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Installare un ascensore

A quanto pare, l’Italia è il Paese dove ci si sposta da un piano all’altro con maggiore intensità: un quinto degli ascensori esistenti in Europa è installato sul nostro territorio ed a livello industriale siamo leader in questo settore. Ma, purtroppo, il 40% di quelli in funzione ha oltrepassato i 30 anni di servizio ed il 60% manca di tecnologie capaci di garantire la necessaria sicurezza.

Rispetto alle macchine del passato, spesso i moderni ascensori, elettrici o idraulici, possono essere installati senza bisogno di uno spazio da adibire a locale macchina, senza che debba esistere un vano corsa, senza realizzare una fossa profonda. Le strutture portanti consentono di posizionare l’ascensore dentro o fuori le mura dell’immobile.

L’adozione di un nuovo ascensore, o la sostituzione di una macchina di vecchia concezione con una nuova, permettono al consumatore di beneficiare di diverse agevolazioni: la detrazione Irpef , il contributo in base alla legge 13/89 per l’abbattimento delle barriere architettoniche (se utilizzato da persone disabili) e la detrazione per interventi di ristrutturazione. Se ci sono le circostanze per cumulare i contributi, oltre il 50% del costo può essere rimborsato; inoltre è possibile l’applicazione dell’IVA agevolata al 4%, sempre per i disabili.

Gli ascensori di tipo idraulico sono generalmente installati in edifici non superiori a 5 piani e quando non occorre una velocità elevata: di solito si tratta di impianti idraulici indiretti, il cui pistone ha una sezione maggiore rispetto a quelli diretti, e proprio per questa sua caratteristica non necessita di foro nel terreno. Il loro successo commerciale degli anni scorsi è oggi conteso dalle macchine elettriche con sistema MRL, quello che consente di fare a meno di un locale macchina.

CON STRUTTURA PORTANTE

Questo tipo di installazione non abbisogna di opere murarie perché si avvale, per l’appunto, di una struttura metallica portante: è sicuramente la soluzione più indicata quando non c’è sufficiente spazio all’interno e l’ascensore viene installato all’esterno. La struttura metallica è tamponata con ampie superfici vetrate per limitare l’impatto con l’architettura dell’edificio.
Altro vantaggio di questa scelta è che il montaggio può essere portato a termine indipendentemente dalle condizioni del cantiere; inoltre, vengono eliminati i costi aggiuntivi di eventuali opere murarie sull’immobile.
Kone

La struttura portante è comunque una soluzione valida anche per installazioni interne in edifici esistenti, ove non sia possibile la realizzazione di un vano proprio per l’ascensore.
Ceteco

CON FISSAGGIO A MURO

Per questo tipo di installazione bisogna che l’ascensore disponga di un vano proprio, previsto in fase di progettazione.
A parità di cabina, le dimensioni minime interne del vano (larghezza x profondità) sono leggermente inferiori, nell’ordine di una decina di centimetri, rispetto all’ingombro esterno di una struttura portante. A titolo di esempio, l’ascensore Easylife® con unico ingresso frontale, portata 280 kg/3 persone, porta a 2 ante automatica e telescopica, necessita di un vano minimo 1260×1250 mm per il fissaggio a muro; la struttura portante che può ospitare la stessa macchina ha un ingombro esterno di 1360×1350 mm.
Daldoss
COSA C´E’ DENTRO?

Con l’adozione del motore gearless, la macchina si trova completamente all’interno del vano, sostenuta dalle guide; tutto il carico dell’ascensore grava su queste e sul contrappeso, non occorrono travi portanti da fissare alle pareti del vano di corsa né altre opere murarie, in quanto la macchina è fissata in testata, appoggiata su un telaio connesso a guide e contrappeso.
L’armadio di servizio è affiancato alla porta dell’ultimo piano ed ha un’ingombro contenuto.
IGV – Overfit® Gearless

FOSSA E TESTATE RIDOTTE
Il vano di un’ascensore può essere diviso in tre parti: fossa, corsa e testata. La prima rappresenta lo spazio tra il fondo del vano ed il livello del primo piano servito; la corsa è la distanza compresa tra le soglie estreme dei livelli serviti; la testata è l’altezza tra l’ultimo livello servito ed il bordo interno superiore del vano.
La Direttiva Ascensori 95/16/CE entrata in vigore nel 1999, pur prevedendo uno spazio minimo di rifugio oltre le posizioni estreme della cabina per impedire rischi di schiacciamento, permette l’adozione di ascensori con fossa e testata ridotte negli edifici esistenti, purché venga assicurata la sicurezza con altri mezzi appropriati.
Infine si ricordi l’importanza della manutenzione. Scopri il prodotto ideale per la manutenzione ascensori.

