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Come restaurare un tavolino

Il fascino dei mobili di epoche passate

Alcuni stili non tramontano mai, ci sono complementi d’arredo provenienti da epoche passate che ancora oggi conservano un loro fascino e, anche se malandati, meritano di essere rigenerati. L’incuria e l’abbandono accelerano il degrado di questi manufatti in legno, ma con alcuni interventi mirati di bricolage possiamo recuperarne lo splendore originale.

Restaurare un tavolino di queste dimensioni sembrerebbe un intervento piuttosto rapido, ma per un lavoro a regola d’arte ci vuole comunque tempo e la pazienza del fai da te.

PRIMA STIMARE I DANNI

Occorre valutare lo stato del mobile e capire se i danni sono solo superficiali o anche strutturali: se si devono solo rinforzare le unioni non è un problema, purché le parti combacino. 
Riportare il legno a nudo può rivelarsi un lavoraccio, in questo caso complicato dalla tornitura della gamba: certe vernici di una volta si asportano con difficoltà, meglio accontentarsi di uniformare il colore.
Se l’essenza è pregiata, piuttosto che una ceratura, il tavolino da restaurare merita una finitura a gommalacca, lunga e non semplice da eseguire, tanto che un artigiano di un secolo fa lasciava passare, tra una mano e l’altra, anche dieci giorni; questo perché la fretta è nemica del risultato. Infatti, se si tenta di lucidare la gommalacca non asciutta la superficie rimane irrimediabilmente macchiata, bisogna ricominciare dopo aver rimosso la gommalacca applicata con lana d’acciaio finissima. 

RESTAURARE IL TAVOLINO

  1. Dopo aver smontato tutte le unioni lasche ed asportato con scalpello e carta vetrata tutti i residui di colla, bisogna verificare che i pezzi siano esattamente combacianti, per procedere ad un nuovo incollaggio. 
  2. La vecchia vernice si può eliminare con carta vetrata passata accuratamente su tutta la superficie del tavolino dal restaurare, se si tratta di smalto può rivelarsi necessario l’utilizzo di uno sverniciatore chimico. 
  3. Lavando con poca ammoniaca diluita in acqua si possono eliminare eventuali macchie ed uniformare la tinta. Se si deve intervenire su diverse parti, conviene estendere il trattamento a tutto il mobile.
  4. L’antitarlo può essere inoculato direttamente nei fori con una siringa oppure, nel caso di zone piuttosto estese, distribuito a pennello su tutto il mobile, per poi rivestirlo con un nylon ed attendere un paio di giorni affinché il prodotto faccia effetto.
  5. I fori vanno poi otturati con una miscela di colla e segatura molto fine stesa con una spugna, eliminando con un panno la pasta eccedente.
  6. La gommalacca va versata in un contenitore largo abbastanza da immergervi il tampone, che può essere costituito da una pezzuola di lana non colorata da inzuppare, strizzare ed avvolgere in un telo di lino per strofinare la superficie.

UTENSILI

Morsetto, scalpello, segaccio, pennello, spatola, tampone abrasivo, siringa, spugna

Cornice decorativa con cartone e foglia oro

Realizziamo con i tubi di cartone una cornice decorativa utilizzando la foglia d’oro

Per realizzare la cornice decorativa tagliamo i tubi di cartone lungo lo sviluppo longitudinale, ottenendo due parti identiche, con cui possiamo realizzare splendide cornici da decorare con foglia d’oro o colori acrilici. Il supporto per la cornice è costituito da un foglio di cartone ondulato, le cui dimensioni influiscono su quelle delle porzioni di tubo da utilizzare.

