa tedesca accompagna il lancio del suo piccolo (probabilmente il più piccolo al mondo) Misuratore laser Bosch. Con la disarmante semplicita d’uso e la maneggevolezza del misuratore laser Bosch PLR 15, la casa tedesca ha quindi centrato l’obiettivo di rendere la sofisticata tecnologia di un distanziometro laser fruibile a tutti, compreso chi è meno incline alle “diavolerie” digitali. Questo il motivo principale per cui è stato scelto di minimizzarne le funzioni, limitandole alla misurazione lineare con memoria. Per contro, nulla è stato ceduto sul piano delle prestazioni, dato che il misuratore vanta specifiche di tutto rispetto: portata compresa fra 0,15 e 15 m con precisione di ± 0,3 mm. E poi c’è la semplicità dell’azionamento, che permette di attivare lo strumento ed effettuare la misurazione con un unico dito, senza dover scegliere fra tanti pulsanti (ce n’è uno solo) e poter concentrare l’attenzione sul punto di cui rilevare la distanza. Essenziale, tuttavia completa, la dotazione che include il misuratore laser Bosch e le due batterie stilo, calibro AAA, necessarie per il funzionamento. Il tutto è confezionato in una scatola di metallo, bella e utile, soprattutto per chi pratica il bricolage, sempre alla ricerca di validi e soprattutto robusti contenitori. Bosch

Caratteristiche del misuratore laser Bosch PLR

misurare con il laser

bosch plr

  1. Lo sportello scorrevole anteriore ha la superficie ruvida e un avvallamento centrale, tutto per agevolarne lo spostamento con il polpastrello.
  2. Portando lo sportello in basso si aziona il distanziometro e si scopre il pulsante rosso sottostante, di tipo a pressione. Le dimensioni e il peso dell’oggetto, insieme alla posizione del pulsante da premere sono tali per cui il distanziometro risulta estremamente bilanciato e permette di essere manovrato tranquillamente con una sola mano.
  3. Contemporaneamente all’accensione dello strumento si attiva il laser che inizia la sua azione di misurazione continua; in realtà le misurazioni sono a ripetizione, con una frequenza di due al secondo. Sul display viene mostrata in alto la scritta “laser” e in basso la distanza rilevata al momento.
  4. Per fissare la misurazione di un punto specifico, bisogna orientare la luce laser su quel punto, quindi si preme il pulsante rosso. La misurazione continua si ferma, il display mostra in alto la scritta “hold” e sotto la distanza rilevata al momento della pressione del tasto.
  5. Per effettuare un’altra misurazione, che sia di verifica oppure per il rilevamento di un altro punto, va premuto ancora il pulsante rosso. Questa pressione attiva nuovamente il laser per la misurazione continua. In questo momento il display mostra in alto la scritta laser, a metà la precedente misurazione e in basso la distanza rilevata al momento. Un’ulteriore pressione ferma la misurazione e il dato rilevato resta sul quadrante, nella posizione bassa; in quella di mezzo resta il valore della precedente misurazione.

distanziometro bosch

  1. Le stilo si inseriscono sul retro, dopo aver rimosso lo sportello del vano batterie premendo sull’apposita linguetta. 
  2. Con una distanza minima di rilevamento di soli 15 cm il distanziometro si presta alle misurazioni più comuni, come quelle che si effettuano per appendere quadri, mensole e tendaggi. Lo strumento indica la misura comprendendo anche la sua stessa lunghezza; ciò significa che il punto zero corrisponde con il lato opposto a quello di emissione del laser. Quindi, se si vuole mettere un quadro a una precisa distanza da un altro, con il laser attivato si sposta il distanziometro sino a quando indica la misura voluta, lo si tiene fermo e si marca sulla parete una linea lungo la sua base posteriore.

Gruppo FNA

La fusione e l’integrazione di tre grandi tradizioni compressoristiche italiane hanno portato alla nascita del Gruppo FNA

FNA Gruppo multinazionale con oltre 65 anni di esperienza nel settore dell’aria compressa, che ha sviluppato una sinergia industriale dal cuore tutto italiano, in grado di competere sul mercato mondiale senza temere confronti.

