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Garage in legno fai da te

Costruire un garage in legno fai da te è possibile… anche in 48 ore grazie a un kit completo con tanto di porta basculante; nasce come ricovero per l’auto, ma può servire anche per riporre le attrezzature e le macchine da giardino

Anche per chi un garage in legno ce l’ha già, una costruzione fai da te come questa può essere un’idea interessante: in garage, oltre la macchina, si stipano attrezzature di utilizzo stagionale (sci, biciclette, tavolo da ping pong, arredi esterni…) e si tenta anche di riservare un piccolo spazio al necessario per le riparazioni domestiche. Con il passare del tempo, ad una parte degli occupanti va dato lo sfratto esecutivo, o non ci si gira più.

Montare il garage

Il garage in legno 07070 di Alce offre un ampio spazio coperto in meno di 48 ore, senza l’intervento di personale specializzato.

Il kit è corredato di chiare istruzioni di montaggio; la costruzione finita misura 330×530 cm (interno 300×500) ed è corredata di una porta basculante 235xh200 cm rivestita con perline da 20 mm. Le pareti del garage in legno sono di abete sono spesse 45 mm, con sporgenza agli angoli esterni di 10 cm e la copertura del tetto si effettua con guaina tipo tegola canadese in rotoli.

Alle pareti l’altezza è di 230 cm ed arriva a 280 cm (esterno) al colmo. La struttura si monta su un basamento piano, orizzontale e stabile, che non sia soggetto a successivi abbassamenti o a ristagni d’acqua. Per questo anche nel nostro caso, pur essendoci una superficie asfaltata pressoché piana, è stata realizzata una piattaforma di cemento rialzata rispetto al terreno circostante, con una minima rampa d’accesso.

Risulta anche più facile ancorare la struttura a terra. L’imballo comprende normalmente due colli di peso ed ingombro notevoli: uno racchiude la basculante in parte preassemblata, l’altro tutto il legname, quindi con una lunghezza superiore ai 5 metri, largo poco più di un metro ed alto altrettanto.

Conviene farseli consegnare da un mezzo provvisto di braccio di sollevamento, così da poterli posizionare in un luogo abbastanza vicino al basamento, senza ostacolare la transitabilità e con spazio sufficiente attorno per aprire gli imballi e suddividere i pezzi.

Come sempre, l’inizio del montaggio è fondamentale: le travi di fondazione vanno posizionate eseguendo le necessarie verifiche, senza fretta; una volta inquadrata la struttura, il montaggio procede velocemente grazie ai sistemi ad incastro, ma bisogna essere sempre almeno in due.

Tutte le parti di legno, ad eccezione delle travi di fondazione, vengono fornite grezze: questo perché gli incastri del sistema “block house” sono estremamente precisi ed il processo di impregnazione in autoclave, comportando movimenti significativi del materiale, potrebbe causare difficoltà di assemblaggio, a meno di lasciar stagionare il legno per diversi mesi.

Bisogna perciò procedere in proprio al necessario trattamento protettivo del garage in legno fai da te. Alce

Prezzi dei garage in legno

Il garage 07070 costa 4.905 euro. Per altri modelli i prezzi variano da 1.700 a 6.000 euro.

Gettare la piattaforma di cemento armato

piattaforma di cemento armato

  1. Lo spazio per la piattaforma su cui verra installato il garage in legno va delimitato realizzando un bacino con tavole di legno, ben in squadra e mantenute salde con picchetti infissi nel terreno. Sul fondo si stende un telo di plastica per impedire eventuali risalite di umidità, quindi si posa uno strato di rete elettrosaldata; si preparano più impasti con la betoniera e, iniziando da un angolo posteriore, si trasporta l’impasto con la carriola e lo si versa nel bacino. Un aiutante, “armato” di badile, distribuisce grossolanamente la colata seguendo il livello prestabilito, lungo il perimetro prima che al centro; poi, con una lunga staggia di alluminio utilizzata a ventaglio, si asporta il materiale in eccesso dirottandolo dove è mancante. Appoggiando sulla staggia una livella a bolla si verifica che l’avanzamento avvenga con la necessaria planarità, effettuando correzioni di quota.
  2. Sul lato dell’ingresso, per superare il rialzo, è necessario realizzare una breve rampa d’accesso: per questo viene effettuato un solco nell’asfalto nel punto dove la rampa andrà a sfumare, in modo che il cemento formi un cordolo nel punto dove altrimenti resterebbe troppo sottile per resistere al passaggio dell’auto.
  3. Il solco va abbondantemente bagnato ed al suo interno si annegano barre di ferro da collegare alla rete elettrosaldata per ottenere una solida armatura anche in questo delicato punto.
  4. Alla rampa si conferisce una pendenza adeguata e costante, raccordandola con la gettata principale.
  5. La piattaforma per il garage in legno può dirsi completa: occorre lasciarla stagionare per un tempo variabile a seconda delle condizioni climatiche, bagnandola quotidianamente per i primi giorni nella stagione calda.

Arriva il box in kit

garage in kit

  1. Presso il magazzino o il garden center a cui ci si è rivolti per l’acquisto, bisogna anche accordarsi per la consegna, visto l’ingombro ed il peso degli imballi che sarebbe bene conservare integri fino a destinazione per non rischiare ammanchi accidentali. Non è consueto disporre di un mezzo di scarico come quello che si nota in foto, casualmente fornito da un cantiere attivo nelle vicinanze dell’abitazione.
  2. Tolti i teli di protezione, in un primo imballo si ha la basculante premontata, bloccata in posizione sicura da un telaio di tavole a perdere, con a parte i contrappesi, le grembiuline di lamiera, la guaina di copertura e la scatola con la ferramenta per il montaggio. Tutto il legname è raggruppato in un altro bancale.
  3. Prima di iniziare a suddividere le perline laterali da quelle posteriori ed anteriori, le tavole di copertura e le capriate, è bene procurarsi diversi listelli di supporto, diciamo 50x50x1000 mm, su cui poggiare i pezzi tenendoli sollevati da terra.
  4. La ferramenta, esclusa quella necessaria per fissare a terra la struttura (da acquistare a parte), è racchiusa in una scatola di cartone insieme al kit antivento ed alle istruzioni di montaggio della basculante.

disegno garage in legno

Assemblare il garage

garage prefabbricato

  1. Le travi di fondazione laterali vanno inserite tra quella posteriore e gli spezzoni laterali anteriori. Per avvitarle perfettamente in squadra ci si aiuta con listelli di battuta bloccati con morsetti.
  2. Realizzato il perimetro, bisogna centrarlo sul basamento e porlo a filo della rampa anteriore d’accesso.
  3. Le perline che compongono le pareti sono lavorate con scanalature maschio/femmina longitudinal
    i ed incastri tipo “block house”. Le perline laterali di partenza hanno il lato inferiore piano e quello superiore maschiato; sono di altezza ridotta, cosicché gli elementi di pareti ortogonali risultino sfalsati in altezza. Si fissano alle travi di fondazione con viti inserite nei denti dell’incastro.
  4. Raggiunto il terzo livello di perline si possono posizionare i montanti guida per la basculante, preassemblati con l’architrave ed il profilo d’acciaio a terra.
  5. I montanti guida in posizione.
  6. Ogni tre giri è bene legare la perlina superiore a quelle sottostanti con viti Ø 5×70 mm.

