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Costruire un comodino con piano ribaltabile

È una realizzazione costruita intorno a un comodino esistente, perfettamente dotato, sotto il profilo del peso e della forma, per sostenere il piano-vassoio ribaltabile, anche se sopra mettiamo tutto ciò che ci fa più piacere per una prima colazione a letto

Amiamo le comodità e, quando il tempo ce lo permette, vogliamo goderci una sana prima colazione a letto, con la luce del primo mattino che giunge dalle finestre. Quello che serve è un comodino che possa trasformarsi, in queste occasionali situazioni, in supporto con piano ribaltabile per appoggiare le vivande. Facciamo subito un’importante considerazione: il progetto prevede che si possieda o si acquisti un comodino con determinate caratteristiche; ovviamente si può costruire pure quello, ma il procedimento non viene descritto in questo articolo.

Il comodino

Le caratteristiche del comodino sono molto comuni: deve avere una certa stazza e, soprattutto, essere abbastanza pesante. La sua “importante” massa è assolutamente necessaria perché proprio a lui che è affidato il sostegno e l’equilibrio del piano ribaltabile quando, messo in posizione di lavoro, ci mettiamo sopra tutte le varie cose: tazza, bricco del latte, marmellate, biscotti e quant’altro. Non tutti i comodini hanno le ruote, anzi, difficilmente ne sono provvisti; ma a questo si rimedia facilmente applicandole. Ultima, ma non meno importante caratteristica del comodino, è che deve avere una forma assolutamente squadrata, inteso con questo che non deve neppure esserci il bordino di finitura o il piano debordante lateralmente. In tal caso si possono spessorare i montanti per la riuscita dell’operazione di fissaggio, ma potrebbe non essere una manovra azzeccata esteticamente.

Il lavoro

In definitiva, si tratta di aggiungere a un comodino i due montanti e un elemento di unione superiore, necessario per la robustezza dell’insieme, a cui si articola il piano d’appoggio reclinabile. I montanti si fissano ai lati del comodino, ma nella zona posteriore, esattamente in corrispondenza dello spigolo con il dorso del mobile; in questo modo il ripiano può abbattersi sul retro del comodino, in modo da non essere di intralcio per la normale apertura dei cassetti. Quando necessario, il comodino va ruotato e spostato per sollevare il piano e portarlo nella posizione di utilizzo sopra il letto. Già che menzioniamo il letto, diciamo che anche di questo va tenuto conto nel progettare i montanti, nello specifico dell’altezza da terra del materasso: il piano ribaltabile, infatti deve risultare all’altezza giusta per il suo utilizzo quando siamo seduti sul letto. Per coerenza estetica con il mobile esistente abbiamo scelto di utilizzare legno multistrato spesso 16 mm, ma nulla vieta di usare altri tipi di legno o suoi derivati, anche nobilitati in modo compatibile con il comodino portante.

Il sistema

Il meccanismo di ribaltamento e sostegno del vassoio è molto semplice, ma efficace. Il ripiano è costituito da un pezzo rettangolare di multistrato ed è incernierato con un pezzo dello stesso legno, di identica larghezza ma molto più corto. Il pezzo corto (elemento di raccordo) è collocato, libero di muoversi, fra due tavolette di multistrato, una sopra e una sotto, vincolate saldamente ai montanti laterali, che formano la struttura “ponte”. Il ripiano pende in posizione verticale, grazie alle due cerniere a libro; per renderlo operativo, lo si porta orizzontale e lo si fa scorrere all’interno della struttura ponte che lo vincola a mantenere la posizione in virtù del ridottissimo gioco in altezza.

La struttura ponte e guida

Per la normale funzionalità del comodino, il ripiano è nella sua posizione di riposo, appoggiato al dorso del mobile. Frontalmente non rimane nulla di fastidioso né alla vista, né sotto il profilo funzionale, anzi, come si può notare, abbiamo guadagnato un piccolo ripiano, costituito dalla parte sopra della struttura ponte, su cui abbiamo potuto mettere la lampada e la sveglia, liberando spazio sul piano del comodino.

La costruzione e il funzionamento

Tempo richiesto: 1 giorno

 

  1. Materiale usato

    I pezzi di multistrato che servono sono 6, di identico spessore (16 mm): i due uguali più grandi servono per i montanti (i due pezzi sono squadrati già delle dimensioni giuste, ma vanno ancora sagomati); i due piccoli costituiscono la guida di scorrimento e sostegno del ripiano; il ripiano appena menzionato e la sua piccola estensione di sostegno. Servono poi due piccoli pezzi di abete a sezione quadrata, appena maggiore dello spessore del piano, un pezzo di profilato mezzotondo, 4 rotelle pivotanti, 2 cerniere a libro e viti di varia misura.