Con la sua produzione dedicata agli utilizzi industriali, professionali e al fai da te, il Gruppo FNA si colloca sul mercato mondiale come uno dei principali costruttori di compressori d’aria, grazie ai suoi brand internazionalmente conosciuti ed apprezzati:

Il Gruppo FNA, con headquarter a Torino, impiega circa 1.500 dipendenti in stabilimenti produttivi in Italia, Francia e Cina, dove vengono prodotti 8.500 compressori a pistoni ogni giorno, e 9.500 compressori a vite all’anno. L’88% del fatturato del Gruppo è destinato alle esportazioni in 120 paesi in tutto il mondo. Filiali del Gruppo sono presenti in Francia, Polonia, Portogallo, Cina e Stati Uniti.

Kerakoll h40 per incollaggi strutturali

Kerakoll H40 un nuovo adesivo per piastrelle che si comporta come un gel, garantendo scorrevolezza, flessibilità, tempi di apertura prolungati e compatibilità con tutti i materiali, in qualsiasi situazione; a fare la differenza è il geolegante sviluppato da Kerakoll, la cui struttura cristallina forma un insieme monolitico supporto-adesivo-piastrella

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L’obiettivo di partenza era quello di ottenere un’adesione strutturale, trasformando l’adesivo da elemento critico del sistema incollato a quello determinante sotto il profilo della resistenza. I numerosi test e le prove di incollaggio dei rivestimenti effettuate su sottofondi più o meno comuni (massetto di cemento, calcestruzzo, metallo, tavolato, PVC, ceramica ecc) per valutare le diverse reazioni hanno portato alla formulazione di Kerakoll H40 No Limits, l’adesivo che garantisce le migliori performance in tutte le situazioni.

Da sempre l’elemento critico di un rivestimento è il collante: oggi poi, con il proliferare di materiali alternativi ai massetti tradizionali, specialmente nelle ristrutturazioni, diventa difficile produrre adesivi validi in tutte le situazioni, perché la composizione del sottofondo e la natura del rivestimento sono due elementi soggetti a estesa variabilità.  In generale, un impasto morbido garantirebbe al piastrellista una maggiore lavorabilità e l’adesivo potrebbe collaborare meglio con i supporti, ma la preoccupazione che la tenuta dello spessore venga compromessa fa propendere per impasti più duri, impedendo all’adesivo di trasferire alle superfici concorrenti le proprie potenzialità. Questi sono sostanzialmente gli inconvenienti di fondo da risolvere che la ricerca Kerakoll si è posta come obiettivo, arrivando alla formulazione di Kerakoll H40 No Limits. Il nuovo prodotto è a base di materie prime riciclate ed è, a sua volta, riciclabile a fine vita, nel pieno rispetto del GreenBuilding che è l’obiettivo perseguito dall’azienda nella propria produzione. Kerakoll H40 si comporta all’uso come un gel adesivo che, nonostante la consistenza fluida, garantisce un’ottima stabilità subito dopo la posa della piastrella, in orizzontale o in verticale. Questo, in parole povere, è quello che accade: con la stesura del prodotto i cristalli che compongono il geolegante, elemento chiave della nuova formula, aumentano di dimensione e formano la struttura sotto la piastrella assorbendo acqua dall’impasto, che pertanto deve contenerne all’origine una quantità maggiore, con un miglioramento della lavorabilità. Nella fase di maturazione, i vuoti lasciati dall’acqua vengono perciò sostituiti dalla struttura minerale generata dalla cristallizzazione, quindi l’impasto si stabilizza a sufficienza per garantire coesione e adesione in tempi più brevi.  I cristalli costituiscono inoltre una barriera all’intrusione di elementi esterni (per esempio, l’acqua piovana) proteggendo la matrice minerale dal degrado. Mentre i normali leganti cementizi sono soggetti a un progressivo decremento delle prestazioni, il geolegante non ne risente e prolunga la durabilità della piastrellatura. Kerakol

Geolegante Kerakoll

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La natura chimica del geolegante fa sì che, durante la fase di maturazione, accresca rapidamente i suoi cristalli, raggiungendo una struttura simile a quella dei minerali; il risultato è una maggiore coesione che si realizza in tempi più brevi.