REALIZZARE LE CORNICI

cornice decorativa

  1. Con il cutter tagliamo i tubi longitudinalmente, ricavando così due porzioni esattamente uguali. Ripetiamo l’operazione anche con altri tubi, in modo da ottenere diversi elementi .
  2. La lunghezza delle porzioni ricavate dipende dalla dimensione della cornice che vogliamo realizzare, il cui supporto sarà costituito da un foglio di cartone ondulato. Tagliamo le estremità con un angolo di 45°, in modo che possano combaciare perfettamente.
  3. Incolliamo le porzioni tagliate a 45° al foglio di cartone utilizzando colla vinilica: in questo modo abbiamo creato la cornice.
  4. Stendiamo la “missione” sulle porzioni di tubo che costituiscono la cornice con un pennellino.
  5. Procediamo successivamente all’applicazione della foglia d’oro, la quale può essere applicata sia intera sia a piccoli frammenti, ottenendo un effetto più “movimentato”. Utilizzando invece smalti colorati possiamo ottenere cornici da abbinare alla tinta delle pareti.

Controlli periodici sull’automobile

Bricolage da garage!

Nel vano motore di una vettura di oggi, tra impianti di climatizzazione, centraline elettroniche, cavi e tubi, se scivola di mano una vite possiamo considerarla persa.

Tutto è sotto controllo, ma gran parte dei controlli periodici sono rimasti invariati e possiamo occuparcene noi stessi; oltre alla pulizia, alcuni semplici interventi fai da te permettono di muoversi in sicurezza, evitando situazioni dannose (e costose) per la vettura e potenzialmente pericolose per i passeggeri.

1 SU 4 RISCHIA

Proprio così: il 25% degli automobilisti trascura particolari tanto banali quanto responsabili di incidenti anche gravi: pneumatici usurati che provocano acquaplanning, spazzole tergicristallo che “raschiano” il parabrezza limitando la visibilità, luci malfunzionanti… non serve un’officina specializzata per evitare situazioni di questo tipo.

Un’occhiata ai livelli ed alla pressione degli pneumatici ogni due settimane, a seconda dell’utilizzo, ci porta via pochi minuti, ma può evitarci rischi, spese e soste forzate per strada.

Al di là della sicurezza, l’efficienza della vettura è affidata anche ad una periodica pulizia ed al mantenimento di alcuni componenti. Le guarnizioni seccano se non le si mantengono morbide con prodotti siliconici, serrature e cerniere vanno lubrificate e la sporcizia, le foglie ed altri detriti, incastrati nelle bocchette di aspirazione, possono limitare il raffreddamento del motore.

I LIVELLI

Il liquido di raffreddamento è impropriamente chiamato “antigelo”, definizione assolutamente restrittiva: è un glicole da usare puro o diluito in diverse proporzioni in funzione della temperatura stagionale, ma ha soprattutto la funzione di mantenere il circuito privo di incrostazioni che, accumulandosi, possono causare pericolosi surriscaldamenti.

LE LAMPADINE

Per prolungarne la durata è importante accendere le luci solo dopo aver avviato il motore: in questa fase, i picchi rapidissimi causano un forte stress ai filamenti, contribuendo a farli bruciare più rapidamente. Meglio anche attenersi al tipo di lampadina adottato dalla casa, anche come colore della luce: molte modifiche non sono ritenute legali.

BATTERIA

Ormai sono tutte del tipo “senza manutenzione”, altra affermazione teorica: ci si può permettere, al massimo, di verificare il livello del liquido con intervalli di tempo più lunghi e rabboccare con acqua distillata fino a copertura degli elementi.

La formazione di ossido sui morsetti, da rimuovere con una spazzola di ferro, riduce il buon contatto dei poli: non è vero che i morsetti si ossidano quando la vettura è usata poco, il fenomeno si manifesta anche con l’utilizzo continuo. Prevedendo di lasciare la vettura ferma per un paio di settimane o più, è bene staccare uno dei due poli: la sola corrente consumata dall’orologio e dal led di segnalazione dell´antifurto può azzerare la carica.

