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Pialletto bosch PHO 2000 | Guida all’utilizzo

Il pialletto Bosch PHO 2000 ha il sistema brevettato Woodrazor, che garantisce maggiore durata alla lama e ottima resa del lavoro, più altre peculiarità come l’uscita trucioli, orientabile a destra o a sinistra tramite comoda leva, e il piedino d’appoggio posteriore che protegge lama e supporto

Il Pialletto bosch PHO 2000 è uno strumento atto ad asportare uno strato di legno di entità regolabile da 0 sino 2 o 3 millimetri al massimo. Al contrario della pialla a mano, in cui la lama è solidale con il corpo dell’utensile, il Pialletto bosch PHO 2000 lavora grazie alla veloce rotazione di un tamburo cilindrico dal quale sporge la lama. Altro fattore che differenzia i due è che nella pialla a mano la suola è un tutt’uno e la lama va regolata nella sporgenza per determinare la profondità di lavoro, mentre nel Pialletto bosch PHO 2000 la piastra d’appoggio è divisa in due sezioni: quella posteriore, insieme al tamburo, è in posizione fissa, mentre quella anteriore è mobile e da una posizione di planarità con l’altra, mediante una manopola, può essere regolata per esporre, della misura voluta, la lama al legno da lavorare.

Il pialletto Bosch PHO 2000 si distingue fra i pialletti elettrici per alcune caratteristiche che lo rendono uno strumento molto valido. Ha potenza di assorbimento di 680 W e numero di giri a vuoto di 19500 al minuto (il numero elevato di giri è necessario per ottenere superfici perfettamente lisce e uniformi).

La lama in dotazione, con sistema brevettato Woodrazor, è temprata al carburo di tungsteno e garantisce durata e ottimi risultati; in più il sistema offre modalità di sostituzione semplici e rapide. La larghezza di lavoro dell’utensile è 82 mm; la profondità di piallatura è regolabile da 0 a 2 mm, mentre la profondità di battuta va da 0 a 8 mm.

L’impugnatura principale ha forma ergonomica e ampi inserti Softgrip che permettono una presa molto salda sull’elettroutensile.

Per approfondire le informazioni sul pialletto bosch PHO 2000 consulta la scheda tecnica del sito Bosch

Caratteristiche operative del Pialletto bosch PHO 2000

pialletto elettrico
come utilizzare il pialletto elettrico bosch

  1. Una lama di ricambio sempre disponibile

    Nel corpo dell’elettroutensile è inserito un sottile comparto estraibile, molto utile per avere sempre a disposizione una lama di ricambio e la chiave a brugola necessaria per la sostituzione. Il comparto si aggancia con un dito e si estrae completamente per accedere al contenuto.

  2. Possibilità di orientare la bocca d’espulsione trucioli

    Visto il pialletto PHO 2000 nel dettaglio, si nota la levetta posta sopra la bocca d’espulsione trucioli, che permette di orientarne l’emissione sulla sinistra o sulla destra, a seconda di quale sia la posizione di lavoro, in modo da non farseli proiettare verso il volto. La manopola di regolazione della profondità di piallatura, situata sull’anteriore della macchina, serve anche come impugnatura secondaria, utile per calibrare nel modo migliore i pesi e l’azione della lama sul pezzo in lavorazione.

  3. Realizzazione di smussi sugli angoli vivi

    Sotto la suola del pialletto ci sono tre scanalature a V che agevolano la realizzazione di smussi sugli angoli vivi di travi, travetti e tavole. Le scanalature hanno la funzione di guidare la direzione della macchina mentre la si porta da un capo all’altro del pezzo, lasciando all’operatore solo il compito di mantenere l’angolazione giusta.

  4. Applicazioni in base al legno che si vuole lavorare

    Con i legni teneri, se necessario, si possono usare anche spessori di piallatura elevati e risolvere in una o due passate il lavoro; con legni duri e in caso di finiture qualitativamente migliori conviene invece fare più passate, con spessori di piallatura ridotti, avanzando lentamente con la macchina. Il piedino posteriore è molto utile perché, terminato il lavoro, si può appoggiare l’utensile su qualsiasi piano, senza timore che si possa rovinare qualcosa: resta infatti protetta la lama, che in questo modo non tocca mai, e di conseguenza la superficie su cui il pialletto è appoggiato. Il pialletto Bosch PHO 2000 costa euro 99,95.

Offerta
Bosch Home and Garden 06032A4100 Pialletto, PHO 2000, 680 W, Verde
  • Pialletto da 680 Watt
  • Larghezza di passata 82 mm, profondità di passata 0-2,0 mm, profondità di battuta 0-8 mm, 19500 giri/minuti
  • Sistema WoodRazor Bosch: piallatura senza fatica, ottima qualità della superficie resa e sostituzione della lama rapida e semplice
  • Blocco dell'avviamento, scanalature a V, proteggilama, espulsione dei trucioli possibile da entrambi i lati
  • In dotazione: lama temprata in acciaio di tungsteno, brugola

Carrello da spiaggia fai da te per Surfcasting

Realizzazione su misura di un carrello da spiaggia fai da te per Surfcasting: l’accessorio deve rispettare una serie di parametri per essere efficace e funzionale non solo nell’attività vera e propria, in cui serve stabilità, ma anche nel trasporto e al momento della sistemazione in auto, ripiegandosi su se stesso completamente

La pesca da terra, in particolare il surfcasting e il beach-ledgering, richiede di poter disporre di alcune “comodità”: per esempio, poter trasportare l’attrezzatura dall’auto sino al luogo di pesca con un carrello da spiaggia fai da te, fornire un piano d’appoggio per la preparazione delle esche o per montaggi e riparazioni, alloggiare le canne nell’attesa che i pesci abbocchino.

