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Costruire con il vetrocemento

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Il vetro si trascina da secoli la fama di materiale fragile, ma negli ultimi decenni l’architettura moderna, supportata dalla tecnologia, ha portato al suo utilizzo anche come elemento strutturale, lasciando inalterati i plus assicurati dalla sua trasparenza.

La possibilità di diffondere la luce attraverso una struttura portante, verticale, orizzontale o a volta, in vetrocemento, ha amplificato l’utilizzo del mattone di vetro: pur mantenendo la forma che ne ha promosso l’impiego nell’architettura novecentesca, è stato oggetto di perfezionamenti con l’introduzione di elementi sagomati, colorazioni metallizzate, sistemi di posa semplificati rispetto a quelli iniziali, basati sull’utilizzo di un reticolo di calcestruzzo armato. Oggi si possono realizzare superfici in tinta unica o componendo una sorta di mosaico alternando, oltre alle tinte, mattoni a superficie lucida con altri satinati o sfaccettati.

Il vetromattone è riciclabile al 100%, atossico, durevole ed isolante, pertanto l’aspetto architettonico si coniuga anche con un costruire attuale e consapevole; oltre a richiedere una pulizia elementare è inattaccabile da muffe, polveri sottili, ruggine e quasi tutti i prodotti chimici.
Ma è quando si tratta di dividere l’interno dall’esterno garantendo il passaggio della luce che il mattone di vetro dà il massimo. In genere, lo spessore è di 80 mm e, oltre all’isolamento, viene assicurata un’ottima resistenza allo sfondamento, alla compressione ed al fuoco. Si riduce l’effetto serra prodotto dai raggi solari incidenti in estate, mentre durante l’insolazione invernale si può ottenere un contributo nel riscaldamento dell’ambiente.

I sistemi modulari a secco, che permettono di realizzare con facilità divisori o altre strutture leggere, non consentono il sostegno di grossi carichi, per i quali bisogna ricorrere ad un reticolo armato. Va naturalmente considerato che un mattone di vetro con dimensioni 20x20x8 cm ha un peso di circa 2,5 kg, pertanto il supporto dev’essere in grado di sostenere il peso della struttura. Dovendo realizzare pareti ampie, la superficie va divisa a porzioni, tra le quali va inserito un giunto per assorbire le dilatazioni; tali giunti vanno inseriti anche lungo il perimetro della parete da realizzare, tra il profilo guida e la prima fila di mattoni.

SISTEMA TRADIZIONALE CON LEGANTI PER PARETI IN VETROCEMENTO

Mentre per la costruzione di superfici ridotte in interni si può ricorrere alla posa a secco, se i mattoni di vetro vengono utilizzati su pareti perimetrali (interno/esterno) o se si tratta di ampie superfici interne, la posa va effettuata con l’ausilio di malte idonee, ovvero che abbiano una consistenza pastosa ed una granulometria in grado di colmare anche discontinuità minime, pur mantenendo un basso rapporto acqua/legante. Tra le file orizzontali e verticali occorre interporre un paio di tondini ad aderenza migliorata, annegati nella malta; devono trascorrere 3-4 settimane prima di concludere il lavoro con le dovute sigillature.

VELOCE POSA A SECCO

Esistono diversi sistemi autoportanti predisposti per la posa a secco, adatti anche per lavori di bricolage. La struttura può essere in PVC o legno colorato, ma esistono anche strutture reticolari in profilato d’alluminio; i dispositivi di collegamento reciproco possono essere diversi ed in alcuni casi non richiedono neppure incollaggi e sigillature. Infatti, il collegamento dei mattoncini tra se stessi avviene tramite un incastro a scatto e la fuga viene nascosta dal reticolo. Il vantaggio di queste soluzioni è che spesso sono proposte in kit completi che non richiedono alcuna improvvisazione di posa. Seves

Nel caso più comune, quello di una parete divisoria, il telaio portante è costituito da due liste da fissare a pavimento ed a parete, con tasselli ad espansione: è fondamentale l’esatta perpendicolarità.
Nel sistema scelto, i mattoni sono annegati in un profilo perimetrale di legno che ne permette l’incastro, sul telaio di partenza e tra se stessi. Non essendo previsto alcun reticolo, i mattoni vanno distanziati con i crocini ed affiancati cospargendo il bordo di colla vinilica.
Il bordo del primo mattone sovrasta leggermente il profilato e le gole ricavate nel bordo perimetrale di ognuno assicurano un incastro stabile e preciso. Al termine è necessario sigillare la fuga lasciata dai crocini.

