Home Blog Page 217

Come installare un Trituratore wc

Un vaso senza cassetta dotato di trituratore, capace di ridurre ai minimi termini il contenuto e, dopo il risciacquo, pomparlo nella colonna di scarico situata più in alto o a distanza elevata.

SaniCompact 43 è un vaso speciale equipaggiato di trituratore, destinato all’evacuazione delle feci e della carta igienica. L’apparecchio è destinato a un uso domestico e consente di ricavare un bagno di servizio in locali inizialmente non destinati a questo utilizzo, come sgabuzzini, sottoscala e piccole stanze. Per garantirne il funzionamento bisogna “portare” nel vano un tubo di adduzione dell’acqua, necessario per effettuare il ciclo di risciacquo, disporre di una comune presa di alimentazione elettrica 230 V e predisporre un tubo di scarico di diametro molto ridotto (32 mm) che, a seconda delle necessità del caso, può percorrere un tragitto orizzontale, sino a 30 metri di distanza, oppure in salita, sino a 3 metri di altezza, per raggiungere una colonna di scarico remota.
SaniCompact 43 ha a bordo tutto ciò che serve per il suo funzionamento. Ovvero il trituratore, per sminuzzare, l’immissione dell’acqua nel vaso per effettuare il risciacquo e la pompa per l’evacuazione. Non c’è quindi bisogno di alcuna cassetta aggiuntiva. Tuttavia può ricevere lo scarico di un lavabo da disporre nello stesso locale.  Può quindi svolgere due diverse funzioni. Una è la regolare funzione di frantumazione/pompaggio che si aziona secondo le necessità premendo uno dei due pulsanti grigi sul WC; il pulsante grigio chiaro aziona il getto breve, quello grigio scuro aziona il getto prolungato. La seconda è quella di azionamento solo della pompa per l’evacuazione dell’acqua di un lavamani o lavandino che si aziona automaticamente. La durata del funzionamento della pompa dipende dal volume d’acqua utilizzata.

Schema di installazione di un trituratore wc

schema iimpianto trituratore

 

pulsante trituratore

Il cuore della macchina è montato dalla casa. Ciò che viene dato in più nella confezione sono le raccorderie, le fascette per fissare i tubi, il sistema di fissaggio a pavimento, nonché il cerchio e il coperchio del vaso. Frontalmente appare come un quasiasi WC, mentre dietro si nota il gruppo contenente trituratore e pompa, tutto perfettamente sigillato, i tubi di adduzione acqua, scarico e il cavo d’alimentazione con la spina Shucko. A fianco del coperchio, sul basamento di ceramica, c’è il grande pulsante di azionamento che in realtà è diviso in due parti per una maggiore e una minore azione di risciacquo.

 Predisporre il raccordo

raccordo per trituratore wc

  1.  Prima di mettere in posizione il vaso bisogna predisporne i raccordi per il collegamento con il tubo di scarico installato nel locale. Il raccordo a pipa si inserisce e si blocca nella direzione giusta stringendolo con uno dei collari a corredo.
  2. La cuffia di gomma serve per adattare il diametro del raccordo a pipa con quello del tubo di scarico (Ø 32 mm); si taglia via, incidendola con un cutter, la parte di diametro inferiore che in questo caso non serve.
  3. La cuffia va calzata sul raccordo e fissata con un collare ben posizionato nella sua sede sulla corona della cuffia stessa.
    Il serraggio di tutte le giunzioni sui tubi in uscita è fondamentale a causa dell’alta pressione impressa dalla pompa.

Fissare il water

fissaggio del water

  1. 1. Si colloca solo per un momento il vaso nella sua posizione definitiva, giusto per poterne marcare il contorno e la posizione dei fori sui lati, con una matita.
  2. Sulla base dei riferimenti a terra, si praticano i fori con il trapano per inserire due tasseli a espansione, poi si fissano le due staffe a L di plastica cui avvitare il sanitario.
  3. Prima di mettere definitivamente il vaso nella sua posizione è consigliato distribuire un cordone di silicone all’interno della linea tracciata a pavimento. In questo modo si evitano vibrazioni e rumori dati dal contatto fra due ceramiche.

Allacciamenti e copertura

allacciamento

  1. Il collegamento del tubo di presa dell’acqua è come quello di una comune lavastoviglie o lavatrice; la presenza di un rubinetto di intercettazione che consenta di interrompere localmente la mandata è indicato per eventuali manutenzioni.
  2. Per innestare il tubo di scarico sulla cuffia di raccordo in uscita dal vaso, è necessario allentare i collari di sostegno a parete del tubo stesso, tanto da concedere il gioco necessario.
  3. Anche il cerchio con coperchio è del tutto regolare; il suo sistema si attacco e fissaggio è compatibile con quelli dei più comuni water. Come si nota, il pulsante di azionamento del trituratore/pompa resta ben visivile e a portata di “dito” sulla parte in rilievo, lateralmente al coperchio.

La presa elettrica

inserimento presa elettrica

L’apparecchio va collocato in modo tale che la spina della presa di corrente sia accessibile. Il circuito d’alimentazione dell’apparecchio va collegato a terra (Classe I) e protetto da un disgiuntore differenziale ad alta sensibilità (30 mA) calibrato a 16 A. Il collegamento deve servire esclusivamente all’alimentazione dell’apparecchio.

Come installare una pompa per condensa

Una valida soluzione per lo smaltimento delle acque di condensa prodotte da condizionatori, deumidificatori, frigoriferi, congelatori, pompe di calore, caldaie a condensazione, anche se lo scarico da raggiungere non è vicino e più in alto del punto di espulsione dall’elettrodomestico.