Sostituire le finestre senza rompere

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Per sostituire le finestre vecchie non necessariamente bisogna affrontare interventi di muratura: anziché eliminare il vecchio telaio è possibile rivestirlo con quello nuovo, evitando sorprese spesso non preventivate. Gli infissi sovrapposti utilizzano un’aletta di copertura da 3 a 10 cm ed una profondità utile di 5 cm che copre il vecchio telaio: questo si traduce in riduzione dei tempi di posa nonché dei disagi nella fruibilità dell’immobile, chiarezza nei costi concordati con l’installatore e un buon ingresso di luce, grazie al contenimento delle dimensioni del profilo.

Se fra telaio e muro si riscontrano fessure o l’ancoraggio è precario si iniettano schiume poliuretaniche per un corretto taglio termico: una volta indurite, l’eccesso può essere eliminato tagliandolo a filo con una lama affilata. Particolari coprifili provvedono a coprire le fughe rimanenti, tanto sul lato esterno che su quello interno del serramento. Non si utilizzano viti a vista ed il risultato è un’ottima soluzione dal punto di vista qualitativo ed estetico: l’installatore rimuove i battenti della vecchia finestra e monta con semplici operazioni quella nuova che, essendo su misura, non presenta difficoltà di regolazione. Nella scelta del serramento le possibilità sono molte, ma quelli in alluminio garantiscono ottima tenuta agli spifferi grazie a speciali guarnizioni sulle battute.

Ma è attraverso i vetri che si hanno forti dispersioni, se questi non sono conformi alla bontà del serramento: la superficie vetrata è di gran lunga superiore a quella della struttura. I doppi vetri sono ormai preassemblati costituendo un’unica vetrocamera al cui interno viene iniettato un gas inerte che permette notevoli risparmi energetici e, sostituendosi all’aria, evita la formazione di condense all’interno.
Questi interventi garantiscono quindi un significativo risparmio economico, che può essere ancora maggiore se, al momento dell’intervento, esiste la possibilità di detrazioni fiscali.

IL MONTAGGIO DEL TELAIO

  1. Vanno eliminati i battenti del vecchio infisso, quindi i cardini e tutte le parti che ostacolano l’inserimento del coprinfisso nuovo ad U.
  2. Si spessorano piccoli spazi vuoti tra muro e copritelaio per evitare movimenti o deformazioni. Se necessario, è consigliato l’uso di schiume di montaggio quando piccoli spessori non sono sufficienti o difficili da inserire.
  3. Si rifiniscono le fessure, sul lato verso l’esterno, con sigillante siliconico. Il sigillante in eccesso va rimosso prima del suo indurimento.
  4. Fissato il profilo ad U, si avvita il nuovo telaio.
  5. I battenti vengono subito montati sui cardini del telaio.

 

Il lavoro è ultimato riempiendo le fessure antiestetiche, tra coprifilo e irregolarità del muro, con sigillante verniciabile per successiva tinteggiatura dello stipite finestra.

Costruire una doccia con il piano rialzato

Costruire una doccia con piano rialzato in un angolo del bagno dove non c’era

Per costruire una doccia in un ambiente già piastrellato è necessario innanzitutto asportare la piastrellatura delle pareti. La zona doccia che andiamo a costruire viene delimitata con una soglia alta circa 15 centimetri nella quale è installato un sistema di scarico doppio, per doccia e tazza, ovviamente collegato allo scarico già esistente. Su tutto il gruppo di tubi viene versato un massetto di altezza bastante a raggiungere col piatto doccia lo scarico relativo. Sopra la soglia, a sinistra, viene realizzata una parete, di cartongesso speciale per luoghi umidi, che ospita i tubi di entrata dell’acqua per doccia.
La nuova semiparete scherma l’illuminazione, al che si rimedia installando un controsoffitto con montato un gruppo di faretti ad incasso a bassa tensione.

