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Armadi per mansarde fai da te

Soluzioni particolari che consentono di utilizzare una scaffalatura modulare, adattandola alla pendenza del tetto: ecco come realizzare armadi per mansarde fai da te risparmiando

Armadi per mansarde fai da te a tutta parete completi di ante a battente, che segue la pendenza del tetto, sono opere complesse che nella loro realizzazione richiedono attrezzature non sempre disponibili ad un fai da te. Con questa soluzione, invece, riusciamo a costruire armadi per mansarde eliminando le lavorazioni più lunghe e complesse, acquistando elementi modulari (come gli scaffali a parete con montanti metallici a scaletta e reggimensola ad incastro) e parti prefinite, con il risultato di ottenere un livello di finitura professionale, un tempo di realizzazione ragionevole e l’uso di attrezzature semplici ed economiche, alla portata di tutti.

Si tratta dunque di una tecnica mista, che nulla toglie alla soddisfazione di avere costruito da soli la nostra opera, ma che ci assicura la bontà del risultato. Ognuno adatterà l’idea degli armadi per mansarde alla propria situazione e l’unico vincolo è rappresentato dalle misure dei pezzi in commercio, come le ante degli sportelli e i reggimensola metallici.

I pezzi da realizzare

Si riducono ai travetti dell’intelaiatura, alle mensole e ai pochi pannelli di chiusura, che occorre solo tagliare e forare L’armadio è formato da un telaio in travetti, avvitati tra loro: i montanti determinano gli spazi da chiudere con le ante acquistate prefinite; la traversa orizzontale di sommità si trova a circa 300 mm dal tetto e lo spazio sovrastante è chiuso da un cassonetto composto da due pannelli in MDF, uno orizzontale ed uno verticale, uniti a squadra; nel cassonetto trovano posto i faretti alogeni a bassa tensione e il trasformatore che li alimenta.

Spazio triangolare

Per utilizzare al meglio lo spazio, a sezione triangolare, all’interno degli armadi per mansarde, si adotta questo stratagemma: la scaffalatura modulare è montata alla rovescia, i montanti metallici a scaletta sono avvitati sul retro dei montanti di legno del telaio e i reggimensola metallici, agganciati ai montanti e ad altezza regolabile, sono rivolti verso l’interno dell’armadio; poiché in commercio esistono reggimensola di diverse lunghezze, riusciamo a seguire la pendenza del tetto. I travetti dell’intelaiatura si montano in posizione orizzontale, a pavimento: avvitiamo i montanti alle traverse orizzontali tenendo conto della larghezza delle ante; l’eventuale spazio tra montanti laterali e le pareti viene chiuso da una o più tavole disposte verticalmente. Il telaio ultimato viene alzato e posizionato verticalmente, controllando la perpendicolarità con una livella; fissiamo i montanti laterali alle pareti con squadrette metalliche. Ora è possibile tagliare a lunghezza le ante prefinite e incollare alla loro estremità la traversa terminale.

Cosa serve per realizzare armadi per mansarde:
Per il telaio di un armadio a 4 ante: 7 montanti sezione 40×60 mm; 1 traversa orizzontale di sommità stessa sezione; 1 traversa orizzontale di base sezione 40×100 mm.

Per il cassonetto superiore: 2 pannelli di MDF spesso 15 mm; 4 faretti alogeni ad incasso con trasformatore e interruttore di accensione.

Per la chiusura: 4 ante a persianetta prefinite; 8 cerniere a molla; 4 scrocchetti magnetici; 4 pomoli in legno tornito.

Per l’interno: 5 montanti metallici a scaletta; reggimensola metallici di varie lunghezze; ripiani in nobilitato spesso 20 mm; laminato in nastro termoadesivo per i bordi dei ripiani.

Armadi per mansarde con faretti alogeni

I faretti alogeni, incassati, orientabili o a bassa tensione, hanno notevoli vantaggi, si installano facilmente all’interno di un cassonetto e, proprio per la bassa tensione con cui sono alimentati, funzionano in tutta sicurezza producendo un calore limitato. Sul pannello orizzontale del cassonetto, con trapano munito di sega a tazza, pratichiamo tanti fori quanti sono i faretti da installare; in ogni foro, dalla parte superiore, inseriamo il portalampade che, a seconda dei modelli, si blocca con clips metalliche o con corte viti autofilettanti. Dalla parte esterna si applicano la parabola orientabile, la lampadina e il vetro di protezione. All’interno del cassonetto alloggiamo il trasformatore di alimentazione a cui colleghiamo in parallelo tutti i faretti, effettuando le connessioni con i moderni morsetti a cappuccio. L’interruttore di comando, posto all’esterno in posizione comoda, è installato a monte del trasformatore poiché, in caso contrario, consumerebbe energia elettrica anche a faretti spenti.

Montare il telaio

  1. il montaggio del telaio non richiede incastri: sono sufficienti due viti autofilettanti per ogni giunzione, che si serrano dopo aver forato solo il travetto che riceve la testa della vite.
  2. prima di rizzare e installare il telaio conviene fissare sul lato interno del montante le scalette metalliche che reggono le mensole ad altezza regolabile.
  3. il telaio, assemblato a pavimento, si alza in posizione e viene fissato alle pareti laterali per mezzo di squadrette metalliche.
  4. lo spazio laterale, tra l’anta e la parete, viene colmato con una tavola spessa 20 mm, disposta verticalmente e avvitata ai montanti.