 

Tapparelle, tende e frangisole per schermare la luce in casa

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Quando usciamo di casa abbiamo quasi sempre i minuti contati e, nell’abbassare le tapparelle o tirare le tende, i movimenti non sono sempre garbati, limitando la durata dei sistemi di scorrimento. Bisognerebbe anche intervenire nelle diverse ore della giornata per schermare i raggi solari e limitare l’effetto serra d’estate o mantenere il calore d’inverno…
Sono i casi più elementari che fanno apprezzare la possibilità di automatizzare i sistemi di oscuramento, interni o esterni, specie con superfici vetrate di grandi dimensioni.
A monte di tutto questo c’è comunque la scelta del tipo di filtro da frapporre tra noi e la luce esterna: l’altezza dei locali, la loro esposizione, la forma delle finestre, l’arredamento e la necessità di ridurre soltanto o escludere completamente l’accesso ai raggi solari sono fattori imprescindibili nella scelta tra le diverse tipologie di tende, così come i sistemi oscuranti esterni o integrati negli infissi devono tener conto dell’architettura dell’edificio. Per migliorare l’estetica, le tapparelle di moderna concezione non presentano più l’ingombrante cassonetto interno, il rullo viene incassato nella muratura o esternamente (di dimensioni ridotte).

Nella corsa al risparmio energetico, esistono anche sistemi oscuranti costituiti da lamelle orientabili che supportano moduli fotovoltaici.  
MOTORI PER TAPPARELLE


Sono compatibili con tutti i tipi di tapparelle, nuove o esistenti, senza modificarne l’aspetto esterno; si inseriscono nel tubo di arrotolamento e necessitano di un collegamento elettrico. Il movimento può essere comandato da interruttori a muro, da un telecomando o essere affidato alla gestione dei sensori, azionando ogni singola tapparella o tutte insieme: una bella comodità quando si deve uscire o al ritorno a casa! Si possono anche preimpostare orari per i diversi giorni della settimana, in modo che la casa non sembri disabitata anche in nostra assenza, oppure si può decidere di impostare una “posizione preferita” ed alzarle solo parzialmente.
Diversi livelli di protezione, anche in presenza di catenaccioli anti-intrusione. Somfy

MONOBLOCCO A VISTA
I minicassonetti si installano frontalmente all’esterno senza causare danni strutturali all’edificio e mantenendo il massimo isolamento termico. Facile l’accesso in caso di ispezioni o riparazioni senza sporcare o causare disagi all’interno.

MONOBLOCCO A SCOMPARSA
Con questo sistema il cassonetto è installato all’interno della veletta superiore occupando lo spazio del muro; diversi i criteri di coibentazione interna, tutti comunque eccellenti quanto ad isolamento termico. Possibilità di zanzariera integrata. Sprilux/Roma

 

 

FRANGISOLE IN FACCIATA
A comando elettrico o manuale, si installano esternamente per modulare l’ingresso della luce senza ingombri interni.
Finiture, forme e dimensioni adattabili a qualsiasi esigenza architettonica.
Merlo

 

 

 

 

PIU´ COMFORT IN MANSARDA
Nei sottotetti abitabili la luce naturale è importante, ma è fondamentale proteggersi dall’irradiazione diretta del sole che entra attraverso i lucernari. Il sistema Werso offre la possibilità di orientare le lamelle che compongono la tapparella fino a 40°, come se si disponesse di una veneziana; in questo modo la luce viene direzionata ed attenuata, opzione non contemplata in una tapparella tradizionale. Il sistema è motorizzato ed azionabile tramite un telecomando. è disponibile in diversi colori con protezione contro il gelo per l’inverno.
Sprilux/Roma

