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Cassetta tagliacornici

Utile nel bricolage per tagliare listelli, perline, cornici di legno, alluminio o altro metallo alla giusta angolazione; la cassetta tagliacornici a forma di U con le pareti incise da fenditure angolate in cui fare scorrere la sega.

È un attrezzo che serve per tagliare, con la giusta angolazione, le barre per cornici in modo da poter realizzare cornici di quadri. Vi sono diversi modelli di tagliacornici, dai più semplici ai più complessi. Il modello base dedicato al fai da te è costituito da una cassetta fatta a forma di U senza le pareti minori, sui lati della quale sono praticate delle incisioni che sono disposte in senso trasversale allo sviluppo della cassetta e con angolazione di 45°, sia verso destra sia verso sinistra.

In tal modo, collocando l´asta della cornice all´interno della cassetta si può inserire un segaccio (in generale si utilizza una sega a dorso, perchè è molto rigida) e si può tagliare la barra a 90° o a 45° in modo che le due barre così tagliate possano formare un giunto di 90°.
Altri modelli di tagliacornici sono costituiti da un banchetto con supporti verticali su cui è montata una sega ad arco che può essere regolata con diverse angolazioni, grazie ad una ghiera di riferimento.
Con tale tipo di tagliacornici è possibile eseguire tagli ad angoli vari in modo da realizzare anche cornici poligonali.

DIVERSE INCLINAZIONI, DIVERSI TAGLI

  1. Dovendo realizzare un lungo incastro a mezzo legno su una tavola si praticano, con la cassetta tagliacornici, tanti tagli paralleli (perpendicolari o inclinati, a seconda della necessità) per una profondità non superiore al 50% dello spessore; il legno si rimuove poi con uno scalpello affilato.
  2. Quando nella piastrellatura di una parete o di un piano di lavoro ci mancano le piastrelle jolly per rifinire gli angoli si usano degli speciali profili in plastica, che vengono affogati nella malta adesiva che incolla le piastrelle lasciando a vista solo il bordo compatto. Si tagliano facilmente a 45° per giuntarli in angolo con la tagliacornici.
  3. I bordini sagomati (servono per la realizzazione di cornici o per abbellire un mobile) si tagliano con precisione con la sega a dorso dopo averli bloccati nella tagliacornici.

Sega a nastro da banco Gamma Zinken

Sega a nastro per laboratori con spazi ristretti

seghe-a-nastroEcco una macchina interessante per il laboratorio di molti fai da te, costretti a ritagliarsi faticosamente uno spazio che non può accogliere attrezzature ingombranti: la sega a nastro.

La JWBS-9 occupa poco spazio, ma permette di tagliare pezzi fino a 80 mm di altezza; il piano misura 300×300 mm e si possono tagliare pezzi fino ad una larghezza di 230 mm, tra lama e colonna. Chi lavora il legno per passione, ha già molte possibilità di divertirsi.

LA CURA DEI DETTAGLI

Costruita in lega di alluminio in pressofusione, la sega a nastro può montare lame di larghezza compresa fra 3 e 10 mm, con sviluppo 1510 mm. I volani, anch’essi in lega di alluminio, sono bilanciati in modo da limitare le vibrazioni e sono ricoperti da una resina poliuretanica antiusura.

La stabilità della macchina è garantita dal basamento in ghisa; tuttavia, il peso complessivo è di soli 17 kg.

Il motore da 350 W è silenzioso e trasmette alla lama una velocità di 670 m/min che consente tagli veloci e sicuri, grazie alla possibilità di regolare con molta precisione tensionamento e scorrimento della lama, quest’ultimo verificabile visivamente attraverso un oblò ricavato ad altezza operatore.

Il piano è inclinabile ed è corredato di guida parallela e guida scorrevole per tagli angolati; la pulizia della zona di taglio è garantita dalla possibilità di collegare un potente aspiratore alla bocchetta ø 48 mm situata in basso sul retro della macchina. La JWBS-9 è l’unica della sua categoria a disporre di una lampada orientabile automatica.