PNEUMATICI

La pressione ottimale è riportata sul libretto di manutenzione e per legge non deve mai essere inferiore a 1,8 bar;
se troppo bassa lo sterzo risulta più duro ed il consumo degli pneumatici è maggiore all’esterno, se eccessiva il consumo aumenta al centro.
La pressione va verificata a pneumatici freddi ed anche l’usura va tenuta sotto controllo: ormai quasi tutti gli pneumatici sono provvisti di “spie” che appaiono quando lo spessore del battistrada è prossimo al minimo ammesso (1,6 mm di spessore).
L’usura può essere controllata con un calibro o più semplicemente con una moneta da 1 euro: lo spessore della moneta deve sparire all’interno della scanalatura.
SERRATURE E CERNIERE
Una periodica lubrificazione dei meccanismi di apertura e delle articolazioni scongiura inconvenienti che possono manifestarsi all’improvviso, dovuti alla secchezza ed al conseguente attrito tra organi in movimento. Un buon lubrificante non untuoso fa da sbloccante, protettivo antiumidità ed arresta i cigolii. Per le cerniere ed i meccanismi di chiusura è bene utilizzare anche una modesta quantità di grasso ai saponi di litio.
CINGHIE E GUARNIZIONI

Ogni volta che si lava l’auto bisogna asciugare con cura anche le guarnizioni interne che assicurano la perfetta tenuta di portiere n> e cofani, impedendo ristagni d’acqua che a lungo andare possono portare alla corrosione del profilo metallico su cui sono incastrate. La loro pulizia può essere fatta con sapone di marsiglia, spruzzandole periodicamente con un prodotto siliconico per mantenerle elastiche senza incorrere in crepe dovute alla secchezza. Lo stesso spray può essere utilizzato per la pulizia delle cinture di sicurezza.

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TERGICRISTALLI

L’inefficacia del loro funzionamento è tra le prime cause d’incidente: una spazzola usurata corrisponde ad una mancata pulizia del vetro in caso di pioggia.
Le spazzole vanno sostituite non appena l’aderenza al cristallo non è uniforme e bisogna azionarle solo con il vetro bagnato e privo di incrostazioni o insetti, da rimuovere manualmente.
Se il liquido non arriva nonostante il rabbocco ed il buon funzionamento della pompa bisogna controllare che i tubicini siano collegati agli erogatori e, se occorre, agire su questi con uno spillo.

Restauro fai da te di una Lambretta

La storia

Il termine motor-scooter significa, stranamente, “monopattino a motore” ed era il termine con cui l’USAF designava certi strani veicoli in dotazione ai paracadutisti e che i giovanissimi degli anni ’40 apparivano quanto mai buffi e ridicoli.
Non fu così per la Piaggio e la Innocenti che tre o quattro anni dopo, dovendo riconvertire la produzione da bellica a civile, scelsero la linea della motorizzazione di massa.
Pioniere fu l’ing. Innocenti che affidò la progettazione del nuovo veicolo a quell’ing. D’Ascanio che poi, lasciata la Innocenti per contrasti tecnici e personali, andò alla Piaggio e nel giro di pochi mesi mise a punto la Vespa.
Se all’epoca il ciclismo era imperniato sulla lotta fra Coppi e Bartali così fu per il popolo delle due ruote, nettamente diviso fra Vespisti e Lambrettisti. Piaggio e Innocenti si battevano a colpi di prestazioni tecniche e di eleganza, ma la gara, com’è oggi palese agli occhi di tutti, fu vinta dalla prima e la Innocenti, dopo il fallito tentativo di un colpo d’ala affidato a Bertone, dovette chiudere i battenti nel 1971, vendendo progetti e macchinari ad un’industria indiana che sei anni dopo cessò definitivamente la produzione.

