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Sostituire il flessibile e la manopola doccia | Video e foto passo-passo

Effettuare la manutenzione del soffione della doccia è indispensabile per garantire un utilizzo efficiente e prolungato

La manutenzione soffione doccia andrebbe fatta almeno una volta ogni 6 mesi questo in quanto i problemi del soffione doccia “a telefono” dipendono, spesso, da due classici fattori:

  • occlusione dei fori del soffione da parte di corpi estranei o calcare
  • deterioramento, fino alla perdita della tenuta, delle guarnizioni del tubo flessibile di alimentazione.

Guarda come sostituire il flessibile e la manopola della doccia

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Gli interventi da eseguire per effettuare una manutenzione soffione doccia corretta, per riportare tutto a un buon funzionamento, sono semplici e veloci: basta trovare mezz’ora di tempo per effettuarli. Un punto debole è il flessibile che va dall’attacco a parete (o al gruppo bagno) alla doccetta. Se il tubo interno si è fessurato e perde va sostituito tutto il flessibile svitando le ghiere alle sue estremità (attenzione a non lasciare brutti segni con le pinze). Le doccette mobili sono installate sia a parete, sia collegate al gruppo bagno comando a deviazione. Nelle docce con saliscendi sono collegate a un elemento mobile e dotate, come le precedenti, di tubo flessibile.

Cosa serve per effettuare la manutenzione soffione doccia:

  • Pinza grip, guarnizioni per tubo flessibile
  • Doccetta, raccordi, tubo flessibile nuovi (se occorre)
  • Liquido anticalcare
  • Aceto

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Come è fatto un soffione doccia

disegno soffione doccia

Sostituire la guarnizione del tubo di adduzione

svitare tubo doccetta

  1. Svitiamo l’attacco a muro del flessibile della doccetta agendo sulla ghiera, dopo aver interposto uno straccetto per non segnarlo con le pinze giratubi. Non bisogna stringere troppo.
  2. Scolleghiamo il flessibile anche dalla doccetta allentando la ghiera che lo collega. Se non si svita proviamo a bagnarla con aceto o con un preparato anticalcare e facciamo passare acqua calda.
  3. Alle due estremità del flessibile vi sono delle guarnizioni anulari che vanno sostituite. Esaminiamo le sedi delle guarnizioni, se sono danneggiate o troppo incrostate si sostituisce anche il tubo flessibile.

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Eliminare il calcare dal soffione doccia

eliminare il calcare soffione doccia

  1. Il calcare che si deposita nei forellini e nei filtri riduce notevolmente il deflusso dell’acqua e rende irregolare il getto. L’intervento consiste nello svitare l’erogatore centrale e accedere alla vite che tiene assemblato l’insieme.
  2. Dopo averla smontata, i componenti della doccetta si pongono a bagno in acqua tiepida in cui abbiamo versato un liquido anticalcare. Altro anticalcare può essere spruzzato sui filtri fino all’eliminazione delle incrostazioni. In questo modo tutti i forellini erogano regolarmente l’acqua.

manutenzione soffione doccia

Valvola termostatica | Come installarla senza chiamare l’idraulico

La procedura corretta per installare una valvola termostatica

La valvola termostatica permette l’afflusso di acqua calda nel radiatore oppure lo interrompe per mantenere il radiatore alla temperatura impostata sulla valvola stessa. L’impiego di più valvole termostatiche, nei radiatori di un’abitazione con riscaldamento autonomo, consente di regolare la temperatura delle varie stanze in maniera diversa a seconda delle differenti esigenze di calore.

Come installare la valvola termostatica

installazione valvola termostatica

1,2: se si intende dotare un vecchio radiatore, con attacchi non compatibili, di valvola termostatica, si svuota l’impianto di riscaldamento e si asporta la valvola di chiusura sostituendo il raccordo filettato.

3: il raccordo si avvita dopo aver avvolto il filetto con nastro al teflon.

4: il montaggio delle valvole termostatiche richiede la rimozione della manopola. Alcune valvole esigono anche la rimozione del cappuccio di plastica rigida che protegge l’elemento termosensibile.

5: la manopola viene calzata sull’asse della valvola e spinta a fondo, fino a che non si sente un “clic”.

In qualsiasi momento possiamo decidere di sostituire una valvola termostatica con una manopola normale, ritornando ad una stituazione classica, in cui la gestione della temperatura non è facilmente

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Come isolare una presa elettrica in sicurezza

Una presa elettrica installata in esterno è sicuramente pratica: occorre però che sia adeguatamente isolata dagli agenti atmosferici e dalle polveri.

