Bestway Global Holding si occupa dello sviluppo, la produzione e la vendita di prodotti innovativi e di alta qualità per il tempo libero e lo sport
Per rispondere alle esigenze di tutti, la linea di prodotti Bestway è vastissima e va dalle tavole da surf, le piscine fuori terra, gli idromassaggi e i materassini gonfiabili ai gommoni gonfiabili e gli accessori più comuni per la piscina.
Per garantire la totale soddisfazione dei clienti, i reparti Bestway lavorano in sinergia per mettere a punto strategie e soluzioni aziendali. Tra questi vi sono il Centro tecnologico, il Laboratorio centrale, il Centro di assicurazione qualità e il Sistema di produzione integrata verticalmente. Inoltre sono presenti dei Centri di assistenza clienti in tutti i principali continenti, per supportare i nostri prodotti venduti in più di 80 paesi del mondo.
Fondata nel 1994, Bestway (Bestway Global Holding) è specializzata nella catena di fornitura di prodotti gonfiabili per il tempo libero, prodotti per gli sport acquatici, piscine fuori terra e altri prodotti per il tempo libero all’aria aperta. Operando in modo verticalmente integrato, Bestway si occupa di Ricerca&Sviluppo, Produzione, Vendita e Logistica, con una quota di mercato mondiale che si aggira intorno al 25%.
Gli stabilimenti produttivi si trovano a Shangai, Nantong e Yancheng nella provincia di Jiangsu e a Jinhua, nella provincia di Zhejiang, in Cina. Il gruppo può contare su un’area complessiva di 77 ettari e uno spazio calpestabile di oltre 750.00 metri quadri, su cui sorgono i modernissimi stabilimenti produttivi e un centro logistico.
Inoltre, l’azienda è presente in cinque continenti con nove filiali, in particolare a Phoenix (Arizona), Milano (Italia), Santiago (Cile), Sydney (Australia) e Hong Kong. Queste filiali sono responsabili di promuovere il brand, stabilire i canali di mercato, gestire l’assistenza post-vendita e le informazioni e i feedback dal mercato.
Con rappresentanti in oltre 80 Paesi in tutto il mondo, i prodotti Bestway sono venduti in più di 120 nazioni e territori nei cinque continenti.
Il Centro tecnologico Bestway si trova a Shanghai, in Cina, staff conta più di 200 dipendenti e comprende i reparti di Ricerca e Sviluppo, Controllo Qualità, Assicurazione qualità e un Laboratorio centrale responsabile della progettazione e sviluppo dei prodotti e della gestione dell’assicurazione qualità.
Fondata nel 1958 a Modena, nel cuore del distretto metalmeccanico italiano, Annovi Reverberi è una azienda moderna, flessibile e in costante espansione
Annovi Reverberi è Un’importante realtà produttiva e commerciale che trova la sua forza nel suo DNA. In un “saper fare” che affonda le radici nell’eredità e nell’esperienza personale del suo fondatore, nella vivacità del distretto produttivo italiano in cui è nata e si è sviluppata, nelle persone di talento che vi lavorano, nella pluralità ed eccellenza delle competenze professionali sempre coinvolte.
Leader internazionale nel settore delle pompe a membrana per l’agricoltura e delle pompe a pistoni per il lavaggio industriale, vanta oggi un’importante presenza anche nel settore del cleaning con le sue idropulitrici, ad uso sia privato sia professionale, che rappresentano soluzioni d’avanguardia sul mercato globale.
Annovi Reverberi è presente in cinque continenti e oltre cento Paesi con una rete di insediamenti produttivi e commerciali che posizionano l’azienda direttamente sui mercati locali, in una strategia di totale attenzione alle esigenze dei clienti finali.La sua forza crescente è basata sull’innovazione permanente, sulla costante ricerca delle soluzioni più efficienti, sulla capacità di anticipare ed accogliere le sfide del mercato.
Togliendo alcuni pezzi a una motozappa e aggiungendo due ruote sulla trazione, un ruotino come terzo punto d’appoggio e una pala da neve applicata a un apposito telaio di supporto, si riducono i tempi e la fatica quando va pulito il cortile di casa con uno spazzaneve fai da te
Costruire uno spazzaneve fai da te è meno difficile di quanto si possa immaginare. La particolare pala da neve che lavora a spinta è molto efficace quando il manto bianco è di limitata entità perché si fa presto ad ammucchiare la neve spingendola frontalmente. La sua “lama” di materiale plastico, con sagoma rettangolare curva, è estesa in larghezza e poco in altezza. Con queste misure, quando la neve si appesantisce compattandosi, spingere la pala risulta faticoso, anche se il manto ha altezza esigua. Per risolvere il problema, il nostro lettore Alessandro Molinelli ha pensato di trovare un valido ausilio nella spinta della pala, eliminando il manico e applicandola davanti a una motozappa. Ovviamente quest’ultima, per cambiare ruolo, deve subire delle modifiche importanti, ma nulla di definitivo. Per realizzare lo spazzaneve fai da te si applicano due ruote al posto delle frese e frontalmente si fissa un telaio che supporta la pala e un ruotino come terzo punto d’appoggio.