Lambretta 50 special
Lo scooter, che per i primi vent’anni del dopoguerra aveva motorizzato l’Italia, con cilindrate cresciute fino a 250 cc, dovette cedere il passo alla Fiat 500 che con un prezzo meno che doppio ed un consumo di poco superiore, offriva prestazioni di gran lunga migliori del più grosso e potente scooter.
Piaggio e Innocenti, fiutato il vento e rinunciando a fare concorrenza alle quattro ruote puntarono su veicoli di piccola cilindrata, i “cinquantini”, relativamente economici, soprattutto nel consumo ed agili da disimpegnarsi anche nel traffico che già pochi anni dopo era cresciuto a dismisura e diventato caotico ed è appunto uno di questi, il 50 Special prodotto nel 1968.

 RITORNO ALL’ANTICO SPLENDORE DELLA LAMBRETTA

La lambretta, assurdamente ridipinta di verde, era rimasta per anni abbandonata, non proprio esposta alle intemperie, ma certamente non in condizioni ideali. Ruggine e umidità avevano completamente bloccato ogni movimento dei pezzi, tranne, per fortuna, quello del pistone, che, smontata la testata, è bastato lubrificare. 
Prima si smontano le ruote, poi tutti i cavetti con le relative guaine, numerandoli e descrivendoli su un registro usato per annotare, una dopo l’altra, tutte le operazioni così da poterle poi seguire a ritroso nel rimontaggio.
Si prosegue col manubrio e con la forcella, col pedale del freno e infine col motore. Il sedile, completamente distrutto, è stato rifatto uguale in una selleria.
Riuniti e riordinati tutti i pezzi, ripuliti e/o rifatti, il lavoro è ripartito al contrario, cominciando dal cavalletto e via via rimontando in sequenza tutti gli elementi fino a chiudere con l’applicazione dei fregi e delle scritte accuratamente rilucidate a specchio.

A vederla così non sembrava possibile nessun tipo di ripristino e invece con solvente, detersivo, idropulitrice, spazzole metalliche, carte abrasive e ore di sano bricolage ha ritrovato una seconda vita.
Il gruppo meccanico sembra un mucchio di ferraglia piena di ruggine e di fango: idropulitrice, svitol, spazzola metallica montata sul trapano ed infinita pazienza lo hanno riportato a nuovo.

 

I quattro elementi della carrozzeria (scocca, parafango anteriore e copriruota) sono stati sabbiati e fatti riverniciare in bianco latte.
Uguale trattamento per le due semiscocche del manubrio, mentre per le leve di cambio e frizione sono bastati Sidol e olio di gomito.

UTENSILI
Trapano, spazzola di ferro, carta vetrata, pennello, idropulitrice, smerigliatrice

Come aggiungere i frutti alle prese

PREPARAZIONE DELLA PRESA

  1. Asportiamo la mascherina di copertura della presa agendo con il cacciavite nell’apposita sede.
  2. Dopo aver tolto tensione dal quadro generale, con l’ausilio di un cacciavite
  3. Rimuoviamo la placca della presa ed asportiamo il finto frutto distanziatore.
  4. Spostiamo i frutti bivalenti già  installati in modo che siano accostati da una parte, per installare il nuovo frutto in posizione laterale e facilitare l’inserimento dei ponticelli d’alimentazione. Gli attrezzi sono presenti in qualsiasi laboratorio fai da te.

INSTALLAZIONE DEL NUOVO FRUTTO

  1. Inseriamo nella placca il nuovo frutto che si blocca a scatto. I materiali sono acquistabili in un centro bricolage.
  2. Per alimentare il nuovo frutto realizziamo tre ponticelli di alimentazione utilizzando spezzoni di cavo elettrico isolato. Con la forbice da elettricista asportiamo porzione di guaina di rivestimento e mettiamo in evidenza i conduttori di rame interni.
  3. I conduttori di fase, il neutro e la terra  provenienti dall’impianto alimentano il primo frutto. Da questo partono tre ponticelli (sezione minima 1,5 mm2) che alimentano il secondo frutto.
    Ora aggiungiamo tre ponticelli che alimentino il terzo, appena inserito.
  4. Verifichiamo il corretto collegamento, poi reinstalliamo la placca nella cassetta e riapplichiamo la mascherina. A questo punto possiamo rimettere tensione e provare il funzionamento della presa.