  2. Ricavare i pezzi dei montanti

    Per ricavare i pezzi dei montanti sono necessari tagli tondi e tagli rettilinei; dovendo utilizzare il seghetto alternativo per fare i primi, andiamo avanti con questo anche per fare quelli diritti, ma facciamo particolare attenzione a seguire con precisione la linea e, terminato il taglio, regolarizziamo bene il pezzo, perché rimane molto in vista, quindi richiede molta precisione. Notare che abbiamo fissato saldamente i pezzi al banchetto per procedere con i tagli.

  3. Fissare le cerniere a libro

    Per unire il ripiano con la sua estensione di sostegno usiamo le due cerniere a libro che vanno messe rigorosamente sotto filo piano. Notare che gli scassi sono stati fatti particolarmente profondi proprio perché non è solo la parte piatta che non deve sopravanzare il piano, ma anche la parte tonda della cerniera che, quando aperta, deborda rispetto alle ali. Dopo aver tracciato a matita l’ingombro delle cerniere, procediamo a fare gli scassi usando scalpello e martello. Attenzione a calibrare la lunghezza delle viti per le cerniere, tenendo conto che sono messe a maggiore profondità, rispetto alla norma.

  4. Realizzare il ponte superiore

    Nel realizzare il ponte superiore che unisce i due montanti e funge da guida di scorrimento e sostegno del ripiano, procediamo fissando a una delle due tavolette uguali un pezzo di listello di abete cui abbiamo già fatto 3 fori passanti per le viti (quello in cui vi è la vite avvitata e i due di fianco con le viti solo imboccate). Dopo il fissaggio facciamo altri 2 fori passanti nel listello e nel pannello di multistrato.

  5. Fissare il pezzo ai montanti

    Fissiamo il pezzo al primo montante, usando le 2 viti che prima erano solo imboccate, poi lo fissiamo anche al secondo.

  6. Concludere il montaggio della struttura ponte

    Concludiamo il montaggio della struttura ponte, fissando anche il secondo pannellino di multistrato che, nella foto, risulta essere quello di sotto. In quello che vediamo sopra ci ritroviamo i fori passanti che permettono alle viti di andare a mordere direttamente in quello sotto.

  7. Rifinire esteticamente la struttura ponte

    Per rifinire esteticamente la struttura ponte, nella sua vista anteriore, incolliamo ai bordi dei pannelli il pezzo di profilato mezzotondo che abbiamo cercato della misura giusta per coprire quello spazio in altezza.

  8. Fissare la struttura aggiuntiva al comodino

    Non resta che fissare la struttura aggiuntiva al comodino, che nel frattempo abbiamo dotato di rotelle. Per agire da dentro nel mettere le viti, rimuoviamo i cassetti, quindi corichiamo il comodino sul dorso. Questo permette di avere il perfetto allineamento dei montanti con il profilo posteriore del mobile e procedere senza indugi con l’applicazione delle viti.

  9. Applicare il piano pieghevole

    Con la struttura ponte montata possiamo applicare anche il ripiano pieghevole, inserendo dapprima il suo pezzo di raccordo. Mettendo dentro solo quello, le cerniere permettono al ripiano di stare in posizione di riposo (verticale), appoggiato al dorso del comodino. Sollevando il ripiano in posizione orizzontale, lo si può inserire nella feritoia quel tanto che basta per ottenere la sua stabilizzazione.

VERNICE PER BOX di Saratoga: pavimenti mai così belli

Una volta, per sistemare i pavimenti dei box c’era poco da fare: l’usura li consumava rendendoli ogni giorno meno belli, ogni giorno più vissuti.

Oggi con Saratoga Vernice per box la soluzione è a portata di mano. Saratoga propone una vernice pronta all’uso, particolarmente indicata oltre che per box e cantine anche per solai, locali caldaie, piccoli magazzini, laboratori e seminterrrati in genere.

VERNICE PER BOX è una pittura a base acqua per interni ed esterni ad alte prestazioni: non dannosa per l’ambiente e la salute di chi la usa, ha un’ottima resa (oltre 10 m²/litro per mano) e sopporta bene le intemperie, il gelo, il passaggio di pneumatici caldi e le alte temperature in genere, il passaggio di vetture, l’abrasione e l’usura.

Dall’aspetto liquido denso, è pronta all’uso e di facile applicazione a pennello, a rullo o a spruzzo in ogni periodo dell’anno; è protettiva, antipolvere (non rimangono i segni delle scarpe), non ingiallisce e garantisce lunga durata nel tempo.

