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Futuro di smart city vs stufe a legna

Tratto da “Far da sé n.528 – Dicembre 2022/Gennaio 2023″

Autore: Nicla de Carolis

Sicurezza, controllo e pollice verde, sono questi i pilastri delle smart city sulle quali la Cina ha deciso di indirizzare il proprio sviluppo urbano dicendo fine alle megalopoli superinquinate. Xi Jinping, presidente della Repubblica Popolare Cinese, ha dato il via alla realizzazione di 500 smart city, città di media grandezza (due milioni e mezzo di abitanti, media grandezza per i cinesi…) che abbiano le caratteristiche chiave della digitalizzazione e che facciano transitare la popolazione verso una civiltà ecologica intesa come armonia tra l’uomo e la natura, attraverso una gestione rispettosa dell’ambiente, fondata su di un cambiamento culturale. Interessanti i documentari che, con rendering, simulano come sarà la vita delle persone: ampi spazi verdi, auto elettriche e a guida autonoma in car sharing, incroci regolati da semafori intelligenti, traffico fluido, oggetti che si scambiano informazioni tra loro grazie all’Internet of Things, baristi che preparano prima che tu ordini ciò che vorrai consumare. Ogni dato che ci riguarda sarà memorizzato e gestito per… facilitarci la vita. Non è una realtà così lontana perché diverse cose, fra quelle elencate, ci sono già, altre si faranno a breve; si tratta di assemblare i pezzi, lavorare sulla cultura digitale dei cittadini, soprattutto dei più vecchi, e il gioco è fatto. Il nodo più difficile da sciogliere rimane quello della produzione di una quantità più abbondante di energia elettrica (qualsiasi funzionamento dipenderà da questa), senza utilizzare combustibili fossili, ma solo fonti rinnovabili. La smart city incuriosisce anche se non si capisce se la digitalizzazione di qualsiasi processo potrà aggiungere molto alla qualità della vita di chi vive in un Paese piccolo come il nostro, dove le città con milioni di abitanti sono solo due, Roma e Milano; dove, soprattutto in passato, si creavano giardini e parchi nelle zone abitate di cui ancor oggi godiamo; e dove il 38% del territorio è costituito da boschi facilmente raggiungibili per gran parte dei cittadini. La nostra dimensione è ancora molto diversa e ci consente comunque di dare altri contributi alla sostenibilità, per esempio utilizzando stufe e caminetti a legna molto evoluti, non inquinanti, godendoci il caldo e la magia della fiamma magari dopo aver tagliato la legna nell’aria pura in un bel bosco, dove le piante nascono spontaneamente. Se volete provare questa sensazione, da pagina 12 trovate un ricco dossier su tutto ciò che c’è da sapere per attrezzarsi nella maniera giusta con una bella stufa o un caminetto moderno… questo finché non potremo o dovremo inebriarci delle meraviglie che offre una smart city

Come scegliere i lampadari per ogni camera della casa

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Rendere più accogliente l’ingresso, far sembrare più grande la sala da pranzo, aggiungere un tocco di stile a un angolo speciale della casa. L’illuminazione gioca un ruolo fondamentale nell’arredamento di un’abitazione, in particolare i lampadari danno un tocco di classe difficilmente eguagliabile da altri tipi di punti luce; ma come scegliere il lampadario giusto per ogni ambiente? Come orientarsi tra dimensioni, stili, tipi di sorgente luminosa, intensità dell’illuminazione, eventuale possibilità di regolazione di essa tramite dimmer?

Le domande che si pongono dovendo acquistare un lampadario, o lampada a sospensione, non sono poche: occorre una guida alla scelta del lampadario più adatto per ogni camera della casa.

Il lampadario in una stanza diversa dalla sala da pranzo?

I lampadari possono essere usati in ogni stanza: come punto luce primario, ma anche come elemento di arredo, con un’illuminazione meno intensa e completata da altri punti luce. Questo accade con le luci sotto i pensili in cucina, quelle dello specchio nel bagno, le abat jour sui comodini nella camera da letto, le lampade da terra o da tavolo nel salotto, le applique che mettono in risalto quadri e oggetti d’arte, nei corridoi.

Ovviamente sono necessarie alcune accortezze in più per scegliere il lampadario adatto al bagno, alla cucina o alla stanza dei bambini: i materiali del lampadario destinato al bagno devono essere resistenti all’umidità, quelli della cucina facili da pulire, e quelli della cameretta dei bambini robusti, possibilmente infrangibili.

Classico, moderno, originale

I lampadari sono oggetti decorativi, oltre che funzionali, perciò lo stile riveste un ruolo molto importante nella scelta. Si potrebbe pensare che un lampadario debba sempre essere intonato all’arredamento della stanza, ma alcuni contrasti tra classico e moderno possono dare risultati esteticamente molto validi. In linea generale: il metallo cromato e l’acciaio, le strutture geometriche e lineari, contraddistinguono i lampadari con un design moderno, mentre il bronzo e i “bracci”, sono legati ad uno stile più classico, come anche le decorazioni elaborate.