LE REGOLAZIONI DELLA SEGA A NASTRO

  1. Un bullone serrato in una sede laterale mantiene esattamente in linea i semipiani durante qualsiasi tipo di taglio.
  2. Uno spazzolino montato lungo il tratto di ritorno del volano inferiore mantiene pulita la sede di scorrimento della lama.
  3. La manopola laterale provvista di bloccaggio permette di alzare o abbassare il guidalama superiore, in modo da poterlo posizionare il più possibile vicino al pezzo in lavorazione.
  4. Gli elementi di guida laterali superiori ed inferiori vanno regolati in modo che tocchino la lama senza bloccarla.
  5. Dopo il montaggio della lama questa va tesa avvitando la manopola superiore fino a completa compressione della molla; con la manopola inferiore si centra lo scorrimento.
  6. Il piano può essere inclinato fino a 45°, sbloccando la leva e sollevandolo dal lato opposto all’operatore.

Specchio in ingresso

Posizionare come se fosse un’anta leggeremente aperta, uno specchio in ingresso, permette di specchiarsi anche nel corridoio stretto

specchio ingressoE’ fissato a muro con listelli e squadrette metalliche reperibili nei centri bricolage. La superficie a specchio si può ottenere con tanti piccoli pannelli incollati con biadesivo.

Offre una soluzione ottimale per specchiarsi da capo a piedi in uno stretto corridoio e, in più, per riporre scarpe, giacche e cappelli quasi fuori vista.
Con uno specchio applicato alla parete non ci sarebbe spazio per allontanarsi quanto basta da avere una visione d’insieme, mentre con uno specchio inclinato, come un’anta semiaperta, diventa possibile indietreggiare un po’ lungo il corridoio.

Gli specchi in un pezzo unico con cornice sono piuttosto costosi, ma possono essere sostituiti da tanti elementi più piccoli, fissati su un semplice pannello di legno, la cui superficie piana anche sul retro facilita l’ancoraggio obliquo al muro, tramite ripiani a spicchio.
Non occorre farsi preparare gli specchi da un vetraio perché, con i bordi molati, se ne trovano di varie misure in commercio.
Per fissarli si usano gancetti a L, angolari tondi, oppure nastro biadesivo.

 LO SPAZIO TRIANGOLARE E LO SPECIALE BIADESIVO

  1. Il montante che distanzia l’anta a specchio dalla parete, aumentando lo spazio per il guardaroba, è ancorato per mezzo di squadrette metalliche applicate sui listelli che fungono da reggipiani, a loro volta fissati al muro con tasselli a espansione. I ripiani sono resi solidali con i loro sostegni per mezzo di viti: trattengono il pannello portaspecchio, facendo di tutta la struttura un blocco unico.
  2. Per fissare gli specchi esiste un modo velocissimo e impeccabile dal punto di vista estetico: adoperare un nastro biadesivo ad alta tenuta. Ha un forte potere d’adesione (500 kg per ogni 10 cm di lunghezza), resiste all’umidità e fa presa su legno, pittura, vetro, ceramica. La striscia, disponibile in rotolo, è ricoperta sulla superficie adesiva da una pellicola protettiva, che va tolta solo all’ultimo senza toccare il collante con le dita. Ideale per il fai da te.
UTENSILI
Trapano, seghetto alternativo, avvitatore, nastro adesivo

Sgabello fai da te coi tubi

I tubi di cartone si prestano a numerose lavorazioni guardate questo sgabello fai da te, tutto di recupero

I tubi di cartone, facilmente reperibili presso i negozi di cartotecnica o nei centri bricolage più forniti, si prestano a numerose lavorazioni fai da te, molte delle quali davvero entusiasmanti. Ne è un esempio questo originale sgabello, ottenuto assemblando diversi tubi di cartone di vario diametro e tenuti insieme da due cinghie di nylon. Alcuni tubi sono rivestiti con carta da parati mentre altri sono trattati con smalto colorato.
La seduta è costituita da un pannello di faesite rivestito con feltro colorato.