VERNICE PER BOX viene comunemente utilizzata per proteggere e risanare pavimentazioni cementizie, autobloccanti, in calcestruzzo, mattoni, monocottura, cotto, gres, …

Grazie alla sua straordinaria resistenza alle abrasioni, all’usura, alle macchie di olio per macchine, olio motore, oli idraulici, liquidi antigelo e simili, è la vernice ideale per le aree pedonabili, carrellabili e carrabili di stabilimenti, siti industriali, officine meccaniche, garage, locali batterie, …

VERNICE PER BOX, disponibile in colore grigio o trasparente, in confezioni da 750 ml, è distribuito da SARATOGA INT. SFORZA S.p.A. Milano ed è in vendita nei migliori negozi di articoli tecnici, ferramenta, colorifici e nei reparti tecnici specializzati, professionali e brico-professionali.

Per ulteriori informazioni, consultare il sito www.saratoga.it

Viti Torx per legno | Caratteristiche e utilizzo

Analizziamo in dettaglio le caratteristiche delle viti torx per legno evidenziandone pregi ed eventuali difetti

Le viti Torx per legno sono meno conosciute al grande pubblico rispetto alle viti con intaglio diritto e intaglio a croce, ma sono spesso la prima scelta dei falegnami e dei professionisti. Vediamo di capire perché.

Le viti torx per legno devono il loro nome alla possibilità di applicare un’elevata torsione alle viti, senza che esse si danneggino o si rompano. Proprio questa elevata resistenza a torsione fa si che siano tra le viti predilette, non solo per le lavorazioni del legno ma in alcuni casi anche del metallo.

Caratteristiche delle viti Torx per legno

Una delle caratteristiche più apprezzate è la loro capacità di garantire durante tutte le lavorazioni un serraggio preciso e sicuro, evitando scivolamenti danneggiamenti alla vite. Proprio per questo sono scelte per l’assemblaggio di diversi oggetti e arredi che abbiamo in casa, come ad esempio gli elettrodomestici.

Grazie alla forma della testa, l’ancoraggio avviene in modo preciso. Questo fa si che siano le viti con la maggiore versatilità.

Le categorie in cui si suddividono le TORX sono tre:

Resistorx esalobate

Sono le viti con un profilo classico e con il foro per il cacciavite a forma di stella a sei punte ma con la presenza di un incavo centrale, che fa si che si eviti il serraggio o lo svitamento con i classici attrezzi Torx.

Pentalobate

Queste viti non sono propriamente definibili Torx. Si presentano con il profilo a stella a cinque punte invece che a sei. Non si utilizzano mai per serraggi su legno, ma sono comunemente presenti nei dispositivi elettronici.

Torx Plus

Questa tipologia di vite Torx può avere le stesse caratteristiche sia delle Resistorx esalobate che delle viti pentalobate, ma rispetto alle viti precedenti si presentano con una testa più arrotondata.

Viti Torx: come avvitare e svitare

Che si voglia utilizzare le viti per lavori sul metallo o per lavori sul legno, bisogna tener conto che ogni tipologia di vite Torx, quindi le Torx Plus, le Resistorx, le Pentalobate, hanno bisogno di attrezzi differenti. Tra quelli che possiamo utilizzare ci sono i classici cacciaviti con punta Torx, oppure le chiavi a L, per far si che venga esercitata una maggior leva e una coppia superiore.
Nei negozi esistono anche attrezzi specifici come bussole o inserti che si possono montare sulle chiavi a cricchetto oppure i bit Torx specifici per avvitatori elettrici

Viti Torx per legno: come si utilizzano

Le viti TORX sono utilizzate maggiormente nel campo della carpenteria e nell’edilia proprio per la loro resistenza. Ma sono indicatissime anche per tutti i lavori fai da te in legno, in quanto possono essere utilizzate sia con legni morbidi che con i legni più duri, molto spesso difficili da lavorare.

Le migliori viti per legno Torx da utilizzare sono i modelli in acciaio al carbonio con zincatura, con questo modello non si ha nessun problema. Questa tipologia è utilizzata anche dall’edilizia, quindi è capace di resistere ai grandi carichi e risulta adattabilissima anche ai progetti più piccoli.
Se invece servono delle viti per delle realizzazioni particolari è consigliabile leggere attentamente le schede tecniche o chiedere consiglio ad un esperto, in quanto non tutti i modelli sono in grado di resistere a determinate tipologie di sforzi.

Tra i modelli di viti Torx per legno presenti sul mercato spiccano per qualità le Panelvit di Mustad, nella cui gamma ci sono diversi prodotti con cava Torx per applicazioni su legno, su parquet in esterno e in interno.

Utilizzi vari

Gli utilizzi delle viti Torx sono veramente ampi: si va da progetti in legno a quelli in metallo, che possono coprire qualsiasi fascia di prezzo.
Le viti Torx sono ottimali in ambienti dove le teste delle viti possono essere soggette ad un’elevata usura, come una passerella in legno per il mare, dove il passaggio delle persone determina lo sfregamento a causa della sabbia.