Comunque, se si dispone di un ambiente sufficientemente grande, qualsiasi sia l’arredamento, i lampadari importanti potranno divenire l’attrazione principale, magari messi in risalto da un rosone sul soffitto.

Come si calcola la dimensione del lampadario in base alla grandezza della stanza

Una regola matematica che ci permette di calcolare la misura del lampadario adatta alla stanza in cui lo posizioneremo, è quella di sommare la misura in metri dei due lati della stanza e moltiplicarla per 8. Il numero che ne risulta sarà il diametro in centimetri che dovrebbe avere il lampadario.

Naturalmente si tratta di misure indicative: un lampadario molto bello e importante può anche essere un po’ più grande, sempre che l’altezza del soffitto lo permetta. I soffitti sotto i tre metri impongono infatti la scelta di illuminare le stanze ampie con due lampadari più piccoli, in quanto sarebbe sgradevole vedere la stanza “ingombrata” da un’unica lampada grande e posizionata troppo in basso. La lunghezza del cavo dovrà infatti essere di circa 50 centimetri in caso di soffitti normali, mentre può superare il metro solo nei loft e negli open space.

E se c’è un tavolo sotto il lampadario?

Altra regola matematica: il diametro del lampadario deve essere compreso tra ⅓ e ½ della lunghezza massima del tavolo da pranzo. Un lampadario tradizionale per la zona pranzo ha 4 o 6 luci, schermate in modo da non abbagliare i commensali. Per quanto riguarda l’altezza, si dovrà mantenere una distanza dal piano del tavolo compresa fra 70 e 90 centimetri. Il lampadario sarà posizionato in corrispondenza del centro del tavolo stesso, o simmetricamente con spazi equidistribuiti se si tratta di posizionare due o più lampadari.

Molto pratica, dove lo stile moderno della lampada a sospensione lo consente, la scelta del cavo saliscendi, che permette di regolare l’altezza del lampadario a seconda dell’uso: in alto per non offrire ostacoli alla vista che farebbero percepire lo spazio come angusto, più in basso al momento di sedersi al tavolo.

Luce che occorre per illuminare una stanza: lumen e watt

I lampadari possono essere la fonte principale di illuminazione in una stanza, ma anche quella secondaria, come nel caso di alcuni lampadari d’antiquariato decorativi. Una volta stabilito di quanta luce si ha bisogno in un ambiente, si potrà stabilire la porzione che sarà coperta dalla luminosità del lampadario, e scegliere di conseguenza le lampadine.

Né fioca né intensa, calda o fredda: per misurare la quantità (intensità) di luce si usano i lumen e i watt, i Kelvin per la tonalità (temperatura).
Il watt, cioè la “potenza” di una lampadina, è un metodo antiquato di misurazione, che si basa sul consumo di corrente elettrica più che sulla luminosità della lampadina ed è utile solo per le sempre meno usate lampade ad incandescenza tradizionali. Più giusto far riferimento ai lumen, cioè l’intensità della luce; le lampade LED, infatti, sono in grado di fornire anche più di 60 lumen per un solo watt di consumo.
Ci sono formule per calcolare quanti lumen occorrono per ogni stanza; importanti da conoscere, anche se si tratta di indicazioni da adattare ai propri gusti e esigenze personali, e non di regole. Si ritiene che per illuminare adeguatamente corridoi, disimpegni e camere da letto saranno necessari tra i 50 e i 150 lumen per mq, mentre per salone e zone lettura o per cucina e zona pranzo, tra i 200 e i 500 lumen per mq. Nel bagno, si dividono per convenzione i lumen tra lampadario (100/150 per mq) e luci dello specchio, raggiungendo anche i 400 lumen totali.

Scegliere dei prodotti di qualità è essenziale per avere la certezza che durino nel tempo e che assolvano alla loro funzione principale, ovvero illuminare l’ambiente; a tal proposito, da Leroy Merlin è possibile trovare un ampio assortimento di lampadari molto luminosi e strutturalmente resistenti.

Luce calda, fredda o neutra per il lampadario?

La tonalità della luce si misura in Kelvin: va da calda (meno di 3.300 Kevin e sfumatura verso il giallo-arancione) a fredda (più di 5.300 Kelvin e sfumature verso l’azzurro). In realtà, per l’illuminazione di casa e quindi per i lampadari, sono usate le tonalità neutre intermedie e più naturali, tra i 3.300 K e i 5.300 K.
Una luce tendente al bianco-azzurrino aiuta la concentrazione e stanca meno la vista (rivelandosi adatta alla cucine, alle zone di lettura e di studio), mentre le tonalità aranciate favoriscono il relax (utili quindi in camera da letto e per il lampadario del salone e del bagno, affiancati da altri punti luce con lampade da tonalità più fredde).
Ci possono essere eccezioni: ad esempio un lampadario dal design moderno, in metallo, sarà valorizzato da luci fredde, anche se posizionato nel salone.