Cosa va eliminato dalla motozappa per trasformarla in spazzaneve fai da te
Quelle ritratte sopra sono le parti rimosse per trasformare la zappa a motore in spazzaneve fai da te: la ruota anteriore con le relative staffe di sostegno e le due frese, imperniate sui semiassi motrici. Questi pezzi vanno messi da parte per il successivo rimontaggio a primavera, quando la brutta stagione è alle spalle e si deve ribaltare la terra nell’orto per predisporlo alla semina.
Montaggio dei pezzi
Al posto delle frese vanno messe due ruote recuperate da un carrello in disuso. Dato che queste devono avere trazione, si predispone un pezzo di tubo che calzi il semiasse uscente dalla scatola di trasmissione della motozappa, bloccando i due pezzi mediante una vite passante con dado di tenuta.
Sostenuta dalle nuove ruote e da un cric da auto (provvisorio, per tenere la motozappa orizzontale), si trova la lunghezza corretta del piede frontale con ruotino, che ha funzione di reggere una parte importante del peso della macchina. Si individua anche il migliore sbalzo frontale del telaio di sostegno della pala. Al telaio è saldata una staffa a cui si fissa, con due viti passanti e relativi dadi, un segmento di manico di legno, su cui va alla fine applicata la pala di plastica.
Il telaio della pala, fatto unendo vari profilati d’acciaio, si colora di giallo come la motozappa.
La pala ha di suo la possibilità di essere bloccata in diverse inclinazioni rispetto al braccio di sostegno.
Levigature perfette con la Levigatrice rotorbitale KA199 240W BLACK+DECKER
Nella levigatura delle superfici curve è importante avere un ottimo controllo dell’utensile ed essere prossimi all’area di lavoro per ottenere risultati senza imperfezioni.
La nuova levigatrice rotorbitale KA199 di BLACK+DECKER ha un design particolarmente adatto per queste situazioni: grazie alla speciale impugnatura gommata è possibile effettuare levigature ad una mano , inoltre l’interruttore a pressione è dotato di un efficiente sistema di bloccaggio: levigature prolungate più confortevoli senza rischi di accensione involontaria!
Il sistema di aspirazione della polvere integrato consente di mantenere l’area di lavoro sempre pulita e di trattenere al meglio le polveri all’interno del sacchetto raccoglipolvere. Le basse vibrazioni del prodotto contribuiscono a massimizzare il comfort in uso, mentre l’attacco carta a velcro rende la sostituzione dei fogli abrasivi semplice e rapido.
Cosa include la confezione:
Levigatrice rotorbitale KA199 240W
Sacchetto raccoglipolvere dotato di sistema filtrante
1 foglio abrasivo a maglia lavabile e riutilizzabile più volte
Caratteristiche Tecniche della Levigatrice rotorbitale KA199
Potenza
240W
Velocità a vuoto (giri/min)
14.000
Grado di eccentricità
1,5mm
Diametro orbite
3,0mm
Diametro del platorello
125mm
Fissaggio carta
Velcro
Consulta la scheda tecnica della Levigatrice rotorbitale BLACK+DECKER sul sito ufficiale
Una grande tombola fai da te con 90 numeri girevoli permette a tutti di controllare i numeri già usciti, anche se ci si distrae per un attimo o il brusio non permette di udire distintamente il “croupier”
Il nostro lettore Claudio Pioli ha costruito una tombola fai da te in legno molto grande, con numeri di dimensioni tali da poter essere letti con facilità anche a distanza. Optato per tessere da 10×10 cm con numeri neri su fondo bianco, si è rivolto a una tipografia che in 10 minuti li ha stampati per la modica spesa di 3 euro e 20 centesimi.
L’idea è quella di realizzare un tabellone dove i 90 numeri, nella disposizione classica, siano riportati su altrettante tessere, ricavate da pannelli di MDF spessi 20 mm, imperniate su un asse metallico e in grado di ruotare di 360° in orizzontale: all’inizio i numeri sono rivolti sul retro e, man mano che se ne estrae uno, la casella corrispondente si ruota e il numero diventa visibile.
Rispetto alla larghezza delle tavole che compongono il telaio, le tessere della tombola fai da te sono collocate verso il bordo anteriore, in modo che la rotazione possa avvenire senza che sporgano dal bordo posteriore della cornice: in questo modo la tombola fai da te può anche essere appesa a parete.