Isolare una presa elettrica: questo è il pensiero che dobbiamo porci nella mente se vogliamo essere tranquilli circa la corretta funzionalità della presa elettrica posta in esterno. Infatti, all’esterno dell’abitazione i comandi elettrici (interruttori, deviatori, prese ecc.) devono essere obbligatoriamente a tenuta stagna (almeno IP 44) per evitare che la pioggia possa insinuarvisi e dar luogo a pericolosi cortocircuiti o essere causa di folgorazioni. I comandi elettrici stagni sono dispositivi del tutto sicuri, in quanto dispongono di particolari guarnizioni di tenuta e di un coperchietto con chiusura a molla rivestito da gomma trasparente. I conduttori elettrici vengono portati al punto in cui si intende collocare l’interruttore per mezzo di una canalina (esterna o sottotraccia).

Come isolare una presa elettrica

isolamento presa elettrica

  1. dopo aver staccato la corrente dal quadro generale, con l’ausilio di un cacciavite si rimuove la placca della presa e si asportano eventuali vecchi frutti presenti.
  2. si inseriscono nella placca i nuovi frutti: è bene installare sia una presa di tipo bivalente (che riunisce in un solo adattatore la possibilità di inserimento di spine a 10 A e da 16 A) sia una presa di tipo “Schuko”, molto utilizzata per apparecchiature ad alto assorbimento elettrico.
  3. tra i due frutti si realizzano i ponticelli di alimentazione utilizzando spezzoni di cavo elettrico isolato (terra, fase, neutro).
  4. si collegano la fase, il neutro e la terra provenienti dall’impianto ad uno dei due frutti installati. I ponticelli realizzati precedentemente alimenteranno anche l’altra presa elettrica.
  5. si riposiziona la placca e si avvitano le viti di bloccaggio della mascherina protettiva.
  6. la presa è pronta per essere utilizzata, la mascherina la protegge dagli agenti esterni.

Elenco e simbologia delle Certificazioni elettriche europee

Elenco e descrizione dei simboli relativi alle certificazioni elettriche all’interno dell’Unione Europea

Le certificazioni elettriche sono lo strumento che permette di garantire prodotti sicuri ed affidabili e offrono la possibilità di dimostrare che ci si è adoperati per porre in essere tutte le misure necessarie ai fini della sicurezza. Le certificazioni elettriche di conformità alle norme ci permettono di effettuare scelte più precise fra prodotti sicuri e prodotti di scarsa affidabilità. I marchi che attestano l’affidabilità di un prodotto elettrico sono numerosi, tra i più noti possiamo evidenziare i seguenti:

  • IMQ
  • ENEC
  • IMG-CSV
  • IMG-PERFORMANCE
  • IMG-HAR
  • IMQ-EMC
  • DOPPIO ISOLAMENTO
  • MARCHIO CE

Certificazione IMQ

Certificazione IMQ

Attesta la conformità dei prodotti elettrici ai requisiti delle norme CEI ed EN.

Certificazione ENEC

Certificazione ENEC

Certifica che un prodotto è conforme alle norme europee EN ed è costruito da Aziende con sistemi di gestione aziendale per la qualità conforme alla ISO 9001.

CertificazioneIMQ-CSV

CertificazioneIMQ-CSV

Attesta la conformità a una determinata specifica tecnica

Certificazione IMQ-PERFORMANCE

Certificazione IMQ-PERFORMANCE

Certifica, oltre alla sicurezza, anche caratteristiche fotometriche quali il rendimento luminoso e la distribuzione delle intensità luminose.

Certificazione IMG-HAR

Certificazione IMG-HAR

Attesta la conformità dei cavi di bassa tensione alle norme armonizzate europee.

Certificazione IMG-EMC

Certificazione IMG-EMC

Attesta la conformità ai requisiti di compatibilità elettromagnetica stabiliti dalle norme europee

 DOPPIO ISOLAMENTO

simbolo doppio isolamento

Gli apparecchi di classe II sono progettati in modo da non richiedere la connessione di messa a terra.

MARCHIO CE

marchio ce

Certifica la rispondenza ai requisiti essenziali per la commercializzazione e utilizzo nell’Unione Europea

Per mantenersi aggiornati in tema di certificazioni elettriche, sicurezza elettrica e normative è consigliabile consultare l’interessante sito del CEI – Comitato Elettrotecnico Italiano

Cancello scorrevole fai da te

Recupero di alcune ringhiere, poi smontate completamente dissaldandone gli elementi, per realizzare una recinzione con cancello scorrevole fai da te. I pezzi vengono piegati e saldati nuovamente per ottenere tratte di cancellata delle misure necessarie

ferro di recupero
Mai buttare via una vecchia ringhiera di balcone e dei paletti a T per recinzioni.