Le lampadine LED, che hanno sostituito le vecchie lampadine ad incandescenza e parte delle alogene, sono disponibili in una vasta gamma di tonalità. Inoltre, la luminosità delle lampade LED è regolabile grazie all’installazione di un dimmer (variatore di luce / variatore di luminosità / varialuce) al posto dell’interruttore tradizionale. Con questo dispositivo elettronico si può non solo accendere e spegnere, ma anche modulare l’intensità della luce. Alcune lampade alogene tra quelle ancora in commercio sono dimmerabili e consumano relativamente poco, inoltre possono riprodurre la forma vintage e la tonalità di luce delle vecchie lampadine tipo Edison, o altre forme interessanti dal punto di vista del design.

Diffusori e paralumi: i “vestiti” delle lampadine

Finita l’epoca delle candele e degli stoppini, delle lanterne all’acetilene e ad olio, in cui il paralume era necessariamente di vetro; alla fine dell’800, con l’elettricità e le lampadine, i paralumi e i diffusori divengono una parte fondamentale di lampade e lampadari, un vero e proprio elemento di arredo.
Le funzioni fondamentali del paralume e del diffusore sono di schermare, ammorbidire e sfumare la luce, di dirigere il fascio luminoso. I piccoli paralumi a tronco di cono, in tessuto e uno per ogni lampadina, sono tipici dei vecchi lampadari a più bracci; mentre i paralumi per i lampadari moderni tendono ad essere più grandi e, soprattutto, prodotti in un’ampia varietà di materiali semitrasparenti. Senza filtrare, ma piuttosto riflettendo la luminosità e indirizzandola, i diffusori si aggiungono alle possibilità di “vestire” le lampadine. Colori, forme, materiali, rendono praticamente infinite le possibilità di scelta, per poter abbinare il lampadario a qualsiasi tipo di arredamento.

Lampadari fai da te

E se tutti i lampadari in commercio non bastano, chi possiede abilità manuale e qualche conoscenza tecnica in fatto di elettricità può acquistare il materiale per realizzare un lampadario con le proprie mani: cavi in tessuto o silicone, portalampade, diffusori, paralumi anche homemade, e un po’ di fantasia, possono aiutare a creare lampadari dalle forme estrose e personalizzate.

Brico io al fianco dell’UNICEF per l’istruzione in Costa d’Avorio

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Prende il via oggi, Giornata Mondiale dell’Infanzia e dell’Adolescenza, la partnership di un anno che vedrà Brico io impegnato a raccogliere fondi per sostenere l’UNICEF e costruire una scuola in Costa d’Avorio

Prende il via oggi, in occasione della Giornata Mondiale dell’Infanzia e dell’Adolescenza, la partnership – della durata di un anno – che vedrà impegnato Brico io al fianco dell’UNICEF Italia a favore dell’istruzione di tanti bambini in Costa d’Avorio.

Brico io ha deciso di sostenere il lavoro dell’UNICEF e l’istruzione dei bambini in Costa d’Avorio impegnandosi a raccogliere fondi per costruire una scuola ecosostenibile nel paese.

L’UNICEF in Costa d’Avorio porta avanti, insieme all’impresa sociale colombiana Conceptos Plasticos, un progetto che prevede di riciclare la plastica per farne mattoni da impiegare nella costruzione di scuole. Attraverso questo progetto oggi vengono riciclate più di 5 tonnellate di rifiuti di plastica (da involucri di caramelle a pneumatici per auto) e trasformati in mattoni, durevoli e sicuri. L’obiettivo è quello di realizzare ambienti sani e sicuri dove i bambini possano studiare, giocare e sviluppare il proprio potenziale.

Oggi, negli oltre 100 negozi Brico io, i dipendenti della catena indosseranno delle speciali pettorine blu a sostegno dell’iniziativa UNICEF per celebrare la Giornata Mondiale dell’Infanzia e dell’Adolescenza. Inoltre, per i prossimi 12 mesi, i consumatori potranno dare il proprio contributo alla raccolta fondi di Brico io per l’UNICEF e partecipare così alla costruzione di una scuola ecosostenibile in Costa D’Avorio. La scuola verrà realizzata utilizzando mattoni di plastica riciclata.

Brico io ha effettuato una donazione all’UNICEF con la speranza di raggiungere – insieme al contributo dei suoi clienti e dei partner commerciali che aderiranno all’iniziativa – l’obiettivo di 250.000€ utili alla costruzione di una scuola in Costa d’Avorio, comprensiva di 10 classi, servizi igienici, mensa, area esterna attrezzata, attrezzature didattiche e la formazione degli insegnanti.

La Giornata Mondiale dell’Infanzia e dell’Adolescenza è per noi dell’UNICEF un momento molto importante. Oggi più che mai i bambini sono in pericolo, affrontano guerre, povertà, cambiamenti climatici, sono esposti a molteplici rischi, è nostro dovere ricordarlo.” – ha dichiarato Paolo Rozera, Direttore generale dell’UNICEF Italia. “L’istruzione è uno strumento fra i più efficaci per consentire a un bambino di ricevere le nozioni di base utili per il proprio sviluppo, imparare a rapportarsi con gli altri, ricevere un’alimentazione adeguata, avere accesso ai servizi igienici. In certi paesi, questo significa tutto. Ringraziamo Brico io per aver deciso di sostenere l’UNICEF, insieme tanti bambini avranno accesso all’istruzione.”