Oggigiorno sono molti i dispositivi che funzionando producono acqua di condensa. Fra tutti spiccano i sistemi refrigeranti, ovvero celle frigorifere, congelatori, ma anche condizionatori portatili e deumidificatori, i quali, a causa della particolare modalità operativa, inducono la precipitazione dell’umidità presente nell’aria coinvolta nel loro ciclo di funzionamento. Ai dispositivi menzionati, da un po’ di anni a questa parte, si sono aggiunte le sempre più utilizzate caldaie a condensazione, anche queste, seppure per motivi differenti, produttrici di ingenti quantità di acqua di condensa. Che sia poco o tanto, questo liquido deve essere smaltito in qualche modo. I condizionatori con il tubetto posticcio che gocciola sul marciapiede da una finestra o un terrazzino sono destinati a sparire; oggi si tende sempre più a convogliare la condensa in uno degli scarichi raggiungibili dentro o fuori casa.

Se lo scarico è distante o, peggio, si trova più in alto rispetto alla posizione del dispositivo produttore, si può risolvere il problema egregiamente imparando come installare una pompa per condensa (ad esempio una Sanicondens Plus di SFA). La pompa ha dimensioni ridotte, ma vanta una potenza di tutto rispetto, essendo in grado di evacuare una notevole quantità di acqua, prodotta per esempio da una caldaia a condensazione che lavora con fumi a bassa temperatura. Con una portata di 342 l/h, il dispositivo ha potenza sufficiente per spingere l’acqua in verticale sino a 4,5 metri di altezza oppure in orizzontale sino a 50 metri. Fra i valori massimi nelle due direzioni ci sono, ovviamente, tutte le varie possibilità intermedie di compromesso fra altezza e distanza orizzontale. Ma vediamo nel dettaglio come installare una pompa per condensa.

Schema di installazione di una pompa per condensa

Schema installazione pompa per condensa

Com’è fatta una pompa per condensa

pompa per condensa

  1. Il contenuto della confezione include tutto ciò che può servire per l’installazione, compresi gli adattatori per l’innesto nella pompa del tubo di spurgo dell’elettrodomestico e l’innesto del tubo di mandata della pompa nello scarico da intercettare.
  2. Sanicondens Plus si apre sganciando due fermi e sollevando la parte soprastante, una sorta di coperchio che contiene la pompa e in cui sono collocati i 4 fori di ingresso per la condensa.
  3. Sotto il coperchio sono visibili il galleggiante (bianco) che comanda l’avvio della pompa, il dispositivo di prelievo dell’acqua (nero) e il sensore di troppopieno (verde) che avvia la segnalazione d’allarme nel caso l’acqua raggiunga un livello anomalo.
  4. Il Sanicondens Plus va messo in prossimità dell’apparecchio da asservire, va alimentato con comune tensione a.c. 220 V e può essere collegato a un sistema che segnala eventuali malfunzionamenti. Il tubo in uscita dalla pompa, di soli 8 mm di diametro, segue il percorso in verticale, diagonale o orizzontale, necessario per intercettare uno scarico remoto.

Come installare una pompa per condensa

imstallazione pompa condensa

  1. Individuata la posizione più consona rispetto all’apparecchiatura da asservire e alla disponibilità di alimentazione elettrica, si riportano sul muro le posizioni degli attacchi per i tasselli; fatti i fori si applica il Sanicondens Plus, con l’accortezza di tenerlo in bolla mentre si serrano bene le viti di fissaggio. La manovra è fondamentale per la corretta funzionalità dei rilevatori di livello interni.
  2. Si innesta il tubo di scarico del dispositivo (in questo caso è simulata la presenza di una caldaia a condensazione); il raccordo di ingresso in dotazione ha possibilità di ricevere diversi diametri di tubo, per assecondare ogni necessità.
  3. Inserito il tubo nell’ingresso più comodo del Sanicondens Plus, si chiudono quelli inutilizzati con i tappi in dotazione.
  4. Si innesta il tubetto di scarico nell’apposito raccordo.
  5. Si distende il tubetto nella direzione prestabilita, fissandolo mediante fermatubi con chiodi d’acciaio.
  6. Con il tubetto di scarico in posizione e il collegamento elettrico attivo, il Sanicondens Plus è pronto a funzionare: basta rimuovere la linguetta rossa che ne inibisce l’azionamento. Non appena arriva sufficiente acqua nel raccoglitore, la pompa entra in funzione per il tempo dello svuotamento.

Intercettazione della colonna di scarico

intercetta colonna di scarico

Che sia una colonna di scarico, un tubo trasversale, una grondaia o un pluviale, poco interessa: tutti questi scarichi vanno bene per smaltire l’acqua di condensa delle apparecchiature che la producono. Abbiamo visto che la pompa del Sanicondens Plus è perfettamente a suo agio nello spingere le acque verso l’alto sino a 4,5 metri o in orizzontale sino a 50 metri. La cosa determinante come accorgimento per l’installatore è che all’innesto nello scarico che si va a intercettare, bisogna assicurarsi che il tubo faccia un giro “lungo”, in modo che il liquido di condensa ci entri dall’alto. Questo ovviamente per scongiurare la possibilità che le acque di quello scarico possano imboccare la via del ritorno verso il Sanicondens Plus.

