Ad avere una piscina poco oltre la soglia di casa e non poterla utilizzare per diversi mesi dell’anno ci si sente un po’ come un bambino davanti alla vetrina di un negozio di giocattoli. Se poi la vasca è talmente vicina all’abitazione da risultare parzialmente coperta da una struttura aggettante, la voglia di una nuotata anche mentre fuori fa freddo fa aguzzare l’ingegno: bisogna trovare il modo di chiudere quello spazio trasformandolo in parte integrante della casa, senza stravolgere l’architettura ed in modo che la struttura possa scomparire nei mesi caldi.
Il proprietario di questa villa in provincia di Massa-Carrara c’è riuscito, delimitando il perimetro dell’area coperta con portoni sezionali Hörmann a taglio termico; alcuni di questi chiudono il porticato tra il soffitto ed il pavimento dell’area esterna dedicata al relax, mentre altri scendono fino sul fondo della piscina, separando gli ambienti interni dallo spazio circostante. Una soluzione già in uso negli impianti natatori del Nord Europa.
Il comfort della piscina in casa è garantito da un sistema di riscaldamento dell’acqua, d’estate i portoni (che hanno le caratteristiche di veri e propri serramenti) scompaiono in un controsoffitto ispezionabile d’acciaio che nasconde anche le guide di scorrimento ed i meccanismi di sollevamento realizzato allo scopo. Il movimento dei portoni è comandato da una centralina con apertura automatica temporizzata; l’unico accorgimento è quello di sottoporli ad un trattamento di verniciatura anticorrosione sulle guide, per proteggere il metallo dal contatto con un ambiente umido. Hörmann
Le porte rasomuro (o a filo muro, che dir si voglia) non hanno bisogno di alcuna cornice coprifilo, pertanto, quando sono chiuse, l’unico particolare che ne segnala la presenza è la maniglia, essendo la fessura che rimane tra porta e parete veramente minima. Possono essere acquistate senza finitura, rivestite soltanto con una mano di fondo, per poi essere completate con la stessa finitura della parete, incluso il battiscopa. Questo tipo di porta non prevede il consueto falso telaio, sostituito da uno stipite in alluminio anodizzato da murare con zanche, se la parete di pertinenza è in muratura, da fissare con piastre o altri sistemi a corredo se si tratta di cartongesso. Il telaio è inoltre provvisto di una guarnizione di battuta in gomma; le cerniere sono a scomparsa, solitamente fissate al telaio in prossimità dello stipite e del pavimento da un lato ed annegate a filo dello spessore della porta dall’altro. Alcune case adottano una terza cerniera centrale, specialmente per modelli di dimensioni maggiori rispetto agli standard. Il pannello che costituisce la porta ha spessori compresi tra 42 e 55 millimetri a seconda dei modelli.
Per quanto riguarda i modelli tradizionali a battente, uscendo dalle misure standard (60-70-80×210 cm) non ci sono problemi a reperire porte con altezze comprese tra 150-300 cm e larghezze comprese tra 500-1100 cm, oppure realizzabili su misura anche nella forma. Infatti è possibile richiedere porte a battente di forma trapezoidale, ad arco, a botte, a doppia botte, consentendo massima versatilità e personalizzazioni estreme. Per chi vuole osare oltre ogni limite esiste un sistema brevettato per porte basculanti o a bilico verticale (da 180° o 360°) a totale filo muro: la porta si apre girando su se stessa, come gli accessi segreti nei film di spionaggio. Il movimento del pannello è determinato da perni a totale scomparsa posizionabili da un minimo di 6,5 cm dal montante fino al centro esatto del pannello.
Se poi si adotta un sistema di chiusura automatico, incassabile a totale scomparsa (quando la porta è chiusa), si ottiene il massimo del minimalismo, in quanto si può eliminare la maniglia ed adottare un’impugnatura simile a quella delle porte scorrevoli. L´INSTALLAZIONE
In una situazione come questa, con il vano porta che quasi interferisce con il soffitto a cupola, una porta tradizionale con falso telaio e cornici coprifilo non è certo il massimo dell’estetica. La porta rasomuro fa apprezzare in pieno la variazione tra le pareti lineari ed il soffitto curvo.
L’INSTALLAZIONE DELLA PORTA RASOMURO
Prima di posizionare il telaio all’interno del vano porta bisogna piegare le zanche verso destra o verso sinistra, a seconda del tipo di apertura (verso l’interno o verso l’esterno). L’anta ed il telaio vanno inseriti assemblati. Le zanche vanno murate con cemento a pronta presa o schiuma controllando l’esatta perpendicolarità delle cerniere.