Affinché questo sia possibile, lo spessore della cornice dev’essere almeno la metà della larghezza delle tessere più il loro spessore, vale a dire 7 cm. Ovviamente, sono le dimensioni delle tessere e il minimo gioco da lasciare tra le stesse a determinare la larghezza del telaio, mentre per l’altezza bisogna aggiungere lo spessore delle 8 tavole orizzontali che separano le decine. Il fil di ferro è del tipo utilizzato in agricoltura, Ø 2,7 mm, da cui si ottengono bacchette perfettamente dritte e sfilabili con un piccolo trucco.
La struttura della tombola fai da te
Le tavole, recuperate da bancali, vanno piallate e portate tutte allo stesso spessore, si stuccano anche i difetti più evidenti.
Prima di trattare le tavole della tombola fai da te con tre mani di turapori e due di smalto bianco bisogna coprire con nastro maschera tutte le parti che vanno in contatto al momento del montaggio del telaio, perché la colla non farebbe buona presa sulla finitura: qui, in particolare, il lato interno di un montante con l’isolamento dei settori corrispondenti alle teste delle tavole orizzontali che separano le “decine”.
Con le tavole orizzontali ancora grezze e sovrapposte si praticano i fori passanti per il fil di ferro che le deve attraversare e su cui ruotano le tessere della tombola fai da te.
La stesura delle 5 mani di finitura della tombola fai da te prolunga i tempi d’esecuzione, in quanto interessa entrambe le facce e i bordi dei lati lunghi e bisogna aspettare che ogni superficie trattata asciughi.
Si rimuove il nastro maschera e si effettuano le fresature per l’inserimento dei “biscotti” che permettono di realizzare giunzioni invisibili e robuste.
Utilizzando abbondante colla vinilica si assembla il telaio e si serra il tutto con strettoi a cinghia e morsetti.
Le tessere da numerare della tombola fai da te si ricavano da pannelli di MDF da 20 mm. Per praticità si applica la finitura sui pannelli ancora interi, solo su una faccia in quanto su quella opposta vanno incollati i numeri.
Dai pannelli si ritagliano strisce larghe 100 mm che, a loro volta, vanno sezionate per ottenere le tessere.
Assemblaggio e numeri girevoli
Alle strisce di MDF non resta che applicare la finitura sui bordi, in quanto rimarranno a vista: si accostano le tavole faccia contro faccia e si serrano tra morsetti, ottenendo così un unico blocco che facilita l’applicazione di turapori e smalto.
Si imposta la battuta della troncatrice in modo da ottenere tessere quadrate da 10×10 mm: verificata la precisione della prima, basta spostare via via la tavola contro la battuta e mantenerla contro la guida per avere pezzi esattamente uguali con i lati a 90 gradi.
Le tessere vanno forate passanti per il passaggio del filo di ferro: occorre una dima da bloccare sul piano del trapano affinché il foro risulti centrato e allineato per ciascuna tessera. La precisione e la perpendicolarità sono particolarmente importanti in questo caso, dato che la punta a disposizione (Ø 3 mm) è lunga 100 mm e non è sufficiente ad attraversare la tessera in una sola passata, per cui la tessera va capovolta per intercettare e completare il foro sulla faccia opposta.
Resta da applicare la finitura su due bordi, quelli risultanti dal taglio delle tessere, gli stessi attraversati dalla punta del trapano. Si può procedere come già visto, impacchettandole a gruppi per velocizzare il lavoro.
I numeri della tombola fai da te sono stampati su carta robusta formato A4 a gruppi di 6: basta tracciare le linee divisorie a matita e separarli con un taglio netto utilizzando un cutter. Per non incidere la superficie sottostante si mette sotto i fogli una lastra di vetro, sulla quale la lama non riesce a produrre solchi che, oltre a danneggiare il piano, sarebbero d’intralcio per i tagli successivi.
Per incollarli sulle tessere di legno si utilizza colla vinilica diluita, come per il découpage, avendo cura di stenderla bene soprattutto lungo il perimetro e di evitare bolle d’aria.
Le aste sulle quali ruotano le tessere sono di fil di ferro robusto: il problema è renderle ben dritte, senza accenni di curvature.
Il trucco utilizzato da Claudio consiste nel bloccare un’estremità dell’asta tra le ganasce della morsa, mentre l’altra viene stretta nel mandrino del trapano. Facendolo girare a bassa velocità, il fil di ferro si attorciglia su se stesso e si tende, per cui si ottengono bacchette diritte e ancor più rigide di prima. Alla fine si piega a L uno dei due terminali di ogni bacchetta.