Ancoraggi antivento

kit antivento per garage progetto garage

  1. Il kit antivento per il garage in legno, opzionale, comprende 4 ancoraggi così composti: 2,5 m di cavo d’acciaio, due golfari M8, 2 bulloni testa tonda M8x40, 2 dadi M8, 1 rondella Ø 8×24 mm, 1 bullone TE M8x20, 2 morsetti per cavo Ø 3 mm ed un tendicavo.
  2. La costruzione va ancorata al basamento intercettando le travi di fondazione: si consigliano 3 ancoraggi su ciascuno dei lati lunghi.
  3. Gli ancoraggi antivento vanno predisposti ai quattro angoli interni, forando la tavola inferiore e quella superiore per l’inserimento dei rispettivi fissaggi.
  4. Si inserisce dall’esterno il bullone a testa tonda e su di esso si avvita il golfare, serrandolo in posizione verticale.
  5. Al golfare superiore si aggancia il tendicavo, bloccandolo con il bullone TE, dado e rondella. 6
  6. Si fa passare il cavo d’acciaio all’interno del golfare inferiore e si realizza un cappio, bloccandolo con la coppia di morsetti.
  7. Il cavo va poi portato al tenditore, fatto passare nel foro alla base ed in quello del perno centrale; attorno al perno si passa una seconda volta, per poi far scendere la porzione eccedente. Con una chiave esagonale lo si porta in tensione facendo ruotare il perno, che funziona come un cricchetto: si carica, ma non ruota nel senso inverso, impedendo al cavo di allentarsi.
  8. Con ancorante chimico si fissano gli spezzoni di barra nel basamento; si calza una squadretta ad L da avvitare alla parete di legno e si serra con dado e rondella. Le porzioni di barra e di piastrina eccedenti si tagliano con la smerigliatrice.

Tetto in tegola canadese

tetto in tegola canadese

disegno tegola canadese

  1. Completata la costruzione con i timpani anteriore e posteriore e le travi di collegamento, si può iniziare a realizzare le falde, composte da perline con dente e canale che misurano 1940x100x20 mm; stesso spessore hanno anche i pezzi sagomati che rifiniscono il tetto frontalmente e posteriormente. Si parte dal lato anteriore, in perfetta squadratura ed a sbalzo, e si avvitano le perline alle travi longitudinali.
  2. Completata la copertura, si srotola la guaina di tegola canadese lasciando un’abbondanza tale che permetta di ripiegarla sotto le falde e bloccarla con i listelli avvitati sotto lo spiovente. I tre rotoli da 1×10 metri sono più che sufficienti a realizzare due strisce per parte, partendo dal basso e sovrapponendo quella successiva di una decina di centimetri, più la copertura del colmo.
  3. La guaina va inchiodata alle perline: scaldandosi col sole, aderisce perfettamente ad esse.
  4. Al termine, si rifila la guaina di fronte e sul retro;
  5. Di lato va ripiegata sotto la falda
  6. la si Ferms con lunghi listelli di legno, come pure sulle falde

Montare la basculante del garage in legno

portone garage basculante

  1. Il montaggio della basculante per garage in legno va effettuato dall’interno del box: bisogna centrarla nell’apertura e posizionare le guide a ridosso dei montanti di legno. Occorre fare attenzione in quanto la porta è ancora priva dei contrappesi, pertanto libera nei movimenti se si sblocca la chiusura.
  2. In fase di montaggio bisogna fissare le guide dei contrappesi ai montanti della basculante. Si procede poi con la tracciatura e foratura del fissaggio a terra.
  3. Si utilizza una coppia di tasselli d’acciaio su ciascun lato, dopo aver ripulito accuratamente il foro dai detriti.
  4. Una volta montati i contrappesi, la porta del garage in legno si può aprire e chiudere con la necessaria sicurezza: basta agganciarli alle funi ed inserirli nello scatolato ad U entro il quale scorrono in verticale, quindi si monta il carter di protezione.
  5. Un ultimo controllo con la livella a bolla conferma che il lavoro è stato eseguito a regola d’arte.

La ricercatrice fardasé

Editoriale tratto da Far da sé n.453 di Agosto 2015

Autore: Nicla de Carolis

Quanto voi lettori di FAR DA Sé siate ingegnosi, capaci di coniugare competenze tecniche e abilità manuali, inventiva ed esperienza maturata sul campo, lo verifichiamo quotidianamente con le centinaia di progetti accompagnati da lettere in cui ci gratificate anche rendendoci partecipi di fatti della vostra vita, della vostra famiglia e delle soddisfazioni che vi dà questo hobby/stile di vita, il fardasé appunto. Così, quando prepariamo ogni numero della rivista cerchiamo di tener conto delle osservazioni, delle richieste, dei suggerimenti e spesso ci capita di citare i nomi di quelli di voi che con più assiduità ci scrivono. Personalmente mi capita di emozionarmi, di sorridere, di stupirmi leggendo ciò che ci mandate, tutte cose interessanti e spesso speciali. A tal proposito vorrei rendervi partecipi di alcune frasi scritte alla redazione dalla ricercatrice Emanuela Ughi, nostra lettrice, che ci hanno reso particolarmente orgogliosi. “Cara Redazione, da tempo penso di scrivervi per condividere quello che faccio, poiché credo che certe mie abilità sono state sviluppate anche grazie alla lettura (da tanti anni) di Far da sé. Permettete di presentarmi un po’: sono un ricercatore presso l’Università di Perugia (mi occupo di geometria). Una volta, ero tranquilla e immersa in un mondo di formule. Ma, come dice John Lennon, Life is what happens while you are busy making other plans. A me è successo che ho cominciato a realizzare modelli matematici, in un modo molto semplice, all’inizio con legno, plexiglas, fili di lana, per condividere meglio le mie immagini mentali su concetti matematici con i miei studenti. Gli oggetti vanno toccati, smossi, disassemblati… per comunicare un’idea, un teorema o un algoritmo. Volevo in questo modo trovare un modo nuovo per raccontare la bellezza della matematica, e anche per farla conoscere e comprendere a tutti quelli che si sentono “incapaci”. Volevo raggiungere anche i “disillusi”, in primis la mia mamma, che è il prototipo della persona che dice “tanto io non capisco”. … Io credo che il punto di forza del mio lavoro, così inusuale, è che io sono contemporaneamente una matematica professionista e un falegname (molto) dilettante. Questo mi permette di immaginare, di progettare e di realizzare prototipi (anche se rudimentali, di solito)…” Emanuela Ughi ha messo a punto, negli anni, un articolato e innovativo programma per spiegare formule complesse, premiato e apprezzato, e la collezione degli oggetti matematici da lei realizzati è esposta nella Galleria di Matematica al Polo Museale Universitario di Casalina (Perugia). Che dire? Un applauso a Emanuela Ughi e a tutti voi lettori che non finite di sorprenderci!