II telaio va collocato a filo muro esterno rispetto all’accesso alla stanza. Quando le zanche sono stabili si toglie la porta e si realizza la cassaforma per procedere al ripristino della muratura.
Rasatura di raccordo con la muratura esistente prima di rimuovere la pellicola protettiva dal telaio.
La sede per il perno della cerniera a sgancio rapido superiore
Il bloccaggio della porta.
Particolare della cerniera a pavimento con il perno di rotazione.
INSTALLAZIONE COMPLETATA
L’installazione è completata: le pareti tinteggiate e lo scarso impatto visivo della porta fanno apprezzare in pieno la geometria della stanza.
La definizione di casa passiva individua le abitazioni ad alto risparmio energetico. Si tratta di abitazioni caratterizzate da involucri altamente coibentati con dispersioni termiche ridotte al minimo per massimizzare lo sfruttamento delle fonti energetiche con cui si produce calore o fresco. In seconda battuta, tali abitazioni sono anche connotate da un’emissione minima di inquinanti in termini di fumi, CO2 ed altro. Tutte queste qualità possono anche essere ottenute con la ristrutturazione di un edificio esistente, ma i materiali e la tecnica costruttiva sono radicalmente diversi, potendo intervenire anche su forma, sviluppo e orientamento della struttura generale, caratteristiche molto rilevanti. Si tratta di un’edilizia che nei paesi nordici ha già fatto notevoli passi avanti, mentre nel nostro Paese si trova ancora agli albori.
Questo si traduce in un seria difficoltà nell’individuare imprese costruttrici che siano in grado di realizzare tali abitazioni insieme alla scarsa reperibilità sul mercato di materiali specifici. Per questi motivi, volendo orientarci verso una soluzione di casa passiva, è necessario affidarsi direttamente alle aziende produttrici specializzate in case prefabbricate (almeno nei singoli componenti) ad alto risparmio energetico. Sul mercato italiano molte aziende che operano in questo settore sono emanazione di case madri del Nord Europa. La costruzione di una casa di questo tipo ricalca, genericamente, quella di ogni altra struttura prefabbricata, ma lo sviluppo ed il suo orientamento seguono regole precise. Le forme sono più compatte perché consentono un maggior risparmio energetico, le superfici vetrate risultano molto superiori a quelle di una casa normale, le coperture sono in genere più estese.
Le fonti di approvvigionamento energetico sono generalmente differenziate e combinate: caldaie, pannelli solari, pannelli fotovoltaici, pompe di calore. La qualità e la tipologia dei materiali isolanti sono sempre elevatissime. Ciò conduce, ovviamente, ad un costo superiore, a parità di metratura di quello di una normale abitazione, ma questo costo viene rapidamente ammortizzato dal risparmio conseguito sui consumi di energia. Le tipologie sono differenziate e si possono ottenere consumi energetici ben inferiori ai 30 kWh/m2 (pari a 3 litri di gasolio per m2 all’anno). Ad ogni tipologia corrisponde una classe energetica individuata dal consumo equivalente di kWh per metro quadrato all’anno.
Il lato dell’abitazione rivolto a sud è provvisto di ampie superfici vetrate ed anche la disposizione delle stanze vede collocati su questo lato i locali che possono trarre maggior beneficio dall’irraggiamento solare: soggiorno, salotto. GriffnerHaus
L’utilizzo di pannellatura prefabbricata in calcestruzzo, unita ad altri materiali, non pone limiti alle possibilità costruttive. I produttori specializzati in questi elementi prefiniti offrono soluzioni eleganti, ardite e di costo abbastanza contenuto
Le strutture prefabbricate non utilizzano solamente il legno come materiale di base ma, ponendo più attenzione verso l’edilizia classica, possono impiegare anche pannellature in cemento da montare su una struttura portante in travi di legno.
In alcuni casi, addirittura, viene eliminata l’ossatura lignea per sfruttare totalmente la resistenza del calcestruzzo.
Il pannello di cemento pluristrato che costituisce un’intera parete è fabbricato con le superfici già rifinite: ghiaino lavato o rivestimenti plastici per l’esterno e superfici levigate pronte per la tinteggiatura all’interno.
Il prefabbricato viene realizzato su una base tradizionale in cemento, che funge da copertura di garage e cantine, oppure su fondazioni a trave continua.