Riguardo i lavori in legno, grazie alle diverse dimensioni e lunghezze, si possono fare diversi lavori, come dei porticati, strutture per i giochi dei bambini; comunque delle strutture che sono soggette a forti sollecitazioni. Se invece si pensa un po’ più in piccolo come un tavolo artigianale o qualche elemento di arredo, esse rappresentano comunque un’ottima scelta

Anche con il metallo le viti Torx sono le migliori, infatti grazie alla particolare testa a sei punte, permettono il serraggio anche in condizioni di elevato calore, che con altre viti comporterebbe la rottura dell’intaglio, come quelle a stella.

Casetta fai da te nel prato | Guida alla realizzazione

Ricevuto in regalo parecchio quanto ottimo materiale da costruzione, che sarebbe andato al macero, si realizza una casetta fai da te, un progetto che era in cantiere ma non imminente

Realizziamo una casetta fai da te da giardino con misure e caratteristiche adeguate allo spazio disponibile, ottenendo il miglior risultato sotto il profilo dell’ambientazione, senza contare che è possibile decidere a piacere la posizione delle finestre e della porta, mantenere una parte frontale aperta, come veranda protetta da ringhiera, e provvedere per altre decorazioni.

Bastano pochi pezzi di scarto per realizzare un semplice oggetto ornativo che immancabilmente fa felice qualsiasi bimbo.

Il materiale di costruzione è il legno, nello specifico travetti di abete, sezione 60×60 mm, ritenuti ottimi per realizzare la struttura portante dell’intera casa. A parte i nove sostegni messi per soprelevare di 30 centimetri la costruzione, lo scheletro di parti come la soletta, le pareti e il tetto è fatto con i travetti in questione. Per il rivestimento sono stati usati listoni di abete, tutti spessi 20 mm, ma di larghezze diverse. Il terreno poco drenante ha imposto di rialzare la casetta sui supporti, ancorandoli a robuste staffe con picchetti affondati profondamente nel suolo.

Base protetta con catramina

La soletta della pavimentazione viene realizzata in garage, approfittando della superficie piana del pavimento e i riferimenti delle piastrelle, che permettono di mantenere facilmente la squadratura durante il montaggio.

Andando sul luogo dell’installazione, la base fatta permette di posizionare con esattezza i 9 supporti verticali, alti 300 mm, che la tengono sollevata dal terreno. Effettuato il fissaggio, si danno su tutto 2 mani di catramina.

La pavimentazione consiste in 4 pannelli di OSB spesso 15 mm, che si fissano con viti applicate con una certa regolarità sul loro contorno.

Sviluppo in altezza della casetta fai da te

Come per la soletta, si procede in garage anche alla realizzazione delle strutture delle pareti della casetta fai da te, ovviamente una per volta, seguendo attentamente il disegno di progetto, ma confrontando costantemente le quote con le parti già costruite.

Le strutture portanti vanno in appoggio sul perimetro della pavimentazione; negli abbinamenti tra pareti limitrofe, le due laterali vanno in sormonto rispetto alla posteriore e alla frontale.

Montate le strutture portanti delle pareti si passa a quella del tetto, allestendo le varie travature delle falde: la trave di colmo, i suoi sostegni, le capriate e i rinforzi.

Rivestimento della casetta fai da te

Il rivestimento delle pareti è effettuato con listoni spessi 20 mm avvitati ai montanti. Le aperture, dove previste, sono delineate da elementi strutturali di contorno, per cui non ci sono difficoltà a completare il rivestimento lasciando liberi gli spazi delle finestre e delle porte.

Si parte con lo stesso tipo di rivestimento anche per la copertura del tetto, con listoni spessi 20 mm, ma poi si aggiunge una guaina autoadesiva ardesiata, come protezione dalle intemperie.

Le finiture degli infissi e accessori esterni

Lungo la linea di giunzione delle pareti limitrofe si applicano ampi paraspigoli di abete, mentre nel contorno delle finestre si avvitano 3 tavole (ai lati e sopra) a filo del foro, mentre sotto si installa una tavola più spessa, con bordi arrotondati, a mo’ di davanzale.

Le ante degli scuri finestre e la porta d’ingresso della casetta fai da te sono fatte ancora con listoni spessi 20 mm, di varia larghezza, uniti da traversi collocati internamente nel caso degli scuri ed esternamente nel caso della porta.

Non essendo previsti vetri alle finestre, per consentire il passaggio di un minimo di luce ad ante chiuse, si apre un foro a forma di cuore al centro di ognuna; tramite una fresatura superficiale, trovano sede un riquadro di plexiglas e un pannellino di compensato, quest’ultimo con la stessa apertura a cuore, entrambi bloccati da una cornice di listelli.

La costruzione si chiude facendo la ringhiera per la parte frontale della pedana, al di fuori della porta d’ingresso. Non resta che dare un paio di mani di impregnante, scegliendo il verde per gli infissi e la ringhiera.