 

 

TENDE A PANNELLI E A RULLI

Schermando e direzionando la luce si può interagire con l’ambiente: questi tipi di tende sono disponibili in un’ampia gamma di tessuti, con movimentazione a strappo, a cordone o a motore. Con il sistema Folding Panel si può aprire e chiudere la tenda piegando i pannelli, realizzando diversi scenari. Apprezzate in luoghi pubblici ed uffici, approdano giustamente al residenziale moderno; vasta la gamma di tessuti, trame e colori, con possibilità di oscuramento o semplice filtrazione della luce. Comandi manuali o a motore. Silent Gliss

Gli strati che compongono il tetto a falde

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827-0-tetto_coppiIMGUn tetto a falde è composto da vari strati funzionali: la struttura portante, con il compito di sopportare i carichi che gravano su di essa; la barriera al vapore che evita la condensazione negli strati; l’isolamento termico, dimensionato per raggiungere i requisiti richiesti; lo strato di ventilazione che assicura il ricambio d’aria; il manto di copertura che costituisce lo strato di tenuta ad acqua, neve, vento.

A seconda del numero di falde ed alla loro geometria il tetto può essere definito in vario modo (a capanna, a padiglione, ecc), ma occorre fare in modo che le falde abbiano la stessa pendenza e ridurre all’indispensabile le zone di compluvio da proteggere con converse.

L’orditura del tetto si compone di una primaria ed una secondaria (o grossa e piccola orditura); nel nostro Paese la primaria si realizza secondo due sistemi: alla piemontese o alla lombarda.
Il sistema alla piemontese si basa su una trave di colmo, che poggia su capriate o direttamente su un muro di spina, e da travi che seguono la pendenza delle falde; queste appoggiano sulla trave di colmo e su un’altra fissata al muro perimetrale.
L’orditura alla lombarda è invece formata da travi parallele alla linea di gronda poggianti su capriate o su muri trasversali; l’orditura secondaria è formata da listelli con un determinato interasse, la cui disposizione dipende dall’orditura primaria, e da un eventuale tavolato.

Scopo della barriera al vapore è proteggere l’isolante dalla condensa generata per effetto del vapore acqueo che si forma per differenza termica tra ambiente interno ed esterno; anche gli isolanti sono permeabili a questo flusso e la loro traspirabilità va quindi ridotta.

Quanto all’isolamento, occorre distinguere se il sottotetto è abitabile o non abitabile: nel primo caso lo strato isolante si può inserire sotto la struttura portante, specie nei tetti esistenti, o sopra se il tetto è di nuova costruzione. Nei sottotetti non abitabili l’isolante si può posare sull’estradosso del solaio di copertura, ricoprendolo con un massetto per renderlo agibile.

La ventilazione ha lo scopo di portare maggior benessere all’interno dell’abitazione e prevenire la formazione di umidità nei sottotetti: attraverso una camera d’aria tra isolante e copertura, l’aria calda prodotta dall’irraggiamento solare sale per convezione lungo la falda fino al colmo, da dove esce attraverso sfiati predisposti, mentre d’inverno con questo accorgimento si evitano formazioni di umidità.

Il tetto a falde è una copertura discontinua: il manto è realizzato solitamente con tegole, per lo più di laterizio, ma non mancano tegole di cemento, bituminose, lastre di fibrocemento o di pietra, materie plastiche o metallo.
La pendenza delle falde varia in funzione della possibile esposizione e precipitazioni nevose; sono considerate normali le pendenze comprese tra il 30 ed il 45%, per pendenze leggermente inferiori, fino al 25%, sono preferibili i coppi, mentre una copertura in tegole marsigliesi può arrivare ad una pendenza del 50%.  