COME PROCEDERE

  1. Utilizzando una sega a dorso tagliamo i tubi di cartone tutti alla stessa lunghezza. Aiutiamoci con una guida di taglio per effettuare un lavoro preciso.
  2. Rivestiamo alcuni tubi con carta da parati, avendo cura di lasciare un’eccedenza di alcuni centimetri alle due estremità.
  3. Questo ci permette di rivestire anche porzioni interne, tagliando le eccedenze a tratti di circa 1 cm e ripiegandole all’interno del tubo.
  4. Trattiamo i rimanenti tubi con smalto acrilico in una tonalità a nostro piacimento.

ACCOSTAMENTO DEI TUBI

  1. Accostiamo tutti i tubi in modo da formare una composizione simile ad un cilindro e serriamoli insieme con due cinghie di nylon.
  2. Presentiamo la composizione sul pannello di faesite e, con una matita grassa, tracciamone il contorno.
  3. Tagliamo il pannello seguendo la traccia e incolliamolo (con adesivo spray) ad un foglio di feltro colorato, i cui bordi verranno sagomati seguendo il pannello di faesite. In questo modo abbiamo ottenuto una comoda e solida seduta da presentare sulla sommità dei tubi.

Sgabello fai da te

Il nastro per mascherature

In comodi rotoli si stende e si rimuove con facilità

Protegge porte, finestre, interruttori e prese dalla pittura che vogliamo stendere sulle pareti: è di carta, in comodi rotoli, si stende e si rimuove con facilità.
Come in tutti i lavori di bricolage, anche in quelli semplici come la pittura a pennello o rullo delle pareti di casa, non vanno dimenticate alcune indicazioni che ci permettono di ottenere il migliore risultato finale spesso risparmiando tempo.
Magari vorremmo fidarci della nostra mano ferma e pensare che sapremo passare con pennello o rullo vicino agli ostacoli senza sporcarli; se siamo tentati di saltare la fase di protezione convinciamoci che è un errore.
Meglio dotarci di teli di nylon o di carta di giornale e procedere con pazienza a coprire cornici di porte e finestre, interruttori elettrici, applique e altri oggetti fissi su pareti e soffitto: il nastro per mascheratura è ideale per fissare queste coperture, ma molto spesso basta da solo a definire i contorni di una presa o di un battiscopa.
Alla fine basta rimuoverlo e il lavoro è finito al meglio senza dover pulire macchie o sbavature.

PARTICOLARI IMPORTANTI

  1. Il nastro per mascheratura deve aderire perfettamente alla muratura, ma al tempo stesso non deve intaccarla quando viene rimosso: Metylan Pittura Perfetta è ideale in casi come questo. La porta va protetta con il telo lasciando scoperti i cardini, da colorare come il muro in quanto visivamente sovrapposti ad esso.
  2. Per un buon risultato è bene stendere due mani di smalto, mescolando ogni tanto il prodotto per mantenerlo omogeneo. 
  3. Non si arriva allo spigolo con il colore, bensì ci si tiene circa 1 cm all’interno; per lo zoccolo si colora soltanto la parte perpendicolare al pavimento, lasciando intatto lo spessore superiore.

Carrello porta utensili

Ogni cosa al suo posto

Mantenere in ordine gli utensili manuali da bricolage agganciandoli a pannelli a parete per individuarli a colpo d’occhio è indubbiamente una valida soluzione, ma quando ci si deve spostare dal banco per eseguire un lavoro si fanno spesso passi avanti e indietro per prendere di volta in volta il ferro giusto.

Se queste condizioni di lavoro sono ricorrenti, meglio farci seguire da un capiente carrello su ruote con cassetti, scomparti ed un ampio piano d’appoggio.

NEL CARRELLO PORTA UTENSILI C’È POSTO PER TUTTO

I cassetti hanno profondità diverse per disporre utensili e minuterie suddivisi per gruppi e dimensioni. Sono provvisti di tappetini antiscivolo e scorrono su guide telescopiche a doppia estrazione. Ai lati trovano posto prodotti per la pulizia e la lubrificazione ed un rotolo di carta da officina.

La struttura autoportante è in acciaio ad alta resistenza, con i bordi arrotondati, ed è montata su ruote in gomma del diametro di 125 mm, due fisse e due piroettanti provviste di blocco di stazionamento.