Friggitrice fai da te | Come costruirla con materiali semplici

La friggitrice fai da te elettrica con cestello rotante e regolazione di temperatura, in materiale di recupero

cestello friggitriceLe regole per ottenere un buon fritto sono la scelta dell’olio adatto, meglio di tutti l’extravergine di oliva che non si altera, la corretta temperatura, e possibilmente una miscelazione costante del cibo in frittura. Così ci suggerisce il nostro lettore Giovanni Attolini, che di fritture dimostra di intendersene. Tant’è vero che non si è accontentato della classica padella, ma si è costruito una friggitrice fai da te elettrica su misura, con una regolazione di temperatura in funzione del cibo da friggere, e con un miscelatore collegato al cestello, per farlo ruotare in continuazione. La maggior parte del materiale per costruire la friggitrice fai da te è di recupero e il costo totale è di circa 15 euro.

Preparazione dei pezzi e assemblaggio della friggitrice fai da te
La resistenza viene piegata con cautela a L per adattarsi alla pentola, in modo che i collegamenti elettrici siano più alti dell’orlo. Da tre pezzi di lamiera si ricavano la scatola per i collegamenti elettrici e il supporto per il motorino; in particolare, il coperchio sagomato a U ha i fori per la spia, l’interruttore e per le viti di fissaggio alla base; questa è piegata a U con due linguette superiori nel senso della larghezza per la giunzione con il coperchio, e porta i fori per la resistenza e l’alimentazione, il foro laterale da 50 mm per il termostato, un foro sul fondo a cui si salda uno spezzone di tubo per la sonda. Dalla parte opposta al foro del termostato si realizza una fessura per inserire il supporto del motorino, costituito da una piastra rettangolare a cui è saldata una linguetta verticale. Inseriti tutti gli elementi, realizzati i collegamenti elettrici e fissati i pezzi con viti, si predispone il cestello, privato del manico originale, attraversato in sommità da due tubetti paralleli in acciaio uniti da un blocchetto di alluminio con bullone centrale che fa da perno, accoppiato a un chiodo che fa da chiavetta per attaccare e staccare il cestello al motorino. 

Cosa serve per costruire una friggitrice fai da te:

  • Lamiera inox spessa 0,4 mm (1 pezzo 120x240mm; 1 da 280×100 mm; 1 da 90×75 mm);
  • spezzone tubo inox Ø 6 mm;
  • tondino inox Ø 3 mm;
  • connettore,
  • morsettiera e cavi elettrici;
  • 1 resistenza di forno elettrico;
  • 1 motorino per girarrosto;
  • 1 interruttore;
  • 1 spia luminosa da 220 V;
  • 1 pentola inox capacità 3 litri ;
  • 1 termostato con sonda da 30 a 320°C;
  • 1 cestello in acciaio;
  • 1 piastra alluminio,;
  • 1 bullone;
  • viti varie dimensioni

Progettare una friggitrice fai da te

disegno friggitrice

Schema elettrico di una friggitrice

schema elettrico friggitrice

Usufruendo di un connettore precedentemente fissato alla base della scatola si realizzano i collegamenti come indicato: la resistenza è collegata al termostato e nel circuito si inserisce la lampadina spia che si accende quando la resistenza è in funzione; al termostato è collegata la sonda di temperatura. Il motorino è comandato da un interruttore. La corrente di rete arriva alla morsettiera, da cui partono anche le linee di terra, che mettono in sicurezza tutte le parti metalliche.