Con convinzione ci affianchiamo ad UNICEF nel sostenere questa iniziativa rivolta ai bambini che, indipendentemente da regione geografica, nazionalità ed esigenze rappresentano il futuro prossimo.” – dichiara Piero Simonetti, Responsabile Vendite e Marketing di Brico io S.p.A. – “Il nostro sostegno prevede volutamente il coinvolgimento dei nostri negozi, dei nostri colleghi e dei nostri clienti, con l’intento di sensibilizzare più persone possibile che rendano visibile l’iniziativa. Siamo certi che raggiungeremo l’obiettivo concordato con UNICEF, finanche a superarlo.”

Nel corso dell’anno, nei punti vendita Brico io saranno presenti i dialogatori UNICEF per dare informazioni sul progetto e invitare le persone a diventare donatori regolari UNICEF.

Einhell GE-WS 18/75 Li | Irrorare, ma comodamente

Un lavoro necessario per chi abbia piante da proteggere dai parassiti e spazi esterni da trattare contro le zanzare diventa agevole e senza fatica grazie all’irroratore Einhell GE-WS 18/75 Li da mettere a tracolla, che funziona con batterie al litio 18V e ha un serbatoio da 7,5 litri di capacità

In primavera tutte le piante da frutto, in estate molte piantine e, chi l’avesse, i filari d’uva: tutti vanno trattati con prodotti specifici per difenderli dalle malattie e dai parassiti. Trattamenti che in molti casi devono essere ripetuti più volte, come quelli che negli stessi mesi vanno fatti per difendere gli spazi esterni dalla proliferazione delle zanzare. Quasi nessuno trova “divertente” questo lavoro soprattutto se si è costretti a usare le pompe a spalla o da tenere in mano, quelle che bisogna mettere in pressione con uno stantuffo o una leva; durante l’uso la pressione scende velocemente e, in modo ricorrente, si deve ripetere l’azione per poter erogare il prodotto. Ora possiamo dire basta a questa seccatura perché c’è l’irroratore a batteria Einhell GE-WS 18/75 Li che ha a bordo un’elettropompa con il compito di mantenere in pressione il recipiente, permettendo l’erogazione continua del liquido ivi contenuto.

La macchina ha diversi vantaggi: il corpo con la parte elettromeccanica è di dimensioni molto contenute e di peso ridottissimo; tutta questa parte si sgancia dal serbatoio, che risulta molto semplice e veloce da rifornire con il preparato e da ripulire a fine lavoro; è alimentata con una batteria al litio da 18V della famiglia Power X-Change, quindi, chi avesse già elettroutensili di questa gamma, risparmia nell’acquisto di caricabatteria e batteria. Chi avesse bisogno di capienze diverse del serbatoio può orientarsi sulla sorella maggiore, spalleggiabile, GE-WS 18/150 Li, con capacità di 15 litri, o al contrario sulla più piccola GE-WS 18/35, da 3,5 litri.

L’irroratore Einhell GE-WS 18/75 ha un prezzo consigliato al pubblico di euro 84,95; il modello GE-WS 18/35 euro 74,95; il modello GE-WS 18/150 euro 144,95.

Estratta la macchina dalla confezione d’acquisto, restano soltanto da assemblare la lancia con il tubo rigido d’erogazione, il tubo flessibile e la tracolla. In pratica gli elementi che, a fine stagione, conviene rismontare per pulirli e asciugarli meglio prima del rimessaggio invernale.
L’attacco superiore della tracolla. Subito dietro, sull’impugnatura, si notano gli incavi che permettono di appoggiare in modo stabile la lancia.
Il raccordo d’innesto fra lancia e tubo rigido è di ottone, come anche quello fra tubo ed erogatore.
Il tubo flessibile si innesta nella lancia e si blocca avvitando la ghiera filettata.
Con un’identica manovra si collega sul corpo macchina anche l’altra estremità del tubo.
Lo sgancio del gruppo motore è semplicissimo e rapido: avviene tramite due ganci elastici laterali, fatti di metallo. Il peso è molto ridotto anche se si considera la presenza (necessaria) di una batteria.
Il bocchettone di riempimento è prolungato verso l’alto per riempire il serbatoio anche con motore montato. È utile anche, a fine lavoro, per svuotarlo comodamente dal prodotto non usato.

Batteria Power X-Change

L’irroratore funziona con una qualsiasi delle batterie a 18V della famiglia Power X-Change, disponibili con capacità di 2,0 – 2,5 – 3,0 – 4 – 5,2 Ah. I modelli da 3,0 e 5,2 Ah, marchiati Power X-Change Plus, sono nuovissimi accumulatori che offrono tanta corrente in più e, a parità di potenza, sono più piccoli del 13% e più leggeri del 10% rispetto agli altri.