Cavatappi fai da te in legno da parete

Quasi interamente di legno, incluso l’ingranaggio per il funzionamento, questo cavatappi fai da te è molto bello anche se non semplicissimo da realizzare

L’idea di una cavatappi fai da te in legno nasce come sfida per mettere alla prova la propria abilità. L’obiettivo che si è prefissato il nostro lettore Mario Chiurino è quello di realizzare uno di quegli apribottiglie da parete che solitamente hanno corpo, leva ed ingranaggi interamente di metallo. La difficoltà che si è imposto è quella di realizzare un cavatappi fai da te tutto di legno, dimostrando che anche con un materiale “tenero” è possibile azionare meccanismi che si basano su ingranaggi a cremagliera di piccole dimensioni. Il tutto è ricavato da un pezzo di rovere massello su cui vanno riportati i disegni dei pezzi con dime fatte col cartoncino.

Barvivo Cavatappi Professionale Apribottiglie Perfetto per stappare Bottiglie di Vino, Birra, per Sommelier e Bartenders di Tutto Il Mondo. Realizzato in Acciaio Inox e Legno di Rosa Naturale.
  • MAI PIU’ TAPPI DI SUGHERO SBRICIOLATI O CAVATAPPI ROTTI: Potrai aprire tutte le bottiglie di vino, anche le più pregiate, usando il nostro cavatappi BARVIVO a doppia leva, in grado di estrarre anche i tappi più fragili e lunghi in modo rapido e pulito. È tascabile, perfetto per tutti gli appassionati di vino, per camerieri e bartender.
  • UN’IDEA REGALO PERFETTA, GRAZIE ALL’ELEGANTE CONFEZIONE BARVIVO: La scatola decorativa in cui è confezionato il nostro cavatappi, lo trasforma in un regalo perfetto per un compleanno o per qualsiasi altra ricorrenza. I tuoi amici apprezzeranno la tua idea originale e potranno ricevere in dono un accessorio utilissimo in casa per stappare qualsiasi tipo di bottiglia.
  • IL NOSTRO CAVATAPPI E’ IL MEGLIORE DEL MERCATO- Gli altri cavatappi presenti sul mercato sono realizzati con materiali di scarsa qualità che non offrono la stessa resistenza e durata dell’acciaio inox utilizzato per fabbricare il cavatappi BARVIVO, perfetto per estrarre tappi sia in sughero che in plastica. Molti bar e ristoranti si affidano alla qualità di BARVIVO per stappare le bottiglie usando il nostro prodotto come parte integrante della loro attrezzatura. Non comprare cavatappi economici!
  • IL CAVATAPPI PIU’ SEMPLICE DA USARE: Il manico in legno è progettato per darti confort e controllo assoluto mentre si stappa la bottiglia, togliendo la carta d’alluminio o il tappo. Grazie al coltellito integrato, il nostro cavatappi diventa uno strumento davvero multifunzione, offrendoti tutto il necessario per aprire qualsiasi bottiglia, senza aver bisogno di altri utensili. Ecco perchè il nostro cavatappi è il preferito di tantissimi camerieri in tutto il mondo!
  • IL CAVATAPPI PERFETTO PER CHI AMA SORSEGGIARE UN BUON BICCHIERE DI VINO: il nostro cavatappi è perfetto per l’uso quotidiano, potrai scoprirne giorno dopo giorno la praticità e la funzionalità. Una volta capito il meccanismo a doppia leva, sarai capace di estrarre qualsiasi tappo in pochi secondi. Una volta tolto il tappo di sughero, chiusi il cavatappi e conservalo per la prossima bottiglia. Per pulirlo, basta usare un panno. È semplicissimo.
Firlar - Cavatappi, Style 1, Wood Style
  • Progettato per soddisfare il desiderio degli appassionati di vino di un apribottiglie di vino alto di gamma. La maniglia viene in legno di palma sostenibile a mano. Ognuno dei nostri cavatappo possiede sua cifra unico.
ipow Apribottiglie vino Cavatappi professionale Levatappi Accessori del vino e Regali sfociare bottiglia di birra/vino rosso con due leve antiscivolo
  • 【BUON MATERIALE】cavatappi lega di zinco per resistenza, gomma per comodità. Il produttore promette che il prodotto è buono con l'uso corretto. Idoneo per le cucine domestiche. Robusto ma leggero, maneggevole e preciso, design elegante e curato
  • 【FACILE DA USARE】pratico cavatappi con apertura agevolata, impugnature in gomma antiscivolo, i robusti bracci della leva facilitano la rimozione del tappo
  • 【MULTIFUNZIONE E PRATICO】cavatappi/apribottiglie sia per vino rosso sia per birra. Ideale per qualsiasi casa, ristorante, bar, ecc.
  • 【DIMENSIONE】 19 x 6,5 cm. Ha 5 spine
  • 【SERVIZIO COMPLETO】Si prega di non esitate a contattarci se avete problema/domanda. Sarà necessariamente vi invieremo una risposta soddisfatti.

La fase iniziale di disegno tecnico è molto importante in realizzazioni di questo tipo dove è richiesta una precisione da “fabbro” più che da falegname. I quattro pezzi, sgrossati con la sega a nastro, sono poi lavorati con la fresatrice e la levigatrice ottenendo già una buona finitura per la maggior parte delle superfici di contorno; meccanismi e altre parti più articolate, invece, sono da lavorare a mano, con molta pazienza e precisione, ponderando bene ogni movimento e testando spesso gli accoppiamenti. In questi casi vale la regola di andare per gradi tenendo presente che a togliere c’è sempre tempo; aggiungere, al contrario…

cavatappi in legno

Come costruire un cavatappi

cavatappi da parete

  1. Fra i componenti del cavatappi fai da te, ci sono due intrusi: sono due pezzi realizzati con ottone. Questo significa che l’obiettivo non è stato raggiunto al 100%, ma va detto che per la parte attiva, con ingranaggi e leve tutti di legno, il successo è stato pieno.
  2. Prima di completare il montaggio finale, che finisce per mascherare quasi del tutto il meccanismo, si può apprezzare la precisione degli ingranaggi: a leva alzata l’asta a cremagliera deve rimanere in posizione bassa per poter collocare nella forchetta il manico del succhiello avvitato nel tappo.
  3. Abbassando completamente la leva, l’asta a cremagliera sale estraendo il tappo dal collo della bottiglia. Il pezzo che completa il montaggio, oltre a portare le iniziali dell’autore, ha il compito fondamentale di trattenere in sede l’asta a cremagliera mentre la si aziona.