La sostituzione di tutte le ringhiere di una palazzina, che venivano buttate al macero, ha suggerito al nostro lettore Pier Giorgio Carabba di recuperarle per realizzare la recinzione con cancello scorrevole fai da te della sua casa di campagna. Il progetto prevede l’installazione di due segmenti fissi, più corti, e uno più lungo scorrevole su rotaia, da muovere a mano (almeno per il momento!).

Le ringhiere erano fatte con doghe verticali piegate ad angoli secchi; volendo sfruttarle per la loro intera lunghezza, ottenendo una barriera leggermente più alta, è stato necessario dissaldarle tutte, raddrizzarle e ricomporre la cancellata usando gli stessi pezzi. La lunga campata del cancello scorrevole fai da te impone di mettere tre piantoni verticali di tubolare quadro, due agli estremi e uno al centro, alla base dei quali collocare le ruote di scorrimento.

Le ruote, acquistate allo scopo, sono proprio quelle usate nei cancelli scorrevoli e lavorano appoggiando su un profilo rilevato, in questo caso costituito da un T per recinzioni, affogato nella gettata del basamento quel tanto che basta per essere ben assicurato a terra.

Il cemento, un po’ più grasso del normale, deve coprire per bene la parte piatta del T e deve essere lisciato con cura, in modo da rendere la parte esposta solida e monolitica, quindi meno deteriorabile dalle intemperie e più difficilmente demolibile dal passaggio dell’automobile.

La realizzazione

costruire un cancello

  1. Riassemblati con saldatura ad arco i pezzi della ringhiera compongono il tratto lungo della cancellata; si sbavano le saldature spianando l’eccedenza e si ripuliscono dalla ruggine i tratti ossidati. Ai tre pali di sostegno vanno applicate le rotelle d’acciaio, avvitandole a una piastra unita a un pezzo di tubo quadro inserito all’interno del palo.
  2. Trovata la posizione in cui le tre ruote sono perfettamente allineate, anche in altezza, estraendo il tubo quadro quel tanto che serve, lo si salda in posizione, bloccandolo definitivamente.
  3. La cancellata viene verniciata con due mani di smalto protettivo, a distanza di sei ore una dall’altra.
  4. I T d’acciaio per recinzioni vanno uniti sino a ottenere un tratto unico, lungo il doppio della cancellata semovente. Si lisciano bene i cordoni di saldatura.
  5. Nel preparare la gettata di supporto alla rotaia del cancello si fa uno scavo poco profondo dove si adagiano un po’ di ferri di armatura, poi si piegano a U dei pezzi di tondino di ferro e si piantano nel terreno, trasversalmente, in modo da sostenere nella corretta posizione il lungo T che fa da rotaia. Con la bolla si regola l’altezza di ogni U in modo che risulti orizzontale, con la lenza si controlla che sia allineato e alla giusta distanza dalla casa.
  6. Insieme alla rotaia si cementano anche le quattro gambe del castello antiribaltamento del cancello. Una volta indurito il cemento si mette in sede il cancello, si verifica la posizione dei rulli e si fora per inserirli.
  7. Un pezzetto di tubolare è saldato sopra il cancello per fare da scontro in fase di chiusura.
  8. Sul lato casa, la cancellata va completata con un corto segmento fisso, perché il punto rimane scoperto quando il cancello è chiuso.

Come installare lampade di emergenza nelle prese di casa

Installare lampade di emergenza è sicuramente consigliabile per non trovarsi impreparati nei momenti in cui manca la tensione

Temporali, disturbi elettrici sulla linea e altri eventi esterni possono far mancare tensione al nostro impianto di casa, ma non rimarremo al buio se provvediamo ad installare lampade di emergenza che si accendono automaticamente al mancare della tensione e possono essere asportata per fungere da torcia portatile, magari per andare a riarmare l’interruttore generale scattato.

Le lampade di emergenza rimangono accese a lungo grazie alle batterie ricaricabili interne e sono facili da installare in una presa a tre posti spostando lateralmente la presa esistente. Possono anche essere fissate con un blocco a vite che ne impedisce l’estrazione da parte dei bimbi.

Cosa bisogna sapere per installare lampade di emergenza

Quando si verifica un black-out senza un motivo apparente (come, per esempio, un forte temporale) è necessario investigare sulle cause iniziando dall’interruttore-contatore generale. Questo potrebbe essere scattato togliendo tensione all’impianto in caso si fosse superata la massima potenza contrattuale. In seconda istanza vanno controllati l’interruttore generale magnetotermico (scatta in presenza di un assorbimento eccessivo) e l’interruttore differenziale (scatta se vi è una dispersione di corrente verso terra).