Il supporto del motorino

supporto di lamiera

Il supporto del motorino con la linguetta saldata, la base e il coperchio della scatola in lamierino piegato, predisposti con fori e sonda; la resistenza piegata a 90°, il motorino, la spia e l’interruttore, tutti recuperati da un vecchio forno elettrico. La nostra friggitrice fai da te è pronta per essere utilizzata!

Quad giocattolo fai da te in legno | Tutti i passaggi illustrati

Per realizzare questo bellissimo quad giocattolo fai da te in legno occorre un grosso lavoro di falegnameria che probabilmente farà divertire più chi lo realizza che chi lo dovrà usare

Quad sta per quadriciclo, da anni di moda nel campo dei mezzi di trasporto, via di mezzo fra il ciclomotore ed il fuoristrada. Con figli e nipoti sempre attenti alle novità del mercato, costruire per loro un quad giocattolo è un grande piacere.

Un Quad giocattolo a tutta falegnameria
Questa costruzione è destinata ai lettori più esperti che spesso ci rimproverano di proporre realizzazioni troppo semplici ed elementari. Qui, fra tagli curvi e sbiechi, torniture, incastri, fori assiali e pannelli curvati troveranno pane per i loro denti ed utilizzo per tutta l’attrezzatura. Il quad giocattolo è destinato ad essere montato su una molla che, in misura ridotta, permette al veicolo gli stessi movimenti dei tori meccanici in voga negli USA (ma anche da noi in molti stabilimenti balneari e parchi giochi), il quad giocattolo dev’essere quanto più robusto sia possibile. Molta attenzione va posta nel collegare alla macchina il manubrio al quale si attacca il bambino e che sopporta tutte le manovre di spinta e tiro sia avanti e indietro sia laterali.

Struttura solida
Nell’elenco del materiale è indicato il lamellare di pino da 18 mm, ma la stessa solidità è garantita dal multistrato di betulla di pari spessore, un po’ più caro, più facile da tagliare, soprattutto in curva, e da tornire, ma più difficile da rifinire sui bordi. Tutti i pezzi della scocca portante (7, 8, 9 e 10) sono uniti fra loro con spinatura cieca, per quanto sarebbe preferibile incastrare nelle 2 pareti i 5 rettangoli, allungati di 36 mm, con una coda di rondine piatta bloccata con spine (cieche o passanti). Non del tutto da escludere l’uso, interno, di piastrine metalliche ad L 60×60 mm. I parafanghi del quad fai da te ed i loro supporti 11, non soggetti a sforzi, si incollano alle pareti 7, così come i raggi interni delle ruote 6 ai relativi dischi 5. E’ importante fissare bene il manubrio 17 con un paio di viti M8x80 mm che attraversino il suo piede ed i pezzi 16 e 15. Il “tacco” 20 ne nasconde le teste, incassate a filo piano.

DIFFICOLTA’: notevole per la quantità e la forma dei pezzi che richiedono tagli molto precisi. TEMPO: senza una ricca attrezzatura non meno di un paio di giorni. COSTO: sui 150 euro di legname, più la molla e l’eventuale blocco di cemento per la base.

Cosa serve per realizzare un quad giocattolo in legno fai da te (misure in mm)

disegno quad

PER IL SUPPORTO:

  • Pino preferibilmente impregnato a caldo e sottovuoto: 2 travetti (1) 70x70x1350.
  • Multistrato marino da 18: due specchi di base (2) 800×600; 1 crociera (3) 510×510; 1 supporto scocca (4) 150×510.