Progetto di Renato Beni

Facciamo la doccia come preferiamo con Della Fiore

Box disponibile angolare, semicircolare, rettangolare o quadrato; porta scorrevole, doppia o a soffietto, con cristalli spessi 6 mm e scelta dei soffioni fra forma quadrata e rotonda

Fra le installazioni in bagno che il fardasé esegue in proprio, risparmiando sui costi, c’è quella del box doccia, tanto più se può contare su un prodotto disponibile in numerose varianti e unisce doti di qualità e particolare attenzione alla semplicità di montaggio. 

Parliamo della gamma Niki di F.lli Della Fiore, un box doccia proposto in quattro versioni: angolare, semicircolare, rettangolare e quadrata, in modo da rispondere a qualsiasi esigenza di collocazione. Inoltre è possibile scegliere tra la chiusura con porta scorrevole, doppia o a soffietto. I profili sono cromati lucidi. Le pareti e le ante, alte 190 cm, sono di cristallo temperato con spessore di 6 mm.

Il box Niki trova naturale completamento con i soffioni e i miscelatori della serie M’AMO, questi ultimi disponibili, oltre che per la doccia, anche per gli altri sanitari del bagno: lavabo, bidet e vasca.  

Miscelatori e soffioni coordinati

Le collezioni Brera e SanSiro fanno parte della linea M’AMO e sono realizzate in acciaio inox AISI 304 cromato. Il miscelatore da incasso per doccia, modello Brera (sopra), è disponibile con o senza deviatore.
Tutti i soffioni hanno il sistema anti-calcare softjet.
I modelli Brera hanno forma quadrata e sono disponibili con misure di 20×20 cm, 25×25 cm e 30×30 cm, mentre i soffioni San Siro (sotto), di forma rotonda, sono disponibili con diametro di 20 cm, 25 cm e 30 cm.

Bosch AdvancedTemp | Tutte le temperature della nostra casa

Bosch AdvancedTemp è uno strumento versatile che non solo misura, confronta e interpreta la temperatura delle superfici, ma rileva anche ponti termici e zone soggette a formazione di muffa

Ci sono strumenti che oggigiorno entrano sempre più a far parte della comune dotazione casalinga e non sono soltanto smartphone e tablet. Può sembrare strano ma anche i rilevatori di temperatura sono divenuti un “must”, per la sensibilizzazione crescente volta al risparmio energetico, che convince tutti a migliorare il grado di isolamento della propria abitazione, controllando dove avvengono le dispersioni. Inoltre è importante monitorare i vari ambienti della casa per verificare quanto stia succedendo con il susseguirsi delle stagioni e il passare degli anni: controlli in parte relativi all’efficacia degli interventi messi in atto e in parte necessari per un impiego più consapevole delle risorse impiegate. Il nuovissimo rilevatore di temperatura Bosch AdvancedTemp è uno strumento veramente completo: oltre alla misurazione delle temperature, con un range da -30 a 500 °C, è in grado di indicare la presenza di ponti termici, di prevedere la possibilità della formazione di muffe sulle superfici, di valutare il differenziale termico di un punto rispetto a un valore di riferimento.

Il tutto con modalità di lavoro semplici e intuitive. Pochi tasti funzione e un ampio display su cui si ripropongono sia i dati rilevati, sia il responso calcolato dal computer interno a seconda della funzione impostata. Lo strumento può effettuare anche la misurazione continua della temperatura di una superficie, spostando lentamente il laser alla ricerca di zone che presentino cali o aumenti rispetto al valore di riferimento.

Tre soli pulsanti, al di sotto del display, permettono di accendere lo strumento, scegliere la funzione e dare conferma del procedimento in corso. Al pulsante rosso sull’impugnatura il compito di effettuare l’acquisizione della temperatura, dopo l’avvenuta emissione del cerchio laser.

Dati tecnici: intervallo di temperature rilevate compreso fra -30 e 500 °C; precisione ± 1 °C; intervallo di umidità relativa rilevata 10-90%; display retroilluminato 92×128 punti; alimentazione 2 batterie AA alcaline (incluse); custodia morbida (inclusa).

Il rilevatore di temperatura Bosch AdvancedTemp ha un prezzo consigliato al pubblico di euro 125,99.

Tante occasioni per utilizzare il rilevatore

Il controllo della temperatura dei termosifoni avverte se ci sono problemi nella circolazione dell’acqua nell’impianto, dati, per esempio, da incrostazioni.

Gli angoli fra due pareti perimetrali di un’abitazione, sono quelli più soggetti alla formazione di muffe. Il fenomeno si può prevedere prima della sua insorgenza.

L’uniformità di emissione del riscaldamento a pavimento va controllata subito dopo l’installazione, ma è buona cosa monitorarla anche nel tempo. In questo caso si usa la misurazione continua della temperatura.