Cosa serve per installare lampade di emergenza

Come installare lampade di emergenza

installare lampade di emergenza

  1. Per installare lampade di emergenza dobbiamo accedere all’interno della presa, asportando mascherina e placca (dopo aver tolto tensione). Con il cacciavite allentiamo le viti che bloccano il supporto.
  2. Allentiamo il sistema di tenuta dei frutti per poter sganciare quello della presa. Togliamo anche i coperchietti laterali fino a liberare totalmente i tre vani disponibili. La lampada occupa due sedi.
  3. Prepariamo i ponticelli spellando le estremità di due conduttori isolati lunghi 5-7 cm. Creiamo i due ponticelli collegando gli spezzoni preparati dai poli della presa ai morsetti della base della lampada.
  4. Reinseriamo a scatto, nella placca portafrutti, sia il frutto della presa sia la base fissa della lampada di emergenza. Verifichiamo che le mollette della placca siano scattate in posizione di blocco.
  5. Reinseriamo la placca nella cassetta murata e ricollochiamo le viti di bloccaggio. A questo punto possiamo reimmettere tensione nell’impianto elettrico e verificare che vi sia tensione nella presa.
  6. Riposizioniamo la mascherina che fissiamo a scatto. Possiamo infine incastrare la torcia nella sua base fissa. Dal momento dell’inserimento occorre un certo tempo per la ricarica delle batterie.

Lampada di emergenza asportabile

lampada di emergenza asportabile

Quando si verifica un black-out la lampada di emergenza, installata nella sua sede, a parete, si accende e risulta facilmente individuabile. Se la si asporta dalla base può essere accesa con un interruttore a slitta. La lampadina interna a led proietta un fascio di luce concentrato grazie al diffusore particolarmente trattato. La carica delle batterie ne consente il funzionamento per circa due ore.

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Manutenzione della terrazza | Interventi passo-passo

Periodicamente occorre effettuare un lavoro di manutenzione della terrazza per ripristinarne l’estetica e la funzionalità 

danni sul terrazzoTerrazzi e balconi sono zone a rischio di degrado in quanto sono permanentemente esposti alle intemperie. Gli agenti atmosferici causano un continuo logoramento di superfici calpestabili, finiture delle pareti, ringhiere, infissi, ecc. Periodicamente dobbiamo effettuare la manutenzione della terrazza, passando in rassegna le strutture per controllarne lo stato di decadimento e decidere se è il caso di intervenire. La manutenzione della terrazza fatta si risolve in poche e rapide operazioni: se, invece, si lascia andare avanti il danno, prima o dopo dovremo sostenere una spesa maggiore. In questo articolo affrontiamo alcune situazioni tipiche come, ad esempio: il ripristino dell’aspetto di un muretto ormai ammuffito e scrostato, la sostituzione di un interruttore non più funzionante, la riparazione di alcune piastrelle rotte del pavimento, la pulizia e protezione di un cancelletto di ferro. Predisponendo mezzi e materiali ed organizzando la manutenzione della terrazza con una successione logica, si risolve l’intervento in una giornata e con una spesa di pochi euro. Nel nostro caso il terrazzo si trova in località marina dove piccole problematiche come la muffa sui muri, la formazione di crepe, gli scrostamenti e la ruggine tendono ad essere accentuate dalla presenza di variazioni termiche e di umidità più elevate rispetto ad altri luoghi. Inoltre la salsedine presente nell’aria contribuisce a danneggiare gli elementi metallici e di legno che devono essere particolarmente controllati e protetti. 

È possibile evitare molti degli interventi sopracitati se si utilizza regolarmente (una volta al mese) un’ottima idropulitrice in grado di eliminare sporco, muffa e quindi di mantenere sani i materiali nel tempo evitando il loro deterioramento.

Manutenzione della terrazza: Ripristinare il muretto

ripristinare un muretto

  1. Come prima operazione eliminiamo tracce di muffa e di sporco utilizzando un buon detergente spray a base di ipoclorito di sodio e una spazzola di saggina a setole dure.
  2. Con un raschietto o una spatolina eliminiamo completamente eventuali parti di vecchia idropittura o dell’intonaco che non sono più ben ancorate. Con un spazzola si pulisce la superficie.
  3. Risaniamo le scrostature utilizzando un buon stucco riempitivo, da stendere e rasare con una spatolina metallica. Quando lo stucco è indurito si carteggia per pareggiare la superficie.
  4. Utilizzando un nastro per mascheratura di buona qualità, copriamo i bordi del muretto e parte del pavimento in modo che non vengano macchiati durante la tinteggiatura.
  5. Trattiamo il muro con un’idropittura traspirante per esterni contenente antimuffa. Utilizziamo il rullo per velocizzare il lavoro, stendendone due mani.
  6. Rifiniamo i bordi e le zone poco accessibili utilizzando un piccolo pennello piatto. A tinteggiatura ultimata rimuoviamo i nastri per mascheratura.