La demolizione della vecchia piastrellatura

Il sistema più veloce per demolire una piastrellatura prevede l’asportazione delle fughe con un sottile disco abrasivo azionato dalla smerigliatrice a vibrazione.
Con lo scalpello a punta piatta si staccano  le piastrelle dalla parete. Lavorando con  attenzione se ne possono recuperare molte per un eventuale riutilizzo.
Utilizzando il martello demolitore elettrico  si rimuove tutta la piastrellatura fino alla superficie del massetto. Una totale pulizia conclude il lavoro a portata di fai da te.

Costruire una doccia: faretti e telai

La parete laterale nasconde il telaio che sostiene l’impianto idrico. Successivamente viene costruita la semiparete che delimita la cabina doccia. Questa toglie buona parte della luce naturale proveniente dalla finestra (posta all’altro lato del locale) o di quella artificiale installata nel bagno. Per illuminare la cabina si ricorre a faretti incassati in un controsoffitto costituito da una lastra di gessofibra avvitata ad un telaio di listelli di buona sezione, fissato al soffitto originale con piastre zincate e tasselli. Data l’umidità della doccia, i faretti debbono essere stagni ed a bassa tensione e tutti i bordi della lastra vanno sigillati con la massima cura per evitare che il vapore acqueo penetri nella controsoffittatura. Tutti i materiali sono reperibili nei centri bricolage.

IL PIATTO DOCCIA

  1. La Y di tubi di scarico viene affogata dentro ad un massetto rigido e leggero che può essere costituito da palline di argilla espansa tenute assieme da una malta cementizia molto fluida.
  2. La soglia di cemento cellulare ha la funzione di contenere lo strato di riempimento.
  3. Il riempimento deve lasciare libero il foro di scarico del piatto doccia, sporgente di tanto quanto è lo spessore della lastra.
  4. Quando il riempimento ha fatto definitivamente presa possiamo poggiarvi sopra il piatto doccia ed inserirvi guarnizioni e raccordi.
  5. Raccordi, manicotti ed O-ring opportunamente montati e sigillati permettono di rendere perfettamente stagna la bocchetta di scarico.
  6. La superficie del piatto doccia è già dotata dell’inclinazione necessaria a far scendere l’acqua verso il foro centrale; è sempre meglio controllarne l’orizzontalità con una livella, prima di procedere con la piastrellatura.

La porta della doccia

La piastrellatura ricopre tutte le pareti della cabina doccia e prosegue sulla parete destinata ad accogliere il lavabo. Individuata la mezzeria del bordo libero della semiparete tracciamo una riga, esattamente parallela alla soglia, che giunga alla parete opposta. Centriamo su questa riga la base di un montante del telaio, tenendolo perfettamente verticale, e segniamo sulla parete la posizione dei fori d’ancoraggio. Apriamo i fori, introduciamo tasselli Ø 6 mm ed avvitiamo il montante. Ripetiamo l’operazione sulla controparete sempre controllando con la massima cura la verticalità del montante. Questo tipo di porta ha una chiusura magnetica. Accostiamo il profilo magnetizzato al montante della controparete e avvitiamo sull’altro montante il profilo con le cerniere. Proteggiamo il metallo a vista con un pezzetto di nastro maschera che evita lo slittamento della punta e i graffi del materiale. Tagliata a misura in larghezza la lastra di vetro sintetico, inseriamola nella scanalatura e fissiamola con le viti autofilettanti. Sigilliamo accuratamente la giunzione fra i montanti metallici e le pareti, da un lato e dall’altro, dentro e fuori. Affinché la porta non strisci in terra, astuzia fai da te, prima di inserire nei suoi profilati la lastra tagliata a misura in larghezza, dobbiamo provvisoriamente incollare a terra una coppia di spessori da 4 o 5 mm. Si avvita alla porta la lunga maniglia metallica.