PER IL VEICOLO:

  • Lamellare di pino o multistrato di betulla da 18: 8 dischi ruota (5) Ø 300; 16 raggi interni (6) 88×100; 2 fiancate (7) 298×735; 2 frontali inferiori (8) 112×150; 2 frontali superiori (9) 100×150; 1 copricofano (10) 127×150; 8 reggiparafango (4 larghi e 4 stretti) (11) 288×250; 2 predellini (12) 242×157; 1 sedile (13) 186×226; 8 listelli (14) 22×186; 2 reggimanubrio (15) 82×186; 1 pezzo di appoggio (16) 69×186; 2 portamanubrio (17) 135×220; 1 frontale (18) 110×430; 1 retro (19) 110×250; 3 “tappi” (20) 40×80; 4 anelli porta asse (21) Ø 60.
  • Pino preferibilmente impregnato a caldo e sottovuoto: 1 spalliera e un portaretro (22) 40x30x186 (ricavabili da un travetto 30x50x186 tagliato di sbieco a 75°).
  • Pino o legno duro Ø 28: 2 assi ruote (23) da 510; 2 impugnature (24) da 130.
  • Compensato di pioppo da 4 (prima misura contro vena faccia esterna): 1 parafango posteriore (25) 461x 500; 1 parafango anteriore (26) 506×500; 4 copriruota (27) 110×917 circa.
  • Inoltre: circa 1,20 metri mezzo tondo 20×10 (griglia radiatore); 4 dischi Ø 35×12 (tappi assi ruote); una molla completa di attacchi e, eventualmente, un blocco di cemento da interrare; 6 bulloni testa tonda con quadro M10x90 con rondelle a ventaglio e dadi autobloccanti per unire i pezzi 1 e 2; viti; spine Ø 8; chiodini zigrinati; colla vinilica da esterno; materiale di finitura.
componenti quad fai da te
Tutti i pezzi si possono ricavare da due sole tavole di lamellare come da questo affollato disegno. Più comodo, ai fini del taglio, spostare un disco 5 e un pezzo 12 sulla tavola minore così da avere più agio per il taglio di tutti i restanti pezzi.

 

Scocca del quad

quad in legno

  1. Gli elementi più complessi del quad giocattolo sono le due fiancate che, se il seghetto alternativo è abbastanza potente, è meglio tagliare assieme (unendole con quattro chiodi piantati al centro delle espansioni semicircolari e sui bordi di quelle squadrate), risparmiando tempo e garantendo una maggior uniformità. I tagli vanno poi accuratamente levigati.
  2. I fori per il passaggio degli assi delle ruote si aprono con una mecchia Ø 28 mm. Prima di usare la mecchia conviene segnare i centri con un foro passante Ø 3 mm sulle tavole accoppiate.
  3. Le due fiancate sono collegate a formare la scocca portante dai pezzi rettangolari 8, 9 e 10, chiusi fra le pareti con spinatura cieca. Migliore la tenuta (e la durata del quad giocattolo) con spine a vista, bloccate con biette o incastrando i pezzi, debitamente prolungati di 36 mm, con robuste code di rondine piatte bloccate da spine (più eleganza o più sicurezza?).
  4. I parafanghi sono sostenuti dai pezzi 11, quattro a forma di pipa e quattro listelli curvi larghi 25 mm (nella foto) il raggio esterno della curva di tutti i pezzi è di 120 mm.
  5. Dato che i pezzi 11 non hanno altro compito che reggere i due fogli di compensato che formano i parafanghi, non occorre che siano fissati alle fiancate in modo particolarmente solido. Basta solo incollarli e metterli sotto pressa per il tempo necessario a che la colla asciughi bene.
  6. I reggi parafango 11 si incollano alle fiancate prima di montare la scocca, già predisposta per la spinatura o gli incastri e collaudata “in bianco”. Anche se lo spessore del materiale dà già garanzia di squadratura (se i tagli sono stati fatti correttamente), questa va curata attentamente.

Rifiniture e parafanghi

parafanghi quad

  1. gli otto listelli 14 coprono la curva che sale dal sedile al manubrio per cui, per adattarvisi, ne vanno bisellati di 5° con la pialla i bordi lunghi.
  2. per tenerli in pressa in curva durante la presa della co
    lla occorre inserire, fra la ganascia mobile del morsetto ed il legno, degli spessori di gomma a cui foglietti di carta evitano di incollarsi.
  3. i parafanghi si ricavano da fogli di compensato da 4 mm larghi (direzione della vena esterna) 500 mm. In quello posteriore, lungo 461 mm si apre una finestra di 186×331 mm. In quello anteriore, lungo 506, la finestra misura 186×342 mm. Il taglio viene meglio col cutter che col seghetto alternativo che controvena “strappa”.
  4. per incollare e tenere in pressa i parafanghi occorrono strettoi con le ganasce lunghe almeno 155 mm. In mancanza si può rimediare con chiodini zigrinati da affondare sotto filo piano e poi stuccare, con qualche giro di nastro autoadesivo ben tirato, con cordoni elastici (ci vuole attenzione, tendono a scappare) o con strettoi a cinghia.