Lampade da parete a neon nella lamiera

Lampade da parete fai da te

Moderna e funzionale, questa lampada da parete fai da te potrebbe portare la firma di un designer di tendenza; la realizziamo con lamiera traforata, legno e plexiglas. La lampada ha una struttura longilinea e rappresenta lasoluzione bricolage ideale per dar luce ad un corridoio non illuminato; è una lampada che si sviluppa in altezza ma, se si preferisce, può essere collocata lungo il battiscopa. 

La forma allungata dei tubi fluorescenti ha impedito per anni l’affermazione di questa fonte luminosa, esteticamente non molto interessante anche se consuma poco ed è riposante. Nel nostro caso diventa vincente, la luce si diffonde a tutta altezza non solo attraverso il plexiglas, in colore armonizzato all’ambiente, ma anche attraverso la lamiera traforata, con piacevoli effetti luminosi.

Lamiera

LA LAMIERA FORATA

Si trova in pannelli di diverso spessore e dimensione che presentano fori continui disposti in modo regolare, la cui funzione è quella di ridurre in modo considerevole il peso della lamiera. I fori, di dimensioni più o meno grandi a seconda dello spessore, sono solitamente di forma quadra o tonda, ma se ne trovano anche “fantasia”, ad esempio a forma di fiore. Quella da 0,5 mm di spessore presenta fori piuttosto fitti e si taglia agevolmente con una comune cesoia per il fai da te: è più facile reperirla presso l’officina di un fabbro o un grossista di carpenteria metallica, difficilmente nei centri di bricolage. La dimensione dei fori permette di collegare gli spezzoni che compongono la struttura con rivetti ed alla base in legno con viti senza bisogno di foratura, operazione invece necessaria per fissare i profili superiori.

 

 

 

 

OCCORRENTE

  • lamiera traforata da 0,5 mm: 2 strisce 130×2000 mm e  3 pezzi 130×130 mm;
  • 2 profili unghietta 18×2000 mm;
  • listello legno 2000x100x20 mm;
  • 2 neon completi da 30 W lunghi 930 mm;
  • rivetti;
  • viti 3×16 mm;
  • filo elettrico tripolare;
  • interruttore a piede;
  • 1 striscia di plexiglas colorato da 3x10x2000 mm;
  • spray argento.

TAGLIAMO LA LAMIERA

  1. Con la cesoia per tagli diritti la lamiera da 0,5 mm si taglia agevolmente e la linea di taglio rimane pulita, senza sbavature; data la lunghezza della striscia, attenzione a non deformarla avanzando con il taglio. 
  2. Si bloccano le strisce, prima una e poi l’altra, tra due listelli, lasciandone sporgere circa 
  3. 1 cm da ripiegare a 90°. Questo costituisce l’appoggio per la striscia di plexiglas.
  4. La faccia interna del listello va trattata con una mano di fondo, per favorire l’aggrappaggio dello spray argento che accentua la diffusione della luce emanata dai neon.
  5. La lamiera si fissa al listello con alcune viti, mantenendola bloccata con morsetti a filo della parte rivolta in basso.

FISSAGGIO OTTIMALE CON IL RIVETTO

  1. Il rinforzo interno si ottiene ripiegando i lati ad uno degli spezzoni di lamiera, dopo averne tagliato gli angoli nella misura necessaria. Per i motivi già detti, l’incastro deve essere preciso, meglio che forzi lievemente verso l’esterno inserendolo, così che la trazione del rivetto in fase di rottura non abbia a generare deformazioni verso l’interno.
  2. Una delle strisce chiude il listello di base su tre lati, più due pieghe di circa un centimetro sul quarto lato alle quali si fissa la striscia diritta che completa il contenitore.
  3. Senza rimuovere la pellicola protettiva si utilizza la striscia di plexiglas per trovare la giusta altezza alla quale vanno fissati i profili che fanno da guida e da finitura.