Appassionato di questa attività, evolutasi sempre più dall’antichità ai giorni nostri, il nostro lettore Gabriele Cestra ha progettato e poi costruito un carrello da spiaggia fai da te, un tipo di supporto con ruote, che concentra proprio tutte le funzionalità menzionate. Dato che il contenimento dell’attrezzatura è affidato a una tipica cassetta per dotazioni da pesca, le dimensioni della base del carrello sono calcolate espressamente sugli ingombri di quella già in possesso.

Inoltre, peculiarità del carrello da spiaggia fai da te è la necessaria stabilità: l’ideale sarebbe che fosse pesantissimo, una volta posizionato sulla sabbia, ma leggerissimo quando lo si deve spostare o caricare sull’auto. In una costruzione come questa, quindi, è necessario raggiungere un buon compromesso valutando bene il materiale da utilizzare: la scelta di un tubolare d’acciaio 15×15 mm, spessore 1,5 mm, si è rivelata corretta perché il rapporto stabiltà/leggerezza è vantaggioso. In più c’è la semplicità di assemblaggio, con saldatura ad arco per le giunzioni fisse, e viti con rondelle e bulloni a passo metrico per quelle mobili.

Nella progettazione del carrellino da spiaggia, infine, va considerata la necessità di ripiegare il carrello da spiaggia fai da te per poterlo inserire nel bagagliaio dell’auto. Gli snodi sono necessari anche per l’articolazione della serbìdora, il pianetto di lavoro contenitivo da aprirsi in caso di necessità e incernierato alla sommità dell’impugnatura del carrello.

carrello per surfcasting

Come costruire un carrello da spiaggia fai da te per la pesca da terra

come costruire un carrello da pesca

  1. Seguendo il disegno del progetto del carrello surfcasting si tagliano tutti i segmenti di tubolare necessari per il montaggio che inizia costruendo le sezioni rigide unendo i segmenti con saldatura ad arco, appoggiati su una superficie piana e tenuti in posizione ortogonale con squadra e morsetti.
  2. Per la realizzazione degli snodi si fora il tubolare di un elemento per inserire una vite con funzione di perno, mentre sull’altro, all’estremità da articolare, si salda una doppia staffa a cavaliere fatta piegando e tagliando opportunamente un pezzo di lamiera.
  3. Realizzata la cerniera fra il montante e la base d’appoggio della cassetta da pesca, allo stesso modo si costruisce lo snodo fra la base e le gambe di sostegno che permettono al carrello di stare in posizione eretta. Quando il carrello si apre per l’utilizzo, le gambe seguono l’apertura estendendosi in basso per mezzo di due tiranti incernierati lateralmente fra gambe e montante.
  4. Per trascinare il carrello su terreni accidentati è fondamentale montare ruote di ampio diametro; quelle di una carrozzella montate in un primo tempo hanno dimostrato però di non essere efficaci nella sabbia, perché troppo sottili. Meglio quelle di un trattore a pedali da bimbi, montate successivamente.
  5. Come portacanne si usano due spezzoni di barra filettata da 8 mm di diametro. Se ne arrotonda un segmento, piegandolo attorno a un elemento cilindrico, mentre la parte restante la si lascia diritta. Forato il montante pochi centimetri sotto l’impugnatura, si inseriscono i due portacanne tenuti in posizione chiusa (nella foto) o aperta mediante un dado e un galletto per parte. Nella parte curva viene messo un tubetto di gomma per salvaguardare le canne dal filetto della barra che potrebbe rigarle.
  6. Il carrello ripiegato occupa pochissimo spazio.

Per approfondire la splendida tecnica della pesca da terra, consulta questo sito specilizzato in surfcastring e in beach-ledgering

Einhell BT-HT 90kg Carrello In Alluminio, Multicolore, 107 x 38 x 19 cm
  • Portata massima: 90 kg
  • Dimensione chiuso: 710 x 380 x 190 mm
  • Dimensione aperto (montato): 1.070 x 380 x 410 mm
  • Struttura in alluminio

Montolit Tornado | Tagliapiastrelle elettrico ad acqua

Un’ottima macchina professionale, ma consigliabile anche a un far da sé che sia intimorito dalla mole di lavoro e dalla necessaria precisione richiesta da un progetto importante ed esteso

La posa delle piastrelle, dalla più semplice e lineare alla più particolare, che sia in diagonale, a lisca di pesce o con l’aggiunta di inserimenti decorativi, diventa veloce se si usano gli strumenti giusti. La macchina di queste pagine, la Montolit Tornado, è lo strumento giusto! è una macchina professionale perché permette grandissima precisione, mantenendo tempi di lavoro molto rapidi; taglia piastrelle, marmo, granito ed è consigliata a tutti coloro che desiderano far da sé anche cose difficili. Perché? Perché diventano facili. Non ci sono problemi se dobbiamo tagliare una serie di piastrelle a una certa misura per fare le alzate dei gradini di una scala, per rivestire delle mensole, per stare nell’altezza di una fascia o nella larghezza di un muretto; e questo anche se i bordi devono essere bisellati (a 45° o a 22,5°). Nessun problema anche nella posa di pavimenti in ambienti irregolari o lungo i bordi di una posa in diagonale, perché i pezzi speciali si eseguono in un attimo e vengono della misura presa. Il taglio ad acqua, oltre all’ottima riuscita, ha il vantaggio di non sviluppare polveri nel locale, come accade usando i dischi a secco, qundi si può lavorare anche in stanze di appartamenti abitati. Il sostegno pieghevole permette di trasportare Montolit Tornado direttamente sul luogo di posa, completamente montata, e lavorare comodamente in piedi. Montolit