Diffusore luminoso fai da te di design

Utilizzando bicchieri di plastica realizziamo un diffusore copri-lampada che trasforma una banale applique in uno spettacolare abat-jour da tavolo o da pavimento.

Dobbiamo realizzare un diffusore luminoso a formaa di calotta sferica con i bicchieri, unendoli stabilmente uno all’altro con la graffettatrice, facendo attenzione che non si rompano. Bisogna partire da un cerchio di base (determinato dalla forma e dalla grandezza del diffusore di vetro della lampada) e salire gradualmente sino alla sommità della calotta, bicchiere dopo bicchiere. Poniamo attenzione nel seguire un andamento geometrico della figura; poi non ci resta che collocarla sopra la lampada che abbiamo preventivamente installato su un disco di legno (MDF o multistrato) del medesimo diametro. Completa il tutto il cavo tripolare, il cavo giallo-verde di terra dev’essere collegato alla base metallica.

Cosa serve per costruire un diffusore

materaili per costruire un diffusore
✓ Bicchieri di plastica
✓ Base circolare di legno
✓ Applique con calotta di vetro
✓ Portalampada e lampadina, cavo tripolare, interruttore passante, spina
✓ Pittura acrilica spray
✓ Graffatrice, cacciavite
✓ Feltrini adesivi

Il progetto

disegno diffusore luminoso

La realizzazione

costruire una lampada con bicchieri

  1. Con la graffatrice uniamo stabilmente fra loro i bicchieri di plastica trasparente. Dobbiamo ottenere un cerchio con il diametro interno leggermente superiore a quello dell’applique utilizzata.
  2. Procedendo allo stesso modo, fissiamo tra loro i bicchieri formando un secondo cerchio, più piccolo, unito al primo. Facciamo cerchi via via più piccoli, fino a ottenere una figura semisferica.
  3. Trattiamo con smalto spray acrilico una base circolare di legno spessa 3 cm, dello stesso diametro dell’applique. Passiamo più mani di smalto per una perfetta finitura della base.
  4. Fissiamo l’applique alla base e montiamo il portalampada con il relativo cavo: utilizziamo una lampadina a bassa potenza o, comunque, che non emetta un calore eccessivo per la plastica.
  5. Terminiamo il montaggio dell’applique fissando la calotta di vetro con un quarto di giro. Alcuni modelli prevedono il fissaggio della calotta mediante viti, da serrare in posizione con il cacciavite.
  6. Collochiamo la semisfera di bicchieri sull’applique e posizioniamola su un tavolino o anche sul pavimento. L’alimentazione è fornita da un cavo tripolare corredato di interruttore passante.

Calcio Balilla fai da te

Questo calcio balilla fai da te è costruito da zero prendendo come riferimento quello del bar e completato con gli accessori acquistati in rete. È frutto di un attento lavoro e di misure precise per ottimizzare lo scorrimento delle stecche, la planarità del campo da gioco e l’efficiente recupero delle palline, come nel modello originale.

È bello constatare che i giovani d’oggi non sono attratti solo da giochi elettronici e da Facebook, ma sanno usare mani e testa anche per imparare a costruirsi le cose piuttosto che acquistarle già pronte navigando su internet. Il nostro lettore Valerio D’Agostini ha solo 18 anni, e si è costruito un calcio balilla fai da te.

Calcio Balilla fai da te

Seppur giovane dimostra già una buona padronanza delle macchine che si possono trovare in un laboratorio ben attrezzato: dal seghetto alternativo alla levigatrice a nastro, dalla troncatrice per legno alla combinata. Non sappiamo se queste macchine sono “sue” o se fanno parte di un corredo appartenente a un padre far da sé, conta che le sappia e le voglia usare. L’idea di costruirsi un calcio balilla fai da te gli è balenata mentre giocava una partita al bar con gli amici. Così un pomeriggio, metro e matita alla mano, ha rilevato tutte le misure utilizzando come modello quello del locale pubblico: il campo, le distanze tra le stecche dei giocatori, le porte, quote e dimensioni dei vari pezzi. Le stecche con i giocatori e le relative boccole di scorrimento, i segnapunti, il foglio plastico del campo da gioco e le sponde laterali inclinate le ha acquistate su internet, ma tutta la struttura, compresi gli scivoli interni per il recupero della pallina dopo il goal, è frutto dell’autocostruzione. Al nostro giovane lettore, va il plauso della redazione per la precisione applicata ai tagli sbiechi e curvi, all’allineamento dei fori per le stecche e, nel complesso, per il calcio balilla fai da te realizzato, che entra appieno nelle costruzioni “non banali”.

Calcio Balilla fai da te

bigliardino fai da te

  1. In base alle misure rilevate si acquista il legname necessario per la costruzione, iniziata con la preparazione del tavolo di supporto, che deve essere robusto e stabile. Sui lati corti, tra le gambe 80×80 mm, vanno poi preparate due traverse di rinforzo a circa 30 cm da terra, per avere la necessaria rigidità.
  2. I pannelli lunghi, di robusto multistrato, che costituiscono la cassa, vengono racchiusi tra quelli corti; qui non sono ancora aperte le sedi circolari per le stecche, mentre invece si notano la feritoia per il recupero della pallina, con gli angoli arrotondati, e i tacchi di appoggio per il pannello che costituisce il campo da gioco vero e proprio, rialzato per lasciare posto…
  3.  … agli scivoli interni. Questa fase del lavoro è piuttosto delicata, perché il lato superiore delle sponde va bisellato per circa 2/3 della lunghezza con la stessa inclinazione degli scivoli, ma in senso opposto, in modo che in quel tratto risultino orizzontali e costituiscano l’appoggio del campo da gioco in posizione centrale, alla stessa altezza dei supporti laterali. Il vano centrale è anch’esso inclinato, verso la feritoia per il recupero della pallina, frenata da un listello di battuta.
  4. Il tutto viene ricoperto dal pannello del campo da gioco, con le aperture per la caduta della pallina disposte precisamente centrate e larghe quanto le porte. Il campo deve risultare perfettamente in bolla nei due sensi.
  5. Si aprono quindi le sedi circolari per le boccole delle stecche, giustamente distanziate e in perfetta corrispondenza frontale. Si provano le tavole per il segnapunti e per le porte, prima di realizzare le aperture.
  6. Il montaggio del calcio balilla fai da te si conclude con la stesura del foglio che riproduce il campo, ricoperto da un vetro spesso fatto tagliare a misura, dei profili inclinati e dei bordini metallici di finitura.