ACCENSIONE A PEDALE

  1. Vicino ad una delle estremità del listello si pratica un foro passante entro il quale si inserisce uno spezzone di cavo, lungo quanto basta ad arrivare ai morsetti di uno dei neon all’interno, lasciandolo fuoriuscire per circa 15-20 cm dalla lampada; si apre l’interruttore a piede e si effettuano i collegamenti elettrici.
  2. I neon in kit, ideali per il fai da te, sono completi di tutto ciò che occorre per il loro funzionamento, basta eseguire i collegamenti elettrici e fissare lo zoccolo alla base con un paio di viti per ciascuno. Una volta collegato il primo al cavo di alimentazione da un lato, lo si collega dal lato opposto al secondo neon.
  3. Lo spray argento si spruzza su tutta la lamiera per eliminare l’opacità e l’aspetto “ferroso” e sul listello di base prima di passare alla parte elettrica. La scelta del colore per il coperchio dipende dall’ambiente in cui va collocata la lampada e dall’effetto luminoso che si vuole ottenere, tenendo presente che colori più scuri attenuano la luce dei neon.

UTENSILI
Cesoia, morsetto, pennello, avvitatore, rivettatrice, lima, cacciavite

Attrezzi per decorare e dipingere le pareti

Per raggiungere risultati al pari dei professionisti

In alternativa a pennelli e rulli tradizionali, o da utilizzare successivamente nella mano di finitura, ci sono molti strumenti che permettono di applicare la pittura in modo creativo, ottenendo superfici cangianti e movimentate.

Le tecniche decorative più elementari consistono nell’applicare una tinta di base con i sistemi tradizionali, per poi sovrapporre ad essa una tinta contrastante o semplicemente di tonalità diversa, tramite rulli sagomati, spugne, tamponi che lasciano sulla parete un’originale tessitura, concepiti appositamente per il mondo del bricolage.
Si possono ottenere effetti a pergamena, a ragnatela, a tessuto, oltre ad un’infinità di trame personalizzate.

Sicuramente c’è da divertirsi, ma la casualità di questo sistema decorativo è soltanto apparente, sembra facile, e materialmente lo è, ma richiede una sua uniformità che non è altrettanto semplice da mantenere. Il rischio, infatti, è quello di trovarsi con una parete costituita da zone con passate più o meno fitte, oppure di ottenere un effetto diverso da quello che si voleva: meglio procurarsi qualche grande pannello (superiore a 60×60 cm) su cui effettuare più di una prova prima di procedere sulle pareti.

Ecco come dipingere casa in maniera originale.

ATTREZZO E EFFETTO

  1. Il rullo di pelle di daino arricciata è studiato per ottenere macchie di colore sempre diverse, variando la pressione della passata.
  2. Il tampone concede una grande libertà di azione: il fondo dev’essere perfettamente asciutto.
  3. Un grosso tampone con panno di finta pelle arricciata velocizza la stesura ed aumenta le dimensioni della trama.
  4. La spugna rigida va utilizzata con movimenti circolari continui, ma irregolari; per un effetto più marcato si effettua una seconda passata.

Gli strumenti del bricolage e del fai da te: martello e livella

Conosciamo meglio i tipi e gli utilizzi di questi due attrezzi: livella e martello

