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Come aggiungere i frutti alle prese

PREPARAZIONE DELLA PRESA

  1. Asportiamo la mascherina di copertura della presa agendo con il cacciavite nell’apposita sede.
  2. Dopo aver tolto tensione dal quadro generale, con l’ausilio di un cacciavite
  3. Rimuoviamo la placca della presa ed asportiamo il finto frutto distanziatore.
  4. Spostiamo i frutti bivalenti già  installati in modo che siano accostati da una parte, per installare il nuovo frutto in posizione laterale e facilitare l’inserimento dei ponticelli d’alimentazione. Gli attrezzi sono presenti in qualsiasi laboratorio fai da te.

INSTALLAZIONE DEL NUOVO FRUTTO

  1. Inseriamo nella placca il nuovo frutto che si blocca a scatto. I materiali sono acquistabili in un centro bricolage.
  2. Per alimentare il nuovo frutto realizziamo tre ponticelli di alimentazione utilizzando spezzoni di cavo elettrico isolato. Con la forbice da elettricista asportiamo porzione di guaina di rivestimento e mettiamo in evidenza i conduttori di rame interni.
  3. I conduttori di fase, il neutro e la terra  provenienti dall’impianto alimentano il primo frutto. Da questo partono tre ponticelli (sezione minima 1,5 mm2) che alimentano il secondo frutto.
    Ora aggiungiamo tre ponticelli che alimentino il terzo, appena inserito.
  4. Verifichiamo il corretto collegamento, poi reinstalliamo la placca nella cassetta e riapplichiamo la mascherina. A questo punto possiamo rimettere tensione e provare il funzionamento della presa.

Lampade da parete a neon nella lamiera

Lampade da parete fai da te

Moderna e funzionale, questa lampada da parete fai da te potrebbe portare la firma di un designer di tendenza; la realizziamo con lamiera traforata, legno e plexiglas. La lampada ha una struttura longilinea e rappresenta lasoluzione bricolage ideale per dar luce ad un corridoio non illuminato; è una lampada che si sviluppa in altezza ma, se si preferisce, può essere collocata lungo il battiscopa. 

La forma allungata dei tubi fluorescenti ha impedito per anni l’affermazione di questa fonte luminosa, esteticamente non molto interessante anche se consuma poco ed è riposante. Nel nostro caso diventa vincente, la luce si diffonde a tutta altezza non solo attraverso il plexiglas, in colore armonizzato all’ambiente, ma anche attraverso la lamiera traforata, con piacevoli effetti luminosi.

Lamiera

LA LAMIERA FORATA

Si trova in pannelli di diverso spessore e dimensione che presentano fori continui disposti in modo regolare, la cui funzione è quella di ridurre in modo considerevole il peso della lamiera. I fori, di dimensioni più o meno grandi a seconda dello spessore, sono solitamente di forma quadra o tonda, ma se ne trovano anche “fantasia”, ad esempio a forma di fiore. Quella da 0,5 mm di spessore presenta fori piuttosto fitti e si taglia agevolmente con una comune cesoia per il fai da te: è più facile reperirla presso l’officina di un fabbro o un grossista di carpenteria metallica, difficilmente nei centri di bricolage. La dimensione dei fori permette di collegare gli spezzoni che compongono la struttura con rivetti ed alla base in legno con viti senza bisogno di foratura, operazione invece necessaria per fissare i profili superiori.

 

 

 

 

OCCORRENTE

  • lamiera traforata da 0,5 mm: 2 strisce 130×2000 mm e  3 pezzi 130×130 mm;
  • 2 profili unghietta 18×2000 mm;
  • listello legno 2000x100x20 mm;
  • 2 neon completi da 30 W lunghi 930 mm;
  • rivetti;
  • viti 3×16 mm;
  • filo elettrico tripolare;
  • interruttore a piede;
  • 1 striscia di plexiglas colorato da 3x10x2000 mm;
  • spray argento.