lubrificare manopole biliardino

[box type=”warning” align=”” class=”” width=””]Si avvicina la sfida di Biliardino tanto attesa? Fate partecipare anche WD-40 e non dimenticate di lubrificare le sbarre del calcetto Balilla… i vostri amici rimarranno colpiti dalla maneggevolezza delle manopole!![/box]

Per informazioni specifiche sul gioco del calcio balilla visita il sito della Federazione Italiana Calcio Balilla

Bat box fai da te per i pipistrelli | Antizanzara naturale

La bat box, una facile costruzione per offrire una dimora agli amici chirotteri che, con una presenza discreta, ci ricambiano liberando lo spazio circostante dagli insetti, soprattutto dalle zanzare, durante i loro “raid” notturni

Normalmente, rifugi artificiali come la bat box fai da te che viene presentata si utilizzano in campo scientifico per studiare le abitudini dei pipistrelli, ma costruirne e installarne una in una zona protetta del giardino può essere molto utile: i pipistrelli sono assolutamente innocui e rappresentano un ottimo sistema nella lotta biologica contro le zanzare, che infestano in numero sempre crescente le serate estive.

misure su legno

Il materiale utilizzato per costruire la bat box fai da te è compensato marino da 15 mm, più alcuni listelli 20×30 mm per il telaio e una tavoletta da 80×10 mm per la chiusura superiore. Il rifugio bat box finito deve misurare circa 600x350x50 mm; il frontale è composto da due parti, separate da una fessura di aerazione di circa 10 mm, e lo spazio interno a disposizione dev’essere 25 mm da cima a fondo, con un restringimento in corrispondenza dell’apertura inferiore per l’ingresso e l’uscita dei chirotteri.  Il rivestimento interno con rete antizanzare aiuta i pipistrelli ad aggrapparsi per risalire l’interno.

disegno-bat-box

Il periodo migliore per installare uno di questi rifugi coincide con la fine dell’inverno, verso la metà di marzo, in modo che le bestiole, appena terminato il letargo, possano percepire la bat box come una struttura amica e colonizzarla durante l’estate, quando sono in piena attività per l’abbondanza di insetti. Se la troveranno confortevole, non è escluso che, pur essendo abituati a trascorrere il periodo invernale in grotte e anfratti, decidano di perpetuare la loro permanenza anche durante il letargo, perciò sarà bene evitare di rimuoverla con l’arrivo della brutta stagione.

 Costruire una bat box fai da te in poco tempo

Taglio legno per bat box limatura-bat-box

  1. La costruzione ha avuto luogo nei laboratori di “Manualità, un gioco da ragazzi” di Gavi e ha visto protagonisti i ragazzi delle classi 3A A e 3A B, suddivisi in due gruppi, per un totale di 4 rifugi realizzati. Avevano a disposizione i pannelli dorsale e frontale delle bat box (600×350 e 400×350 mm) già tagliati e su questa base hanno composto la struttura, tracciando e tagliando i pezzi del telaio e le tavolette restanti.   
  2. La levigatura dei bordi e la smussatura degli spigoli sono state fatte dapprima a mano, con tampone e carta vetrata, ma è giusto anche imparare come si usa una levigatrice palmare, evitando asportazioni eccessive.

    forare il legno bat-box-tutorial

  3. Dopo aver marcato i punti equidistanti per l’inserimento delle viti, si realizzano i fori d’invito con il trapano a mano.
  4. Con i listelli del telaio bene in linea, composti sul banco e spalmati di colla, e il pannello posteriore sovrapposto, si procede al loro collegamento per avvitatura.

    bat-box-fai-da-te costruire una bat box

  5. Per favorire la “scalata” dell’interno da parte dei pipistrelli, nei modelli originali proposti dal Museo di Storia Naturale di Firenze è prevista la realizzazione di una serie di fresature orizzontali sulle facce interne dei pannelli, profonde 2-3 mm e distanziate di 10 mm, da cima a fondo. Per far sì che la costruzione fosse alla portata dei giovani apprendisti, qui è stato scelto di rivestire l’interno con una rete antizanzare, fissata con graffette.  
  6. Un velo di colla e due viti per parte per fissare la tavoletta inferiore sul frontale, poi l’applicazione del “tetto” un poco sporgente di lato e frontalmente: la costruzione è completa e può essere rifinita con un protettivo per legno, rigorosamente all’acqua. Resta da realizzare il fissaggio nella parte posteriore per la sospensione, in base a dove si sceglierà di collocarla.

casa per pipistrelli fatta dai bambini

 

Se avete qualche perplessità circa le dimensioni di questa bat box e sul suo funzionamento, forse vi può interessare sapere che da una analoga, installata sulla facciata di una casa in Toscana, tra Firenze e Siena, all’imbrunire di una giornata di fine luglio ne sono stati visti uscire ben 65 per la caccia notturna!
Il filmato che documenta l’evento è visibile qua sotto:

Sbiancare il legno con gel impregnante

Godere delle magnifiche trame dell’essenza con effetto sbiancante sulla superficie del legno, senza però rinunciare alla protezione di un impregnante di qualità eccellente e facile da usare

gel impregnante hg 4031Le più moderne tendenze per le finiture interne alla casa, per un fatto estetico, ma anche funzionale, raccomandano l’esaltazione delle tinte chiare. L’intento è spesso quello di incrementare la luminosità dei locali, raccogliendo e riflettendo nel modo più efficace la luce proveniente dalle superfici vetrate. Ecco allora che, oltre alle pareti e ai soffitti, si usano tonalità chiare anche per divani, poltrone, e sempre più spesso per altri complementi d’arredo come tavoli, sedie, tappeti ecc. l Questa linea di principio è applicabile anche nel caso degli stili tendenzialmente caldi come il rustico e il montano, dove prevalgono le tonalità dei legni, spesso lasciati al naturale, che con il tempo tendono sempre a scurire leggermente. La soluzione viene trattando i legni con vernici impregnanti bianche come il Gel Impregnante all’acqua Linea Blu Sayerlack HG 4031, adatto proprio in questo particolare frangente.