Antine fai da te oscuranti in legno per finestra da tetto

Due antine fai da te in legno a misura incernierate ai bordi del vano finestra permettono di schermare la luce eccessiva nel sottotetto utilizzato per il tempo libero

Chi abita in mansarda sa bene che le finestre da tetto abbisognano di sistemi di schermatura ancor più efficienti rispetto alle finestre tradizionali da parete: l’irraggiamento solare è molto più diretto e può causare fastidi sia di abbagliamento sia di innalzamento della temperatura in corrispondenza della vetrata. Per gli spazi destinati a essere abitati sono disponibili soluzioni di ogni tipo, ma per il nostro lettore Gian Luigi Allimondi, che la mansarda la utilizza occasionalmente nel tempo libero, un sistema di oscuramento integrato o a tendina risultava troppo oneroso, ragion per cui ha ripiegato su un sistema di oscuramento meno raffinato costituito da due antine fai da te, cavandosela con 30 euro di materiale.

Anche se semplificato, il sistema è quello degli “scuri”, ossia due antine fai da te cieche che vanno in battuta al centro del vano finestra e permettono di oscurare il locale, ovviamente pensato per un’installazione a soffitto anziché a parete. È logico pensare che nella mansarda di Gian Luigi ci siano altre finestre e che l’esigenza sia quella di oscurarne completamente una per volta in base all’incidenza del sole, in quanto con queste antine fai da te si passa da luce a buio senza modulazione intermedia della luce, tanto più che non è possibile aprire o chiudere una sola anta. Allo scopo, per chi avesse una sola finestra, suggeriamo di non montare i sistemi di aggancio, in modo che si possa aprire anche una sola anta.

Bloc Skylight Blind C02 - Tenda a Rullo Oscurante per lucernari Velux, Colore: Navy.
  • Tenda oscurante per finestre da tetto Velux, per modelli GGL/GHL/GHU/GPL/GGU/GPU.
  • Prodotta nel Regno Unito.
  • Quattro viti senza uso di trapano, progettata per essere facile da installare.
  • Guide laterali minimaliste; questa tenda fornisce il giusto controllo della luce, trasformando il giorno in notte.
  • Controllata tramite la maniglia, che può essere posizionata in qualsiasi punto.
Original Velux Temperature-Set Stanotte Far Ombra Rollo + Tettoia Dop S08 1100/Blu Scuro Per Ggl Gpl Ghl Gtl S08 E Guida In Alluminio Cuscinetti 608 // Dop S08 1100S
  • Confezione risparmio fino al 10%
  • Funzionamento da medie maniglia
  • Funzionamento manuale leggero, può essere regolato a qualsiasi altezza con la maniglia
  • 1100/tinta unita blu scuro
  • Combinazione di tenda oscurante a rullo con
tesa Insect Stop Hook & Loop Comfort Zanzariera per Lucernari, Senza foratura, Rimovibile senza tracce, Lavabile e riutilizzabile, Bianco, 120 cm x 140 cm
  • Soluzione intelligente: protezione efficace e senza foratura contro gli insetti; per arieggiare i piani superiori; si adatta alla maggior parte delle finestre per lucernari, soffitte e mansarde
  • Tecnologia Powerstrips: si aggancia grazie alle strisce biadesive tesa incluse ed è rimovibile in qualsiasi momento senza lasciare residui; installazione senza attrezzi
  • Tessuto innovativo: antizanzare in fibra di vetro con fascia elastica in gomma per l'apertura e la chiusura di finestre basculanti; altamente igienico, lavabile in lavatrice a 30° e riutilizzabile
  • Montaggio facile e veloce: applicare le strisce biadesive tesa in dotazione ai quattro angoli del muro attorno alla finestra, attaccare i quattro ganci alle strisce e agganciare la zanzariera
  • Contenuto della spedizione: 1 x Zanzariera per Lucernari tesa Insect Stop Hook & Loop Comfort, 4 x strisce adesive tesa Powerstrips, 4 x ganci angolari; dimensioni: 120cm x 140cm; colore: bianco