TAGLIAMO LA LAMIERA

  1. Con la cesoia per tagli diritti la lamiera da 0,5 mm si taglia agevolmente e la linea di taglio rimane pulita, senza sbavature; data la lunghezza della striscia, attenzione a non deformarla avanzando con il taglio. 
  2. Si bloccano le strisce, prima una e poi l’altra, tra due listelli, lasciandone sporgere circa 
  3. 1 cm da ripiegare a 90°. Questo costituisce l’appoggio per la striscia di plexiglas.
  4. La faccia interna del listello va trattata con una mano di fondo, per favorire l’aggrappaggio dello spray argento che accentua la diffusione della luce emanata dai neon.
  5. La lamiera si fissa al listello con alcune viti, mantenendola bloccata con morsetti a filo della parte rivolta in basso.

FISSAGGIO OTTIMALE CON IL RIVETTO

  1. Il rinforzo interno si ottiene ripiegando i lati ad uno degli spezzoni di lamiera, dopo averne tagliato gli angoli nella misura necessaria. Per i motivi già detti, l’incastro deve essere preciso, meglio che forzi lievemente verso l’esterno inserendolo, così che la trazione del rivetto in fase di rottura non abbia a generare deformazioni verso l’interno.
  2. Una delle strisce chiude il listello di base su tre lati, più due pieghe di circa un centimetro sul quarto lato alle quali si fissa la striscia diritta che completa il contenitore.
  3. Senza rimuovere la pellicola protettiva si utilizza la striscia di plexiglas per trovare la giusta altezza alla quale vanno fissati i profili che fanno da guida e da finitura.

ACCENSIONE A PEDALE

  1. Vicino ad una delle estremità del listello si pratica un foro passante entro il quale si inserisce uno spezzone di cavo, lungo quanto basta ad arrivare ai morsetti di uno dei neon all’interno, lasciandolo fuoriuscire per circa 15-20 cm dalla lampada; si apre l’interruttore a piede e si effettuano i collegamenti elettrici.
  2. I neon in kit, ideali per il fai da te, sono completi di tutto ciò che occorre per il loro funzionamento, basta eseguire i collegamenti elettrici e fissare lo zoccolo alla base con un paio di viti per ciascuno. Una volta collegato il primo al cavo di alimentazione da un lato, lo si collega dal lato opposto al secondo neon.
  3. Lo spray argento si spruzza su tutta la lamiera per eliminare l’opacità e l’aspetto “ferroso” e sul listello di base prima di passare alla parte elettrica. La scelta del colore per il coperchio dipende dall’ambiente in cui va collocata la lampada e dall’effetto luminoso che si vuole ottenere, tenendo presente che colori più scuri attenuano la luce dei neon.

UTENSILI
Cesoia, morsetto, pennello, avvitatore, rivettatrice, lima, cacciavite

Attrezzi per decorare e dipingere le pareti

Per raggiungere risultati al pari dei professionisti

In alternativa a pennelli e rulli tradizionali, o da utilizzare successivamente nella mano di finitura, ci sono molti strumenti che permettono di applicare la pittura in modo creativo, ottenendo superfici cangianti e movimentate.

Le tecniche decorative più elementari consistono nell’applicare una tinta di base con i sistemi tradizionali, per poi sovrapporre ad essa una tinta contrastante o semplicemente di tonalità diversa, tramite rulli sagomati, spugne, tamponi che lasciano sulla parete un’originale tessitura, concepiti appositamente per il mondo del bricolage.
Si possono ottenere effetti a pergamena, a ragnatela, a tessuto, oltre ad un’infinità di trame personalizzate.

Sicuramente c’è da divertirsi, ma la casualità di questo sistema decorativo è soltanto apparente, sembra facile, e materialmente lo è, ma richiede una sua uniformità che non è altrettanto semplice da mantenere. Il rischio, infatti, è quello di trovarsi con una parete costituita da zone con passate più o meno fitte, oppure di ottenere un effetto diverso da quello che si voleva: meglio procurarsi qualche grande pannello (superiore a 60×60 cm) su cui effettuare più di una prova prima di procedere sulle pareti.

Ecco come dipingere casa in maniera originale.