LA LIVELLA

Com’è fatta
Quella utilizzata normalmente in edilizia è costituita da un tubolare di alluminio a sezione rettangolare, con una faccia perfettamente liscia, di lunghezza variabile, solitamente tra 20 e 150 cm, che racchiude una o più fiale cilindriche contenenti un liquido, nel quale viene lasciata una bolla d’aria. Nei modelli più semplici, adatti al campo del fai da te, l’unica fiala è disposta nel senso
della lunghezza, quelli più completi e professionali incorporano anche una fiala perpendicolare
a questa ed una a 45° per verificare le inclinazioni. Possono essere dotate di magnete, per rimanere appoggiate da sé a superfici metalliche, e di scala millimetrica per misurazioni.
A cosa serve
Viene utilizzata per verificare la planarità, la perpendicolarità, per l’allineamento reciproco di elementi (quadri, piastrelle, pensili), ma anche per conferire la giusta pendenza ad alcuni elementi, quali i tratti orizzontali delle tubazioni di scarico, le pavimentazioni esterne, i canali di scolo.
Come si usa
Appoggiando la livella con l’unico lato liscio su una superficie la bolla d’aria, secondo un principio fisico, si posiziona nel punto zenitale, ovvero quello più lontano dal piano terrestre. La superficie è esattamente orizzontale (o verticale) quando la bolla viene a trovarsi all’interno dell’area centrale della fiala delimitata da due tacche, in caso contrario occorre effettuare le
correzioni necessarie al raggiungimento di questa condizione. Il rilievo è valido nella sola direzione della lunghezza, per cui dovendo verificare la planarità di un’intera superficie occorre appoggiare la livella anche in posizione perpendicolare alla precedente, per ottenere la precisione in entrambi i sensi. Tipico è il caso dei massetti cementizi, oppure quando si
deve posizionare un montante o erigere un muro la cui verticalità va verificata su due facce che formino un angolo di 90°.

IL MARTELLO

martello fai da teCom’è fatto
È composto da un manico più o meno lungo, di legno, plastica o acciaio con impugnatura rivestita, e da una testa che ha forma diversa a seconda dell’impiego. Nei mazzuoli è tozza e simmetrica, mentre nei più comuni martelli si identifica una “bocca”, la parte battente piatta, e una “penna”, posta sull’altro. Quest’ultima può essere lineare o curva, compatta o biforcuta come nei matelli da carpentiere, con funzione levachiodi. In un laboratorio per il bricolage è bene disporre di martelli di forma e peso differenti.
A cosa serve
Fra i vari tipi di martello, quelli da carpentiere, insieme a quelli da falegname, sono i classici martelli utilizzati per piantare e per levare
chiodi. Esistono poi martelli per demolizione (mazzuoli), martelli con testa di gomma, legno o materiale plastico utilizzati per scalpellare o per non rovinare le superfici, con bocca a palla per ribattere lamiere e carrozzerie, martelline con bocca e testa assottigliate per piastrellisti, per muratori, per saldatori, per tappezzieri e per corniciai.
Come si usa
Il martello va impugnato nella parte bassa del manico, le cui dimensioni sono rapportate al peso della testa per garantire un bilanciamento ottimale. Il movimento del braccio deve fare sì che la parte piana della bocca si trovi perpendicolare al chiodo da piantare, in modo che questo penetri verticalmente, senza piegarsi.
Il martello va scelto bene in quanto il peso e la conformazione della bocca devono essere rapportati alle dimensioni e alla natura sia del chiodo, sia del materiale in cui va conficcato.

Morsetto e strettoio Maurer

Il morsetto e lo strettoio facilitano notevolmente le operazioni di assemblaggio, è come avere a disposizione una terza mano

Per mantenere uniti i pezzi quando si devono realizzare fori che attraversano più parti con una corrispondenza precisa, quando si devono inserire viti d’unione, quando è necessario mantenere serrate le parti per stabilizzare un incollaggio, niente di meglio di morsetto e strettoio. Alcuni adottano forme e soluzioni particolari che li rendono ancora più performanti in situazioni particolari e nel catalogo Maurer ne possiamo trovare alcuni decisamente interessanti per arricchire il nostro laboratorio di bricolage.