Come costruire delle ante fai da te in legno

montare le cerniere a libro

ante fai da te

  1. Le dimensioni delle tavole devono essere tali da chiudere il vano finestra: su una delle due va predisposto, sulla faccia rivolta verso l’interno del vano, il listello di battuta in chiusura, costituito da un listello alto quanto le ante e largo 40 mm.
  2. L’articolazione delle antine fai da te è affidata a tre cerniere a libro per lato, una al centro e due a circa 100 mm dalle estremità. Le bandelle si fissano a filo esterno della faccia esterna delle tavole e a filo interno del vano, per cui bisogna tenere conto dell’ingombro del perno centrale e ridurre di conseguenza la larghezza di ciascuna antina.
  3. Oltre che tra se stesse, le antine fai da te devono fare battuta nel vano finestra: a tale scopo, al centro dei lati verticali di questo, si fissano con viti (trattandosi di un rivestimento a perline) due quadrelli di legno 200x20x20 mm.
  4.  Sia in apertura sia in chiusura, le antine hanno bisogno essere sostenute per non ricadere.
  5. Qui è stato utilizzato il sistema più semplice, costituito da ganci e occhielli: due, opportunamente distanziati, garantiscono la chiusura, mentre per l’apertura è stato fissato un occhiolo al centro di ogni lato lungo, all’interno, fissando in posizione opportuna a soffitto il gancio.
  6. Un miglior aspetto estetico e funzionale lo si otterrebbe con un chiavistello centrale per la chiusura e un perno a scatto per lato in apertura, anche in virtù del fatto che le antine, essendo a soffitto, esercitano una discreta trazione verso il basso.

Lampada fai da te in legno di alto design

La reinterpretazione di una lampada di alto design, fatta quasi tutta di legno, tagliando 20 stecche identiche da un pannello di abete

La genialità di un far da sé sta anche nel saper osservare oggetti ideati da famosi designer e riuscire a riprodurli con i materiali a disposizione, magari modificandoli nella forma e nelle dimensioni per le proprie necessità. Il nostro lettore Francesco Paolo Alessandra, prendendo spunto da una famosa lampada da tavolo, fatta interamente di metallo, ne ha progettato una lampada fai da te in legno personalizzata. Innanzi tutto ha pensato di servirsi proprio del legno, materiale che è capace a lavorare con maggiore dimestichezza; ha utilizzato un abbondante avanzo di pannello di abete, spesso poco più di un centimetro per quasi tutte le parti della lampada. La lampada fai da te in legno consta di una base di sostegno, un’estensione snodabile a 5 segmenti ed un cappello orientabile di legno che racchiude una parabola di metallo e il portalampada. Contrariamente al campione di produzione industriale, questa lampada appoggia a terra e può estendersi sino a oltre 2 metri d’altezza. Partendo dal basso, ogni segmento del braccio snodabile è realizzato affiancando un numero decrescente di pezzi. I segmenti sono uniti facendo passare alle loro estremità barre filettate, tagliate a misura, serrate con dadi ciechi in modo da rendere mediamente rigida la giunzione, ma poterla ancora articolare per far assumere al braccio la posizione voluta.

Il paraluce della lampada fai da te in legno

Lampada fai da te in legno 3

Il paraluce è composto da 8 tavolette trapezoidali, che rivestono una parabola metallica, cui è fissato il portalampada. Gli spigoli a contatto devono essere bisellati impostando l’inclinazione della lama della sega circolare con un angolo di 22,5°. 

Gli snodi

Lampada fai da te in legno 4

Per il montaggio e il funzionamento uniforme degli snodi è fondamentale che i fori siano perfettamente allineati in ciascuna delle estremità delle stecche. Per questo conviene realizzare stecche identiche nelle dimensioni e costruire una dima di foratura per ripetere i fori sempre nella medesima posizione.

Il basamento 

Lampada fai da te in legno 5

Le prime sei stecche devono essere fissate alla base di sostegno della lampada. Si usa un sistema ad incastro, realizzando nello spessore della base sei precise sedi per accogliere le estremità delle stecche. Le sedi devono essere allineate e distanziate l’una dall’altra della loro stessa larghezza.

Lampada fai da te in legno 6

Scopri alcune delle più belle lampade da terra di design

Lo spettacolo dei colori… del verde

Editoriale tratto da In Giardino n.53 di Agosto-Settembre 2015

Autore: Nicla de Carolis

Non solo gli scienziati, ma anche intellettuali e artisti si sono occupati dei colori, affascinati dalla loro varietà e dalla loro influenza sulla psiche delle persone. Goethe, uno dei più grandi letterati tedeschi con la passione anche per la pittura, fu spinto a scrivere una sua teoria sui colori, incentrati specialmente sulle piante, proprio dopo il suo viaggio in Italia, compiuto dal 1786 al 1788, perché qui “il paesaggio nitido e colorito lo appassionava ancor più dei capolavori antichi”.
Il pittore russo Wassily Kandinsky ha scritto che “il colore influenza l’anima umana nel modo più diretto. Il colore – come nel pianoforte – è il tasto, l’occhio è il martelletto, e l’anima è lo strumento dalle mille corde diverse”.

La varietà dei colori della natura è qualcosa che non può lasciare indifferenti e in particolare tutte le gradazioni e le variazioni presenti nelle foglie sono qualcosa di sorprendente. Questo miracolo è determinato dalla clorofilla, ma anche da altri pigmenti, tra cui i circa 350 tipi di carotenoidi, le sostanze che danno a petali e frutti colorazioni giallo-arancione e rosse. Solo per fare qualche esempio emblematico basta guardare le foglie di una siepe di photinia, pianta originaria dell’Asia che da qualche anno è molto diffusa anche da noi, con l’arbusto frondoso ben ramificato, foglie ovali o lanceolate di colore verde scuro e rosso vivace quando si “abbronzano” per cambiare ancora durante l’autunno e l’inverno assumendo una colorazione aranciata. O pensiamo all’abete glauco, l’unica conifera con aghi di colore argento-blu di cui nessun’altra varietà può vantarsi. Per non parlare delle piante le cui foglie contengono il verde che sfuma in giallo per arrivare al rosso come le coelus. Tutte queste possibilità offrono l’imbarazzo della scelta per progettare un angolo “verde” trasformando il piacere del giardinaggio in un lavoro di ricerca e composizione, un gioco affascinante.
Da pagina 12 troverete uno speciale che sarà utile in questa nuova esplorazione di una materia tanto ricca di bellezza.