Comandi e regolazioni di Montolit Tornado

regolazioni tagliapiastrelle elettrico

  1. Il piano mobile può, anzi, deve essere bloccato in determinati frangenti quali la movimentazione, lo smontaggio e il montaggio della macchina. Ogni piccola inclinazione, infatti, data la grande scorrevolezza del piano, lo fa scorrere verso la pendenza sino all’arresto.
  2. I comandi da utilizzare più frequentemente sono raccolti vicino all’impugnatura del motore. Oltre ai pulsanti separati per spegnimento e accensione, quest’ultimo con protezione che impedisce il riavviamento in caso di caduta di corrente e successivo ritorno, ci sono i pulsanti di accensione laser, accensione led di illuminazione zona lavoro e riarmo macchina in caso di spegnimento per sovraccarico motore.
  3. A sinistra e a destra del carter di protezione ci sono due rotelline che permettono una regolazione precisa del raggio laser.
  4. Una ne regola l’angolo di proiezione, mentre l’altra regola la traslazione laterale, in modo da avere sempre una perfetta proiezione sulla piastrella della linea di taglio.
  5. L’estensione laterale del piano scorrevole permette di disporre di un’utilissima prolunga per i tagli di grandi dimensioni. La guida scorre su un rilievo graduato sul quale la si può immobilizzare tramite una manopola frontale: in questo modo si predispone una precisa larghezza di taglio. In più ha una regolazione angolare che permette di imprimere alla piastrella un angolo di taglio del tutto libero, da 0 a 45°, scorrendo su una scala graduata a passi di 5°, con ben evidenti le 3 posizioni più frequenti: 0° – 22,5° – 45°.

Montaggio del tagliapiastrelle elettrico Montolit

montaggio tagliapiastrelle tornado

  1. Un unico grande imballo contiene tutte le parti della macchina, ben protette dagli urti con il polistirolo sagomato. Le operazioni di montaggio sono molto ridotte e semplici da eseguire, tanto che in pochi minuti la macchina è pronta all’uso.
  2. La prima operazione è quella di aprire il sostegno pieghevole e di avvitare una ghiera per assicurarsi che non possa richiudersi inavvertitamente, nel caso di una manovra non corretta di movimentazione. 3
  3. Il basamento della taglierina si inserisce con estrema facilità nei quattro rilievi conici posti sul telaio del sostegno pieghevole. Due manopole poste al di sotto rendono solidale l’unione, vincolando i due elementi.
  4. Il motore, con già montato tutto il necessario (cuffia di protezione, testina laser, gomme paraspruzzi ecc), tranne la lama, ha un suo braccio di collegamento al basamento. L’insieme va posizionato nella sua sede.
  5. Il braccio si fissa con 4 robuste viti con testa a brugola; la chiave è in dotazione e, dopo l’utilizzo, va messa nel suo alloggiamento ricavato lateralmente.
  6. Quattro tappi di gomma proteggono le viti dall’acqua.

Vasca di raccolta e pompa dell’acqua

taglio ad acqua

  1. La grande vasca di contenimento dell’acqua ha un tappo laterale per lo svuotamento dopo l’utilizzo.
  2. Ha anche una posizione prestabilita, delimitata da tre rilievi di plastica, per tenere ferma la pompa, nonostante abbia anche 4 ventose nella parte sottostante. La pompa preleva acqua filtrandola e, tramite un tubo, alimenta la zona di taglio, raffreddando il disco.
  3. La vasca va inserita lateralmente dalla parte destra del telaio e va bloccata in posizione con un gancio a molla. Prima dell’utilizzo va introdotta acqua sino al raggiungimento di 7 cm di livello. Per evitare sversamenti è consigliato riempirla solo quando la taglierina sia nella sua posizione di lavoro.
  4. Ruotando la lama si produce un leggero spruzzo d’acqua verso la parte anteriore della taglierina; per questo fa parte della dotazione uno scudo protettivo, sagomato per inserirsi fra i binari del piano scorrevole, che raccoglie e convoglia l’acqua nella vasca sottostante.

Montaggio lama

montaggio lama tagliapiastrelle

Taglio ortogonale

taglio ortogonale

  1. La guida parallela può essere posizionata anche sul piano di lavoro di gomma in quanto la barra su cui scorre prosegue anche da quella parte. Nel caso si debba soltanto rifilare di pochi millimetri una piastrella, la guida può entrare in collisione con la protezione mobile del carter (quella rossa nella foto): in quel caso va sollevata leggermente e bloccata in posizione stringendo la sua manopola. Il laser traccia il percorso seguito dalla lama, si ha quindi una doppia verifica sulla misura del pezzo una volta tagliato.
  2. Motore, braccio e basamento sono solidali; a muoversi è il piano di taglio che avanza sui binari verso la lama. L’operatore deve tenere le mani lateralmente, spingendo il piano sino a completamento del taglio.
  3. Il piano va riportato in posizione arretrata, quindi si spegne il motore. La lama si ferma velocemente, poi è possibile rimuovere i due pezzi in cui è stata separata la piastrella.