Casa che coccola e avvolge in un calda atmosfera

Tratto da “Come ristrutturare la casa n.6 – Novembre/Dicembre 2022″

Autore: Nicla de Carolis

Si inizia a parlare di boiserie dal XIV secolo perché anche nelle dimore di lusso come i castelli e i palazzi, dove i nobili trascorrevano la vita tra feste e privilegi, in inverno si doveva combattere con infissi poco isolati, muri freddi, pavimenti ghiacciati e stanze dai soffitti altissimi che disperdevano il calore. Questa serie di pannelli in legno che rivestivano le pareti e i soffitti per trattenere il caldo nasce quindi per un motivo pratico. Ma, al di là di ciò, gli artigiani dei secoli passati si sono cimentati in realizzazioni, giunte fino a noi, di una straordinaria bellezza, con esempi come quello ricco di decorazioni in oro e bassorilievi del settecento, quello pulito e semplice dello stile inglese, tipico delle biblioteche con le tinte scure del mogano, e quello stile art déco dei primi del novecento. Oggi il problema dell’isolamento termico, assai di attualità, viene risolto in maniera più radicale e performante con materiali che hanno poi bisogno di rifiniture; quindi la boiserie, come i pavimenti di legno, sono elementi utilizzati solo per scelte estetiche di livello, fatte per durare nel tempo; il dossier da pagina 48 è rappresentativo di queste declinazioni dell’uso del legno.
Quando si esce dalla doccia, cosa c’è di più desiderabile di un telo in spugna morbido e caldo in cui avvolgersi? I termoarredi elettrici, utili sempre ma soprattutto nelle mezze stagioni, quando l’impianto di riscaldamento è spento, sono ormai un elemento indispensabile nella progettazione di un nuovo bagno. Grazie all’infinita varietà proposta dalle migliori aziende del settore, possono dare quel tocco di bellezza ed eleganza tanto da sembrare opere d’arte; lo vedrete nel servizio da pagina 92.
Nel servizio iniziale abbiamo selezionato tanti piccoli/grandi prodotti in grado di rendere la casa calda e accogliente, all’insegna del risparmio energetico; quindi si va da suggerimenti che ci vengono dal passato come un bel tappetto piacevole da calpestare a piedi nudi o un tendone che isola le finestre o una stufa a legna moderna, con emissioni ridotte, per arrivare alle lampadine più evolute con consumi bassissimi, controllabili con la voce, che emettono luce calda, ma anche di diversi colori.
Se tutto fuori è tempesta, facciamoci coccolare dalla piacevole rilassante atmosfera che abbiamo saputo creare nella nostra casa grazie a questi deliziosi comfort.

Forare in tutta sicurezza con i rilevatori di oggetti sottotraccia Bosch

I rilevatori di oggetti sottotraccia permettono di affrontare la foratura di un muro sapendo che la zona è libera e non si corre il pericolo di rotture

Eseguire un foro in una parete è operazione che sotto il profilo tecnico non presenta alcuna difficoltà, ma porta con sé un’incognita capace di far tremare i polsi anche al professionista più smaliziato, legata alla possibilità che in corrispondenza del foro da eseguire ci possa essere un elemento strutturale (per esempio ferro d’armatura), che può ostacolare la foratura o, peggio, un elemento dell’impianto elettrico o idraulico, che potrebbe essere danneggiato nell’operazione. Per questo esistono i rilevatori capaci di indicare la presenza di oggetti di varia natura nello spessore della parete e per lo stesso motivo non conviene lesinare sulla qualità quando si decide di acquistarne uno.

La gamma di elettroutensili Bosch di colore blu è notoriamente quella dedicata al settore professionale; ambito in cui si punta all’eccellenza e ogni compromesso viene abbandonato, in modo che l’operatore possa affidarsi serenamente allo strumento che sta utilizzando. Questo non vuol dire che non possano esserci attrezzature con qualità superiori ad altre. Per esempio fra i tre rilevatori che mostriamo in queste pagine ci sono differenze tangibili nelle potenzialità, ma in ogni caso ci si trova di fronte a un dispositivo che fa esattamente ciò che gli si richiede.

Il modello GMS 120 è il più essenziale dei tre e indica la presenza di oggetti come metalli magnetici (ferrosi), che rileva sino a un massimo di 120 mm di profondità, metalli non magnetici (rame), cavi elettrici sotto tensione e strutture di legno. Senza particolari funzioni aggiuntive, punta tutto sull’immediatezza e la semplicità d’uso. Il modello D-tect 120 ha qualche potenzialità in più, potendo rilevare anche tubi di plastica, ma solo se pieni d’acqua. Ha anche una maggiore sensibilità per i metalli non magnetici e qualche funzione in più per le impostazioni del tipo di sottofondo presente.

Il D-tect 120 può essere alimentato da una batteria al litio Bosch oppure, mediante un’apposito adattatore, con 4 comuni batterie stilo, tipo AA, da 1,5 V.