ATTREZZO E EFFETTO

  1. Il rullo di pelle di daino arricciata è studiato per ottenere macchie di colore sempre diverse, variando la pressione della passata.
  2. Il tampone concede una grande libertà di azione: il fondo dev’essere perfettamente asciutto.
  3. Un grosso tampone con panno di finta pelle arricciata velocizza la stesura ed aumenta le dimensioni della trama.
  4. La spugna rigida va utilizzata con movimenti circolari continui, ma irregolari; per un effetto più marcato si effettua una seconda passata.

Gli strumenti del bricolage e del fai da te: martello e livella

Conosciamo meglio i tipi e gli utilizzi di questi due attrezzi: livella e martello

LA LIVELLA

Com’è fatta
Quella utilizzata normalmente in edilizia è costituita da un tubolare di alluminio a sezione rettangolare, con una faccia perfettamente liscia, di lunghezza variabile, solitamente tra 20 e 150 cm, che racchiude una o più fiale cilindriche contenenti un liquido, nel quale viene lasciata una bolla d’aria. Nei modelli più semplici, adatti al campo del fai da te, l’unica fiala è disposta nel senso
della lunghezza, quelli più completi e professionali incorporano anche una fiala perpendicolare
a questa ed una a 45° per verificare le inclinazioni. Possono essere dotate di magnete, per rimanere appoggiate da sé a superfici metalliche, e di scala millimetrica per misurazioni.
A cosa serve
Viene utilizzata per verificare la planarità, la perpendicolarità, per l’allineamento reciproco di elementi (quadri, piastrelle, pensili), ma anche per conferire la giusta pendenza ad alcuni elementi, quali i tratti orizzontali delle tubazioni di scarico, le pavimentazioni esterne, i canali di scolo.
Come si usa
Appoggiando la livella con l’unico lato liscio su una superficie la bolla d’aria, secondo un principio fisico, si posiziona nel punto zenitale, ovvero quello più lontano dal piano terrestre. La superficie è esattamente orizzontale (o verticale) quando la bolla viene a trovarsi all’interno dell’area centrale della fiala delimitata da due tacche, in caso contrario occorre effettuare le
correzioni necessarie al raggiungimento di questa condizione. Il rilievo è valido nella sola direzione della lunghezza, per cui dovendo verificare la planarità di un’intera superficie occorre appoggiare la livella anche in posizione perpendicolare alla precedente, per ottenere la precisione in entrambi i sensi. Tipico è il caso dei massetti cementizi, oppure quando si
deve posizionare un montante o erigere un muro la cui verticalità va verificata su due facce che formino un angolo di 90°.

IL MARTELLO

martello fai da teCom’è fatto
È composto da un manico più o meno lungo, di legno, plastica o acciaio con impugnatura rivestita, e da una testa che ha forma diversa a seconda dell’impiego. Nei mazzuoli è tozza e simmetrica, mentre nei più comuni martelli si identifica una “bocca”, la parte battente piatta, e una “penna”, posta sull’altro. Quest’ultima può essere lineare o curva, compatta o biforcuta come nei matelli da carpentiere, con funzione levachiodi. In un laboratorio per il bricolage è bene disporre di martelli di forma e peso differenti.
A cosa serve
Fra i vari tipi di martello, quelli da carpentiere, insieme a quelli da falegname, sono i classici martelli utilizzati per piantare e per levare
chiodi. Esistono poi martelli per demolizione (mazzuoli), martelli con testa di gomma, legno o materiale plastico utilizzati per scalpellare o per non rovinare le superfici, con bocca a palla per ribattere lamiere e carrozzerie, martelline con bocca e testa assottigliate per piastrellisti, per muratori, per saldatori, per tappezzieri e per corniciai.
Come si usa
Il martello va impugnato nella parte bassa del manico, le cui dimensioni sono rapportate al peso della testa per garantire un bilanciamento ottimale. Il movimento del braccio deve fare sì che la parte piana della bocca si trovi perpendicolare al chiodo da piantare, in modo che questo penetri verticalmente, senza piegarsi.
Il martello va scelto bene in quanto il peso e la conformazione della bocca devono essere rapportati alle dimensioni e alla natura sia del chiodo, sia del materiale in cui va conficcato.