Ci sono numerosi utilizzi possibili e utili per il misuratore di temperatura, non ultimo quello di rilevare il reale valore di riscaldamento del forno e la temperatura superficiale delle pietre per la cottura dei cibi come la pizza.

Rilevazione ponti termici

Rilevazione muffe

Promozione Einhell Trapano a batteria

Fino al 31 gennaio 2023 sarà possibile acquistare il trapano a batteria Einhell TE-CD 18/45 3X-Li con 3 mandrini; 2 batterie 18V 2.0 Ah; caricatore; 22 accessori e valigetta inclusi a soli 139,95€ anziché 219,95€

Il trapano avvitatore a batteria Einhell TE-CD 18/45 3X-Li può essere utilizzato con tutte le batterie PXC che si basano sulla tecnologia agli ioni di litio di alta qualità, sono dotate di autoscarica zero e sono pronte per l’azione in qualsiasi momento. Il controllo elettronico della velocità con cambio a 2 velocità determina un funzionamento adattato al materiale e all’applicazione. La flessibilità trae vantaggio dal mandrino rimovibile, dall’attacco angolare a 90° per spazi ristretti e dall’attacco eccentrico per angoli e bordi. Questo trapano/avvitatore è dotato di illuminazione a LED. Per una facile manipolazione, lo strumento ha un design ergonomico e una presa morbida.

Incluso con questo trapano/avvitatore ci sono due batterie PXC da 2,0 Ah, un caricabatteria rapido e un set di punte/bits da 22 pezzi in una pratica valigetta E-Box Basic.

Promozione valida fino al 31 gennaio 2023 presso i rivenditori aderenti

Caratteristiche tecniche

  • Membro della famiglia Power X-Change
  • Ingranaggio a 2 velocità per foratura e avvitamento potenti
  • Regolazione elettronica velocità per lavorazioni adatte a materiali e applicazioni
  • Sempre pronto all’uso grazie alla tecnologia agli ioni di litio senza scarica
  • Il mandrino rimovibile garantisce la massima flessibilità durante il lavoro
  • Prolunga ad angolo di 90° per avvitare e forare in spazi ristretti
  • Estensione Eccentrica per lavorare negli angoli e negli spigoli
  • Illuminazione a LED per un funzionamento ottimale nelle aree buie
  • Porta inserti per una pratica conservazione di inserti aggiuntivi
  • Estremamente comodo grazie al design ergonomico e al Softgrip
  • Completo di due batterie PXC da 2,0 Ah e un caricabatterie rapido
  • Incluso set di punte e bits da 22 pezzi
  • Fornito nella pratica valigetta E-Box Basic

 

Mobile angolare fai da te, a ripiani per i vasi di fiori

Realizziamo un mobile angolare fai da te fatto con tavole di lamellare di faggio, barre filettate, tubi in PVC e rotelle di recupero da pattini

Il progetto di questo mobile angolare fai da te è caratterizzato da una buona dose di inventiva, condita con la capacità di trovare soluzioni insolite. In questo caso, il progetto è una scaffalatura con sviluppo a L, da posizionare in un angolo della casa ed è fatta per sistemare diverse piante da interni, in modo che possano avvantaggiarsi tutte insieme dell’ottima esposizione di luce che ricade in quel punto. L’idea è quella di realizzare i ripiani con lamellare di faggio di buon spessore (27 mm), in modo che non ci siano flessioni, sostenuti da terra con piedini insoliti: rotelle recuperate da vecchi pattini ormai inservibili.

Le stesse rotelle sono servite anche da distanziali fra i due ripiani che si incrociano nell’angolo per formare la L e, dato che uno dei due rimane necessariamente più in alto rispetto al pavimento, in questo sono usate rotelle doppie come piedino a terra. Come elementi di sostegno dei ripiani superiori del mobile angolare fai da te si usano barre filettate di varia misura, a seconda dei pesi che ricadono sulla specifica parte, in combinazione con tubi di PVC che fungono da distanziali e, nel contempo, nascondono completamente le barre alla vista.

Mobile angolare fai da te
Le tavole di lamellare di faggio si tagliano alla misura voluta con la sega circolare condotta mediante una guida a binario che permette la massima precisione e linearità.
Alcuni angoli dei ripiani vanno stondati; si utilizza il seghetto alternativo, dopo aver tracciato la rotondità con un compasso. Al termine si leviga per uniformare il bordo.
Le rotelle dei pattini si applicano, previa foratura dei ripiani, fissandole con viti a testa tonda di misura adeguata in sezione e lunghezza, da bloccare nella parte sotto con rondella e dado. Rotelle sono messe anche come distanziali fra i ripiani, nella zona in cui questi si incrociano.

Tubi in PVC e barre filettate

Tempo richiesto: 1 giorno

 

  1. Delineare la sede dei tubi in PVC

    Stabilita la distanza fra i ripiani superiori, si tagliano segmenti di tubo in PVC di misura e, nel punto designato per la collocazione, si fa la sede (pochi millimetri) per l’inserimento del tubo stesso, usando una sega a tazza di pari diametro.