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Semi parete in cartongesso separa gli ambienti

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Da che mondo è mondo, il letto si posiziona con la testiera a parete, mai viceversa: una regola che ci portiamo dietro fin dalle origini, l’uomo delle caverne non avrebbe mai dormito con la testa in direzione dell’ingresso al suo rifugio, dando le spalle ai predatori. Visto che la situazione di pericolo è cessata, proviamo a ribaltare questo concetto.
Posizioniamo il letto nell’angolo formato da due pareti, ma con la testiera rivolta all’esterno. La sponda può essere completamente accostata a parete oppure distanziata quanto basta a farci stare un comodino, se lo riteniamo utile. Sulla parete frontale possiamo montare, ad altezza opportuna, una mensola su cui collocare la TV, la distanza è ottimale per guardare il nostro programma preferito; in alternativa, se vogliamo guardare la TV da coricati, possiamo fissarlo più in alto, direttamente a parete, tramite gli appositi supporti orientabili.

 

 

La parete che manca dietro la testiera la si realizza con una struttura di profilato metallico rivestita con lastre di cartongesso, larga poco più della testiera; dietro a questa prevediamo di mettere uno scaffale a giorno, che tagliamo ad altezza opportuna per inserirvi un piano che faccia da scrivania: in uno spazio ristretto abbiamo ottenuto la zona riposo e una postazione di lavoro. Per rendere meno netta la separazione, nella semiparete apriamo una finestratura che deve coincidere con le dimensioni di un vano dello scaffale.
La posizione della finestra va determinata al momento di realizzare il telaio metallico, con lo scaffale già provvisto di ripiano per una perfetta corrispondenza. Materiali e attrezzi sono reperibili nei centri fai da te.

Preparata soltanto la cornice perimetrale della semi parete in cartongesso, la si riveste con le lastre sulla faccia esterna e si affronta la modifica dello scaffale. I due fianchi vanno tagliati ad un’altezza comoda per inserire il piano che fa da scrivania.



I PASSAGGI PER COSTRUIRE LA PARETE IN CARTONGESSO

  1. Quando lo scaffale ha assunto la configurazione definitiva, lo si appoggia contro la faccia rivestita della semiparete per tracciare il perimetro interno del vano in corrispondenza del quale si vuole aprire la finestratura.
  2. Si taglia lungo la tracciatura e si asporta il cartongesso in eccesso; poi si passa sull’altro lato e si completa l’interno dell’orditura.
  3. I profilati che delimitano l’apertura devono essere tenuti più all’esterno di una misura pari allo spessore delle lastre. Il bordo interno di essa va infatti rivestito con strisce di cartongesso per non lasciare il metallo a vista.

Soluzioni per separare gli ambienti

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In molte abitazioni moderne le stanze hanno lasciato il posto ad una suddivisione degli spazi meno marcata: la sola divisione netta è tra la zona giorno e quella notte. Questo assicura luminosità e massima libertà di movimento, ma capita di dover temporaneamente separare due zone: la cucina dal soggiorno, lo studio dall’angolo TV, una parte in disordine da quella in cui ricevere inattesi ospiti, per i quali può anche essere necessario trasformare una camera doppia in due singole. Risolta l’esigenza del momento, si ritorna alla situazione originale.

I sistemi per rispondere a queste esigenze sono molti, dipende da cosa si vuole ottenere con la divisione provvisoria degli ambienti. Ad esempio, può essere necessario separare due zone acusticamente pur permettendo il passaggio della luce, tramite pareti scorrevoli trasparenti o traslucide; in altri casi è sufficiente disporre di una barriera visiva e non necessariamente acustica, per cui possono bastare sistemi amovibili ad altezza d’uomo e non vere e proprie chiusure. Le pannellature “cieche” che vanno da pavimento a soffitto hanno invece l’effetto temporaneo di una vera parete.

Un’altra soluzione alternativa alle pareti sono le librerie bifacciali, ideali per suddividere grandi ambienti, ma non certo spostabili con frequenza. Negli spazi relativamente piccoli (monolocali, mansarde o simili) il ricorso a separazioni temporanee diventa indispensabile: dividere le zone con mobili, anche se bassi, non riduce la luminosità e non spezza il campo visivo, ma limita i movimenti in uno spazio già esiguo. Inoltre, i separé sono anche un’occasione per arricchire l’ambiente di colore ed originalità, sia che si tratti di soluzioni da appoggio a pavimento, sia di tipo sospeso a scorrimento.