Morsetto e strettoio Maurer

Il morsetto e lo strettoio facilitano notevolmente le operazioni di assemblaggio, è come avere a disposizione una terza mano

Per mantenere uniti i pezzi quando si devono realizzare fori che attraversano più parti con una corrispondenza precisa, quando si devono inserire viti d’unione, quando è necessario mantenere serrate le parti per stabilizzare un incollaggio, niente di meglio di morsetto e strettoio. Alcuni adottano forme e soluzioni particolari che li rendono ancora più performanti in situazioni particolari e nel catalogo Maurer ne possiamo trovare alcuni decisamente interessanti per arricchire il nostro laboratorio di bricolage.

Gli strettoi rapidi utilizzano, sulla ganascia mobile, un sistema di avanzamento a cricchetto invece della classica barra filettata da ruotare per arrivare al bloccaggio dei pezzi. Questo sistema permette, una volta posizionato il morsetto, di completare il serraggio con una sola mano, mentre con quelli a vite bisogna usare anche l´altra per contrastare la tendenza a ruotare del morsetto durante l´avvitatura. Premendo la leva e tirando a sé l´asta a cremagliera si libera la presa.

Lo strettoio a cricco 87893 alla massima apertura arriva ad una distanza tra le ganasce pari a 220 mm: essendo concepito e strutturato come le comuni pistole estrudenti, può essere utilizzato anche con cartucce di prodotti siliconici. A questo scopo dispone anche di una guida anulare (di colore giallo) da inserire sul corpo dello strettoio, in posizione avanzata, per sostenere frontalmente la cartuccia.

Quando le giunzioni non sono in linea, ma è necessario un collegamento dei pezzi perpendicolare o con una determinata angolazione, non ci si può affidare a strettoi tradizionali: tipico è il caso delle cornici, per le quali si ricorre a strettoi a nastro o cinghie non sempre facili da posizionare. Più pratici e meno ingombranti sono i morsetti angolari, fissi a 90° o con regolazione goniometrica tra 0 e 180° in grado di esercitare la forza di serraggio tanto all´interno della struttura, negli angoli, quanto all´esterno, abbracciandone gli spigoli.

Livella e distanziometro laser

Strumenti indispensabili per rapide misurazioni

Un allineamento preciso effettuato a mani libere, senza scomode ed ingombranti livelle e bolle tradizionali, da sostenere, a volte in posizioni precarie? Una rapida misurazione lineare e volumetrica ottenuta in pochi secondi?

Non è un sogno!

Oggi vengono in aiuto del perfetto bricoleur strumenti indispensabili, veloci e di facile utilizzo, direttamente dal mondo BOSCH.

 LIVELLA LASER PLL5

Semplice da usare e poco più ingombrante di una penna a sfera, proietta un raggio laser perfettamente rettilineo fino a 5 metri di distanza: che si tratti di allineamento orizzontale o verticale, con PLL 5 non ci sono difficoltà.
Il supporto da parete in dotazione può essere fissato su qualsiasi superficie utilizzando gli appositi spilli, chiodi o nastro biadesivo. 
Sulla piastra magnetica del supporto la livella può essere regolata di circa 1,5 cm senza dover spostare il supporto già fissato. Con due bolle integrate, funziona con 2 batterie AAA da 1,5 V.

LIVELLA LASER MULTIFUNZIONE PCL 1 

 Per gli amanti della precisione la livella laser multifunzione autolivellante PCL 1 è un sogno che si realizza. Lo strumento si basa su 2 raggi perpendicolari ed in pochi secondi indica il giusto allineamento per qualsiasi applicazione al muro o a soffitto.

Indispensabile in cucina e in bagno per la posa delle piastrelle e l’allineamento alle giuste altezze dei complementi d’arredo; per arredare gli altri locali è utile nel collocare mensole, ripiani, allineare piani di lavoro, appendere pensili e quadri.

Inoltre la PCL 1 è preziosa anche nella posa in obliquo, fissando la livella nella posizione voluta, e per avere tutte le possibilità basta il suo treppiede in alluminio ripieghevole (opzionale). Raggio d’azione di 10 metri, tempo di autolivellamento di 4 secondi e precisione di 0,5 mm/m.