Taglio in diagonale

taglio diagonale

  1. Se si deve tagliare u
    na piastrella a metà, in diagonale, il laser ci indica già la posizione corretta; quindi, non c’è la stretta necessità di usare la guida laterale, soprattutto se le piastrelle sono grandi e stanno ferme da sole.
  2. Se c’è il dubbio che la piastrella tenda a spostarsi durante l’operazione, oppure se la piastrella non va tagliata a metà, o ancora, se non va rispettato l’angolo di 45 °, ma un altro, allora la guida angolare è indispensabile perché consente di avere un riferimento sicuro, che nel contempo costringe il pezzo da tagliare in una posizione obbligata.
  3. Il taglio procede sempre con la medesima fluidità e progressività. Anche in questo caso, sia l’attacco del taglio, sia l’uscita, danno risultati di precisione eccezionali, senza alcuna sbeccatura nei punti delicati come gli angoli.

Taglio interno

taglio interno

  1. Svitando l’apposita manopola, il motore si libera e si solleva sul piano di lavoro. In pratica la taglierina a scorrimento si trasforma in una troncatrice. Per un uso come troncatrice pura, il piano di taglio scorrevole va bloccato nella posizione sotto il motore, mentre per i tagli interni come quello della foto è necessario poter muovere, anche se di poco, il piano scorrevole.
  2. Abbassando il motore la lama affonda senza indugio nella piastrella; bisogna quindi procedere con estrema cautela onde evitare di superare il punto prefissato da tagliare. Meglio procedere lentamente e a piccoli tratti, soprattutto nei punti in cui vanno a incrociare i tagli. Dato che, pur toccandosi i tagli superiormente, nella parte sotto la piastrella è ancora legata, bisogna rovesciarla sul piano e completare i tagli nella parte sotto.
  3. Il risultato è una finestra perfetta per le dimensioni del foro, che rispecchiano esattamente quelle volute, per i punti di incontro agli angoli, per la bellezza dei margini ottenuti.

Bisello a 45°

bisellare

  1. Liberando la leva il motore si inclina scorrendo senza soluzione di continuità su una scala graduata da 0° a 45°; nel mezzo è indicata con una tacca soltanto la misura intermedia, ovvero i 22,5°. Prima di inclinare bisogna sollevare la protezione mobile del carter perché andrebbe a collidere con il piano di taglio scorrevole.
  2. Il taglio inclinato permette di eseguire bisellature delle piastrelle per rivestire spigoli, gradini, mensole ecc. Si noti che sul frontale del motore, sotto il pannellino dei comandi, si accende una spia che indica il posizionamento della lama a 45 °; a fianco si nota un altra spia, che si accende quando sono impostati i 22,5 °.
  3. Anche in questo caso, il taglio è ineccepibile.

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NUOVA FILP

NUOVA FILP è tra le più antiche ed importanti aziende attive nel campo dell’utensileria professionale, in Italia e nel mondo

NUOVA FILP
Nuova Flip venne fondata nel 1888 nei pressi di Torino per produrre a livello industriale, prima in Italia, lime ed altri utensili manuali e rotativi secondo criteri di eccellenza tecnica. Nel corso degli anni Nuova Filp ha fatto ogni sforzo per mantenere fede al suo obiettivo originario, e oggi possiamo affermare con orgoglio che, grazie ad una esperienza ultra secolare, i nostri marchi sono riconosciuti ed apprezzati in tutto il mondo.

STELLA BIANCA
Stella Bianca è il prestigioso marchio che contraddistingue dal 1924 i prodotti della Nuova Filp. Fin dall’origine, è stato garanzia di utensili di elevata qualità, capaci di confrontarsi vantaggiosamente con tutte le produzioni concorrenti, italiane e straniere. Materiali di primissima scelta, tecnologie all’avanguardia, controllo qualità attento e costante attenzione al mutare delle Vostre esigenze: queste sono le caratteristiche del nostro marchio. StellaBianca ha voluto riflettere la sua continua rincorsa alle nuove tecnologie nella sua immagine, che negli anni ha subito diversi cambiamenti.

STRIKE
Marchio in forte espansione e di recente inserimento ma fondato sull’esperienza ultra secolare Nuova Filp. Missione: affrontare il mondo degli elettroutensili con prodotti ad alto contenuto innovativo e tecnologico al fine di creare un giusto connubio con accessori Stella Bianca.

Come costruire un tornio elettrico per ceramica

Ci vuole davvero una bella fantasia, oltre a discrete capacità tecniche, per far sorgere un tornio elettrico per ceramica dalle spoglie di un vecchio tritatutto e di un giradischi in disuso

giradisci e tritatutto
Un tritatutto elettrico dal motore funzionante, ma non più in uso, e un vecchio giradischi, magari soppiantato da impianti CD: sono oggetti che spesso abbiamo in casa o possiamo reperire senza difficoltà, recuperando le parti che ci servono, e che con qualche adattamento possiamo collegare fra loro.