Sbiancare il legno con gel impregnante
La peculiarità degli impregnanti è quella di essere assorbiti dal legno; nel caso di quello di tinta bianca, quindi, va da sé che il risultato voluto di sbiancare il legno lasciandone intravedere la venatura, lo si ottiene se non è ancora stato trattato con altri tipi di finitura che ne chiudono i pori e ne scuriscono la superficie. In pratica va dato su legno “nuovo”, ovvero non trattato. Per il resto, non cambiano le sostanziali proprietà tipiche degli impregnanti, adatti notoriamente alla protezione del legno. Il Gel Impregnante Linea Blu Sayerlack può essere applicato a manufatti in legno esposti all’esterno e in interni come infissi, travature, gazebo, perlinature, staccionate, ringhiere, serramenti e complementi d’arredo di ogni genere. Linea Blu Sayerlack HG 4031 bianco, oltre a essere all’acqua, è formulato in gel, ha un’ottima copertura ed il punto di bianco che si può ottenere varia in relazione al numero di mani che si applicano. Ha una particolare semplicità di utilizzo anche in locali chiusi perché non emette odori sgradevoli e non cola, permettendo di lavorare senza particolari precauzioni volte a non sporcare l’ambiente e gli oggetti vicini. Linea Blu Sayerlack

Sbiancare il legno in pochi passaggi

sbiancamento del legno

  1. Per l’applicazione servono un pennello per prodotti all’acqua e una stecca per rimescolare; il prodotto è pronto per l’uso, un’eventuale diluizione, da effettuarsi con acqua.
  2. Il coperchio è a vite, non richiede utensili per la sua apertura e permette un’agevole chiusura una volta terminato il lavoro.
  3. Prima di ogni utilizzo è importante rimescolare bene il prodotto.
  4. Il prodotto è formulato in gel: questo evita spruzzi e colature mentre lo si stende con il pennello.
  5. Il legno da trattare deve essere accuratamente pulito e va rimossa ogni possibile traccia di unto, cera o resina. La levigatura con carta abrasiva a grana 150 predispone le superfici a un assorbimento ideale del prodotto.
  6. Il Gel Impregnante HG 4031 ha un tempo di essiccazione di 4 ore al tatto; dopo 8 ore può essere sovraverniciato con un’eventuale seconda mano. Si può scegliere comunque l’intensità della copertura ed il punto di bianco finale in base al numero di mani applicate.

Leggi la nostra guida su come verniciare il legno

Verniciare il legno | Guida completa illustrata

Arredamento garage: idee e soluzioni nel dettaglio

Chi si è mai sognato di acquistare i mobili per arredare il garage? A parte lo spazio riservato all’auto, diventa il deposito irrazionale di mobili e suppellettili non più graditi in casa, mentre con sistemi modulari esteticamente piacevoli può essere sfruttato come laboratorio, officina o per altre attività legate al tempo libero

Se è vero che la donna è la regina della casa, è chiaro che anche l’uomo ha bisogno di un regno tutto suo e cerca di conquistarselo nel garage, per avere uno spazio da governare a proprio esclusivo giudizio. Spesso, però, in questo luogo regna una sorta di “disordine organizzato” tipico del maschio, per il quale ci si giustifica appellandosi alla mancanza di spazio che costringe alla precarietà; al contrario, un ambiente in cui ci si ritira per dedicarsi ai propri hobby, deve essere accogliente, funzionale e possibilmente ordinato, anche per non perdere tempo a cercare le cose. Ecco perché al mondo dell’arredamento garage sono dedicati veri e propri sistemi componibili che permettono di tenere in ordine le attrezzature senza trascurare il colpo d’occhio e il design.

Arredamento garage per uno spazio da rivalutare
La corsa alla rivalutazione del garage come spazio da vivere sta letteralmente spopolando negli Stati Uniti e, da qualche tempo, anche in Italia viene proposta una gamma moderna di prodotti e soluzioni per arredare il garage trasformandolo in un locale di servizio in ambiente piacevole e uniforme, costituito da elementi coordinati. La proposta è firmata Whirpool, gruppo che da sempre si occupa di elettrodomestici e che, per l’occasione, volge la sua attenzione dalla sfera femminile a quella prettamente maschile. Insomma, possiamo concederci un po’ di vanità e provare a personalizzare i nostri spazi con accessori che, oltre a essere pratici, sono anche belli da vedere. Se poi per le nostre tasche questo è un investimento eccessivo, possiamo sempre prendere spunto da queste soluzioni per organizzare il garage e trascorrere momenti piacevoli e… proficui.

Progettare come arredare il garage

liberare spazio in garage

La situazione di partenza (foto di scena del “prima”) evidenzia come le attrezzature in uso siano mischiate con cose vecchie e irreparabili, stipate in garage per pigrizia o perché prima o poi potrebbero servire… e giacciono lì da anni, perciò è bene liberarsene. C’è confusione a terra, mentre le pareti sono parzialmente utilizzate. Bisogna portare tutto all’esterno e far rientrare solo quello che effettivamente è utile, senza troppi sentimentalismi. È prioritario liberare più spazio possibile a terra, sfruttando le superfici verticali grazie a scaffali per garage da fissare a parete, muniti di guide entro le quali possono essere inseriti ganci, cassette, cestini, mensole, pensili di varie dimensioni, mentre le cassettiere o gli armadietti ridossati a esse possono essere su ruote per movimentarli a piacere. Si inizia prendendo le misure delle pareti (A), contrassegnando la posizione delle finestre (B), di prese e interruttori, delle porte e del loro raggio di apertura (C) e delle superfici calpestabili (D); con questi dati si inizia a disporre virtualmente gli elementi in base ai loro ingombri.