  2. Aggiungere un rinforzo dove è previsto un maggiore carico

    Dove è previsto un maggiore carico si mettono due barre filettate di tenuta e un tubo di PVC più ampio di sezione, per poterle coprire; altrimenti si usa una sola barra (a sinistra nella foto) e un tubo di sezione inferiore.
    Mobile angolare fai da te

  3. Realizzare le sedi per accogliere rondella e dado

    Sui ripiani del mobile angolare fai da te che stanno più in alto, in corrispondenza degli arrivi delle barre filettate, si realizzano sedi profonde 15 mm per accogliere rondella e dado. Il diametro della sede è da calcolare sulla misura esterna della chiave a tubo da utilizzare per serrare il dado, perché per il montaggio deve potervi entrare. Per eseguire il foro si usa una punta Forstner.

  4. Applicare rondelle e dadi

    Man mano che si sale con i ripiani, prima di inserire il relativo tubo di PVC, bisogna applicare rondelle e dadi per bloccare la parte sottostante.
    Mobile angolare fai da te

  5. Forare i ripiani intermedi

    Due ripiani intermedi hanno estensione laterale che impone di applicare un supporto per evitare la flessione dei sostegni sotto il peso dei vasi. Non si mettono altre barre, bensì un bastone tondo passante, per il quale è necessario eseguire fori nei ripiani.

  6. Applicare le viti di tenuta laterale

    I bastoni non sono altro che manici di legno di due vecchie scope; al di sopra dell’ultimo ripiano vengono lasciati sporgere per alcuni centimetri, lasciano a vista la rotondità. In corrispondenza del ripiano, però, è necessario applicare una vite di tenuta laterale.
    Mobile angolare fai da te

  7. Stendere la finitura sui tubi in PVC

    Terminata la prova in bianco dell’intero allestimento, si smontano i tubi per stendere come sfondo la finitura a smalto color avorio, per poi spruzzare la decorazione nera effetto marmo.

  8. Trattare i ripiani con vetrificante per parquet

    Previa carteggiatura, i ripiani sono trattati con due mani di vetrificante per parquet ad alta resistenza, scelto per poter posizionare i vasi senza troppe precauzioni e non correre il rischio di rigare la superficie.

Progetto di Juri Zani

Brico io: nuova apertura ad Arzachena (SS)

1.500 metri quadrati per chi ama casa e giardino in Viale Costa Smeralda, 6

Il nuovo negozio Brico io di Arzachena è il secondo punto vendita realizzato in affiliazione con la famiglia Demuro, già proprietari del punto vendita Brico io di Palau aperto nel giugno del 2017 a ragione sociale RESARDA s.r.l..

Questa nuova apertura conferma a 114 i punti vendita ad insegna Brico io (79 a gestione del gruppo Brico io e 35 in affiliazione). Il punto vendita è facilmente raggiungibile, posizionato lungo un’arteria principale della città, la SS 125 Orientale Sarda.

All’interno degli oltre 1.500 mq. destinati alla vendita troviamo più di 25.000 articoli nei reparti tradizionali e tecnici del “fai da te”, con particolare attenzione al reparto autoaccessori ed una esposizione dedicata ai mobili in kit, affiancati dal corner L’Outlet del Kasalingo per completare l’offerta del mondo casa oltre alle aree dedicate ai prodotti promozionali e stagionali.

“Anche ad Arzachena, in collaborazione con la proprietà che in questi anni con il punto vendita di Palau ha maturato esperienza nel settore affiancando la profonda conoscenza del territorio, abbiamo realizzato un negozio confermando il nostro format di prossimità riservato alle medie superfici, vicine al centro abitato, vicino ai clienti, per risolvere le esigenze di prima necessità. – dichiara Paolo Micolucci Consigliere Delegato di Brico io S.p.A. – continuando così, insieme all’imprenditore, nella nostra mission: essere vicini alle famiglie che ogni giorno cercano soluzioni per la decorazione e la manutenzione della loro casa e del giardino”.

I Servizi Tintometro e Taglio legno su misura.

Lo staff 9 addetti più il capo negozio

Le Offerte il volantino realizzato per l’apertura propone una serie di articoli a prezzi vantaggiosi selezionati tra i più rappresentativi dei reparti, con un occhio particolare alla stagionalità.