Ruote leggere

ruote quad fai da te

  1. i dischi delle ruote hanno per 7 mm un diametro esterno di 300 mm che poi si riduce a 292 creando la flangia di appoggio per il compensato da 4. Per il lavoro si usa la fresatrice guidata a compasso.
  2. al centro esatto dei dischi si apre un foro passante Ø 28 mm. Per evitare che la punta, uscendo, strappi le fibre, conviene fare il foro prima da una faccia facendo uscire solo la punta di guida della mecchia e poi dall’altra, usando il forellino come centro.
  3. su due diametri ortogonali di ogni disco si incollano, a filo della flangia, i raggi interni.
  4. si comincia avvitando un capo del nastro di compensato a filo della mezzeria di un raggio.
  5. si continua, con abbondante colla, a fissarlo sulla flangia, fino a chiudere il giro, tagliandolo a filo del capo iniziale. Chiodini o strettoi a cinghia completano il lavoro. Fra i tanti sistemi di fissaggio studiati per facilitare il lavoro degli artigiani (e di conseguenza anche di chi fa da sé) un posto d’onore va riservato agli strettoi a cinghia, facili da trovare nei negozi e nei magazzini di bricolage e abbastanza economici. Questi attrezzi sono sostanzialmente formati da una cinghia (o una corda) e da un’impugnatura munita di un dispositivo di avvolgimento che permette di tenderla fortemente. Nella confezione sono sempre compresi anche accessori a squadra (o con altri angoli) in cui far scorrere corda o cinghia e da bloccare sugli spigoli di uno stipo o di un cassetto, mantenendoli in pressa e in quadro. Senza tali accessori, sempre facilmente smontabili, questi attrezzi si prestano ottimamente a tenere in pressa anche pezzi curvi.

ruota in legno

Le ruote girano folli sull’asse che a sua volta gira folle nelle espansioni delle fiancate. Una ghiera ad anello Ø esterno 60 ed interno 28 mm, avvitata sull’asse, lo tiene in sede.

Asse delle ruote e manubrio

manubrio di legno

  1. Il supporto dell’impugnatura è costituito da due T incollate assieme (meglio se a vena invertita), bisellate alla base con un angolo di 35°. Nei capi dell’asta della T va aperto un foro cieco Ø 28×40 mm (ci vuole una certa abilità per centrarlo esattamente e mantenerlo in linea) .
  2. Nei fori si calzano ed incollano le due impugnature, magari rinforzando l’unione con una spina passante. Dietro la T si vede uno dei due pezzi 15 con il lato bisellato a 35° aperto dallo scarico per la base della T.