Reggimensola con cerniere

  1. i bracci reggimensola, acquistati in diverse lunghezze, si adattano alla pendenza del tetto.
  2. sui montanti delle ante, con punta Forstner e trapano montato su colonna, pratichiamo i fori in cui inserire le cerniere a molla.
  3. allentando l’apposita vite regoliamo la sporgenza del braccio a molla, per ottenere la precisa battuta dell’anta sul telaio.

Baldacchino fai da te

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Grandi spazi sopra e sotto il letto possono essere intelligentemente utilizzati chiudendo il baldacchino con antine persianate

In quest’articolo viene esaminata la costruzione di un baldacchino dall’estetica sobria ed elegante. Soppalchi, letti a ponte, grandi cassetti o sportelli, offrono soluzioni per sfruttare lo spazio sottostante il letto, molto più raro è imbattersi in qualche suggerimento per utilizzarne lo spazio soprastante, a meno che non si tratti di realizzare un tradizionalissimo letto a castello. Talvolta capita che a qualche arredatore di interni venga in mente di rispolverare l’idea dell’accogliente alcova insita nel letto a baldacchino, ma finora nessuno aveva pensato di utilizzarla anche come funzionalissima soluzione salvaspazio. Questo letto riempie tutto lo spazio in altezza disponibile nella stanza, sfruttandolo, oltre che per il giaciglio, anche per due ampi ripostigli in cui riporre materiale ingombrante d’ogni genere. Naturalmente, per potervi accedere con una discreta facilità, entrambi i ripostigli (e in particolar modo quello superiore, che si raggiunge con una scaletta) devono avere una buona altezza (non necessariamente tanto da permetterci di entrarci accucciati, ma quasi) ed essere chiusi con un sistema che permetta l’apertura dell’intero varco.

Antine a coppia
Poiché due sole ante larghe ottanta-novanta centimetri non sono funzionali e, per giunta, con la grande leva che esercitano sulle articolazioni, rischiano alla lunga di svergolarsi, risolviamo la questione con due coppie di antine snodate a libro e sospese, ciascuna in un solo punto, a un binario di scorrimento. In questo modo, tra l’altro, né il pavimento né il piano del restano ingombri da listelli di battuta o altri elementi che sarebbero solo d’impaccio quando vogliamo riporre o prendere qualcosa. Il binario di scorrimento del ripostiglio inferiore viene avvitato contro i longheroni e le traverse che sostengono il pianale del letto; quello del ripostiglio superiore ai montanti, per mezzo di squadrette o piastrine. Per ingentilire il letto basta evidenziarne la struttura con una tinta delicata, richiamare la tappezzeria anche nel soffitto del baldacchino ed, eventualmente, applicare tutt’attorno al letto una soffice tenda.

Cosa occorre per realizzare il letto a baldacchino:
Travetti 80×80 mm: 4 montanti;
travetti 40×50 mm: 4 longheroni e 4 traverse;
tavole massello spesse 25 mm per entrambi i piani e per la mensola;
binario scorrimento: 4 longheroni e 2 traverse;
antine persianate;
1 carrello di ruotine per ogni coppia di ante;
4 cerniere per ogni coppia di ante;
materiale di giunzione;
tappezzeria e materiale di finitura.

Baldacchino fai da te – Il progetto

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 Incastri a tenone e mortasa

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  1. l’incastro a tenone e mortasa è il più adatto a sostenere forti sollecitazioni di peso. Un velo di colla vinilica stesa sul tenone prima del suo inserimento rende la giunzione ancora più salda.
  2. di solito il tenone ha una sezione pari ad un terzo del montante nel quale si inserisce; per questo l’incastro si chiama anche ad un terzo di legno.
  3. le cerniere che articolano le due ante vanno applicate in maniera simmetricamente opposta a quelle che le collegano ai montanti.

Binario sotto la traversa

baldacchino,

Il binario va fissato sulla traversa del letto dopo averci fatto entrare, dalle estremità, il carrello a ruotine. Si fissa con alcune viti curando la solidità dell’ancoraggio perché le antine sono appese (sul pavimento non c’è un analogo binario di scorrimento).

Carrello libero

baldacchino,

Il carrello di sospensione delle ante al binario di scorrimento deve essere libero di ruotare sul piano orizzontale in modo da permettere l’apertura in fuori delle ante stesse.

Apertura totale

baldacchino,

Lo snodo a libro delle antine persianate apre per intero il varco al mobile-ripostiglio, consentendo massima facilità di accesso allo spazio ampio, ma basso, che c’è sotto il letto.

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Mobile bagno fai da te | Guida completa alla costruzione

Ecco un mobile bagno fai da te che da solo arreda l’intera stanza!

Ecco un mobile bagno fai da te capiente e dall’interessante profilo articolato, offre sostegno al lavabo e ampio spazio in cui riporre, sia fuori vista sia in bella mostra, ogni genere di materiale utile in bagno. La struttura costruttiva si compone di un corpo centrale maggiore e tre più tre corpi simmetrici laterali con ingombro a scalare: per ogni lato uno a sezione di trapezio, uno squadrato e uno a sezione di triangolo. I sette corpi, costruiti separatamente e giuntati con viti dall’interno attraverso i fianchi, appoggiano su un sostegno chiuso e sono completati in alto con un piano sagomato, che regge il lavabo.

I corpi laterali del mobile bagno fai da te

Quelli estremi sono a giorno con tre ripiani triangolari fissi, gli altri montano antine persianate da mobili (con lamelle che non lasciano filtrare né luce né polvere, disponibili in commercio già pronte, ma da portare a misura) e sono articolati internamente a ripiani regolabili in altezza, a cassetti, a scomparto intero.

Adattamento per il mobile fai da te te per bagno

Il mobile bagno fai da te completo ha un certo ingombro, che potrebbe non trovare spazio in ogni bagno, ma il suo schema costruttivo si presta a ogni sorta di adattamenti, anche asimmetrici, con l’eventuale eliminazione di qualche corpo o con la modifica di alcune misure e, conseguentemente, degli angoli fuori squadra (qui di 47 e 133° negli elementi a trapezio, di 30 e 60° in quelli a triangolo) e delle larghezze delle ante. I singoli corpi sono composti, ciascuno, da fianchi che chiudono fra loro il fondo e il tetto più un dorso sottile inserito in una gola. Fanno eccezione i due estremi che, per ragioni di solidità, montano un dorso spesso come gli altri pezzi.

Mobile bagno fai da te – Il progetto

progetto mobile per bagno

Cosa occore per realizzare il mobile bagno fai da te:

  • MDF spesso 19 mm: 4 pezzi (1) fra fianchi corpo squadrato centrale e fianchi maggiori corpi a trapezio 760×580 mm, 2 fianchi minori (2) corpi a trapezio 760×284 mm, 6 pezzi (3) fra fianchi corpi squadrati minori e fianchi corpi a triangolo estremi 760×265 mm, 2 dorsi (4) corpi a triangolo estremi 760×141 mm, 1+1 fondo e tetto maggiori (5) 565×462 mm, 2+2 fondi e tetti trapezoidali (6) 546×277 mm, 2+2 fondi e tetti minori (7) 262×250 mm, 2+2+4 fondi, tetti e ripiani triangolari (8) 235×125 mm, 4 ripiani trapezoidali (9) 535×275 mm, 4 ripiani squadrati (10) 260×240 mm, 3 frontalini cassetti (11) 200×120 mm, 6 fianchi cassetti (12) 250×120 mm, 3 dorsi cassetti (13) 200×105 mm, 1+2+2+2 zoccoli (14, 15, 16, 17) 500/460/319/280×80 mm.
  • Multistrato spesso 19 mm: 1+1+6 elementi piede (18, 19, 20) 1945/1745/148×80 mm.
  • Compensato spesso 5 mm: 1+2+2 dorsi (21, 22, 23) 750×482/297/ 282 mm.
  • Masonite bianca spessa 3,2 mm: 3 fondi cassetti (24) 240×220 mm.
  • Persiane da mobili: 5 elementi alti 750 mm da adattare in larghezza, uno 494, due a 394 e due a 294 mm.
  • Ferramenta: viti da truciolare 3,5×35 mm e 3×16 mm, 32 piolini reggipiani, 3 coppie di guide a rotelle per cassetti da 250 mm, 10 cerniere a scatto per chiusura a battuta esterna, 5 maniglie.
  • Varie: pastiglie lamello, colla a prova d’acqua, fondo e smalto.
  • 1 piastra di copertura 600×2090 mm di marmo, graniglia, legno speciale o altro materiale da piani di lavoro.

Mobile bagno fai da te – Corpi laterali a trapezio e triangolo

fresare legno per mobile bagno

  1. il sistema più semplice e preciso per determinare l’angolazione con cui bisellare le coste in vista dei fianchi e del dorso nei corpi con sezione fuori squadra è quello di misurarle dai fondi o dai tetti già tagliati a trapezio e triangolo.
  2. fatta eccezione per i corpi estremi, la scanalatura che accoglie il dorso (profonda 10 mm, distante dal bordo altrettanto e larga 5) va aperta sulla faccia interna dei fianchi (che per i corpi trapezoidali corrisponde al vertice acuto nel minore, all’ottuso nel maggiore).
  3. per montare piani interni regolabili in altezza occorre preparare, all’interno di ciascun fianco interessato, due serie di fori a interdistanze regolari per i piolini reggipiano. La pratica guida disponibile in commercio ha buchi con distanze standard da centro a centro di 32 mm. Per avvitare con efficacia occorre far passare la vite liberamente nel primo pezzo che attraversa e farla mordere solo nel secondo, così che possa tirare. L’effetto può essere ottenuto con viti e punte speciali molto costose o, più economicamente, con prefori a diametri differenziati.

Mobile bagno fai da te – Piede e foro per il lavabo

fresatrice verticale per legno

  1. il mobile bagno fai da te appoggia su un piede di sostegno che, con lo zoccolo anteriore, ne segue il perimetro frastagliato, in posizione rientrata di pochi centimetri. Affinché le giunzioni fra i pezzi in vista risultino tenaci, in corrispondenza di ogni angolo entrambi gli elementi di zoccolo interessati sono troncati fuori squadra (precisamente con un angolo pari alla metà di quello del mobile in quel punto) e uniti con pastiglie a lamello.
  2. se il lavabo da montare ha forma circolare, per aprire nel tetto centrale il relativo foro si può ricorrere alla fresatrice equipaggiata con guida a compasso, affondando nel legno in più passate. Con profili d’altra forma, per fresare (ottenendo quindi contorni già rifiniti) ci vuole un copiatore. In tutti i casi vanno benissimo anche il seghetto alternativo e un cilindro abrasivo da montare sul trapano.

Mobile bagno fai da te – Zoccolo rinforzato

mobile bagno in mdf
Per consentire al mobile di scaricare il peso su una superficie maggiore che non il semplice perimetro, il piede è formato, nella parte posteriore, da due longheroni di diversa lunghezza (e il maggiore troncato fuori squadra come i dorsi dei corpi a triangolo) collegati assieme da una serie di traverse. La struttura nascosta (dimensionata in maniera tale da risultare a filo dei dorsi e quindi rientrata rispetto alle ali estreme dello zoccolo) è unita per avvitatura, lo zoccolo è applicato con sola colla o anche con corte viti dall’interno.

Mobile bagno fai da te – Antine prefabbricate tagliate a misura

antine prefabbricate

A meno di ridisegnare il mobile prendendo come misure di partenza le larghezze delle persiane da mobili disponibili in commercio (il che potrebbe tradursi in una struttura con forma e ingombro più oppure meno funzionali di questa, secondo le dimensioni del bagno e le esigenze di ciascuno), per avere ante con misura giusta bisogna o costruirle da zero o ridurre in larghezza quelle prefabbricate. L’adattamento richiede la troncatura delle lamelle (1) e il successivo intaglio del nuovo maschio con più passate di sega alla giusta profondità, il distacco degli scarti dal montante a colpi di mazzuolo (2), previo eventuale ammorbidimento della colla con acqua, e infine il rimontaggio (3) con adesivo e morsetti.

Mobile bagno fai da te – Cassetto senza maniglia

cassetto in legno fai da te

  1. all’interno di un mobile, l’ingombro di pomoli o maniglie costringe a utilizzare cassetti ridotti in lunghezza rispetto allo spazio disponibile. Per aggirare il problema e sfruttare tutta la profondità degli scomparti basta, però, adottare un altro sistema di presa, aprendo nei frontali dei cassetti un foro circolare, un’asola o un intaglio lungo il bordo superiore che consentano una presa alle dita. Trattandosi di cassetti interni, la costruzione può essere semplificata al massimo senza turbare l’estetica esterna.
  2. le scanalature che accolgono il fondo possono sfondare le estremità, risultando visibili davanti e il controfrontalino diventa superfluo.
  3. I pezzi, dimensionati in maniera tale che frontale e dorso siano chiusi tra i fianchi (il sistema più robusto) e il fondo venga inserito da dietro, sotto il dorso, si giuntano con pastiglie lamello, spine o viti e colla e si stringono in morsa con alcuni strettoi.
  4. per levigare l’intaglio d’impugnatura tagliato con il seghetto alternativo, il mezzo più efficace è il tamburo abrasivo montato sul trapano a colonna. Le guide a rotelle vanno acquistate prima della costruzione, per adattare le misure al loro ingombro.

Mobile bagno fai da te – Mecchia per cerniere

mecchia per cerniere
Ormai impiegate per quasi tutte le ante dei mobili, le cerniere a scatto vanno scelte in base al tipo di apertura (battuta esterna o interna, allineamento a filo, rientrato o parzialmente rientrato rispetto alla faccia interna del fianco). Tutte le versioni sono proposte con attacco a tazza (esistono anche i modelli a piastra esterna, ma sono meno belli e più ingombranti), che va alloggiato in un foro cilindrico cieco aperto nella faccia interna dell’anta. Per prepararlo si usa una mecchia o fresa speciale (si dicono mecchie le punte che tagliano anche lungo il perimetro esterno, lasciando il foro ben rifinito), lavorando con il supporto a colonna e il blocco della profondità.
13Casa - Hill E20 - Buffet. Dim: 80x35,3x85 h cm. Col: Bianco. Mat: Truciolare.
  • Dimensioni: 85 x 80 x 35,3 cm
  • Materiale: nobilitato
  • Colore: bianco
  • Stile: basic
ASPECT Aspetto Ashmore Bagno armadietto sottolavabo, Legno, Bianco
  • Sotto lavello armadietto. Dimensioni: 60 (L) x (D) X60 (H) cm.
  • Top con uno spazio aperto e 2 ante scorrevoli per mantenere i vostri asciugamani, articoli da toeletta pulita e ordinata.
  • Materiale: MDF con finitura bianca liscia.
  • Ideale per le aree bagno.
  • Il mobile richiede il montaggio e viene fornito con assemblaggio hardware.

Sgabello fai da te in legno | Guida alla costruzione dettagliata

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L’installazione di ripiani in zone alte della parete esige la costruzione di uno sgabello fai da te, che è sempre utile avere in casa.

Con materiale di scarto è possibile realizzare uno sgabello fai da te in legno, che possa fungere da elemento su cui salire per raggiungere zone alte (ad esempio i ripiani più alti di una libreria), come poggiapiedi la sera mentre si guarda la tv, come seduta occasionale per lavori che esigono una bassa elevazione dal suolo… insomma uno sgabello fai da te è un elemento fondamentale da avere in casa. Costruirlo con le proprie mani non è un’impresa difficile, occorre però munirsi di alcuni attrezzi fondamentali come il seghetto alternativo, un piccolo banco da lavoro e, anche se non indispensabile, una fresa da banco.

Sgabello fai da te – Taglio dei pezzi

taglio del legno per realizzare sgabello

  1.  Le gambe e il piano d’appoggio sono stati ricavati da tavole di legno massello, tagliate a misura con la sega da banco.
  2. I tagli circolari e quelli che hanno richiesto maggiore precisione sono stati realizzati con il seghetto alternativo.
  3. Per rifinire i tagli ed eliminare le asperità dalle zone concave è stata utilizzata una spazzola a lamelle.

Aperture e finitura

costruire uno sgabello

  1. Per facilitare la movimentazione dello sgabello fai da te è stata realizzata un’apertura ellittica al centro del piano d’appoggio. Per questa operazione è possibile utilizzare una fresa o, in alternativa, una sega a tazza.
  2. Su entrambe le gambe vengono realizzati con lo scalpello i fori ciechi a mortasa, per l’inserimento dei tenoni realizzati sulla traversa.
  3. Il profilo laterale del piano d’appoggio è rifinito mediante fresatura decorativa, utilizzando la fresa da banco.
  4. Tutti i componenti sono stati trattati, prima dell’assemblaggio, con un prodotto antitarlo e con impregnate tipo flatting per legno

Carriola – Tipologie e utilizzo

Le interessanti peculirità del mezzo da movimentazione per eccellenza

La carriola classica è costituita da una vasca di lamiera della capacità di 80-100 litri, un telaio di tubo e piattina di ferro e una ruota simile a quella degli scooter, anche se esistono modelli con vasca di materiale plastico montata su telaio ultraleggero, funzionali solo per carichi limitati. La carriola è il mezzo di movimentazione a spingere per eccellenza, ha un ottimo equilibrio di peso e volume trasportabili (corrispondente a 250 kg di malta), grazie all’agilità dell’unica ruota che facilita nei cambi di direzione e nello svuotamento laterale, quasi sempre protetta da un paraurti a U che fa anche da punto di appoggio per il ribaltamento frontale di carichi pesanti.

È utile sapere che

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Esistono anche modelli a due ruote assiali, in posizione arretrata rispetto alla vasca per facilitarne lo svuotamento. Forniscono una migliore ripartizione del carico, il rischio di affondamento nei terreni poco consistenti si riduce, ma sono meno agili di quelle monoruota e richiedono uno spazio percorribil a terra molto ampio (mentre i muratori sono abituati a guidarle sulla larghezza di una tavola da ponte). La vasca priva di angoli aiuta molto quando si devono miscelare materiali edili solidi e liquidi o amalgamare terra
e concime, oltre a limitare la possibilità di incrostazioni. Per una perfetta efficienza occorre controllare periodicamente la pressione della ruota e lubrificarne i perni con grasso spray.

 Caratteristiche

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  1. Anche su terreni sconnessi e con carichi consistenti si guida agevolmente, occorre una buona dose di equilibrio muscolare, anche per frenare il movimento nei tratti in pendenza.
  2. Il telaio principale è costituito solitamente da un pezzo unico che va da una stanga all’altra, incorpora il paraurti e, talvolta, anche gli appoggi posteriori. La vasca è fissata ai traversi e alle forcelle.

Per lavori di muratura

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è il mezzo più funzionale per portare sul posto la malta miscelata da una betoniera. I modelli da cantiere sono sollevabili tramite un argano grazie a due forcelle imperniate alla vasca che permettono di ruotare le stanghe e bloccarle in verticale.

Per carichi ingombranti

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Per quando dobbiamo trasportare carichi voluminosi, ma leggeri, possiamo costruire un rialzo da sovrapporre alla vasca e aumentarne la capienza anche di 5 volte. Possiamo utilizzarlo per la raccolta dell’erba falciata o delle foglie in autunno e ridurre il numero di viaggi necessari allo svuotamento. Bastano quattro sponde di rete e tubo d’alluminio ancorate al bordo della vasca. Evitiamo carichi troppo pesanti per non rischiare il ribaltamento. Avvolgiamo la rete intorno alla struttura (che ha il fondo aperto). Per ancorarla alla carriola occorrono ganci curvi da fissare alla cornice con rivetti o tramite saldatura. Fissiamo la rete al telaio per mezzo di alcune fascette di plastica ben strette intorno ai tubolari metallici.

Libreria fai da te

Ecco come costruire, passo-passo, una libreria fai da te.

Le nicchie nelle spesse pareti delle case meno recenti avevano lo scopo di ospitare mobili ed elementi ingombranti. Con il tempo però questa funzionalità può venir meno, magari per il mutamento degli arredi. Un modo intelligente per sfruttare al meglio una nicchia consiste nel ripensarla trasformandola in libreria fai da te. Dato che lo spazio in profondità è già presente, occorre solamente montare mensole, ripiani e rifinire il perimetro con una cornice adeguata. Nel caso proposto i ripiani sono realizzati con pannelli di MDF tagliati a misura (evitare i tagli in serie perché queste nicchie non sono mai molto regolari). Le mensole sono ricavate da angolari metallici e la cornice è realizzata con pannelli di legno.

Libreria fai da te – cosa serve

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✓ 8 pannelli di MDF spessi 22 mm, tagliati a misura in base alla profondità e alla larghezza della nicchia
✓ Pannelli di legno sezione 150×7 mm per realizzare la cornice perimetrale
✓ Colla di montaggio
✓ Smalto satinato all’acqua
✓ Rullo per pittura
✓ Angolari di metallo 20×20 mm da utilizzare come mensole
✓ Tasselli ø 8 mm

Il progetto della libreria

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La realizzazione

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  1. Trattiamo i pannelli di MDF con smalto satinato all’acqua utilizzando un piccolo rullo per pittura. Per un lavoro più rifinito possiamo, prima di smaltare, stendere una o due mani di primer universale.
  2. Gli angolari di metallo servono per realizzare le mensole su cui verranno appoggiati e fissati i ripiani di MDF. Gli angolari devono essere tagliati a misura e forati per l’inserimento delle viti dei tasselli.
  3. Presentiamo in posizione le mensole e controlliamone l’orizzontalità con la livella a bolla. Quindi pratichiamo i fori per i tasselli che servono per bloccare stabilmente le mensole alla parete.
  4. Puliamo i fori dai detriti (utilizzando un aspiratore) e inseriamo al loro interno i tasselli, da spingere in profondità con l’aiuto di leggeri colpi di martello, fino a far rimanere il collare a filo parete.
  5. Fissiamo le mensole a parete inserendo le viti nei tasselli. tramite un avvitatore a batteria. I tasselli, espandendosi nel foro, offriranno grande tenacia e resistenza al peso e alla trazione.
  6. Collochiamo in posizione i ripiani di MDF sulle mensole precedentemente fissate con i tasselli e verifichiamo che i lati corti appoggino in modo uniforme sui profili metallici.
  7. Coloriamo con smalto acrilico anche i pannelli di legno (tagliati a 45° alle estremità) che costituiscono la cornice della libreria e fissiamoli a parete con un paio di cordoni di colla di montaggio Millechiodi
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Kare Design scaffale da parete Snail, libreria, argento/grigio, 74x82x13cm, forma chiocciola, acciaio vernicato a polvere
  • Scaffale da parete Snail Kare Design: funzionalità e design in argento e grigio a forma di chiocciola
  • Libreria elegante e versatile per organizzare i tuoi libri e oggetti decorativi
  • Realizzato in resistente acciaio verniciato a polvere per una lunga durata
  • Dimensioni di 73.5x81.5x13 cm, ottime per sfruttare lo spazio verticale delle pareti
  • Aggiungi un tocco moderno e ordinato alla tua casa con questo pratico scaffale
HOMIDEA VENUS Libreria - Scaffale per libri - Scaffale per ufficio/soggiorno dal design moderno (Bianco)
  • Truciolare Pannello grado E1 - 18 mm
  • Superficie facile da pulire e resistente
  • Libreria in bianco lucido / Mensola per libri / Scaffale per ufficio o per soggiorno con un design moderno
  • Può essere usato come divisori o scaffalature in piedi
  • Dimensioni esterne (L / A / P): 130 x 151,8 x 22 cm
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SONGMICS Libreria a 6 cubi fai da te, organizer per scale in soggiorno, camera da letto, cameretta dei bambini, studio, per giocattoli e necessità quotidiane, divisorio, nero, LSN63H
  • Funziona bene: Vuoi più organizzazione nella stanza migliorando lo spazio? Ecco questo scaffale Ti aiuterà a rimanere organizzato, la sua buona capacità di carico di 30 kg (ogni cubo regge fino a 5 kg) è anche impressionante
  • Estensibile per adattarsi alle stanze: Tutti i connettori bifacciali in plastica hanno le stesse dimensioni, in modo da poter montare il tuo scaffale a modo tuo. Scaffale a scala? O renderla diventare rettangolo 2 x 3? Vai avanti, goditi il fai-da-te
  • Il tessuto incontra il metallo rigido: Una combinazione perfetta per una forza elevata: il telaio in acciaio offre un supporto stabile per i ripiani di tessuto, mentre il tessuto aggiunge un tocco morbido al telaio metallico ed è più leggero da spostare
  • Montaggio facile: Sappiamo che il montaggio dei mobili non è un passatempo piacevole, ecco perché abbiamo semplificato il montaggio di questo scaffale portaoggetti, grazie al design uniforme del tubo (diam. di 12 mm); non sono necessari altri utensili
  • Cosa ricevi: Uno scaffale portaoggetti a 6 cubi, multiuso e facile da montare, ideale per regalare una casa accogliente a tutto ciò che non ha un posto proprio e domare il caos

Briggs & Stratton

Nel corso della sua lunga storia centenaria, Briggs & Stratton ha maturato un’ eredità fatta di numerose innovazioni che dureranno per gli anni a venire.

Tutti i diversi prodotti, dai frigoriferi elettrici, ai battery eliminators fino ai dispenser automatici di asciugamani di carta funzionanti a gettone, hanno evidenziato come la nostra azienda si sia sempre dedicata a dare valore aggiunto al sistema economico.

Per informazioni dettagliate sulla storia della Briggs & Stratton è disponibile il seguente documento History PDF

Gli inizi (1908–1920)

Nel 1908 venne costituita una partnership informale tra l’inventore Stephen F. Briggs e il finanziatore Harold M. Stratton. Tale collaborazione si è in seguito sviluppata nella Briggs & Stratton, cosi’ come è conosciuta oggi.

Offrire potenza e servizio (1920–1960)

L’azienda fu abile nel fornire potenza per innumerevoli applicazioni nel campo dell’agricoltura e militare. Nel 1953, l’azienda rivoluziono’ l’ industria del giardinaggio sviluppando il primo motore leggero in alluminio.

Energia per la collettività (1960–1980)

Il mercato del giardinaggio crebbe in seguito al veloce sviluppo delle periferie. I rasaerba motorizzati Briggs & Stratton divennero parte integrale della vita fuori città. Segui’ un periodo di innovazioni produttive, tra le quali l’avviamento Easy-Spin®, le marmitte lo-tone e lo starter (choke) automatico.

La riorganizzazione (1980–1995)

L’ingresso nel mercato di motori giapponesi a prezzi inferiori, cosi’ come la richiesta da parte dei grossisti di riduzione dei prezzi, ha rappresentato un critico momento di cambiamento per l’azienda.

Briggs & Stratton rispose attraverso una riorganizzazione della propria produzione in quattro divisioni di prodotto dedicate, incrementando la gamma di motori per includere quelli destinati al mercato industriale e professionale, oltre alla linea dei motori Vanguard®, espandendo inoltre la propria presenza nei mercati internazionali.

Il 2000 e gli anni piu’ recenti

L’attuale presidente e CEO, John Shiely, e il COO, Todd Teske, intendono assicurare all’azienda un futuro ricco di continui successi. Questo futuro comprende l’ ingresso nel mercato degli end-products.

Nel 2000, Briggs&Stratton ha acquisito Generac Portable Products Systems, produttrice di idropulitrici, generatori, pompe e numerosi altri prodotti.

Nel 2004, l’azienda ha rilevato la Simplicity Manufacturing, leader nella progettazione e commercio di un’ampia gamma di attrezzature per esterni utilizzate sia nel mercato consumer che commercial. Tra i marchi rilevati rientrarono Snapper, Snapper-Pro, Giant-Vac e Ferris.

Attraverso la crescente presenza nel business degli end-products, l’azienda venne ristrutturata per poter rispondere al meglio alle esigenze di tale mercato. Nel 2006, Briggs&Stratton organizzo’ i vari segmenti in quattro business groups: Motori, Yard, Home e International Power Products Groups.

Sull’ onda della propria strategica avanzata, l’ azienda concepi’ il suo nuovo slogan, The Power Within. Cercando di condividere un legame emotivo con i propri clienti, la nuova campagna di comunicazione mira a sottolineare l’eredità professionale frutto di 98 anni di attività, nonchè le forze imprenditoriali e il valore dello spirito indipendente presenti nelle linee di prodotto. Briggs & Stratton ritiene ci sia un motore in ciascun individuo che lo guida in avanti. Cio’ è particolarmente evidente nei clienti dell’azienda, che sono molto orgogliosi e traggono enorme soddisfazione da un lavoro ben fatto.Briggs & Stratton intende fornire a queste persone il prodotto che meglio si presta al raggiungimento dei loro obiettivi.

Video Briggs & Stratton

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Sistema InStart di Briggs & Stratton sui nuovi motori serie 675IS

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Rete Service Italia Briggs & Stratton, una garanzia di qualità

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Primo avviamento del tuo motore Briggs & Stratton 450E Series

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Primo avviamento del tuo motore Briggs & Stratton 575EX SERIES

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Scaffale fai da te in lamiera

La costruzione passo-passo di un piccolo scaffale fai da te di lamiera mandorlata

Un prodotto o un materiale è fabbricato e utilizzato per scopi ben precisi. Sfruttarlo per fini diversi può dare risultati originali, se il progetto è ben strutturate.È il caso delle lamiere in alluminio “mandorlate” che vengono prodotte per essere utilizzate come pedane antiscivolo, piani di carico e scarico e così via. L’idea per un utilizzo alternativo consiste nel costruire, con questo materiale, uno scaffale fai da te porta CD e portaoggetti robusto, originale e di stile moderno. La struttura dello scaffale fai da te è costituita da quattro piani e tre schienali sagomati a C, uniti da barre filettate e bloccati con dadi e rondelle. Si tratta di un semplice lavoro di foratura, piegatura e avvitatura della lamiera. Gli spezzoni di lamiera necessari per la costruzione possono essere tagliati con il seghetto alternativo dotato di lama da ferro, ma è meglio farseli tagliare all’atto dell’acquisto.

Scaffale fai da te – cosa serve

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✓ 4 pezzi di lamiera mandorlata da 225x300x3 mm e 3 pezzi 355x300x3 mm per i dorsi
✓ 4 barre filettate (ø 8 mm)
✓ 32 dadi ø 8 mm (di cui 8 a cupola) e 32 rondelle
✓ Seghetto alternativo con lama per metalli, seghetto per ferro, mazzuolo con testa in plastica, chiavi a forchetta

Il progetto

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Struttura modulare: la struttura dello scaffale fai da te è modulare e si ripete piano dopo piano, per cui il numero dei piani realizzabili dipende dalla lunghezza delle barre filettate che abbiamo trovato in commercio. Naturalmente tutte le dimensioni (ampiezza dei piani e dei dorsi) sono modificabili a piacere. I piani sono semplicemente dei rettangoli mentre gli elementi che compongono lo schienale sono sagomati a forma di larga “C” in modo che le pieghe vengano a contatto una con l’altra e costituscano, quando i dadi vengono stretti, un rinforzo per garantire la rigidità dell’insieme.

Scaffale fai da te – la realizzazione

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  1. Tracciamo le linee di taglio con l’aiuto della squadra, blocchiamo la lamiera con morsetti e tagliamo gli spezzoni con il seghetto alternativo dotato di lama da ferro. Indossiamo sempre i guanti.
  2. Per piegare a 90° i pezzi che formeranno il dorso, serriamo la lamiera tra robusti listoni di legno duro e sagomiamo la parte che sporge con un mazzuolo. Rifiniamo poi i bordi con una lima.
  3. Pratichiamo i fori per le barre filettate a 35 mm dai bordi laterali con una punta da 10 mm. Per effettuare un lavoro preciso è conveniente montare il trapano sull’apposito supporto a colonna.
  4.  Dadi e rondelle vanno stretti ai piani per bloccarli ai dorsi. Servono due chiavi a forchetta che utilizziamo in coppia per il serraggio dei dadi. I quattro dadi inferiori devono essere a cupola.
  5. Seguitiamo a montare la struttura, posizionando i piani in modo da farli appoggiare alle pieghe di due dorsi accostati. Progressivamente inseriamo i dadi e le rondelle necessari al bloccaggio.
  6. Ad assemblaggio ultimato tagliamo via la parte superiore eccedente delle barre filettate utilizzando un seghetto da ferro e rifiniamo il taglio con la lima. Completiamo con altri quattro dadi a cupola.

Italiani vocati alla conversione ecologica

Editoriale tratto da Rifare Casa n.35 Settembre-Ottobre 2014

Autore: Nicla de Carolis

Legambiente, l’associazione che da trent’anni porta avanti un progetto in difesa dell’ambiente, nel suo rapporto annuale del 2014 dice che: “… L’Italia grazie ad una conversione ecologica “inconsapevole” supera la Germania per efficienza nell’uso di energia e risorse. Aumentano le rinnovabili e l’efficienza energetica, si riduce la produzione di rifiuti e le emissioni inquinanti, crescono le vendite di biciclette…”. Questo dato positivo non è frutto di scelte strategiche e lungimiranti politiche ambientali, per ora solo progetti sulla carta, ma è frutto del migliore utilizzo delle risorse determinato dai cambiamenti imposti dalla crisi. Consumi ridotti delle energie, produzione da fonti rinnovabili, riciclaggio dei rifiuti nell’industria e spostamento da parte delle famiglie verso i consumi immateriali. Insomma una conversione che può migliorare e diventare strutturale se sostenuta dalle giuste politiche. A supporto di questi dati un altro record Italiano è quello di Milano, sola città europea con più di un milione di abitanti che quest’anno ha raggiunto il 50% di raccolta differenziata. Questo grazie ad un impegno notevole da parte del Comune in termini di informazione/educazione dei cittadini; lo sa bene chi vive a Milano quanto sia difficile la vita per chi non rispetta le regole del differenziare carta, vetro, plastica, umido, ecc… fioccano multe e si cercano i responsabili. L’altra notizia fresca e interessante, parlando di ecologia, è quella di un gruppo di ricercatori del Politecnico di Torino che, dopo quasi otto anni, è riuscito a mettere a punto un dispositivo che sfrutta la frequenza delle onde del Mediterraneo per generare energia (finora la sperimentazione si era fatta con sistemi in grado di sfruttare l’ampiezza delle onde degli oceani). Il sistema Iswec, installato per esempio a Pantelleria, potrà produrre 2,6 milioni di kWh all’anno, l’equivalente del fabbisogno energetico di circa 650 famiglie! In questi giorni proprio a Pantelleria ne verrà installato uno che farà funzionare un desalinizzatore per l’acqua, mentre l’anno prossimo se ne installerà un altro che verrà allacciato alla rete elettrica e darà energia all’isola. Anche in fatto di ristruttrazioni e di riqualificazione delle case gli interventi volti alla salvaguadia dell’ambiente sono tanti e cominciano ad essere “metabolizzati” e adottati da noi Italiani. Pareti, tetto e infissi ben isolati perché la prima fonte di energia è risparmiarla…, pannelli fotovoltaici, lampade a risparmio e via dicendo sono tutti investimenti iniziali costosi che però si ammortizzano nel tempo. In questo numero c’è un ampio servizio sui sistemi di riscaldamento più innovativi in grado di abbattere i costi fino al 60%: un’altra incredibile meraviglia fondamentale per la nostra “conversione ecologica”.

Affrettarsi ma adagio!

Editoriale tratto da “Far da Sé n.442 di Settembre 2014”

festina lente, far da se, far da sé
Il motto “festina lente” fu adottato anche da Aldo Manuzio, uomo di cultura oltre che tipografo, che cinquecento anni fa, assunta la tecnica inventata da Gutenberg, seppe svilupparla dando inizio all’editoria moderna. Oggi, in epoca di elettronica, Gutenberg ci fa sorridere, ma l’approccio che abbiamo a internet rispetta quel “lente”, oppure è un “festina, festina”?

Autore: Carlo De Benedetti . Sta finendo il periodo delle vacanze di massa anche se, in tempo di crisi, molti hanno preferito scegliere settimane meno affollate e quindi puntare su settembre, invece che su agosto. Si avvicina comunque il periodo del ritorno al lavoro a cui tutti guardano con ansia e preoccupazione: quando si vedrà la ripresa economica tanto attesa, quando si protranno percepire reali segnali che il vento sta cambiando? Abbiamo fretta di passare oltre quest’ultimo periodo davvero critico, immaginiamo semplicemente un ritorno ai periodi di vacche grasse in cui non non esistevano limitazioni o restrizioni a rendere grigie le nostre giornate, andiamo con lo sguardo avanti, magari troppo avanti, assumendo decisioni avventate e precipitose. è in questi momenti che alla velocità di reazione, alla flessibilità, alla fantasia, alla voglia di rischio bisogna coniugare una grande attenzione a tutti i segnali, una pazienza (virtù tutta da riscoprire) che ci fa non rinuciatari, ma prudenti, una sapiente riscoperta di quelle ragioni che vengono da lontano senza per questo essere obsolete. I Latini dicevano festina lente, affréttati adagio, e lo scrivevano addirittura sulle monete affiancando la frase all’immagine di un delfino (forte, agile, intelligente) che abbraccia un’ancora (pesante, che tiene fermi e stabili): può sembrare un paradosso, una frase misteriosa, ma dice l’esigenza di darci una mossa, di lanciarci con intraprendenza nel futuro, senza dimenticare da dove veniamo e quali sono le vere ragioni del successo di noi Italiani nella storia. Nel nostro piccolo, nel nostro mondo di far da sé, siamo abituati da sempre a “festinare lente”: il tempo non è per noi una condanna, ma una risorsa, ci mettiamo quello che ci vuole senza sentirci pressati da ragioni economiche o di altro genere, non rinunciamo a studiare, a imparare, a scoprire i segreti di chi sa fare, prima di metterci noi stessi all’opera. Ma poi, quando abbiamo deciso la strada, quando ci siamo “messi in moto”, maciniamo instancabili le ore necessarie per raggiungere il risultato che, ne siamo certi, arriderà alle nostre fatiche.