Arredamento garage con piani, scaffali e cassettiere

arredare il garage

  1. Una parete attrezzata sviluppata sopra il piano di lavoro è importante per portare avanti riparazioni o costruzioni che richiedono l’utilizzo di vari utensili senza doversi muovere dalla postazione. I pannelli e le guide con scanalature continue per l’inserimento dei ganci di sostegno garantiscono una totale flessibilità nella disposizione degli attrezzi e possono essere tagliati a misura per adattarsi a qualsiasi spazio (oppure possiamo realizzare un pannello portautensili “ad hoc”)
  2. I moduli con cassetti, diversi per numero e capienza, possono essere sovrapposti per ottenere grandi carrelli da spostare in prossimità della zona di lavoro. Ci sono varie possibilità di combinazione, tutti i cassetti sono rivestiti con materiale antiscivolo e scorrono su cuscinetti; inoltre la chiusura a chiave evita l’apertura accidentale durante lo spostamento e preclude l’accesso al contenuto da parte dei bambini.
  3. Basi fisse e mobili possono avere il top rivestito con materiale antiscivolo o con solidi ripiani, di acero massiccio spesso 30 mm o di bambooo massiccio spesso 25 mm; speciali distanziatori consentono una corretta circolazione d’aria sotto il piano per ridurre i rischi di deformazione del legno dovute alle variazioni di temperatura e umidità.
  4. I divisori interni permettono di mantenere separati attrezzi e minuterie di vario tipo senza che possano mischiarsi; alcuni moduli presentano un top a ribalta verso l’alto che offre un ulteriore vano superiore, oppure uno sportello a ribalta verso il basso nella parte frontale che offre una superficie di appoggio occasionale per appoggiare provvisoriamente utensili, consultare manuali di istruzioni o prendere appunti.
  5. Armadi e cassettiere di varia dimensione, con separatori interni regolabili, permettono di dividere prodotti, accessori per elettroutensili e minuterie per categoria di lavoro, il tutto protetto da polvere e segatura.
  6. Se scaffali per garage sono su ruote, possono stazionare a parete ed essere spostati a centro stanza per comporre un ampio piano di lavoro affiancandoli, quando necessario; gli armadi che devono rimanere fissi a pavimento possono invece disporre di piedini o, meglio ancora, essere agganciati sospesi da terra, facilitando la pulizia del pavimento. Tutto ciò che è di utilizzo o consumo frequente dev’essere bene in vista, per individuare a colpo d’occhio l’attrezzo giusto o riscontrare eventuali carenze.
  7. Un sistema modulare facilita la predisposizione, in base alla superficie disponibile, del banco da lavoro di dimensioni e configurazione più consona, con gli attrezzi manuali appesi frontalmente rispetto alla postazione di lavoro.
  8. Sfruttando al massimo il perimetro del locale per tutta l’altezza delle pareti ci si ritrova con un’officina attrezzata al meglio e un sacco di spazio al centro: le cassettiere sono provviste di ruote e possono essere avvicinate alla zona di lavoro e poi riposte, addirittura si può realizzare un ampio piano di appoggio affiancandone due o più in qualsiasi punto del garage. Certo, non sempre il locale ha una superficie grande, ma indipendentemente dalle dimensioni può diventare così.

Pavimenti speciali per garage

pavimenti per garage

Verrebbe da chiedersi che bisogno c’è di ricoprire il pavimento di una zona di lavoro con piastrelle come queste. Intanto perché sono in polipropilene ignifugo con superficie bugnata antiscivolo, si montano con un veloce sistema di aggancio e sopportano il transito dei veicoli; poi perché si puliscono rapidamente e a fondo con un getto d’acqua, esistono elementi sagomati per lo scarico e il drenaggio dei liquidi e profili perimetrali per delimitare la zona rivestita. Infine, essendo disponibili in diversi colori, si può realizzare un pavimento uniforme nella tonalità più idonea o alternare colori diversi per comporre superfici a scacchiera, differenziare le zone di lavoro, realizzare disegni o cornici. Le piastrelle misurano 305x305x13 mm e sono garantite 10 anni; possono essere posate senza preparazione del sottofondo anche se moderatamente irregolare; la posa è possibile anche su bagnato.

Arredo garage per il giardinaggio

attrezzatura per giardinaggio

Chi si dedica al giardinaggio, alla coltura di fiori e piante sa bene che la carriola diventa facilmente un contenitore “provvisorio” di attrezzi e oggetti vari che ne impongono lo svuotamento per poterla utilizzare; i vasi di vario formato vengono spesso custoditi in “stile matrioska”, uno dentro l’altro, rendendo laboriosa l’individuazione della dimensione più idonea ai rinvasi. Meglio disporre di guide a parete distanziate tra loro in altezza in base ai vari formati, disposti su ripiani agganciati; la carriola può essere facilmente appesa a ganci, come pure gli attrezzi a manico lungo e i tubi d’irrigazione, ben arrotolati. Ciascun attrezzo o accessorio può essere distanziato dagli altri in base all’effettivo ingombro, risparmiando molto spazio non solo a terra, ma anche a parete. Con questi sistemi non solo si può attrezzare il garage, ma anche una casetta di legno di modeste dimensioni può essere sfruttata al meglio, purché la sua struttura risulti abbastanza robusta da sostenere il peso degli attrezzi riposti a parete.

Palestra in garage

palestra garage
Il garage può essere utilizzato all’occorrenza anche come palestra casalinga o come zona di stoccaggio delle attrezzature sportive: abbigliamento specifico, materiali e accessori non hanno ragione di occupare spazio in casa se il locale viene considerato una “stanza in più” organizzata in base alle attività sportive preferite. Naturalmente, grazie a questi sistemi, tutte le situazioni prese in considerazione possono coesistere: basta dedicare ciascuna parete, o una porzione di essa, a un determinato settore (officina, giardinaggio, palestra) in base a quanto e come occupano il nostro tempo libero. Pur nella massima libertà progettuale, ci sono kit variamente assortiti, comunque ampliabili per completare gli spazi secondo le proprie esigenze. è perfino possibile aggiungere un frigorifero/congelatore, per non dover salire in casa ogni volta che si ha sete o si avverte un certo languorino…

Ganci, mensole e contenitori

ganci e supporti

  1. Il supporto a due barre ripiegate a gancio e collegate frontalmente è ideale per riporre canne da giardino avvolte senza possibilità di scivolamento verso l’esterno; altri sistemi di aggancio simili (a culla) servono per cavi elettrici o cinghie.
  2. La scelta dei sistemi di aggancio è veramente ampia: in base alla sagomatura risultano specifici per utensili di vario tipo, per attrezzature sportive quali mazze da golf o da hockey, pale e altri attrezzi da giardino con manico; quelli a due barre divaricate servono per accessori larghi e difficili da appendere (come lettini e sdraio) utilizzandoli se occorre in coppia, giustamente distanziati in base alle dimensioni dell’oggetto.
  3. I sistemi di aggancio a parete evitano di ingombrare spazio a terra con biciclette e carriole, oppure con decespugliatori e altre macchine da giardino di cui viene fatto un utilizzo prettamente stagionale.
  4. Un accessorio che non può mancare, indipendentemente che lo spazio venga adibito a laboratorio, officina o palestra, è il supporto per bobine di carta: qui è completato con una mensola superiore per conservare a disposizione i prodotti per la pulizia personale e degli attrezzi.
  5. I cestini in rete metallica, oppure con struttura ricoperta da tessuto in rete, si prestano per raccogliere oggetti ingombranti e leggeri spesso difficili da sistemare, come i giochi dei bambini, i palloni o altri complementi sportivi.
  6. Per riporre sacche contenenti mazze da golf, attrezzature da montagna, tende da campeggio esistono speciali strutture di supporto.
  7. Non mancano ripiani e mensole di varie dimensioni per mantenere separati dal resto i prodotti per la cura dell’auto, i trattamenti per le piante, bombolette e flaconi che devono essere facilmente individuabili a colpo d’occhio ma, per la loro tossicità, devono essere ad altezze inaccessibili ai bambini; per le calzature le mensole sono del tipo a griglia e reclinate verso il basso. Su singole barre scanalate, fissate a parete ad altezze diverse, si può inserire qualsiasi tipo di supporto e raggruppare attrezzature e prodotti in base alle proprie esigenze.