PORTE TRASPARENTI, SCORREVOLI O CIECHE

I profili in tre tipologie e misure delimitano i pannelli del sistema Plana che si estendono a tutt’altezza: nella versione vetrata lasciano la possibilità all’occhio di spaziare visivamente. Ciò non esclude che si possa contare su una separazione più netta, scegliendo in una gamma di vetri colorati con superficie satinata, laccata, stop-sol, oppure adottando pannelli di legno di diverse finiture (ciliegio slim, wengè, rovere grey, rovere sbiancato, blank).
Bertolotto Porte

GUARDAROBA NASCOSTO

Anziché ricorrere ad uno o più armadi per i capi d’abbigliamento ed i relativi complementi di tutta la famiglia, si può attrezzare uno spazio più ampio e comodo, separandolo dal resto dell’ambiente con sistemi scorrevoli. Vi si possono collocare scaffalature a giorno e porta-abiti su ruote facilmente spostabili: in caso di ospiti i pannelli formano una parete omogenea che nasconde il locale di servizio.
Plana Minimal laccato di Bertolotto Porte

Pareti manovrabili

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Le pareti manovrabili sono costituite da pannelli che scorrono in una guida fissata a soffitto, senza alcun elemento a pavimento: nonostante lo spessore ridotto assicurano un buon isolamento acustico quando vengono affiancati per ottenere una parete divisoria.
A differenza delle normali pareti scorrevoli, quando non serve separare gli ambienti, i pannelli delle pareti manovrabili possono essere impacchettati a ridosso di una parete, ruotandoli di 90°.
Il vantaggio delle pareti manovrabili è quello di poter chiudere anche aperture piuttosto ampie con un’ingombro laterale veramente ridotto quando la chiusura non viene utilizzata. Inoltre, è possibile inserire uno o più pannelli che incorporano una porta di passaggio o una finestratura; i pannelli possono essere rivestiti in qualsiasi modo ed esistono in versione cieca o vetrata, quest’ultima trasparente o traslucida.

PARETI MANOVRABILI ANCHE A PANNELLI ATTREZZATI

I pannelli sono di legno riciclato, hanno un peso ridotto (25 kg/mq) ed uno spessore di 6 centimetri; oltre alle versioni cieche e vetrate è disponibile anche una versione con libreria attrezzata.
Lo scorrimento può avvenire tramite un solo carrello o a doppio carrello: in quest’ultimo caso le ante non sono impacchettabili in asse con il binario superiore.
Il bloccaggio avviene tramite una manopola che aziona il meccanismo, stabilizzando la parete a pavimento e a soffitto; disponibile la chiusura elettronica.
Si possono realizzare pareti con angoli a 45° ed a 90°.
Arcadia-Gruppo Penta

Come fare un buon isolamento termico e acustico

Soluzioni Knauf per l’isolamento termoacustico

Sempre più, nelle ristrutturazioni, si ricorre al rivestimento a cappotto per ridurre i consumi energetici ed ottimizzare il livello di comfort termico ed acustico degli edifici. Tuttavia, persistono situazioni in cui risulta problematico intervenire sull’involucro esterno: basti pensare agli edifici dei centri storici, ai singoli appartamenti che fanno parte di condomini o a situazioni che presentano difficoltà di varia natura: che dire degli edifici di Venezia che si affacciano sui canali?

Per far fronte a queste circostanze Knauf ha sviluppato il Sistema Isolamento per Interni, una nuova linea (Isolastre) che rappresenta la soluzione d’eccellenza per risolvere qualsiasi esigenza di isolamento termico e acustico. Si basa sull’accoppiamento di lastre di gesso rivestito con pannelli isolanti di varia natura e spessore che permettono, con spessori decisamente contenuti (da 3 cm) di ottenere un sensibile miglioramento delle prestazioni termiche ed acustiche con minima invasività, in modo veloce e pulito.

A seconda dei materiali preaccoppiati che costituiscono le Isolastre, si possono raggiungere livelli prestazionali differenti: per facilitare l’individuazione della soluzione applicativa più idonea, la gamma è stata suddivisa in tre livelli (standard, avanzata, premium) in base alle caratteristiche acustiche o termiche. Tutte le Isolastre sono caratterizzate dalla facilità di applicazione in ogni condizione, anche in locali abitati, e dal ridotto investimento economico, a fronte del raggiungimento delle prestazioni prefissate; va sottolineato l’ingombro ridotto, che comporta una riduzione dello spazio fruibile del tutto trascurabile.