Il montaggio avviene per mezzo di gru che posano ogni componente, dalle pareti al solaio, anch’esso prefabbricato e rifinito nella parte inferiore (ma che necessita di una gettata di cemento per formare il piano di calpestio superiore. A montaggio terminato vengono realizzati i rivestimenti nella maniera classica e vengono realizzati anche gli elementi in muratura per le cucine, i caminetti e altro.
I principali vantaggi dei prefabbricati in calcestruzzo risiedono nella velocità di posa e nell’ottimo isolamento termoacustico (garantito dalle finestrature con vetrocamera), dalle pareti con lastra isolante incorporata e alleggerimenti in argilla espansa. Il sistema di montaggio prevede la collocazione degli isolanti in uno strato continuo che si unisce negli angoli per evitare ponti termici e la comparsa di macchie sulle pareti.
QUALI COSTI?
Una casa prefabbricata con pannelli in cemento presenta, in confronto al lavoro artigianale dell’impresa edile,
un’esecuzione di qualità costante che rende certi i costi e i tempi di esecuzione.
I primi risultano molto più contenuti.
In generale (ma con tutte le variabili del caso), 1 mq di casa prefabbricata ha un costo medio che va dai 1.100 a 1.600 euro, mentre quello di una costruzione tradizionale è più alto, in media, del 20-30%.
Le pannellature sono costruite in fabbrica con le superfici già predisposte per la tinteggiatura.
La tecnica adottata (block bau) è antica e garantisce un isolamento sicuro anche grazie all’incastro a doppia maschiatura che impedisce agli agenti atmosferici di aggredire il legno in profondità. La tecnologia “bilama” permette una maggiore stabilità oltre alla possibilità di effettuare calcoli strutturali che diverranno obbligatori anche per gli edifici in legno, come prevede la normativa europea. È sempre consigliabile il sistema bilama perché più stabile, resistente e facile da assemblare.
Su una base (massetto o soletta) perfettamente piana vengono collocati gli elementi perimetrali e quelli divisori di ogni singolo ambiente. La squadratura iniziale è fondamentale per un lavoro preciso e rapido.
Si inizia con l’elevazione delle pareti incastrando i vari elementi sagomati uno sull’altro.
I telai delle aperture di accesso e le porte interne vengono collocati in posizione e squadrati in bolla prima di avanzare nell’elevazione delle pareti.
Sia le pareti esterne sia quelle interne sono realizzate con rapidità alternando i vari elementi che ne costituiscono il perimetro con un gioco di incastri che ne garantisce l’assoluta stabilità e la regolarità geometrica. La precisione degli incastri e delle sagomature facilita l’esecuzione. Vivere nel legno
Durante l’elevazione delle pareti perimetrali vengono inseriti i telai delle finestre con relativi davanzali. Anche le strutture dei balconi vengono predisposte prima di raggiungere il piano del soffitto.
I soffitti o i piani divisori sono costituiti da coperture in spesse perline piallate che poggiano sui travi di sostegno. Queste superfici vengono, a loro volta, dotate di coperture diverse che vanno dai listoni al parquet a coperture continue, a seconda della richiesta.
La struttura generale della casa prende forma con rapidità. Se, come in questo caso, l’accesso alla struttura è agevole su tutti i lati, i tempi di lavoro vengono ridotti. In ogni caso prima di procedere con la realizzazione di una qualsiasi casa prefabbricata è importante valutare l’accessibilità al luogo da parte di mezzi pesanti e gru. Ogni eventuale ostacolo o difficoltà di accesso andrebbe rimosso.
La struttura portante di questa casa Pagano è un telaio in legno lamellare, che esalta le caratteristiche meccaniche del materiale eliminandone i difetti e rendendolo più omogeneo. L’insieme, formato dall’unione tra elementi verticali e orizzontali, è studiato in modo da resistere a traumi di diversa natura, dovuti a sismi, vento ed altri fattori atmosferici. La casa Pagano è suddivisa da pareti modulari montate dopo l’innalzamento della struttura portante.
L’interno della casa, lussuoso e molto luminoso. Le camere da letto e il salone principale godono di un’ampia vista grazie alle pareti realizzate con vetrature doppie.