Per bloccare le bacchette della tombola fai da te e permettere che siano comunque sfilabili (per sostituire tessere o numeri eventualmente logori) si realizza nella tavola superiore del telaio una serie di asole in cui l’estremità della bacchetta, ripiegata, rimane bloccata.
Si inserisce una prima bacchetta dall’alto e le si fa attraversare la tessera 1, poi la 11, la 21 e così fino alla 81; nella tavola inferiore il foro non è passante e la bacchetta va a battuta, poi si passa alla fila adiacente, fino a completamento. Mentre si fa passare la bacchetta, alla base di ogni tessera si mette una rondella di plastica, per ridurre l’attrito in rotazione.
Per dare m
aggiore stabilità alla tombola fai da te si avvitano quattro squadrette metalliche a L: due negli angoli superiori e due in corrispondenza della tavola orizzontale che divide le due decine più in basso.
In questo modo resta spazio per una seconda coppia di squadrette, questa volta orientate in modo da permettere il bloccaggio del tabellone a un piano.
Ora la nostra tombola fai da te è pronta, possiamo iniziare a giocare! Scopri le regole e la storia della tombola
Importanti novità entrano a far parte della famiglia 18V ONE+: nato il primo trapano nel settore consumer, con e senza percussione, ad avere il motore senza spazzole. Una miglioria che porta enormi vantaggi, grazie all’utilizzo di tecnologie applicate solo agli utensili del settore professionale
L’impegno costante nella ricerca dà i suoi frutti e Ryobi continua a sorprendere sfornando novità di grande interesse. In questo caso si tratta di un vero e proprio primato, perché gli ultimi nati, che entrano in questi giorni a far parte della gamma 18V ONE+, sono due trapani, il modello R18DDBL e l’R18PDBL, che si fregiano di essere i primi con motore brushless (ovvero trapani senza spazzole) nel settore consumer.
I vantaggi dei trapani senza spazzole sono importanti:
meccanica con vita utile che si allunga sino a 10 volte,
autonomia sino a un 40% in più,
potenza sino a un 20% in più.
Lo “step” tecnologico è stato possibile solo applicando al segmento “fai da te” le più avanzate tecnologie del mondo professionale; oltre al motore senza spazzole, a bordo c’è una sofisticata scheda elettronica che gestisce e ottimizza il numero dei giri e interviene pure controllando la frizione. I due trapani senza spazzole sono caratterizzati da analoghi dati di potenza e possibilità di regolazione, tranne il fatto che il modello R18PDBL dispone anche della foratura con percussione.
I trapani senza spazzole sono disponibile anche in confezione con 2 batterie
Usato come avvitatore, il trapano permette un’ampia gamma di regolazioni di coppia che permettono molta precisione nelle situazioni più delicate e molta energia nei contesti che la richiedono. Il pulsante di avvio dà la possibilità di controllare perfettamente l’erogazione, consentendo di iniziare l’avvitatura nel modo corretto, evitando partenze troppo rapide. Per entrambi i modelli la coppia massima è di 60 Nm e le posizioni selezionabili sono 10. Le velocità del motore sono 2: nella prima il pulsante regola i giri da 0 a 440 al minuto, nella seconda da 0 a 1600 al minuto. Il mandrino è autoserrante e porta codoli sino a 13 mm di diametro; la capacità massima di foratura è di 50 mm nel legno, 13 mm nel metallo e 13 mm nel calcestruzzo per quello con la percussione. Il peso di entrambi i modelli senza batteria è di 1,5 kg. Facendo parte della famiglia 18V ONE+, i due trapani brushless possono essere acquistati senza batterie. R18DDBL-0 ha un prezzo di euro 129,90, ma è disponibile anche in confezione con 2 batterie 18V 2,5 Ah Lithium+ (mod. R18DDBL-LL25S) a euro 239,90. R18PDBL-0 (con percussione) ha un prezzo di euro 139,90, ma è disponibile anche in confezione con 2 batterie 18V 2,5 Ah Lithium+ (mod. R18PDBL-LL25S) a euro 249,90. Ryobi
Come una vera e propria scultura moderna, la sbarra per trazioni fai da te abbellisce il giardino e aiuta a tenersi in forma
Perché è utile costruire una sbarra per trazioni fai da te? In un mondo che ha praticamente eliminato la fatica fisica, compagna millenaria dell’umanità, lasciandola appannaggio di poche attività lavorative di quelle che ora si chiamerebbero “di nicchia” e degli appassionati del fai da te che di sudare lavorando con le proprie mani non si lamentano quando addirittura non se ne gloriano, mantenersi in forma, mens sana in corpore sano, diventa sempre più difficile. Auto, ascensori e scale mobili infiacchiscono la muscolatura delle gambe; i lavori di scrivania e le sedute al PC ammosciano i ventrali e i dorsali; le attrezzature elettriche come seghe, fresatrici, toupies, pialle ecc. per quanto utilissime, non fanno certo bene ai muscoli delle braccia e della schiena (vuoi mettere col lisciare un trave col piallone da un metro in una fontana di trucioli!). La cosa non sarebbe poi tanto grave se, in netto contrasto, la società invece di accontentarsi di corpi fiacchi, schiene curve e pance prominenti non pretendesse che uomini e donne esibiscano fisici da atleti, muscoli ventrali simili a cavi d’ormeggio, bicipiti come angurie e cosce come vibranti piramidi a punta in giù. Quello che una volta era il frutto di zappa e vanga, di saracco e piallone, di mazza e forgia, per non parlare della pulizia dei pavimenti fatta con scopa e galera (così era, a ragione, chiamato l’attrezzo col quale si tirava la cera), ottime attrezzature per lo sviluppo di braccia, schiena e muscoli assortiti oggi viene raccolto in altri ambienti, come le palestre che infatti vedono una crescita esponenziale e si aprono anche nei centri più piccoli.