LA STRUTTURA DI LEGNO

I moderni sistemi costruttivi hanno portato alla modifica dei criteri utilizzati in passato. La struttura viene realizzata con travi pretrattate con prodotti impregnanti allo scopo di preservarle da tarme ed usura, rette dai muri portanti, e paralleli a distanza adeguata per reggere il tavolato. Il legno ha già di suo un potere isolante, pertanto tale copertura collabora al raggiungimento dei valori d’isolamento richiesti; le sue caratteristiche meccaniche, specie del legno lamellare, assicurano un’ottima tenuta e, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, la struttura ha buona resistenza al fuoco.
Oltre ad avere un peso contenuto offre il vantaggio di poter essere lasciata a vista.

LA STRUTTURA DI CEMENTO

I tetti di laterocemento sono di solito costituiti da una parte realizzata con calcestruzzo armato con funzione strutturale ed una composta da laterizio o espanso allo scopo di alleggerire la struttura.
Sono utilizzati in prevalenza per coperture di fabbricati industriali. Una struttura di questo tipo è decisamente più rigida rispetto ad una di legno e non sempre è possibile in zone a comprovata sismicità; vanno rispettati criteri per rendere le strutture “non spingenti”, ma in zone che hanno subito terremoti è stato dimostrato che i tetti di cemento armato hanno causato danni maggiori di quelli di legno.

Sistemi costruttivi Knauf… se li conosci li usi

Le superfici realizzate con lastre in gesso rivestito sono state a lungo considerate, erroneamente, una sorta di compromesso cui si poteva fare ricorso solo per interventi secondari nelle piccole ristrutturazioni. Questo accadeva parecchi anni fa, quando ancora non esisteva un sistema completo di prodotti e soluzioni, dedicato alle costruzioni a secco, in grado di proporsi come valida alternativa alla muratura classica.

Oggi i motivi per scegliere i sistemi a secco sono resi ancor più evidenti dalla strada che ha intrapreso l’edilizia moderna: maggior rispetto per l’ambiente, tempi di esecuzione più rapidi, riduzione delle emissioni, nuove soluzioni per l’architettura d’interni. Rispetto ai sistemi tradizionali, per i quali si parla di “costruzione”, qui l’esecuzione avviene per “assemblaggio”: anziché utilizzare leganti, le strutture vengono predisposte meccanicamente. Questo significa una minore invasività in cantiere e nelle sue immediate vicinanze; maggior pulizia e maneggevolezza si traducono poi in tempi d’esecuzione più rapidi ed immediata fruibilità delle superfici.

L’intercapedine generata dall’orditura metallica può essere utilizzata per il passaggio degli impianti durante la fase costruttiva, senza bisogno di realizzare successive tracce nei muri.
Tutte le soluzioni messe a punto per i diversi impieghi sono certificate e collaudate, a cominciare dall’isolamento termico ed acustico. Il gesso è inoltre incombustibile e si presta per realizzazioni che richiedono protezione passiva dal fuoco; regola l’umidità, assorbendola per poi rilasciarla se l’aria diventa eccessivamente secca. Per gli ambienti fortemente umidi come i bagni si può contare su lastre studiate per condizioni estreme e su speciali intelaiature che consentono l’installazione di sanitari sospesi. 

Gran parte delle opere si realizzano senza disagi alle attività domestiche e non comportano aumenti di carico sulle strutture, pur garantendo un’elevata portanza: rispetto ad una tramezza di muratura il peso è inferiore di 8-10 volte, lo spessore può essere contenuto in soli 10 cm e la superficie può essere subito tinteggiata o piastrellata. 