Il modello D-tect 200 è sicuramente il più sofisticato, indicato per il professionista esigente che ha bisogno di discernere oggetti presenti nei sottofondi più disparati, per esempio nel calcestruzzo nelle prime fasi di indurimento. È molto potente, arrivando nei rilevamenti sino a 200 mm di profondità, ed è in grado di indicarne la profondità dell’oggetto rilevato con una precisione di ±5%. Molto sensibile: fra i materiali, rileva anche i tubi di plastica vuoti.

Tre modelli per tutte le necessità

All’insegna della semplicità, il GMS 120 è l’unico che dispone di una sola possibilità di alimentazione, tramite batteria a 9 V. Il D-tect 120 e il D-tect 200 sono disponibili in diverse varianti, con borsa morbida oppure in valigetta rigida; con alimentazione tramite batteria litio GBA 12 V o con adattatore per batterie stilo AA, accessori che accomunano i due modelli.

dato tecnico/modello*GMS 120D-tect 120D-tect 200
Max profondità di rilevamento120 mm120 mm200 mm
Max rilev. sottostrutture legno38 mm38 mm38 mm
Max rilev. metallo magnetico120 mm120 mm200 mm
Max rilev. metallo non magnetico80 mm120 mm200 mm
Max rilev. cavi elettrici sotto tensione50 mm60 mm80 mm
Tipi di muro selezionabiliCartongesso, universaleCalcestruzzo, cartongesso, universaleMattone/universale, calcestruzzo, cartongesso, riscaldamento a superficie, calcestruzzo nelle prime fasi di indurimento, carotaggio orizzontale laterizio, mattone a fori verticali
Oggetti rilevabili *Metalli magnetici (ad esempio ferro), metalli non magnetici (ad esempio rame), cavi sotto tensione, sottostrutture in legnoMetalli magnetici e non, cavi sotto tensione e non, tubi di plastica riempiti con acqua, sottostrutture in legnoMetalli magnetici e non, cavi sotto tensione e non, tubi in plastica riempiti con acqua o anche vuoti, sottostrutture in legno
Alimentazione1 batteria da 9 VBatteria al litio da 12 V oppure 4 pile a stilo da 1,5 V (AA)Batteria al litio da 12 V, 4 batterie da 1,5 V (AA), 4 pile ricaricabili da 1,2 V (AA)
Peso270 g500 g700 g
Prezzo consigliato (iva esclusa)euro 119,00da euro 289,00da euro 755,00

* Rimandiamo ai rispettivi manuali tecnici per i dettagli sulla precisione dello strumento e per ulteriori informazioni sulle possibili differenze nelle condizioni d’uso.

Accessori e minuteria con imballi riciclabili SACAR

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Da oggi, tutti i contenitori della minuteria metallica e di molte altre categorie merceologiche del catalogo Sacar sono realizzati in PLA (acido polilattico), una bioplastica ottenuta dalla trasformazione degli zuccheri presenti nel mais e in altri materiali naturali, non derivati dal petrolio.

Un pack tutto naturale, che asseconda lo spirito “green” dell’azienda, attenta, sino dai suoi esordi, ai problemi ambientali e al consumo delle risorse della terra. l nuovi contenitori utilizzati da Sacar per le varie referenze, sia blister sia mini-sacchetti trasparenti, sono totalmente compostabili e si degradano rapidamente nel terreno.

I blister hanno sia la vaschetta sia il top realizzati in PLA e accoppiati senza utilizzo di colle, ma solo grazie al calore. Per la colorazione delle confezioni, inoltre, sono utilizzati pigmenti naturali.

A chiudere il cerchio per una sostenibilità a 360°, c’è la decisione di produrre direttamente questi imballaggi, in quantità commisurata alle esigenze di produzione e vendita dei prodotti. Per questa importante novità, Sacar ha ottenuto dal TÜV il prestigioso riconoscimento della Certificazione OK Compost Industrial, in tema di sicurezza, qualità e ambiente.

Sacar (sacardue.it)

Salvadanaio fai da te di legno tornito

Reso cilindrico un pezzo quadro, ci sono due fasi più complicate: svuotarlo internamente in modo da ottenere un tubo con pareti di spessore uniforme e fare di giusta misura le scanalature circolari nelle tavolette per chiudere le estremità del cilindro. Realizziamo un simpatico salvadanaio fai da te

Un oggetto comune, realizzato in modo abbastanza essenziale, con la riproduzione stilizzata della figura di un cagnolino. Detta così potrebbe sembrare una costruzione banale quella di questo salvadanaio fai da te, ma racchiude in sé una serie di lavorazioni per le quali serve una certa attrezzatura e una certa competenza per ottenere i pezzi necessari al progetto.