Solida ed elegante, la sbarra per trazioni fai da te consente di esercitarsi in tutti gli esercizi tesi a sviluppare armoniosamente la muscolatura sia di braccia e spalle, sia delle cosce e degli addominali, ancora con la spalliera e con la panca, sia delle gambe, col passeggiatore a slitta elastica (in basso, dietro) che in più aiuta a mantenere sciolte le articolazioni dal bacino alle caviglie.
Ginnastica all’aperto con la sbarra per trazioni fai da te
Senza nulla togliere all’utilità delle palestre, sta di fatto che queste sono sempre locali chiusi con ricambio d’aria artificiale anche se efficiente, ambienti spesso poco gradevoli dal punto di vista estetico, non di rado affollati da habitués la cui forma perfetta mette a disagio chi da tale forma è ancora ben lontano. A questo aggiungiamo il fatto che frequentare le palestre richiede una spesa non indifferente, che non è sempre detto che la palestra sia comoda da raggiungere, che per forza di cose è necessario fissare giorni ed orari per gli allenamenti. A chi non ambisca a un fisico da Schwarzenegger, o della sua equivalente femminile, ma si accontenti di ottenere un corpo armonico con muscoli sodi e robusti e che questo risultato voglia raggiungerlo nella comodità di casa sua o, per meglio dire, nella serenità del suo pezzetto di giardino, è destinata la realizzazione di questa sbarra per trazioni fai da te che con i suoi due accessori e quelli che ciascuno potrà escogitare per suo conto (anelli, funi, ecc) permette di svolgere in modo tanto semplice quanto efficace tutti gli esercizi necessari ad ottenere il suo scopo, quando e quanto si vuole in un ambiente assai più gradevole di qualsiasi palestra.
La costruzione della sbarra per trazioni fai da te
Va da sé che una cosa del genere va costruita sulle misure sia di chi la deve usare sia del posto in cui è possibile installarla e che quindi le indicazioni dell’elenco dei materiali sono da considerare solo come una guida da seguire “cum grano salis”, adattandole alla situazione ambientale e personale. Da non modificare, comunque, le sezioni dei vari pezzi calcolate per reggere il peso dinamico di utenti di stazza non superiore al quintale. Per un castello per trazioni fai da te più lungo occorre inserire una terza coppia di montanti con fori passanti per le barre orizzontali delle spalliere. Di per sé né la struttura fissa né la panca per addominali presentano difficoltà realizzative. Da tenere però presente l’assoluta necessità che montanti e sbarre siano perfettamente in bolla e piombo perché in caso contrario le sollecitazioni prodotte dai movimenti di chi usa il castello, malamente assorbite dagli incastri, scardinerebbero rapidamente, e pericolosamente, la struttura stessa. Più complessa, come descritta a fianco, la realizzazione del passeggiatore (o come si preferisca chiamarlo) che richiede qualcosa di più del semplice lavoro di tagli, fori e avvitatura occorrenti per castello e panca.