Sostituire l’interruttore

sostituire un interruttore

Gli interruttori installati in esterno, anche se di buona qualità, tendono a deteriorarsi con il tempo, compromettendo la loro funzionalità. In genere non conviene procedere con operazioni di ripristino: è più utile sostituire integralmente il corpo del comando e la sua mascherina isolante. Tutti gli interruttori a norma per esterno riportano l’indice di protezione indicato con “IP” seguito da due numeri. Il primo di questi  è una cifra da 0 a 6 ed indica la protezione contro i corpi solidi (dalla completa assenza per lo 0 fino alla totale protezione dalla polvere per il 6). Il secondo numero va da 0 a 8 ed indica la protezione contro l’acqua. Ad esempio: se un interruttore è “IP68” significa che l’apparecchio può lavorare in totale immersione. Per gli impieghi esterni usuali basta di solito un IP44.

  1. Dopo aver staccato la corrente dall’interruttore generale, possiamo lavorare tranquillamente sull’interruttore svitando le viti che lo tengono fissato alla sede.
  2. Estraiamo delicatamente l’interruttore dalla sede e allentiamo le viti dei morsetti presenti sul frutto in modo da poter sfilare i cavi elettrici.
  3. Configuriamo la nuova mascherina portafrutti inserendo un nuovo frutto-interruttore. Gli spazi vuoti si chiudono con i coperchietti a scatto.
  4. Inseriamo e fissiamo nel frutto i cavi elettrici stringendo le viti dei morsetti. A questo punto si può reinserire nella sede a muro il corpo dell’interuttore, avvitare le viti di bloccaggio e riattivare la tensione elettrica per provare il funzionamento.

Manutenzione della terrazza: riparare le piastrelle

sostituire una piastrella

Gli sbalzi termici e l’usura portano, con il tempo, alla formazione di crepe e rotture lungo le fughe delle piastrelle. L’infiltrazione dell’acqua piovana che ne consegue causa il distacco (o la rottura se la temperatura scende sotto lo zero) delle piastrelle. L’intervento deve essere tempestivo, in quanto il danno si estende rapidamente.

  1. Incidiamo con uno scalpello le fughe in prossimità delle piastrelle rotte e asportiamole utilizzando una spatola. Facciamo attenzione a non danneggiare le piastrelle vicine, ancora sane.
  2. Asportiamo i residui di colla ed eventuali detriti dal massetto, in modo da disporre di una sede pulita per il fissaggio di nuove piastrelle.
  3. Per il fissaggio delle piastrelle utilizziamo una colla poliuretanica impermeabile per edilizia, da estrudere sulle crepe del massetto con l’apposita pistola. Gli adesivi di montaggio per uso esterno sono a base poliuretanica o di gomme neopreniche; si presentano come paste morbide di colore giallognolo o grigio. I migliori risultati si ottengono erogando il mastice su entrambe le superfici per poi attendere la parziale evaporazione del solvente che, in condizioni normali, richiede 5-10 minuti. Trascorso il tempo di attesa, l’oggetto va sistemato in posizione e premuto con forza per una presa tenace. Si incolla legno, pietra, laterizio e vari altri materiali.
  4. Stendiamo un cordone di colla anche sotto le nuove piastrelle e premiamole in posizione per alcuni secondi. Poi ripristineremo le fughe con una pasta riempifughe

Manutenzione della terrazza: Eliminare la ruggine dal cancelletto

eliminare la ruggine

I manufatti di ferro necessitano di cure particolari, soprattutto quando sono installati all’esterno. Una periodica manutenzione che consiste nel rinnovo della pittura protettiva, quando è il caso, va preceduta da ulteriori interventi come la pulizia, la carteggiatura e l’eliminazione della ruggine, passaggi fondamentali se vogliamo preservare a lungo il metallo.