Eppure, il nostro lettore Giulio Pozzoli, abituato a recuperare e smontare vecchi elettrodomestici, ha subito verificato l’idea, controllando il numero di giri ottenuti all’uscita del riduttore di velocità, circa 100 al minuto, quindi l’ha messa in pratica. Vediamo quindi come costruire un tornio elettrico per ceramica

Come costruire un tornio elettrico con oggetti di recupero 
Visto che i due elementi principali necessari non sono difficili da reperire in molte case, possiamo seguire il suo esempio e cimentarci anche noi nella costruzione, per avere la soddisfazione di realizzare al tornio piccoli oggetti in ceramica tra le mura domestiche, senza disporre di un laboratorio attrezzato. Certo che fra possedere lo strumento adatto e tornire con l’abilità di un artista un po’ ce ne corre, come avverte l’autore stesso! Quasi tutto il materiale è di recupero: dal giradischi otteniamo il piatto e i supporti per imperniarlo, i piedini in gomma e il coperchio in plastica trasparente; dal tritatutto, il motore con riduttore; un reostato a pedale ricavato da una macchina da cucire elettrica consente di regolare i giri. La scatola dove alloggia il motore è in multistrato. In generale, se non possiamo reperire anche questi di recupero, per l’acquisto di pochi elementi come viti, cavo elettrico, listelli, non si spende più di 45 euro. Il lavoro richiesto per la costruzione ammonta a una trentina di ore. Ovviamente non si può utilizzare direttamente il motore del giradischi, visto che le sue funzioni e prestazioni sono ben diverse da quelle richieste da un tornio: per questo è necessario ricorrere al motore con riduttore del tritatutto.

Raffinati adattamenti
Dalla vite senza fine del tritatutto, sezionata, si estrae l’albero motore interno: dovendolo collegare al perno conico con bronzina del giradischi, si fora quest’ultimo a una estremità. Per adattare l’albero al foro lo si può tornire con trapano e mola smeriglio. Dall’altro lato, l’albero esagonale è alloggiato nella posizione originale del motore. Il disco in alluminio, troppo largo e dotato di aperture laterali, va tornito con tornio per metalli fino al diametro finale di 220 mm. Per alloggiare tutti i componenti e spostare facilmente il tornio, costruiamo una pratica scatola cubica in multistrato, assemblata con viti e colla, che trattiamo esternamente con impregnante, come finitura e protezione. La foriamo al centro su un lato per permettere il passaggio del perno, che è alloggiato entro un supporto appositamente costruito, con spezzoni di ferro piatto e di tubo quadro; questo supporto contiene la bronzina dentro cui ruota il perno del giradischi; il supporto è avvitato al piano superiore della scatola.

Nella scatola
Le due battute già presenti sulla bronzina del perno sono utili per il fissaggio al supporto. Dentro la scatola, tramite il perno e l’asse, si collega il motore, che è cablato e isolato, mentre le pareti interne sono coibentate con polistirolo per contenere il rumore. Per favorire la dispersione del calore si praticano due fori laterali sulla scatola. La si fa poggiare sui piedini del giradischi, che danno un appoggio morbido e antiurto, e la tengono un po’ sollevata per far passare l’aria che raffredda il motore. Dalla scatola esce il cavo elettrico collegato al reostato a pedale e poi all’alimentazione; il cavo è tripolare, per consentire anche la messa a terra dell’involucro metallico del motore. Il reostato consente di avviare e di aumentare gradualmente il numero di giri. Il piatto è incastrato dall’alto sul perno, e al di sotto la vasca in plastica, praticamente il coperchio originale del giradischi messo rovesciato, ha la funzione di raccogliere schizzi e terra in eccesso. 

Cosa serve per costruire un tornio elettrico per ceramica:

  • Tornio per metalli,
  • saldatrice,
  • trapano con avvitatore,
  • pennello,
  • smerigliatrice angolare,
  • mola da banco,
  • cacciaviti,
  • pistola silicone,
  • contagiri,
  • tester
  • piatto giradischi,
  • coperchio giradischi in plastica trasparente,
  • pedana/reostato da macchina per cucire elettrica,
  • ferro piatto dimensioni 50x5x200 mm,
  • tubo quadro acciaio 15x3x100 mm,
  • multistrato spessore 10 mm,
  • listello in legno 30x30x1500 mm,
  • viti autofilettanti 4×20 mm,
  • 8 viti inox autofilettanti 4×20 mm,
  • impregnante per legno,
  • silicone,
  • polistirolo,
  • 4 supporti in gomma,
  • 5 metri cavo elettrico tripolare,
  • presa tripolare,
  • lubrificante

Come costruire un tornio elettrico per ceramica

com'è fatto un tornio per ceramica

tornio per ceramica

motore tornio

perno conico

  1. i due elementi, piatto e motore, sono estranei fra loro, il che richiede qualche piccolo adattamento per collegarli tramite l’albero motore e il perno del disco, forato in precedenza.
  2. il tornio finito e collegato al pedale risulta pratico e compatto.
  3. il motore alloggia dentro una scatola in multistrato fissato con viti ed è isolato contro il pericolo di folgorazioni.
  4. la scatola è completata da pannelli di coibentazione in polistirolo e da quattro piedini d’appoggio in gomma, ricavati dal giradischi stesso.
  5. il perno conico del giradischi è un accessorio indispensabile per l’unione dei pezzi tra loro estranei e va forato a una estremità.
  6. 6: il supporto del perno, visto dall’alto. E’ fissato con viti autofilettanti inox e verniciato con vernice zincata a freddo. Il perno al centro è scavato con piccole tracce di bulino, per fare aderire meglio il piatto superiore, in vista dello sforzo richiesto.

Come effettuare una corretta manutenzione del tagliasiepi

L’estate è ormai agli sgoccioli, le giornate si vanno rapidamente accorciando e, di conseguenza, lo sviluppo della vegetazione arborea ed arbustiva, dopo il rigoglio estivo va rallentando fino a fermarsi.