Vantaggi rispetto alla costruzione tradizionale in muratura

KNAUF

  • Velocità di montaggio
    Senza dover ricorrere ad acqua e calce per gli impasti leganti, il lavoro viene velocizzato; si eliminano i tempi prolungati dovuti all’asciugatura e le superfici sono subito pronte per la pittura o l’eventuale rivestimento.   
  • Isolamento acustico
    Il Sistema Comfort Acustico offre ben oltre 100 soluzioni certificate che assicurano un elevato isolamento dai rumori anche in spessori ridotti, riducendo inoltre il riverbero acustico negli ambienti.
  • Guadagno di spazio
    La varietà di spessori che caratterizza le lastre di gesso rivestito consente scelte differenziate per ciascuna applicazione; rispetto ai sistemi costruttivi tradizionali si ottiene una superficie calpestabile fino al 20% in più.
  • Resistenza a carichi e urti
    Le lastre GessoFibra Knauf resistono alle sollecitazioni meccaniche e alle scalfitture; il sistema costruttivo sopporta anche carichi elevati, distribuiti o concentrati, fino a 55 kg per tassello. Con la possibilità di applicare quadri, mensole e pensili in qualsiasi punto delle pareti.  

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Locali interrati in pronta consegna

Una cantina permette una maggiore vivibilità degli spazi abitativi mantenendo inalterato l’ingombro “fuori terra” di una casa. La presenza di locali interrati o seminterrati può innalzare notevolmente il valore dell’immobile, ma realizzarli comporta spesso interventi laboriosi e costosi, soprattutto per cautelarsi contro umidità ed infiltrazioni; tant’è che in molti casi si finisce per rinunciare.

Come già avviene per le abitazioni, la prefabbricazione facilita anche questo tipo di opere edili: in un certo senso la cantina, che può essere costituita da uno o più locali, viene predisposta in fabbrica con i muri già di per sé impermeabilizzati, pronta per essere calata all’interno di uno scavo e ricoperta con la platea di fondazione.   

In alcuni casi, quello che arriva in cantiere è un parallelepipedo al grezzo, che può avere diverse dimensioni e che può essere posato sul fondo dello scavo; in altri casi pareti e soffitto devono essere assemblati su un basamento realizzato sul fondo dello scavo.
Ci sono aziende che si occupano dell’intero intervento: realizzazione dello scavo, fondazione, trasporto e messa in opera dei moduli prefabbricati; altre aziende installano soltanto il prefabbricato, scavo e basamento sono a carico del committente che deve rivolgersi ad altre imprese.

Un’opzione interessante e tutt’altro che trascurabile riguarda la predisposizione per gli impianti idrici ed elettrici che, in una costruzione secondo sistemi tradizionali, richiede l’intervento di più professionisti con tempi decisamente più lunghi e costi. Alcune ditte forniscono numerose possibilità di finitura dopo la posa dei moduli prefabbricati, con soffitti a volta e rivestimenti di mattoni o pietra.

LA MINI CANTINA

La minicantina prodotta da Glatthaar misura esternamente 3×5 metri ed è completa di scala di cemento armato. Le pareti hanno uno spessore di 24 cm e sono fornite con impermeabilizzazione; il montaggio viene effettuato su una platea spessa 20 cm realizzata sul fondo di uno scavo e si conclude con la posa della soletta anch’essa prefabbricata. Con lo stesso sistema costruttivo è possibile realizzare non solo la cantina, ma un vero e proprio piano interrato con pareti divisorie, coibentazione e finestrature; il tutto viene successivamente ricoperto con la realizzazione della platea di piano terra. Questi sistemi sono stati scelti anche da affermate aziende costruttrici di case, come Wolf Haus e Haus Idea.
Glatthaar

MODULI PREASSEMBLATI PRONTI PER L’INTERRAMENTO

Parlando di cantine prefabbricate, non necessariamente ci si riferisce a moduli che permettono di realizzare locali secondari interrati o seminterrati su cui viene costruita un’abitazione. I moduli prodotti da CLC Vasche non possono essere utilizzati per questo scopo, tuttalpiù sopra di essi può essere realizzato un garage, indipendente dall’abitazione; si accede alla cantina tramite una scala nascosta da una botola al suo interno, oppure attraverso una scala esterna di muratura se la cantina non viene completamente interrata. Anche in questo caso è possibile accostare più moduli, con porte comunicanti; va specificato che queste strutture non sono concepite in alcun modo per l’abitabilità, ma rappresentano una soluzione interessante per disporre di volumi accessori da utilizzare non solo come scantinati, ma anche come taverne.