  1. Asportiamo la ruggine e lo sporco utilizzando una spazzola metallica rotativa montata su trapano. Sulle superfici maggiori impieghiamo una spazzola radiale, negli spazi stetti, come le volute, una cilindrica.
  2. Rifiniamo a mano la pulizia del cancelletto, utilizzando la spazzola metallica con setole d’ottone, che sono particolarmente flessibili e resistenti.
  3. Prepariamo il cancelletto alla successiva fase di smaltatura carteggiando accuratamente il metallo e insistendo sulle zone arrugginite. Poi puliamo tutto con uno straccio inumidito con acqua ragia.
  4. Trattiamo il cancelletto con un buon antiruggine. Quando questo è asciutto si possono applicare due mani di smalto. Se la ruggine fosse molto avanzata ed estesa conviene iniziare con l’applicazione di un convertitore. Il convertitore è un liquido speciale in grado di trasformare la ruggine in un composto protettivo contro ulteriori ossidazioni. Il convertitore va applicato a pennello in uno strato continuo, versando in un contenitore (di solito il tappo di chiusura) la quantità di prodotto che si prevede di usare. L’eventuale rimanenza non va reimmessa nel contenitore originale, perché le inevitabili tracce di ruggine innescherebbero il processo di conversione e renderebbero inutilizzabile tutto il liquido. Poi bisogna procedere a una buona smaltatura, in più mani, in quanto il convertitore non resiste all’aria.

Cuffie antirumore Ryobi RP4530

La protezione dell’udito dai rumori delle macchine utensili viene incrementato grazie all’applicazione dell’elettronica alle cuffie, cui si aggiunge la possibilità di collegare un dispositivo esterno, utile per sentire musica e avvertire le chiamate telefoniche

Fra gli utensili della gamma TEK 4 di Ryobi, ovvero quelli alimentati da una batteria agli ioni di litio da 4 V, ci sono anche le cuffie antirumore Ryobi RP4530 che presentano caratteristiche particolari. Cosa può mancare alle normali cuffie? E a cosa può servire l’alimentazione di una batteria ricaricabile? Quale diavoleria si cela nelle morbide imbottiture di queste cuffie che ancor prima di mettere le batterie già rendono accettabile anche il più fastidioso e potente rumore? Le Cuffie antirumore Ryobi RP4530 hanno una sezione elettronica che amplifica i suoni rilevati da due minuscoli microfoni posti anteriormente sugli auricolari; la grande efficacia della loro imbottitura, infatti, in molte situazioni può risultare persino eccessiva, impedendo di sentire segnalazioni, suonerie e comunicazioni vocali. Con le RP 4530 si può regolare il volume dei suoni provenienti dall’esterno, calibrandoli in modo da lavorare confortevolmente, ma in piena sicurezza. Fatto 30, Ryobi ha fatto 31 aggiungendo la possibilità di ascoltare musica con le cuffie stesse, collegando un qualsiasi lettore mp3 o, ancor più utile, uno smartphone che permette di avvertire, senza dubbio alcuno, lo squillo di una chiamata telefonica mentre si sta lavorando. Ryobi

Cuffie antirumore Ryobi RP4530 nel dettagli

Ryobi RP 4530

  1. La batteria è quella tipica della gamma di utensili TEK 4, quindi ha la stessa configurazione delle altre, con il caratteristico alloggiamento a inserimento obbligato, che non consente errori di polarità, e il tappo di chiusura a vite, per una perfetta tenuta.
  2. A lato dell’alloggiamento della batteria si trova la presa per il collegamento di un lettore MP3 o uno smartphone. Anche questa ha un tappo, questa volta di gomma, messo a pressione e vincolato al corpo cuffie per non perderlo, che protegge l’apertura dalla polvere e dall’umidità.
  3. In dotazione con le RP 4530 c’è anche il cavetto stereo, jack-jack da 3,5 mm, per la connessione audio con la presa cuffie di un dispositivo esterno.
  4. L’accensione e la regolazione del volume sono agevoli anche con i guanti, grazie alle generose dimensioni della manopola. Sempre per la salvaguardia dell’udito, la potenza dell’amplificatore interno è regolata elettronicamente in modo che dagli auricolari non possa uscire un volume superiore a 82 dB.
  5. Le cuffie hanno in dotazione il pratico caricabatterie della serie TEK 4 che si innesta direttamente in una presa della corrente a muro e ha una scala di led indicatori di carica.
  6. I due microfoni delle cuffie, coperti da spugnette protettive, sono posti sull’involucro esterno degli auricolari, rivolti in avanti.
  7. Con lo smartphone collegato, per esempio, si possono ascoltare i brani della propria playlist musicale mentre sono in funzione macchine utensili rumorose e, all’arrivo di una chiamata, sentire in cuffia lo squillo e fermare tutto per rispondere.