È ormai l’ora di dare alla siepe l’ultima regolata che la terrà in ordine fino alla prossima primavera e di dare al fedele tagliasiepi il meritato riposo invernale. Prima di riporlo, però, è necessario provvedere ad una corretta manutenzione del tagliasiepi, in modo che alla prossima primavera, quando dovrà riprendere il suo lavoro, non ci tocchi scoprire che ruggine e morchie lo abbiano bloccato mettendolo magari fuori uso.

 Com’è fatto un tagliasiepi
La macchina deriva dalle barre falcianti in uso per i prati di foraggio e l’unica differenza, a parte le dimensioni, sta nel fatto che è costruita per tagliare in entrambe le direzioni. Quindi, come nella macchina madre, abbiamo una suola fissa, qui a doppio pettine, saldamente unita al corpo motore (elettrico o a scoppio), una controsuola rettilinea che alcune viti uniscono alla suola lasciando però fra i due pezzi lo spazio necessario e sufficiente per lo scorrimento della lama dentata e, appunto, la lama a doppio pettine, con denti triangolari affilati su entrambi i lati, aperta in mezzeria da una serie di fori asolati e che termina con un attacco che si collega al perno eccentrico mosso dal motore. In tutto tre pezzi più le viti.

Come funziona il tagliasiepi
Il motore è collegato ad un biellismo (non uguale per tutte le macchine) che trasforma il suo moto rotatorio in un moto alternativo che muove avanti e indietro, per un tragitto pari alla distanza fra due denti della lama (e della suola) il perno (o il bullone o il nasello) cui si aggancia la lama stessa che così può scorrere lungo la suola, aprendo e chiudendo lo spazio fra i suoi denti, con un effetto di ghigliottina in grado di troncare con precisione i rami. Linfa, polvere, minuzzoli di corteccia, inevitabili in questo tipo di lavoro, fanno presto ad insinuarsi fra la lama e le sue guide e ad intasare i fori asolati fino al punto, fortunatamente raro, di bloccare completamente la corsa col rischio di bruciare il motore.

La corretta manutenzione del tagliasiepi

come pulire un tagliasiepi

  1. cerchiamo il libretto di uso e manutenzione della macchina e scopriamo in che modo sia possibile accedere all’attacco della lama di cui allenteremo, non completamente ancora, le viti o i dadi di chiusura.
  2. svitiamo i dadi o le viti che uniscono suola a e controsuola, diamo a questa una pulita con uno straccio e mettiamo a bagno nel petrolio.
  3. tolto il coperchio dell’attacco, da immergere anch’esso, se di metallo, nel petrolio, sganciamo la lama, la immergiamo nel petrolio e ripuliamo accuratamente entrambe le facce della suola senza ovviamente staccarla dal motore.
  4. accuratamente ripulita anche la lama, possiamo passare all’affilatura dei suoi denti con uno dei vari accessori ideati allo scopo
  5. …passiamola poi sulla cote poi. Se non ce la sentiamo, portiamola in un’officina specializzata dove hanno macchine in grado di eseguire l’affilatura con la massima precisione (costa, ma il gioco vale la candela).
  6. controlliamo anche l’usura dei carboncini che in alcune macchine sono accessibili senza bisogno di smontare la carrozzeria e, se del caso, sostituiamoli.
  7. il rimontaggio parte da una bella spalmata di grasso sull’attacco della lama, da rimontare con molta precisione, agganciandola saldamente.
  8. nuovamente chiusa la lama fra suola e controsuola, lubrifichiamola con un buon disossidante, avvolgiamo la barra in un sacco di plastica o in un foglio d’alluminio e mettiamo via la macchina per l’inverno. Cambiano un po’ le cose se il tagliasiepi ha in dotazione un parabarra a tenuta con sistema di attacco in verticale, che, riempito di olio per seghe a catena, serve tanto per appenderlo al muro quanto per tenerlo lubrificato.

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Sega a gattuccio strike twincut 1440

La nuovissima sega a gattuccio strike twincut 1440 si avvale di un innovativo sistema di taglio a doppia lama: mentre una va avanti, l’altra scorre all’indietro in modo sincrono. Molti i vantaggi: grande bilanciamento della macchina durante l’uso, maggiore rapidità d’azione, possibilità di iniziare il taglio all’interno del pannello, nessuna vibrazione anche con i materiali sottili

A fronte di una nutrita serie di pregi e utilità, la sega elettrica a gattuccio, come l’abbiamo conosciuta sino a oggi, presenta alcuni elementi di criticità, noti a tutti quelli che l’abbiano utilizzata qualche volta. La Sega a gattuccio strike twincut 1440, ha voluto spazzarli via con un colpo si spugna (o due). L’idea è semplice: se una lama, nella sua azione nello spessore del legno, tende a ripercuotere un po’ di forza sull’impugnatura, mettendone due che si muovono avanti e indietro alternativamente, il problema automaticamente sparisce. Con questo spariscono anche quasi tutti gli altri problemi. Se per esempio con una sola lama è impossibile iniziare un taglio al centro di un pannello per realizzare una finestrella, con due si riesce perfettamente; con due lame è anche possibile tagliare sottili fogli di compensato da 3 mm, messi anche in verticale, senza tener fermo il bordo di attacco: le lame entrano senza sobbalzi permettendo un taglio netto e senza alcuna sbavatura. La Sega a gattuccio strike twincut 1440 ha anche prestazioni di grande levatura: il motore ha una potenza di assorbimento di 1400 W, il numero di movimenti delle lame va da 0 a 2400/min e ci sono 2 possibilità di scelta sull’entità di escursione: 20 oppure 30 mm. Il prezzo di listino della Sega a gattuccio strike twincut 1440 è euro 310,00 lame universali incluse. StellaBianca