DISTANZIOMETRO LASER PLR 30

Pesa solo 250 g ed è poco più ingombrante di un telefono cellulare. Nessuno sconto invece per le possibilità di calcolo e la precisione nella misurazione (2 mm/m), affidata ad un diodo laser da 650 nm ed all’ausilio di mira che indica esattamente dove si punta lo strumento. Consente inoltre memorizzazione e calcolo di superfici e volumi; PLR30 ha un campo d’azione di 30 m.

Eliminare una bruciatura dal legno

I danni alle superfici esterne dei mobili possono essere diversi e di varia entità. Prima che diventino irreparabili, effettuiamo un intervento fai da te per eliminare una bruciatura di sigaretta

Le bruciature superficiali possono essere tolte con una leggera abrasione a base di cenere. Come prima operazione si gratta molto leggermente la superficie con la lametta per “rompere” la macchia, quindi ci si applica sopra un poco di burro in modo da creare la necessaria lubrificazione.
Sul burro si versa un cucchiaino di cenere setacciata (non di sigaretta, ma di sigaro o di legno) e si frega, con moto rotatorio, lentamente e a lungo. Quindi si pulisce con un panno appena inumidito di trementina e infine si lucida.
Se le macchie rimangono non conviene insistere più di tanto: risulterà un lavoro migliore procedendo a una sverniciatura integrale della superficie danneggiata, seguita da un’accurata carteggiatura, per asportare ogni traccia di macchia penetrata in profondità.

Se si tratta di eliminare una  bruciatura non superficiale, ma profonda, cioè siamo davanti a un vero e proprio scavo, dobbiamo operare una scelta, a parte la macchia, che comunque riusciremo a togliere: preferiamo tenere il mobile con quella piccola mancanza o operare la sostituzione di un pezzo, col rischio che resti visibile, con un lavoro di bricolage più radicale?

ELIMINIAMO LE BRUCIATURE DI SIGARETTE

  1. Le macchie su una superficie possono essere trattate con un leggero abrasivo. La prima operazione da compiere per eliminare una bruciatura consiste nel ‘rompere” la macchia stessa con una lametta, usata leggermente per non incidere il legno.
  2. Sulla macchia si spalma un sottile strato di burro ammorbidito a temperatura ambiente. Questo sistema permette di impastare l’abrasivo e di non causare, col successivo sfregamento, rigature indesiderate.
  3. Si applica sul burro un poco di cenere setacciata (ottima quella di sigaro), che è lievemente abrasiva. Quindi con la punta del dito, si massaggia lentamente e a lungo per esercitare l’azione di abrasione.
  4. L’operazione prosegue strofinando, allargando leggermente la zona d’intervento con uno straccio morbido. Quindi si asportano il burro e la cenere con uno straccio umido di trementina e si lucida.

 

Come restaurare una specchiera

Vediamo tutti i passaggi per restaurare una specchiera di noce, un pezzo non particolarmente danneggiato, ma un po’ malridotto.

Ecco gli interventi di bricolage per restaurare una bella specchiera, prima che il tempo la danneggi ulteriormente.

La specchiera presenta i bracci malfermi nella loro sede, il telaio dello specchio aperto in un angolo, il cassetto che non chiude e vari altri danni superficiali.