La parziale copertura può essere realizzata in vario modo, come appendice del verde circostante o come terrazza.Ogni modulo viene progettato tenendo conto di fattori standard, ma dimensionato e realizzato a seconda delle esigenze: forme e dimensioni sono limitate esclusivamente dalle norme che regolano il trasporto su strada. Vani interni a tenuta, aperture, botole, finestrature, smussi e tramezze possono essere concordate con il committente.
 CLC Vasche

Appendiabiti in ingresso

Appendiabiti in ingresso per avere ordine con un semplice pannello di truciolare il gioco è semplice e veloce…mai più disordine entrando in casa!

A volte, invece di suddividere gli ambienti, abbiamo necessità di occultare un angolo o una parte di un locale: è sicuramente il caso di un ingresso dove possono esserci appendiabiti e portaombrelli che creano, in qualche misura, un certo disordine.
Una possibile soluzione fai da te consiste nell’installare un pannello di truciolare dotato di doppia cornice, che poggia su due piedi tondi ed è mantenuto in posizione da un ripiano collegato ad esso e fissato alla parete.
Due tondini paralleli fungono da appendiabiti e concorrono alla stabilità dell’insieme. La distanza dalla parete è da valutarsi dai 40 ai 60 cm, mentre la sua altezza è tale da distare dal soffitto di almeno 50 cm. Sul pannello si può realizzare una finitura a piacere oppure incollare uno specchio sottile per darsi l´ultima occhiata prima di uscire da casa.

COME REALIZZARE IL “NASCONDIGLIO”

  1. Il pannello di truciolare da 20 mm va incorniciato con un listello piatto incollato e avvitato ad esso lungo la sua mezzeria.
  2. Il retro del pannello viene collegato ad un ripiano e a due tondini fissati alla parete.
  3. Sulla superficie si stende un primer sintetico che prepara il truciolare a ricevere lo smalto.
  4. La finitura a smalto acrilico si può effettuare con un rullo sagomato che dona l´effetto di una superficie tamponata “a straccio”.
  5. Dopo la smaltatura si fissa la controcornice interna con qualche punto di colla vinilica.
  6. La controcornice posta su entrambe la facce del pannello rinforza e stabilizza la cornice principale. Tutti i materiali sono reperibili nei centri bricolage.

Come costruire una scarpiera

Per costruire una scarpiera fai da te si può anche adattare uno scaffale già pronto. Ideale per un corridoio stretto in cui non manchi spazio ai lati.

Per la struttura esterna di questa scarpiera, realizzata con tecniche fai da te, basta un’intelaiatura chiusa solo nelle facce a vista e modificata per arieggiare l’interno. La parte interna della scarpiera deve avere la fiancata di trazione sporgente rispetto al corpo, in modo da battere sul bordo del contenitore come fanno i frontali dei cassetti. Per garantire uno scorrimento agevole, l’ideale è montare questo corpo su ruote, tenendo conto del loro ingombro in fase di progettazione. Per quanto riguarda i ripiani, bastano coppie di listelli o tondini metallici, di solito messi a livelli sfalsati in modo da far stare le scarpe in discesa e occupare quindi una profondità minore. Sia per adattare e completare lo scaffale interno, sia per costruire il cassone di struttura esterna serve un trapano, possibilmente avvitatore, e qualche utensile da taglio. Inoltre serve un corredo valido di utensili per la finitura. Quanto ai materiali, vanno bene diversi tipi di pannelli, ma il più pratico per la smaltatura è l’MDF, dalla superficie liscia, anche lungo i tagli.

costruire una scarpiera fai da te

Servono: listoni (4 da 50x30x1100 mm, 2 da 50x30x990 mm); truciolare (fianco da 1000x1082x18 mm, fondo da 400x1082x18 mm, tetto da 1018x400x18 mm, esterno da 400x1100x18 mm, 2 pezzi da 315x1000x18 mm, fianco interno da 335x1000x18 mm, fondo da 1000x1050x18 mm); listelli (1 da 1000x60x5 mm, 8 da 50x10x1000 mm); squadrette (8 da 40×10 mm, 2 da 20×20 mm); 4 ruote piroettanti Ø 40 mm; viti corte e a testa svasata; spine Ø 8 mm; maniglione e griglia metallica 60×40 mm; stucco; smalto; colla. Si trova tutto nei centri bricolage.