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Attaccapanni fai da te da parete

Ricaviamo da un foglio di compensato un originale appendiabiti che la luce sul retro rende di grande effetto

Questo inconsueto attaccapanni fai da te, dotato di illuminazione diffusa, riceve gli abiti su una serie di lamelle sporgenti e su una di pomoli di legno. Realizziamo la struttura con un pannello di compensato dello spessore di 5 millimetri. Sagomiamo la parte superiore ad arco dopo averla tracciata con una sesta. Eseguiamo il taglio con il seghetto alternativo. Disegniamo sul pannello una serie di rettangoli (lunghi 185 mm e larghi 33 mm) e pratichiamo i tagli, seguendone la traccia, ad esclusione di un lato corto orizzontale.

Taglio col seghetto
Il taglio inizia facilmente se pratichiamo, con il trapano, una serie di fori in cui introdurre la lama del seghetto. Rifiniamo la parte superiore di ogni lamella così ricavata arrotondando leggermente il bordo. Le lamelle vengono curvate verso l’esterno e bloccate in tale posizione con un bastone da tenda infilato tra esse e il pannello. L’attaccapanni fai da te è fissato alla parete con due supporti posti sul retro, uno nella parte superiore e l’altro nella parte inferiore e fissati ad esso con spine passanti. Su quello inferiore inseriamo dei piccoli pomoli di legno. Trattiamo con vernice mordenzata. Sui supporti (bloccati alla parete con tasselli) si montano due lampade tubolari fluorescenti di bassa potenza (max 25 watt) complete di reattore e starter di accensione.

appendiabiti fai da te disegno

taglio con seghetto alternativo

  1. Per realizzare l’attaccapanni occorrono: un pannello in compensato spesso 5 mm, un bastone da tenda o tondino in ramin Ø 30 mm, una decina di pomoli di legno Ø 50 mm, viti, colla, listelli, due lampade fluorescenti da 25 watt.
  2. Tracciamo sul pannello di compensato, aiutandoci con una sesta, un arco di cerchio che poi tagliamo con il seghetto alternativo.
  3. I tagli delle lamelle si effettuano sempre con il seghetto alternativo, avendo fatto preventivamente una serie di fori per agevolare l’introduzione della lama.

Bastone e pomoli

forare i pomoli

  1. Sul retro del pannello posizioniamo i due supporti che consentono di fissare a parete l’attaccapanni. Quindi pratichiamo una serie di fori in cui inseriamo le spine Ø 8 mm che riceveranno anche i pomoli.
  2. I pomoli di legno vanno forati, uno per uno, in modo da poterli introdurre nelle spine. Altri due pomoli Ø 50 mm vanno forati (Ø 30 mm) per essere incastrati alle estremità del bastone. Il nostro attaccapanni fai da te è pronto!

Sagomare il compensato che costituisce l’attaccapanni fai da te

sagomare compensato

  1. Forato il pannello in corrispondenza delle spine, applichiamo i supporti sul retro, inserendo le spine nei rispettivi fori. Stabilizziamo l’unione con colla vinilica e mettiamo in morsa per 24 ore.
  2. Il bastone da tenda viene inserito tra le lamelle e il pannello e fissato con alcune viti autofilettanti che lo tengono ben fermo, permettendo il divaricamento delle lamelle, che diventano sostegni per abiti o altro. 

L’illuminazione con luce soffusa

Attaccapanni fai da te  6

I due listelli che sorreggono l’attaccapanni sono dotati di altrettante luci fluorescenti al neon con relativa plafoniera di supporto. Nella plafoniera sono contenuti tutti gli elementi necessari all’accensione delle lampade per cui basta fissare le plafoniere ai listelli (aprendole e avvitandole dall’interno) e collegarle alla rete elettrica. Per il collegamento occorre dotare i due cavi che provengono dalle plafoniere di una spina e inserire le spine in una ciabatta da collegare alla presa elettrica. Se la ciabatta è dotata di un interruttore si accendono e spengono contemporaneamente le luci fluorescenti.

Cancello in legno fai da te

“A quelle due colonne, poste all’ingresso della mia casa, mancava qualcosa!” . Un vero grido di allarme: per questo il nostro lettore Fabrizio si è dato da fare per costruire un cancello in legno fai da te a due ante, come rifinitura e protezione dell’ingresso, ricavando i vari pezzi da stagionate tavole di recupero.

Altezza e larghezza del cancello in legno fai da te sono in funzione del varco a disposizione. Qui ciascuna anta ha otto aste verticali, modanate con la fresatrice, per bellezza e per evitare spigoli vivi; sono di lunghezza diversa digradante verso i lati, in modo da creare un arco.  Le aste, distanziate tra loro di 30 mm, sono fissate con viti d’ottone a un telaio, che ha  montanti e traverse uniti da incastri tenone-mortasa; il telaio è irrobustito da un secondo telaio di rinforzo: due diagonali sagomate alle estremità e unite al centro con incastro a mezzo legno.  La traversa superiore di ciascun telaio d’anta si copre con un listello più sottile per proteggere il legno dalle intemperie ed evitare infiltrazioni d’acqua sui tagli di testa. Il montante centrale destro è munito di scasso per la serratura, con maniglie recuperate da una vecchia porta. L’asta centrale dell’anta sinistra fa da battuta. Sui montanti laterali si eseguono invece gli scassi per le robuste cerniere. I cardini sono murati entro crene ricavate nelle colonne (intonacate ed imbiancate), fissando il cancello con zeppe e spessori. Il cancello in legno fai da te costruito si vernicia con tre mani di impregnante noce scuro.

Il telaio
Il telaio di ogni anta è solido e robusto grazie agli incastri tenone-mortasa e alle due diagonali di rinforzo, anch’esse incastrate fra loro al centro, che lo rendono indeformabile. Per comodità si parte per le aste da listelli tutti uguali, si eseguono modanatura e arrotondamento del profilo superiore; in seguito i listelli già lavorati si tagliano alla base, in modo da creare in sommità il profilo curvo; un listello flessibile tenuto piegato ad arco da una corda, serve come dima.

Per eseguire il tenone sul listello del telaio si utilizza una sega a pettine, che permette di tagliare con molta precisione in orizzontale e in verticale, lungo le tracce a matita. Le irregolarità si rifiniscono con lime o raspe, in modo da rendere preciso e squadrato il tenone per favorirne l’incastro; il gioco tra tenone e mortasa deve essere minimo, appena sufficiente a contenere poca colla. La mortasa, in corrispondenza sul listello da unire si esegue con l’aiuto di sgorbie e scalpelli affilati o, meglio, con la fresatrice, che garantisce una scanalatura più netta.  I due pezzi, che devono combaciare perfettamente, si uniscono con colla per esterni, tenendo in morsa fino a incollaggio avvenuto.