Nel complesso il carrello misura 915x480xh920 mm ed ha una portata statica di 900 kg.

Bloccando le ruote, l’altezza è ideale anche per utilizzare il carrello come piano di lavoro: il top è costituito da una robusta tavola in lamellare di faggio spessa 25 mm che però non occupa tutto il piano, dal lato rivolto verso il maniglione di trasporto rimane una vaschetta larga circa 100 mm in cui collocare piccoli attrezzi e minuteria senza il rischio che scivolino a terra.

IL MONTAGGIO DEL CARRELLO PORTA UTENSILI

  1. Si inizia montando le ruote munite di piastra sotto il cassone, fissate con 4 viti a brugola
  2. Sul lato destro si avvitano le piastre munite di incastro per l’inserimento del tondino che supporta il rotolo di carta.
  3. Sullo stesso lato, inserito nella sede predisposta e bloccato con viti autofilettanti, si monta il maniglione di trasporto.
  4. Il fianco opposto accoglie i profilati per la collocazione di flaconi, cartucce, bombolette spray ed altre confezioni di prodotti per il bricolage.

Strettoi e morsetti per il fai da te

Indispensabili in molti lavori di bricolage

Strettoi e morsetti sono indispensabili in molti lavori di bricolage che interessano edilizia, meccanica, falegnameria e hanno la funzione di serrare insieme saldamente due o più pezzi mentre si eseguono altre lavorazioni.

Nella sua struttura di base lo strettoio è formato da un piatto d’acciaio ricurvo ad una estremità su cui è saldata la ganascia fissa. 

La parte mobile è formata da una robusta staffa munita di una vite di manovra con un’impugnatura tipo cacciavite o una manovella scorrevole che permette di trasmettere maggior forza; forza che, per un morsetto con l’asta da 25×6 mm, può arrivare fino a 1000 kg. 

La parte scorrevole, posta sotto sforzo, si pone leggermente di sbieco e si incastra sull’asta bloccandosi in posizione.
I tecnopolimeri hanno rimpiazzato molte parti metalliche rendendo il morsetto leggero e maneggevole. In alcuni l’impugnatura è montata sulla ganascia mobile e scorre con essa, tanto che il morsetto può essere manovrato con una sola mano anche in posizioni scomode: un´opzione interessante, considerato che chi pratica il fai da te opera prevalentemente da solo.

VERSATILE PRESA 

  1. L’incollaggio di una cornice, di un cassetto o anche di un mobile di grandi dimensioni non sempre è comoda a causa della difficoltà nel trovare i morsetti della giusta dimensione (almeno 4) e montarli mantenendo i lati dell’oggetto in squadra e ben centrati. Il serraggio a nastro è nato proprio per questo utilizzo. Possiede tre ganasce scorrevoli su di un robusto nastro in nylon lungo quattro metri, più un´ impugnatura con la quarta ganascia munita di un doppio bloccaggio laterale a leva, che permette di registrare la posizione del nastro, e una vite a filettatura quadra con impugnatura a cacciavite che lo mette in tensione. 
  2. Con i morsetti ad angolo si riescono a tenere in posizione con un angolo di 90° i lati di un elemento da assemblare, come un cassetto o una scatola, in modo da poter aggiungere un singolo elemento durante il montaggio senza smontare gli altri. Il posizionamento è rapidissimo grazie ad un pressore a molla.
  3. La versatilità è la caratteristica principale del classico strettoio a vite: si possono sia serrare pezzi da pochi millimetri, sia tenere insieme interi mobili. Tra ganasce metalliche e pezzo, se non hanno già una protezione in materiale plastico, va interposta una tavoletta per non incidere la superficie del legno quando vengono strette con forza.

Raspe e lime per il fai da te

Attrezzi antichi ma insostituibili nei lavori di precisione

Raspe e lime sono state le prime macchine utensili che, nelle mani di artigiani esperti, producevano oggetti di meccanica fine. Attrezzi antichi, ma insostituibili nelle lavorazioni di precisione, realizzano forme che nessuna macchina utensile è in grado di imitare.