Gli strettoi rapidi utilizzano, sulla ganascia mobile, un sistema di avanzamento a cricchetto invece della classica barra filettata da ruotare per arrivare al bloccaggio dei pezzi. Questo sistema permette, una volta posizionato il morsetto, di completare il serraggio con una sola mano, mentre con quelli a vite bisogna usare anche l´altra per contrastare la tendenza a ruotare del morsetto durante l´avvitatura. Premendo la leva e tirando a sé l´asta a cremagliera si libera la presa.

Lo strettoio a cricco 87893 alla massima apertura arriva ad una distanza tra le ganasce pari a 220 mm: essendo concepito e strutturato come le comuni pistole estrudenti, può essere utilizzato anche con cartucce di prodotti siliconici. A questo scopo dispone anche di una guida anulare (di colore giallo) da inserire sul corpo dello strettoio, in posizione avanzata, per sostenere frontalmente la cartuccia.

Quando le giunzioni non sono in linea, ma è necessario un collegamento dei pezzi perpendicolare o con una determinata angolazione, non ci si può affidare a strettoi tradizionali: tipico è il caso delle cornici, per le quali si ricorre a strettoi a nastro o cinghie non sempre facili da posizionare. Più pratici e meno ingombranti sono i morsetti angolari, fissi a 90° o con regolazione goniometrica tra 0 e 180° in grado di esercitare la forza di serraggio tanto all´interno della struttura, negli angoli, quanto all´esterno, abbracciandone gli spigoli.

Livella e distanziometro laser

Strumenti indispensabili per rapide misurazioni

Un allineamento preciso effettuato a mani libere, senza scomode ed ingombranti livelle e bolle tradizionali, da sostenere, a volte in posizioni precarie? Una rapida misurazione lineare e volumetrica ottenuta in pochi secondi?

Non è un sogno!

Oggi vengono in aiuto del perfetto bricoleur strumenti indispensabili, veloci e di facile utilizzo, direttamente dal mondo BOSCH.

 LIVELLA LASER PLL5

Semplice da usare e poco più ingombrante di una penna a sfera, proietta un raggio laser perfettamente rettilineo fino a 5 metri di distanza: che si tratti di allineamento orizzontale o verticale, con PLL 5 non ci sono difficoltà.
Il supporto da parete in dotazione può essere fissato su qualsiasi superficie utilizzando gli appositi spilli, chiodi o nastro biadesivo. 
Sulla piastra magnetica del supporto la livella può essere regolata di circa 1,5 cm senza dover spostare il supporto già fissato. Con due bolle integrate, funziona con 2 batterie AAA da 1,5 V.

LIVELLA LASER MULTIFUNZIONE PCL 1 

 Per gli amanti della precisione la livella laser multifunzione autolivellante PCL 1 è un sogno che si realizza. Lo strumento si basa su 2 raggi perpendicolari ed in pochi secondi indica il giusto allineamento per qualsiasi applicazione al muro o a soffitto.

Indispensabile in cucina e in bagno per la posa delle piastrelle e l’allineamento alle giuste altezze dei complementi d’arredo; per arredare gli altri locali è utile nel collocare mensole, ripiani, allineare piani di lavoro, appendere pensili e quadri.

Inoltre la PCL 1 è preziosa anche nella posa in obliquo, fissando la livella nella posizione voluta, e per avere tutte le possibilità basta il suo treppiede in alluminio ripieghevole (opzionale). Raggio d’azione di 10 metri, tempo di autolivellamento di 4 secondi e precisione di 0,5 mm/m.

DISTANZIOMETRO LASER PLR 30

Pesa solo 250 g ed è poco più ingombrante di un telefono cellulare. Nessuno sconto invece per le possibilità di calcolo e la precisione nella misurazione (2 mm/m), affidata ad un diodo laser da 650 nm ed all’ausilio di mira che indica esattamente dove si punta lo strumento. Consente inoltre memorizzazione e calcolo di superfici e volumi; PLR30 ha un campo d’azione di 30 m.