Cosa serve per costruire una sbarra per trazioni fai da te (misure indicativi in mm):
Sega per tagli diritti e curvi
trapano a colonna o con guida a tuffo
mecchia o sega a tazza Ø 43 mm
mazzuolo
avvitatore
Legno impregnato a caldo e sotto vuoto: 4 pilastri A 91x91x circa 3500; 2 longheroni B 45x95x2700; 2 montanti C 45x95x2400; 2 montanti D 45x95x1030; 4 tavole 45x195x1100 da cui ricavare gli archi E (o curve preformate)
Tondo Ø 43: 13 pezzi F da 850; 9 pezzi G da 686
Come realizzare la struttura portante
la sommità dei quattro solidi pilastri A va aperta a forchetta con uno scasso di 45×95 mm, a misura dei longheroni B da fissarvi con viti passanti Ø 5×80 mm.
i capi dei longheroni si arrotondano gradevolmente con l’alternativo, quelli delle spalliere si smussano a 45°.
tanto le spalliere verticali quanto la griglia orizzontale vanno preparate prima del montaggio, aprendovi i fori ciechi Ø 43 mm profondi 20 in cui si calzano i capi delle sbarre, incollati e bloccati con viti Ø 5×60 mm inserite dall’esterno dei montanti e dei longheroni.
Il montaggio del castello per trazioni fai da te
le tre griglie vanno costruite per prime in quanto ci servono come guida per stabilire la posizione dei pilastri. Stesa in terra una spalliera vi si accostano due pilastri con lo scasso per i longheroni
rivolto in su. Contro la sommità dei pilastri poggiamo la griglia superiore e piantiamo dentro gli scassi due picchetti che segnano la posizione della prima coppia di pilastri. Per l’altra coppia i picchetti vanno piantati, in linea coi pilastri stesi a terra, subito all’interno della griglia superiore.
con una trivella Ø almeno 120 mm (occorre lasciare un certo gioco fra le pareti del foro ed i pilastri) apriamo in corrispondenza dei picchetti quattro fori profondi circa 90/95 cm (attenti a lavorare in verticale). Interrato il primo pilastro, il secondo si interra usando come distanziale una delle spalliere. Messa in piombo la coppia, la si blocca con una gettata di calcestruzzo (1 misura di ghiaietto-2 di sabbia-1 di cemento), controllandone la verticalità.
lo stesso procedimento si usa per la seconda coppia di pilastri senza però ancora cementarli (le spalliere saranno avvitate, dall’interno ed affogando a filo piano la testa delle viti Ø 5×60 mm, dopo aver verniciato i pilastri).
si calza dentro gli scassi la griglia orizzontale. Si controlla la verticalità della seconda coppia di pilastri e la si blocca col calcestruzzo. Dopo almeno tre giorni si smontano le tre griglie e si verniciano i loro montanti, i pilastri e gli archi. Asciutta la vernice, completiamo il lavoro avvitando le spalliere fra i pilastri, la griglia superiore dentro gli scassi e i quattro archi a griglia e pilastri.
Panca per addominali fai da te
La panca per gli addominali è costituita da una tavola retta da due longheroni e coperta da un materassino fermato da una cornice di angolari. Ad un capo i longheroni sono intagliati in modo da potersi agganciare sulle sbarre della spalliera. Due ganci metallici avvitati sotto i longheroni permettono di appendere la panca alla spalliera quando non la si usa. Per eliminare la pancia dovuta al rilassamento delle due fasce muscolari che percorrono verticalmente l’addome, la panca si rivela una carta vincente. Va comunque usata alternandola con la spalliera: a questa ci si appende con le braccia, si alzano le ginocchia e poi si cerca di stendere le gambe a squadra. Con la panca si lavora al contrario: si poggiano gli scassi su una sbarra della spalliera, si infilano i piedi sotto la sbarra successiva e, tirando proprio con gli addominali, si cerca di sollevare il busto, tenendo le braccia incrociate dietro il collo (le prime volte conviene stendere le braccia in avanti). In un modo si sollecita l’attacco superiore della fascia muscolare; nell’altro quello inferiore. Più in alto si appoggia la panca, maggiore lo sforzo occorrente a sollevarsi.
Cosa serve per costruire la panca per addominali:
1 pannello A di multistrato di betulla o faggio da 15x500x1800;
2 longheroni B di abete 21x43x 1800;
2 angolariC 25x25x1810;
2 angolari D 25x25x510;
1 materassino da ginnastica E (spessore sui 15 mm) 510×1800;
2 ganci metallici F
Passeggiatore a slitta fai da te
Quest’originale passeggiatore a slitta fai da te può essere usato per camminare o correre da fermi se lo si mette a squadra o per sciogliere caviglie, ginocchia ed anche, mettendolo, come nella foto, parallelo alla struttura. Consiste in una base fissa sul cui piano superiore sono avvitate due strisce metalliche e da una slitta, mobile su rotelle, che un cordone elastico vincola alla base, permettendole una corsa più o meno lunga secondo la tensione data al cordone. Questo entra con un percorso ad S dentro una testata della base, corre sotto il piano, esce dal foro centrale, gira sotto il piano della slitta su un rullino, rientra nel foro centrale, corre sotto il piano ed esce, ancora con un percorso ad S, dall’altra testata. Per regolarne la tensione basta tirarlo e fermarlo con un nodo.