L’importanza che rivestiva questo settore è testimoniata addirittura da Leonardo da Vinci che nel foglio 24 del Codice Atlantico ci presenta il progetto di una macchina automatica per intagliare le lime. Tutti gli utensili di questa famiglia sono dotati di rilievi taglienti che “graffiano” le superfici con produzione di trucioli più o meno fini.
La raspa ha una dentatura spaziata fatta di lunghe ed acuminate punte che affondano facilmente nel legno asportando grandi quantità di trucioli.
La dentatura delle lime, invece, viene ottenuta con incisioni diagonali incrociate che creano una fitta rete di basse asperità che “spazzano” le superfici metalliche e ottengono superfici piane e levigate.

DI COSA SONO FATTE?
Le raspe per legno sono ottenute da acciaio al carbonio di durezza intermedia ma esistono anche raspe più dure per pietra e alabastro. Le lime invece sono realizzate in acciaio legato ad alto tenore di carbonio e hanno ragione di quasi tutti i materiali metallici eccetto le leghe da utensileria. La classificazione della dentatura delle lime è rappresentata da curiose definizioni: grossa, bastarda, mezza dolce, dolce, dolcissima, che rimandano alla sensazione tattile che le nostre mani percepiscono passando sulle asperità.
Anche le forme sono le più varie: piatte, triangolari, a coltello, tonde e mezzetonde.

RASPE E LIME SUL LEGNO

  1. La raspa viene impugnata con la destra, ma premuta sul pezzo dalla mano sinistra in modo da “caricare” di più l´utensile ed ottenere un´asportazione più rapida.
  2. Raspe e lime si confondono nell’estremamente piccolo: le “code di topo” sono adatte a lavori di alta precisione come modellismo, orologeria e riproduzione chiavi con forme estremamente varie.
  3. La fogge della raspa sono molto variate per ottenere facilmente ogni forma dal legno: sono molto diffuse le mezzetonde e le tonde, ma alcuni artigiani costruiscono raspe su misura per la creazione di modelli per fonderia.

RASPE E LIME SUL FERRO

  1. Con la lima si possono ottenere superfici perfettamente piane lavorando con passate incrociate di 90°. La dentatura lavora solo in un senso per cui durante la passata di ritorno la lima non deve essere premuta sul pezzo.
  2. La sbavatura dei pezzi tagliati con la smerigliatrice o il cannello è un lavoro ideale per una lima  che permette di ottenere finiture precise ed esteticamente soddisfacenti anche su pezzi di forma irregolare.
  3. Sulle superfici tonde la lima viene usata con un movimento a dondolo: durante la spinta l’impugnatura viene abbassata e la punta rialzata in modo che la parte del pezzo soggetta all’asportazione cambi continuamente e non si producano scalini sul pezzo.

Restauro di un lume a petrolio

Restauro di un lume a petrolio: riportiamo a nuovo splendore un oggetto antico

Il bricolage è soprattutto recupero, tanto più se si tratta di riportare a nuovo un oggetto antico; il vecchio lume a petrolio può essere pulito, riparato, pitturato e, magari, rimesso in funzione.  Per prima cosa smontiamo il meccanismo. Puliamo bene il corpo del lume con una spazzola di ottone che non riga, asportando polvere e incrostazioni. Stendiamo una mano di fondo a solvente e aspettiamo che asciughi. Copriamo con due o più mani successive di vernice brillante di finitura. Per un effetto finale impeccabile è bene stendere ad ogni mano uno strato di smalto sottile: asciuga più velocemente e non genera colature e gocce. A parte ripuliamo bene il meccanismo e, poiché è soggetto a scaldarsi a lume acceso, vi stendiamo una mano di vernice argentata per alte temperature, facile da trovare nei centri fai da te anche in barattoli di piccolo formato.

Sostituiamo lo stoppino con uno nuovo. Inseriamo, con un imbuto, un po’ di petrolio all’interno del serbatoio, senza riempire eccessivamente. 