Se l’intervento è mirato a migliorare in prevalenza l’isolamento acustico, i prodotti di riferimento sono le Isolastre LM 85, LM 115 e FPE: questi prodotti permettono di risolvere le problematiche di rumorosità di appartamenti contigui o l’attenuazione di rumori provenienti dall’esterno (traffico cittadino, ferrovie, aeroporti).
Le Isolastre LM sono composte da lastre di gesso rivestito da 12,5-9,5 mm accoppiate a isolante in fibra di vetro con due differenti gradi di densità (85 e 115 kg/m3) e spessori compresi tra 20 e 50 mm, in grado di garantire anche un buon livello di isolamento termico.
Ma il top delle prestazioni acustiche si raggiunge con le Isolastre FPE, dove ad una lastra di gesso da 12,5 mm è accoppiato un pannello di fibra di poliestere da 30-40-50 mm; inoltre si tratta di un prodotto biocompatibile, ottenuto interamente da riciclaggio ed esente da leganti chimici, morbido da lavorare senza produzioni di poveri e con una durata illimitata nel tempo.

Se invece la priorità è ottenere un elevato isolamento termico, l’obiettivo si raggiunge con le Isolastre PSE, XPS ed XD-Energy.
Il primo prodotto rientra nel livello prestazionale standard e alla lastra di gesso rivestito da 12,5-9,5 mm è accoppiato un pannello di polistirene espanso con spessore da 20 a 80 mm: nonostante sia il prodotto di base, presenta una bassa conduttività termica (λ=0,038 W/mK) e permette di eliminare i fenomeni di condensa dovuti ad una bassa temperatura superficiale interna delle pareti, pur conservando la capacità di assorbire e restituire il vapore acqueo in equilibrio con l’ambiente.

VISITA IL SITO www.Knauf.it

Portone sezionale laterale

Per i portoni sezionali laterali, Hörmann ha sviluppato una struttura che li equipara a quelli a movimento verticale, introducendo alcune soluzioni interessanti per la loro installazione: in primo luogo l’altezza necessaria dell’architrave è di soli 9,5 cm, valida anche in situazioni di architrave ridotto, mentre la guida e le ruote di scorrimento sono state completamente riprogettate.

La guida infatti non viene incassata nel pavimento, bensì solo appoggiata. Con questa soluzione il montaggio risulta semplificato e la guida è più semplice da pulire; inoltre, l’acqua può scorrere in modo più naturale, con enormi vantaggi in termini di durata. Anche i carrelli di scorrimento doppi sono di nuova concezione, per una movimentazione silenziosa e più fluida.

La sicurezza antiscasso è garantita dal dispositivo meccanico antiscorrimento e dal bloccaggio serratura; il portone non può essere forzato nella manovra con facilità, neanche in caso di spegnimento o di interruzione elettrica. I pannelli schiumati di poliuretano con spessore 42 mm assicurano un elevato livello di coibentazione; a migliorare la possibilità di apertura ridotta, per il passaggio di persone o di oggetti, c’è la possibilità di installare un’apertura parziale automatica regolabile tramite telecomando o maniglia provvista di comando radio opzionale.

La forma perfettamente adattata degli elementi e delle cerniere nei punti di connessione impedisce il pizzicamento accidentale delle dita; lo spegnimento automatico attivo all’apertura ed alla chiusura del portone lo arresta in presenza di ostacoli (persone o cose) sul varco o nei pressi della guida.

>> VISITA IL SITO

Scarico a parete per la doccia

Per il sifone serve una pendenza dell’1-2%. Il frontale del sistema di scarico viene poi chiuso con pannelli avvitati, praticando i fori necessari per far affiorare gli attacchi per la rubinetteria.
Si completa la parete fino a filo del pannello, si procede con l’intonacatura, quindi si stende il massetto rispettando la necessaria pendenza a ventaglio in direzione dello scarico.
Si rimuove la parte più esterna della protezione frontale dello scarico lasciando quella della caditoia e si applicano i fogli impermeabilizzanti che fanno parte della dotazione accessoria, quindi si piastrellano pavimento e pareti. Geberit (www.geberit.it)

  1. Il telaio che contiene lo scarico a parete sostiene anche i tubi di adduzione. Il tutto va inserito nella parete prima della finitura e della piastrellatura.
  2. Terminata la posa delle piastrelle si effettuano le regolazioni dell’imbocco del sifone.
     