Cosa serve per costruire il passeggiatore a slitta fai da te:
Lamellare da 28: 1 piano base A 250×1600; 1 piano slitta B 260×500; 2 testate D 150×250.
Pino, larice o abete di prima scelta: 2 fiancate base C 45x95x1600; 2 fiancate slitta E 21x91x500; 2 supporti F 21x91x350.
Circa 2,5 metri di cordone elastico (tipo marina) G Ø 8;
4 rotelle fisse H alte circa 40;
8 supporti a squadra J circa 30×40;
4 bulloni a gambo liscio K M8x80 con dadi autobloccanti;
2 strisce metalliche L circa 2x25x1600 da fissare con viti con la testa affogata a filo piano o da incollare con adesivi strutturali;
Un’idea in controtendenza: rendere accessibile a tutti l’utilizzo di uno strumento tecnologicamente sofisticato com’è il distanziometro laser. Basta che l’uso sia intuitivo, che si possa azionare con un solo tasto, che sia piccolo e maneggevole
Mai stato così semplice misurare una distanza!”. Con questo slogan la casa tedesca accompagna il lancio del suo piccolo (probabilmente il più piccolo al mondo) Misuratore laser Bosch. Con la disarmante semplicita d’uso e la maneggevolezza del misuratore laser Bosch PLR 15, la casa tedesca ha quindi centrato l’obiettivo di rendere la sofisticata tecnologia di un distanziometro laser fruibile a tutti, compreso chi è meno incline alle “diavolerie” digitali. Questo il motivo principale per cui è stato scelto di minimizzarne le funzioni, limitandole alla misurazione lineare con memoria. Per contro, nulla è stato ceduto sul piano delle prestazioni, dato che il misuratore vanta specifiche di tutto rispetto: portata compresa fra 0,15 e 15 m con precisione di ± 0,3 mm. E poi c’è la semplicità dell’azionamento, che permette di attivare lo strumento ed effettuare la misurazione con un unico dito, senza dover scegliere fra tanti pulsanti (ce n’è uno solo) e poter concentrare l’attenzione sul punto di cui rilevare la distanza. Essenziale, tuttavia completa, la dotazione che include il misuratore laser Bosch e le due batterie stilo, calibro AAA, necessarie per il funzionamento. Il tutto è confezionato in una scatola di metallo, bella e utile, soprattutto per chi pratica il bricolage, sempre alla ricerca di validi e soprattutto robusti contenitori. Bosch
Caratteristiche del misuratore laser Bosch PLR
Lo sportello scorrevole anteriore ha la superficie ruvida e un avvallamento centrale, tutto per agevolarne lo spostamento con il polpastrello.
Portando lo sportello in basso si aziona il distanziometro e si scopre il pulsante rosso sottostante, di tipo a pressione. Le dimensioni e il peso dell’oggetto, insieme alla posizione del pulsante da premere sono tali per cui il distanziometro risulta estremamente bilanciato e permette di essere manovrato tranquillamente con una sola mano.
Contemporaneamente all’accensione dello strumento si attiva il laser che inizia la sua azione di misurazione continua; in realtà le misurazioni sono a ripetizione, con una frequenza di due al secondo. Sul display viene mostrata in alto la scritta “laser” e in basso la distanza rilevata al momento.
Per fissare la misurazione di un punto specifico, bisogna orientare la luce laser su quel punto, quindi si preme il pulsante rosso. La misurazione continua si ferma, il display mostra in alto la scritta “hold” e sotto la distanza rilevata al momento della pressione del tasto.
Per effettuare un’altra misurazione, che sia di verifica oppure per il rilevamento di un altro punto, va premuto ancora il pulsante rosso. Questa pressione attiva nuovamente il laser per la misurazione continua. In questo momento il display mostra in alto la scritta laser, a metà la precedente misurazione e in basso la distanza rilevata al momento. Un’ulteriore pressione ferma la misurazione e il dato rilevato resta sul quadrante, nella posizione bassa; in quella di mezzo resta il valore della precedente misurazione.
Le stilo si inseriscono sul retro, dopo aver rimosso lo sportello del vano batterie premendo sull’apposita linguetta.
Con una distanza minima di rilevamento di soli 15 cm il distanziometro si presta alle misurazioni più comuni, come quelle che si effettuano per appendere quadri, mensole e tendaggi. Lo strumento indica la misura comprendendo anche la sua stessa lunghezza; ciò significa che il punto zero corrisponde con il lato opposto a quello di emissione del laser. Quindi, se si vuole mettere un quadro a una precisa distanza da un altro, con il laser attivato si sposta il distanziometro sino a quando indica la misura voluta, lo si tiene fermo e si marca sulla parete una linea lungo la sua base posteriore.