LE FASI DEL MONTAGGIO DELLA CASA PAGANO
Gli elementi prefiniti in fabbrica vengono posizionati con gru sulla base portante e qui affrancati tramite elementi ad incastro. Ogni altro componente viene quindi inserito nella struttura. L’ultima fase del lavoro consiste nella messa a punto dell’impiantistica e nella realizzazione delle finiture che comprende l’installazione delle estese vetrate. Pagano System
Solida alleanza tra materiali ecologici e tecniche avanzate, le case prefabbricate in legno conoscono una stagione di grande attenzione e favore. Le aziende produttrici offrono una vastissima gamma di soluzioni abitative, in parte già definite, in parte da eseguire su indicazione del cliente.
Pur con le differenze che contraddistinguono ogni prodotto, queste abitazioni vengono trasportate sul luogo della costruzione in elementi prefiniti che vengono assemblati totalmente da personale specializzato, in brevissimo tempo (in genere 1-2 settimane). Il lavoro affidato al cliente consiste nella preparazione di una piattaforma in cemento armato (ideale è una soletta sotto cui si trovano cantine e garage) su cui viene installato il prefabbricato. Questo è comprensivo di ogni struttura: elementi portanti, pannellature, tetto, serramenti e pavimentazione. Gli impianti idrici, elettrici, di riscaldamento, Tv, ecc sono già cablati nella struttura e devono essere solamente allacciati alle condutture che pervengono all’abitazione attraverso la soletta portante.
I bagni e i servizi sono, in genere, completi di sanitari la cui tipologia viene preventivamente concordata con il cliente. La composizione delle pareti esterne è molto diversificata e va rapportata all’ambiente in cui la casa verrà collocata. In ogni caso il grado di isolamento termico è sempre molto elevato per ridurre al minimo i consumi energetici dell’abitazione.
1. IN LEGNO MASSICCIO Le pareti sono costituite da travi di legno massiccio o lamellare a disposizione orizzontale stratificata. Negli angoli le travi sono congiunte mediante incastro a croce. Le pareti esterne vengono coibentate con materiali ecologici sulla facciata interna e rivestite con una perlinatura di legno massiccio. Rubner 2.IN PANNELLI CON STRUTTURA PORTANTE A TRALICCIO l La struttura portante è costituita di un telaio in legno d’abete massiccio che racchiude dei pannelli isolanti ecologici nello strato interno. Le pareti esterne sono rivestite all’interno di doppio pannello ed esternamente di cappotto termico integrale in sughero naturale, ricoperto da intonaco a base minerale o da una perlinatura in legno massiccio. Rubner 3.IN PANNELLI DI LEGNO MASSICCIO l Le pareti sono costituite da grandi pannelli di legno massiccio in cui sono ricavati anche i vuoti per porte e finestre e sono prefabbricate ad hoc. Sul lato esterno la parete è provvista di cappotto termico realizzato con materiali ecologici e ricoperto da intonaco a base minerale o da una perlinatura in legno massiccio. Internamente essa è rivestita da una superficie in pannelli di cartongesso o legno e può essere personalizzata a piacere. Rubner
RAPIDITA´DI MONTAGGIO
In 1-2 settimane la casa viene totalmente assemblata e rifinita con la copertura del tetto e i collegamenti dell’impiantistica.
Partendo dalla base si procede con la tamponatura delle pareti incastrando i vari elementi l’uno sull’altro.
Sulla sommità delle pareti vengono incastrati i puntoni della copertura costituiti da lunghe travi che appoggiano sul colmo centrale.
La copertura del tetto in perlinato viene sagomata e collocata in opera quando la struttura inferiore è stata completamente assemblata. Il tetto può essere semplice, doppio o con doppio isolamento in lana di vetro ecologica. Le pavimentazioni interne possono essere in listoni piallati o in parquet in varie essenze.
I classici teli per copertura sono più o meno realizzati come le coperture dei camion centinati, senza cuciture ed elettrosaldati. Quelli più leggeri hanno il vantaggio di poter essere srotolati e riavvolti anche quotidianamente (un paio di persone impiegano meno di 10 minuti); gli alberi presenti nelle vicinanze della piscina perdono una quantità inimmaginabile di foglie anche durante il periodo estivo.