CON AMMONIACA
La prima operazione da svolgere è la sverniciatura radicale, effettuata con sverniciatore chimico applicato a pennello. Segue un accurato lavaggio con acqua, ammoniaca e acqua ossigenata, quindi l’asciugatura. Questo procedimento pulisce il legno totalmente e lo rende opaco. Restano, però, irregolarità e macchie di superficie.
La seconda fase del lavoro è lo smontaggio dei componenti.
Lavorando pazientemente, senza forzare il legno, la cornice viene smontata e i bracci estratti dalla base. Allo smontaggio segue un’accurata carteggiatura (con carta vetrata molto fine) delle superfici per eliminare macchie, asperità e altri segni causati dal tempo. Si passa poi al restauro dei pezzi mancanti. In questo caso si tratta di aggiungere un pezzetto mancante a uno dei decori superiori dei bracci. La tecnica fai da te è la seguente: regolarizzata la rottura con lo scalpello, si applica un pezzetto di legno di noce con colla vinilica e lo si mette in morsa per mezzo di un archetto d’acciaio, che viene messo in tensione agganciandolo al pezzo di legno. Mentre la colla fa presa, si interviene sulla cornice, sostituendo una chiavetta diagonale, che blocca l’angolo, e procedendo a un reincollaggio degli altri. Quando la colla è indurita si ritorna sul pezzetto incollato al decoro superiore e si lavora con scalpello, sgorbia, raspa, lima e carta abrasiva fino a conferirgli la sagoma desiderata, che si accordi perfettamente col resto del braccio. E’ un’operazione non difficile, ma ci vuole molta pazienza. Si rimontano, ora, i bracci reincastrandoli nella loro sede ed incollandoli in modo da stabilizzarli.
IL TURAPORI
Quando la specchiera è totalmente riassemblata e ben restaurata la si deve preparare alla finitura. La prima operazione da compiere è la mordenzatura, magari leggera, per restituire il giusto colore al legno. Ad asciugatura avvenuta bisogna pensare a preparare il legno alla gommalacca. A questo scopo si applica un fondo impregnante alla nitro, che chiude i pori (esistono numerosi fondi turapori) steso molto liquido per non fare spessore, seguito da una leggerissima smerigliatura. E’ quindi il momento della gommalacca applicata in più mani col metodo classico del tampone. A lavorazione avvenuta si può rivestire l’interno del cassetto con carta applicata con colla; si rimonta lo specchio e il fondo che lo completa.

ACCURATA CARTEGGIATURA

  1. Dopo la sverniciatura e il lavaggio con acqua e ammoniaca, la specchiera viene accuratamente carteggiata per eliminare macchie e asperità della superficie. La carta vetrata deve essere molto fine per non rigare il legno e per non modificare con la sua azione le curve, gli spigoli ed altre sagome.
  2. I bracci vengono estratti dalla loro sede e la zona spianata con la carta vetrata avvolta su un blocchetto di legno. Anche le guide del cassetto sono carteggiate per eliminare gradini e irregolarità.

RICOSTRUZIONE FAI DA TE DEL DECORO MANCANTE

  1. Un pezzetto del decoro superiore del braccio manca. L´intervento consiste nello spianare con lo scalpello la zona della rottura, in modo da prepararla al successivo incollaggio.
  2. Un pezzetto di legno di noce, appena sbozzato, viene incollato e trattenuto in posizione con un archetto d’acciaio. In seguito viene rifinito.
  3. La specchiera, riparata e rimontata, viene mordenzata leggermente per restituire al legno la giusta gradazione di colore

PARTICOLARI IMPORTANTI

  1. Particolare della chiavetta inserita di traverso nell’incastro della cornice dello specchio.
  2. La mordenzatura viene ben stesa e uniformata con una spugna, che distribuisce per bene la tinta.
  3. L’interno del cassettino viene foderato con carta decorata applicata con colla. Il cassetto scorre sulle guide ben spianate.

UTENSILI
Raspa, scalpello, pennello, spatola, carta vetrata, sgorbia, tampone abrasivo, morsetto

Giunti filettati per legno

Un sistema inusuale di giuntare due tavole di grosso spessore per impedirne il distacco: i giunti filettati. La barretta metallica è dotata di due alette sagomate di riscontro e viene stretta da un dado.

Il muretto in cima alla scala che ci porta nel soggiorno merita una finitura adeguata all’ambiente: invece di rivestirlo con un comune e freddo piano di marmo, ricorriamo al fai da te per realizzare un robusto top in legno.
Utilizziamo tavole di listellare acquistate in un centro per il bricolage, resistenti e indeformabili, tenuto conto anche della necessità di ancorarle fortemente alla muratura sottostante e mantenere nel tempo la perfetta coincidenza della giunzione a 90° fra le due lunghe sezioni di top che rappresenta il punto critico di questa realizzazione.
Per ovviare a futuri disallineamenti, usiamo due tecniche di giunzione: mediante l’inserimento nello spessore delle tavole di lamelle impediamo eventuali spostamenti verticali, mentre i due fissaggi con barrette filettate garantiscono la tenuta all’allontanamento e agli spostamenti orizzontali delle due tavole.