Cantinetta vino fai da te | Come costruirla

Ordine e pulizia, semplicità e funzionalità per una realizzazione che non è difficile, ma richiede tanta precisione

Costruire una cantinetta vino fai da te è davvero un’utile attività perché, il fine ultimo, può essere un risultato davvero bellissimo. Sistemare adeguatamente la raccolta di vini preziosi da conservare per le grandi occasioni e di quelli da consumare ogni giorno era il sogno di Paolo Padovani ed è riuscito a realizzarlo quando, nella villetta a schiera in cui ha traslocato, ha trovato una tavernetta ideale per realizzare la sua cantinetta vino fai da te . La parete di fondo, con una cassapanca in muratura rustica (ottima per dedersi a “meditare” con un buon bicchiere di vino in mano), è sembrata la collocazione giusta. Rilevate le misure della parete, steso a tavolino un accurato progetto (il disegno pubblicato è del lettore che ha proposto la sua opera con una documentazione encomiabile!), acquistato il legno di abete, la costruzione della cantinetta vino fai da te risulta fattibile anche da chi abbia un’attrezzatura essenziale: in fondo servono solo un trapano con seghe a tazza di diverso diametro, una macchina da taglio, un avvitatore e tantissimi morsetti dal braccio lungo e corto. La cantinetta a muro viene integrata (visto che il vino non basta mai!) da alcune cantinette vino acquistate che, trattate con lo stesso mordente, ben si amalgamano con l’insieme. Le etichette appese al collo di ogni bottiglia, per conoscerne immediatamente il contenuto senza doverla scomodare dal suo sonno, danno alla cantinetta vino fai da te un ulteriore tocco di ordine e completezza.

Come costruire una cantinetta vino fai da te

disegno cantinetta

sagomatura pezzi di legno

  1. Il legno necessario consiste in travetti di abete e alcune assi di mogano da tagliare a misura.
  2. Le assi vengono forate in mezzeria con seghe a tazza di diametro adeguato al collo e al fondo delle bottiglie.
  3. Con la sega a nastro si tagliano le assi
  4. Forate in mezzeria ricavando i supporti su cui appoggiare le bottiglie.
  5. Il supporto con il foro maggiore, quello per il fondo delle bottiglie, deve essere incollato con colla vinilica a un’asse intera e a un listello posto a 90° che fa da irrigidimento ed evita accidentali cadute di bottiglie (la sella posteriore ha una larghezza di soli 20 mm!).
  6. I montanti laterali hanno una struttura tipo scala a pioli su cui si fissano con viti da legno i supporti posteriori e anteriori; il montante centrale è a sbalzo per utilizzare come seduta la cassapanca in muratura su cui poggia tutta la struttura.
  7. Tutti i pezzi che compongono la cantinetta, prima di essere assemblati, vengono rifiniti con mordente e impregnante.

Montaggio passo-passo

installazione cantinetta vino

  1. La struttura è autoportante e quindi una persona sola la monta senza difficoltà partendo dal piano della cassapanca.
  2. I montanti laterali sono dotati nell’ultima traversa in alto di due bulloni che, stretti, esercitano pressione tra il piano inferiore e il soffitto bloccando il montante in sede.
  3. Prima di stringere definitivamente i bulloni si controlla la verticalità dei montanti con la livella.
  4. Si procede al fissaggio.
  5. Una tavola avvitata sul piano della cassapanca fa da cornice alla cantinetta e irrobustisce l’intera struttura.
  6. Sulle traverse dei montanti si avvitano i supporti per le bottiglie, prima quelli con il foro più grande destinato a ricevere il fondo, poi quelli con il foro più piccolo che accolgono il collo delle bottiglie; servono un avvitatore elettrico e un cricchetto quando il primo non ha spazio di manovra.
  7. La scaffalatura è completa, tutte le bottiglie sono al loro posto, mancano solo le etichette appese al loro collo. Ma si può già essere soddisfatti di un lavoro tanto preciso!

Ordine e pulizia

come è fatta una cantinetta

  1. Il montante laterale è forzato in posizione tra il piano della cassapanca e il soffitto da due bulloni che attraversano l’ultima traversa; non servono tasselli e fissaggi a muro.
  2. I supporti posteriori che reggono il fondo delle bottiglie hanno uno spessore minimo, la tavoletta aggiunta irrigidisce la struttura ed evita la caduta della bottiglia se dovesse scivolare via dal supporto sagomato.
  3. Le traverse centrali sono a sbalzo: in questo modo la cassapanca in muratura rimane accessibile come seduta. La loro estremità libera è smussata per motivi estetici.

Non hai tempo di costruire la tua cantinetta vino fai da te? Ecco qui alcuni modelli in commercio

 

Casetta per conigli fai da te

Costruiamo una casetta per conigli fai da te per dare il massimo comfort al coniglietto nano cresciuto in famiglia

Piano nobile con scala di accesso al piano terra; ruote per il posizionamento sole/ombra e marciapiede/erbetta; una stanza senza finestre per i momenti privati e il tetto ribaltabile per le pulizie e il cibo

Come costruire una casetta per conigli fai da te

Quando si amano, tutti gli animali, anche quelli da cortile come i conigli e le galline ovaiole, diventano speciali, Se n’è accorto anche il nostro lettore Antonio Mordenti, che ha visto l’intera famiglia coinvolta dalla simpatia e dall’affetto che ha saputo corrispondere il giovane coniglietto nano, chiamato Billy.