Ma, oltre alla varietà infinita di sfumature delle specie esistenti in natura e ibridate dall’uomo, tra poco potremo godere, andando in un bosco, dello spettacolo della gamma infinita che va dai gialli, ai marroni, ai rossi che ci regala l’autunno, quando nelle foglie le sostanze cromatiche si fluidificano e si rifugiano nelle radici della pianta stessa donandoci paesaggi mozzafiato.

Come nasce una sedia chiavarina

I segreti della costruzione delle sedie chiavarine sono rimasti nelle mani di pochi costruttori artigianali che si tramandano la tradizione di padre in figlio. Le gambe sottili e la particolare impagliatura sono il loro certificato di garanzia

Come in una favola, si narra che il Marchese Rivarola abbia chiesto ad un falegname di Chiavari, tale Gaetano Descalzi detto “il Campanino”, di replicare fedelmente le sedie impero che aveva portato di ritorno da un viaggio in Francia. Correva l’anno 1807 e il giovane, ma capace ebanista ligure, non si limitò ad una semplice copiatura dello stile, ma elaborò la struttura di gambe e schienali semplificando le forme e alleggerendo al massimo la sedia. Ma grazie ad una geniale distribuzione del legno, guidata da sofisticati calcoli strutturali, i punti maggiormente sollecitati restarono massicci e robusti. Il risultato era una sedia chiavarina veramente leggera, ma indistruttibile. Il Campanino rivisitò anche la seduta creando un originale intreccio con strisce di salice palustre, oggi sostituito da corteccia di bambù. Chiavari divenne un polo di produzione della sedia chiavarina e nel 1855, alla morte del Campanino, il settore dava lavoro a circa 600 seggiolai. Oggi la produzione industriale ha soppiantato le botteghe, ma ci sono ancora alcuni artigiani di alto livello come i fratelli Levaggi, che portano avanti una produzione di sedie chiavarine di alto pregio conosciuta in tutto il mondo. 

sagomare il legno

  1. Partendo dalle dime originali conservate in laboratorio, si traccia il disegno su di una tavola curva di faggio, acero o ciliegio, essenze diffuse ampiamente sull’Appennino ligure alle spalle di Chiavari. Ogni pezzo è poi tagliato alla sega a nastro.
  2. Con un paziente lavoro di raspa e lima si asporta il legno “dove cresce”, per dirla con le parole degli artigiani liguri, sottintendendo che si tratta di un’operazione completamente manuale affidata all’esperienza dell’artista.
  3. Gli schienali armoniosamente curvati e le colonnine tornite che caratterizzano le sedie chiavarine sono il risultato di un paziente lavoro manuale che si affida solo a pochi e semplici strumenti di misura e a tanto “occhio”: ogni sedia è, a tutti gli effetti, un pezzo unico.

Come si realizza una sedia chiavarina

costruire una sedia chiavarina

  1. Il legname necessario, proveniente dal taglio eseguito nei giusti periodi, viene sgrossato e lasciato stagionare all’aperto per almeno quattro anni. Il tempo necessario per perdere umidità e acquisire la necessaria tenacità e resistenza al tarlo.
  2. Il lavoro di rifinitura è alleggerito dall’uso di levigatrici a tamburo di diverse dimensioni con le quali si arrotondano le volute delle parti curve e si aggiustano pazientemente gli incastri.
  3. Su veloci torni da legno prendono forma le sottili colonnine che formano gambe e schienale. Non ci sono copiatrici: tutto è affidato alle mani esperte che accarezzano il pezzo in rotazione mentre il ferro affilato gli dà forma.
  4. Dopo l’incisione dei punti fissi che assicurano la replicabilità delle forme, si procede con passate molto leggere fino a portare al giusto diametro il pezzo. Il controllo delle misure si esegue con un semplice calibro a compasso per esterni.
  5. Tutti i pezzi delle sedie chiavarine sono uniti ad incastro; non ci sono né chiodature né viti e la stabilità delle unioni è affidata a qualche pennellata di colla di pesce tenuta a bagnomaria.
  6. L’esecuzione dei fori è affidata alla mortasatrice; i pezzi sono inseriti in speciali supporti che permettono di sostenerli solidamente senza rovinarli mentre si eseguono le varie lavorazioni.
  7. La finezza dei particolari e la finitura veramente liscia sono il risultato dell’uso di ferri sempre taglienti che sono regolarmente affilati su pietre ad olio.
  8. Le serie di gambe tornite sono riposte in attesa di essere montate. La tornitura delle colonnine non ha solo un motivo estetico, ma serve a togliere il legno dove non serve, come all’estremità del piede, per arrivare al massimo della leggerezza senza perdere in resistenza meccanica.
  9. Si assemblano il frontale e lo schienale con colla di pesce e qualche colpo di mazzuolo allineando le gambe finché il collante è umido.
  10. Nessun particolare viene tralasciato per ottenere il miglior risultato: prima che l’incastro si asciughi si lavano via le gocce e i residui di colla rimasti attorno allo scalino con acqua e una vigorosa spazzolata.