Il cagnolino è fatto interamente di legno usando due blocchetti di abete avanzati, entrambi di sezione quadrata (uno 100×100 mm per il corpo e il secondo 80×80 mm per la testa del cane), un pannello dello stesso legno di spessore 16 mm per fare la parte delle gambe anteriori e posteriori, un pezzo di compensato da 3 mm per ricavare le due orecchie e la medaglietta fatta a osso, un pezzo tondo di faggio per fare la coda. Si tratta di tornire il blocchetto da 100×100, lungo 300 mm, facendolo diventare cilindrico, e poi svuotarlo all’interno, per ottenere il contenitore delle monete. Dalla tavoletta spessa 16 mm si ritagliano due pezzi uguali che servono per chiudere il cilindro alle estremità e, nel contempo, realizzare le gambe del cagnolino che fungono anche da supporti per tenere diritto il salvadanaio fai da te.

Non essendo facile romperlo per recuperare le monete, è prevista l’applicazione di un tappo frontale che permetta di svuotare il salvadanaio fai da te periodicamente. Il tappo che chiude un foro rotondo è abbellito con la medaglietta a forma di osso, ritagliata dal compensato. La testa è fatta sagomando il blocchetto di abete da 80×80 mm, usando la smerigliatrice angolare con montati dischi abrasivi di tela.

Tanto lavoro col tornio

Tempo richiesto: 4 ore

 

  1. Montare il blocchetto di legno sul tornio

    Il blocchetto di legno con cui si ricava il corpo del cagnolino è a sezione quadrata 100×100 mm e lungo 300 mm. Tracciando le diagonali sulle due facce quadrate di individuano i loro centri per montarlo nel modo corretto su punta e contropunta del tornio.

  2. Rendere cilindrico il blocchetto

    Partendo con una sgorbia da sgrosso, si rende cilindrico il blocchetto; poi si passa alla sgorbia pialla che permette di ottenere una superficie più liscia, mantenendo una maggiore regolarità del cilindro in sezione.

  3. Svuotare il pezzo

    Si monta sul tornio il mandrino a quattro griffe e vi si blocca un’estremità del pezzo cilindrico, in modo da poter effettuare lo svuotamento del pezzo.
    salvadanaio fai da te

  4. Ritagliare due pezzi identici dal pannello

    Si ritagliano due pezzi identici dal pannello spesso 16 mm, sagomandoli con il seghetto alternativo. Con un po’ di attenzione si deve poi individuare il centro della parte tonda di ognuno dei pezzi. La cosa risulta più semplice se si inizia tracciando 2 cerchi con il compasso.

  5. Montare le due tavolette sul tornio

    I centri servono per poter montare sul tornio le due tavolette e realizzare un’incisione circolare profonda 5-6 mm, che abbia dimensioni precise per ricevere l’innesto del cilindro; conviene prima di tutto marcare a matita l’ingombro esterno del cilindro e poi lo spessore della sua parete.

  6. Chiudere il contenitore del salvadanaio fai da te

    Applicando colla vinilica sui bordi del cilindro e nelle sedi delle fiancatine si chiude il contenitore del salvadanaio fai da te, badando che le gambe del cagnolino risultino ben allineate. Una barra filettata provvisoria permette di serrare bene la giunzione sino a colla essiccata.

  7. Aprire un foro per il passaggio delle monete

    Usando il piccolo foro fatto per la barra filettata come punto di centratura, si apre un foro più ampio che garantisca il passaggio delle monete di tutte le dimensioni. Ideale è l’utilizzo di una mecchia, montata sul mandrino del trapano.
    salvadanaio fai da te

  8. Realizzare il tappo

    Il tappo è fatto incollando al pezzo sagomato a forma di osso due dischi di legno, ricavati con una sega a tazza.

  9. Rendere la testa del cagnolino ruotabile

    Un volta fatta la testa, smussando un blocchetto massello con la smerigliatrice angolare, la si articola sul bordo del pannello frontale con una spina di faggio Ø 10 mm lunga 50 mm, incollata solo nella parte del corpo, per avere la testa ruotabile.

  10. Colorare il salvadanaio fai da te

    Sulle varie parti separate si stendono almeno due mani di smalto acrilico bianco, poi si realizzano le macchie nere usando un cartoncino forato tenuto vicino alla superficie mentre si spruzza il colore con la bomboletta.
    salvadanaio fai da te

Progetto di Gabriele Cestra

Un fermento di innovazione unito a un “godimento estetico”