La fusione e l’integrazione di tre grandi tradizioni compressoristiche italiane hanno portato alla nascita del Gruppo FNA
FNA Gruppo multinazionale con oltre 65 anni di esperienza nel settore dell’aria compressa, che ha sviluppato una sinergia industriale dal cuore tutto italiano, in grado di competere sul mercato mondiale senza temere confronti.
Con la sua produzione dedicata agli utilizzi industriali, professionali e al fai da te, il Gruppo FNA si colloca sul mercato mondiale come uno dei principali costruttori di compressori d’aria, grazie ai suoi brand internazionalmente conosciuti ed apprezzati:
Il Gruppo FNA, con headquarter a Torino, impiega circa 1.500 dipendenti in stabilimenti produttivi in Italia, Francia e Cina, dove vengono prodotti 8.500 compressori a pistoni ogni giorno, e 9.500 compressori a vite all’anno. L’88% del fatturato del Gruppo è destinato alle esportazioni in 120 paesi in tutto il mondo. Filiali del Gruppo sono presenti in Francia, Polonia, Portogallo, Cina e Stati Uniti.
Kerakoll H40 un nuovo adesivo per piastrelle che si comporta come un gel, garantendo scorrevolezza, flessibilità, tempi di apertura prolungati e compatibilità con tutti i materiali, in qualsiasi situazione; a fare la differenza è il geolegante sviluppato da Kerakoll, la cui struttura cristallina forma un insieme monolitico supporto-adesivo-piastrella
L’obiettivo di partenza era quello di ottenere un’adesione strutturale, trasformando l’adesivo da elemento critico del sistema incollato a quello determinante sotto il profilo della resistenza. I numerosi test e le prove di incollaggio dei rivestimenti effettuate su sottofondi più o meno comuni (massetto di cemento, calcestruzzo, metallo, tavolato, PVC, ceramica ecc) per valutare le diverse reazioni hanno portato alla formulazione di Kerakoll H40 No Limits, l’adesivo che garantisce le migliori performance in tutte le situazioni.
Da sempre l’elemento critico di un rivestimento è il collante: oggi poi, con il proliferare di materiali alternativi ai massetti tradizionali, specialmente nelle ristrutturazioni, diventa difficile produrre adesivi validi in tutte le situazioni, perché la composizione del sottofondo e la natura del rivestimento sono due elementi soggetti a estesa variabilità. In generale, un impasto morbido garantirebbe al piastrellista una maggiore lavorabilità e l’adesivo potrebbe collaborare meglio con i supporti, ma la preoccupazione che la tenuta dello spessore venga compromessa fa propendere per impasti più duri, impedendo all’adesivo di trasferire alle superfici concorrenti le proprie potenzialità. Questi sono sostanzialmente gli inconvenienti di fondo da risolvere che la ricerca Kerakoll si è posta come obiettivo, arrivando alla formulazione di Kerakoll H40 No Limits. Il nuovo prodotto è a base di materie prime riciclate ed è, a sua volta, riciclabile a fine vita, nel pieno rispetto del GreenBuilding che è l’obiettivo perseguito dall’azienda nella propria produzione. Kerakoll H40 si comporta all’uso come un gel adesivo che, nonostante la consistenza fluida, garantisce un’ottima stabilità subito dopo la posa della piastrella, in orizzontale o in verticale. Questo, in parole povere, è quello che accade: con la stesura del prodotto i cristalli che compongono il geolegante, elemento chiave della nuova formula, aumentano di dimensione e formano la struttura sotto la piastrella assorbendo acqua dall’impasto, che pertanto deve contenerne all’origine una quantità maggiore, con un miglioramento della lavorabilità. Nella fase di maturazione, i vuoti lasciati dall’acqua vengono perciò sostituiti dalla struttura minerale generata dalla cristallizzazione, quindi l’impasto si stabilizza a sufficienza per garantire coesione e adesione in tempi più brevi. I cristalli costituiscono inoltre una barriera all’intrusione di elementi esterni (per esempio, l’acqua piovana) proteggendo la matrice minerale dal degrado. Mentre i normali leganti cementizi sono soggetti a un progressivo decremento delle prestazioni, il geolegante non ne risente e prolunga la durabilità della piastrellatura. Kerakol
Geolegante Kerakoll
La natura chimica del geolegante fa sì che, durante la fase di maturazione, accresca rapidamente i suoi cristalli, raggiungendo una struttura simile a quella dei minerali; il risultato è una maggiore coesione che si realizza in tempi più brevi.