  1. Predisponiamo i vari pezzi tagliandoli con il seghetto alternativo. Al momento della levigatura un attrezzo con aspirazione a microfiltro si rivela particolarmente prezioso per facilitare le operazioni.
  2. Assembliamo il tutto con colla e viti e inseriamo sotto lo scaffale quattro ruote con attacco a piastra, da fissare con viti molto corte, aggiungendo, se lo spessore non basta, un tacchetto di rinforzo.
  3. Smaltiamo con due o più mani fino ad ottenere una perfetta laccatura. Costruire una scarpiera? Un gioco da ragazzi!

Recuperare spazio in bagno

Recuperare spazio in bagno costruendo una struttura di pannelli e mensole intorno al lavabo in sostituzione dei classici pannelli

La struttura, vista nel dettaglio, si presenta come un insieme di pannelli separati che, oltre a fungere da rivestimento estetico, costituiscono anche il dorso e il supporto per lo specchio, per la tradizionale mensola tra questo e il lavabo, più una serie di altre mensole minori.

Mentre all’interno dei pensili boccette, flaconi, tubetti possono al massimo abbattersi, ma non cadere a terra, su mensoline aperte questo rischio invece c’è. Per ovviare a questo possibile inconveniente e per ottenere un insieme d’arredo più articolato basta montare, anziché dei ripiani nudi e crudi, delle mensoline protette.

Sul retro c’è automaticamente la struttura a cui vanno fissate, ai lati vanno bene due stretti fianchi e davanti l’ideale è una ringhierina semplice, che può consistere in un pezzetto di tondino fissato tra i fianchi in orizzontale.

Nel caso di mensole usate per boccette di misura molto varia, tra cui contenitori piuttosto piccoli, può essere conveniente raddoppiare la ringhiera e mettere un secondo tondino più in basso.

Non è, invece, molto indicato applicare un frontalino perché rende più difficoltose le operazioni di pulizia e, se non abbinato a un tondino più in alto, non dà una garanzia sufficiente contro le cadute.

Sia il rivestimento sia le mensoline stanno benissimo anche di compensato e multistrato, purché venga applicata una finitura resistente all´umidità. Per il primo basta uno spessore modesto, sui 6 mm, mentre le seconde richiedono almeno 10 mm.

Affinché la struttura duri nel tempo conviene scegliere un legno in versione “marina” (che sopporta meglio l’umidità), mentre non è poi così importante usare colla per esterni. L’altezza e la larghezza dei singoli pannelli dipendono dal filo superiore del rivestimento di piastrelle, dal livello a cui è sistemato il lavabo, dalla presenza in basso di eventuali sanitari, dalla distanza tra loro e rispetto ad altre pareti e dal gusto personale in fatto di zone vuote.

Le mensoline in linea di massima stanno bene larghe quanto le strisce di rivestimento, ma su eventuali pannelli molto ampi possono anche essere ridotte.
Per quanto riguarda la profondità e l’altezza, valutiamo che 70 mm sono più che sufficienti ed esteticamente validi per entrambe. Tutto il legno occorrente si trova nei centri bricolage.

PREPARIAMO LE MENSOLINE

  1. Per non lasciare elementi di giunzione in vista, le fiancate vanno fissate ai pianetti con un sistema cieco: per mezzo di incastri (eccessivo per una costruzione così leggera), pastiglie lamello oppure spine.
  2. Le unioni vanno preparate tenendo conto della forza di gravità: benché modesto, il peso stesso dei piani e di ciò che reggono non deve favorire lo smontaggio, quindi le spine o le pastiglie vanno messe in orizzontale, chiudendo il piano tra i fianchi.
  3. L’astina che funge da ringhiera va montata quando si mettono i fianchi. Non servono spine: basta inserire il tondo in fori di pari misura.
  4. Il pannello che funge da rivestimento a parete facilita il fissaggio a muro delle singole mensoline e in più, fungendo da dorso, contribuisce alla loro solidità perché rafforza la tenuta in squadra tra fianchi e pianetti. Qui la giunzione cieca si ottiene molto semplicemente con viti inserite dal retro, la cui testa resta in ogni caso comunque fuori vista. L’impiego di uno o due strettoi permette di lavorare con maggiore precisione e facilità.