FRESATRICE PER MODANATURE E SCANALTURE
I listelli verticali che fanno da griglia al cancello hanno il lato superiore tagliato curvo con il seghetto alternativo, o curvato con la levigatrice a nastro; si lavorano con la fresatrice arrotondando i bordi.  Si crea una modanatura di abbellimento su tutto il perimetro esterno. Successivamente si tagliano alla base nelle varie lunghezze per creare i due archi su ciascuna anta. Si fissano al telaio con viti a vista e colla. I cardini, che devono essere piuttosto robusti, si incassano per tutto lo spessore nei montanti laterali, entro scanalature fresate, e si fissano con viti. Nel montante centrale destro, invece, si inserisce la serratura, anche qui eseguendo una scanalatura, affinché non sporga. Naturalmente il montaggio delle parti metalliche si esegue dopo la rifinitura a impregnante per proteggere il legno.

disegno canello in legno

realizza tenone

incastro a tenone e mortasa

telaio cancello

sagomare listelli

cancello di legno

 

Insonorizzare una stanza con pannelli di fibratessile

Una nuova gamma di prodotti destinati a insonorizzare una stanza, si rivela risolutiva per appartamenti situati in zone cittadine ad elevato traffico, dove il rumore è un concreto elemento di disagio abitativo.

Un buon isolamento termoacustico deve interessare per intero pareti e solai confinanti con l’esterno o con altre unità: un intervento realizzato in un’abitazione esposta ad una rumorosità elevata, portato a termine con successo, vale più di qualsiasi simulazione o scheda tecnica intrisa di grandezze fisiche confortanti.

Un esempio è il caso di questo appartamento situato al primo piano di una palazzina degli anni ‘50, priva di qualsiasi forma di isolamento acustico e con due lati affacciati sul traffico cittadino milanese: per ottenere un adeguato comfort acustico è stato necessario rivestire non solo le pareti perimetrali, ma anche quelle interne, dato il ridotto spessore delle tramezze confinanti con le altre unità abitative e con il vano scala, tipico degli edifici dell’epoca. Per lo stesso motivo è stato necessario procedere con l’isolamento acustico di pavimenti e soffitti che, a causa della mancata separazione fisica dei rivestimenti, amplificano la trasmissione dei rumori dovuti al calpestio, alla caduta di oggetti e allo spostamento dei mobili: dunque, un intervento che complessivamente poteva comportare una significativa riduzione dei volumi.

Grazie all’utilizzo di rivestimenti isolanti preaccoppiati, caratterizzati da alta efficacia, nonostante lo spessore modesto, la riduzione dello spazio fruibile è stata minima.  Protagoniste assolute di questo intervento sono state le lastre IsolGypsum, utilizzate per rivestire le superfici verticali: il pannello è composto da uno strato di gomma ad alta densità rivolto a parete accoppiato ad una lastra di gesso rivestito sulla faccia esterna, per uno spessore complessivo del rivestimento finito di 32,5 mm.

Per l’isolamento delle superfici calpestabili è stato utilizzato un tappetino di polipropilene ad alta densità accoppiato sui due lati ad un geotessile tecnico, anch’esso di polipropilene, applicabile su pavimenti esistenti e in grado di garantire, su pavimenti galleggianti, un isolamento ottimale anche in situazioni complesse.

La necessità di ricorrere ad un’isolamento in intercapedine delle controsoffittature ha fatto ricadere la scelta su un pannello tecnico di fibra tessile (a densità crescente lungo lo spessore) abbinato ad uno strato di gomma di densità superficiale 4 kg/mq, adatto anche per contropareti su orditura metallica. Le prestazioni acustiche dell’immobile sono decisamente migliorate, il comfort risulta elevato anche nelle ore di massimo traffico ed è stato raggiunto con una posa semplice e rapida.

Isolamento pareti e pavimento

pannelli di fibra tessile

Prima di posare le lastre si applica una striscia di Fascia Tagliamuro IsolGypsum a pavimento in corrispondenza delle pareti, allo scopo di separare le lastre dal massetto. Nelle lastre IsolGypsum Gomma si praticano i fori necessari per gli impianti e si procede al loro fissaggio (1). Per il formato XL (lastra di gesso 12,5 mm + strato di gomma da 20 mm, peso totale 24 kg/mq), oltre al fissaggio con tasselli, è consigliabile utilizzare anche un collante a base gesso, dato il loro peso consistente. Queste lastre hanno dimensioni di 1,2×2 metri e permettono di isolare superfici estese rapidamente e con sfridi contenuti; completato il rivestimento delle pareti si procede con la sigillatura delle giunzioni con nastro microforato (2) e si conclude con la rifinitura a stucco (3). Per l’isolamento del pavimento occorre applicare prima una striscia di Fascia TagliaBattiscopa alla base delle pareti per evitare il contatto diretto di queste con il rivestimento orizzontale. Si applica quindi, su un letto di adesivo steso con spatola dentata, il rivestimento in teli IsolTILE (4), la cui stesura va effettuata con uno speciale rullo che permette di esercitare pressione e garantire una presa uniforme. I teli vanno successivamente sigillati reciprocamente con la Fascia IsolTILE per assicurare la giusta continuità allo strato isolante. Tecnasfalti-Isolmant 

Intercapedine nel controssoffitto

isolare intercapedine

Anche l’orditura del controsoffitto va desolidarizzata dalle superfici adiacenti: si utilizza il Nastro Orditura Cartongesso lungo tutto il profilo a contatto delle strutture verticali e orizzontali. Allo stesso modo si isolano i profili verticali, in modo da evitare il contatto diretto tra la struttura metallica e le lastre di gesso rivestito. All’interno dell’intercapedine vengono inseriti i pannelli isolanti Perfetto RB (in foto sono riconoscibili per il colore grigio) in modo da garantire un adeguato riempimento della stessa: nella scelta dello spessore dei pannelli è bene fare in modo che l’intercapedine venga riempita per almeno l’80%. Terminata questa fase si applicano le lastre di chiusura in cartongesso, procedendo alla sigillatura e alla stuccatura delle giunzioni tra lastra e lastra e lungo il profilo perimetrale.

isolgypsum
IsolGypsum è una gamma di lastre di cartongesso accoppiate con diversi materiali (polietilene, fibra o gomma) per l’isolamento acustico degli edifici; completano la gamma fasce tagliamuro, nastro separatore, colla a base gesso, stucco coprigiunti e rasante per giunti, prodotti specifici per una posa a regola d’arte.