Brico io ARZACHENA (SS) – Viale Costa Smeralda, 6 – Tel. 0789.1710895

Orario di apertura: dal lunedì al sabato dalle 8.00 alle 20.00 – domenica dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 20.00

Masterpiuma Power 5 di Montolit | Tagliapiastrelle… al top

Masterpiuma Power 5 è una macchina che racchiude tutti i pregi del modello P3, riferimento assoluto nel settore, e aggiunge ulteriori plus richiesti dai professionisti per affrontare le crescenti criticità imposte dalle tempistiche sempre più stringenti e dalle peculiarità delle piastrelle di oggi

Migliorare un prodotto eccellente e privo di difetti sembra impossibile, ma al costruttore l’impresa può riuscire se non ci si adagia sugli allori. Nello specifico non va trascurata la rapidissima evoluzione che subiscono i materiali con cui i produttori realizzano le piastrelle, impegnati da un lato sul fronte delle sottilissime, mentre, con maggiori spessori, sono alla ricerca di sempre nuovi effetti materici delle superfici, sino addirittura alle realizzazioni tridimensionali. Soprattutto quest’ultimo traguardo, ovvero costruire una tagliapiastrelle manuale che riuscisse a tagliare le durissime ceramiche a spessori variabili, poteva sembrare difficile da raggiungere. Montolit ha risolto il problema con il nuovo braccio di Masterpiuma Power 5, dotato di un portarotelle potenziato e ammortizzato, che permette di seguire in modo naturale il saliscendi sulla superficie della piastrella, durante l’incisione.

Il sistema è studiato per applicare una grande pressione senza fare alcuno sforzo; per non rovinare le piastrelle più sottili o meno dure, ci sono riferimenti lungo l’impugnatura che indicano la forza espressa mettendo la mano in quel punto, in modo da potersi regolare facilmente. Ma non è tutto.

Nuovo anche il doppio sistema di spacco che permette di sezionare senza alcun problema strisce strettissime di piastrella e, lavorando a 45°, consente di ottenere triangoli di piccolissime dimensioni. La rotella in titanio taglia indifferentemente materiali spessi e materici oppure sottili piastrelle di vetro, anche in mosaico. Poi le due ali di supporto che si aprono di 180°, lo scontro laterale che è ribaltabile pur mantenendo la misura impostata e, non ultima, la rapidità con cui la macchina diviene pronta all’uso: in pochi secondi si imposta la squadra a 0°, 45° oppure valori intermedi, anche fuorisquadra sull’altro lato, e si procede col taglio.

Masterpiuma Power 5 è disponibile in 5 diverse misure per andare incontro a tutte le esigenze: la più piccola (art. 63) a 0° taglia una lunghezza massima di 63 cm e a 45° arriva a 44×44 cm; la “75” (il modello della nostra prova) a 0° arriva a 75 cm e a 45° fa 53×53 cm; la “93” taglia 93 cm a 0° e 66×66 cm a 45°; la “131” taglia 131 cm a 0° e 92×92 cm a 45°; la “161” taglia 161 cm a 0° e 113×113 cm a 45°.

Il modello 75 con guida di scontro impostata a 0° e ali di supporto aperte; la macchina è robustissima e pesa solo 14 kg.
I due supporti laterali si sganciano con la pressione di un dito; dalla posizione di riposo, possono ruotare a piacimento sino a 180°.
Svitando la manopola si libera la rotazione della squadra di misura che normalmente ruota e può essere impostata fra 0° e 75°.
Sollevando l’apposito fermo la squadra può anche ruotare nel senso opposto per fare tagli fuorisquadra da 0° a -60°.
I riferimenti sull’impugnatura indicano le posizioni in cui, mettendo la mano, si sviluppa 4 volte, 7 volte e 10 volte la forza applicata.
Il sistema di ammortizzazione della rotella è dato da un perfetto bilanciamento, con l’aggiunta del gioco dentro un’asola con molla.
In dotazione la fiala di lubrificante per la rotella incisore, da applicare nell’apposita sede: basta una leggera pressione una tantum.
Dopo anni di utilizzo, se necessario, si può registrare il gioco sulla barra.

Prova di taglio a 0°

Mettiamo la piastrella allo scontro con la guida; la scala millimetrata aiuta a impostare l’entità del taglio.
Posizioniamo la rotella d’incisione sul bordo di attacco della piastrella.
Impugnando la leva nel punto che permette di fare la forza corretta, spingiamo la rotella d’incisione, facendo un’unica passata.
Con il portarotelle in posizione di finecorsa diamo un colpetto sull’impugnatura: il tampone applica la forza in modo da attuare uno spacco perfetto.

Prova di taglio a 45°

Svitando la manopola, regoliamo la guida con l’angolo di taglio desiderato.
Per dividere la piastrella a metà, mettiamola allo scontro con la guida e con il vertice sullo zero.
Mettiamo la rotella sul bordo della piastrella e poi spingiamo la leva facendo l’incisione lungo tutta la superficie. Considerata l’elevata durezza di questa piastrella, ma il suo basso spessore, abbiamo valutato di impugnare la leva in una posizione intermedia.
Lo spacco è avvenuto in modo perfetto, utilizzando l’apposito cavalletto aperto, con il solito colpo deciso sulla leva.