IL LUME A PETROLIO TORNA NUOVO

  1. Asportato il meccanismo dello stoppino, puliamo bene dalla polvere il supporto, con l’aiuto di una spazzola di ottone che elimina sfogliature presenti sul metallo. Dobbiamo essere delicati ed energici al tempo stesso, ripulire senza rigare o danneggiare la superficie.
  2. Stendiamo su tutta la superficie metallica una base di primer a solvente, ideale sottofondo alla successiva finitura. Questo prodotto protegge, ricopre e facilita l’ancoraggio della vernice. 
  3. A fondo perfettamente asciutto stendiamo lo smalto nel colore che preferiamo. Anche se il primer facilita l’operazione, dobbiamo comunque stare attenti ad avere una mano delicata e omogenea, in modo che a vernice asciutta non si notino le pennellate.
  4. Il meccanismo necessita di cure a parte. Va pulito bene e trattato con smalto protettivo per superfici metalliche ad alte temperature. Ci assicuriamo che il meccanismo di svolgimento sia funzionante e inseriamo uno stoppino nuovo.

UTENSILI

Spazzola, carta vetrata, pennello

Divano di cemento cellulare

Realizzazione fai da te di costo limitato

Realizziamo un divano di cemento cellulare; con questa tecnica possiamo anche realizzare sedie, sgabelli e tavoli.

Nel progettare l’arredo va tenuto conto del fatto che una volta costruiti questi non sono “mobili” ma blocchi assolutamente stabili (è il loro pregio) e del tutto inamovibili.

Se lo vogliamo montare sul terreno del prato dobbiamo prima spianare e sarchiare il terreno e poi stendervi un telo di tessuto non tessuto coperto da un altro telo di robusto PVC (quello per le serre o la copertura dei ponteggi), il primo per evitare la ricrescita dell’erba ed il secondo per fermare la risalita dell’umidità che alla lunga potrebbe sgretolare il materiale.

I blocchetti di cemento cellulare e la speciale malta adesiva per unirli tra di loro sono reperibili nei magazzini per edilizia e nei più grossi centri bricolage.

 

IL PROGETTO

Stabilite, secondo il disegno qui riportato o secondo i propri gusti, le misure dei vari pezzi, prepariamo la dima di montaggio con un pannello di truciolare di 800×600 mm con inchiodati o avvitati i listelli d’appoggio.

La costruzione di tutti i pezzi richiede solo tagli a 90° tranne che per i supporti degli schienali, tagliati a 100°.

 

 

 

TUTTO FATTO CON ATTREZZI MANUALI

  1.  Poggiato lo schienale sul pannello, gli accostiamo contro il primo elemento della seduta dopo averne spalmato il bordo con abbondante malta adesiva stesa con una manara a denti larghi.
  2. Montato il primo rango di pannelli vi incolliamo sopra, se del caso sfalsando le giunte, il secondo rango. Le lastre della seduta si rinforzano inserendovi listelli longitudinali.
  3. Quando la malta adesiva ha fatto sicuramente presa ed è ben secca rifiliamo col saracco tutti i bordi sporgenti (la foto è solo indicativa: per tagliare senza rischio di distacco il pannello verticale occorre bloccarlo con strettoi o con l’aiuto di un volenteroso).
  4. Tutti gli spazi interni vanno riempiti con frammenti di betoncell e schiuma poliuretanica.
  5. Completato il montaggio di tutti i pannelli e, come prima, a malta adesiva perfettamente secca, tutti i bordi si lisciano ed eventualmente si smussano con una pialla Surform o una raspa a dentatura media.
  6. Raddrizzato il “mobile” lo completiamo incollando i restanti pannelli contro il lato finora appoggiato alla dima di montaggio e, a colla asciutta, pennelliamo tutta la superficie con uno strato di malta piuttosto fluida.
  7. Quando la prima mano è quasi asciutta stendiamo col frattazzo americano una seconda mano, spessa tre o quattro millimetri, di malta adesiva che poi…
  8. …quando è quasi asciutta lisciamo accuratamente con un frattazzo di spugna inumidita che dovrebbe lasciare una superficie a specchio o quasi. Idropitture o smalti da esterni completano il lavoro.

UTENSILI
Metro, segaccio, spatola dentata, manara, raspa, stretoio, fratazzo