Quad giocattolo sulla molla

molla grande

molla rossa

Il quad giocattolo può farsi mobile, per usarlo dentro casa o in un cortile lastricato, montandolo su un basamento di travetti e multistrato abbastanza lungo e largo da assicurarne la stabilità su ogni pavimento esterno o interno oppure, se si prevede di usarlo per diverse stagioni, via via che figli e nipoti crescono, lo si può montare, fisso, in un prato, su un blocco di calcestruzzo armato da affondare nel terreno. Il blocco, completo dei suoi attacchi, si acquista dove sono in vendita le speciali molle. Se non si vuole affrontare la spesa, non indifferente, di una molla specifica per questo tipo di giochi, conviene recarsi presso un demolitore di camion o macchine agricole e simili e cercare una molla di recupero (sui 150 mm di diametro e di lunghezza, con filo Ø almeno 15 mm) abbastanza resistente da stringersi senza però chiudersi del tutto quando ci si monta sopra. In questo caso è evidente che il blocco di calcestruzzo va gettato, completo di prigionieri filettati cui fissare la molla tramite un ferro piatto 10x70x200 mm circa, in base alle dimensioni di questa. Le molle per questo tipo di giochi da giardino sono molto robuste e vengono vendute già dotate delle piastre e degli attacchi a “grillo” che ad esse le bloccano. Nella base di multistrato si aprono le finestre per l’alloggiamento dei dadi delle piastre ed i fori passanti per i bulloni di fissaggio. Alla piastra superiore della molla si avvita la crociera 3 e su questa il supporto scocca 4 che entra a misura tra le fiancate del quad, alle quali si fissa o con spine passanti dall’esterno (poi coperte dai predellini 12) o, dall’interno e prima di montare il sedile, con robuste piastre metalliche ad L.

Encyclopédie: esaltazione del lavoro dell’uomo e della manualità

Editoriale tratto da “Far da sé n.457 di Dicembre 2015/Gennaio 2016”

Autore: Nicla de Carolis

Affascinante vedere le tavole illustrative degli undici volumi dedicati alle arti e ai mestieri nella mitica Encyclopédie di Diderot e d’Alembert, la maggiore impresa culturale dell’illuminismo, pubblicata nel 1772, che aveva l’obiettivo di riesaminare tutto il sapere umano divulgandolo sulla base della conoscenza positiva e di promuovere la diffusione di una cultura nuova, critica e completa, riguardante tutti gli aspetti dell’attività umana. L’Encyclopédie ha così dedicato anche attenzione alle tecniche e al lavoro, nella convinzione che fosse giunto il momento di considerare il lavoro manuale degno della stessa ammirazione che l’opinione pubblica riservava al sapere umanistico e alle arti liberali. Fu qualcosa di assolutamente innovativo che segnò una rottura rispetto alle enciclopedie precedenti impostate più sull’elaborazione di concetti universali che sulla diffusione di conoscenze utili nella vita quotidiana. Per fare questo Diderot iniziò a frequentare le botteghe degli artigiani e si procurò addirittura alcune macchine per imparare, usandole, a scrivere in modo adeguato del loro funzionamento. Nel discorso preliminare d’Alembert scrisse che per trattare questi argomenti si doveva far ricorso agli artigiani. “Ci siamo rivolti ai più abili di Parigi e della Francia intera. Ci siamo presi la briga di andare nei loro laboratori, di interrogarli, di scrivere sotto loro dettatura, di sviluppare i loro pensieri, di ricavarne i termini specifici della loro professione, di stenderne delle tavole, di definirli. […]. Ma la scarsa abitudine di scrivere e di leggere dei testi sulle arti rende le cose più difficili da spiegare in modo intelligibile. Di qui il bisogno di figure. Uno sguardo a un oggetto o una sua rappresentazione ci dice di più di una pagina di discorso. Abbiamo mandato dei disegnatori nei laboratori; sono stati presi schizzi delle macchine e degli utensili; non si è tralasciato nulla di quello che si poteva mostrare distintamente agli occhi”. Ci entusiasma la forza con cui questi grandi intellettuali del ‘700 (l’opera coinvolse oltre 160 collaboratori di primissimo ordine) si sono impegnati per dare cultura e informazione a tutti nonostante l’opposizione cattolica e calvinista che sentiva in questa apertura al sapere una perdita di potere sul popolo. Ci gratifica vedere che la loro divulgazione era fatta di immagini, allora le foto non c’erano quindi di disegni passo passo, che ricordano molto le nostre sequenze fotografiche. Vi lascio al piacere di questa tavola di disegni sul lavoro del tappezziere tratti, appunto, da l’Encyclopédie ou dictionnaire raisonné des sciences, des arts et des métiers in attesa del prossimo numero di FAR DA Sé a febbraio 2016.

poltrona