Tratto da “Rifare Casa n.84 – Novembre/Dicembre 2022″

Autore: Nicla de Carolis

Una delle innovazioni più interessanti, perché risponde alle esigenze di cambiamento dettate dalla crisi climatica ed energetica, è senz’altro la caldaia a idrogeno che, oltre a scaldare la casa, potrà in futuro addirittura generare energia elettrica, il tutto senza emissioni di CO2 se l’idrogeno utilizzato sarà quello verde. L’idrogeno verde si ottiene dall’acqua con la scissione dei suoi due elementi, idrogeno e ossigeno, attraverso il processo dell’elettrolisi generata dal passaggio della corrente elettrica prodotta da fonti rinnovabili; come gli altri tipi di idrogeno, grigio e blu (ottenuti con elettricità da fonti fossili), ha un contenuto di energia quasi 2,5 volte superiore a quello del metano, la sua combustione produce solo acqua ed è stoccabile. I vantaggi di un passaggio a un’economia futuribile e auspicata dell’idrogeno sono evidenti e hanno come conditio sine qua non l’implementazione della produzione di elettricità da fonti rinnovabili; per stare con i piedi per terra, il governo italiano ha come obiettivo una penetrazione dell’idrogeno per il settore dei trasporti e del riscaldamento del 2% entro il 2030 e fino al 20% entro il 2050 (fonte www.nature.com). È comunque importante andare avanti su questa strada e da pagina 32 presentiamo una caldaia già predisposta per funzionare con l’idrogeno. Si è fatta tanta strada anche per le pompe di calore, di cui da pagina 26 presentiamo alcune interessanti novità; questa scelta si rivela vincente per avere fresco d’estate, caldo d’inverno e acqua calda tutto l’anno, grazie a un sistema molto più performante, rispetto alla comune caldaia, e a emissioni zero, sempre se l’energia elettrica che alimenta la pompa di calore è generata da fonti rinnovabili. Anche i sistemi di riscaldamento più all’antica, caminetti e stufe, hanno avuto un’importante evoluzione nel contenimento delle emissioni ed essere in regola con le norme per l’inquinamento. Il vecchio caminetto si può riqualificare con l’inserimento di un monoblocco, da pagina 78, che nulla toglie alla sua affascinante estetica ma molto dà in termini di efficienza. Inoltre, legna e biomasse sono fonti di energia rinnovabili, spesso a Km zero, se si considera che quasi il 40% del territorio italiano è costituito da boschi. Nei progetti degli architetti ci sono idee funzionali e originali per una disposizione degli ambienti più in linea con il vivere di oggi; idee per l’illuminazione, la decorazione e gli arredi ma, da pagina 88, anche lavori di riqualificazione energetica con certificazione CASACLIMA. Infine, per soddisfare un vero “godimento estetico” (e mi scuseranno i filosofi empatisti per l’uso improprio della locuzione), nell’ampio dossier sul bagno, da pagina 34, troverete una notevole selezione di prodotti molto belli, il tutto insieme alle linee guida per una progettazione giusta dei bagni di casa nelle loro diverse declinazioni.

Master 650 di Wolfcraft | Pieghevole, leggero, robusto e… con morsa

Un banco da lavoro utilissimo sempre, adatto a qualsiasi lavoro a qualsiasi livello. Può essere il bricoleur occasionale oppure il professionista, in laboratorio, in cantiere, in casa o in garage, dove ci sono sempre necessità di un piano d’appoggio saldo e con morsa per tenere fermi i pezzi

Il banco è uno strumento fondamentale in qualsiasi progetto; tutto ruota intorno a lui, sin dalle prime fasi del lavoro. Tuttavia, la versione leggera e portatile di questo strumento, il banchetto universale, riesce a essere persino più popolare ed apprezzata. Anche in laboratorio, infatti, pur disponendo dei necessari banchi, pesanti e di grosse dimensioni, si ha bisogno costantemente di una superficie aggiuntiva, versatile e facilmente spostabile, per assecondare le diverse fasi di una costruzione. Non parliamo poi delle necessità che si possono avere quando non si dispone di un vero e proprio laboratorio e, per i propri progetti di costruzione e riparazione, si devono usare gli spazi disponibili in garage, in casa o all’aperto. Da oltre 30 anni, con la serie Master, Wolfcraft offre postazioni di lavoro di assoluto riferimento per artigiani e hobbisti; tutti caratterizzati da funzionalità, sicurezza, ergonomia oltre alla qualità delle soluzioni e dei materiali utilizzati. Il nuovo modello Master 650 Ergo è un banco morsa leggero, stabile, versatile e ripieghevole. Tutte caratteristiche essenziali perché un banco universale deve occupare poco spazio; deve poter essere spostato e caricato in macchina senza fatica, ma come prima cosa deve essere robusto e stabile. Master 650 è costruito in Europa ed è garantito per 10 anni.

Pronto in due mosse, comodo e salvaspazio

Quando è chiuso, il tavolo Master 650 Ergo occupa pochissimo spazio in profondità e, grazie alla forma dei piedini di gomma, è molto stabile contro la parete.
La movimentazione del tavolo chiuso è agevolata dalla presenza di un incavo nel ripiano inferiore che facilita la presa.
Due leve sotto il piano permettono di regolarne l’inclinazione continua dalla posizione orizzontale sino a 65°.
Più in basso, altre due leve permettono la regolazione in altezza del piano da 780 a 950 mm, sempre in modo continuativo.
Il telaio è in acciaio tubolare; il piano in MDF ha un’estensione di 650×390 mm, che diventano 650×490 mm con la prolunga in dotazione inserita nella morsa. La larghezza massima di serraggio è di 110 mm tra i piani del tavolo, mentre fra le ganasce in plastica è di 410 mm. In dotazione ci sono 4 ganasce di plastica e due aggiuntivi di serraggio per elementi tondi. Il banco morsa universale Master 650 pesa 13,1 kg e ha una capacità di carico di 120 kg. Il prezzo consigliato al pubblico è di euro 129,00.