GIUNZIONE A 45°

GIUNTI FILETTATI SCHEMA

L’unione a 45° di tavole presenta alcune criticità relative soprattutto alla lunghezza delle tavole stesse che attuano trazioni considerevoli proprio nel punto di giunzione. Per questo sono necessari diversi sistemi di aggancio.

GIUNTI FILETTATI SCHEMA

Il fissaggio con barrette filettate è efficacissimo, ma richiede scassi precisi sia in posizione, sia in profondità, in modo che le alette sagomate, messe in trazione, non tendano a saltar fuori dalla sede.

GIUNTI FILETTATI FORI E MISURE

Per forare usiamo una punta Forstner di dimensione appropriata; per limitare la profondità dello scasso e per effettuarlo  perpendicolare è consigliabile montare una guida sul trapano. Gli scassi di congiunzione fra i fori tondi possono essere fatti con scalpello o fresatrice. Per l’applicazione delle lamelle è consigliabile l’utilizzo dell’aggiuntivo da montare sul trapano.

Come forare i metalli

Vediamo il funzionamento degli utensili e i passaggi utili per forare i metalli senza troppa fatica e senza rovinare i nostri strumenti

Gli utensili che utilizziamo nei lavori di bricolage devono essere adatti al materiale che viene trattato di volta in volta: il lavoro diventa più facile e il risultato è garantito. Un buon fai da te sa bene che anche il miglior trapano può poco o nulla se le punte non sono di buona qualità. 

L’ottimismo con cui qualsiasi lavoro di bricolage, per importante che sia, deve essere affrontato, ha come solida base la certezza del funzionamento e dell’efficacia degli utensili che stiamo per usare. Spesso la grande robustezza e l’affidabilità delle macchine professionali non garantiscono la riuscita dell’opera, cosa che solitamente si attua con la semplice scelta dell’utensile idoneo.

HSS: COS´È E COSA FA
L´acciaio super rapido, conosciuto con la sigla HSS (High Speed Steel) è un materiale molto usato nella fabbricazione di utensili per la lavorazione dei materiali (frese per il tornio, punte da trapano, dischi da taglio, ecc). Le proprietà di taglio degli utensili in HSS sono nettamente superiori a quelle in acciaio al carbonio; i vantaggi risiedono anche nella possibilità di lavorare a temperature più alte senza perdere le proprietà di taglio.
Nelle punte per trapano vengono addizionate anche sostanze come il cobalto ed il titanio che attribuiscono caratteristiche supplementari, come la maggior resistenza e il minor sviluppo di calore a seguito del bassissimo attrito sul materiale da forare, sebbene sia vivamente consigliato l’uso del liquido di raffreddamento.

SEGHE A TAZZA A TUTTA POTENZA

  1. La composizione del tagliente e la conformazione dei singoli denti conferiscono a molte seghe a tazza la capacità di tagliare legno e metallo, compreso quello non ferroso, l’alluminio e l’acciaio inox. Molte sono dotate di sistemi di attacco rapido che facilitano la sostituzione sia della lama, sia della punta di centratura. I diametri disponibili vanno dai 14 ai 152 mm.
  2. Le lamiere sottili, che siano di rame, ottone, bronzo o acciaio inox, richiedono lame con caratteristiche che facilitino la precisione del taglio. Questo si ottiene con inclinazione e profilo dei denti studiati appositamente. Alcuni accorgimenti sono di aiuto nell’esecuzione di lavori ripetitivi: per esempio, la molla centrale agevola l’espulsione automatica dalla tazza del pezzo tagliato.

REGOLE D´ORO DEL FAI DA TE

  1. Con punte al cobalto e al titanio è fortemente consigliato il raffreddamento durante la foratura: si moltiplica di 5 o 6 volte la durata della punta stessa. A seconda del materiale su cui si opera si utilizza acqua o lubrificante.
  2. L’uso del trapano montato su supporto a colonna, permette una maggiore precisione nella foratura anche su oggetti con forme “difficili”.