taglio con sega a gattuggio

Sofisticati comandi

strike twincut 1440

Come cambiare la lama e la regolazione del piede

regolare lama sega a gattuccio twincut 1440

sega a gattuccio

  1. In testa al corpo macchina, di fianco alle lame, ci sono due led che in caso di necessità illuminano la zona di lavoro; sono alimentati da 3 batterie (incluse nella confezione), da inserire nell’apposita sede, chiusa con uno sportello fermato da una vite.
  2. Sopra il pulsante per accendere il led c’è l’importante regolazione dell’escursione delle lame, con possibilità di scelta fra 20 mm e 30 mm.
  3. Il pulsante d’accensione ha controllo elettronico per gestire la velocità del motore, in più c’è anche una rotella con cui si può imporre un regime massimo.
  4. L’impugnatura posteriore ha possibilità di essere sbloccata per ruotare rispetto al corpo macchina; così si ha sempre la migliore presa in tutte le posizioni di taglio.
  5. Nonostante ci siano due lame, la sostituzione è rapida; i due elementi attivi sono vincolati da un perno laterale e si inseriscono affiancati come se fossero uno solo, dopo aver sollevato la sicurezza rossa e ribaltato due levette di blocco (una per ogni lama) predisponendo la sede alla ricezione degli attacchi.
  6. Quando le lame sono completamente inserite nella loro sede, si chiudono le due levette di blocco. Provando a estrarle si verifica che siano tenute saldamente.
  7. Il piede d’appoggio non solo è inclinabile, ma ha la possibilità di essere regolato nella sua estensione, in modo da accorciare, in caso di necessità, lo sbalzo esterno delle lame; questo può servire, per esempio, per aumentare al massimo la loro rigidità rispetto a materiali da tagliare eccessivamente flessibili.

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Bosch IXO V generazione

Da anni l’elettroutensile più venduto al mondo

Le cifre parlano da sole: Bosch IXO, ad oggi arrivato alla V generazione, ha rivoluzionato il modo di affrontare una delle operazioni basilari del bricolage. Per avvitare e svitare in ogni situazione e senza fatica, un solo piccolo attrezzo svolge la funzione di un set di cacciaviti manuali. Al di là delle ormai note caratteristiche, a decretare il successo di Bosch IXO è stato soprattutto il pubblico femminile che ne ha apprezzato l’estetica, la maneggevolezza e la funzionalità in ogni situazione. Ed in casa Bosch, per festeggiare questo importante traguardo, si sono dati da fare per renderlo ancora più interessante. Tempi di ricarica più brevi, un’illuminazione di nuova concezione e ergonomia migliorata: da oggi, Bosch IXO è ancora più gradevole da usare. Bosch

Le nuove caratteristiche di Bosch IXO V generazione

caratteristiche ixo

Accessori Ixo

accessori ixo

  • Accessorio Drill: Con questo accessorio è possibile eseguire fori fino a 5 mm di diametro. L’accessorio fora anche nel legno, nella plastica e nel gesso, persino dove altri devono gettare la spugna.
  • Accessorio cavatappi: Stappare bottiglie come un professionista? Con Bosch IXO Vino è davvero facile.
  • Accessorio macinaspezie: Con l’accessorio Macinaspezie, si può dare ai piatti un tocco personale premendo semplicemente un pulsante. Con il suo elegante design, si può utilizzare anche manualmente.
  • Accessorio barbecue: Con l’accessorio Barbecue, IXO si accende la griglia premendo semplicemente un pulsante per portare la carbonella alla giusta temperatura in un batter d’occhio. Questo accessorio è ideale per accendere senza sforzi barbecue e bracieri, anche nella posizione più scomoda.

bosch ixo

 