Pensiline Fotovoltaiche

Non sempre è possibile installare un impianto fotovoltaico sul tetto, per vincoli architettonici, per orientamento sfavorevole o per la presenza di strutture circostanti che oscurano il sole nel corso della giornata.
Per questo si cerca di utilizzare per la produzione di energia dal sole coperture di altro tipo, senza alterare in maniera significativa il loro impatto ambientale.

Un caso tipico è quello delle pensiline fotovoltaiche per parcheggiare l’auto al riparo, già utilizzate in più occasioni per l’installazione di pannelli fotovoltaici nelle aree pubbliche e in quelle industriali e, da qualche tempo, disponibili anche in modelli adatti all’installazione in ambito residenziale.
Gli incentivi e le capacità produttive di questi impianti sono gli stessi di quelli tradizionali: quando viene superato il limite di 1 kWp di potenza installata diventano “grid connected”, ossia possono essere connessi alla rete ed immettervi l’energia prodotta e non consumata (scambio sul posto), altrimenti vengono definiti “stand alone”, nel qual caso l’energia viene utilizzata direttamente o accumulata in batterie per un utilizzo successivo, ma non può essere “venduta”. Se l’impianto è connesso alla rete, viene fornito anche di un inverter che trasforma la corrente continua prodotta dai pannelli in corrente alternata utilizzabile.

Il fotovoltaico è applicabile anche ad altri sistemi di oscuramento e riparo, quali tende avvolgibili e coperture per verande, ma gli studi in corso mirano a trasformare quasi tutte le superfici in potenziali produttrici di energia: esiste già il fotovoltaico “calpestabile”, ma sono allo studio spray e vernici che potrebbero portare una vera rivoluzione soprattutto in campo navale, aereo e automobilistico.

NON RICHIEDE FONDAZIONI E SI RIPAGA NEL TEMPO

La struttura della pensilina Energy Parking è composta da profili di alluminio anodizzato argento e giunti d’acciaio verniciati a polvere di poliestere, lo stesso trattamento utilizzato dalle case automobilistiche per proteggere i componenti della parte inferiore esterna dell’auto. Può supportare qualsiasi modello di pannello fotovoltaico (non fornito) e si installa senza plinti e fondazione, grazie alle zavorre registrabili ed alle staffe opzionali per il fissaggio su terreni compatti o su cemento armato. Il sistema è modulare e si presta a svariate configurazioni: il modello base è per due posti auto, ciascuno di larghezza compresa tra 230 e 260 cm, mentre l’inclinazione può variare e, di conseguenza, il lato verticale della copertura può avere una lunghezza compresa tra 500 e 675 cm, per montare un numero variabile di pannelli. Le strutture sono certificate per un carico nevoso fino a 120 kg/mq e per vento fino a 100 km/h. I prezzi partono da euro 10.750, la struttura è garantita 15 anni.

SOLUZIONI SPECIALI

Con tetto verde
La struttura Home Parking può essere successivamente integrata con qualsiasi copertura:
oltre ai pannelli fotovoltaici e alla classiche coperture di policarbonato o pannelli sandwich è molto interessante la possibilità di realizzare una copertura verde

Impianto di ricarica + allacciamento alla rete

La pensilina fotovoltaica può essere a isola, con accumulatore di energia prodotta e stazione di ricarica per veicoli elettrici, o con allacciamento alla rete pubblica in regime di scambio sul posto per cedere alla rete l’energia prodotta in esubero.

Giulio Barbieri

 

IN KIT DI MONTAGGIO

Questa struttura di legno lamellare (Labo/Progetto Legno) misura 6x3xh4 m, può essere montata in proprio senza
l’intervento di professionisti, ha l’accesso bifrontale e può essere richiesta con predisposizione all’installazione di copertura a pannelli solari per una superficie di 18 mq. Nel kit sono comprese le staffe di ancoraggio per il fissaggio a terra e la ferramenta necessaria alla connessione delle parti di legno.
La struttura base è per un unico posto auto, ma è concepita con un sistema modulare che permette di realizzare più posti auto affiancati. Il kit può essere spedito in tutta Italia ed è possibile richiedere un preventivo in base alle proprie esigenze.