https://www.youtube.com/watch?v=c0BZfS7E1g4

Come pulire il granito

Vediamo come pulire il granito con i prodotti facilmente reperibile nei centri bricolage

A quanti è successo almeno una volta di macchiare dei piani di granito, lasciando qualcosa di untuoso o bagnato appena appoggiato sopra? In bagno o in cucina o sui davanzali delle finestre? Succede perché i materiali di cui sono fatti, risultano essere molto porosi e ciò favorisce molto l´assorbimento di sostanze che possono causare macchie ed incrostazioni: ecco come li possiamo ripulire e proteggere con tecniche fai da te e prodotti reperibili nei più comuni centri bricolage.

  1. Le superfici di pietra come marmo, granito, luserna, essendo leggermente porose, tendono ad essere particolarmente esposte al rischio di infiltrazioni e macchie, soprattutto se installate in esterno.
  2. Per la loro manutenzione, a materiale completamente asciutto, applichiamo un prodotto che fornisce un´azione disincrostante, da stendere con una spazzola a setole dure lasciandolo agire per alcuni minuti.
  3. Una volta che la superficie è stata trattata con questo prodotto, applichiamo a pennello un protettivo antimacchia che esercita una forte azione impermeabilizzante ed è molto resistente allazione corrosiva di oli, grassi, smog, muffe, caffè, vini, succhi di frutta, bibite, umidità. I successivi trattamenti di pulizia ordinaria saranno ora più semplici e pratici: basterà passare uno straccio bagnato imbevuto di detergente (preferibilmente neutro).

Come pulire il granito – Come procedere

come pulire il granito
come pulire il granito

Libreria a giorno fai da te

Semplici supporti di legno, al posto dei classici ripiani, formano una struttura originale per la libreria a giorno

Ogni singolo volume ha un’ampia visibilità e viene valorizzato. Creazione fai da te moderna e adatta per cimentarsi col proprio bricolage.

Occorrente per libreria a giorno
 

 
Materiali
Pannello di multistrato 2000x1000x15 mm; 2 listelli di legno massello 40x40x2000 mm; bordino melamminico; primer universale all’acqua; smalto acrilico; viti autofilettanti; pennello.
Per questa realizzazione fai da te ci siamo ispirati alla libreria “Piola” di Nobody&Co.
 
FORATURA E BORDINO

  1. Utilizzando una squadretta metallica, tracciamo sul pannello di compensato i riferimenti per il fissaggio dei supporti.
  2. Con il trapano pratichiamo i fori per il passaggio delle viti. Eseguiamone due per ogni singolo supporto, per un’efficace tenuta.
  3. Rivestiamo il profilo laterale del pannello di compensato applicando un bordino melamminico dello stesso colore del pannello.

FISSAGGIO DEI SUPPORTI

  1. Dopo averli tagliati nella lunghezza di 200 mm, trattiamo tutti i supporti con primer universale e poi con due mani di smalto acrilico.
  2. Morsettiamo al pannello di compensato due listelli guida che ci permettono di mantenere in posizione, ben allineati, i supporti di ogni fila, collocati alla giusta distanza grazie ad alcune “fette” di legno aventi la stessa sezione.
  3. Attraverso i fori precedentemente eseguiti sul pannello, foriamo anche i supporti per facilitare l’inserimento delle viti.
  4. Fissiamo i supporti al pannello di compensato inserendo le viti autofilettanti nei fori che, da dietro, abbiamo svasato per poterle incassare. Procediamo nello stesso modo per le file successive.

costruire libreria d'arredo