“Adottato” non appena svezzato, in occasione di una fiera agraria, Billy ha trascorso i mesi invernali in casa, coccolato da tutti, ma, giunta la bella stagione, si è reso necessario destinarlo a un ambiente più consono, all’aria aperta. Si avvia quindi il progetto di costruzione di una casetta per conigli fai da te da sogno per Billy: è spaziosissima, ha due piani ed è dotata di tutte le comodità.

Il piano terreno non ha fondo in modo che il coniglio possa godere del terreno erboso del giardino, contando sul fatto che, grazie alle ruote, l’intera casa è trasferibile in zona asciutta in caso di pioggia. In più, la scaletta di collegamento fra i piani è azionabile con un leveraggio, per impedire a Billy la discesa durante gli spostamenti della gabbia nel giardino. La casetta per conigli fai da te  ultimata è 1000×500 mm e alta 1100 mm col tetto a due falde.

La finitura è con impregnante effetto cera, dato solo esternamente, mentre all’interno è a smalto bianco. è facilmente movimentabile grazie alla maniglia posta su un lato e alle ruote fissate alle gambe di sostegno sul lato opposto.

Casetta per conigli fai da te

conigliera fai da te

  1. Il tetto è completamente rimovibile; la manovra è facile da attuare, in modo che si possa provvedere senza impedimenti al totale riassetto della casetta e all’approvvigionamento del vitto.
  2. Per dare maggiore libertà di movimento, si concede a Billy di scendere al pian terreno della sua abitazione, dove può disporre di erbetta fresca. La parte bassa della rete che circonda il piano terra è ripiegata all’interno per circa 10 centimetri, per ottenere il massimo della tenuta.
  3. La copertura, formata dal tetto a due falde e i due timpani, si solleva interamente, essendo incernierata su un lato. Una stecca di legno, articolata a un’estremità, si ripiega e si apre a compasso, per mantenere nella posizione di massima apertura la parte mobile.
  4. Sul lato opposto alle ruote, per agevolare gli spostamenti della gabbia, c’è la maniglia, fatta di legno.
  5. In un punto della rete si fa un’apertura ritagliandone un riquadro. Con un pezzo di rete leggermente più ampio di quello tagliato si realizza una porticina, completa di chiusura a molla.
  6. Sempre piegando alla bisogna avanzi di rete e sostenendola con listelli di legno, si realizza anche il contenitore dell’erba. 7.
  7. Le ruote, di plastica, sono montate su un asse d’acciaio che passa da parte a parte l’estremità delle gambe posteriori della gabbia.
Kerbl Casetta per roditori Fred, 100 x 45 x 62 cm
  • Facile da montare
  • 2 porte separate per aprire
  • Misura 100 cm di lunghezza, 62 cm di altezza e 45 cm di profondità
  • Il bacino zincato facilita la pulizia
  • Istruzioni di montaggio incluse

Adattamenti per la casetta

conigliera in legno

  1. La foto ritrae la casetta in una fase intermedia di costruzione; ciò permette di notare molti dettagli costruttivi. In particolare, la scaletta che porta dal piano terra al primo piano, che appoggia sul risalto marcapiano e dispone di una serie di listelli trasversali per permettere al coniglio di non scivolare.
  2. La “soletta” del primo piano è posizionata a incastro, in modo da poterla sempre rimuovere, in caso di pulizie di fine stagione. L’apertura per la discesa alla scala, ha il bordo rilevato per il contenimento della sabbietta cosparsa sul pavimento.
  3. Per concedere a Billy la dovuta privacy, al piano si realizza anche una stanzetta-tana, con una sola apertura, quella per entrare. Anche questa si posiziona a incastro e resta rimovibile per qualsiasi particolare necessità.
  4. Al primo piano tre pareti sono del tutto chiuse con tavole di abete, mentre la quarta lo è solo per un breve tratto, corrispondente alla stanzetta. I pannelli si realizzano avvitando le tavole ai travetti strutturali e ai longheroni perimetrali.
  5. Tenendo in posizione i timpani sulle pareti perimetrali, si posizionano e si fissano le falde del tetto, costituite da pannelli di lamellare di abete.
  6. I robusti travetti posti verticalmente ai quattro angoli della gabbia si estendono sino a terra, andando a formare le lunghe gambe di sostegno dell’intera costruzione. Alle due posteriori vengono fissate le ruote per la movimentazione.

Altre guide utili: