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Mensole ad angolo fai da te

Partendo da due spesse tavole di legno possiamo realizzare eleganti mensole ad angolo fai da te sulle quali appoggiare fotografie o altri soggetti incorniciati di varie dimensioni e leggermente sovrapposti.

Per impedire che le cornici possano scivolare in avanti, ma anche per dare un tocco di originalità e di consistenza alle mensole ad angolo, applichiamo frontalmente una doppia cornice decorativa che possiamo ottenere utilizzando listelli sagomati per cornici di legno o boiserie fai da te per applicazioni a parete. Il supporto per la cornice è fornito da strisce di compensato che devono avere la stessa altezza della doppia cornice. La colorazione finale uniforme delle mensole ad angolo nasconde il trucco. Se vogliamo utilizzare una modanatura di poliuretano o di polistirolo facciamo attenzione che la colla sia compatibile con questi materiali; i solventi contenuti in alcuni adesivi possono essere molto aggressivi, specialmente per il polistirolo. 

Cosa serve:
✓ 2 tavole di MDF o multistrato spesso 30 mm più 2 strisce alte 50 mm
✓ Bordini di finitura per pareti o cornici per quadri
✓ Strisce di compensato spesse 5 mm, alte quanto i bordini

Mensole ad angolo fai da te – Il progetto

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La realizzazione

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  1. Rivestiamo i profili a vista delle tavole con sottili tavolette di compensato, centrate su di essi, alte quanto la modanatura da applicare. Stendiamo un filo di colla e rinforziamo l’unione con viti.
  2. A filo del lato rivolto a parete, avvitiamo da sopra la tavoletta inferiore che servirà per il fissaggio a parete con tasselli a espansione. Anche in questo caso stendiamo prima un filo di colla.
  3. Per collegare ad angolo i due ripiani utilizziamo un rettangolino di compensato che applichiamo a ridosso della loro zona di contatto, sulla faccia inferiore, inserendo due viti per parte.
  4. Completata la struttura, incolliamo i bordini sulle strisce di compensato e stendiamo una mano di primer e una di smalto acrilico su tutte le superfici per ottenere una colorazione omogenea.
  5. La tavoletta inferiore va preforata prima di fissarla ai ripiani (si nota nella foto 2) in modo da poterla usare come maschera per marcare i fori per i tasselli. Possiamo utilizzare quelli a percussione per battiscopa, che si espandono velocemente con alcuni colpi di martello.

Fresare cornici

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Se possediamo una fresatrice possiamo realizzare in proprio le modanature partendo da listelli di buono spessore e lavorandoli con più frese in successione, per ottenere profili più complessi.

  1. fresa a raggio concavo a quarto di cerchio con perno di guida, serve per arrotondare gli spigoli e, aumentando la profondità di lavoro, si può ottenere il classico “ovolo” tipico dei bordi dei tavoli da pranzo.
  2. fresa per modanature a gola dritta o rovescia, ideale per la giunzione centrale delle ante di uno stipo.
  3. fresa a raggio convesso a quarto di cerchio e doppio gradino con guida a cuscinetto.

 

Appendiabiti fai da te

Il classicissimo porta-abiti mobile che tutti abbiamo in casa e che ci consente di riporre il vestiario in modo ordinato, è un’evoluzione della normale gruccia in quanto si autosostiene. Vediamo come costruire un’appendiabiti fai da te

Se in casa abbondano le grucce di legno, utilizziamone tre per realizzare un simpaticissimo appendiabiti fai da te: due grucce, incastrate una dentro l’altra, costituiscono la base d’appoggio, la terza è fissata nella parte superiore della struttura e svolge la sua funzione. Per i montanti e le traverse utilizziamo listelli piatti in ramin, molto robusti e poco flessibili, da tagliare nella lunghezza che riteniamo opportuna.

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L’appendiabiti fai da te dev’essere sufficientemente alto in modo che camicie o giacche non tocchino il pavimento. Dopo aver sagomato le estremità delle grucce e dei listelli per poterli accoppiare, assembliamo gli elementi dell’appendiabiti fai da te con colla e chiodini. Il legno di ramin utilizzato in questa realizzazione è un legno esotico, molto duro con tessitura fine e diritta. Con questo legno, lavorabile e tornibile, perché molto compatto, si realizzano tondini, cornici, listoni.

Appendiabiti fai da te – cosa serve

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✓ 3 grucce di legno tipo piatto
✓ Chiodini d’acciaio “a testa persa”
✓ Listelli di ramin 35×8 mm
✓ Seghetto
✓ Colla vinilica, cementite, smalto acrilico all’acqua
✓ Fondo turapori, carta vetrata

Il progetto

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La realizzazione

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  1. Con il seghetto a mano apriamo sui listelli un intaglio (a 1/2 di spessore), profondo come l’altezza della gruccia. Lavoriamo delicatamente per effettuare tagli precisi e privi di sbavature.
  2. Il medesimo lavoro di ribasso e taglio lo eseguiamo sulle due estremità della gruccia, in modo da ottenere due incastri (tipo mezzo legno) per poter unire le due grucce della base, asportando il gancio.
  3. Uniamo la gruccia superiore ai listelli di ramin con colla vinilica che applichiamo su una sola delle parti da unire. Non eccediamo nel quantitativo di colla, in modo da evitare fuoriuscite laterali.
  4. Dopo aver accostato con precisione la gruccia alla sede nei listelli applichiamo un morsetto sull’incollaggio. Lasciamo agire la colla vinilica per circa 24 ore, prima di togliere i morsetti.
  5. Una delle grucce che costituiscono il piede va incollata alla base dei due montanti (anch’essi sagomati con il seghetto). Alla base, gli incollaggi vanno rinforzati con un paio di chiodini senza testa.
  6. Trattiamo tutta la struttura con un fondo turapori che, quando è asciutto, levighiamo con carta vetrata fine (n. 320). In ultimo stendiamo lo smalto acrilico all’acqua  in un colore a piacere.
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Tipi di piastrelle

Esistono vari tip di piastrelle che possono suddividersi in smaltate e non, valorizzate da una vetrificazione le prime, sia nell’aspetto sia nella resistenza alle macchie, molto porose e dall’aspetto rustico e naturale le seconde.

I tipi di piastrelle smaltate si ottengono attraverso due diversi procedimenti, la monocottura e la bicottura. Nella monocottura la pasta e lo smalto vengono cotti simultaneamente e si ottiene un prodotto molto robusto, idoneo per le pavimentazioni. La bicottura avviene in due fasi ben distinte, conferisce un maggior pregio alla piastrella che però è più delicata e adatta solo per i rivestimenti. La pasta di partenza può essere bianca o rossa. Per le ceramiche quest’ultima, più ricca di ferro, è meno usata perché la pasta bianca favorisce una resa cromatica migliore degli smalti. I prodotti sono più o meno resistenti a gelo e salsedine a seconda del tipo di argilla utilizzata.

Tipi di piastrelle – Legenda (sagoma foto di scena)

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1: mosaico stone
2-4: piastrella di finto mosaico
3: ceramica smaltata
5-19-20: grès porcellanato
6: piastrella smaltata decorata
7-8-17: decori colorati a mano
9: mosaico ceramica smaltata
10-15-16: cotto fatto a mano
11-13: pezzi speciali finitura
12: cotto smaltato
14-27: ceramica lappata
18: mosaico di vetro
21: cotto arrotato
22-23: ceramica
24: ceramica vetrosa
25-26-27-28: mosaico

Tipi di piastrelle

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  1. Ceramica: facile da pulire, igienica e duratura, esiste anche il tipo “tecnico” che riproduce l’aspetto di altri materiali, quali seminati, radiche, mattoni e altre pietre, perfino pelle e cuoio. Può essere di mono o bicottura, smaltata e non.
  2. Cotto: assolutamente naturale, ottenuto da una miscela di acqua e argilla posta in stampi e cotta a temperature elevate. è poroso, perciò assorbente, e va sottoposto a trattamenti impermeabilizzanti dopo la cottura o dopo la posa.
  3. Grés porcellanato: ha grande durezza, è compatto e colorato, superficie e massa non sono distinguibili come nelle ceramiche smaltate in quanto lo smalto viene apposto a secco e pressato insieme all’argilla.
  4. Marmo: leader delle superfici lapidee per le colorazioni e le venature determinate dalle impurità imprigionate nella pietra originale. Essendo un materiale poroso necessita di trattamenti che ne limitino l’assorbimento di liquidi.
  5. Mosaico: piccole tessere di pasta di vetro o ceramica vengono premontate su un supporto di fibra di vetro o di carta che rende la posa molto simile a quella di una piastrellatura. Ideale per supporti curvi o sagomati. 
  6. Klinker: è il più tenace tra i materiali ceramici, ottenuto da argille ceramiche pure cotte a 1200 °C per 8-10 ore. Le finiture sono molte, grezze o smaltate, lisce o rugose, queste ultime utilizzate per camminamenti esterni antiscivolo.

Esistono, inoltre, tipi di piastrelle sottili di grès porcellanato che hanno spessore ridotto a soli 3 mm, disponibili anche in grandi formati e in lastre da 3×1 m. Queste caratteristiche si apprezzano particolarmente nelle ristrutturazioni, in quanto le lastre possono essere incollate al rivestimento esistente senza smantellarlo e senza dover apportare modifiche ai serramenti, sia su pareti sia su pavimenti. I grandi formati, posati con fugatura ridotta, hanno l’effetto di un rivestimento continuo.

Fontanot

Scale Fontanot: innovazione al servizio dei clienti

L’azienda Fontanot, già conosciuta come Albini & Fontanot, dal 1970 costruisce scale prefabbricate con un processo industriale tecnologicamente avanzato.

Le scale a chiocciola e a giorno Fontanot si caratterizzano da sempre per la ricercatezza del design e la componente ingegneristica all´avanguardia. La ricerca di nuove soluzioni ha permesso la realizzazione di prodotti innovativi come Xnodo, prima scala modulare e Techne, prima scala in tecnopolimero in concorso al Compasso d’Oro 2011.

Nel 2011 Fontanot propone un nuovo prodotto che cambia il modo di progettare le scale a chiocciola, il sistema di gradini alternati 2:Easy Fontanot che aumenta lo spazio disponibile per appoggiare il piede, rendendo le scale a chiocciola comode e sicure.

La capacità di anticipare i tempi e offrire prodotti e servizi in linea con le moderne esigenze di progettisti e utenti finali ha fatto di Fontanot una delle migliori aziende del settore, come dimostrano gli importanti riconoscimenti ottenuti negli anni:

  • Primo premio al concorso “Premio Saiedue” di Bologna;
  • Primo premio al concorso “Diploma Biennal of Industrial Design Bio10” di Lubiana;
  • Primo premio al concorso “International contempory forniture” di New York;
  • Primo premio al concorso “Tecnologia e Forma” International Design Management di Milano.

Gradini 2:Easy Fontanot: state comodi e sicuriLa forma ergonomica dei gradini 2:Easy Fontanot risolve due punti critici delle scale a chiocciola: diminuisce l´altezza dell´alzata, facendo diventare meno faticosa la salita, e aumenta lo spazio calpestabile del gradino nella zona più vicina al palo, rendendo la scala più sicura in discesa.

I gradini 2:Easy Fontanot, coperti da Brevetto d´Invenzione, sono pensati per essere utilizzati da persone di ogni età, dai bambini agli anziani. Con la particolare forma del sistema di gradini 2:Easy Fontanot le scale a chiocciola diventano meno faticose per gli anziani e più sicure per i bambini.

Grazie all’ergonomia dei gradini 2:Easy Fontanot, infatti, si aumenta lo spazio utile vicino al palo della chiocciola, permettendo di appoggiare comodamente il piede anche nella zona del gradino dove nella chiocciola tradizionale c’è meno spazio.

Fontanot Project: servizio completo per i progettistiNel corso della sua lunga esperienza l´azienda Fontanot ha messo a disposizione di architetti, progettisti e addetti ai lavori prodotti e strumenti capaci di assecondare qualunque esigenza.

Per offrire una consulenza completa e integrata ai professionisti che decidono di collaborare con l’azienda, Fontanot lancia Project, il servizio che permette di avere l’azienda Fontanot come unico interlocutore per la fornitura di tutto ciò che concerne la realizzazione di scale su misura per grandi progetti. Fontanot gestisce e organizza per il proprio cliente tutte le fasi del lavoro: dalla stesura del progetto all´allestimento finale.

Innovazione tecnologica: scale di qualità consegnate in tempi recordTutti i prodotti Fontanot nascono da un’esigenza del mercato recepita dall’azienda che la elabora secondo processi automatizzati e certificati per garantire il miglior risultato possibile. Le materie prime certificate, l’alta automatizzazione e il design inconfondibile fanno dei prodotti Fontanot l´unione perfetta tra la qualità artigianale e la precisione industriale. Gli alti standard raggiunti dai processi produttivi permettono all´azienda di consegnare i prodotti in tempi certi che vanno, in base alla tipologia di prodotto, dai 5 ai 20 giorni lavorativi.

Certificazioni. La costante ricerca della qualità nei prodotti e nei processi aziendali per Fontanot è un elemento fondamentale. La qualità finale del prodotto è ricercata sin dalla scelta dei materiali migliori, con standard superiori a quelli indicati dalle normative vigenti.

I processi di progettazione e produzione sono ottimizzati rispetto a criteri di efficacia ed efficienza, come attestato dalle certificazioni IQNet e più precisamente CISQ-CSQ negli standard ISO 9001:2008.

Del Conca Fast – Posa e prezzi

A colpo d’occhio sembra un parquet classico, ma in realtà si tratta di un pavimento di grès porcellanato Del Conca Fast.

I formati disponibili sono due, 20×120 e 15×120 cm, spessi 12 mm e abbinabili tra loro, in quattro tonalità (noce, grigio, bianco, beige); le piastrelle vanno composte su un tappetino fonoassorbente spesso 1-2 mm. Può essere applicato sopra vecchi pavimenti e si ottiene una superficie stabile, continua, senza fughe e immediatamente calpestabile. Resiste a urti o graffi, ai raggi solari e non cambia tonalità con il tempo. Il sistema a incastro ricorda quello dei listoni prefiniti da parquet: in questo caso però interessa solo i lati lunghi, entrambi scanalati “femmina”.

Del Conca Fast – La posa

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Si inizia posando la prima fila di doghe lungo una parete, distanziandola da essa con piccoli cunei; nelle scanalature si inseriscono i listelli di plastica compresi nel kit e la fila successiva, che va posata sfalsata rispetto alla precedente, viene incastrata sulla parte sporgente dei listelli, utilizzando un martello e un tacco di legno, fino a farla collimare con la precedente. Si ripete il sistema per le file successive. I tagli a misura si effettuano senza difficoltà utilizzando una comune tagliapiastrelle.

Del Conca Fast prezzi

I prezzi del sistema Del Conca Fast, serie Montenapoleone, sono di euro 62,80/mq per le piastrelle corredate di listelli, cui vanno aggiunti euro 2,10/mq di materassino fonoassorbente.

Scopri tutti i prodotti Del Conca

Guarda il video di montaggio Del Conca Fast

www.youtube.com/watch?v=LDbZiSD1thQ

Detrazione fiscale 65 % Velux

Fino al 31/12/2014 la sostituzione delle vecchie finestre per tetti con nuovi modelli a risparmio energetico permette di usufruire della detrazione fiscale 65 % sia sul prezzo della finestra sia sulla manodopera per l’installazione.

La detrazione fiscale 65 % ovviamente non tiene conto dei benefici in termini di comfort che si possono ottenere, specialmente adottando una finestra Velux Integra. Ad accompagnare le linee moderne ed essenziali di queste finestre, elettriche o solari, ci sono le prestazioni energetiche dovute essenzialmente alla superficie vetrata più ampia a parità di ingombro e all’applicazione della Thermo Technology™, ovvero l’inserimento di materiale isolante e legno termotrattato nel battente della finestra. Un’ulteriore innovazione è data dal “control pad touch screen” grazie al quale è possibile azionare a distanza finestre, tende interne, tende esterne e tapparelle oppure programmarne le funzioni in base alle proprie esigenze, scegliendo tra 8 programmi predefiniti. Con un solo tocco si chiudono tutte le finestre prima di uscire e, al rientro, si trovano gli ambienti ventilati e alla giusta temperatura, perché le finestre azionano da sé i dispositivi in base alla programmazione; mentre si è in casa, con un solo gesto si avvia la ventilazione per cambiare l’aria, anche più volte al giorno. In caso di pioggia, il sensore di serie provvede alla loro chiusura; inoltre, uno speciale kit permette di trasformare una finestra manuale in elettrica o solare. In quest’ultimo caso senza effettuare opere murarie per creare la predisposizione elettrica. I modelli Integra sono disponibili in legno (GGL) e in legno rivestito di poliuretano bianco (GGU). 

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Oltre ai programmi preimpostati, tra cui quello che simula la presenza di persone in casa anche se si è in vacanza, se ne possono aggiungere di nuovi con la massima libertà di personalizzazione. Velux 

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Riforma condominio

La nuova riforma condominio prevede cambiamenti a livello dei consumi energetici, della convivenza con gli animali domestici e molti altri aspetti innovativi.

Il 18 giugno 2013 è entrata in vigore la nuova normativa che regola gli edifici condominiali: la legge di riferimento è la 220/12 ed è composta da 32 articoli, di seguito sono sintetizzati alcuni degli aspetti più interessanti.

  • Gli impianti a energia rinnovabile installati sulle parti comuni non avranno bisogno dell’approvazione dell’assemblea, che potrà comunque mettere ai voti i vincoli architettonici.
  • Sarà più facile staccarsi dal riscaldamento centralizzato, continuando però a partecipare ad eventuali manutenzioni straordinarie dello stesso.
  • Scale e ascensori saranno equiparati per quanto concerne manutenzione e sostituzione: i condomini contribuiranno alle spese per metà in base all’altezza del piano e per metà in base ai millesimi.
  • Non ci sono più limitazioni o divieti al possesso di animali domestici, anche ove questi fossero in precedenza inscritti nei regolamenti condominiali; se, però, il singolo locatore ne fa divieto nel contratto d’affitto, la clausola diventa vincolante per il locatario.
  • Vengono ampliate le parti comuni, nelle quali ora rientrano anche i sottotetti e le antenne, e sarà possibile modificarne la destinazione d’uso con il favore di almeno l’80% dei condomini (in millesimi).
  • Il condominio dovrà obbligatoriamente avere un conto corrente sul quale far transitare tutte le entrate e le uscite, accessibile ai singoli condomini per estrapolare copie di rendiconti.
  • Molte altre novità riguardano il quorum necessario per le delibere dell’assemblea, la possibilità di avere un sito web condominiale, la costituzione di un fondo per fronteggiare le manutenzioni straordinarie.
riforma condominio
D’ora in poi non ci potranno più essere divieti legati al possesso di animali domestici.

Visita il sito Rifare Casa per le norme aggiornate sul regolamento condominiale

Tavolo componibile

Pratico e comodo in casa, il tavolo componibile può essere usato anche in giardino; i suoi sette elementi complessivi si compongono in più forme.

Sette tavolini che si uniscono per un grande tavolo componibile lungo 3750 mm e largo 1500 mm composto da quattro tavolini A, sagomati a quarto di cerchio, con raggio di 750 mm e dotati di tre gambe ciascuno, due piani rettangolari C, sostenuti da un tavolo rettangolare B, che misura 750×1500 mm.

scomporre-il-tavolo

Ogni piano ha il perimetro rinforzato sulla faccia inferiore mediante due strati sovrapposti di listello largo 43 mm: utilizzando per piani e rinforzo multistrato da 15 mm, lo spessore complessivo del bordo diventa così di 45 mm. I piani C si appoggiano su una serie di staffe girevoli L, applicate sotto i listelli di rinforzo degli elementi provvisti di gambe per mezzo di un bullone che funge da perno, permettendo loro di ruotare verso l’esterno del perimetro e di rientrare quando non servono.

Il taglio dei vari piani rettangolari non presenta problemi; invece quello dei quarti di cerchio va preventivamente marcato, improvvisando un compasso con una matita e una cordicella; viene poi eseguito con il seghetto alternativo e infine accompagnato con una fresa o con carta vetrata, dopo avervi applicato i listelli di rinforzo. Se questi ultimi vengono ottenuti da più spezzoni di arco di cerchio, occorre fare in modo che le giunzioni tra un listello e l’altro, nelle due cornici sovrapposte, non coincidono. Prima di applicare i listelli di rinforzo con colla e chiodini bisogna aprire degli intagli sui piani A e B in corrispondenza degli angoli in modo che le gambe non escano dall’ingombro dei piani: questo accorgimento è indispensabile per poter affiancare liberamente i vari piani.
Ogni intaglio, ottenuto con seghetto alternativo o, meglio ancora, con sega a pettine manuale, misura 23×45 mm, ossia ha le esatte dimensioni della sezione delle gambe.

Le gambe del tavolo componibile

Vengono fissate ai piani inserendole negli apposti intagli e bloccandole in posizione con un bullone e 4 spine a secco.
I cinque fori occorrenti, tutti da 6 mm di diametro, vanno disposti come i pallini del numero cinque sui dadi da gioco: i quattro esterni servono per le spine, che hanno la funzione di impedire alle gambe di ruotare; quello interno serve come foro passante per il bullone, che va ad agire in un bussolotto inserito nei listelli di rinforzo. In questo modo, all’occorrenza si possono smontare le gambe semplicemente allentando un bullone. La testa del bullone entra in una fresatura del foro passante aperta sulla faccia esterna della gamba e si avvita con chiave esagonale maschio, detta chiave a brugola.
I piani privi di gambe hanno spine di faggio infisse in corrispondenza delle staffe L, incollate sporgenti verso il basso per metà della loro lunghezza di modo che possano inserirsi nel foro libero delle staffe bloccando fermamente il piano.

Cosa occorre per costruire il tavolo componibile

tavolo-componibile-misure

Multistrato spesso 15 mm:

  • 1 pezzo 1520×1520 mm da cui ricavare i 4 piani A,
  • 3 pezzi 750×1500 mm per il piano B e i 2 per piani C,
  • 12 listelli G e J 43×1500 mm,
  • 28 listelli D, F e H 43×750 mm,
  • 1 pezzo 750×1000 mm da cui ricavare i 4 listelli curvi E,
  • 16 staffe L 40×80 mm;

Tavole pino o abete sezione 21×43 mm:

  • 16 gambe K 730 mm;

Altri materiali:

  • colla vinilica;
  • chiodi 2×25 mm;
  • 32 bulloni 6×40 mm con testa a brugola;
  • 32 bussolotti Ø 6×25 mm;
  • 80 spine 6×40 mm;
  • turapori;
  • flatting;
  • smalto.

 

Bulloni e staffe

tavolo componibile disegno

I bulloni con testa a brugola sono indispensabili per un assemblaggio facile, ma solido. Usare ferramenta d’acciaio offre garanzia di durata e di inalterabilità.

La posizione delle staffe L consente di appoggiare i piani C sprovvisti di gambe con qualunque disposizione degli elementi.
Volendo poter variare al massimo basta applicare altre 4 staffe sui lati di testa del tavolo B.

Spicchi di tavolo

Listelli bordo

  • la doppia fila di listelli che costituisce il bordo è inchiodata e incollata lungo tutto il perimetro dei piani.

Fissaggio gamba

  • fissiamo provvisoriamente la gamba con strettoi prima di aprire i 4 fori laterali per le spine che impediscono la rotazione.

 

 

 

 

Iva 10%

IVA 10% agevolata nelle ristrutturazioni

Cos’è l’iva 10%?
Gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, nonché di restauro e risanamento conservativo di immobili residenziali possono beneficiare di un’aliquota IVA agevolata al 10% anziché al 22%.

Quando si applica?
L’IVA agevolata si applica sia sulla manodopera sia sui materiali necessari per portare a compimento i lavori, purché forniti dalla stessa ditta che si occupa di porli in opera. Non è quindi applicabile se tali materiali vengono acquistati privatamente.
Possono beneficiare dell’Iva agevolata al 10% anche i piccoli interventi di manutenzione ordinaria eseguiti su fabbricati a prevalente destinazione abitativa: tra questi figurano la sostituzione dei sanitari, l’impermeabilizzazione delle coperture, gli interventi di riparazione o sostituzione, anche parziale, degli impianti elettrici, idraulici e termici, la tinteggiatura delle pareti, il ripristino di intonaci e rivestimenti danneggiati.

Limitazioni
L’IVA 10% può essere applicata solo in parte nel caso di “beni significativi”, quelli che hanno un costo superiore rispetto alla manodopera necessaria alla loro installazione. In questi casi l’aliquota al 10% si applica solo sulla parte di cifra a pareggio delle spese di manodopera, mentre la parte eccedente è soggetta all’IVA ordinaria al 22%. Un esempio è riportato nell’articolo Detrazioni 50% ristrutturazione (link diretto alla pagina)  

Mobili rustici

Tronchi, tronchetti, rami più o meno grossi: tutto è utile per un tavolo, una panca e due vassoi che sono il massimo dei mobili rustici

Dedicato agli amici dei mobili rustici, ai nostalgici della vita dei pionieri o, meglio ancora, dei trappers, ai patiti dell’etnico e agli altri lettori con passioni simili, questo servizio mostra come utilizzare in modo utile e spiritoso le ramaglie di scarto, troppo grosse per far fascina e troppo piccole come legna da ardere: quelle che un tempo si usavano per far carbone.

Rami per gambe mobili rusticiIl materiale lo si trova nei boschi, dopo i temporali, o all’epoca della rimonda o resta sul terreno dopo l’abbattimento e lo sfrondamento dei tronchi.
Qualunque legno, tenuto conto che comunque quercia e faggio sono più robusti del pioppo e dell’abete, va bene.

Anche per l’attrezzatura non ci sono problemi: per il taglio bastano un saracco a denti larghi per i rami grossi e l’accetta o la roncola per quelli più fini.
Roncola o coltello da caccia servono per appuntire le zeppe, scortecciare i rami e fenderne i capi.
La punta del coltello andrebbe bene anche per fare i grossi buchi occorrenti per gli incastri ma, anche se meno romantico, è più comodo farli col trapano (ad ingranaggi o a menarola se si lavora nel bosco) e portarli a misura con una raspa a coda di topo. Infine un buon martello con chiodi di varia misura (dai 30 ai 50 mm) serve ad unire i pezzi. In molti casi i chiodi possono essere sostituiti da legature con radici (ottime quelle del faggio, lunghe e resistenti) o strisce di corteccia.

I mobili rustici in questa pagina vanno comunque intesi solo come spunto di partenza: a guidarci nelle realizzazioni sono forma e misura della ramaglia raccolta.
Se poi vogliamo usare i mobili rustici per più stagioni dobbiamo trattarli con un impregnante protettivo.

 

La scortecciatura

Scortecciatura

I rametti raccolti nel bosco della sezione più appropriata per ciò che intendiamo realizzare possono essere usati così come sono oppure scortecciati; la scelta dipende da un giudizio estetico e dall’effetto finale che vogliamo raggiungere, ma anche dal tipo di legno che abbiamo raccolto. Certe cortecce sono lisce, senza disegno, altre troppo rugose, altre tendono naturalmente a creparsi: in certi casi eliminare la corteccia può essere una necessità più che una scelta.
Si usa una roncola o un coltello molto affilato spinto sempre nella direzione contraria a quella del nostro addome contro cui teniamo appoggiata un’estremità del ramo: incidiamo la corteccia quanto basta ad inserire la lama e poi facciamola correre.

Taglio abbondante

Taglio legni

Che cosa costruire dipende dalla lunghezza, diametro e forma dei rami che si sono raccolti. Quale che sia il nostro progetto, i rami vanno tagliati di misura abbondante per essere poi portati a quella esatta a mobile finito in quanto la tecnica costruttiva è per sua stessa natura molto imprecisa.

Gli incastri

foro-legno

Il lavoro più complesso è quello degli incastri: stabilita la loro posizione, si aprono nei pezzi verticali i fori di diametro opportuno per l’inserimento del rudimentale tenone di  quelli orizzontali, eventualmente assottigliati col coltello o la roncola.

Zeppa di blocco

Zeppa di blocco

Inserito a fondo il capo del pezzo trasversale nel foro, lo si taglia al filo esterno e poi se ne fende di traverso l’estremità nella quale si forza a martellate una zeppa da tenere trasversale rispetto al pezzo femmina così da non sollecitarne l’apertura lungo vena.

L’altezza delle gambe

Altezza delle gambe

Così montato il telaio, curando che i montanti siano perfettamente verticali, lo si posa su una superficie ben piana e se ne pareggiano gli stanti per metterlo in bolla.  
Si usa una tavoletta o il ripiano medesimo per riportare la stessa misura sulle quattro gambe.

Piani e fondi

gambe-panca piani-e-fondi

 

I rami si possono usare così come sono o dopo averli accuratamente scortecciati con la roncola.
I piani o i fondi, in origine realizzati con rami o cortecce intrecciate, sono proposti in tavole tenute insieme da due rinforzi di traverso avvitati da sotto nella panchetta; nel vassoio che non deve fare grossi sforzi basta una striscia di compensato avvitato alla struttura dell’oggetto.

Mobili rustici: il tavolino

Per reggere con maggior sicurezza il piano di cristallo, accoppiamento che fa risaltare la rusticità del supporto, i piedi sono stati ricavati da rami tagliati a Y subito a valle della diramazione così da ottenere otto punti d’appoggio (attenzione a che siano esattamente sullo stesso piano).
Se i rami, come di norma, non sono diritti, conviene montarli con la curva all’interno così che i piedi si rivolgano in fuori, aumentando la stabilità.

Tavolo rustico

Elenco dei materiali per costruire il tavolino:

  • 4 gambe (A) ad Y Ø 40×490 mm;
  • 4 traverse (B) Ø 25×650 mm;
  • 4 traverse (C) Ø 25×800 mm;
  • 4 rametti sottili (D) di 650 mm;
  • un piano di mezzo cristallo da 8 mm di 650×800 mm;
  • 16 zeppe;
  • chiodi;
  • impregnante.

 

Mobili rustici: la panca

Si sfruttano due diramazioni ad Y di rami piuttosto grossi per poter reggere il peso di chi si siede. La X di rami fra i longheroni non è solo ornamentale ma contribuisce ad irrigidire l’in­sieme (all’incrocio ci vogliono un incastro a mezzo legno e due chiodi). La seduta, formata da tre assi avvitate su due traverse, è aperta per il passaggio degli stanti.
I capi delle assi si avvitano poi sulle “braccia” degli stanti.

panca-rustica

Elenco dei materiali per costruire la panca:

  • 2 gambe a Y (A) Ø 60×460 mm;
  • 2 longheroni (B) Ø 30×950 mm;
  • 2 supporti orizzontali (C) Ø 40×310 mm;
  • 2 rami di crociera (D) Ø 20x 300 mm;
  • 3 tavole della seduta (E) 19x95x900 mm;
  • 2 traverse della seduta 19x95x300 mm (F);
  • 4 zeppe (G);
  • chiodi;
  • viti;
  • impregnante.