UN TELO BEN STESO
Se la copertura serve per un’intera stagione, forti piogge e nevicate abbondanti che caratterizzano gli inverni di certe zone costituiscono un forte peso, considerata la superficie della piscina, che grava sui sistemi di aggancio. Ci sono teli più robusti e impermeabili che vengono mantenuti perfettamente tesi per mezzo di grossi “salsicciotti”, posti su tutto il contorno della piscina; i “salsicciotti” sono dello stesso materiale usato per i teli e vanno riempiti d’acqua per l’80% della loro effettiva capienza (in caso di gelo l’acqua aumenta di volume). Quest’ultimo sistema permette un’ottima conservazione dell’acqua contenuta nella piscina, che va comunque mantenuta sempre piena per non far mancare la spinta che contrasta dal basso il peso di acqua e neve. Per una piscina 12×6 metri, i prezzi superano di poco i 1.000 euro per quest’ultimo sistema, qualche centinaio in meno per i teli più leggeri.
TAPPARELLA IN PVC
Formata da liste schiumate in PVC integrate con cerniere in poliuretano, galleggia senza problemi e garantisce massima resistenza; le liste possono essere tagliate a misura a seconda della forma della piscina, anche se irregolare. La sezione trasversale è leggermente incurvata (convessa) così da convogliare l’acqua piovana verso le cerniere, perforabili in modo da favorirne lo scolo; questo particolare assicura rapida asciugatura e maggiore resistenza al vento. Inoltre, la speciale forma del profilo permette un raggio di avvolgimento ridotto ed un’elevata capacità isolante. In genere la lunghezza standard è compresa tra 4 e 6 metri, ma su richiesta si possono avere coperture fino a 12,5 metri (larghezza della piscina). Covrex – Rehau
A quanto pare, l’Italia è il Paese dove ci si sposta da un piano all’altro con maggiore intensità: un quinto degli ascensori esistenti in Europa è installato sul nostro territorio ed a livello industriale siamo leader in questo settore. Ma, purtroppo, il 40% di quelli in funzione ha oltrepassato i 30 anni di servizio ed il 60% manca di tecnologie capaci di garantire la necessaria sicurezza.
Rispetto alle macchine del passato, spesso i moderni ascensori, elettrici o idraulici, possono essere installati senza bisogno di uno spazio da adibire a locale macchina, senza che debba esistere un vano corsa, senza realizzare una fossa profonda. Le strutture portanti consentono di posizionare l’ascensore dentro o fuori le mura dell’immobile.
L’adozione di un nuovo ascensore, o la sostituzione di una macchina di vecchia concezione con una nuova, permettono al consumatore di beneficiare di diverse agevolazioni: la detrazione Irpef , il contributo in base alla legge 13/89 per l’abbattimento delle barriere architettoniche (se utilizzato da persone disabili) e la detrazione per interventi di ristrutturazione. Se ci sono le circostanze per cumulare i contributi, oltre il 50% del costo può essere rimborsato; inoltre è possibile l’applicazione dell’IVA agevolata al 4%, sempre per i disabili.
Gli ascensori di tipo idraulico sono generalmente installati in edifici non superiori a 5 piani e quando non occorre una velocità elevata: di solito si tratta di impianti idraulici indiretti, il cui pistone ha una sezione maggiore rispetto a quelli diretti, e proprio per questa sua caratteristica non necessita di foro nel terreno. Il loro successo commerciale degli anni scorsi è oggi conteso dalle macchine elettriche con sistema MRL, quello che consente di fare a meno di un locale macchina.
CON STRUTTURA PORTANTE
Questo tipo di installazione non abbisogna di opere murarie perché si avvale, per l’appunto, di una struttura metallica portante: è sicuramente la soluzione più indicata quando non c’è sufficiente spazio all’interno e l’ascensore viene installato all’esterno. La struttura metallica è tamponata con ampie superfici vetrate per limitare l’impatto con l’architettura dell’edificio.
Altro vantaggio di questa scelta è che il montaggio può essere portato a termine indipendentemente dalle condizioni del cantiere; inoltre, vengono eliminati i costi aggiuntivi di eventuali opere murarie sull’immobile. Kone
La struttura portante è comunque una soluzione valida anche per installazioni interne in edifici esistenti, ove non sia possibile la realizzazione di un vano proprio per l’ascensore. Ceteco
CON FISSAGGIO A MURO
Per questo tipo di installazione bisogna che l’ascensore disponga di un vano proprio, previsto in fase di progettazione.
A parità di cabina, le dimensioni minime interne del vano (larghezza x profondità) sono leggermente inferiori, nell’ordine di una decina di centimetri, rispetto all’ingombro esterno di una struttura portante. A titolo di esempio, l’ascensore Easylife® con unico ingresso frontale, portata 280 kg/3 persone, porta a 2 ante automatica e telescopica, necessita di un vano minimo 1260×1250 mm per il fissaggio a muro; la struttura portante che può ospitare la stessa macchina ha un ingombro esterno di 1360×1350 mm. Daldoss
COSA C´E’ DENTRO?