Il laboratorio dei fratelli Levaggi

fratelli levaggi
I Levaggi sono una famiglia di artigiani che da più di cinquant’anni si dedica alla costruzione e allo sviluppo della sedia chiavarina salvaguardando la preziosa tradizione ebanistica di Chiavari che contava, negli anni ’50, almeno quindici laboratori specializzati nella costruzione di seggiole. La forza di questi artigiani-artisti è la volontà di non industrializzare la produzione, ma di continuare a costruire sedie a mano come le faceva il Campanino più di due secoli fa. www.levaggisedie.it

Tipologie e lettura del contatore dell’acqua

Vediamo come si effettua la lettura del contatore dell’acqua, in base al modello installato, e come procedere per aggiungerne altri, privatamente, lungo la linea idraulica di casa nostra

Il contatore dell’acqua, come altri dispositivi per il calcolo dei consumi delle utenze private, viene installato dall’azienda erogatrice del servizio nel punto in cui ha inizio la linea di adduzione domestica. A monte e a valle del contatore vengono installate le valvole di intercettazione che permettono di interrompere il flusso d’acqua per effettuare manutenzioni o modifiche all’impianto. Passando attraverso il corpo del contatore, l’acqua mette in movimento un sistema di alberini e ingranaggi collegati agli indicatori che consentono di rilevare i consumi con elevata precisione. Da parte dell’utente non è consentito alcun intervento su di esso, infatti è piombato, ma lungo la linea domestica è possibile installarne altri, per contabilizzare e controllare i consumi di rami diversi, potendo verificare così quanta acqua si consuma per irrigare il giardino o lavare l’auto e tenere più facilmente sotto controllo eventuali perdite. Per installare uno di questi apparecchi bisogna interrompere il flusso sulla diramazione della linea interessata, tagliare un pezzo di tubo e installare gli opportuni raccordi in ingresso e in uscita dal contatore. Le porzioni diritte dei tubi in entrata e in uscita devono essere lunghe almeno 5 volte il diametro nominale del contatore. Vediamo ora insieme come effettuare una corretta lettura del contatore dell’acqua

Tipologie di contatori dell’acqua

contatori acqua

  1.  Alcuni tipi di contatori meno recenti hanno sia le caselle sia le lancette. Nella lettura occorre tenere conto soltanto delle caselle con numeri o fondo nero, se l’ultima a destra ha il numero o il fondo rosso indica i decimali e non va tenuta in considerazione. La lettura viene effettuata iniziando dal quadrante delle migliaia di metri cubi e procedendo su quelli successivi; le lancette, che indicano ettolitri, decalitri e litri, non vanno considerate.
  2. Quelli a lettura diretta attuali hanno un quadrante con sette (o quattro) cifre: le prime quattro indicano i metri cubi, le rimanenti rispettivamente le centinaia, le decine e le unità di litro. Anche qui le cifre rosse non incidono sul computo dei consumi.

Possibili modifiche sull’impianto

modifica impianto idraulico

 

  1. Il raccordo di ingresso nel contatore, facente ancora parte della linea pubblica, viene protetto da una piombatura dopo averne effettuato il serraggio. Sull’altro lato possiamo invece intervenire liberamente.

  2. Prima di qualsiasi intervento dobbiamo chiudere la valvola di intercettazione a monte del contatore, quindi aprire uno o più rubinetti per abbassare la pressione interna dei tubi e svuotare il più possibile la linea interessata.

  3. Immediatamente a valle del contatore, o in altro punto dell’impianto domestico, possiamo intervenire e allentare le ghiere di collegamento con una chiave a pappagallo.

  4. Scolleghiamo la tubazione, ponendo attenzione a eventuali guarnizioni interne, ed effettuiamo le modifiche che ci occorrono. Assicuriamoci della buona tenuta delle nuove diramazioni nelle fasi di rimontaggio, inserendo le apposite guarnizioni ove previste o avvolgendo sulle filettature alcuni giri di nastro sigillaraccordi. Prima di riaprire la valvola di mandata, apriamo almeno un rubinetto lungo la linea, in modo che l’acqua possa scaricare istantaneamente l’aria contenuta nei tubi.

Regolatore di pressione

regolatore di pressione

 

  1.  Questo regolatore di pressione incorpora un manometro a due lancette: quella nera indica la pressione all’interno del circuito, quella rossa il valore massimo prestabilito. Per effettuare regolazioni rimuoviamo il cappellotto di plastica che lo protegge.

  2. Agendo con una chiave a brugola sul grano interno possiamo ridurre la pressione all’interno del circuito se questa è eccessiva.

  3. Aprendo le utenze, la pressione nel circuito cala e possiamo verificare, richiudendoli, che la pressione si stabilizzi al valore che abbiamo impostato agendo sul grano. La vite al centro dell’indicatore ci permette di spostare la lancetta rossa in corrispondenza del valore definito massimo, così da avere un immediato controllo a colpo d’occhio.

Contatore a impulsi per telelettura

contatore a impulsi

Particolari contatori definiti “a impulsi” sono in grado di rilevare i consumi in tempo reale e fornire tale informazione a distanza.Questo consente di tenere sotto controllo i consumi senza dover andare a leggere il quadrante, ma consente anche di fornire comandi ad altre apparecchiature (es. quelli per la clorazione di piscine) che possono lavorare in modo automatico in funzione delle informazioni ricevute.

Come installare la piletta lavabo con cestello estraibile

Ecco come installare (o sostituire) la piletta lavabo in completa autonomia

piletta di scaricoI piccoli rimasugli di cibo, che cadono nel lavello durante il lavaggio dei piatti o la preparazione dei cibi, passano attraverso le aperture della piletta lavabo e finiscono nel sifone. A lungo andare possono creare problemi. Ecco perché è utile montare nel nostro lavello la piletta lavabo con il cestello estraibile. Questo accessorio è costituito da due parti: una va montata sotto il lavello e collegata alla tubazione di scarico, l’altra fissata alla prima dalla parte superiore della vasca. Nel foro di accesso si inserisce un cestello che ha aperture molto sottili. Questo elemento può essere abbassato, alzato e asportato. Quando è abbassato funge da tappo e l’acqua si raccoglie nella vaschetta senza defluire. Quando viene sollevato l’acqua defluisce, ma i rimasugli di cibo rimangono intrappolati al suo interno.