Legno in perfetta tensione compressiva

Editoriale tratto da Far da sé n.454 di Settembre 2015

Autore: Nicla de Carolis

Uno dei padiglioni di EXPO 2015 più interessanti è quello del Giappone che si sviluppa all’interno di “una griglia tridimensionale di legno” dall’incredibile aspetto scenografico e architettonico, realizzata con quasi 20 mila travi di due metri di lunghezza, in lamellare di larice del Giappone, dalla sezione di circa 11,5 x 11,5 cm. Il Giappone è senz’altro uno degli stati partecipanti all’EXPO che, con la sua proposta culturale, non creata per l’occasione, ma ben radicata nelle sue tradizioni, meglio ha saputo interpretare il tema dell’evento “Nutrire il pianeta, energia per la vita”. La sua dieta alimentare a base di riso, pesce crudo e verdure, è da sempre considerata sana, sostenibile ed equilibrata, in assoluta antitesi agli eccessi che provocano l’obesità per un miliardo di persone. I Giapponesi poi rivolgono particolare attenzione all’insegnamento, già dalle scuole, del non spreco, della conservazione degli alimenti e del loro trasporto, tutte cose che rientrano, non a forza, nella materia sostenibilità. A questi temi si uniscono quello dell’armonia (ambientale ed estetica) e della tecnologia: anche qui la struttura del padiglione Giappone si è espressa al meglio rappresentando la fusione tra tradizione e modernità, rispetto dell’ambiente e perfezione estetica. Uno spazio espositivo di 4.170 metri quadrati, con un’ampia entrata e uno sviluppo in lunghezza, come le case tradizionali di Kyoto, dove, oltre ai materiali naturali come bambù e legno, ci sono tecnologie informatiche e sistemi per il risparmio energetico. Il Giappone è un territorio costituito al 70% da foreste: da sempre i Giapponesi fanno un largo utilizzo di questo materiale consapevoli della sua bontà in quanto risorsa rinnovabile che fornisce acqua ricca di sostanze nutritive e, tornando alla terra, crea le risorse alimentari. Da ciò si spiega l’imponente utilizzo di legno anche per l’esteso graticcio tridimensionale che sta insieme solo con incastri ed è stato realizzato con le macchine a controllo numerico (quelle di cui abbiamo parlato anche su questa rivista) dagli ingegneri e dai tecnici di un’azienda italiana, altamente specializzata, la Galloppini Legnami di Borgosesia (VC) su progetto dell’architetto giapponese Atsushi Kitagawara. Un prodotto prefabbricato che si trasporta con facilità, si monta a secco rapidamente ed è autoportante. Qualcosa che lascia senza fiato, frutto dell’eccellenza artigianal-tecnologica italiana unita alle tradizionali tecniche giapponesi di costruzione in legno chiamate “metodo di tensione compressiva”, uno stato di coazione in cui i singoli elementi costruttivi sono collegati con un sistema di giuntura semplice e formidabile allo stesso tempo che dà origine a una struttura molto resistente che reagisce bene anche ai terremoti. Per concludere, come sono bravi questi Giapponesi!

grigilato-padiglione-giappone

qrcode

Il dettaglio della griglia tridimensinale in legno che delimita il padiglione del Giappone a Expo 2015.
Per vedere il filmato della costruzione punta con lo smartphone il qrcode o vai su
www.galloppinilegnami.it/expo-2015

Tipi di pinze: modelli e utilizzo

Conoscere la pinza giusta per ogni lavoro

I tipi di pinze disponibili sono moltissimi, ma per l’impiego nel fai da te ne bastano poche. In genere servono per lavori di meccanica, idraulica ed elettricità, per cui cambia la forma delle ganasce (tozze o allungate, diritte o ricurve), ma in alcuni casi, anziché bloccare l’oggetto serrando le impugnature, queste sono predisposte per fungere da divaricatori. Alcuni tipi di pinze, oltre che stringere, possono anche tagliare metalli, cavi, ecc. I tipi di pinze interamente metalliche vengono a poco a poco sostituite da modelli con l’impugnatura rivestita in materiale sintetico. Nelle versioni utilizzate in campo elettrico tale rivestimento fornisce un alto isolamento.

Da sapere…
Durante un lavoro non bisogna mai battere contro una pinza con il martello (per sbloccare, svitare, ecc.) in quanto il fulcro delle ganasce ne può risultare danneggiato e ridurre la funzionalità dell’utensile

Differenti tipi di pinze

tipologie di pinze

  1. Pinza a pappagallo, con fulcro regolabile per variare l’apertura.
  2. Pinza multifunzione con corte ganasce ed elementi trancianti.
  3. Pinze da elettronica a ganasce sottili per lavori di precisione o su pezzi di piccola dimensione.
  4. Pinza grip a ganasce bloccabili come morsetto.
  5. Pinza a tronchese per tagliare cavi e fili di vario tipo

Pinza a pappagallo

pinza a pappagallo

Le ganasce regolabili della pinza a pappagallo permettono di serrare tubi di un certo diametro. Per non rovinarne la superficie si può frapporre tra questa e le ganasce del materiale morbido. Utile nei lavori di idraulica.

Pinze grip

pinze grip

È dotata di un meccanismo regolabile che permette di serrare le ganasce e mantenerle bloccate (senza usare le mani). Serve per mantenere uniti due pezzi durante una saldatura o in fase di montaggio.

Pinza multifunzione

pinza multifunzione

È in grado di effettuare una forte presa su viti e bulloni anche grazie all’incavo centrale. Non ha una grande apertura, come le pinze a pappagallo, per cui non è adatta quando si tratta di serrare tubi.

Pinza con cesoia

pinza con cesoia

I tipi di pinze multifunzione sono dotate di due tipi di cesoie diverse. Una è costituita da due lame contrapposte, mentre le altre due (uguali) sono all’esterno delle ganasce, alla loro base, e servono per tagliare cavi e fili di ferro.

Pinza da elettronica

pinza da elettronica

Le pinze a ganasce lunghe e sottili permettono di effettuare lavori su pezzi di non facile accesso, oppure piccoli e delicati. Le ganasce possono essere curve nella parte terminale per una maggiore praticità.

Pinza a tronchese

pinza a tronchese

È dotata di due ganasce con sagomature a lame contrapposte. Le ganasce sono corte ed esercitano una grande pressione di taglio su cavi di sezione ridotta, tondini, conduttori, ecc. Non possono serrare.

Portapinze

portapinze

Nel piccolo laboratorio fai da te è comodo disporre di un portapinze che mantenga questi utensili riuniti e ben visibili. Lo si può costruire con tondino di ferro o di rame: su una base in legno. Inseriamo la struttura di sostegno composta da un gambo verticale e un anello (con alcuni raggi di rinforzo) a cui si agganciano le pinze. Se abbiamo un laboratorio con un pannello di salamandra che ricopre una parete le pinze si appendono in ordine con un semplice gancetto.

Scopri la gamma di pinze sodifer