Con l’adozione del motore gearless, la macchina si trova completamente all’interno del vano, sostenuta dalle guide; tutto il carico dell’ascensore grava su queste e sul contrappeso, non occorrono travi portanti da fissare alle pareti del vano di corsa né altre opere murarie, in quanto la macchina è fissata in testata, appoggiata su un telaio connesso a guide e contrappeso.
L’armadio di servizio è affiancato alla porta dell’ultimo piano ed ha un’ingombro contenuto. IGV – Overfit® Gearless
FOSSA E TESTATE RIDOTTE
Il vano di un’ascensore può essere diviso in tre parti: fossa, corsa e testata. La prima rappresenta lo spazio tra il fondo del vano ed il livello del primo piano servito; la corsa è la distanza compresa tra le soglie estreme dei livelli serviti; la testata è l’altezza tra l’ultimo livello servito ed il bordo interno superiore del vano.
La Direttiva Ascensori 95/16/CE entrata in vigore nel 1999, pur prevedendo uno spazio minimo di rifugio oltre le posizioni estreme della cabina per impedire rischi di schiacciamento, permette l’adozione di ascensori con fossa e testata ridotte negli edifici esistenti, purché venga assicurata la sicurezza con altri mezzi appropriati.
Infine si ricordi l’importanza della manutenzione. Scopri il prodotto ideale per la manutenzione ascensori.
Per sostituire le finestre vecchie non necessariamente bisogna affrontare interventi di muratura: anziché eliminare il vecchio telaio è possibile rivestirlo con quello nuovo, evitando sorprese spesso non preventivate. Gli infissi sovrapposti utilizzano un’aletta di copertura da 3 a 10 cm ed una profondità utile di 5 cm che copre il vecchio telaio: questo si traduce in riduzione dei tempi di posa nonché dei disagi nella fruibilità dell’immobile, chiarezza nei costi concordati con l’installatore e un buon ingresso di luce, grazie al contenimento delle dimensioni del profilo.
Se fra telaio e muro si riscontrano fessure o l’ancoraggio è precario si iniettano schiume poliuretaniche per un corretto taglio termico: una volta indurite, l’eccesso può essere eliminato tagliandolo a filo con una lama affilata. Particolari coprifili provvedono a coprire le fughe rimanenti, tanto sul lato esterno che su quello interno del serramento. Non si utilizzano viti a vista ed il risultato è un’ottima soluzione dal punto di vista qualitativo ed estetico: l’installatore rimuove i battenti della vecchia finestra e monta con semplici operazioni quella nuova che, essendo su misura, non presenta difficoltà di regolazione. Nella scelta del serramento le possibilità sono molte, ma quelli in alluminio garantiscono ottima tenuta agli spifferi grazie a speciali guarnizioni sulle battute.
Ma è attraverso i vetri che si hanno forti dispersioni, se questi non sono conformi alla bontà del serramento: la superficie vetrata è di gran lunga superiore a quella della struttura. I doppi vetri sono ormai preassemblati costituendo un’unica vetrocamera al cui interno viene iniettato un gas inerte che permette notevoli risparmi energetici e, sostituendosi all’aria, evita la formazione di condense all’interno.
Questi interventi garantiscono quindi un significativo risparmio economico, che può essere ancora maggiore se, al momento dell’intervento, esiste la possibilità di detrazioni fiscali.
IL MONTAGGIO DEL TELAIO
Vanno eliminati i battenti del vecchio infisso, quindi i cardini e tutte le parti che ostacolano l’inserimento del coprinfisso nuovo ad U.
Si spessorano piccoli spazi vuoti tra muro e copritelaio per evitare movimenti o deformazioni. Se necessario, è consigliato l’uso di schiume di montaggio quando piccoli spessori non sono sufficienti o difficili da inserire.
Si rifiniscono le fessure, sul lato verso l’esterno, con sigillante siliconico. Il sigillante in eccesso va rimosso prima del suo indurimento.
Fissato il profilo ad U, si avvita il nuovo telaio.
I battenti vengono subito montati sui cardini del telaio.
Il lavoro è ultimato riempiendo le fessure antiestetiche, tra coprifilo e irregolarità del muro, con sigillante verniciabile per successiva tinteggiatura dello stipite finestra.