Cosa bisogna sapere circa la piletta lavabo:

  • Per asportare i rimasugli di cibo non è necessario prenderli con le mani: basta sollevare il cestello e svuotarlo nella pattumiera dell’umido.

Cosa serve per installare la piletta lavabo:

  • Piletta lavabo con cestello estraibile
  • Raccordo a cono per sifone e scarico 
  • Cacciavite 

Piletta lavabo con cestello estraibile

Come installare la piletta di scarico

installare piletta di scarico

  1. Dopo aver scollegato la vecchia piletta dallo scarico e averla asportata dal lavello, collochiamo la parte inferiore della piletta con cestello, provvista di guarnizione. Il cono si centra sotto la vaschetta.
  2. Inseriamo la vaschetta-griglia nell’apertura superiore del lavello, centrandola sull’elemento inferiore a cono. Anche la vaschetta è provvista di una guarnizione, più sottile. Poi posizionimo la piletta lavabo.
  3. Infine ricolleghiamo, alla base conica della piletta, tutto l’insieme dello scarico con sifone, i collegamenti alla seconda vaschetta  e alla lavastoviglie e il raccordo allo scarico nella parete.
  4. Inseriamo la boccola centrale nella piletta e la serriamo alla vaschetta per unire stabilmente le due parti che compongono la piletta; l’operazione è facilitata da un incavo ricavato alla sommità.
  5. Il cestello della piletta è bloccato all’interno della boccola da una molletta che, sollevando il perno centrale, si ritrae per consentire di estrarlo e rimuovere lo sporco. Premendo il perno, funge da tappo.

Piletta lavabo con comando a distanza

piletta con comando a distanza

L’apertura e la chiusura della piletta asportabile possono anche essere effettuate senza sollevare il cestello con le mani, ma agendo su un pulsante posto sul lavello o in prossimità di esso. Il sollevamento è reso possibile da un cavetto d’acciaio e da un meccanismo a esso collegato. Agendo sul pulsante si solleva il cestello di quel tanto che è necessario per permettere il deflusso del liquido. Ciò è particolarmente utile quando il lavello è ingombrato dalle stoviglie.

Scopri le piletta lavabo universali Lira

Come collegare saldamente tubi PVC

I tubi PVC (policloruro di vinile), tipici delle tubazioni di scarico, sono leggeri e molto facili da lavorare anche su grandi diametri.

I tubi PVC sono ideali per il passaggio di acqua calda o fredda, anche in pressione, li troviamo ovunque: gli scarichi del bagno sono tubi di diametro variabile dai 32 mm del lavabo ai 40 mm della doccia, per arrivare ai 100 mm del WC. I tubi in PVC presentano un grande vantaggio: non si saldano, ma si uniscono a freddo con potenti adesivi. L’ancoraggio avviene per vulcanizzazione, ossia per parziale fusione delle superfici da unire in quanto i solventi sciolgono in parte le superfici, facendone un tutt’uno con il PVC contenuto nell’adesivo.

Cosa serve:

  • Tubi PVC con giunti da incollare o dotati di guarnizione
  • Adesivo per PVC
  • Pennello
  • Straccio
  • Liquido scivolante per incastro tubi
  • Seghetto per metalli o tagliatubi a rotella

Cosa occorre sapere circa i tubi PVC

raccordi idraulici
Alcuni tipi di tubi PVC sono studiati per minimizzare il rumore degli scarichi. Sono utili per lunghi tratti di colonne che raccolgono più scarichi: WC, altri sanitari o elettrodomestici.

Tubi PVC senza guarnizione

Tubi PVC senza guarnizione

  1. I due tubi da unire devono essere perfettamente puliti. Passiamo sulle superfici un panno di carta crespa imbevuto dell’apposito detergente per PVC.
  2. L’adesivo si presenta molto denso e dobbiamo mescolarlo fino a quando non diventa omogeneo e filante. Alcune confezioni comprendono il tappo con pennellino.
  3. Distribuiamo uniformemente l’adesivo sulle superfici da incollare, procedendo in direzione assiale distribuendo un velo nel manicotto, più abbondante sul tubo in ingresso.
  4. L’unione va eseguita subito, ruotando leggermente i pezzi da collegare. Quindi procediamo all’asportazione di eventuali eccessi di collante, spremuti fuori.

Tubi PVC con guarnizione

Tubi PVC con guarnizione

  1. Alcuni moderni tubi in PVC presentano una guarnizione di tenuta a manicotto da calzare sul tubo. La guarnizione offre una tenuta elastica e sigillante di alta qualità.
  2. All’interno del manicotto dobbiamo spalmare uno speciale liquido che facilita l’accoppiamento privo di oli o grassi che rigonfierebbero la guarnizione.
  3. Il medesimo liquido scivolante lo applichiamo anche sul manicotto-guarnizione. Non dobbiamo eccedere con questo prodotto: basta un velo sui due pezzi.
  4. Il giunto va calzato sul tubo fino all’arresto; la battuta è sagomata in modo da lasciare comunque un gioco di circa 10 mm per compensare le dilatazioni termiche.

Scopri il nuovo sistema ad innesto Valsir PP3